COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 21 gennaio 2021

21 Gennaio 2021
News La Forza del Territorio del 21 gennaio 2021

Primo piano

 

LAZIO

STOP A 700 ENOTECHE AFFOSSA VINO MADE IN ITALY

Limiti ultimo Dpcm discriminano vendita e mettono in difficoltà il settore

Serrande abbassate dopo le diciotto per oltre 700 enoteche del Lazio con l’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm del 14 gennaio, che vieta dopo le ore 18, la vendita con asporto ai bar senza cucina ed a coloro che esercitano prevalentemente il commercio al dettaglio di bevande.

Un settore che nella nostra regione ha registrato una crescita di quasi il 13 per cento negli ultimi cinque anni. E Roma è seconda solo a Napoli ed è seguita da Milano per la presenza di enoteche, che nella Capitale, dove se ne contano oltre 500, sono aumentate del 24 per cento negli ultimi otto anni.

<<Un provvedimento che si traduce in una ingiustificata disparità di trattamento nei confronti delle enoteche – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – dal momento che la vendita di vini resta consentita all’interno di supermercati e negozi alimentari>>.

Fino al prossimo 5 marzo, infatti, sarà consentito acquistare vini anche dopo le 18 nella grande distribuzione e altri esercizi che non abbiano come codici Ateco prevalenti quelli ricadenti espressamente nel divieto. Restano esclude, però, le enoteche.

Un settore che ha subito ingenti perdite a causa della pandemia con la chiusura durante il lockdown del canale Horeca e le continue restrizioni.

Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè in Italia quasi 4 cantine su 10, pari al 39%, registrano un deciso calo del fatturato con l’allarme liquidità, che mette a rischio il futuro del vino italiano. La Coldiretti ha lanciato da subito l’allarme ed è impegnata nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti, ma servono investimenti massicci e azioni volte a rilasciare la filiera.

<<Nel Lazio abbiamo registrato una forte crescita della presenza di enoteche – conclude Granieri –  un settore che offre opportunità professionali e inserimento lavorativo per molti giovani, che con passione e impegno si stanno dedicando a questa attività, investendo anche in termini di formazione e contribuendo a valorizzare e diffondere i nostri prodotti, che rappresentano una vera eccellenza. Una filiera che ha bisogno di essere sostenuta e non penalizzata, soprattutto a fronte delle gravi perdite subite nella pandemia a causa della chiusura durante il lockdown dei ristoranti, pub, bar, che ha comportato inevitabilmente un calo delle vendite e del fatturato>>.

 

Dal Territorio

 

TOSCANA, CON RECOVERY DAL CIBO 100MLN GIORNATE LAVORATIVE GREEN IN 10 ANNI

Dal cibo 100 milioni di giornate di lavoro green nelle campagne in Toscana entro i prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza #Next Generation Italia. E’ l’obiettivo dei progetti elaborati dalla Coldiretti che avranno una vitale ricaduta sul territorio toscano, divulgati in occasione della webinar organizzata da Coldiretti Toscana sulle ‘Vie che portano all’Europa’, a cui hanno partecipato Antonino Melara, Autorità di Gestione del PSR Toscana, Felice Adinolfi dell’università degli Studi di Bologna, Simona Bonafe’, Deputato del Parlamento Europeo e Stefania Saccardi, Vicepresidente e assessore all’Agroalimentare della Regione Toscana.

“Le risorse europee vanno nella direzione già intrapresa dall’agricoltura in Italia che è la più green dell’Unione, con la l’agroalimentare toscano che vanta 16 prodotti IGP, 16 DOP e 461 prodotti riconosciuti tradizionali dal Mipaaf, con un forte e rinnovato impegno  nel custodire semi, animali o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare, dove deve essere rispettato e tutelato il territorio, garantendo la sicurezza alimentare e ambientale ai cittadini-consumatori”, ha affermato in apertura il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi.

Il Recovery Plan rappresenta un’occasione imperdibile – sottolinea la Coldiretti regionale – per superare lo storico squilibrio nella distribuzione dei fondi europei che ha sempre penalizzato gli agricoltori e per superare gli ostacoli alla competitività delle produzioni agroalimentari nazionali rispetto ai concorrenti stranieri.

“Perché la Toscana partecipi appieno alle nuove progettualità messe in campo da Coldiretti con la linfa vitale dei fondi europei – ha sottolineato il direttore regionale di Coldiretti Toscana, Angelo Corsetti – serve una stretta decisa alla semplificazione. La burocrazia sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa”.

Dietro il groviglio di acronimi e sigle quali PSR, PAC, Recovery Fund, Next Generation EU, QFP – spiega Coldiretti Toscana – vanno dispiegati progetti, risorse finanziarie e strumenti da condividere e integrare, in modo da garantire lo sviluppo strategico del settore agricolo e agroalimentare della regione.

“Next Generation Eu è lo strumento europeo per la ripresa di 750 miliardi di euro con una ripartizione tra sovvenzioni per 390 miliardi e prestiti per 360 miliardi di euro. Tra  le sovvenzioni 7,5 miliardi per lo sviluppo rurale a prezzi costanti 2018, cioè 8,2 mld a prezzi correnti”, ha detto Paolo Magaraggia di Coldiretti Bruxelles, sottolineando che gli asset strategici per Coldiretti sono “la digitalizzazione delle campagne, le foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, gli invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, la chimica verde e le bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio extravergine di oliva sono alcuni dei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese”, ha concluso Magaraggia.

Il progetto della Coldiretti sulle risorse idriche del futuro punta alla transizione verde con una serie di bacini per la raccolta dell’acqua in modo da diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030. Con questo progetto si punta a realizzare – spiega la Coldiretti – 6.000 invasi in aziende agricole per un volume totale di stoccaggio di 30 milioni di metri cubi, 4.000 grandi invasi interaziendali, consortili o pubblici, 10.000 nuovi impianti irrigui per un risparmio d’acqua di almeno il 30% e strutture medio piccole per la produzione idroelettrica. Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso dalla Coldiretti con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti.

“I fondi europei – ha aggiunto Stefano Leporati dell’Area Economica di Coldiretti Nazionale – vanno utilizzati per finanziare progetti strategici superando i limiti alla capacità di investimento nel comparto agricolo ed alimentare per portare benefici all’intero Sistema Paese con un impegno strategico di lungo periodo”.

Sul fronte della digitalizzazione Coldiretti punta a interventi per la transizione digitale per i territori con difficoltà di connessione e per diffondere le tecnologie dell’innovazione digitale connettendo le macchine e gli strumenti dell’agricoltura di precisione, migliorare la vivibilità dei piccoli comuni e borghi rurali attraverso il miglioramento della connettività e della possibilità di accesso ai servizi digitali, recuperare “quelle terre abbandonate o incolte” che le nuove capacità di analisi, gli innovativi sistemi sensoriali e la diffusione della conoscenza, anche in relazione ai mutamenti climatici, potrebbero ritornare produttive. Per questo Coldiretti ha siglato con Tim e Bonifiche Ferraresi un accordo per portare la banda ultralarga nelle aziende grazie alla rete dei Consorzi Agrari d’Italia (Cai) per dare impulso all’agricoltura di precisione 4.0 attraverso l’uso dei big data e nuove soluzioni tecnologiche con una spinta su ambiente, sostenibilità e ripresa economica del Paese accelerando la transizione digitale dell’agroalimentare Made in Italy.

Sul fronte della bio-sostenibilità la Coldiretti propone di ripristinare e mantenere fertilità dei suoli attraverso la riduzione dei potenziali inquinanti e materiali non biodegradabili, grazie all’ausilio di un puntuale e moderno monitoraggio dei terreni mediante una piattaforma con uso di big data incentivando l’agricoltura di precisione (Adp) per arrivare al 10% del territorio nazionale. Il progetto punta a sostenere le filiere bioplastiche e biochemicals anche attraverso l’integrazione della ricerca pubblica e la promozione di network tecnico scientifico sui territori che – spiega la Coldiretti – porti a una filiera italiana della biochimica verde. Il progetto valorizza gli ingenti investimenti fatti in Italia dalla filiera delle bioplastiche e biochemicals, per la realizzazione e riconversione in nuove tecnologie di impianti, spesso collocati in zone ad alto livello di deindustrializzazione.

Un impegno che si concretizza anche nell’obiettivo di piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali. Una proposta formulata da Coldiretti e Federforeste con il progetto “Bosco vivo e foreste urbane”.

Secondo la Coldiretti è poi strategica la ristrutturazione sostenibile dei processi di stoccaggio, macinazione e trasformazione della filiera cerealicola attraverso l’utilizzo della digitalizzazione e della automazione con progetti di filiera dal campo al prodotto finito. Gli obiettivi sono la riduzione dei costi di stoccaggio e trasporto, il risparmio energetico, il miglioramento dell’efficienza e delle rese nella lavorazione del grano, il recupero di aree industriali dismesse trasformandole in nuove attività produttive, il taglio delle emissioni. La transizione al digitale, la tracciabilità e la qualità dei prodotti – spiega la Coldiretti – sono scelte strategiche per rispondere alle politiche comunitarie “Farm to Fork” del Green New Deal.

Ma per il futuro della Toscana è necessario anche il rilancio del settore dell’olio extravergine d’oliva – aggiunge la Coldiretti regionale –  che, con il 35% di olio Evo a denominazione d’origine, vanta 5 riconoscimenti comunitari ‘Toscano IGP’, ‘Chianti Classico DOP’, ‘Lucca DOP’, ‘Seggiano DOP’ e ‘Terre di Siena DOP’, con il Toscana IGP a cui aderiscono oltre 10.250 olivicoltori, 265 frantoi, 360 confezionatori. Deve essere confermato – sottolinea la Coldiretti regionale –  il primato di qualità del Made in Italy attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta. Il progetto della Coldiretti punta a realizzare moderni sistemi di stoccaggio che garantiscano l’immediata filtrazione dell’olio e la conservazione in silos in acciaio inox provvisti in locali termo-condizionati ed appositamente adeguati alla prevenzione anti-incendio. Per questo è previsto anche un piano di formazione per tecnici specializzati che possano guidare i produttori dalla coltivazione sino al marketing. Particolare attenzione va poi dedicata – afferma il progetto di Coldiretti – al consumo di acqua sia in fase di coltivazione che di trasformazione, inoltre la valorizzazione dei sottoprodotti deve garantire una riduzione costi di produzione mentre la creazione di reti di imprese tra frantoi e organizzazioni di produttori è condizione necessaria per una efficace sostenibilità ambientale ed economica. Un percorso che – afferma la Coldiretti – prevede accordi di filiera tra frantoi e le Organizzazioni di Produttori, intese commerciali con i vivai e produttori di attrezzature, la realizzazione di almeno un impianto per la produzione di biogas, la mappatura degli uliveti da rigenerare, la costruzione di impianti di irrigazione e di pozzi o laghetti.

Ma per il rilancio dell’agroalimentare in Toscana serve anche una visione per il futuro di settori come l’allevamento e la quarta gamma dei prodotti pronti al consumo come le insalate in busta. Il progetto della Coldiretti intende favorire la transizione verde delle filiere bovina, suina, avicola e dell’ortofrutta, tramite produzione di energia da fonti rinnovabili (biogas per produzione biometano), riduzione dell’impronta di carbonio, miglioramento della fertilità dei suoli, utilizzo più efficiente delle risorse tramite tecniche di “precision farming” e miglioramento dei processi di recupero sottoprodotti. Il progetto sulla zootecnia prevede la realizzazione di almeno un impianto di produzione del latte in polvere che consenta di togliere dal mercato, nei momenti di esubero, ingenti quantitativi di latte proveniente da una filiera nazionale di oltre 700 allevatori che coinvolge migliaia di addetti al fine di calmierare l’andamento dei prezzi e ridurre gli sprechi, rendendo il sistema più resiliente e sostenibile.

 

VENETO, CRACK STALLE: CROLLO CONSUMI DEL 50% PER LATTE E CARNE

Il lockdown ha messo in difficoltà l’allevamento veneto mettendo a rischio il patrimonio zootecnico. La chiusura del canale della ristorazione, le fake news e il crollo dei prezzi hanno provocato pesanti ricadute sulle stalle. E’ quanto afferma Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto:” Per questo è necessario intervenire subito – commenta Salvagno sottolineando l’intervento immediato a livello nazionale di Ettore Prandini presso il Premier Giuseppe Conte per dare garanzie alle imprese e salvaguardare una filiera strategica e centrale per il sistema agroalimentare. “A soffrire maggiormente è il comparto lattiero caseario, il recente report agroalimentare di Veneto Agricoltura lo evidenzia, la chiusura del canale Horeca con crollo dei consumi fino al 50% e l’azzeramento dei flussi turistici, insieme alla riduzioni dell’export (fino a – 15% per il grana padano) hanno causato situazioni di eccedenza di latte (in primavera) con crollo dei prezzi. Il valore del latte alla produzione diminuisce del -6% fermandosi ad una media annua pari a circa 36,5 euro/100 lt.  Anche il comparto da carne regionale ha subito gli effetti del Covid 19 seppure in maniera diversa a seconda della filiera produttiva. In forte diminuzione le macellazioni di bovini del -15%, soprattutto dei vitelli a carne bianca che hanno un importante sbocco nella ristorazione nonostante il sostegno della domanda domestica (+4,5% in volume). In crisi il comparto suinicolo regionale – spiega Coldiretti – i costi alla produzione si aggirano su 1,40 euro al chilo, mentre i capi sono pagati 30 centesimi in meno e il prezzo sostenuto dal consumatore al supermercato triplica. Un comparto vulnerabile anche per l’ingresso della produzione estera ancora poco regolamentata. Da qui la richiesta di Coldiretti affinchè vengano individuati quanto prima strumenti di sostegno, aiuti diretti alle imprese e ristori concreti attraverso un confronto che dia risposte agli imprenditori agricoli che con le loro attività devono restare sul mercato. Coldiretti e Filiera Italia stanno già lavorando – ha detto Ettore Prandini – su nuovi progetti di investimento per la zootecnica sostenibile che potranno contribuire al grande sforzo di ripresa del Paese attraverso le risorse europee di Next generation EU e il Recovery Plan. L’emergenza di oggi non può attendere l’orizzonte temporale del Recovery.

 

PUGLIA, IMPRESE: IN 2020 RECORD GIOVANI IN AGRICOLTURA (+14%)

Un sostegno allo storico ritorno dei giovani in agricoltura dove nel 2020 si registra un balzo del 14% di imprese condotte da under 35 rispetto a cinque anni fa, in netta controtendenza con l’andamento generale. E’ quanto ha sollecitato Coldiretti Giovani Impresa Puglia nel corso del webinar per coltivare i giovani talenti in agricoltura in Puglia grazie all’utilizzo strategico e programmatico dei fondi strutturali e della Next Generation EU.

“E’ in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale con il mestiere della terra che non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite. Il risultato è che oggi in Puglia 1 impresa su 10 condotta da giovani svolge una attività rivolta all’agricoltura e allevamento per garantire la disponibilità di alimenti sani e di qualità alle famiglie in un momento drammatico per l’economia e l’occupazione”, ha detto il direttore regionale di Coldiretti, Pietro Piccioni, nell’avvio del confronto con gli assessori della Regione Puglia allo Sviluppo Economico e Politiche Giovanili, Alessandro Delli Noci e all’Agricoltura, Donato Pentassuglia.

La presenza dei giovani – riferisce Coldiretti Puglia – ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Numeri che potrebbero essere addirittura più consistenti – accusa la Coldiretti Puglia – senza gli ostacoli frapposti oggi dalla burocrazia proprio a coloro che vorrebbero costruirsi un futuro in campagna.

“Con il PSR Puglia risulta finanziabile solo il 20% delle 5.157 domande presentate dai giovani, una sconfitta per le speranze di tanti giovani – ha denunciato Benedetta Liberace, delegata di Coldiretti Giovani Impresa Puglia – ma anche per  la Puglia che perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani. Per questo bisogna cambiare rotta e individuare strumenti e ulteriori fondi per sostenere il ritorno in campagna dei giovani pugliesi, coordinando le attività e gli interventi dei vari assessorati”. .

Si tratta della punta dell’iceberg di un esercito di 5500 giovani under 35 alla guida di imprese agricole in Puglia, un trend positivo che trova conferma anche ai tempi del Covid, ma che va accompagnato e sostenuto con adeguate azioni incentivanti per finanziare le idee green nelle campagne.

“Il Recovery Plan rappresenta una occasione unica da non perdere – ha spiegato Stefano Leporati dell’Area Economica di Coldiretti Nazionale – per la modernizzazione del sistema agro-alimentare. Sono previsti investimenti importanti per i contratti di filiera per tutti i settori produttivi compresa la pesca, strutture di stoccaggio dei prodotti agricoli dai cereali all’olio, interventi nella logistica particolarmente importanti per l’ortofrutta. Inoltre, investimenti sul sistema irriguo, l’agricoltura di precisione e le foreste urbane. Coldiretti ha già iniziato a lavorare sui progetti concreti da presentare sui bandi che saranno attivati a partire dalla prima metà del 2021 e i giovani agricoltori possono essere protagonisti di questa irripetibile sfida. L’agricoltura dovrà essere il cuore della sfida verde per far ripartire l’Italia”, ha concluso Leporati.

In agricoltura i giovani hanno continuato a lavorare durante la pandemia nei campi e nelle stalle – insiste Coldiretti Puglia – per non far mai mancare le forniture alimentari della popolazione anche con iniziative di sostegno sociale e di straordinaria solidarietà che l’agricoltura moderna è oggi in grado di offrire.

“E’ necessario investire sull’agricoltura che è un settore strategico per far ripartire l’Italia grazie anche a una nuova generazione di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità” conclude la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati nel sottolineare che “è vitale il sostegno strutturale al sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne e per questo va liberata dal peso della burocrazia che impedisce anche il pieno utilizzo delle risorse comunitarie”.

La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – continua Coldiretti Puglia – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.

La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale – continua la Coldiretti regionale – porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato – conclude Coldiretti Puglia – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione.

 

LIGURIA, NO FUGA DI CERVELLI ALL’ESTERO, E’ DAL TERRITORIO CHE SI PUO’ RIPARTIRE

A livello nazionale, la fuga di 28mila laureati all’estero è costata oltre 3 miliardi di euro, spesi dallo Stato italiano per l’istruzione, partendo dal primo anno di elementari e arrivando all’ultimo anno di università. E’ quanto stima Coldiretti Giovani Impresa sulla base del Report Istat 2019 – iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente.

Più in generale, a livello locale, sono più di 152mila gli emigrati liguri, molti dei quali giovani, censiti nel 2019, in crescita dell’8% rispetto all’anno precedente, dei quali quasi il 55% solo dalla provincia di Genova (dati dell’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero 2020 (AIRE)). Le motivazioni del trasferimento possono sicuramente variare, ma è la ricerca di un’occupazione che spinge, soprattutto i ragazzi, fuori dai confini nazionali.

“In un Paese come l’Italia – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato Confederale Bruno Rivarossa – la prospettiva dell’abbandono per molti giovani, rappresenta una perdita di risorse insostenibile se si vuole tornare a crescere, ma anche il risultato di un’evidente sconfitta per tutti, dal mondo scolastico a quello imprenditoriale, dalle famiglie alle Istituzioni. In questo scenario, anche a livello regionale, l’agricoltura e la pesca possano rappresentare settori strategici per dare un taglio alla fuga dei giovani all’estero, come dimostra il fatto che, nonostante tutte le difficoltà dell’anno di pandemia, a livello ligure sono 992 le imprese giovani attive impegnate appunto nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca. Un numero che potrebbe essere addirittura più consistente senza gli ostacoli frapposti oggi dalla burocrazia proprio a coloro che vorrebbero costruirsi un futuro in campagna o in mare. Occorre sostenere il sogno imprenditoriale delle nuove generazioni e per questo è necessario intanto iniziare a liberare entrambi i settori dal peso della burocrazia, che di fatto impedisce anche il pieno utilizzo delle risorse comunitarie, ed agevolare il più possibile il ricambio generazionale. In un periodo in cui l’economia soffre, risulta ulteriormente grave e inaccettabile ostacolare le progettualità economiche di coloro che hanno scelto l’Italia quale luogo per realizzare le proprie idee imprenditoriali, impedendo lo svilupparsi degli impatti sociali che ne possono derivare, in primis i posti di lavoro”.

 

PIEMONTE, GIOVANI: MENO BUROCRAZIA PER CONCRETO SOSTEGNO ALL’IMPRENDITORIA

La fuga di 28mila laureati all’estero è costata oltre 3 miliardi di euro spesi dallo Stato italiano per l’istruzione partendo dal primo anno di elementari e arrivando all’ultimo anno di università. E’ quanto stima la Coldiretti Giovani Impresa sulla base del Report Istat 2019 su iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente.

Gli iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, del Piemonte sono oltre 310 mila e partono soprattutto dalla provincia di Torino (131.650), Cuneo (59.335) e Alessandria (39.6447), secondo i dati di inizio 2020. Per la complessiva area del nord-ovest, nel 2018, sono stati quasi 1 milione gli emigrati italiani e di questi il 18% ha un’età compresa tra 1 e 18 anni ed il 22,7% tra 18 e 34 anni.

“Occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro in agricoltura e per questo va liberata dal peso della burocrazia che impedisce anche il pieno utilizzo delle risorse comunitarie – commenta Danilo Merlo delegato regionale Giovani Impresa -. In un periodo in cui l’economia soffre, risulta ulteriormente grave e inaccettabile ostacolare le progettualità economiche di coloro che hanno scelto l’Italia quale luogo per realizzare le proprie idee imprenditoriali, impedendo lo svilupparsi degli impatti sociali che ne derivano, in primis i posti di lavoro”.

“A spingere giovani ad emigrare è spesso la mancanza di opportunità sul territorio nazionale dove a frenare lo spirito di iniziativa è sovente la diffidenza verso il mondo giovanile e, soprattutto, la burocrazia – evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. La pressione burocratica, che nasce anche dalla molteplicità di interventi tra loro non coordinati, finisce dunque per generare un grave elemento di svantaggio soprattutto per un giovane che inizia il suo percorso imprenditoriale, con tempi eccessivamente lunghi per evadere le domande di sostegno. L’agricoltura piemontese ha bisogno di nuova linfa che le giovani generazioni sanno portare grazie a nuove idee che nascono da esigenze e sperimentazioni, ma che sanno poi concretizzarsi in veri progetti. Proprio per questo, anche alla luce della crisi causata dal Covid, sono fondamentali le misure a sostegno del mondo agricolo giovanile, motore della nostra economia, come la Pac ed il Psr, che danno la possibilità di realizzare le progettualità, ma serve sburocratizzare e snellire le procedure che ostacolano l’utilizzo delle risorse comunitarie”.

 

SAVONA, DIALOGO PER MIGLIORARE E RENDERE SICURI 750 KM DI STRADE PROVINCIALI

Le aziende forestali del territorio pronte a supportare le azioni che saranno messe in campo per la sicurezza delle persone e per sostenere lo sviluppo economico delle aree interne

750 km di strade provinciali, che ormai, soprattutto nell’entroterra, in svariati momenti dell’anno subiscono l’inclemenza del clima, dove piogge incessanti, ghiaccio e neve creano pericoli stradali e blocchi alla circolazioni che non di rado, isolano intere aree: Coldiretti Savona, assieme alle aziende associate, pronta a collaborare per sicurezza stradale della provincia e la salvaguardia delle aree boschive.

È quanto afferma Coldiretti Savona a seguito della partecipazione al Tavolo tecnico provinciale “Viabilità ed Ecologia” relativo alla gestione delle strade del territorio e le aree forestali circostanti. Finalità generale del progetto esposto dal presidente della Provincia Pierangelo Olivieri, è quello di coniugare la salvaguardia della pubblica incolumità con la gestione attiva e corretta delle aree di pertinenza delle strade provinciali, dotandosi di un piano operativo e di linee guida condivise per renderne più sicura la viabilità. Primo passo sarà la mappatura e classificazione, in relazione al rischio potenziale, delle formazioni forestali o delle singole piante instabili, che rappresentano un pericolo per la viabilità stradale, oltre a programmare di gestione a 360° tenendo sempre in considerazione gli aspetti di rilevanza paesaggistica, ambientali e sociali.

“La Liguria ha un patrimonio boschivo di circa 375.000 ettari, uno tra i più importanti e grandi d’Italia, pari al 74% della superficie totale, e la nostra provincia – affermano il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna e il Direttore provinciale Antonio Ciotta – possiede una boscosità diffusa che va gestita e mantenuta per salvaguardare un patrimonio inestimabile. Molte delle strade provinciali attraversano queste aree, in particolare nei comuni dell’entroterra, e i fenomeni atmosferici estremi affrontati negli ultimi anni hanno messo in difficoltà, non di rado, non solo i centri abitati, ma anche le imprese agricole del territorio, rimaste anche per giorni isolate. È di fondamentale importanza per l’economia e l’occupazione, soprattutto delle aree interne, una corretta e continua gestione del territorio, cercando di rendere il più armonico possibile il connubio strade-foresta, ed evitando l’abbandono di zone che non vengono più considerate sicure a causa dell’incuria. È per questo che come Coldiretti Savona siamo disponibili e pronti a dare il nostro sostegno alle azioni che saranno concordate. Non bisogna dimenticare, infine, che le nostre aziende forestali possono dare un grande contributo per mettere in sicurezza la viabilità, oltre ad essere i gestori, sul campo, della cura e pulizia delle aree boschive per difendere il territorio dai rischi idrogeologici.”

 

NOVARA–VCO E VERCELLI-BIELLA, COVID: OK A SPOSTAMENTI PER CURARE GLI ORTI

“È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione”. Lo rende noto la Coldiretti nell’evidenziare che, secondo la faq pubblicata sul sito del Governo, anche nelle zone arancioni, come il Piemonte, è possibile la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale.

La coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai questi fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.

“Una precisazione importante che – afferma Francesca Toscani, direttore Coldiretti Novara – Vco e Vercelli – Biella – consente gli spostamenti per lo svolgimento di attività che si sono sempre svolte soprattutto nei piccoli paesi, utile per chi vuole garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta in sicurezza. Questo tipo di piccola agricoltura per autoconsumo, in una situazione emergenziale come quella attuale, ha una sua rilevanza, in quanto può rappresentare un’integrazione importante al bilancio familiare. Mantenere la cultura dell’orto è anche utile dal punto di vista dell’educazione alimentare, per mantenere un legame con la stagionalità delle produzioni, del rispetto ambientale e delle reali caratteristiche del cibo che si porta in tavola”.

 

MANTOVA, COVID E NUOVE POVERTÀ: AL VIA IL “PASTO SOSPESO” CON TERRANOSTRA

Sono 11 gli agriturismi del circuito di Terranostra Mantova che da domani partiranno con l’iniziativa del “Pasto sospeso”, per aiutare le persone e le famiglie più fragili. “Consapevoli delle difficoltà scatenate dal Covid – ha detto Giuseppe Groppelli – abbiamo voluto ampliare i gesti di solidarietà già avviati con la formula della Spesa sospesa nei mercati di Campagna Amica, coinvolgendo anche le strutture di ospitalità rurale associate a Terranostra, il marchio che certifica la qualità degli agriturismi di Coldiretti”.

Come funziona. Rivolgendosi agli agriturismi aderenti all’iniziativa è possibile ordinare il pasto; in cambio verrà consegnato un buono del valore della donazione, che potrà essere donato liberamente, decidendo che sia l’agriturismo a consegnare il pasto oppure destinando il buono ad un ente del territorio (Comune o Parrocchia), che si occuperà di distribuirlo a persone/famiglie in difficoltà.

Il pasto donato potrà essere ritirato per l’asporto presso l’agriturismo (negli orari consentiti), ma si potrà anche chiedere la consegna a domicilio entro i confini del territorio comunale o dei comuni limitrofi, previo accordo con l’agriturismo stesso.

Iva agevolata. Nel bilancio di previsione il Governo ha introdotto l’Iva agevolata al 10% per il cibo da asporto, consegnato a domicilio soprattutto in questo periodo di pandemia e di maggiore isolamento.

Con un emendamento alla manovra è stata finalmente accolta la richiesta di ridurre dal primo gennaio 2021 l’Iva per i piatti pronti e pasti che siano stati cotti, arrostiti, fritti o altrimenti preparati in vista del loro consumo immediato, della loro consegna a domicilio o dell’asporto. Nell’ultimo anno, stima la Coldiretti a livello nazionale, almeno quattro italiani su dieci hanno ordinato personalmente, dal telefono o dal proprio personal computer piatti o alimenti pronti oppure hanno raggiunto ristoranti e agriturismi per l’asporto.

Gli agriturismi aderenti. Agriturismo dell’Ibisco – Bagnolo San Vito, via Po Barna n. 60 – tel. 3384924504, sito www.allevamentoibisco.it, pagina facebook “Agriturismo dell’Ibisco”;

Agriturismo Corte Casella – Bagnolo San Vito, via Gradaro n. 21 – tel. 3427765236, sito www.agriturismocortecasella.it, pagina facebook “Agriturismo Corte Casella”;

Agriturismo il Quinto Quarto – Bagnolo San Vito, via Levatella n. 18 – tel. 3358296233, sito www.carnesicura.it, pagina facebook “Agriturismo Il Quinto Quarto di Carnesicura”;

Agriturismo Corte Oppietti – Gazzuolo, strada SP 61 – tel. 3479758311, sito www.corteoppietti.com, pagina facebook “Agriturismo Camping Corte Oppietti”;

Agriturismo Loghino Gardone (Agriturismo Rossi) – Suzzara, via Boiane n. 1/A – tel. 0376532684, sito www.agriturismorossi.it, pagina facebook “Agriturismo Rossi e Punto Vendita Aziendale”;

Agriturismo Cascina Cavalta – Asola, via Cremona – tel. 3337382812, pagina facebook “Cascina Cavalta Bio&Eventi”;

Agriturismo Corte Barco – Marmirolo, Strada mantova n. 21 – tel. 3392226468, pagina facebook “Corte Barco”;

Agriturismo Loghino Caselle – San Giorgio Bigarello, via Caselle n. 40 – tel. 3474336840, sito www.loghinocaselle.net, pagina facebook “Agriturismo Loghino Caselle – Mantova”;

Agriturismo Loghino Belsito – Ceresara, via Villa Belgiardino n. 8 – tel. 3355225800, sito www.loghinobelsito.it, pagina facebook “Agriturismo Loghino Belsito”;

Agriturismo Corte Casello – Piubega (San Fermo), Strada San Fermo n. 131 – tel. 3334757491, sito www.cortecasello.it, pagina facebook “Agriturismo Corte Casello”;

Agriturismo Tre Ponti – Villimpenta (Pradello), via Rusta n. 1, tel. 3664300495, sito www.agriturismotreponti.com, pagina facebook “Agriturismo Tre Ponti”.

 

FORLI’, OLTRE 350 KG DI CIBO CONTADINO MADE IN ITALY ALLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’

Oltre 350 chili di cibo contadino made in Italy in arrivo nelle case delle famiglie più bisognose del Forlivese grazie al progetto “Pacchi della Solidarietà” lanciato da Coldiretti in tutta Italia e condotto operativamente sul territorio da Coldiretti Forlì-Cesena e Campagna Amica. Scopo dell’iniziativa è dare sostegno ai cittadini in difficoltà consegnando pacchi alimentari, con pasta, salumi, legumi, parmigiano, latte, succhi, frutta, passata, miele e tanti altre eccellenze agroalimentari ad origine e filiera garantita.

Dopo i 200 chili di beni alimentari consegnati la scorsa settimana nel Cesenate, cibo che è stato distribuito a 31 famiglie, nei giorni scorsi i pacchi sono stati recapitati anche ad alcuni enti assistenziali e caritatevoli del Forlivese, in particolare il Monastero della Clarisse di S.Biagio, la Casa della Carità di Bertinoro e l’Istituto ‘Lega’ Suore della Sacra Famiglia, che provvederanno poi allo smistamento direttamente nella mani di nuclei famigliari bisognosi. 

“Con questa operazione, la più grande offerta offerta gratuita di cibo realizzata dagli agricoltori italiani – commenta il Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena Massimiliano Bernabini – si conclude un periodo all’insegna della solidarietà per Coldiretti Forlì-Cesena e Campagna Amica che sul territorio hanno promosso, oltre a quello dei pacchi, anche i progetti “Spesa Sospesa” e “Pasta della Solidarietà” aiutando molte altre famiglie che si sono trovate in emergenza economica a causa della pandemia Covid-19”.

“Abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione colpite dalle difficoltà economiche – gli fa eco il Direttore Coldiretti Forlì-Cesena Anacleto Malara – e ci piacerebbe che questa esperienza non rimanesse limitata a questa occasione ma diventasse nel tempo un fenomeno strutturale”.

 

PIEMONTE, COVID: OK A SPOSTAMENTI PER CURARE GLI ORTI

“È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione”. Lo rende noto la Coldiretti nell’evidenziare che, secondo la faq pubblicata sul sito del Governo, anche nelle zone arancioni, come il Piemonte, è possibile la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale.

La coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito. “Una precisazione importante che – affermano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – consente gli spostamenti, nella nostra regione, per lo svolgimento di una attività gratificante e utile e per chi vuole garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta. In più la piccola agricoltura familiare per autoconsumo, in una situazione emergenziale come quella attuale, ha una sua rilevanza, in quanto può rappresentare un’integrazione importante al bilancio familiare. Investire sulla cultura dell’orto significa impegnarsi in una capillare azione di educazione alimentare per sensibilizzare i cittadini nei confronti della stagionalità delle produzioni, del rispetto ambientale e delle reali caratteristiche del cibo che si porta in tavola. Oggi non mancano casi, soprattutto tra i più giovani, di coloro che hanno scelto di acquistare terreni abbandonati per portarli a nuova vita, dando inoltre un grande contributo alla tutela ambientale e paesaggistica”.

 

LIGURIA, FAQ: OK SPOSTAMENTI PER 25MILA AGRICOLTORI PER HOBBY

“È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione”. Lo rende noto la Coldiretti nell’evidenziare che la faq pubblicata sul sito del Governo chiarisce che anche nelle zone rosse e arancioni, come la Liguria, è possibile la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale. Via libera quindi agli spostamenti per i circa 25mila liguri che fanno gli agricoltori solo per passione, coltivando appezzamenti di terreno pubblici o privati, per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta.

La coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.

“Una precisazione importante – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – che consente gli spostamenti a coloro che fanno gli agricoltori solo per passione: se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Il bisogno di conoscenza di tecniche base per la cura del terreno è stato colmato con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate, ma ha favorito anche la nascita della nuova figura del tutor dell’orto che la rete degli orti urbani di Campagna Amica mette a disposizione, il tutto in un’ottica di piena consapevolezza del proprio territorio, stagionalità delle produzioni, del rispetto ambientale e delle reali caratteristiche del cibo che si porta in tavola”.

 

VENEZIA, COVID: CRACK STALLE CROLLO DEI CONSUMI DEL 50% PER LATTE E CARNE

Il lock down ha messo in difficoltà l’allevamento veneto mettendo a rischio il patrimonio zootecnico. La chiusura del canale della ristorazione, le fake news e il crollo dei prezzi hanno provocato pesanti ricadute sulle stalle. E’ quanto afferma Coldiretti sottolineando l’intervento a livello nazionale di Ettore Prandini presso il Premier Giuseppe Conte per dare garanzie alle imprese e salvaguardare una filiera strategica e centrale per il sistema agroalimentare. “A soffrire maggiormente è il comparto lattiero caseario, il recente report agroalimentare di Veneto Agricoltura lo evidenzia, la chiusura del canale Horeca con crollo dei consumi fino al 50% e l’azzeramento dei flussi turistici, insieme alla riduzioni dell’export (fino a – 15% per il grana padano) hanno causato situazioni di eccedenza di latte (in primavera) con crollo dei prezzi. Il valore del latte alla produzione diminuisce del -6% fermandosi ad una media annua pari a circa 36,5 euro/100 lt.  Anche il comparto da carne regionale ha subito gli effetti del Covid 19 seppure in maniera diversa a seconda della filiera produttiva. In forte diminuzione le macellazioni di bovini del -15%, soprattutto dei vitelli a carne bianca che hanno un importante sbocco nella ristorazione nonostante il sostegno della domanda domestica (+4,5% in volume). In crisi il comparto suinicolo regionale – spiega Coldiretti – i costi alla produzione si aggirano su 1,40 euro al chilo, mentre i capi sono pagati 30 centesimi in meno e il prezzo sostenuto dal consumatore al supermercato triplica. Un comparto vulnerabile anche per l’ingresso della produzione estera ancora poco regolamentata. Da qui la richiesta di Coldiretti affinchè vengano individuati quanto prima strumenti di sostegno, aiuti diretti alle imprese e ristori concreti attraverso un confronto che dia risposte agli imprenditori agricoli che con le loro attività devono restare sul mercato. Coldiretti e Filiera Italia stanno già lavorando – ha detto Ettore Prandini – su nuovi progetti di investimento per la zootecnica sostenibile che potranno contribuire al grande sforzo di ripresa del Paese attraverso le risorse europee di Next generation EU e il Recovery Plan. L’emergenza di oggi non può attendere l’orizzonte temporale del Recovery.

 

CUNEO, COVID: BENE L’OK AGLI SPOSTAMENTI PER LA CURA DEGLI ORTI

Nelle zone arancioni, come la Provincia di Cuneo, è consentito spostarsi anche al di fuori del Comune o della Regione di residenza per la cura delle superfici agricole, non adiacenti a prima od altra abitazione, ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale. Lo rende noto Coldiretti nel commentare positivamente l’aggiornamento delle FAQ (domande frequenti) sul sito del Governo.

La coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.

“Una precisazione importante – secondo Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – che consente gli spostamenti anche sul nostro territorio per dedicarsi ad un’attività gratificante e utile e per chi vuole garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta. In più la piccola agricoltura familiare per autoconsumo, in una situazione emergenziale come quella attuale, ha una sua rilevanza, in quanto può rappresentare un’integrazione importante al bilancio familiare”.

“Investire sulla cultura dell’orto significa impegnarsi in una capillare azione di educazione alimentare per sensibilizzare i cittadini nei confronti della stagionalità delle produzioni, del rispetto ambientale e delle reali caratteristiche del cibo che si porta in tavola. Oggi non mancano casi, soprattutto tra i più giovani, di chi ha scelto di acquistare terreni abbandonati per portarli a nuova vita, dando peraltro un grande contributo alla tutela ambientale e paesaggistica” dichiara il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu.

Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it

 

ALESSANDRIA, GIOVANI: MENO BUROCRAZIA PER SOSTENERE IL SOGNO IMPRENDITORIALE

Partiamo da un numero 39.647: sono gli alessandrini iscritti all’AIRE, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, oltre 310mila in Piemonte.

E’ quanto stima Coldiretti Giovani Impresa sulla base del Report Istat 2019 su iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente.

Per la complessiva area del Nord-Ovest, quasi 1 milione gli emigrati italiani e di questi il 18% ha un’età compresa tra 1 e 18 anni ed il 22,7% tra 18 e 34 anni.

Una fuga, a livello nazionale, di 28mila laureati all’estero che è costata oltre 3 miliardi di euro spesi dallo Stato italiano per l’istruzione partendo dal primo anno di elementari e arrivando all’ultimo anno di università.

“Occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro in agricoltura e per questo va liberata dal peso della burocrazia che impedisce anche il pieno utilizzo delle risorse comunitarie – afferma Mauro Bianco, Presidente Coldiretti Alessandria -. In un periodo in cui l’economia soffre, risulta ulteriormente grave e inaccettabile ostacolare le progettualità economiche di coloro che hanno scelto l’Italia quale luogo per realizzare le proprie idee imprenditoriali, impedendo lo svilupparsi degli impatti sociali che ne derivano, in primis i posti di lavoro”. A spingere giovani ad emigrare è spesso la mancanza di opportunità sul territorio nazionale dove a frenare lo spirito di iniziativa è sovente la diffidenza verso il mondo giovanile e, soprattutto, la burocrazia. La pressione burocratica, che nasce anche dalla molteplicità di interventi tra loro non coordinati, finisce dunque per generare un grave elemento di svantaggio soprattutto per un giovane che inizia il suo percorso imprenditoriale, con tempi eccessivamente lunghi per evadere le domande di sostegno.

“L’agricoltura territoriale ha bisogno di nuova linfa che le giovani generazioni sanno portare grazie a nuove idee che nascono da esigenze e sperimentazioni, ma che sanno poi concretizzarsi in veri progetti – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Proprio per questo, anche alla luce della crisi causata dal Covid, sono fondamentali le misure a sostegno del mondo agricolo giovanile, motore della nostra economia, come la Pac ed il Psr, che danno la possibilità di realizzare le progettualità, ma serve sburocratizzare e snellire le procedure che ostacolano l’utilizzo delle risorse comunitarie”.

 

NOVARA-VCO, BIDEN PRESIDENTE: SUPERARE I DAZI CHE COLPISCONO EXPORT

“Con la nuova presidenza Usa ci sono le condizioni per superare i dazi aggiuntivi che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy, tra cui alcuni prodotti simbolo della nostra provincia, come il Gorgonzola”. E’ quanto afferma Sara Baudo, Presidente di Coldiretti Novara – Vco dopo l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

L’elezione del nuovo presidente Usa arriva a poco più di un anno dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump, nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi. Da allora si è verificata una escalation che ha portato  all’entrata in vigore il 10 novembre scorso di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e videogiochi, alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.

“Occorre ora avviare al più presto un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro sui dazi dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”, commenta anche Francesca Toscani, direttore interprovinciale di Coldiretti Novara – Vco e Vercelli – Biella.

 

SONDRIO, AGRICOLTURA SEMPRE PIÙ GIOVANE IN PROVINCIA

Superare la crisi significa “dare respiro e prospettive ai giovani, che mai come ora ripongono nell’agricoltura le loro speranze di lavoro e impresa”. Lo rimarca Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio, a commento dei dati (ricavati sulla base delle iscrizioni al registro delle Imprese di Unioncamere) che indicano per il 2020 una crescita record (+14%) delle imprese agricole italiane condotte da under 35.

E’ un trend positivo che si rintraccia anche sul territorio: il passaggio generazionale, ma anche il primo insediamento di nuove realtà agricole, porta l’agricoltura “made in Sondrio”, a poter contare su una quota di giovani capitani di impresa pari al 26% del totale, e le prospettive sono di ulteriore crescita.                                                                                                                                                  

Oltre un quarto delle imprese agricole di Valtellina e Valchiavenna è guidato da ragazzi under 35: un dato importante, che assicura un futuro a un settore chiave per il comprensorio. Altro dato importante: in provincia, il 22% delle giovani imprese è guidato da donne, anche in comparti multifunzionali come quello agrituristico o della didattica rurale. Ed è un’agricoltura che va preservata: rappresenta infatti un segmento decisivo per l’economia dei nostri territori e, al contempo, è un settore in grado di mettersi al servizio della società e del territorio, facendo sistema con attori diversi, come ad esempio il turismo.                                                                                                                                                                                                                                  

“La presenza dei giovani – ha affermato il presidente Marchesini – sta rivoluzionando il lavoro nei campi, dove la maggioranza delle imprese under 35 operano in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche alle attività di alpeggio, con anche la salvaguardia di mestieri e sapori che rappresentano un’importante patrimonio culturale per Valtellina e Valchiavenna. Il tutto puntando, al contempo, sull’innovazione”.

L’agricoltura in provincia di Sondrio è un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale “e lo hanno capito per primi i giovani che stanno tornando nelle campagne; spesso però, le nuove generazioni sono costrette a confrontarsi con una burocrazia a volte impenetrabile. Ed è un gap che dobbiamo colmare, oggi più di prima: le campagne, infatti, possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere il percorso con idee innovative sia per chi vuole trovare un’occupazione, anche temporanea, nelle stalle o nei campi, sottolineando l’importanza di lavorare sull’integrazione tra scuola e mondo del lavoro”.                                                                                               

La disponibilità di risorse finanziarie adeguate “è il principale ostacolo allo sviluppo delle nuove imprese agricole condotte da giovani soprattutto perché la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze e non possono contare sul patrimonio aziendale familiare. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, è importante sostenere il sogno imprenditoriale di una parte consistente della nostra generazione che, mai come adesso, vuole investire il proprio futuro nelle campagne apportando un grande contributo di innovazione in un settore che sta dimostrando tutta la sua strategicità per il Paese”. L’agricoltura valtellinese e chiavennasca ha bisogno della nuova linfa che le giovani generazioni sanno portare grazie a idee innovative che nascono da esigenze e sperimentazioni per poi concretizzarsi in veri progetti: “Proprio per questo, anche alla luce della crisi causata dal Covid, sono fondamentali le misure a sostegno del mondo agricolo giovanile, motore della nostra economia, come la Pac ed il Psr, che danno la possibilità di realizzare le progettualità. E’ prioritario, però, sburocratizzare e snellire le procedure che ostacolano l’utilizzo delle risorse comunitarie” conclude il presidente Marchesini.

 

Appuntamenti

 

PUGLIA: AGRUMI A SCUOLA A TARANTO, INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE CONTRO CRACK

Sabato 23 gennaio

Agrumi a scuola a Taranto con clementine, limoni, arance, mandarini e pompelmi a colazione e a merenda, oltre a spremute, pane e marmellata all’arancia ai bambini che sono tornati nelle aule, per sensibilizzare al consumo dei frutti stagionali contro il crack del comparto.

L’appuntamento è sabato 23 gennaio 2021, a partire dalle ore 9,00, al “Centro educativo Piccoli Clown” di Manduria, dove Coldiretti Taranto donerà il sacchetto di agrumi “gustoso e sano” degli agricoltori di Campagna Amica che i bambini porteranno a casa.

Con la crisi causata dal Covid, i limiti alla movimentazione e le temperature più alte della media stagionale è crisi profonda per gli agrumi, come il crac per le clementine in provincia di Taranto che restano invendute sugli alberi, a causa dei consumi in caduta libera del 60% e prezzi stracciati a 15 centesimi al chilogrammo, con una perdita del valore del 10% per il calo della Produzione Lorda Vendibile ferma a 70 milioni di euro rispetto ai 78 milioni dell’anno scorso.

Le imprese agricole impegnate nella produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 2,5 milioni di quintali – dice Coldiretti Puglia – un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito.

“L’ascolto e l’attenzione riservata dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, ci fa ben sperare sulla possibilità di intercettare risorse, individuando la formula migliore, per riconoscere indennizzi agli agricoltori che da novembre scorso stanno denunciando la grave crisi che il comparto agrumicolo della provincia di Taranto sta vivendo. Di 2,5 milioni di quintali di agrumi prodotti, ben 1,5 milioni sono rimasti invenduti”, afferma il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo.

Per questo Coldiretti Puglia ha chiesto aiuti urgenti ai produttori di agrumi pugliesi e che l’Assessore regionale, in qualità di coordinatore della Commissione nazionale per le politiche agricole, si faccia portavoce di una proposta formale al Ministero, motivata al crollo dei consumi di agrumi a causa dell’emergenza pandemica, affinché anche il codice Ateco corrispondente alla produzione agrumicola possa rientrare tra quelle attività beneficiare dell’esonero contributivo, a valere sull’art. 222 del Decreto Rilancio.

“Anche la campagna agrumicola 2020/2021 ha subito insidie letali per il settore, dalle importazioni di prodotto dall’estero senza passaporto verde, al crollo dei prezzi, al calo dei consumi causato dall’emergenza Covid, ai rischi ambientali che le imprese agricole subiscono quotidianamente, un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire drasticamente”, ha lanciato l’allarme il presidente Cavallo.

Coldiretti ha anche chiesto la scrittura del piano agrumicolo regionale, una stretta sui controlli degli agrumi importati dall’estero che invadono il mercato interno e avvio di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sai indicata chiaramente l’origine del prodotto, oltre ad accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione di  agrumi 100% Made in Puglia e lo stanziamento delle risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti.

 

BASILICATA: CHEF STELLATO NAPOLETANO ALL’AGRITURISMO IN CITTA’ COLDIRETTI

Sabato 23 gennaio

Riparte, dopo la pausa dovuta alle restrizioni sanitarie, l’agriturismo in città, all’interno del mercato coperto di Campagna Amica a Matera. Sabato protagonista della mattinata, a partire dalle ore 11 e 30, sarà lo chef Pasquale Napoletano con   “le mille sfumature del riso”. Per l’occasione il noto cuoco, premiato con il prestigioso riconoscimento della “Gold Fork”, la forchetta d’oro 5 stelle, destinata al miglior “executive chef” di Dubai per l’anno 2008, presenterà uno show cooking dove il riso sarà protagonista assoluto.   “L’offerta dei prodotti di eccellenza italiana al mercato si amplia sempre più – evidenzia Mario Rosano, presidente di Agrimercato Campagna Amica Basilicata, l’associazione per la gestione dei mercati dei produttori di Coldiretti che effettuano la vendita diretta– e questa volta siamo lieti di annunciare l’arrivo nei nostri banchi del riso prodotto dall’azienda agricola Melotti. Si tratta di pregiate varietà che la famiglia coltiva sui propri terreni di Isola della Scala, seguendone ogni singola fase fino alla lavorazione e vendita, diventando un vero esempio italiano di filiera corta. Un riso – conclude Rosano – che ha riscosso notevole successo durante il Villaggio Contadino Coldiretti, organizzato a Matera nel 2019”.

 

FERRARA: WEBINAR SULLE OPPORTUNITA DELLA BIETOLA DA ZUCCHERO

Lunedì 25 gennaio

Dopo gli apprezzamenti per la prima serie, Coldiretti Giovani Impresa di Ferrara ripropone un nuovo ciclo di incontri virtuali su temi tecnici e sindacali dedicati a tutti gli interessati, giovani e meno giovani, che desiderino approfondire alcune tematiche del settore agricolo.

Si riprende con una serata dedicata alla coltura della bietola da zucchero, con un webinar cui prenderanno parte il delegato di Giovani Impresa Ferrara, Filippo Pallara, il presidente di Coldiretti Ferrara Floriano Tassinari, il direttore Alessandro Visotti e in rappresentanza di COPROB-ITALIA ZUCCHERI, ormai unica realtà produttiva della filiera italiana dello zucchero, il vice presidente Luigi Maccaferri ed il direttore agricolo Massimiliano Cenacchi.

Al centro della discussione le opportunità della coltura bieticola nel territorio ferrarese con aggiornamenti sul mercato dello zucchero ed aiuti comunitari per il comparto.

Nelle settimane successive saranno trattati altri argomenti di interesse generale (dalla conservazione della fertilità dei suoli, alle informazioni su alcune patologie delle piante da frutta, all’uso dell’irrigazione ed altro ancora, il cui programma si sta definendo).

Per ogni informazioni e per ricevere il link di collegamento ad internet, contattare Stefano al numero telefonico 3355978521.

 

CUNEO: ARANCE CALABRESI AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA

Sabato 23 ottobre

Per aumentare le difese immunitarie, oggi più importanti che mai, e contrastare i malanni di stagione, il mondo contadino offre rimedi naturali e gustosi come gli agrumi. Proprio questi colorati e profumatissimi frutti saranno disponibili, a partire da sabato 23 ottobre, nel centralissimo mercato di Campagna Amica a Cuneo in Lungogesso Corso Giovanni XXIII, 15/bis (a fianco dell’ex zoo), aperto ogni martedì e sabato dalle ore 8.00 alle 14.00.

“Da questo sabato abbiamo il piacere di ospitare gli agrumi calabresi certificati bio, per tutto il periodo invernale, nel nostro nuovo mercato Campagna Amica a Cuneo: arance ma anche mandarini, pompelmi e limoni, che arricchiranno la già vasta gamma di prodotti stagionali e a Km zero dei produttori locali. Un’ottima notizia per i cuneesi di tutte le età, dai più piccoli ai meno giovani, che sappiamo apprezzare particolarmente questi frutti della dieta mediterranea, gustosissimi oltre che alleati del benessere” sottolinea Elisa Rebuffo, Responsabile provinciale di Campagna Amica.

Sabato 23 gennaio sarà anche presente, direttamente dalla Calabria, il produttore Campagna Amica di questi agrumi biologici di alta qualità, Pasquale Russo: l’invito di Coldiretti e Campagna Amica alle famiglie è di venire a conoscerlo per fare acquisti consapevoli. Il nuovo mercato Campagna Amica in centro città a Cuneo si conferma, così, uno spazio importante di incontro e dialogo tra produttori e consumatori per apprezzare da vicino la bontà e la genuinità delle eccellenze contadine che l’agricoltura Made in Italy ha da offrire in ogni stagione.

Oltre a rafforzare il sistema immunitario, gli agrumi, ricchi di vitamina C e sali minerali, hanno proprietà anticancro che aiutano a contrastarne alcuni tipi che possono interessare pelle, polmoni, seno, stomaco e colon. Le arance sono anche ricche di carotenoidi che contribuiscono a proteggere gli occhi e la vista. È scientificamente provato – spiega Coldiretti – che una corretta dieta a base di vitamina C e sali minerali sia una validissima alleata contro le malattie da raffreddamento e non c’è dubbio che l’alto contenuto di questa vitamina negli agrumi abbia un effetto benefico contro le scorie (radicali liberi) che il nostro corpo produce in grande quantità, proprio nel periodo invernale.