COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 18 febbraio 2019

18 Febbraio 2019
News La Forza del Territorio del 18 febbraio 2019

Primo piano

 

LIGURIA

PSR: ALLEVATORI E AGRICOLTORI NON POSSONO PIÙ ASPETTARE

Le imprese agricole, che già stanno subendo negli ultimi anni ingenti danni economici causati dalle avverse condizioni climatiche, da ormai 4 anni si trovano a dover fronteggiare una grave crisi finanziaria dovuta alla mancata erogazione di risorse per problemi tecnici o addirittura in alcuni casi per problemi informatici. La Coldiretti regionale chiede alla Regione misure straordinarie: anticipare le risorse e coprire gli interessi

“Dopo la mobilitazione durante la quale lo scorso 30 novembre centinaia d’imprese hanno invaso pacificamente la Darsena di Genova, siamo pronti a ritornare in piazza se il problema delle misure a superficie del PSR non venga risolto una volta per tutte e Agea non eroghi le risorse che le imprese liguri aspettano addirittura dal 2015. Nel frattempo chiediamo a Regione Liguria di anticipare almeno l’80% di queste risorse e di intervenire con le banche per abbattere gli interessi sulle linee di credito che molte imprese agricole, visti i ritardi del PSR, hanno dovuto attivare e che oggi gravano sulle loro famiglie” intervengono così Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente e Delegato Confederale di Coldiretti Liguria.

Il blocco nelle istruttorie del PSR e il conseguente ritardo nei pagamenti da parte di Agea – prosegue la Coldiretti Liguria – riguarda in questo caso le cosiddette “domande pluriennali per misure a superficie” ovvero quelle risorse destinate, ad esempio, ad interventi di miglioramento del benessere animale, alla salvaguardia delle razze in via di estinzione o agli interventi di certificazione volontaria e conversione al metodo di coltivazione e allevamento biologici o ancora per sopperire le condizioni sfavorevoli di alcune aree della regione.

Le imprese agricole, che già stanno subendo negli ultimi anni ingenti danni economici causati dalle avverse condizioni climatiche, da ormai 4 anni si trovano a dover fronteggiare una grave crisi finanziaria dovuta alla mancata erogazione di risorse per problemi tecnici o addirittura in alcuni casi per problemi informatici.

“È per questo che chiediamo alla Regione – proseguono Boeri e Rivarossa – due urgenti interventi straordinari a sostegno del comparto agricolo ligure che sta rischiando l’impossibilità di fare sviluppo, interventi volti a tutelare le imprese che valorizzano e mantengono il nostro territorio e che non possono più subire il peso dell’inefficienza di una procedura informatica e di un PSR talmente complesso da poter essere paragonato ad un sudoku. Come Coldiretti Liguria siamo pronti a sederci attorno ad un tavolo per trovare insieme delle possibili soluzioni”.

È necessario – precisa Coldiretti Liguria – che la Regione anticipi le somme che spettano alle imprese in attesa che le anomalie nelle istruttorie vengano risolte e che Agea provveda alle erogazioni. Considerato, inoltre, che molte imprese stanno avendo problemi nel rinnovare l’anticipo chiesto alle banche, è necessario che la Regione intervenga nei confronti del sistema bancario con un abbattimento del conto interessi.

“Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento delle aree più impervie della nostra regione – concludono Boeri e Rivarossa nel sottolineare che – in pericolo c’è un patrimonio culturale, ambientale ed economico della nostra Liguria”.

 

 

Dal territorio

SARDEGNA, LATTE: SERVE UNA CLAUSOLA DI GARANZIA NELLA BOZZA DELL’ACCORDO

Serve inserire una clausola che garantisca di raggiungere l’obiettivo di un euro per il prezzo del latte pagato ai pastori da parte degli industriali che sono i diretti beneficiari delle consistenti misure di sostegno per 49 milioni di euro messe in campo da Governo e Regione.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che è necessario ora che sulla bozza di accordo sul prezzo del latte ovino in Sardegna si pronuncino i pastori impegnati da dieci giorni in una dura vertenza. L’acconto iniziale di 72 centesimi al litro è peraltro motivo di insoddisfazione perché – sottolinea la Coldiretti – si trova sotto i costi variabili medi di produzione certificati dal recente studio Ismea elaborato per far luce sulla crisi del settore.

Non mancano però risvolti positivi nell’accordo come – continua la Coldiretti -la volontà di inserire la presenza dei pastori nell’amministrazione del Consorzio di Tutela, con l’attuale gestione che si è dimostrata inadeguata nello svolgere i compiti di valorizzazione, e la nomina di un Prefetto per verificare eventuali errori e violazioni ma anche per controllare la legalità delle operazioni di ritiro del pecorino da destinare agli indigenti con le risorse pubbliche. Importante – precisa la Coldiretti – è anche l’impegno per il passaggio delle quote di produzione ai pastori e il monitoraggio del rispetto dei livelli produttivi di produzione il cui superamento è stata la causa principale della crisi.

Va riconosciuto infine – afferma la Coldiretti – l’impegno del Governo e della Regione Sardegna che per questa operazione hanno messo sul piatto per il ritiro di 67.000 quintali di forme di formaggio in eccedenza sul mercato e anche quello delle catene distributive che si sono impegnate a riconoscere ai fornitori un valore, all’acquisto del pecorino, in grado di assicurare agli allevatori il prezzo di 1 euro al litro ed anche a realizzare campagne promozionali come il pecorino day promosso dagli agricoltori di Campagna Amica. 

 

CAMPANIA, PECORINO DAY: A NAPOLI PER SALVARE ANTICO MESTIERE

Il caloroso abbraccio dei napoletani al lavoro dei pastori si è sentito forte questa mattina al primo “Pecorino Day”, organizzato da Coldiretti in tutta Italia con appuntamenti speciali nei mercati degli allevatori e degli agricoltori. A Napoli le degustazioni guidate e gli assaggi gratuiti di formaggi, latte e altri derivati hanno visto protagonista il mercato settimanale di Campagna Amica in viale del Poggio ai Colli Aminei. I cittadini partenopei hanno fatto sentire la loro vicinanza a chi porta avanti un antico mestiere, che rischia di estinguersi con conseguenze economiche, sociali e ambientali.

Negli ultimi dieci anni in Italia è scomparso un milione di pecore. La crisi in atto rischia di decimare irrimediabilmente gli allevamenti sopravvissuti che svolgono un ruolo insostituibile per l’economia, il turismo, l’ambiente e la stabilità sociale del territorio. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione del Pecorino Day per sostenere i pastori ed il loro lavoro in un momento di grande difficoltà. Nel capoluogo della Campania l’appuntamento ha visto anche la presenza di Veronica Barbati, la giovane imprenditrice agricola irpina neoeletta leader nazionale di Coldiretti Giovani Impresa.

Ai consumatori sono stati offerti in degustazione i formaggi di pecora più diffusi ed antichi della Campania: il pecorino del Matese, il pecorino Conciato Romano – il più antico pecorino, risalente probabilmente al IV secolo aC, che è anche Sigillo Campagna Amica – il Bagnolese, prodotto esclusivamente con il latte della pecora “Bagnolese”, tipico dell’area dei monti Picentini (in particolare della zona che circonda il pianoro del lago Laceno, ad una altitudine superiore ai 1000 metri sul livello del mare) e della fascia collinare e montana del Salernitano, lungo le pendici del Monte Marzano; il Laticauda Sannita, prodotto con solo latte di pecora di razza Laticauda nel territorio di allevamento di questo ovino, cioè nei comuni montani e collinari delle province di Avellino, Benevento e Caserta; il Pecorino Carmasciano, la cui produzione comprende i comuni irpini di Guardia dei Lombardi e Rocca San Felice (Carmasciano è una contrada a cavallo di questi due comuni), Torella dei Lombardi, Sant’Angelo dei Lombardi, Morra de Sanctis e Frigento.

Nel Sud l’allevamento ovino è fortemente legato al territorio e alla storia del Mezzogiorno. Nel 1447 Alfonso I di Aragona, re di Napoli, continuando l’operato di Federico II di Svevia che già nel 1200 aveva istituito la “Dogana della Mena delle Pecore”, riprese ed ampliò l’attività di allevamento “transumante” delle pecore, organizzandola sul modello dell’analoga “Mesta” spagnola e istituendo i Regi Tratturi, una rete viaria di circa 3.000 chilometri. La transumanza consisteva nello spostamento stagionale, durante il quale transitavano nel ‘600 e nel ‘700 circa tre milioni di capi di bestiame, rappresentando una florida economia grazie alla vendita delle pelli, dei formaggi e della lana.

Sostenere con i propri acquisti la produzione nazionale di pecorino significa – afferma la Coldiretti – aiutare il proprio territorio e contrastare anche l’abbandono delle aree più difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio. Secondo una recente indagine Doxa – riferisce la Coldiretti – più di un italiano su dieci (12%) inserisce il pecorino nella lista dei formaggi preferiti ed è immancabile in molti primi piatti storici. In Campania tra i piatti simbolo della tradizione culinaria che utilizzano questo formaggio c’è lo “scarpariello napoletano”, inventato dagli scarpari (calzolai) che si facevano pagare in natura, anche con i gustosi pecorini che arrivavano dall’Appennino campano.

La pastorizia – continua la Coldiretti – è un mestiere ricco di tradizione molto duro che costringe ogni giorno alla sveglia alle 5 del mattino per la prima mungitura che sarà ripetuta nel pomeriggio per ottenere da ogni pecora circa un litro di latte al giorno che viene sottopagato. Un impegno di elevato valore ambientale poiché – conclude la Coldiretti – si tratta di un’attività che è concentrata nelle zone svantaggiate e che garantisce la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio. Un patrimonio che gli agricoltori di Campagna Amica sono impegnati a difendere con “I sigilli”, prodotti e animali della biodiversità agricola italiana che nel corso dei decenni sono stati strappati all’estinzione o indissolubilmente legati a territori specifici.

 

LAZIO, LATTE OVINO: IN REGIONE INCONTRO POSITIVO SUL PREZZO

Si è svolto venerdì scorso, presso la Regione, il primo incontro della Commissione per la formazione del prezzo, costituita mercoledì scorso su richiesta della Coldiretti Lazio per riunire la filiera e affrontare la crisi del latte ovino. Un’emergenza scoppiata in Sardegna ma che vede drammaticamente coinvolte anche altre regioni del centro Italia. Il Lazio, infatti, per numero di capi ovini (circa 744mila) e allevamenti (oltre 8mila) è la terza regione italiana, alle spalle di Sardegna e Toscana (Banca dati nazionale dell’Anagrafe Zootecnica, dati 2017), per un totale di circa 13mila aziende impegnate nel settore. Il comparto ovino, oltre ad avere una storia e una tradizione millenaria, rappresenta un’assoluta eccellenza e un patrimonio fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura locale e per il presidio del territorio.

“L’incontro in Regione è stato positivo, si sono compiuti importanti passi in avanti per ottenere una giusta indicizzazione del prezzo del latte ovino. Ora siamo in attesa che si chiuda la trattativa a livello nazionale – spiega David Granieri, presidente Coldiretti Lazio – Per anni la mancanza di programmazione, la carenza negli investimenti, l’assenza di una regolamentazione chiara e le speculazioni delle industrie hanno danneggiato la zootecnia laziale, un comparto di grande qualità e dalle elevate potenzialità.

Nel Lazio si producono formaggi Dop che meriterebbero maggiore valorizzazione, a partire dal pecorino romano penalizzato dalle inadeguate politiche del Consorzio di Tutela di cui abbiamo chiesto il commissariamento. Per rilanciare il settore e garantire un giusto compenso agli allevatori è necessario effettuare una serie di interventi, da noi proposti da tempo, tra cui, il riconoscimento della DOP cacio romano, la promozione delle produzioni e il coinvolgimento della GDO nei contratti di filiera. È fondamentale, inoltre, una maggiore presenza degli allevatori all’interno delle DOP che sono un prezioso strumento per valorizzare e rivitalizzare un territorio come quello laziale che dispone di un mercato di grande rilevanza a partire dalla città di Roma”.

 

PUGLIA, PECORINO DAY: ADDIO A OLTRE 30MILA PECORE IN 15 ANNI IN PUGLIA

In Puglia addio in 15 anni ad oltre 30mila pecore con allevamenti dimezzati e presidi della biodiversità a rischio di estinzione dal 2002 al 2017, secondo i dati Istat. E’ il bilancio diffuso da Coldiretti Puglia in occasione del primo ‘Pecorino Day’ per dare sostegno ai pastori con un appuntamento di informazione e conoscenza a Lecce nel Mercato di Campagna Amica di Piazza Ariosto.

“Gli allevamenti condotti da questi custodi del territorio e delle ricchezze agroalimentari che producono sono il fiore all’occhiello della Puglia, sono i Sigilli della biodiversità contadina, come la pecora ‘gentile’ di Altamura, la ‘moscia’ leccese, i prodotti d’eccellenza quale il canestrato pugliese che ha anche il riconoscimento comunitario della DOP, il pecorino di Maglie, prodotto caseario tradizionale del Salento, in particolare dei territori dei comuni di Maglie, Otranto e Poggiardo a rischio di estinzione e il pecorino prodotto nelle province di Lecce, Bari e Foggia, baluardi eroici di un lavoro che comporta grande sacrificio ed enorme dedizione”, spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Al Mercato contadino di Lecce i consumatori hanno apprezzato dal vivo, con assaggi guidati, il pecorino stagionato 12 e 24 mesi, il cremino, la selezione di farciti al pepe nero, noci, rucola, pomodoro secco, e l’ampia scelta delle marzotiche e delle ricotte forti spalmate sui crostini di grano ‘Cappelli’. Non sono mancate le lezioni ai consumatori dell’agronomo Giovanni D’Amato sulle caratteristiche della pecora ‘moscia’ leccese.

“I nostri allevatori ogni giorno portano le pecore al pascolo e integrano l’alimentazione degli animali con fieno autoprodotto, rigorosamente bio. Sono i custodi di razze in via di estinzione e di prodotti eroici che vanno salvaguardati. Per questo – aggiunge Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce – è nata la raccolta dei “Sigilli” di Campagna Amica, i prodotti della biodiversità agricola che nel corso dei decenni sono stati strappati all’estinzione, indissolubilmente legati a territori specifici ai quali si aggiunge la lista delle razze animali che gli imprenditori agricoli di Campagna Amica allevano con passione. Si tratta in totale di 311 prodotti e razze animali raccolti nel corso di un censimento, curato dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica. Nel corso di questo primo studio sono risultati 369 “agricoltori custodi”, di cui il 25% sotto i 40 anni”.

Lo storico Girolamo Marciano (1571 – 1628) nel suo ‘Descrizioni, origini e successi della Provincia d’Otranto’ elenca già i formaggi che oggi sono prodotti come quei tempi: la marzotica, la ricotta forte …detta volgarmente uschiante, per il sapore alquanto mordace che contrae nella confettura, che non si fa in altro luogo d’Italia…”. Ne riporta con precisione il metodo di preparazione e gli utilizzi gastronomici e le riconosce persino proprietà terapeutiche: “…giova molto allo stomaco, ed è gratissima al gusto, provoca l’appetito, reprime il vomito, e stringe il flusso del ventre, uccide grandemente i vermi, e posta sulle piaghe verminose, ne fa subito cadere i vermi, genera sangue e nutrisce molto”.

La menzioneranno nei loro testi anche V. Corrado (1738 – 1836) e G.B. Gagliardo (1758 – 1826) che nel suo Catechismo Agrario (1793) dà anche alcune dritte sull’uso della ricotta fresca e sul modo di ricavarne da questa “la manteca”, ossia il burro di ricotta.

Anche Carlo Salerni, fondatore insieme a G. Palmieri dell’Accademia degli Speculatori (Lecce, 1775 – 1783), fautore dello sviluppo economico e culturale di Terra d’Otranto recita testualmente: “…Ottimi sono i nostri latticini e quandocchè fussero ben apparecchiati, aver dovriano i formaggi al pari de’ più ricercati di Europa, eccellenti…E’ assai pregiato il cacio del Capo detto di Maglie, e quello delle parti di Taranto chiamato cacio-ricotta è assai acconcio per condire i cibi. L’ottima qualità delle nostre ricotte salate, è soprattutto di quelle che, per essere fatte nel mese di marzo, diconsi marzotiche, son saporose e grasse a segno che non ci par di potersi desiderare cosa di meglio”.

 

VICENZA, IL TEMUTO ADDIO AD UN MILIONE DI PECORE INTENERISCE I VICENTINI

Grande partecipazione ed interesse oggi al mercato coperto di Campagna Amica in contra’ Cordenons 4 a Vicenza, in occasione del Pecorino Day. Vicenza, infatti, è stata scelta come uno dei quattro mercati italiani per sensibilizzare i cittadini consumatori rispetto a quanto sta accadendo in Sardegna.

“Il pecorino è un formaggio straordinario – spiegano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – ma il prezzo pagato al produttore è insufficiente a ristorare chi lavora e si assume il rischio d’impresa. Così sono sempre più le aziende che chiudono i battenti. Ed il rischio di perdere oltre un milione di pecore è sempre più vicino. E con la perdita di questi animali viene meno un patrimonio importante di biodiversità ed una produzione di nicchia che contribuisce a far grande il nostro Paese nel mondo”.

Al mercato coperto di Campagna Amica a Vicenza i consumatori hanno dimostrato questa mattina grande interesse per le produzioni dell’azienda agricola Aidi di Marano Vicentino, che si è resa disponibile per l’iniziativa. “Siamo orgogliosi di essere qui oggi – commenta il titolare Flavio Sartore – perché amiamo il nostro lavoro e, pur nella consapevolezza di essere piccoli e pochi, continuiamo a lavorare con amore e passione, perché non vogliamo che si perda la nostra storia”.

La storia del pecorino a Vicenza è decisamente interessante. Un tempo, infatti, l’Asiago si chiamava “Pegorin”, perché veniva prodotto con il latte di pecora, dato che le nostre malghe erano caricate con le pecore dai tempi di Plinio il Vecchio. Successivamente, per ordine dei vescovi Padova, si diffuse l’allevamento in Altopiano, da cui deriva uno straordinario esempio di biodiversità: la pecora di Foza.

L’iniziativa di Coldiretti mira a salvare le 6,2 milioni di pecore sopravvissute in Italia e dare un futuro ad un mestiere antico, ricco di tradizione, che consente anche la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio.

“I vicentini sono sempre sensibili e generosi. Sostenere con i propri acquisti la produzione di pecorino – aggiungono Cerantola e Palù – significa aiutare il proprio territorio e contrastare l’abbandono delle aree più difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio”.

Secondo una recente indagine Doxa, più di un italiano su dieci inserisce il pecorino nella lista dei formaggi preferiti ed è immancabile in molti primi piatti storici, dal cacio e pepe alla carbonara, dalla gricia al pesto alla genovese fino alla pasta alla pecorara. Ma arricchisce anche secondi piatti soprattutto in frittate e polpette e non manca nei dolci, come nelle pizze salate di Pasqua, senza dimenticare l’irrinunciabile abbinamento fave e pecorino tradizionale per la Festa dei lavoratori.

La protesta dei pastori sardi, così come di tutti i produttori di pecorino, è un fatto sociale. “Siamo dalla parte dei pastori sardi e dei piccoli produttori – concludono Cerantola e Palù – perché comprendiamo bene le loro difficoltà, che sono le stesse che abbiamo vissuto un anno fa, quando il prezzo del nostro latte aveva toccato il minimo storico, arrivando al di sotto del 25 centesimi. Ora è il turno della Sardegna, ma il principio resta lo stesso: non viene riconosciuta la dignità del lavoro agricolo e degli allevatori. Una tendenza che Coldiretti sta facendo di tutto per invertire. Gli sforzi sono molti, i risultati lenti ad arrivare, ma ci crediamo fermamente e per questo continuiamo a lottare”.

 

CUNEO, CALDO ANOMALO: CON COLTURE “IN TILT” AGRICOLTURA RISCHIA GRAVI PERDITE

Il caldo anomalo che sta interessando la Granda desta grande preoccupazione fra le imprese agricole, sia di pianura che di montagna. Le alte temperature che insistono da giorni e che, secondo le previsioni, non accenneranno a diminuire nelle prossime settimane, provocano forti scompensi nello sviluppo delle coltivazioni già messe a dimora – piante da frutto e viti, in particolare – che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa con l’inizio del rigonfiamento delle gemme.

“Il rischio – evidenziano i tecnici di Coldiretti Cuneo – è che questa finta primavera, risvegliando anticipatamente le coltivazioni, possa renderle particolarmente vulnerabili e sensibili ad eventuali ritorni di freddo o gelate tardive con danni incalcolabili, come accaduto l’ultima volta nel 2017”.

Nella nostra provincia le ondate di gelo sono possibili almeno fino alla Settimana Santa. A dirlo è la saggezza popolare – come il proverbio che recita Vira, tùira e tarabasca, l’invern a dúra fina a Pasqua – e a confermarlo sono le analisi storiche. Come quella elaborata dai tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti in collaborazione con i frutticoltori locali, che mostra come dal Dopoguerra ad oggi la maggior parte delle brinate tardive si sia concentrata proprio nei giorni che precedono e seguono la Pasqua, indipendentemente dalla data in cui cade.

A ciò si aggiunge il forte stress che, durante la prima fase dell’inverno, hanno subìto le colture autunno-vernine, manifestatosi con forti arrossamenti fogliari o con germogliamenti non omogenei negli appezzamenti. Provvidenziali, in tal caso, sono state le nevicate di fine gennaio ed inizio febbraio.

Le anomalie metereologiche cui stiamo assistendo altro non sono che la drammatica conseguenza dei cambiamenti climatici che si manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali, alternanza di siccità record e precipitazioni brevi ma intense che il terreno non riesce ad assorbire, generando allagamenti e frane.

 

PUGLIA, AGRUMI: CONTRO CRISI PROGETTO DI FILIERA COLDIRETTI/LOME SUPER FRUIT

Contro la crisi agrumicola parte il progetto pilota di filiera tra Coldiretti e la Lome Super Fruit, il brand di Masseria Fruttirossi di Castellaneta, per trasformare in succhi di frutta 100% di arance e clementine, anche IGP, dell’arco jonico.

“E’ un progetto di filiera che mira a salvaguardare la produzione agrumicola della provincia di Taranto e a dare respiro ad un mercato che nell’ultima campagna non è mai decollato. Da novembre abbiamo lanciato un grido d’allarme alla politica, rimasto inascoltato. Mentre sono ridotti ai minimi storici i prezzi degli agrumi tarantini che hanno difficoltà a trovare mercato, negli ultimi anni sono cresciuti gli approvvigionamenti diretti dell’Italia da Africa e Sud America e in soli 2 mesi il Marocco ha esportato in Italia 170mila tonnellate di clementine per non parlare delle triangolazioni che avvengono attraverso la Spagna, per far diventare il prodotto comunitario”, dice il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Coldiretti ha chiesto una stretta sui controlli degli agrumi importati dall’estero che invadono il mercato interno e avvio di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sai indicata chiaramente l’origine del prodotto, oltre ad accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione di 100.000 quintali di agrumi e stanziamento delle risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti.

“Per questa campagna si tratta di una area test – riferisce il patron di Masseria Fruttirossi, Michele De Lisi – che servirà appunto a testare il progetto di filiera e quando l’anno prossimo l’impianto entrerà a pieno regime saremo in grado di trasformare in succhi quantitativi decisamente consistenti di agrumi della nostra terra. Con la pastorizzazione a freddo riusciamo a mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli agrumi, soprattutto della Vitamina C, che è termolabile e con il processo di pastorizzazione a freddo non subisce alcuna alterazione. L’assenza dell’impiego di processi termici preserva la naturale freschezza del prodotto che anche a distanza di giorni ha le caratteristiche di una spremuta di agrumi appena fatta”.

Coldiretti Puglia ha chiesto, tra l’altro, un ordine del giorno del Consiglio regionale che impegni il Governo regionale ad adottare tutte le iniziative utili a sostenere il comparto agrumicolo.

“Abbiamo bisogno che venga scritto e adottato un Piano agrumicolo regionale – insiste il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo – che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”. Gli agricoltori dell’area jonica possono esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari – precisa Coldiretti Puglia – solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. “Le regole non valgono evidentemente – aggiunge Cavallo – per gli altri Paesi comunitari ed extracomunitari. Non dobbiamo trascurare i gravi danni a carico di agricoltori, cooperative e vivaisti che sono inermi di fronte agli attacchi della virosi, una volta che si trasmette perché vengono importate piante infette o prodotti con le foglie infette. Una volta colpite dalla malattia, le piante sono destinate a morire nell’arco di qualche anno. Uno degli aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e con buona probabilità l’agrumeto risulta ormai compromesso”.

Il dossier sulla crisi agrumicola già presentato a novembre alla Provincia di Taranto, con una lunga lettera è stato inviato a gennaio da Coldiretti Puglia ai presidenti del Consiglio regionale Loizzo e della Giunta Emiliano “perché sono troppe le insidie tra importazioni selvagge, crollo dei prezzi, rischi ambientali che le imprese agricole joniche stanno subendo quotidianamente – dice il dossier – un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno e favorire le esportazioni”.

Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito.

 

SICILIA, GIORNATA REGIONALE RINGRAZIAMENTO A GANGI, IL BORGO PIÙ BELLO D’ITALIA

Garantire il giusto prezzo ai produttori, verificare la provenienza del cibo, lavorare per la salvaguardia dell’ambiente. Questi alcuni temi trattati durante la giornata del Ringraziamento della Coldiretti che si è svolta domenica scorsa a Gangi.  Si tratta di una ricorrenza che l’organizzazione agricola celebra in tutte le Federazioni provinciali e che lega momenti di riflessione al culto religioso. 

Una vera e propria festa dell’agricoltura con un corteo storico che ha raggiunto la Chiesa Madre a piedi dall’inizio del Paese per la messa celebrata dal Vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante che ha poi benedetto le macchine agricole.

 

FERRARA, INIZIATE LE LEZIONI NELLE SCUOLE DEL PROGETTO EDUCAZIONE ALLA C.A.

Nell’ambito del progetto annuale rivolto alle classi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado dell’Emilia Romagna, Donne Impresa Coldiretti Ferrara ha fatto visita lo scorso mercoledì 13 febbraio alla Scuola dell’Infanzia Paritaria San Domenico Savio di Codigoro. Accolti con entusiasmo da parte del coordinatore didattico Luca Grassi la presidente donne Impresa Monia Dalla Libera e la segretaria Melissa Ghirardelli hanno intrattenuto un gruppo di bambini insegnandogli come si ottengono piante di basilico. A ogni bambino è stato fornito un bicchiere che è stato da loro riempito di terriccio e su cui hanno messo a dimora 3 semini di basilico passando poi a bagnare il tutto, sino a che non cresceranno e diventeranno grandi. Successivamente si è trattato dell’utilità di alcuni insetti, come le coccinelle, per difendere le piantine dai parassiti.

L’attenzione e partecipazione dei bambini è stata eccezionale e il coordinatore si è detto ben disposto a seguire il progetto che Donne Impresa organizzerà anche per il prossimo anno scolastico. Uguale entusiasmo per la lezione presso la scuola primaria di Argenta “Don Minzoni”, con la classe 3 A, che ha visto la presenza oltre a Monia Dalla Libera e Melissa Ghirardelli, anche del presidente di Sezione di Coldiretti Argenta, Rino Crovetti, con una lezione sulla biodiversità applicata ad una delle colture più tipiche del ferrarese: le pere. Dalla William, alla Kaiser, dalla Decana all’Abate, fino alla storica e oggi decaduta Passacrassana, di tutte le varietà sono state illustrate le caratteristiche e le proprietà organolettiche, passando infine al momento più gustoso e gradito dell’assaggio, che ha riscosso enorme apprezzamento da parte dei ragazzi.

Le lezioni continueranno in tutto il territorio provinciale nelle prossime settimane, in scuole di ogni ordine e grado, raggiungendo circa 1.500 ragazzi, dalle materne sino alle superiori, puntando a far conoscere il territorio, le produzioni e l’attività degli agricoltori dal campo alla tavola.

 

PIEMONTE, CONSENTIRE IL PASCOLO PER VELOCIZZARE RIPRISTINO BOSCHI INCENDIATI

Nelle aree arborate e colpite da incendi serve una deroga per consentire il pascolo: l’obiettivo è velocizzare il ripristino dell’aree interessate dai roghi. Coldiretti Piemonte ha chiesto alla Regione Piemonte un tavolo per discutere la proposta.

Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, informa: “Coldiretti Piemonte,  rivolgendosi all’assessore regionale del Piemonte all’Ambiente, programmazione territoriale e paesaggistica, Alberto Valmaggia, ha fatto presente come gli incendi boschivi che hanno interessato importanti aree del Piemonte nell’autunno 2017, stante l’intensità dell’evento, hanno generato ingenti danni in riferimento ai quali un’adeguata e equilibrata fase di ripristino riveste una significativa e strategica importanza. Questo, soprattutto, nelle aree in cui un’eventuale mancata gestione del territorio, potrebbe comportare un’involuzione dell’habitat e il conseguente mancato raggiungimento dell’obiettivo di conservazione individuato nell’ambito delle direttive comunitarie. In genere servono almeno 15 anni per ricostruire il bosco andato a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

Abbiamo chiesto alla Regione Piemonte l’apertura di un tavolo di confronto,  facendo riferimento «alla comunicazione ricevuta dagli amministratori del Comune di Mompantero e alla nota del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, inerente l’attività di “pascolo post incendi nei pascoli arborati dei Siti Natura 2000 ricadenti in aree definibili zone boscate”, con la quale si fa presente la possibilità per la Regione Piemonte di rilasciare un’eventuale deroga al divieto posto dall’articolo 10 della Legge 353 del 2000, la Legge-quadro in materia di incendi boschivi”.

“La richiesta di deroga – precisa Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino – connessa con la predisposizione di un Piano straordinario regionale di ripristino, fa riferimento alla possibilità di utilizzare come pascolo i siti Natura 2000.  I Comuni interessati potrebbero ricorrere a questa opportunità a partire dall’imminente stagione pascoliva 2019. La possibilità di pascolare i fondi arborati colpiti da incendi boschivi, è importante per la sostenibilità dell’attività aziendale delle imprese agricole del territorio di Monpantero”.

 

VICENZA, NUOVI SEGRETARI DI ZONA A MONTECCHIO MAGGIORE, NOVENTA V. E ZANÈ

Si cambia per crescere. È con questo spirito che Coldiretti opera nel territorio, per continuare a garantire ai propri associati una tutela sempre più rigorosa ed un pacchetto di servizi di qualità ed al passo con i tempi. Ed è proprio sulla base di questi principi che sono stati recentemente nominati i nuovi segretari di zona a Montecchio Maggiore, Noventa Vicentina e Zanè.

“Siamo un’Organizzazione dinamica, nata nel territorio, per il territorio ed al suo servizio. Certo, perché la terra, il radicamento ai valori ed ai principi che hanno fatto grande Coldiretti ci contraddistinguono. Non dobbiamo mai dimenticare, però – spiega il direttore di Coldiretti Vicenza, Roberto Palù – che siamo al servizio dei nostri associati, del mondo agricolo vicentino, esigente e sempre più puntuale nelle richieste”.

L’agricoltore e l’allevatore di oggi non sono quelli di sessant’anni fa. E Coldiretti è un’Associazione che coglie le opportunità offerte dall’innovazione per rimetterle a disposizione dei soci e dei cittadini consumatori.

“L’evoluzione è sempre più veloce, l’agricoltura sempre più smart. È con questo spirito che operano i nostri segretari di zona, importanti attori dell’azione sindacale di Coldiretti nel territorio. Il loro ruolo è determinante per la comprensione dei soci – aggiunge Palù – dando loro nuovi spunti e servizi avanzati, affinché siano più performanti nel difficile mercato odierno. Non ultimo il segretario di zona deve saper trasmettere quel senso di appartenenza e di valore d’uso che fa di Coldiretti la prima organizzazione agroalimentare d’Europa”.

Con questo spirito Coldiretti ha disposto delle modifiche all’assetto dei segretari di zona: Roberto Garbin, precedentemente in servizio a Noventa Vicentina, è stato nominato segretario di zona a Zanè. A Noventa Vicentina, invece, è stato nominato Giampaolo Cuman, al primo incarico quale segretario di zona. E dal 1 giugno, con il pensionamento di Maria Schiavo, è stata nominata Paola Montariello a Montecchio Maggiore, al suo primo incarico di segretario di zona.

“I cambiamenti previsti nel territorio – conclude Palù – sono un segnale chiaro di come Coldiretti voglia persone dinamiche, capaci di misurarsi nel territorio e di relazionarsi con i soci, la nostra prima risorsa”.

 

VARESE, I MELOGRANI IN OSPEDALE PER I BAMBINI CON “IL PONTE DEL SORRISO”

Una lezione speciale in un’occasione speciale. E’ quella che i bambini dell’ospedale Del Ponte di Varese hanno potuto vivere ieri mattina in occasione della Giornata mondiale contro il cancro infantile. Insieme alla Fondazione “Il Ponte del Sorriso Onlus” e grazie alla professionalità del dottor Fabrizio Ballerio di Varese la Coldiretti provinciale ha dato il suo contributo a un’iniziativa importante, che ha visto protagonisti proprio i più piccoli.

All’interno del reparto, infatti, sono state portate le piante di melograno che Ballerio ha donato e potato sul posto, illustrando segreti e proprietà di questo albero da frutto ai più piccoli. Floricoltura Bellavista di Cesare Tamborini ha invece donato il terriccio e i vasi.

Una lezione dal vivo, che si è conclusa con il momento più bello della giornata: la decorazione dei rami, da parte dei bimbi, con le loro creazioni realizzate in carta e colorate, raffiguranti i fiori e i frutti.

“Un’iniziativa che ci ha permesso di essere vicini ai piccoli, ancora una volta” commenta il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori, ricordando che “quella con la Fondazione è una collaborazione duratura e che ci onoriamo di continuare nel tempo, e con orgoglio”.

Lo scorso novembre, presso la Casa del Sorriso era stata donata la panchina artistica in legno realizzata dai boscaioli di Varese nel corso della prima edizione de “Il Bosco in Città”, la manifestazione che in ottobre ha richiamato oltre 15.000 persone nella centralissima Piazza della Repubblica: un’iniziativa “che ci auguriamo di ripetere anche quest’anno sempre con lo spirito solidale e la volontà di fare qualcosa di utile alla Fondazione”.   

 

LUCCA, VIAREGGIO: PIOGGIA DI FIORI TRICOLORE “LOCAL” SUI CORSI MASCHERATI

Pioggia di fiori tricolore sul Carnevale di Viareggio. Si rinnova la collaborazione tra Coldiretti e la Fondazione Carnevale di Viareggio che offrirà a tutti gli ospiti dei corsi mascherati bouquet realizzati esclusivamente con fiori “allevati” dalle aziende florovivaistiche della Versilia come ranuncoli e tulipani. Centinaia gli esemplari che adorneranno tutti i momenti pubblici del Carnevale. Il Carnevale di Viareggio non mette al bando solo la plastica lungo i vialoni di Viareggio ma anche i fiori stranieri rilanciano l’importanza di sostenere e promuovere uno dei settori di eccellenza dell’economia di Viareggio e della Versilia che, nonostante la concorrenza sleale e costi di produzione determinati da quelli per l’energia, conta 400 aziende e 9mila addetti tra diretti ed indiretti.

I fiori Made in Versilia adorneranno tutti i momenti pubblici del Carnevale proiettando al pubblico ed anche attraverso l’immagine di una città e di un comprensorio agricolo riconosciuto a livello internazionale che punta si qualità ed identità. “I fiori italiani – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – sono senza dubbio i più profumati, non solo perché non devono affrontare lunghi viaggi come invece avviene per quelli stranieri che arrivano meno freschi alla meta, ma anche perché molti produttori sono impegnati a selezionare varietà che regalano profumi più intensi e caratteristici. Per fortuna, nella nostra meravigliosa terra, questi profumi sono a portata di mano.

La stessa attenzione che noi applichiamo all’acquisto del cibo, leggendo le etichette di provenienza per cui ci battiamo ogni giorno, dobbiamo metterla anche nei confronti dell’acquisto di fiori e piante. “Riteniamo importante che anche nel settore florovivaistico il prodotto italiano – conclude Elmi – possa essere riconosciuto e scelto da consumatori ed addetti ai lavori, in coerenza con il processo di trasparenza ormai da anni in corso nel settore agroalimentare”.    

 

MANTOVA, CUPLA: I RAPPORTI UMANI FAVORISCONO UN INVECCHIAMENTO PIÙ LENTO

“I mantovani sono i più longevi della Lombardia e l’Italia è la seconda nazione più longeva al mondo dopo il Giappone”. Lo ha detto il dottor Renato Bottura, medico geriatra e direttore scientifico degli Istituti geriatrici Mazzali di Mantova, intervenendo questa mattina al convegno “La popolazione lombarda invecchia, problemi sanitari e strutturali”, moderato da Vittorio Valente, coordinatore provinciale del Cupla – organizzatore dell’evento – e presidente della Federazione Pensionati di Coldiretti Mantova.

Si vive di più: le donne mediamente fino a 85 anni e gli uomini tra 80 e 81 anni, parlando di dati nazionali. Una buona notizia dunque per i mantovani, che vivono più a lungo nel confronto a livello regionale. Il record, naturalmente, “è pur sempre migliorabile e, ci piace pensare, sia collegato allo stile di vita più sano della provincia e di chi vive in campagna, con maggiori contatti con l’ambiente e la ruralità”, ha ricordato Valente.

L’invecchiamento, infatti, è l’incontro tra lo stile di vita e il patrimonio genetico, tanto che già in gestazione è lo stile di vita della futura mamma che influisce su come invecchiamo. Oggi l’invecchiamento inizia verso i 75 anni. “La parola chiave è prevenzione – ha sostenuto Bottura – ma anche relazione, perché sono i rapporti umani, interpersonali, attraverso il confronto con persone più giovani a contribuire a un invecchiamento più lento, insieme alla concomitanza di altri fattori biologici e sociali. È ormai chiaro a tutti che la solitudine, le patologie e le condizioni economiche influiscono sull’invecchiamento”.

Qualche suggerimento? Socializzare, danzare, imparare una lingua e uno strumento musicale.

Ma anche “farsi vaccinare, previa consultazione del medico di base, che con la riforma della legge regionale e la normativa 23 del 2015 relativa alla presa in carico del paziente lo agevola in un percorso assistenziale più ampio”, ha ricordato Cecilia Donzelli, direttore dell’Uoc Cure primarie e continuità assistenziale Ats Val Padana.

Sono intervenuti, tra gli altri, anche Linda Pellizzoni dell’associazione 50&Più, Gianni Soffiati segretario Cna Pensionati di Mantova, Antonio Mecca segretario regionale di Cna Pensionati e Bruno Marchini dell’Ama-Pensionati di Confartigianato.

 

PUGLIA, LAVORO: MERCATO FALSATO DA PREZZI IN CAMPAGNA TROPPO BASSI

“Se nei passaggi della filiera venissero riconosciuti prezzi adeguati ai prodotti agricoli in campagna, le imprese agricole sarebbero disposte a pagare gli operai anche oltre quanto definito dal contratto provinciale del lavoro, perché c’è la profonda consapevolezza che vada garantita con ogni mezzo dignità del lavoro sia alle imprese agricole che ai lavoratori”, non ha usato mezzi termini Romano Magrini, Responsabile nazionale di Coldiretti Nazionale relazioni sindacali, lavoro, immigrazione e sicurezza, intervenendo ai due incontri con i Parlamentari e con le forze politiche a Foggia e Bari sul delicato tema della semplificazione del mercato del lavoro, a cui hanno partecipato gli Onorevoli L’Abbate (M5S), Pagano (PD), la Senatrice Naturale (M5S), il segretario provinciale di Forza Italia di Foggia Di Mauro, il segretario provinciale PD di Foggia Azzarone e l’ex Onorevole Mongiello.

“Esiste una evidente ‘distorsione’ nei costi di produzione. Ad esempio, nel prezzo di una passata comprata al supermercato – ha aggiunto Magrini – si paga di più la bottiglia che non il pomodoro che contiene. In una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%) secondo la Coldiretti è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità. Ciò vale per tutte le produzioni agricole, anche per quelle non trasformate, come gli ortaggi e la frutta”.

Da qui la richiesta di Coldiretti ai Parlamentari e alla politica per “il necessario pit stop della legge anti caporalato in tempi brevi e certi, uno strumento utile che non va stravolto – ha precisato Magrini – piuttosto va migliorato ciò che non ha funzionato e devono essere previste azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro in agricoltura, creando le condizioni di una tangibile e concreta semplificazione, ad iniziare dalle visite mediche preventive, e pulendo le sacche di grigio, a partire dal trasporto dei lavoratori nei campi che rappresenta un aspetto fondamentale del business dei caporali, facendo controlli mirati, in particolare nei confronti delle cooperative senza terra che svolgono solo ed esclusivamente servizi agricoli”.

“Ciò passa anche dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse inutilizzate del Mezzogiorno. Coldiretti lo sta facendo, presentando progetti di sviluppo insieme ai principali gruppi industriali e bancari d’Italia, progetti che realizzano nuovi e moderni strumenti di gestione delle relazioni contrattuali lungo le filiere – ha concluso Magrini – che vogliono rappresentare un modello di coimprenditorialità, sostenibilità economica, ambientale e dello sviluppo dell’occupazione, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore”.

“Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera – ha denunciato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – favorito anche da pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione”.

Chiaro il riferimento del presidente Muraglia anche alle responsabilità della politica regionale per il necessario supporto “al processo di crescita degli occupati dipendenti regolari che deve essere sostenuto dallo snellimento delle procedure amministrative e dalla semplificazione attraverso i SuperCAA, dallo sblocco del PSR che consenta ai 5000 giovani che hanno presentato domanda di insediarsi di poter realizzare i propri sogni e a tutte le aziende agricole, che attendono da anni di poter investire, di ampliare le proprie aziende e dare impulso all’innovazione e all’occupazione in agricoltura”.

 

RAGUSA, A SCICLI LA GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

Produttori di cibo e custodi della terra.  Un ruolo determinante per tutti che deve avere il giusto riconoscimento. Questo uno dei temi dell’intervento di Francesco Ferreri, presidente Regionale della Coldiretti nonché della Federazione di Ragusa durante la Giornata del ringraziamento che si è svolta domenica a Scicli nella chiesa di San Bartolomeo. Un momento di riflessione per analizzare lo stato dell’agricoltura in cui il giusto prezzo per l’agricoltore e la tracciabilità dei prodotti assumono un’importanza strategica. Durante la messa, il Vescovo di Noto, S.E. Antonio Staglianò, ha spaziato tra i temi di attualità. “Da quando l’uomo ha iniziato ad abusare della terra – ha detto – l’essere umano ha capito che poteva esercitare potere anche sugli uomini. Ed è da allora che si è creato un legame con il denaro che è lontano dalla grazia di Dio, perché la violenza non è amore e dove non c’è amore non c’è Dio e quindi neanche l’Uomo. Perché se l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, che è Amore, quando usa la violenza, quando sfrutta, quando esercita il potere e usa la ricchezza per soggiogare, allora non è più creatura del Signore”.

I passaggi dell’omelia sono stati sottolineati anche dal direttore Calogero Fasulo. Sempre il Vescovo ha benedetto le macchine agricole e ha addirittura guidato ha guidato un trattore.

 

Appuntamenti

 

PUGLIA: COLDIRETTI INCONTRA I PARLAMENTARI SUL MERCATO DEL LAVORO

Oggi

Sono tante le azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro in agricoltura, creando le condizioni di una tangibile e concreta semplificazione, secondo Coldiretti Puglia, che intende avviare un dibattito serrato con i Parlamentari pugliesi sul delicato tema “Il coraggio che c’è: la via maestra per la semplificazione del mercato del lavoro”.

Oggi, 18 febbraio 2019, alle ore 11,00, presso la sede sociale di Coldiretti Foggia, in Viale Sant’Alfonso Maria De’ Liguori 125, primo incontro tra le aziende e i Parlamentari, replicato nella stessa giornata, alle ore 15,00, a Bari, presso la Coldiretti Puglia. Ad entrambi gli incontri territoriali parteciperà Romano Magrini, Responsabile Nazionale relazioni sindacali, lavoro, immigrazione e sicurezza di Coldiretti.

 

COMO-LECCO: LE IMPRESE “IN CATTEDRA” E SPIEGANO L’AGRICOLTURA AI PICCOLI

Giovedì 21 febbraio

10 scuole coinvolte, 8 imprese agricole che “saliranno in cattedra” con un percorso formativo senza precedenti sul territorio, che coinvolgerà tutti i plessi scolastici della città di Lecco e oltre 900 piccoli allievi di 49 classi che potranno toccare con mano e scoprire dal vivo i segreti, la qualità e il valore aggiunto dell’agricoltura territoriale, attraverso tre laboratori tematici: “dal latte al formaggio”, “dalla frutta alla confettura” e “orto scolastico”. Il progetto si chiama “Mangio sano e mi diverto” e vede come realtà promotrici la Coldiretti interprovinciale lariana e Dussmann, in sinergia con Coldiretti Donne Impresa e Coldiretti Giovani Impresa.

“Un progetto importante, perchè ci rivolgiamo ai consumatori e ai cittadini di domani” sottolineano Francesca Biffi e Chiara Canclini, rispettivamente responsabile di Coldiretti Donne Impresa e delegato di Coldiretti Giovani Impresa. “Riteniamo importantissimo dialogare con i bambini: innanzitutto perché in molti casi, questi incontri rappresentano per molti loro il primo approccio con il mondo dell’agricoltura e con chi lavora la terra. E, contemporaneamente, si tratta di contenuti con una profonda valenza didattica e multidisciplinare, che spaziano dall’ambito della scienza a quello della storia e della cultura generale. Per loro è un’occasione molto preziosa per scoprire il valore dell’alimentazione e dell’agricoltura e per approfondirne le dinamiche”

Si parte giovedì prossimo, 21 febbraio all’istituto Fratelli Torri Tarelli (Lecco) con i laboratorio sul latte, poi frutta e infine, e nel rispetto della stagionalità, orto scolastico. Sono previsti incontri/lezione in classe. Giovedì sarà protagonista proprio l’azienda di Francesca Biffi (Galbiate): nell’ambito della mattinata verrà proposta una piccola presentazione sull’importanza del latte nell’alimentazione di un bambino. Insieme alla titolare dell’azienda agricola, i bambini potranno preparare il “primo sale” e, al termine del laboratorio verrà rilasciato un omaggio composto da un cappellino e uno yogurt prodotto dall’azienda stessa.

Il secondo laboratorio, che partirà a inizio marzo, prevede una piccola presentazione sull’importanza della frutta nell’alimentazione di un bambino; a seguire, insieme alla titolare dell’azienda agricola, i bambini potranno preparare “la confettura di mele”. Quattro, in questo caso, le aziende coinvolte: sarà presente Silvia Muffatti dell’azienda Muffatti Lino (Cantù), Cà Dulza di Pizzamiglio Barbara (Canzo), Botton d’oro di Canclini Chiara (Stazzona), Maggiociondolo di Villa Fabio (Casatenovo). Al termine del laboratorio, i piccoli partecipanti riceveranno in omaggio anche una confettura di mele.

Il terzo laboratorio (orto scolastico) partirà nel corso del mese di aprile coinvolgerà le aziende Res Naturae di Mazzucotelli Giovanni (Introbio), Floricoltura Lampugnani Walter (Orsenigo), Balù di Lo Basso Sonia (Mozzate). I bambini realizzerano un autentico orto nelle loro scuole, inoltre ai bimbi verrà consegnata una bustina con i semi che potranno piantare a casa.

Come detto, sono dieci le scuole coinvolte: a Lecco, gli istituti “Fratelli Torri Tarelli”, “Toti”, “Santo Stefano” e “De Amicis” (plesso 1), “Carducci” e “Filzi” (plesso 2); inoltre, per il plesso 3, le scuole di Acquate, Belledo, Germanedo e Malnago.      

“Andiamo nelle scuole per avvicinare i ragazzi a un mondo affascinante, e per dar loro gli strumenti utili ad essere, in un futuro non troppo lontano, consumatori consapevoli” conclude il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. “Questi incontri rappresentano importante per familiarizzare con la natura che circonda le nostre città; significa comprendere il lavoro dell’imprenditore agricolo, “custode” delle ricchezze ambientali e culturali del territorio e della produzione di alimenti di qualità. Le nostre imprese si mettono a disposizione per trasferire, con piglio didattico, la loro la conoscenza e le esperienze del mondo contadino e delle sue attività: la coltivazione della terra, l’allevamento degli animali, ma anche l’origine degli alimenti, i loro sapori, la loro stagionalità”.

 

UMBRIA: NUOVO REGOLAMENTO AGRITURISMI, AL VIA GLI INCONTRI SUL TERRITORIO

Tutela dei veri imprenditori che fanno dell’agriturismo un’attività realmente connessa a quella agricola principale, valorizzazione della multifunzionalità delle aziende e territorialità dei prodotti. Sono alcuni dei principi più importanti che, secondo Terranostra Umbria, l’associazione per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio della Coldiretti, il nuovo Regolamento di attuazione della disciplina regionale in materia di agriturismo, permette di perseguire.

Proprio per illustrare le recenti novità del settore, frutto anche di una sostanziale attività partecipata di Terranostra – spiega la presidente regionale Elena Tortoioli – partiranno domani alle ore 16 da Perugia, nella sede Coldiretti di Via Settevalli 131/f, con la presenza del Presidente nazionale di Terranostra Diego Scaramuzza, una serie di incontri con gli operatori.

Tra gli aspetti disciplinati dal nuovo Regolamento – ricorda Terranostra – che consentirà, tra l’altro, alle imprese agricole che già esercitano attività agrituristiche di adeguarsi alla nuova disciplina entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore: le modalità operative e la disciplina amministrativa per l’esercizio delle attività agrituristiche; le nuove tabelle per la valutazione del tempo lavoro; le modalità per la verifica dei limiti relativi ai prodotti agroalimentari somministrati e per l’indicazione dell’origine degli stessi, nonché per la verifica della connessione; i requisiti igienico-sanitari degli immobili e delle attrezzature da utilizzare per le attività agrituristiche; procedura di vigilanza e controllo.

In Umbria – sottolinea Tortoioli – l’agriturismo, oltre a rappresentare un’attività che permette all’impresa agricola multifunzionale di acquisire un importante valore aggiunto, è in grado di offrire ai turisti un luogo ideale per le vacanze, configurandosi, tra l’altro, come un ottimo veicolo per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari del territorio. Un importante “segmento” che merita grande attenzione, visto che si presenta sempre più come una vetrina del territorio, capace di creare sviluppo economico coinvolgendo gli altri settori.

I prossimi incontri organizzati da Terranostra, si svolgeranno il 21 febbraio alle ore 16 a Terni, presso la sede Coldiretti in Via Bramante e il 25 febbraio alle ore 16 a Gubbio, presso l’hotel B. Ubaldi in Via Perugina. Altre tappe, Città di Castello il 28 febbraio alle ore 16 presso il Comune in Piazza Gabriotti e Norcia il 5 marzo alle 15, sala riunioni del Gruppo Grifo Agroalimentare in Loc. Opaco.

L’agriturismo conta in Umbria secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat (2017), 1373 strutture, con 414 dedite alla ristorazione, 237 alla degustazione e 1175 ad altre attività. Tra le province, continua a guidare Perugia con 1.156 agriturismi, seguita da Terni con 217. Un agriturismo su sei (229) si trova in montagna, mentre il 46 per cento è gestito da donne. I posti letto sono 23.498, mentre quelli a tavola sono 13.516.

 

PADOVA: PROSEGUONO LE ASSEMBLEE FORMATIVE PER GLI IMPRENDITORI AGRICOLI

Da martedì 19 a martedì 26 febbraio

Proseguono gli appuntamenti sul territorio per affrontare con gli imprenditori agricoli i principali aspetti che riguardano il settore primario, dalla fatturazione elettronica alla Pac dopo il 2021,dalle opportunità offerte dall’apertura dei nuovi bandi del Piano di Sviluppo Rurale alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio, dall’introduzione della “Quota 100”per le pensioni alle opportunità della vendita diretta, oltre alla ricetta elettronica veterinaria, alle prospettive per la crescita, agli indennizzi per le malattie professionali in agricoltura, alla sicurezza in azienda e agli strumenti di difesa del reddito e delle produzioni agricole. Per approfondire questi e molti altri aspetti Coldiretti Padova ha messo a punto un articolato calendario di appuntamenti distribuiti su tutto il territorio. In questa prima sessione gli incontri saranno tenuti dagli esperti di Coldiretti Impresa Verde Padova nei diversi settori, con una particolare attenzione alle specificità e alle problematiche dei diversi territori.

Al prossimo appuntamento di questo nuovo percorso formativo di Coldiretti, martedì 19 febbraio a San Giorgio in Bosco, sala consiliare del Municipio, dalle 14.30, sono invitati tutti i soci del territorio del Cittadellese. In primo piano le principali novità sulla vendita diretta e la fatturazione elettronica, insieme ad approfondimenti sui mercati di Campagna Amica come opportunità di crescita per le aziende e sulle normative che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro. Il direttore Giovanni Roncalli si soffermerà sulle azioni della “nuova Coldiretti” per dare futuro alle imprese mentre il presidente Massimo Bressan chiuderà la giornata sottolineando la necessità di mettersi in ascolto del territorio e condividere le priorità per le imprese. I prossimi incontri sono in programma il 20 febbraio a Due Carrare, il 21 a Ospedaletto Euganeo, il 25 a Piove di Sacco e il 26 a Piazzola sul Brenta.

“Al di là degli aspetti di carattere generale – afferma il direttore di Coldiretti Padova Giovanni Roncalli – ci addenteremo anche su argomenti specifici in base alle peculiarità territoriali e alle novità che maggiormente riguardano il tessuto produttivo della nostra provincia. C’è la necessità di approfondire al più presto gli sviluppi della Politica Agricola Comunitaria dopo il 2021 e anche i riflessi pratici dell’introduzione della fatturazione elettronica. Affronteremo anche temi riguardanti la gestione del territorio e la sicurezza idraulica soffermandoci sull’attività svolta dal Condifesa Padova, che si occupa della tutela a 360 gradi di produzioni e attività agricole da avversità e mutamenti climatici. Non mancherà poi l’informazione su settori emergenti per il settore primario nella nostra provincia. Questo primo “giro” di incontri sul territorio sarà anche l’occasione per fare il punto sui principali sevizi offerti da Coldiretti Impresa Verde nelle sue articolazioni territoriali e nei diversi ambiti di intervento. Fra le novità i servizi on line offerti dal nostro “Portale del Socio Coldiretti” che permette di accedere a diverse funzionalità direttamente dal proprio computer e in stretto contatto con i nostri Uffici. Non mancherà poi lo spazio per le domande e le osservazioni che gli imprenditori potranno rivolgere direttamente ai responsabili dei vari servizi e settori di Coldiretti Padova presenti agli incontri”.

 

MILANO: AGRICOLTORI CUSTODI DELLA TERRA: INCONTRO CON L’ARCIVESCOVO DELPINI

Venerdì 22 febbraio

Coltivare e custodire la terra: la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza incontra l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini che interverrà con una riflessione concernente “La spiritualità dell’agricoltore”. L’appuntamento è per venerdì 22 febbraio alle ore 10 presso la Società Umanitaria, in via San Barnaba 48 nel capoluogo lombardo. Al centro il ruolo degli agricoltori come custodi del territorio e della biodiversità, ma anche come promotori di progetti educativi e di utilità sociale.

Tra gli ospiti della giornata anche Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti, e suor Vera D’Agostino, fondatrice della Comunità delle Figlie dell’Amore di Gesù e Maria che, oltre a operare in ambito sociale, gestisce un’azienda agricola in provincia di Chieti. Previsti inoltre gli interventi di: Alessandro Rota, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza; Rachele Cipolla, Responsabile interprovinciale di Donne Impresa Coldiretti; Pierluigi Nava, Presidente dei Senior Coldiretti; Davide Nava, delegato di Coldiretti Giovani Impresa Milano, Lodi, Monza Brianza; don Walter Magnoni, consigliere ecclesiastico della Coldiretti interprovinciale.