COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News la Forza del Territorio del 17 gennaio 2020

20 Gennaio 2020
News la Forza del Territorio del 17 gennaio 2020

Primo piano

LOMBARDI

S.ANTONIO: PIÙ DI 38 MILIONI GLI ANIMALI DELLA FATTORIA LOMBARDA

E’ quanto afferma la Coldiretti regionale in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali

 

Sono più di 38 milioni gli animali della fattoria lombarda. E’ quanto afferma la Coldiretti regionale in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, che si celebra ogni anno il 17 gennaio. Una tradizione popolare – spiega Coldiretti – che vede anche in Lombardia parrocchie di campagna e città prese d’assalto per la benedizione della variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio, mentre a Roma Coldiretti e AIA (Associazione Italiana Allevatori) hanno portato in piazza San Pietro le razze più rare e curiose di mucche, asini, pecore, capre, galline e conigli salvate dal rischio di estinzione.

In Lombardia – calcola la Coldiretti regionale sulla base dell’Anagrafe zootecnica e su dati regionali – si contano un milione e mezzo di mucche, 4 milioni e 330 mila maiali, circa 30 milioni tra polli, galline, tacchini, faraone e oche, mentre le pecore e le capre sono più di 200 mila, con i cavalli, gli asini e i muli che in regione superano i 55 mila esemplari. Ci sono poi – precisa la Coldiretti Lombardia su dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione – più di un milione e 630 mila cani, oltre a 190 mila gatti e circa 700 furetti. A questi bisogna aggiungere i pesci, gli uccelli, i criceti e gli altri animali da compagnia che vivono nelle case. 

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea la Coldiretti – rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e compattamento dei suoli svolto dagli animali.

In Lombardia – chiarisce la Coldiretti regionale – sono minacciate di estinzione 14 razze: 6 di bovini, 3 di ovini e 5 di caprini. Un patrimonio composto da veri e propri tesori della natura e della storia come la Varzese, unica razza bovina autoctona della Lombardia diffusasi probabilmente dopo l’arrivo dei Longobardi, e la capra Verzaschese dal caratteristico mantello nero. Tra i bovini a rischio ci sono poi la Cabannina, dalla particolare riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana, la Rendena razza longeva per eccellenza, la Bruna Linea Carne discendente da animali diffusi in Svizzera, Austria e Baviera, e la Grigio Alpina che può arrivare a pesare fino 650 chili. 

A queste – continua la Coldiretti Lombardia – si aggiungono le pecore: da quella di Corteno diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, alla Ciuta che per un periodo si è creduta estinta, fino alla pecora Brianzola. Tra le capre a rischio scomparsa in Lombardia ci sono la Orobica dalle corna imponenti, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria, la Bionda dell’Adamello e la capra di Livo presente ancora in provincia di Como.

In generale – conclude la Coldiretti – in tutta Italia l’allevamento è un comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale con circa 800 mila persone al lavoro.

 

Dal territorio

 

ABRUZZO, OSCAR GREEN: TRA I VINCITORI NAZIONALI ANCHE UNA AZIENDA ABRUZZESE  

C’è anche un giovane aquilano tra i vincitori nazionali dell’Oscar Green 2019, il concorso nazionale di Coldiretti Giovani Impresa che premia l’innovazione in agricoltura. I nomi dei 6 vincitori (uno per categoria) sono stati svelati questa mattina a Roma, a Palazzo Rospigliosi, in una affollatissima cerimonia con il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati, oltre ai dirigenti abruzzesi con il direttore regionale Giulio Federici.

Così, tra le storie di innovazione arrivate sul podio è stata premiata anche la bella idea di Gianluca Nappo, 30 anni, dell’Aquila, che ha ricevuto il riconoscimento nella categoria Fare Rete per un’idea realizzata con la collaborazione di alcuni produttori aquilani di zafferano. Con un obiettivo: riscattare, nel suo piccolo, la regione del terremoto riscoprendo “la terra” e le sue eccellenze. Si tratta di accessori quali scarpe, borse, foulard ma anche cravatte e papillon che Nappo tinge con lo zafferano e con il Montepulciano d’Abruzzo provenienti dalle campagne aquilane di San Pio delle Camere.

Il giovane, che ha inaugurato la sua attività 4 anni fa puntando sulla vendita on-line, è il simbolo del giovane imprenditore con lo sguardo rivolto ai bisogni sempre più crescenti di novità in linea con la sostenibilità ambientale che caratterizza la società che cambia. “La terra toglie, e gli abruzzesi lo sanno bene – ha detto Nappo ricordando il terremoto e dedicando la vittoria a tutti coloro che l’hanno vissuto – ma la terrà dà anche se ci rimbocchiamo le maniche e non perdiamo speranza nel futuro”. Da qui l’interessante incontro con l’agricoltura, per offrire un prodotto che richiama il senso profondo dell’appartenenza al territorio unendo tradizione e innovazione. Così mentre per tingere il tessuto il giovane utilizza la “polvere dorata” dello zafferano e il rinomato Montepulciano d’Abruzzo, per fissare i colori si affida ad un pretrattamento ottenuto da scarti della fermentazione vinicola.

“Un esempio di innovazione di prodotto con risvolti importanti sulla promozione e la conoscenza delle eccellenze territoriali – dice Giuseppe Scorrano, Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Abruzzo – un progetto che arriva da un giovane e che mostra chiaramente le innumerevoli possibilità collegate ad un settore, quello agricolo, che oggi non è limitato alla semplice coltivazione del fondo e può dare risultati importanti e duraturi anche in sinergia con altre realtà produttive”. Nel corso della presentazione dei finalisti dell’Oscar sono stati allestiti spazi per consentire di toccare con mano l’estro, i prodotti e le straordinarie storie di innovazione di cui sono protagonisti giovani creativi dei campi e che sono destinati a cambiare la vita quotidiana della gente.

 

LIGURIA, OSCARGREEN: CONQUISTA NAZIONALE CON COCCOLE CONTADINE PER MAMME 

Presentate le migliori novità a livello nazionale dei giovani agricoltori, che nonostante le barriere di accesso, non rinunciano ad investire e sperimentare per il bene del proprio territorio.

Profuma di lavanda il progetto arrivato tra i finalisti nazionali direttamente dalla Val di Vara (SP) e dedicato al benessere delle donne in gravidanza, presentato oggi a Roma, alla finale Oscar Green di Coldiretti, da Andrea Calabria dei Prati di Venere che, insieme alle altre straordinarie innovazioni nate dall’ingegno dei giovani italiani, scelti dopo una lunga selezione territoriale tra migliaia giovani imprenditori di tutta Italia, hanno mostrato il meglio della nostra agricoltura.

È quanto annuncia Coldiretti Liguria, in occasione della premiazione OscarGreen di Coldiretti, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal. La presenza ligure tra i grandi finalisti nazionali testimonia come, anche in Liguria, i giovani che hanno scelto di investire sul territorio e le sue potenzialità sono sempre di più, e con idee innovative legate, non di rado, alla multifunzionalità aziendale. La rinnovata attrattività della campagna per i giovani si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo.

“La presenza di sempre più giovani in agricoltura – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –     ha rivoluzionato il lavoro della terra, dove sette imprese under 35 su dieci, a livello nazionale, operano in attività tra le quali si contano appunto l’agribenessere e la cura del paesaggio, come emerge dal progetto presentato dal nostro giovane che ha scelto di portare avanti una coltura non comune per l’entroterra spezzino. Oggi a risaltare insieme ad Andrea sono le grandi potenzialità del nostro territorio, che vengono scovate dai giovani che continuano a scegliere l’agricoltura come proprio lavoro, e che hanno fatto arrivare a quasi mille le imprese attive under 35 nel 2019. Al giorno d’oggi però fare impresa per un giovane non è un’ “impresa” facile, a causa soprattutto delle barriere d’entrata con cui si devono fare i conti, da quelle finanziarie a quelle burocratiche fino a quelle tecnologiche ed occorre, quindi, sostenere il sogno imprenditoriale di queste nuove generazioni che vogliono investire il proprio futuro nelle campagne, senza abbandonare la loro terra e cultura”.

Coccole Contadine Per Future Mamme

Liguria – Andrea Calabria

Benvenuti nel fantastico mondo della lavanda. Attorno a questa pianta meravigliosa si sprigionano aromi, idee, coccole e attenzioni tutte rivolte alle donne in attesa. Ci si prende cura di loro in uno dei momenti più impegnativi e coinvolgenti della vita. Trasformando la naturale tensione corporea in fantastici momenti di distensione e relax. Sono le magie di madre natura, ma anche le dolci mani e premure di Andrea che ha trasformato l’impresa agricola in un vero centro di benessere naturale. Siamo nell’alta Val di Vara, il Liguria. Grazie a quello che avviene qui, con l’ausilio dei diffusori dell’olio essenziale di lavanda, si partecipa a progetti di aromaterapia nei reparti di pediatria degli ospedali. Mentre in azienda ci si vuole prendere cura della donna già dai primi mesi della gravidanza. Percorsi sensoriali quindi: Il tatto, la vista, l’olfatto. I piedi nudi che rimandano a una dimensione infantile e naturale. Il legno, i sassi, l’acqua fredda e calda che, alternata, favorisce la circolazione. E poi un mondo di coccole e di massaggi per le future mamme.

 

SCUOLA, ALLA CARELLA IL VIA AL PROGETTO SULLA CORRETTA ALIMENTAZIONE 

Formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno. E’ l’obiettivo del progetto di Educazione alla Campagna Amica di Coldiretti, ripartito nelle scuole piacentine per il 19esimo anno. La prima lezione si è svolta alla scuola d’infanzia Carella, in collaborazione con l’apicoltore Renato Sampaolo ed è stata dedicata al ruolo delle api e alla produzione di miele.

Si tratta di un percorso multidisciplinare di educazione alimentare e ambientale, di avvicinamento al mondo agricolo con il fine di educare gli studenti, futuri cittadini e consumatori, a corretti stili di vita per il loro stesso benessere e per quello dell’ambiente. “Alimentarsi bene fa bene. Il cibo giusto per te e per l’ambiente” è il tema dell’edizione 2019-2020, in collaborazione con Donne Impresa e Coldidattica Emilia Romagna.

Destinatari saranno gli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado di tutta la regione dove coinvolgerà oltre 10.000 alunni, di cui 3mila piacentini.

“Vogliamo continuare a sensibilizzare ed educare gli studenti – afferma il direttore di Coldiretti Piacenza Claudio Bressanutti – su temi fondamentali per la loro salute e per quella del pianeta. E’ importante che le nuove generazioni conoscano il legame tra il campo e la tavola e il rispetto della stagionalità dei prodotti così come il valore della biodiversità e della sostenibilità, tutti argomenti di stretta attualità”.

A ciascuna classe partecipante e quindi destinataria delle lezioni si richiederà di realizzare una ricerca approfondita sul tema proposto con il fine di realizzare un dipinto, una scultura, creazioni tessili o in carta pesta, video, tesine o progetti multimediali che rappresenti la sintesi delle riflessioni sul tema svolte durante l’anno, con gli elaborati che saranno esposti e premiati in occasione degli eventi di fine anno scolastico.  “Il progetto – afferma quindi il responsabile di Campagna Amica Piacenza Valerio Galli – oltra a diffondere un’adeguata conoscenza della stagionalità dei prodotti agricoli e della provenienza degli alimenti e favorire la conoscenza e la scelta di sani stili alimentari, mira – grazie anche a partner quali il Consorzio di Bonifica – a sensibilizzare i ragazzi su temi come il valore dell’acqua, il ruolo dell’agricoltura come custode del territorio e la necessità di evitare ogni forma di spreco alimentare. Tutte finalità ribadite anche in occasione del grande Villaggio Coldiretti di Bologna lo scorso settembre, durante il quale oltre 1000 bambini hanno partecipato ai nostri laboratori”. Da segnalare – come nel caso dell’apicoltore alla Carella – la partecipazione attiva alle lezioni anche da parte degli imprenditori agricoli associati, che illustreranno ai ragazzi le loro realtà aziendali e l’importanza di adottare scelte rispettose dell’ambiente.

Al via quindi le lezioni; durante il mese di gennaio Coldiretti Piacenza organizzerà anche una conferenza stampa per presentare tutti i partner coinvolti nel progetto e i dettagli dei contenuti approfonditi in classe.

 

 

MARCHE, RIVOLUZIONE GREEN: IN CAMPAGNA SEMPRE PIÙ GIOVANI 

Una campagna sempre più giovane e piena di idee innovative per lanciare nel futuro un mestiere antico come quello della terra. Anche il terzo trimestre 2019 si chiude con il segno più per quanto riguarda il numero delle aziende agricole condotte da un under 35. Sono circa 1500 nelle Marche, il 2,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo una rielaborazione di Coldiretti Marche su dati della Camera di Commercio delle Marche. Macerata si conferma la provincia più gettonata per questa green line tutta agricola (426 attività) ma in generale sono proprio le province terremotate a far segnare il maggior incremento percentuale di aziende iscritte alla Camera di Commercio: un più 4,7% che fa ben sperare per il futuro di queste territori. Una svolta che sempre più spesso si accompagna a una maggior sensibilità per l’ambiente e per la sua salvaguardia. Per più di un giovane italiano su tre (38%) l’ambiente rappresenta l’emergenza principale subito dopo il lavoro, tanto che nell’ultimo anno ha modificato profondamente i propri comportamenti iniziando ad acquistare abiti o accessori usati, utilizzando il car sharing per i piccoli spostamenti, condividendo spazi di lavoro con altre persone o l’auto per i lunghi tragitti, secondo un’indagine Coldiretti-Ixè. Tra i comportamenti che gli under 35 sono pronti ad adottare pur di tutelare l’ecosistema c’è in testa il mangiare cibi a km zero, indicato dal 77%, seguito dall’andare a piedi invece che in macchina o in moto (64%), dalla rinuncia all’utilizzo dei condizionatori (56%), dallo spendere di più per acquistare solo prodotti alimentari biologici (56%), fino addirittura a rinunciare a vacanze che prevedono viaggi aerei (33%). Non è un caso che le tematiche ambientali siano spesso o addirittura spessissimo al centro delle conversazioni del 64% dei giovani sotto i 25 anni, contro una media generale del 48%.

 

PUGLIA, XYLELLA: INFEZIONE ACCERTATA SU ALTRI 46 ULIVI ALLE PORTE DI TARANTO 

Avanza ancora la Xylella fastidiosa con altri 46 casi di infezione accertati nelle province di Taranto e Brindisi. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla base dei dati resi noti da InfoXyella, relativi ai risultati delle analisi riferiti ai campioni di olivi del sesto aggiornamento del monitoraggio 2019 che hanno conclamato la presenza della Xylella su 17 ulivi a Ceglie Messapica, 17 a Ostuni, 5 a Carovigno, 3 a Villa Castelli per la provincia di Brindisi, 1 pianta infetta a Monteiasi e 3 a Taranto. 

“Le nuove infezioni accertate confermano che continua la virata e l’avanzata della malattia sul fronte tarantino verso Matera, con i 3 nuovi ulivi infetti a Taranto, alle porte del capoluogo di provincia, a solo 1 chilometro dalla sponda orientale del Mar Piccolo in prossimità della San Giorgio Jonico – Taranto”, ribadisce Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e paesaggistico. Determinante l’attività di monitoraggio per controllare e cercare di fermare il più possibile l’avanzata della malattia, scongiurando al contempo l’ennesima procedura di infrazione comunitaria”, aggiunge ancora Muraglia.

La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – precisa la Coldiretti – ha lanciato l’allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord. 

Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto.

Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione – conclude Coldiretti – si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provato stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task force.

 

VICENZA, L’AGRICOLTURA VICENTINA SCOPRE LA VOCAZIONE SOCIALE 

“Le fattorie sociali entrano nella programmazione sanitaria regionale: una rivoluzione per il terzo settore” sono le parole di Martino Cerantola, presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, che accoglie con soddisfazione l’annuncio dell’assessore regionale Manuela Lanzarin, che ha previsto l’inserimento di queste particolari aziende agricole nell’ordinamento regionale di settore. Nell’ultimo corso realizzato dall’Associazione vicentina per qualificare gli agricoltori hanno partecipato una dozzina di imprenditori, che intendono sviluppare progetti di economia solidale nelle loro imprese.

Dopo cento ore di lezioni teorico-pratiche su temi fiscali, sicurezza, sociologia e norme sanitarie, durante la prova finale i candidati all’iscrizione all’albo regionale hanno sostenuto davanti ai vari docenti il test per superare l’esame e conseguire il titolo necessario all’attività, come prevede la legge regionale prima in Italia del genere.

Uno ad uno hanno illustrato il proprio progetto, con tanto di business plan e conto economico. Un tesoretto di esperienze imprenditoriali vocate al servizio degli altri, con il comune denominatore dell’ospitalità ed accoglienza tipica della civiltà rurale.

Un lungo elenco di realtà a sostegno della collettività a cui rivolgersi per l’inserimento lavorativo o integrazione di soggetti marginali come disabili, malati psichici, carcerati o altro. Dai colloqui individuali la campagna vicentina offre una possibilità in più ad anziani, detenuti, profughi, prevedendo servizi anche alle categorie non certificate, come quelle della nuova povertà o dei minori vittime della violenza dei genitori oppure per i casi dell’infanzia abbandonata.

Con nomi di società ragionati, tra i quali “L’essenziale”, “L’isola che non c’è”, “Casa di Enrico”, “Orto di Palladio”, “L’erba del vicino”, tutti i corsisti hanno illustrato il loro sogno nel cassetto nell’interesse dell’altro.

Francesca Dal Zilio di Barbarano Vicentino apre le porte del suo allevamento di pecore per produrre lana e biocosmesi insieme ai non abbienti. Leonardo Dalla Costa di ‘Ca dell’Agata’ è proiettato sull’invecchiamento attivo ed immagina un ospizio per ever green. La giovane Beatrice Corrà a Montecchio Maggiore vuole fare un orto terapeutico: “Sono determinata – dice rivolta alla commissione – anche se dovrò combattere con una mentalità radicata”.  Marta Gaiga, invece, è un’educatrice e lavora nella cooperativa Agrimea di Alonte. Da poco ha scoperto il valore benefico di chi pratica l’agricoltura e vuole impegnarsi come “allenatore emotivo” del 30% dei pensionati del comune.

Liliana De Paoli di Campogrosso, vicino a Recoaro Terme, forte dell’aiuto del figlio, che ha rinunciato a fare l’agente di commercio, conseguirà presto il brevetto di attività assistita con gli animali dividendosi tra pet therapy, laboratorio caseario e l’impegno in malga. Nella compagine anche Riccardo Bernandini, un laico dell’ex convento dei frati minori di Lonigo, già operativo con iniziative rivolte a grandi e piccini per seminare, coltivare e raccogliere la produzione di ortaggi e frutta in equilibrio con la bellezza del creato ed il rispetto umano.

A Valdagno Marta Conte mette a disposizione tutto l’agriturismo con capre vallesane, vacche burline, cavalli da tiro e pecore di razza foza per le terapie della tenerezza. Idem per Giancarlo Meneghello che, a Pozzoleone, fa equitazione e vorrebbe istituire una rete del benessere.

Agnese Sartore di Marano Vicentino è convinta che dopo la laurea seguirà la didattica ed i ragazzi problematici nello spazio dedicato “Agli amici di Aidi”.

Una svolta a cui guarda anche Elena Fabris dipendente della Fattoria “La Costa” di Sarcedo, che studia il da farsi per coinvolgere gli ospiti della cooperativa nella creazione di etichette del vino colorate e disegnate dai pazienti creativi.

“Sono i nuovi pionieri di una frontiera già esplorata in maniera spontanea. La famiglia contadina – conclude Cerantola – si è sempre occupata di tutti, senza delegare al pubblico le attenzioni per gli anziani o i disagiati. Mettere in campo tradizione e cultura non è sufficiente, occorre professionalità. Per questo Coldiretti è fiera di introdurre nel sistema economico anche questi profili, soprattutto alla luce delle novità legislative cosi da aumentare il numero delle iscrizioni al registro ufficiale e dare risposte alla società civile che registra sempre più nuovi bisogni assistenziali”.

 

SICILIA, LAVORO: L’ISOLA PRIMA IN ITALIA PER IMPRESE AGRICOLE GIOVANI 

Con 6.673 aziende la Sicilia è al primo posto della classifica nazionale delle aziende giovanili. Lo afferma Coldiretti Sicilia commentando il dato diffuso in occasione dell’Oscar Green, il premio dedicato all’imprenditoria under 40 in corso a Roma e dove il nisseno Luca Cammarata è in corsa per la vittoria nella categoria “Noi per il sociale”.

Questo primato – sottolinea Francesco Ferreri, presidente regionale – dimostra quanto sia determinante favorire l’imprenditoria giovanile con politiche indirizzate proprio a loro. E’ una posizione leader importante raggiunta anche grazie a progetti validi che dimostrano quanto sia vicente rimanere nella nostra Regione e lavorare in agricoltura.

Vogliamo infastrutture e cioè strade che permettano di trasportare i nostri prodotti. Vogliamo far cessare questa emoragia di giovani che partono e non ritornano più – aggiunge Massimo Piacentino, delegato regionale Coldiretti giovani Impresa.

 

CAMPANIA, LAVORO: COLDIRETTI, +12% GIOVANI NEI CAMPI, CAMPANIA 2^ IN ITALIA 

In Italia è in atto uno storico ritorno alla terra con oltre 56mila giovani under 35 alla guida di imprese agricole, un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del +12% negli ultimi cinque anni. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Infocamere al terzo trimestre 2019 in occasione della consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal. La Campania è la seconda regione d’Italia, seppur con un breve scarto, per numero di imprese agricole condotte da giovani con 6.255 aziende attive. Il primato spetta alla Sicilia con 6.673. Al terzo posto c’è la Puglia con 5.306.

In Italia sono oltre 548mila le aziende condotte da under 35 in tutti i comparti produttivi, dal commercio alla manifattura, dall’abbigliamento ai servizi con il settore agricolo che – evidenzia la Coldiretti – vanta più del 10% del giovani che fanno impresa e creano lavoro. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – sottolinea Coldiretti – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.

La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale – continua la Coldiretti – porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato – continua la Coldiretti – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione e tra questi nuovi giovani imprenditori della terra, ben la metà è laureata, il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto e il 78 per cento è più contento di prima. Ed è rilevante tra i giovani imprenditori – sottolinea la Coldiretti – anche la presenza femminile che sfiora 1/3 del totale (32 per cento) secondo una analisi Coldiretti/Ixè.

E’ in atto dunque un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite.

“E’ necessario investire sull’agricoltura che è un settore strategico per far diventare l’Europa più sostenibile con una Politica agricola forte, semplice ed efficace e con risorse adeguate per consentire alle imprese di svolgere un ruolo essenziale nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico in un percorso di grande supporto al Green Deal ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare inoltre che con il nuovo Fondo di transizione di 7,5 miliardi saranno destinati circa 360 milioni di euro all’Italia che ne dovrà versare invece circa 900, essendo contributore netto dell’Unione”.

“Anche attraverso i giovani l’Italia ha conquistato un ruolo guida nel Green Deal a livello globale – conclude la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati – con l’agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con 72mila operatori del biologico, 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale”.

LE IMPRESE AGRICOLE GIOVANI PER REGIONE

Sicilia

6.673

Campania

6.255

Puglia

5.306

Piemonte

3.807

Lazio

3.786

Sardegna

3.757

Calabria

3.678

Veneto

3.586

Lombardia

3.419

Toscana

2.660

Emilia Romagna

2.436

Trentino – Alto Adige

2.181

Basilicata

1.832

Marche

1.497

Abruzzo

1.465

Umbria

1.211

Liguria

977

Friuli-Venezia Giulia

775

Molise

679

Valle d’Aosta

169

 

Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Infocamere

 

PUGLIA, LAVORO: OLIO SPALMABILE ANTI-XYLELLA FINALISTA OSCAR GREEN 2020 

Dalla magia dell’abbraccio tra l’olio extravergine d’oliva del Salento e la cera d’api nasce il primo olio spalmabile anti- Xylella, un primato assoluto nel mondo del novel food, bello da vedere, cremoso e incredibilmente buono e intenso. E’ l’idea green di Paola Melcarne di Guagnano del Capo, finalista nazionale al salone delle straordinarie innovazioni nate dall’ingegno dei giovani italiani che si inventano il lavoro, finalisti all’Oscar Green 2020 di Coldiretti e scelti dopo una lunga selezione territoriale tra migliaia di giovani imprenditori di tutta Italia, i veri protagonisti italiani del Green Deal.

Mentre ci si affida alla ricerca per combattere una delle più potenti insidie all’agricoltura italiana, la Xylella, una giovanissima, si forma all’estero – racconta Coldiretti Puglia – per prendere in mano la storica azienda produttrice di olio d’oliva del padre e trasformare un momento critico in una opportunità. Occorre una idea brillante come l’olio, preziosa come il nettare delle api, giovane come il mondo che circonda questa ragazza. Così nasce l’ultima creatura in azienda: è la crema d’olio, che prende il nome di spalmabile all’olio d’oliva, un primato assoluto nel mondo del food. Bella da vedere, cremosa, e incredibilmente brillante, di un verde intenso, impreziosito di riflessi dorati.

“La Puglia è al top per numero di imprese giovani under 35 in agricoltura, si posiziona al secondo posto della classifica nazionale grazie alla spinta all’innovazione dei nostri giovani geni, con un aumento del 14% rispetto a tre anni fa. Le aziende condotte da giovani sono dinamiche e coraggiose e possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, hanno il 50 per cento di occupati per azienda in più e un fatturato più elevato del 75 per cento della media”, ricorda Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Tante le idee green nate in Puglia – aggiunge Coldiretti Puglia – da chi ha inventato la ‘sartoria agricola’ con cui cucire su misura l’olio extravergine d’oliva e il cibo pret-a-gorumet per tutti i palati, a chi vende l’anguria con un sidecar accessoriato con un mini frigo, dall’inventore del primo olio extravergine spalmabile come il burro, utilizzando la cera d’api, a chi confeziona il fishburger a miglio0 con elevata shelf life e ready to cook.

Tra le innovazioni c’è l’olio extravergine di oliva ‘tagliato su misura’ da Francesca Dellorusso, che con la sua sartoria agricola – spiega Coldiretti Puglia – accontenta ristoratori italiani e d’oltreoceano a seconda delle scelte culinarie di chef stellati.

Da Gioia del Colle (Bari) il giovane Bartolomeo D’Aprile ha riadattato un sidecar, un mezzo d’epoca in chiave street food, attrezzato con un minifrigo per ‘portare in giro’ fette di anguria in simpatiche confezioni monodose, in bella mostra anche all’Aeroporto di Bari con il suo Smile WaterMelon.

C’è chi trasmette – aggiunge la Coldiretti Puglia – l’amore per gli animali con l’onoterapia, come Annalisa Forte di Laterza (Taranto) che aiuta i bambini e le persone con disagio psichico e motorio attraverso gli asini, utilizzando il latte di asina anche per l’agricosmesi e per gli agrigelati che fanno bene al palato e alla salute.

Da Manfredonia Ezio Grieco ha testato gli antiossidanti naturali provenienti dai vegetali per il primo fishburger a miglio0 con elevata shelf life e ready-to-cook.

A Laterza Carlo Minimmi produce fiori e foglie eduli e microgreen, i ‘vegetali del futuro’ in quanto ricchissimi di proprietà benefiche, originali nell’aspetto e rivoluzionari nel gusto, conclude Coldiretti Puglia.

 

PARMA, COLDIRETTI INCONTRA I CANDIDATI LOCALI IN VISTA DELLE ELEZIONI REGIONALI 

Il Consiglio direttivo e i Presidenti di Sezione di Coldiretti Parma hanno incontrato, presso la propria sede in Parma, i candidati locali dei vari schieramenti politici, che ne hanno fatto richiesta, in vista delle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio.

Durante l’incontro, al quale hanno partecipato anche il Direttore Alessandro Corsini e i rappresentanti dei Movimenti Coldiretti Donne Impresa, Giovani Impresa e pensionati, il Presidente di Coldiretti Parma Nicola Bertinelli ha illustrato e consegnato ai candidati un documento in 19 punti contenete le proposte di Coldiretti per l’Emilia Romagna del futuro.

Tanti i temi presentati, fra i quali spiccano quello dei danni da fauna selvatica, in particolare dagli ungulati, quello della semplificazione burocratica, l’incentivo all’insediamento dei giovani in agricoltura, l’attenzione particolare all’economia nel nostro Appennino tramite politiche per le imprese agricole dei territori di montagna. Toccato anche il tema dell’allevamento: la zootecnia – fa sapere Coldiretti – nella nostra regione contribuisce a oltre il 50% del PIL agricolo ma le risorse derivano sempre da trasferimenti statali o comunitarie. Coldiretti chiede quindi che sia anche la Regione a contribuire alla crescita di un settore così strategico. Altro aspetto trattato è stato quello della gestione delle risorse idriche: gli eventi climatici più recenti (un mese di piogge anche alluvionali, pari alle piogge cadute in un anno e ora 25 giorni senza pioggia in inverno) hanno reso inevitabile la programmazione di interventi strutturali per immagazzinare l’acqua; occorre quindi una politica volta a programmare e realizzare invasi anche di grandi dimensioni. Si è inoltre parlato di zucchero, in quanto Coldiretti ha fatto presente come sia fondamentale un sostegno al settore bieticolo-saccarifero: nella nostra regione ha sede COPROB, l’ultimo zuccherificio cooperativo d’Italia. Sono necessari dei fondi regionali a integrazione del prezzo della bietola e un’azione verso il Governo per sostenere il settore. Non sono mancati anche  temi riguardanti l’agricoltura sociale, la divulgazione nelle scuole di una corretta alimentazione basata su prodotti locali, stagionali e di qualità, l’emergenza cimice asiatica per la quale Coldiretti ha fatto presente come sia essenziale concludere al più presto l’iter della perimetrazione delle zone colpite per poter indennizzare in tempi brevi le aziende agricole danneggiate e come sia necessaria, nel frattempo, una forte azione da parte della Regione per reperire dallo Stato risorse sufficienti e misure finanziarie come la moratoria sui mutui per alleviare le sofferenze bancarie delle imprese.

 

PISTOIA, BUROCRAZIA SPEGNE SOGNI GIOVANI, TOSCANA: BOCCIATE 63% DOMANDE 

La burocrazia spegne il sogno di oltre 1 giovane italiano su 2 (55%) fra i quasi 39mila che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura in Italia con progetti imprenditoriali respinti per colpa degli errori di programmazione delle amministrazioni regionali e il rischio di perdere i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti all’1 gennaio 2020 sull’utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) del periodo 2014-2020 in occasione della consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal. Ma anche per quanto riguarda le domande presentate e ammesse a finanziamento solo poco più della metà (55%) – denuncia la Coldiretti – è stata effettivamente pagata, con le conseguenti difficoltà per chi ha già effettuato gli investimenti e rischia ora di trovarsi “scoperto” dal punto di vista finanziario. Il risultato è la perdita di un potenziale di mezzo miliardo all’anno di valore aggiunto che le giovani imprese avrebbero potuto sviluppare.

L’andamento regionale sui progetti giovani presentati per i bandi Psr è molto differenziato da nord a sud della Penisola – spiega Coldiretti – infatti se in Lombardia è stato bocciato solo il 13% delle domande, in Emilia Romagna il 16%, in Trentino il 22% e in Valle d’Aosta il 23%, record negativi si registrano invece in Basilicata con il 78%, in Calabria con il 76%, in Puglia con il 75% che tra l’altro non ha pagato neppure una di quelle ammesse. Nella parte bassa della classifica – spiega Coldiretti – c’è poi la regione Abruzzo con il 73% delle domande che è stato respinto, seguita dall’Umbria con il 66%, dal Molise e dalla Sicilia con il 65% a testa, dalla Toscana con il 63%, dalle Marche con il 62% e dalla Sardegna con il 58%. Mentre nella parte centrale della classifica si trovano il Friuli Venezia Giulia con il 49% delle bocciature, la Liguria con il 43% e il Lazio con il 42%. Mentre Veneto (34%), Campania (30%) e Piemonte (32%) hanno respinto in media 1 domanda su 3.

La pressione burocratica, che nasce anche dalla molteplicità di interventi tra loro non coordinati, finisce per generare – precisa Coldiretti – un grave elemento di svantaggio soprattutto per un giovane che inizia il suo percorso imprenditoriale. Una indagine della Sezione di controllo degli Affari Comunitari ed Internazionali della Corte dei Conti – spiega Coldiretti – conferma che in Italia esiste una situazione a macchia di leopardo in termini di capacità di evadere le domande di sostegno ai giovani in agricoltura, con tempi che possono superare i due anni e mezzo.

“Occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne”, afferma la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati nel denunciare “gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono”. La burocrazia – evidenzia la Coldiretti – sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa. La complessità delle procedure amministrative è ritenuto un problema nell’attività dell’azienda dall’84% degli imprenditori in Italia contro il 60% della media Ue, evidenzia la Coldiretti in base all’analisi Eurobarometro della Commissione europea.

“Siamo di fronte ad un vero spread per la competitività delle imprese italiane in Europa – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che va recuperato con la semplificazione e la sussidiarietà. Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione è – conclude Prandini – insieme alla trasparenza dell’informazione ai consumatori il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita”.

 

LA MAPPA DEI FONDI PERDUTI

 

REGIONE

DOMANDE BOCCIATE

SU PRESENTATE (%)

DOMANDE PAGATE SU AMMESSE (%)

ABRUZZO

73

98

BASILICATA

78

58

CALABRIA

76

73

CAMPANIA

30

24

EMILIA ROMAGNA

16

67

FRIULI V. G.

49

0

LAZIO

42

77

LIGURIA

43

99

LOMBARDIA

13

80

MARCHE

62

76

MOLISE

65

73

P.A. TRENTO

22

100

PIEMONTE

32

95

PUGLIA

75

0

SARDEGNA

59

65

SICILIA

65

49

TOSCANA

63

23

UMBRIA

66

53

VALLE D’AOSTA

23

55

VENETO

34

42

ITALIA

55

55

Fonte: Elaborazione Coldiretti al 1° gennaio 2020

 

PUGLIA, BUROCRAZIA: RUBA 120 GIORNI A LAVORO IN AGRICOLTURA E SPEGNE SOGNI 

La burocrazia ruba in Puglia fino a 120 giorni all’anno al lavoro nelle aziende agricole ma soprattutto frena con le inefficienze l’avvio di nuove attività e l’ingresso di giovani nell’attività di impresa, con il 75% delle domande di finanziamento del PSR per i giovani in agricoltura bocciate e tra l’altro non è stata pagata neppure una di quelle ammesse E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti All’1 gennaio 2020 sull’utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) del periodo 2014-2020 in occasione della consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal. Ma anche per quanto riguarda le domande presentate e ammesse a finanziamento solo poco più della metà (55%) – denuncia la Coldiretti – è stata effettivamente pagata, con le conseguenti difficoltà per chi ha già effettuato gli investimenti e rischia ora di trovarsi “scoperto” dal punto di vista finanziario.

“E’ stata un fallimento la gestione del PSR Puglia sul fronte dello storico ritorno alla terra che ha portato 5mila giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura in Puglia, ma quasi 9 richieste su 10 (86%) non sono state accolte per colpa degli errori di programmazione dell’Amministrazione Regionale con il rischio concreto di restituzione dei fondi disponibili a Bruxelles. Sul bando del PSR per i giovani, a fronte delle 5.202 domande presentate, solo 750 sono state ammesse all’istruttoria, poco più di 1 domanda su 10. La Puglia è l’unica Regione d’Italia a non aver rispettato l’obbligo di spesa comunitaria dei fondi PSR al 31 dicembre 2019”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il Paese che – sostiene la Coldiretti – perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani.

“Occorre creare le condizioni per realizzare il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne”, ha detto Benedetta Liberace, leader regionale dei Giovani imprenditori di Coldiretti, dando lustro al grande sforzo creativo e di innovazione dei giovani agricoltori pugliesi in occasione della premiazione dei geni contadini da Oscar che “in solitudine, senza l’aiuto di finanziamenti e sostegni regionali, stanno rivoluzionando la vita e il lavoro nelle campagne – ha aggiunto Liberace – con la passione, la fierezza e la lungimiranza di chi ha scelto un percorso lavorativo in agricoltura patriottico e complesso, dove non manca il sacrificio, ma abbondano anche le soddisfazioni”.

L’avanzamento della spesa del PSR Puglia per i giovani in agricoltura, ferma al 3% – conclude Coldiretti Puglia – è un dato che si traduce in lavoro negato per 5000 giovani pugliesi, a cui è stato spento il sogno di diventare agricoltori per colpa della macchina burocratica in avaria dell’Assessorato all’Agricoltura regionale, a causa dei ritardi e di un sistema in cortocircuito che ha bloccato i progetti di insediamento nelle campagne previsti dal Piano di Sviluppo Rurale.

 

MILANO, S. ANTONIO, LA FATTORIA LODIGIANA OSPITA UN MILIONE DI ANIMALI

Sono circa un milione gli animali della fattoria lodigiana. E’ quanto afferma la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, che si celebra ogni anno il 17 gennaio. Una tradizione popolare – spiega Coldiretti – che vede nel Lodigiano diverse parrocchie prese d’assalto per la benedizione della variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio.

In provincia di Lodi – calcola la Coldiretti interprovinciale sulla base dell’Anagrafe zootecnica – si contano circa 110 mila mucche, 350 mila maiali, circa 350 mila tra polli, galline, tacchini, faraone e oche, mentre le pecore e le capre sono quasi mille, con i cavalli, gli asini e i muli che sul territorio raggiungono sfiorano i 400 esemplari. Ci sono poi – precisa la Coldiretti su dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione – oltre 360 mila cani, 60 mila gatti e circa 200 furetti sul territorio dell’Agenzia Territoriale della Salute della Città metropolitana tra le province di Milano e Lodi. A questi bisogna aggiungere i pesci, gli uccelli, i criceti e gli altri animali da compagnia che vivono nelle case.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea la Coldiretti – rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e compattamento dei suoli svolto dagli animali.

In generale – conclude la Coldiretti – in tutta Italia l’allevamento è un comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale con circa 800 mila persone al lavoro.

 

Appuntamenti

 

VICENZA: FESTA DELL’ORO IN CITTÀ ED AL MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA

Sabato 18 gennaio

L’agricoltura è d’oro. Fine settimana intenso al mercato coperto di Campagna Amica Vicenza, con un weekend all’insegna del dialogo con la città e della promozione dei gioielli dell’agricoltura berica.

Campagna Amica Vicenza, infatti, sabato 18 gennaio al mercato coperto, in contra’ Cordenons 4 a Vicenza, in occasione della Fiera internazionale della gioielleria, nell’ambito dei “Percorsi enogastronomici” del ViWineGoldEdition, dalle 11 alle 13, proporrà un’appassionata degustazione guidata (a turni) di vini Tai Rosso Colli Berici della Cantina Mattiello di Longare e Gambellara Classico Doc dell’azienda vitivinicola Menti Vini di Montebello Vicentino, in abbinamento a piatti a base di broccolo fiolaro, altra eccellenza del territorio berico, proposti da Susy de Il Giglio Rosso. “…che …ccavolo!” è il titolo dell’evento, che segna una trade union che congiunge il valore dell’economia vicentina, in gran parte rappresentato dalle imprese orafe, con le eccellenze agroalimentari del territorio.

“Siamo orgogliosi di questa collaborazione – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – in quanto essere presenti in concomitanza con questa qualificata e prestigiosa vetrina, che appartiene alla città, ma si affaccia al mondo, significa che gli imprenditori agricoli sanno essere lungimiranti ed hanno acquisito nel tempo la capacità di dialogare con il cittadino consumatore, anche partecipando ad iniziative ad ampio respiro. I nostri prodotti sono preziosi come l’oro, perché la terra è il bene di maggior valore che ciascun agricoltore custodisce con attenzione ed amore, quindi il connubio con la Fiera e, naturalmente, il Comune di Vicenza, è perfetto”.

Domenica 19 gennaio, invece, in concomitanza con la Women in Run Vicenza WIR, in programma dalle 10 alle 12 in piazza San Lorenzo, ai partecipanti all’evento Donne Impresa Coldiretti Vicenza ed i produttori Fruber, Giuseppe Orlando ed Il casale delle Erbe di Fattori Emanuela offriranno un caldo e ricco ristoro con tisane, arance, mele e mandarini. Al mercato coperto ci saranno dei salvadanai per la raccolta di fondi a sostegno della lotta contro la violenza sulle donne. All’evento saranno presenti la vicepresidente di Coldiretti Vicenza, Cristina Zen ed il presidente Campagna Amica Vicenza, Raffaele Cogo.

Ricordiamo che il mercato coperto di Campagna Amica Vicenza sarà operativo sabato dalle 8.30 alle 13.30 e domenica dalle 9.00 alle 13, pertanto i visitatori potranno testare personalmente la qualità dei prodotti e misurarsi con le ricette che i produttori sapranno consigliare per utilizzare al meglio le eccellenze vicentine.

 

MILANO: SI RINNOVA LA TRADIZIONE DELLA “BÜSECA”

Domenica 19 gennaio 

Sono circa 150 gli allevamenti di bovini da carne in provincia di Lodi, per un totale di quasi 8 mila capi. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza su dati dell’Anagrafe zootecnica in occasione della festa patronale della città di Lodi, in programma domenica 19 gennaio, durante la quale sarà distribuita in piazza la trippa di San Bassiano.

Si tratta – spiega la Coldiretti interprovinciale – di un tipico piatto della tradizione contadina lombarda, protagonista ancora oggi di sagre e fiere, dove viene riscoperto come ricetta anti crisi e anti spreco. “La trippa – conferma Marcello Doniselli, vice presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – si può preparare in tanti modi diversi, che variano da territorio a territorio e, spesso, persino da famiglia a famiglia, in base ai costumi locali e alle esperienze tramandate attraverso generazioni. Ma al di là delle singole varianti, la trippa affonda le radici nella storia della nostra gente perché è sempre stata alla portata di tutte le tasche”.

Infatti, consumata già al tempo degli antichi romani e dei greci, la trippa è stata per lungo tempo un piatto delle famiglie meno abbienti perché ricavata da una delle parti meno costose del bovino, lo stomaco. Nonostante sia a buon mercato, costituisce però un pasto nutriente in quanto ricca di proteine, sali minerali, ferro e vitamine, che sono all’origine dell’antico proverbio popolare “mangià la büseca de San Bassan, vör di sta ben tüt l’an”, che significa “mangiare la trippa di San Bassiano vuol dire star bene tutto l’anno”.

La riscoperta di piatti della tradizione – precisa la Coldiretti interprovinciale – contribuisce anche alla valorizzazione delle produzioni nazionali, con una decisa svolta dei consumatori verso la qualità. Infatti, il 45% degli italiani – secondo un’indagine Coldiretti/Ixè – privilegia la carne proveniente da allevamenti italiani, il 29% sceglie carni locali e il 20 per cento quelle con certificazione d’origine. “Dietro la nostra carne – conclude Marcello Doniselli – c’è il sistema di controlli più efficace in Europa, per il numero di veterinari impiegati, per l’attenzione ai protocolli sanitari e per il livello di tracciabilità dei prodotti”.

 

TREVISO: IL PUNTO SULLA VITICOLTURA TREVIGIANA CON GLI ESPERTI PIU’ AUTOREVOLI

Martedì 21 gennaio e mercoledì 29 gennaio 

Il punto sulla vitivinicoltura trevigiana, con alcuni dei relatori più autorevoli che la provincia può esprimere, si svolgerà in due appuntamenti voluti da Coldiretti Treviso. Il primo è fissato per martedi 21 Gennaio 2020, alle ore 18.00, nell’Aula Magna dell’Università di Agraria (Cerletti) a Conegliano, mentre il secondo è fissato per mercoledì 29 Gennaio 2020, sempre alle ore 18.00, ma questa volta a Oderzo nella sala teatro del Collegio Brandolini-Rota.

A introdurre i lavori, in entrambi i casi, e a portare il primo contributo sarà Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso. A Conegliano poi si affronterà il tema delle aspettative della denominazione Prosecco Superiore docg con Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene docg. A seguire Giovanni Pascarella di Extenda Vitis parlerà di “Gestione della vite: la carica gemmaria e il problema della flavescenza dorata”. A Filippo Codato, direttore di CondifesaTVB il tema sugli strumenti per la tutela del reddito. Infine, Morena Umana, responsabile del Servizio PSR di Coldiretti Treviso, tratterà i prossimi bandi del Piano di Svuluppo Rurale per il settore vitivinicolo.  Modera Antonio Maria Ciri Direttore Coldiretti Treviso.

A Oderzo, invece, con Polegato, Pascarella, Codato e Umana ci saranno Valerio Cescon, Presidente “La Marca” che farà un Focus sul mercato del prosecco e Stefano Zanette, Presidente Consorzio Prosecco Doc, che interverrà sulle aspettative del Prosecco Doc per il 2020.

Per info presso la segreteria organizzativa: Federazione Provinciale Coldiretti di Treviso

TEL. 0422 954111 – FAX 0422 959646 E-Mail: treviso@coldiretti.it

WEB: http://www.treviso.coldiretti.it.