COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 12 maggio 2023

12 Maggio 2023
News La Forza del Territorio del 12 maggio 2023

Primo piano

 

TREVISO

UN MILIONE DI API TROVA CASA A SUSEGANA

Nasce l’Oasi delle api grazie a Comune, Coldiretti e Consorzio Agrario

A Susegana nasce l’Oasi delle api, un progetto innovativo di collaborazione tra pubblico e privato all’insegna dello sviluppo dei temi della sostenibilità. E soprattutto nasce nel bel mezzo di una delle più importanti aree industriali della zona dove troveranno casa 1 milione di api. Protagonisti di questo impegno sono il Comune di Susegana, la Federazione Provinciale Coldiretti di Treviso e il Consorzio Agrario Treviso e Belluno. “Il Comune di Susegana è interessato ad attivare un progetto di sviluppo dell’apicoltura, dal titolo “SUSEGANA: OASI DELLE API” su un terreno di proprietà comunale, 3800 mq in via Caduti sul lavoro, da realizzarsi attraverso la semina di essenze mellifere ed il posizionamento e la cura di un congruo numero di alveari. Il tutto con l’obiettivo di inserire nel proprio territorio comunale una attività naturalistica e sostenibile e di implementare un laboratorio didattico ad uso delle scuole elementari e medie locali”.

Coldiretti Treviso e Consorzio Agrario dal canto loro sono interessati a condividere in termini di fattiva collaborazione mettendo in campo i propri mezzi e le proprie risorse, per un progetto di apicoltura didattica quale attività sostenibile e di educazione ambientale anche con la supervisione di Apat. L’apicoltore individuato è Jhonny Moretto di Crocetta del Montello, mentre i terreni sono coltivati dall’azienda Narciso De Rosso di Susegana.

Sindaco Gianni Montesel: “Un appezzamento in disuso diventa ispiratore anche per gli altri. Le api sono un patrimonio di tutti e per il bene di tutti. Simbolo importante che testimonia l’attenzione all’ambiente”.

Assessore Adriano Toffoli: “Questa oasi ha una valenza anche didattica per tutti gli amanti delle api, dagli hobbisti ai bambini delle scuole che potranno assistere a delle vere lezioni di apicoltura grazie a Apat e Coldiretti”.

Presidente Giorgio Polegato: “Si tratta di un segnale che diamo al territorio che comunque vede già tanti viticoltori avere gli alveari all’interno dei vigneti. C’è ormai una bella sensibilità che va solo mantenuta, implementata e proposta anche attraverso le amministrazioni comunali. Ringrazio a tal proposito il Comune di Susegana ed i suoi amministratori per questo progetto virtuoso. Come Consorzio agrario diamo consulenza ai nostri clienti per salvaguardare la sostenibilità delle operazioni agricole. Siamo i primi a voler questo perchè viviamo nelle nostre aziende. Spero sia la prima di tante iniziative concrete da mettere a regime nel territorio”.

Impegni del Comune di Susegana

Il Comune di Susegana si impegna a:

1)      rendere disponibile per l’iniziativa l’area di proprietà attualmente inutilizzata, a destinazione agricola;

2)      consentire il posizionamento di arnie e cartelli informativi dell’iniziativa nonché il libero accesso all’area alle parti per le attività sopra descritte.

3)      Organizzare almeno una giornata didattica all’anno rivolta alle scuole del comune.

Impegni della Federazione Provinciale Coldiretti di Treviso

La Federazione Coldiretti si impegna attraverso i propri associati a realizzare, nell’area individuata al precedente articolo, le seguenti attività:

  1. preparazione del terreno e semina-coltivazione di essenze mellifere;
  2. individuazione dell’apicoltore/i che seguirà il progetto
  3. conduzione dell’attività di apicoltura sul terreno individuato con smielatura e raccolta del miele che rimane nella disponibilità dell’apicoltore.

Impegni del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno

Il Consorzio Agrario si impegna a realizzare, nell’area individuata al precedente articolo, le seguenti attività: fornitura dei mezzi tecnici di produzione: 10 (dieci) Kg di sementi di essenze mellifere e numero massimo di 10 (dieci) arnie; fornitura e posizionamento di N. 2 cartelli informativi della presente iniziativa

 

Dal Territorio

 

TOSCANA, AL VIA A LARI (PI) LA RACCOLTA DI CILIEGIE, + 10% PRODUZIONE FRUTTO ROSSO

Da lunedì 15 maggio agricoltori al lavoro per portare nei mercati ed in tavola il frutto simbolo della primavera. Posticipata di una decina di giorni nella parte Sud della regione. In Toscana sono 140 gli ettari destinati alla coltivazione della ciliegia.

Presto, anzi prestissimo, in tavola le ciliegie Made in Tuscany. Parte da Lari, patria della rossa più famosa che punta dritto al riconoscimento del marchio IGP, la raccolta delle ciliegie in Toscana. Le aspettative sono alte tra i produttori che già a partire dalla prossima settimana inizieranno a raccogliere a mano, una pianta dopo l’altra, il frutto simbolo della primavera. Più posticipata invece nella parte Sud della regione dove ci sarà bisogno di ancora 7-10 giorni per una maturazione perfetta. 

Nonostante le temperature miti del secondo inverno più caldo di sempre che avevano risvegliato in anticipo le piante ed esposto i delicati germogli al rischio delle gelate tardive, la fioritura è stata bella, regolare e generosa. A dirlo è Coldiretti Toscana in occasione dell’avvio della raccolta nelle campagne tra Lari e Casciana Terme della ciliegia più celebrata, l’unica ad essere inserita nel paniere regionale delle specialità alimentari tradizionali. Secondo una prima stima si raccoglieranno tra i 10 ed i 12 mila quintali per una produzione in crescita, rispetto all’annata dello scorso anno, del 10%.

Lo spettacolo della fioritura caratterizzata da fiori bianchi-rosa pallidi e profumi dolcissimi, ha lasciato progressivamente il posto al colore rosso intenso dei grappoli che caratterizzano i circa 140 ettari coltivati a ciliegie in Toscana principalmente concentrati tra Livorno (34 ettari), Siena (30 ettari), Grosseto (25 ettari) e Pisa (14 ettari). Una produzione di grande qualità quella del Granducato che deve fare i conti con le importazioni dall’estero soprattutto da Turchia, Cile, Stati Uniti, Uzbekistan e Spagna. Per essere sicuri di acquistare un prodotto locale – consiglia Coldiretti Toscana – è importante verificare l’etichetta di origine obbligatoria o fare acquisti direttamente ai produttori nei mercati a chilometri zero di Campagna Amica dove è possibile trovare le varietà locali. Tra le varietà più richieste c’è sicuramente la ciliegia di Lari, protagonista anche della storica sagra in programma il prossimo sabato 27 e domenica 28 maggio e del 2, 3, 4 giugno nel borgo di Lari la cui produzione è commercializzata in zona ed in parte viene venduta nei mercati del resto della Toscana. 

Le ciliegie – continua Coldiretti Toscana – grazie al loro sapore dolce e intenso, ottengono grande successo sia da parte degli adulti che dei bambini ma possiedono anche proprietà benefiche per l’organismo prima fra tutte quella antinvecchiamento poiché contengono moltissimi flavonoidi (polifenoli), sostanze antiossidanti che contrastano i radicali liberi, rallentano il processo di invecchiamento cellulare. I flavonoidi presenti, specialmente gli antociani, le rendono peraltro un ottimo rimedio antidolorifico, con effetto simile a quella dell’aspirina, ma senza gli effetti collaterali di questa.

Le ciliegie sono uno dei frutti con meno calorie – aggiunge Coldiretti Toscana – e contengono vitamina A, vitamina C e vitamine del gruppo B. Sono inoltre una fonte da non sottovalutare di sali minerali, come ferro, calcio, magnesio, potassio e zolfo. Presentano, inoltre, oligoelementi importanti, con particolare riferimento a rame, zinco, manganese e cobalto. Le ciliegie contengono infine melatonina, un ormone che favorisce il sonno in condizioni quanto più fisiologiche possibili. Studi avviati nell’ambito dell’Università del Texas Health Sciences Center a San Antonio attestano che il consumo di questi frutti – conclude Coldiretti Toscana – aiuta infatti a contrastare attivamente l’insonnia.

 

VENETO, FORMAZIONE SUL PORTALE WWW.SCUOLADIPESCAVENETA.IT

Il kit digitale per diventare pescatore sostenibile

Sul portale della “Scuola di Pesca Veneta” è possibile accedere alle pillole formative per diventare pescatore. Si tratta del materiale relativo al progetto promosso da Coldiretti Impresa Pesca per qualificare gli operatori del settore che intraprendono un antico mestiere in chiave moderna ed ecosostenibile. Il corso organizzato in modo “tridimensionale” includeva interventi per donne, giovani e futuri imprenditori del pescaturismo e dell’ittiturismo, con lezioni teoriche e pratiche svolte con il prezioso supporto dell’Università di Padova Facoltà di Biologia. Dedicata al biologo che da subito intuì l’importanza dell’iniziativa, Matteo Griggio, scomparso prematuramente, la scuola –la prima del genere in Europa – è stata sostenuta dal Feamp e dalla Regione del Veneto che ha seguito con attenzione tutte le fasi dall’attuazione alla conclusione dei lavori. Nel momento della rendicontazione – spiega il coordinatore della formazione di Coldiretti Veneto Augusto Pivanti – possiamo affermare che l’investimento, in termini di creatività, ha dato buoni frutti. Dalla sezione femminile a cui sono state dedicati forum e approfondimenti è nata una rete delle “donne della pesca” che rivendicano un riconoscimento giuridico previdenziale del proprio ruolo di coadiuvanti nelle imprese familiari. Dall’aula degli under 40 iscritti per il conseguimento del titolo di studio di “tecnico operatore della pesca sostenibile” è emerso tutto il potenziale imprenditoriale, espressione di occupazione e preparazione per le nuove generazioni che intendono impegnarsi in questo lavoro. Molti anche i partecipanti interessati alla parte finale, quella del pescaturismo e ittiturismo che mette in risalto la capacità ricettiva e di accoglienza delle figure coinvolte nelle varie imprese, società e cooperative.

Un patrimonio di informazioni tecnico scientifiche, nozioni storiche, contributi istituzionali insieme a quelli degli esperti che via via si sono alternati alla scrivania è disponibile al link www.scuoladipescaveneta.it per apprendere l’abc del neopescatore e conoscere, attraverso video e documentazione il percorso vissuto dagli allievi tra aula virtuale, laboratori e visite guidate. Un kit digitale a portata di mano che è anche il riassunto di una esperienza nuova per l’ente di formazione Impresa Verde Coldiretti, che ha colto l’esigenza di dare strumenti innovativi e culturali ai giovani che sfidano il futuro guardando alla tradizione.  

 

UMBRIA, AL VIA I NUOVI CORSI DI FORMAZIONE PER LE IMPRESE AGRICOLE

Dal marketing agroalimentare, all’operatore di fattoria didattica e sociale; dal manutentore del verde al web marketing e informatica; dalla sicurezza dei lavoratori dell’impresa agricola, a tecniche di potatura; cucina contadina e offerta enogastronomica; giovani agricoltori e IAP; agricoltura biologica; lingua inglese; HACCP ed etichettatura. Sono solo alcuni degli argomenti al centro dei corsi di formazione organizzati da Coldiretti Umbria ed Impresa Verde Umbria, per i quali sono state aperte in questi giorni le iscrizioni.

I corsi – spiega Coldiretti – finanziati dal P.S.R. dell’Umbria 2014/2022, Mis. 1.1.1 anno 2023, sono rivolti a titolari o soci di imprese agricole, coadiuvanti e dipendenti iscritti all’Inps. A seconda delle tipologie, hanno una durata variabile tra le 6 e le 150 ore e possono prevedere anche visite guidate in aziende agricole locali e realtà produttive del territorio. Al termine del percorso formativo, verrà rilasciato ai partecipanti un attestato di frequenza.

Prosegue il nostro impegno – sottolinea Mario Rossi Direttore Coldiretti Umbria – per offrire agli imprenditori agricoli una formazione produttiva e spendibile nella quotidianità delle attività aziendali, accompagnando i processi di cambiamento in atto, anche con uno scambio di conoscenze ed esperienze. La formazione professionale – aggiunge Rossi – riveste un ruolo decisivo ponendosi come elemento fondamentale per la competitività delle imprese agricole, attraverso interventi finalizzati al costante aggiornamento degli imprenditori sui molteplici aspetti che riguardano l’impresa, sempre più orientata oltre che alla produzione di beni alimentari, anche all’erogazione di una serie di servizi rivolti alla collettività. Un impegno, quello della formazione, che portiamo avanti per la valorizzazione, crescita e tutela del nostro Made in Umbria, che vede proprio nell’agricoltura uno dei motori principali e maggiormente strategici. Una formazione – ribadisce Rossi – che pure nel nostro ambito è indispensabile per cogliere tutte le opportunità di un lavoro che comunque rimane molto impegnativo e soggetto a diverse variabili. A volte si tratta di corsi “obbligatori” richiesti agli imprenditori per accedere a determinati bandi o misure, oppure necessari per le attività lavorative, altre volte si pianifica una formazione mirata ad aumentare la professionalità delle imprese. Ma anche utile – conclude il Direttore regionale Coldiretti Rossi – a “promuovere” figure professionali in grado di gestire al meglio imprese sempre più multifunzionali, vero valore aggiunto in un’ottica di diversificazione.

Per informazioni su tutti i corsi in partenza, è possibile contattare l’ufficio formazione Coldiretti Umbria allo 075-5067648/77 o via e-mail all’indirizzo formazione.umbria@coldiretti.it; oppure consultare e scaricare le schede di iscrizione direttamente su: www.umbria.coldiretti.it/formazione

 

BARI, NOMINE: DONATO MERCADANTE NUOVO LEADER DEI GIOVANI AGRICOLTORI

E’ Donato Mercadante il nuovo delegato dei giovani agricoltori di Coldiretti Bari, eletto all’unanimità dall’assemblea provinciale di Coldiretti Giovani Impresa, che raccoglie il testimone da Giuseppe Caporale che ha guidato i giovani nel quinquennio precedente. Classe 1993, di Altamura, Donato Mercadante è imprenditore agricolo della Masseria La Calcara, azienda agricola, zootecnica e agriturismo a conduzione familiare.

“Accetto questa sfida con entusiasmo – ha detto il neoeletto Donato Mercadante – con la consapevolezza del lavoro che attende noi giovani agricoltori, chiamati a fare squadra per valorizzare le idee e le iniziative dei singoli messe a sistema con una strategia condivisa, per creare occasioni di crescita per l’agricoltura giovane della provincia di Bari. Sono un giovane pastore, con la pastorizia che è un mestiere ricco di tradizione molto duro ma che garantisce la salvaguardia in Puglia di ben 4mila allevamenti e 200mila pecore a vantaggio della biodiversità. Negli ultimi anni ho sviluppato anche il recupero della lana di pecora come materiale di pregio per le montature di occhiali, borse, scarpe e articoli di alta moda e come isolante termo acustico in edilizia dove garantisce prestazioni eccellenti sia nella protezione dal caldo e dal freddo, regolando il livello di umidità, sia contro i rumori, con un materiale naturale, sano e riciclabile”.

“Dobbiamo riuscire a far cogliere appieno il valore d’uso di Coldiretti ai nostri giovani imprenditori che vogliono vivere e lavorare in agricoltura, con le numerose opportunità economiche messe in campo – ha detto il direttore di Coldiretti Bari, Pietro Piccioni –  dalla Legge di Orientamento agli accordi di filiera, dal progetto economico di Campagna Amica fino alla grande spinta impressa alle attività connesse, dall’agriturismo alle masserie didattiche, ma anche nella battaglia contro la deriva a tavola del cibo sintetico, che sta vedendo molto impegnati i nostri giovani agricoltori”.

Il 12% delle imprese giovani nei campi – precisa la Coldiretti – svolge attività connesse che sono dunque in prima linea nel modello di agricoltura multifunzionale con importanti ricadute sull’ambiente e sulla collettività, come nel caso della produzione di energie rinnovabili o l’agricoltura sociale.

E’ dunque importante l’arrivo del nuovo sistema di prestazioni occasionali introdotto nella Manovra dal Governo e sostenuto da Coldiretti che porta una rilevante semplificazione burocratica per facilitare l’avvicinamento al settore agricolo. Potranno accedervi – spiega Coldiretti – pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno.  Sarà a tutti gli effetti un rapporto di lavoro subordinato agricolo – evidenzia Coldiretti – con l’unico limite determinato dalla durata della prestazione che non potrà superare, per singolo occupato, le 45 giornate di lavoro effettivo all’anno. Il salario sarà esente da imposizione fiscale, cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico. Al lavoratore saranno inoltre garantite le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali, ecc.) previste per gli occupati a tempo determinato.

Proprio per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro la Coldiretti, autorizzata dal Ministero del Lavoro, ha varato il portale “Jobincountry” per le aziende agricole che assumono. Una piattaforma informatica di intermediazione della manodopera che offre a imprese e lavoratori un luogo di incontro, prima virtuale on line e poi sul campo attraverso una consulenza con i front-office del sistema dei servizi territoriali. Si tratta di una risposta concreta alla domanda di agricoltura di un numero crescente di giovani (e non solo) che desidera fare una esperienza di lavoro in campagna, conclude Coldiretti nel sottolineare che in agricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione lontano dalla città.

 

PADOVA, AVIARIA: AL VIA LA SECONDA TRANCHE DI AIUTI PER I DANNI INDIRETTI

Gli aiuti a vantaggio esclusivo delle aziende agricole danneggiate grazie al coordinamento tra la filiera

Al via la seconda tranche di aiuti per i danni indiretti da influenza aviaria subiti dagli allevamenti tra ottobre 2021 e maggio 2022. “Nei giorni scorsi – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – dopo un intenso e continuo pressing da parte di Coldiretti a livello nazionale, è stato firmato il decreto ministeriale per attivare anche la seconda tranche di aiuti per i danni indiretti da aviaria. L’epidemia tra l’autunno 2021 e la primavera dello scorso anno ha colpito duramente la nostra provincia e ora le aziende che all’epoca avevano subito danni indiretti potranno presentare una nuova domanda entro il 30 giugno, per essere poi pagate entro il 30 settembre. Con questo provvedimento sono stati rimessi a disposizione i 31,5 milioni di euro ancora disponibili dei 40 milioni inizialmente stanziati, dei quali 8,5 milioni già utilizzati per la prima tranche. Potranno fare domanda anche le aziende che avevano già fatto richiesta per la prima tranche, ora invece per il periodo dal primo gennaio 2022 al 31 maggio 2022. Queste risorse consentiranno di risarcire fino al 25% del danno subito dalle aziende durante l’emergenza. Ovviamente le perdite sono state ben maggiori, ma è comunque una boccata di ossigeno per gli avicoltori padovani, in particolare per gli allevamenti della Bassa Padovana, che in quel periodo furono praticamente azzerati”.

“Grazie al lavoro di coordinamento tra Coldiretti e la filiera avicola – ricorda Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – è stato convenuto che gli aiuti debbano andare a vantaggio esclusivo delle imprese agricole danneggiate per garantire continuità al comparto che rappresenta la prima voce del prodotto interno lordo agricolo veneto. Si tratta di un riconoscimento per gli imprenditori avicoli che operano in un contesto storico complicato, aggravato dal conflitto in Ucraina che ha messo ancor più in difficoltà gli allevamenti facendo schizzare alle stelle i costi di energie e di materie prime”.

Il settore avicolo nella nostra provincia vale 120 milioni di euro, conta 312 allevamenti e oltre 6 milioni di capi, concentrati per lo più nella Bassa Padovana, con una produzione di 91 mila tonnellate. I focolai di influenza aviaria si sono concentrati per lo più in Veneto: da ottobre 2021 a febbraio 2022, sono stati poco più di 250, di cui 35 nella Bassa Padovana, con l’abbattimento di oltre 14 milioni di capi in tutta la regione, quasi 4 milioni nella nostra provincia, e un danno complessivo di mezzo miliardo di euro, stando ad una stima di Coldiretti, che sulla nostra provincia ha inciso per almeno 50-60 milioni di euro. Le carni avicole – sottolinea la Coldiretti – sono le più consumate dagli italiani con 21,56 chili per persona che possono contare su una produzione nazionale che garantisce l’autoapprovvigionamento e per questo è importante verificare sempre in etichetta l’origine italiana che assicura i più alti livelli di qualità e sicurezza.

Lo scorso inverno l’influenza aviaria si è ripresentata anche nella Bassa Padovana ma con una intensità e un impatto decisamente più contenuti grazie alle misure di prevenzione e biosicurezza messe in atto a tutela degli allevamenti avicoli. La situazione è sotto controllo e costantemente monitorata dalla rete di sorveglianza l’attenzione resta alta, in particolare nelle zone più sensibili e più colpite dall’epidemia. “Coldiretti continuerà il dialogo con la sanità regionale per un sempre più proficuo confronto e una fattiva collaborazione con l’obiettivo di sostenere il settore avicolo veneto e i suoi allevatori in un frangente in cui l’attenzione resta ai massimi livelli per evitare che si ripeta l’epidemia”, conclude Bressan.

 

VENEZIA, I GIOVANI PESCATORI PUNTANO SULLA QUALITA’

Le cozze di Pellestrina pronte per il mercato nazionale ed europeo.

Sono almeno una quindicina le società agricole e cooperative iscritte a Impresa Pesca Coldiretti che nell’isola di Pellestrina si occupano di mitilicoltura. Lo fanno mantenendo la cultura tradizionale della pesca del posto ma puntando sulla professionalità e l’innovazione. “Gli imprenditori sono giovani- afferma Alessandro Faccioli responsabile di Impresa Pesca Veneto- investono su imbarcazioni moderne in grado di lavorare con perfezione sul prodotto che grazie alla qualità raggiunta ambisce ai mercati nazionali ed europei”. E’ questo il caso della società agricola Mareblu che dal 2014 si dedica all’allevamento delle cozze, dalle fasi iniziali di selezione per la semina, al confezionamento del prodotto maturo e la successiva distribuzione alle imprese ittiche del territorio di Chioggia.  La sua specialità è la cozza Mytilus galloprovincialis, cozza tipica di Pellestrina che recentemente è stata certificata “Friend of the Sea”. Si tratta di una certificazione internazionale, progetto della World Sustainability Organization fondata nel 2008 da Paolo Bray, oggi uno tra i principali standard globali per i prodotti (alimentari e non) e i servizi che rispettano e proteggono l’oceano e le sue risorse. La certificazione Acquacoltura sostenibile di Friend of the Sea® viene conferita a quelle imprese come Mareblu che, superando un audit indipendente, dimostrano di impegnarsi per minimizzare gli effetti negativi dell’acquacoltura, come l’impatto su habitat critici, e di non fare uso di prodotti antivegetativi nocivi o ormoni della crescita.

Le due imbarcazioni di Mareblu, una adibita alla semina e una alla lavorazione finale della cozza, si muovono tra i due allevamenti dell’azienda: in Mare Adriatico e nella laguna di Venezia. “Il nostro seme è un seme a Km zero perché nasce all’interno dell’impianto e sempre all’interno dell’allevamento viene portato a maturazione”, spiega Andrea Vianello titolare di Mareblu.

Manualmente e con estrema cura, durante il periodo di raccolta per la vendita, le trecce di cozze vengono lavorate, sgranate e vagliate per selezionare i mitili migliori e più grandi che saranno poi confezionati in reti da 20 Kg ciascuna.

“L’attenzione di Mareblu alla sostenibilità– aggiunge Vianello – riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Grazie alla collaborazione con uno dei nostri clienti che ci ha fornito di un cassonetto apposito, possiamo smaltire in modo efficiente le retine delle cozze non più utilizzabili”.

Una curiosità che forse non tutti conoscono sugli allevamenti di cozze è che di per sé sono utili all’ambiente: “i mitili svolgono il ruolo di filtro per purificare l’ambiente in cui si trovano, con benefici anche per le altre specie – spiega Vianello – I loro gusci, inoltre, inglobano anidride carbonica, sottraendola all’ambiente”.

“Lavorando con cura e puntando sulla qualità con tanto di certificazione, ci auguriamo di ricevere un importante riconoscimento sul mercato, portando avanti una professione che caratterizza la nostra terra e che la mantiene viva” conclude Vianello riferendosi alle cozze che tra un mese saranno pronte per affermarsi sul mercato nazionale ma anche europeo.

 

Appuntamenti

 

ABRUZZO, CAMBIAMENTO ECONOMICO SOCIALE NEL FUCINO E IL MOVIMENTO CONTADINO

“Il cambiamento economico sociale nel Fucino e il movimento contadino” è il titolo dell’incontro promosso da Coldiretti L’Aquila e dal Comune di Avezzano per la presentazione del libro “Una storia esemplare”, scritto dallo storico di economia Costantino Felice, 78 anni, già docente di storia economica dell’università D’Annunzio e considerato tra i più importanti esperti nazionali di storia del Mezzogiorno con particolare riferimento ad Abruzzo e Molise.

L’appuntamento, accreditato dall’Ordine dei giornalisti per la formazione continua – si terrà oggi 12 maggio alle 17.30 nella sala Irti di Avezzano (Via Genserico Fontana, 6) e vedrà partecipare, oltre all’autore del libro, il direttore di Coldiretti Domenico Roselli, il sindaco Gianni Di Pangrazio e lo storico dell’economia Sergio Natalia. A fare da corollario alla presentazione, dopo gli interventi programmati, la testimonianza dell’imprenditore agricolo Franco Paris e le conclusioni dell’assessore regionale alle Politiche agricole Emanuele Imprudente.  

“Un evento per ricordare la piana più nota del centro Italia ripercorrendo le tappe principali della sua storia – dice Domenico Roselli, Direttore di Coldiretti L’Aquila – dalla bonifica alla creazione del distretto ortofrutticolo e agroindustriale passando per la riforma agraria. L’incontro è quindi un tuffo nel passato ma anche un momento di riflessione sul presente”. “A dispetto della consueta immagine di atavico immobilismo meridionale desunta in particolare dallo stereotipato «cafone» siloniano, il Fucino è scenario grandioso e palpitante di un protagonismo sociale e politico che travalica la dimensione locale – scrive il professor Felice nell’introduzione del volume edito da Donzelli  – spiccate peculiarità hanno focalizzato sul Fucino attenzioni di tipo prettamente economico e, nelle sue forme di produzione e di organizzazione si riflettevano, con forte impatto sulle strategie generali, equilibri del mercato interno ed estero, indirizzi governativi, umori e orientamenti di classi e ceti sociali. Il Fucino consente pertanto di ragionare ancora su una serie di nodi tematici – nobiltà/borghesia, economia/contesto, centro/periferia, Stato/mercato – che da sempre impegnano le riflessioni della migliore storiografia meridionalistica e nazionale”.

La stampa è invitata a partecipare.

Al termine della presentazione, nella Cantina del Fucino ad Avezzano, in via Milano di Avezzano, si terrà un agri-aperitivo per gustare i vini del territorio, tra i quali la selezione vincitrice nel 2017 del concorso “Le etichette più belle d’Italia” per le etichette dedicate ai cunicoli di Claudio per “genio artistico, grafica utilizzata e originalità del tema”.

 

PISTOIA, MATERIALI E IMMATERIALI, I TANTI FRUTTI DEL BOSCO

La ricchezza della foresta spiegata dall’imprenditore multifunzionale

Fabio Bizzarri col bosco ci fa di tutto. Dai mirtilli ai lamponi biologici, dal ‘bagno di foresta’ alle tende volanti appese ai tronchi di pino; dalla produzione di panettoni conditi da piccoli frutti, agli alberi di natale in affitto… Un patrimonio di conoscenze messo a disposizione del progetto For.LEAVEs, che organizza Materiali e immateriali, i tanti frutti del bosco: la ricchezza della foresta spiegata dall’imprenditore multifunzionale, un appuntamento formativo aperto ad imprenditori, appassionati, istituzioni e dipendenti che si terrà il 17 maggio 2023 a partire dalle 9 presso l’azienda agricola La Foresta del Teso, Via del Teso, 1945 MARESCA – San Marcello Piteglio.

For.LEAVEs è il Gruppo Operativo di cui fanno parte l’Unione dei Comuni Montani dell’Appennino Pistoiese (capofila), Disei-Università di Firenze, Impresa Verde-Coldiretti Pistoia; Anci-Toscana e le aziende agricole Le Roncacce e Società Agricola Montana.

Protagonista dell’incontro formativo è l’imprenditore agricolo multifunzionale della rete Coldiretti Campagna Amica Fabio Bizzarri: dimostrazione fatta impresa agricola che le risorse materiali e immateriali che il bosco può dare sono innumerevoli.

Il programma prevede gli interventi/saluti di Francesco Ciarrocchi, Direttore Coldiretti Pistoia; Luca Marmo, Sindaco di San Marcello Piteglio e presidente della Provincia; Francesco Benesperi dell’Unione dei Comuni, UCAP. Poi ‘salirà in cattedra’ con le sue esperienze pratiche e le sue visioni Fabio Bizzarri che parlerà della ricchezza della foresta: la coltivazione del bosco e dei suoi frutti; il secondo step dell’intervento sarà dedicato alla fruizione turistica, ricreativa e terapeutica del bosco.

La partecipazione è gratuita, basta prenotare scrivendo a noemi.ferretti@coldiretti.it

 

MANTOVA, BENESSERE ANIMALE, BIOSICUREZZA E CONTENIMENTO DELLA PESTE SUINA

Coldiretti Mantova e Ats Valpadana insieme per approfondire i temi del benessere animale, biosicurezza e fondi per il contenimento della peste suina africana. L’appuntamento, nella sede centrale di Coldiretti al Boma (via Verri 33, Mantova), è per giovedì 18 aggio alle 9:30.

Relatori della mattinata saranno i medici veterinari di Ats Valpadana Vincenzo Traldi e Carlo Rusconi e il responsabile del Caa di Coldiretti Lombardia, Ermes Sagula.

I temi affrontati sono di particolare interesse per gli allevatori, nella gestione quotidiana dell’allevamento e per garantire adeguati standard di protezione dall’emergenza dei cinghiali, vettori della peste suina che, qualora raggiungesse il territorio lombardo rischierebbe di compromettere una filiera che vale oltre 20 miliardi di euro.

La Lombardia, con 4,15 milioni di maiali allevati rappresenta il 49% del totale nazionale, con Mantova seconda provincia per numero di capi (1.069.450 maiali a dicembre 2022), alle spalle di Brescia (1.174.114).