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XII Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio: GLI ITALIANI NEL TEMPO DELLA CRISI: INDAGINE COLDIRETTI/SWG – OTTOBRE 2012

19 Ottobre 2012
XII Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio: GLI ITALIANI NEL TEMPO DELLA CRISI: INDAGINE COLDIRETTI/SWG – OTTOBRE 2012

?CRISI: COLDIRETTI/SWG, CON ARRIVO AUTUNNO 1 FAMIGLIA SU 4 IN DIFFICOLTA’
Con l’arrivo dell’autunno quasi una famiglia su quattro (24 per cento) si trova in difficoltà economiche, con un aumento del 3 per cento rispetto allo scorso anno, ma quasi la metà degli italiani (48 per cento) pensa che la propria situazione sia destinata addirittura a peggiorare in futuro. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “I comportamenti degli italiani nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2012, in occasione della presentazione dei dati Istat su fatturato e ordinativi dell’Industria, e illustrata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. L’ottimismo degli analisti economici per il futuro non sembra – sottolinea la Coldiretti – trovare riscontro nelle famiglie, che nel 51 per cento dei casi dichiarano di riuscire a pagare appena le spese senza potersi permettere ulteriori lussi, mentre una percentuale dell’8 per cento non ha un reddito sufficiente nemmeno per l’indispensabile. C’è pero’ anche – continua la Coldiretti – un 40 per cento di italiani che vive serenamente senza particolari affanni economici e l’1 per cento che si puo’ concedere dei lussi. Le difficoltà familiari – sostiene la Coldiretti – si trasferiscono nei consumi e contribuiscono ad alimentare un clima di recessione che fa prevedere alla maggioranza degli italiani (51 per cento) un peggioramento della situazione economica dell’Italia. “E’ necessario rompere questa spirale negativa aumentando il reddito disponibile soprattutto nelle fasce piu’ deboli della popolazione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare “la necessità di sostenere la ripresa dei consumi”.

 

CRISI: COLDIRETTI/SWG, POLITICI DISONESTI DIMEZZANO VALORE CASA
La presenza di una classe politica locale disonesta fa crollare del 44 per cento il valore della casa e si classifica tra i fattori esterni piu’ importanti nel determinare il valore del bene piu’ amato dagli italiani. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “I comportamenti degli italiani nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2012, illustrata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di una conferma indiretta dell’incidenza che la presenza di una classe politica lungimirante ed onesta ha sulla vita degli italiani nelle proprie abitazioni, ma anche nell’esercizio dell’attività di impresa. Il valore della casa infatti scende – continua la Coldiretti – fino al 58 per cento se nel quartiere manca la legalità, che è l’elemento esterno che dà maggiore valore aggiunto alla casa. A provocare un deprezzamento concorrono anche – continua la Coldiretti – la mancanza di servizi sociali e sanitari diffusi che fa scendere il prezzo del 52 per cento, di opportunità di lavoro (del 51 per cento), della viabilità (del 46 per cento) e di un paesaggio incontaminato e di una gestione ambientale che possono far scendere le quotazioni del 41 per cento. Non è un caso che per quasi la metà (49 per cento) degli italiani la principale causa delle difficoltà del Paese è la fragilità politica che – rileva la Coldiretti – batte addirittura l’elevato debito pubblico, indicato dal 45 per cento degli italiani. “Vi sono ‘beni’ dalla cui stabilità dipendono le energie stesse e la coesione dell’intera comunità: ci riferiamo alla salute, alla formazione, al concetto di sussidiarietà, alla strumentazione scientifica, a condizioni di lavoro dignitose che necessariamente comprendono una soglia di reddito equa per tutti” ha affermato il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, nel sottolineare che “è tempo quindi di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Il Pil in tal caso è strumento e non fine ultimo di una crescita sostenibile”.

 
INDUSTRIA: COLDIRETTI/SWG, 53% RICICLA ABITI SMESSI IN CAMBIO STAGIONE
La maggioranza delle famiglie ricicla dall’armadio gli abiti smessi nel cambio stagione, con il 53 per cento degli italiani che ha rinunciato o rimandato gli acquisti di abbigliamento ed accessori che si classificano come i prodotti dei quali si fa maggiormente a meno nel tempo della crisi. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “I comportamenti degli italiani nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2012, in occasione della presentazione dei dati Istat su fatturato e ordinativi dell’Industria, e illustrata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Sul podio delle rinunce insieme ai vestiti si collocano anche – sottolinea la Coldiretti – i viaggi e le vacanze che sono stati ridotti o annullati dal 51 per cento degli italiani e la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 48 per cento. A seguire nella classifica del cambiamento delle abitudini di consumo c’è – continua la Coldiretti – l’acquisto di nuove tecnologie al quale hanno dovuto dire addio il 42 per cento degli italiani, le ristrutturazioni della casa (40 per cento), l’auto o la moto nuova (38 per cento) e gli arredamenti (38 per cento), ma anche le attività culturali (37 per cento) la cui rinuncia preoccupa particolarmente in un Paese che deve trovare via alternative per uscire dalla crisi. Da segnalare sul lato opposto il fatto che – sostiene la Coldiretti – solo l’17 per cento degli italiani dichiara di aver ridotto la spesa o rimandato gli acquisti alimentari, una percentuale superiore solo alle spese per i figli (9 per cento). “Un fatto importante perché oltre un certo limite non è possibile risparmiare sull’alimentazione se non si vuole mettere a rischio la salute”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “occorre diffidare dei prodotti alimentari venduti a prezzi eccessivamente bassi dietro i quali si potrebbe nascondere il mancato rispetto dei requisiti igienico-sanitari minimi che mettono a rischio la salute, ma anche lo sfruttamento dei lavoratori o dell’ambiente”. Sul mercato si trovano ad esempio oli di oliva venduti come italiani a prezzi che – continua la Coldiretti – non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive e lo stesso vale per prosciutti o formaggi “spacciati” come nostrani o italiani senza esserlo. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano – continua la Coldiretti – la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal parlamento italiano ma non ancora applicato per le resistenze comunitarie.
 
PER QUALI CATEGORIE HA RIDOTTO, RINUNCIATO O RIMANDATO L’ACQUISTO
• Abbigliamento:   53 per cento
• Viaggi o vacanze:   51 per cento
• Tempo libero:   48 per cento
• Beni tecnologici:   42 per cento
• Ristrutturazioni della casa 40 per cento
• Arredamento:   38 per cento
• Auto/moto:    38 per cento
• Attività culturali:   37 per cento
• Generi alimentari:   17 per cento
• Spese per i figli:   9 per cento
Fonte: indagine Coldiretti-Swg risposte multiple
 
CRISI: COLDIRETTI/SWG, OLTRE META’ ITALIANI DETECTIVE DELLA SPESA
La maggioranza degli italiani diventa un vero detective nel momento di fare la spesa, con il 56 per cento che fa lo slalom tra le corsie alla ricerca delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti, il 62 per cento che confronta con piu’ attenzione del passato i prezzi e oltre la metà (51 per cento) che va a caccia dei prodotti che costano meno. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “I comportamenti degli italiani nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2012 e illustrata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Mai come nel passato – sottolinea la Coldiretti – fare la spesa è diventata una sfida alla ricerca della maggiore convenienza che richiede fatica e tempo, tanto che oltre quattro italiani su dieci (43 per cento) fanno la spola tra diversi negozi per cercare la maggiore convenienza. Uno sforzo che in realtà viene premiato poiché l’infedeltà al negozio o al supermarket alleggerisce la spesa con il prezzo della stessa marca e confezione di spaghetti che arriva a triplicare da un negozio all’altro, quello di yogurt e birra del tutto identici che quasi raddoppiano, mentre la stessa confezione di latte cresce del 50 per cento, secondo un recente studio pubblicato in un working paper del Gruppo 2013 promosso dalla Coldiretti. A cambiare – continua la Coldiretti – sono anche le tipologie di prodotti che si mettono nel carrello con il 44 per cento degli italiani che preferisce acquistare prodotti locali, l’11 per cento quelli artigianali e solo il 9 per cento quelli di una grande marca nazionale mentre per il 36 per cento è indifferente e si guarda solo al prezzo o alla qualità. Da segnalare – precisa la Coldiretti – il boom degli acquisti diretti dal produttore al quale si rivolge regolarmente ben il 14 per cento degli italiani, il 48 per cento qualche volta, il 27 per cento raramente e solo l’11 per cento mai. Una opportunità resa possibile dal fatto che in Italia sono presenti quasi 7.000 punti vendita di Campagna Amica gestiti direttamente dagli agricoltori dei quali 1.105 mercati degli agricoltori, 4.739 aziende agricole, 877 agriturismi, 178 botteghe (www.campagnamica.it). I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione sociale, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “partendo dalla distintività, la filiera agricola italiana fa sì che questa diventi non solo la grande leva competitiva per le imprese, ma anche la grande occasione di star meglio per la gente”.
 
CRISI: COLDIRETTI/SWG, 2 ITALIANI SU 3 TAGLIANO SPRECHI A TAVOLA
Con il 59 per cento delle famiglie che torna a preparare i piatti del giorno dopo
Due italiani su 3 (65 per cento) hanno ridotto o annullato lo spreco di cibo per effetto della crisi. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “I comportamenti degli italiani nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2012 e illustrata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Tra coloro che hanno ridotto lo spreco il 67 per cento lo ha fatto – conclude la Coldiretti – facendo la spesa in modo più oculato, il 59 per cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo, il 40 per cento riducendo le dosi acquistate e il 38 per cento guardando con più attenzione alla data di scadenza.“Si tratta forse dell’unico elemento positivo della crisi in un Paese come l’Italia dove a causa degli sprechi dal campo alla tavola viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel ricordare che in Italia gli sprechi alimentari equivalgono a un valore annuale di ben 11 miliardi di euro. Sulle tavole degli italiani tornano dunque i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come – continua la Coldiretti – la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta. I piatti antispreco – conclude la Coldiretti – sono tanti, basta solo un po’ di estro e si possono preparare delle ottime polpette recuperando della carne macinata avanzata semplicemente aggiungendo uova, pane duro e formaggio oppure la frittata di pasta per riutilizzare gli spaghetti del giorno prima e ancora la pizza rustica per consumare le verdure avanzate avvolgendole in una croccante sfoglia. Se avanza del pane, invece, si può optare per la più classica panzanella aggiungendo semplici ingredienti sempre presenti in ogni casa come pomodoro olio e sale per arrivare alla più tradizionale ribollita che utilizza cibi poveri come fagioli, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. Ma anche la frutta può essere facilmente recuperata se caramellata, cotta per diventare marmellata o semplicemente in macedonia.
 
COSA HAI FATTO PER RIDURRE LO SPRECO ?
• spesa in modo piu’ oculato 67 per cento
• utilizzando quello che avanza 59 per cento
• riducendo le dosi acquistate 40 per cento
• piu’ attenzione alla data di scadenza 38 per cento
Fonte: indagine Coldiretti-Swg risposte multiple
CRISI: COLDIRETTI/SWG, CROLLA ACQUISTO CIBO SOLIDALE (-8%)
Crollano gli acquisti di prodotti equo solidali che sono stati abbandonati dall’8 per cento degli italiani che lo scorso anno li acquistavano regolarmente o qualche volta, ma scendono anche  quelli di alimenti etnici ai quali ha rinunciato nell’ultimo anno il 7 per cento degli italiani. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “I comportamenti degli italiani nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2012 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. La crisi – sottolinea la Coldiretti – colpisce dunque anche la solidarietà che si esprime attraverso il commercio di prodotti equo solidali, spesso provenienti da Paesi del terzo mondo che nell’ultimo anno sono stati acquistati regolarmente o qualche volta solo dal 32 per cento degli italiani, il livello piu’ basso degli ultimi cinque anni. Sembra sgonfiarsi anche il boom nei consumi dei prodotti etnici acquistati solo dal 25 per cento degli italiani forse a causa dei recenti allarmi sanitari, ma anche – precisa la Coldiretti – per la scelta di privilegiare acquisti di prodotti nazionali per sostenere l’economia e l’occupazione in un difficile momento di crisi. Quasi la metà degli italiani (46 per cento) continua infatti ad acquistare regolarmente, o qualche volta, prodotti biologici per i quali l’Italia detiene la leadership nel numero di imprese in Europa mentre il 73 per cento prodotti a denominazione di origine che sono profondamente legati al territorio nazionale. Resta alta, nonostante la crisi, l’opposizione agli organismi geneticamente modificati che sono considerati meno salutari da ben il 57 per cento degli italiani, con un 18 per cento che non risponde. Le percentuali degli italiani che acquistano prodotti a denominazione, bio o dagli agricoltori tengono rispetto allo scorso anno, a conferma del fatto che “la crisi non incide sul bisogno di sicurezza alimentare dei cittadini che continuano ad esprimere un forte interesse per le produzioni ad elevato contenuto salutistico, identitario e ambientale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel precisare che “esiste in realtà una polarizzazione nei comportamenti. Chi ha disponibilità di reddito ed è un consumatore attento alla qualità e alla tipicità consolida i propri stili, mentre chi si trova in difficoltà è spesso costretto a rinunciare”.
 
GLI ACQUIRENTI DI PRODOTTI ALIMENTARI
 
Prodotti
Acquirenti
Prodotti di origine controllata e protetta
73 per cento
Prodotti biologici
46 per cento
Prodotti equo-solidali
32 per cento
Prodotti etnici
25 per cento
Fonte: indagine Coldiretti-Swg – chi acquista regolarmente o qualche volta