COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 23 maggio 2019

23 Maggio 2019
News La Forza del Territorio del 23 maggio 2019

Primo piano

LIGURIA

GLI AGRICOLTORI CUSTODI DELLA BIODIVERSITA’

Dall’asparago violetto alla zucchina trombetta di Albenga, dall’aglio di Vessalico al Chinotto di Savona, dal basilico genovese DOP alla Patata di Pignone: sono solo alcuni esempi dei prodotti della biodiversità agricola ligure, salvaguardati e valorizzati grazie al lavoro degli imprenditori locali.

È quanto commenta Coldiretti Liguria, in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, su base dati dell’Unione Europea, dai quali emerge che quasi la metà della superficie agricola ligure corrisponde a zone ad elevato valore naturalistico, ossia a aree che offrono ricovero ad una diversità biologica importante e dove, grazie a coltivatori e allevatori custodi, si impedisce l’estinzione delle produzioni tipiche presenti. A livello italiano nell’ultimo secolo sono scomparsi dalla tavola tre varietà di frutta su quattro, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati.

In Liguria le produzioni locali spaziano dal famosissimo basilico genovese DOP, all’asparago violetto, riconoscibile dal colore viola intenso, alla zucchina trombetta, a forma ricurva, dal fagiolo bianco, prodotto nell’estremo ponente ligure, al Chinotto dal quale si ottiene l’omonima bevanda, fino ad arrivare alla patata di Pignone dove a far la differenza in questo caso sono le sostanze nutritive del terreno in cui cresce che la rendono una patata molto resistente alla cottura. Ma non solo: anche gli allevamenti contano razze autoctone, resistenti ma purtroppo a rischio d’estinzione, quali la Cabannina, la pecora Brigasca e il Cavallo Bardigiano.

“La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole locali: investire sulla distintività è una condizione necessaria per le nostre imprese, per la maggior parte medio piccole, che puntano su prodotti di qualità, conosciuti ormai a livello mondiale, per affrontare il mercato. Ma a rendere possibile la sopravvivenza di questi prodotti sono soprattutto gli imprenditori agricoli dei nostri territori che con il loro lavoro portano avanti la tradizione, difendono e mantengono vivo il territorio, e sostengono l’economia della nostra regione.

Un’azione di recupero importante della biodiversità – concludono Boeri e Rivarossa – si deve, a livello locale e nazionale, ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Un’azione formalizzata con i prodotti presenti nell’elenco dei “Sigilli” di Campagna Amica che sono la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia”.

 

 

Dal territorio

MILANO, MALTEMPO, GRANDINE SUL MONZESE: DISTRUTTI PISELLI, MAIS E FRUMENTO 

Ortaggi distrutti e danni anche su mais, frumento e avena. E’ il primo bilancio – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – del maltempo che ieri sera ha investito una fascia di diversi chilometri tra i comuni di Vimercate, Concorezzo e Villasanta, in provincia di Monza. La bomba d’acqua e la successiva grandinata – precisa la Coldiretti interprovinciale in base alle rilevazione dei tecnici impegnati sul territorio – hanno tritato la verdura in maturazione, come i piselli e le fave, oltre a colpire decine di ettari di cereali, con le piante piegate e le spighe segnate dalla violenza dei chicchi di ghiaccio.

“La tempesta è durata parecchio – conferma Giuliano Fumagalli, agricoltore di Vimercate – La grandine ha colpito in più ondate, prima mista ad acqua e poi da sola. Il mais stava iniziando a crescere e i danni non si possono ancora calcolare, ma su frumento e avena il ghiaccio si è portato via il 30-40% delle spighe. Nel mio caso parliamo di una ventina di ettari. La grandine ha poi distrutto un ettaro e mezzo di fave e piselli che erano ormai in maturazione”. “Sto ancora verificando l’entità dei danni – spiega Fausto Frigerio, cerealicoltore di Vimercate – ma la grandinata ha segnato soprattutto mais e frumento. Sul granoturco ha spaccato le foglie e ha piegato le piante, mentre le spighe di grano sono state colpite più pesantemente. Pioggia e ghiaccio hanno investito parecchi ettari”.

Il maltempo – chiarisce la Coldiretti – ha colpito il territorio monzese in una primavera già segnata da eventi estremi dopo un inverno caldo e siccitoso e in un momento particolarmente delicato per l’agricoltura, con le semine in corso, le verdure e gli ortaggi in campo e le piante che iniziano a fare i primi frutti. In particolare è proprio la grandine l’evento più temuto perché i chicchi si abbattono sulle coltivazioni e – conclude la Coldiretti – spogliano le piante compromettendo i raccolti successivi, dopo un anno di lavoro.

MANTOVA, A CERESARA E’ STRAGE DI CILIEGIE. COLPITI ANCHE MAIS E POMODORO 

Il maltempo di questo pazzo maggio ha colpito alcune aziende agricole di Ceresara, accanendosi sul prodotto principe del territorio: la ciliegia. È ancora presto per tracciare un bilancio esaustivo dei danni della grandinata di ieri, dichiara Coldiretti Mantova, ma qualche agricoltore sta pensando di avanzare la richiesta di calamità naturale, a conferma dell’entità del disastro dove i chicchi si sono abbattuti con violenza.

Guido Ghizzi, agricoltore di Ceresara, parla di “un intero campo di mais di circa 3,5 ettari completamente defogliato, mentre sul 10% delle piante è rimasto azzerato anche lo stelo centrale”. Difficile il computo dei danni, che si vedranno “nel corso della stagione”.

Nel comune di Ceresara risultano molto a rischio una decina di ettari di ciliegie. Francesco Guarneri parla di “danni importanti su circa 5.000 piante di ciliegie, ma anche su pomodoro, mais e una parte di frumento, per un totale di 15 ettari colpiti. Siamo comunque assicurati su tutti i raccolti, anche se il dispiacere rimane”.

La grandine che si è accanita ieri sera fra le 18 e le 18,30  è comunque solamente l’ultimo colpo di una primavera di eccessi meteorologici. Le piogge che hanno accompagnato l’ultimo mese hanno gonfiato infatti le ciliegie, che si sono gonfiate e hanno riportato danni da “esplosione”, come conferma anche Gianfranco Burato, agricoltore di Ceresara.

Consorzi di bonifica chiamati agli straordinari, con uomini sul territorio nella notte e pompe idrovore a pieno regime. Ada Giorgi, presidente del Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga parla di una “attività frenetica, con l’impianto di Moglia di Sermide che ieri sera si è trovato a pompare 18.000 litri di acqua al secondo”.

MODENA, MALTEMPO: STATO DI CRISI MA TROPPA BUROCRAZIA 

Gli strumenti previsti dal decreto legislativo 102/04 non sono più idonei a dare risposte adeguate ai sempre più frequenti eventi estremi conseguenti ai cambiamenti climatici. Lo afferma Coldiretti Modena nel commentare la dichiarazione dello stato di crisi regionale a seguito delle avversità climatiche di maggio 2019 da parte della Regione, con il bollettino n.157 del 21.05.2019. Nel decreto si evidenzia che è già stata presentata al Presidente del Consiglio dei Ministri la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale.

L’eccezionale ondata di maltempo di questi giorni ha comportato esondazioni, allagamenti e frane in tutto il territorio regionale – fa sapere Coldiretti Modena – assieme gravi danni alle colture, con una perdita del 70% delle pere di varietà Abate e Kaiser, la raccolta di ciliegie pressoché azzerata per le varietà precoci non protette dai teli antipioggia (- 90%), e i danni che si estendono, nella nostra provincia, anche all’uva Lambrusco Salamino che a causa delle condizioni climatiche anomale sta germogliando con un mese e mezzo di ritardo.

Proprio alla luce di danni così ingenti e improvvisi – conclude Coldiretti Modena – è necessario dotarsi di sistemi di accesso alle previdenze più adeguati e rapidi eliminando inutili passaggi che appesantiscono la gestione d’emergenza. A nostro avviso gli strumenti previsti dal decreto legislativo 102/04 necessitano un adeguamento per dare risposte idonee a far fronte ai sempre più frequenti eventi estremi conseguenti ai cambiamenti climatici.

VERCELLI–BIELLA: SU FRUTTA GRAVA MINACCIA DEL MALTEMPO E DEI PREZZI BASSI 

Il mese di maggio è stato tra i più freddi degli ultimi 30 anni, secondo gli esperti. L’anomalia climatica ha colpito tutta la penisola, spesso anche con temporali e grandine anche in Piemonte, in un momento particolarmente delicato per il comparto frutticolo, con le piante che iniziano a dare i primi frutti.

La frutticoltura ha un ruolo rilevante nel tessuto economico piemontese. Per quanto riguarda le pesche conta 3.474 aziende, una produzione di quasi 2 milioni di quintali e una superficie di 4.416 ettari, per i kiwi quasi 2.500 aziende, una produzione di 1,2 milioni di quintali e una superficie di oltre 4.500 ettari, per le mele quasi 4 mila aziende, una produzione di 2,4 milioni di quintali ed una superficie di 6 mila ettari. 

Anche le province di Vercelli e di Biella fanno la loro parte nella produzione frutticola. Un tempo centri noti per la coltivazione di pesche e di mele, oggi le circa 350 aziende frutticole coltivano soprattutto kiwi (Actinidia).

Il freddo non ha risparmiato nemmeno queste province: “Abbiamo avuto un aprile molto caldo, con un netto abbassamento di temperatura verso fine mese, che è continuato per tutto maggio, con temporali, vento e grandine. Problemi climatici che facilmente potranno avere conseguenze sulle produzioni”- spiega Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella. “Non è solo il clima che preoccupa e scoraggia le aziende, ma anche i bassi guadagni per i produttori, che percepiscono circa il 15% del valore pagato dai consumatori. Serve, quindi, un’attenzione particolare all’intera filiera per dare nuovi stimoli e sbocchi a questo comparto che paga già l’embargo russo, le barriere strutturali e tariffarie che rallentano l’export e alcune importanti malattie, come la batteriosi del kiwi che ha fatto diminuire la superficie coltivata.

Nelle province di Vercelli e Biella fino a due-tre anni fa si coltivavano fino a 600 ettari di kiwi, oggi almeno 150 sono stati espiantati. Un destino simile lo hanno avuto negli anni scorsi le coltivazioni di pesche, un tempo vanto della nostra zona e che oggi hanno superfici nettamente ridotte”. Difficoltà che tutto il comparto frutticolo piemontese si trova ad affrontare. Conclude Dellarole: “Le sfide del mercato impongono un’organizzazione di filiera sempre più attenta e strutturata, basata su sinergie tra i produttori agricoli e gli industriali più lungimiranti che, scegliendo i prodotti frutticoli di qualità del nostro territorio, investono attraverso sempre nuove progettualità nel vero Made in Piemonte”. 

NOVARA-VCO, SOS MIELE: CON IL MALTEMPO LA PRODUZIONE È A RISCHIO 

Il maltempo sta minacciando la produzione di miele in tutto il Piemonte, preoccupando un settore – quello apistico – che nella nostra regione ha avuto una buona crescita negli ultimi anni e in cui le aziende hanno investito: nel 2001 si registravano 2.701 aziende con 88.276 alveari allevati, e si è passati nel 2017 a 5.612 aziende che conducono 18.982 apiari con 199.315 alveari. Le province di Novara e Vco contano circa un migliaio di apicoltori, tra hobbisti e professionisti.

Nei giorni di bel tempo, quest’anno, le api erano riuscite a formare famiglie numerose e in salute, ma in queste settimane stanno faticando addirittura a produrre abbastanza miele per il loro nutrimento.

“Gli apicoltori si dicono molto preoccupati e riferiscono una produzione di miele ridottissima, in particolare per il miele d’acacia, solitamente la principale produzione per le aziende della nostra zona, e che quest’anno rischia di essere inferiore del 90% rispetto alla media degli ultimi anni. La sofferenza delle api è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo – fa notare Sara Baudo, presidente di Coldiretti interprovinciale di Novara Vco – A risentirne è in particolare la produzione di miele d’acacia che è tra i più richiesti, per cui auspichiamo al più presto il cambio di rotta del meteo”. Baudo ricorda che il rischio è quello di incrementare l’arrivo di miele estero se la nostra produzione sarà scarsa: “A far concorrenza al miele Made in Piemonte non è solo la Cina ma anche l’Est Europa, da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta Campagna Amica in azienda o nei mercati”.

Coldiretti ricorda che la parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

BERGAMO, CONSUMI: STOP ALLE MANI FRANCESI SUL PARMIGIANO ITALIANO 

“Dobbiamo fare di tutto per tutelare il nostro patrimonio di formaggi, costruito con anni di fatica, impegno e sapienza. E’ il nostro fiore all’occhiello, non lo possiamo buttare alle ortiche con operazioni miopi”. Per il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio, è assolutamente necessario fermare la svendita del Parmigiano Reggiano ai francesi per non ripetere gli stessi errori commessi in passato con la cessione della Parmalat alla Lactalis.

C’è molta preoccupazione nel mondo agricolo per le trattative in corso per l’acquisizione della Nuova Castelli da parte della multinazionale francese Lactalis che negli anni si è già comperata i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cadermartori e detiene circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario.

“Se questa operazione andasse in porto – spiega Brivio – si rafforzerebbe l’egemonia francese, perché verrebbero messe le mani su prodotti italiani a denominazione di origine (Dop) più venduti nel mondo, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, fino al Gorgonzola, al Taleggio, alla Mozzarella di bufala campana e al Pecorino Toscano”.

La Nuova Castelli è tra l’altro il principale esportatore italiano di Parmigiano Reggiano ed è una realtà specializzata nella distribuzione di prodotti alimentari con oltre 1.000 dipendenti distribuiti su circa 20 impianti in Italia e all`estero. Nel 2018 la società ha avuto un giro d`affari di 460 milioni.

“E’ di fondamentale importanza difendere i nostri marchi storici – conclude Brivio – per evitare che si proceda con un’azione di delocalizzazione, che si realizza con l’acquisto all’estero delle materie prime agricole e con la chiusura degli stabilimenti e il trasferimento di marchi storici e posti di lavoro fuori dai confini nazionali.”

In questa vicenda, l’interesse sia del mondo agricolo sia dell’intero Paese è anche legato alla tutela delle denominazioni dalle falsificazioni che si moltiplicano nei diversi continenti con Grana Padano e Parmigiano Reggiano che sono i prodotti agroalimentari piu’ imitati nel mondo che diventa Parmesan dagli Stati Uniti all’Australia, Parmesano in Uruguay, Reggianito in Argentina o Parmesao in Brasile o altro anche più fantasioso senza dimenticare i formaggi similari che si moltiplicano anche in Europa”.

Coldiretti Bergamo sottolinea che la tutela dei marchi storici è una necessità per l’agroalimentare Made in Italy dopo che ormai circa 3 su 4 sono già finiti in mani straniere e vengono spesso sfruttati per vendere prodotti che di italiano non hanno più nulla, dall’origine degli ingredienti allo stabilimento di produzione.

PUGLIA, AL VIA ANCHE IN PUGLIA ROTAZIONE COLTURALE PER GRANO A TUTTO BIO 

“Proficua la collaborazione con il dirigente dell’Assessorato regionale all’Agricoltura Trotta che, su nostra sollecitazione sin da gennaio, ha messo nero su bianco la determina che è in fase di adozione a beneficio delle rotazioni colturali da adottare nelle aziende biologiche. Anche gli agricoltori pugliesi, come i loro colleghi delle regioni Basilicata e Sicilia, potranno alternare la coltivazione del frumento duro con due colture diverse, almeno una delle quali sia leguminosa con l’adozione quindi di rotazioni quadriennali delle quali siano previste non meno di tre specie principali differenti, almeno una delle quali leguminose”, dichiara il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Da una decina di anni, il modello colturale che vede la rotazione biennale in avvicendamento con le leguminose da granella o da sovescio o foraggere nelle aree a presenza di allevamenti zootecnici, rappresenta un ottimo e consolidato modello di sviluppo e crescita del settore che sta dando già buoni risultati, aggiunge Coldiretti Puglia.

La richiesta di deroga si è resa necessaria, perché le principali aree cerealicole della Puglia – specifica Coldiretti Puglia – sono influenzate dal tipico clima mediterraneo e da una distribuzione delle piogge che si concentrano prevalentemente nel periodo autunno-vernino e siccità primaverile-estiva, mentre i terreni, differenti tra quelli delle murge, “terre rosse” con presenza di argille e quelli più neutri del tavoliere, però spesso caratterizzati da crosta calcarea più o meno superficiale, risultano in genere poveri di sostanza organica.

Dunque tali condizioni, di cui si sono semplicemente accennati i principali caratteri, pongono dei limiti alle possibilità di coltivazione e alle scelte colturali, che vengono ingigantiti dalla citata normativa e che vanno a penalizzare i cerealicoltori che operano in regime biologico nella nostra regione. Questi, sarebbero condizionati da impostazioni agronomiche poco razionali, che faranno scemare nel tempo la produttività dei suoli, oltre che a vedersi diminuita la possibilità di reddito, in quanto non si consente di far tornare la coltura del frumento duro sullo stesso appezzamento prima di due anni, senza la possibilità di reali alternative colturali.

RAVENNA, ALL’ASSEMBLEA LOTTA ALL’ITALIAN SOUNDING E SCONVOLGIMENTI CLIMATICI 

Dal rinnovamento delle sedi territoriali di Faenza e Lugo, destinate ad ampliarsi per offrire agli utenti servizi ancora più efficienti, alle prospettive di un’azione sindacale che punta a difendere gli interessi degli imprenditori agricoli muovendosi, come sempre, tra ambiente, mercato e pressing nei confronti delle istituzioni. Questi alcuni dei temi trattati nel corso dell’Assemblea Provinciale di Coldiretti Ravenna, riunitasi nei giorni scorsi sotto il coordinamento del Presidente Nicola Dalmonte e del Direttore Walter Luchetta. Prima di guardare avanti e di anticipare strategie future e priorità a breve termine, l’Assemblea ha ripercorso quanto è stato fatto in questi ultimi mesi sia sul fronte economico, con l’avvio e lo sviluppo del progetto Filiera Italia, primo esempio nazionale di alleanza a tutela e rappresentanza della vera distintività ed eccellenza della produzione agroalimentare italiana, che su quello eminentemente sindacale, con le vertenza condotte a livello regionale per abbattere il carico burocratico che zavorra le nostre imprese.

In questi mesi, inoltre, Coldiretti ha visto ulteriormente legittimarsi il suo ruolo di interlocutore autorevole sia verso la politica, ne è un esempio la presenza del Premier Giuseppe Conte al convegno promosso al ‘TuttoFood’ di Milano che ha visto rafforzarsi l’asse nazionale nel contrasto all’italian sounding, sia verso la società civile, verso quelle famiglie di consumatori che, insieme agli agricoltori, stanno traendo i primi benefici dell’etichettatura obbligatoria ottenuta da Coldiretti sugli alimenti base della dieta mediterranea.

“Una battaglia per la trasparenza, e quindi per la sicurezza alimentare – ha ribadito il Presidente Dalmonte – che la nostra Organizzazione conduce da più di 20 anni e che è all’origine della nascita di Campagna Amica, la più grande rete di vendita diretta del mondo, nonché della Petizione Europea #StopCiboAnonimo, perché mai come ora – ha aggiunto – il valore del vero Made in Italy va difeso in Europa”. Sempre in tema di trasparenza è stata poi ricordata la storica sentenza del Consiglio di Stato, il cui recente pronunciamento – che dà atto della palese insussistenza dei motivi di riservatezza circa la provenienza delle materie prime agricole importate – è stato sollecitato proprio da Coldiretti. Con la sentenza in questione si è messa fine ad una complessa e fitta maglia di norme e procedure doganali che in nome di una presunta “privacy” celavano un sistema che solo in Italia utilizza circa un terzo di materie prime straniere che diventano poi sul mercato prodotti Made in Italy.

A scendere più sul piano locale ci ha pensato il Direttore Luchetta ricordando la convinta adesione di tutti i candidati ravennati all’Europarlamento, nonché dei candidati sindaci alle Amministrative del 26 maggio, al sostegno della Petizione, mentre sul fronte del rapporto col consumatore è stato ricordato come dopo l’apertura del Mercato Coperto di Campagna Amica a Ravenna, prosegue la promozione sul territorio provinciale delle vere genuinità locali, come si sta a facendo a Faenza con il nuovo mercato esclusivo di piazza del Popolo, opportunità già apprezzata da moltissimi cittadini, ma anche con iniziative specifiche dedicate alla frutta estiva che, visto lo sfasamento stagionale perdurante, avrà necessità di un sostegno promozionale ancora più forte.

Non è mancato, ovviamente, il riferimento ai Villaggi Coldiretti, esperienza di successo che verrà riproposta molto presto, sempre nelle principali città italiane.

Si è affrontata poi la necessità di continuare a promuovere la genuinità delle produzioni locali, E proprio in merito al clima, alla luce anche delle recenti perturbazioni che hanno ingrossato paurosamente i corsi d’acqua, l’Assemblea si è trovata concorde sulla necessità di sensibilizzare le istituzioni sul ruolo che l’agricoltore può rivestire per la tutela idrogeologica del territorio. Allo stesso tempo è stato posto l’accento sull’emergenza fauna selvatica, in particolare nutrie, tassi e istrici, che con le loro tane sono sempre più le principali responsabili dei cedimenti arginali.

LAZIO, PROTOCOLLO REGIONE SU CINGHIALI TRASFORMA PROBLEMA IN RISORSA 

La giunta della Regione Lazio ha approvato questa mattina il protocollo d’intesa che prevede azioni di prevenzione e gestione per il contenimento dell’eccessiva presenza dei cinghiali sul territorio. A siglare l’accordo sono stati la Regione, Coldiretti Lazio, Legambiente Lazio e Federparchi Lazio con l’obiettivo di conservare l’ecosistema, limitare i rischi per la biodiversità, valorizzare la multifunzionalità agricola e tutelare le aziende costrette a subire danni ingenti, stimati nel 2018 in 4 milioni di euro nel Lazio, a causa del proliferare incontrollato della specie che, in pochi minuti, distrugge interi raccolti. Il protocollo, che ha una durata di 3 anni ed è prorogabile, prevede non solo l’intensificazione dei controlli e la semplificazione dell’iter amministrativo ma anche il coinvolgimento attivo degli agricoltori nelle attività di cattura da svolgere, a fianco dei guardaparchi, attraverso la predisposizione di trappole. Per compensare il reddito perso a causa dei danni provocati dagli ungulati, gli agricoltori potranno cedere direttamente gli animali catturati presso gli istituti previsti dalla normativa vigente o destinarli all’allevamento in aree recintate.

“Siamo molto soddisfatti perché si tratta di un passo fondamentale nella gestione di una problematica che da anni mette in ginocchio l’agricoltura ed è molto sentita su tutto il territorio laziale, a partire dalle province di Rieti e Viterbo – spiega David Granieri, presidente Coldiretti Lazio – Questo protocollo trasforma una drammatica criticità in una risorsa da valorizzare attraverso il coinvolgimento degli agricoltori e l’inserimento in una filiera alimentare controllata, in grado di prevenire speculazioni e  garantire sicurezza e legalità. Gli imprenditori agricoli, in presenza dei requisiti necessari, potranno anche richiedere l’ampliamento delle attività come “Centri di lavorazione della selvaggina”, un’importante opportunità per ridurre i costi e seguire la strada della multifunzionalità. Lo sviluppo incontrollato dei cinghiali da anni crea problemi legati non solo all’agricoltura ma anche alla sicurezza del territorio e all’incolumità dei cittadini, con gli ungulati che ormai si spingono all’interno dei parchi periurbani, dentro le città, alla ricerca di cibo. Il protocollo d’intesa approvato oggi consentirà di intervenire anche sotto questo aspetto migliorando in maniera significativa la situazione attuale”.

MARCHE, GREGGI ATTACCATE: BENE OK DELLA REGIONE A NOSTRA PROPOSTA 

Bene l’estensione oltre l’area montana per i fondi per contenere i danni causati da lupi e cani inselvatichiti che attaccano le greggi ma occorre rendere più veloce la procedura di erogazione e prevedere somme maggiori. Parziale soddisfazione da Coldiretti Marche alla notizia che la giunta regionale ha approvato i nuovi criteri e le modalità di assegnazione dei fondi del Psr per attenuare il conflitto lupo/allevatore. Coldiretti chiedeva da tempo di allargare l’area, in precedenza solo quella montana, per consentire alle aziende di dotarsi di adeguati sistemi di sicurezza come recinzioni e cani da pastore per contenere le predazioni. Non si possono tuttavia sottovalutare altri aspetti molto sentiti dalla categoria. L’entità del rimborso, ad esempio, che non considera la perdita di reddito. O il fatto che, ad esempio, siano rimborsati solo i capi sbranati e non quelli effettivamente uccisi (ad esempio i capi morti per calca durante l’attacco). È il caso dei 100 capi morti in un attacco avvenuto ad Ascoli lo scorso gennaio: solo 6, quelli trovati sbranati, saranno conteggiati per il rimborso.

Nel 2018 sono stati denunciati in tutta la regione 107 attacchi (20% da parte di cani inselvatichiti) con 522 capi uccisi. La decisione della giunta arriva all’indomani dell’ennesimo attacco subito da un allevatore. Stavolta le zanne hanno colpito ad Appignano del Tronto. Bilancio: tre pecore e sei agnelli sbranati nella strage nell’entroterra, sia sull’Appennino che nei pressi dei centri abitati.

PUGLIA, EUROPEE: SULLA PAC L’AGRICOLTURA NON PAGHI IL CONTO DELLA BREXIT 

Dal pesce al latte, dalle uova alla frutta e così via quasi per ogni prodotto estero, i cibi stranieri importati che hanno varcato anche i confini pugliesi hanno provocato quasi un allarme alimentare al giorno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf), in occasione degli incontri di Coldiretti in Puglia con i candidati alle elezioni europee Sergio Silvestris (Forza Italia), Alberto De Giglio e Mario Furore (M5S), Nicola Brienza (PD), Innocenza Starace (Europa Verde) e Joseph Spledido per Casanova (Lega) che rappresentano una occasione per porre il tema della sicurezza alimentare e della trasparenza dell’informazione ai consumatori in cima all’agenda politica, unitamente ad una forte presa di posizione sulla riforma della PAC.

Sul totale dei 398 allarmi che si sono verificati in Italia nel 2018 – sottolinea la Coldiretti – solo 70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%).

“L’obiettivo della nuova legislatura deve essere quello di assicurare le stesse garanzie di trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea dove rischiano di entrare in vigore nell’aprile 2020 norme fortemente ingannevoli per i consumatori. Grazie al pressing della Coldiretti l’Italia è all’avanguardia in Europa per la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti ma questo primato rischia di essere cancellato dall’entrata in vigore nell’aprile 2020 delle norme europee fortemente ingannevoli per i consumatori. In questa legislatura è stata persa un’occasione per realizzare quella trasparenza richiesta in primo luogo dai consumatori che in larga maggioranza, tanto a livello europeo che nazionale, vedono nell’origine degli ingredienti un fattore fondamentale nella scelta di acquisto”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La scelta dell’Europa su questo argomento è stata ancora una volta miope: ha scelto di guardarsi indietro – aggiunge Coldiretti – tradendo le aspettative dei consumatori e di tutti quegli operatori del made in Italy che competono lealmente, agendo sulle leve della qualità e della fiducia dei consumatori. Occorre infatti migliorare e armonizzare – con un incessante interlocuzione di tutte le parti coinvolte – tutti quegli accordi di libero scambio (Ceta, Giappone, e in prospettiva il Mercosur, Nuova Zelanda) che potrebbero minacciare le nostre identità e le nostre produzioni. E’ necessario che tutti gli accordi vengano ratificati dai parlamenti nazionali e dal punto di vista commerciale ed economico contestiamo innanzitutto l’esiguità della strumentazione prevista in tali accordi per difenderci dall’agro-pirateria e più in generale dal cibo falso, insiste Coldiretti.

Ne sono un esempio secondo la Coldiretti le condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, carciofi, olio di oliva, all’Egitto per fragole, uva da tavola e finocchi, oltre all’olio di oliva dalla Tunisia dove non valgono certamente gli stessi standard produttivi, sociali ed ambientali vigenti in Italia.

In altre parole – precisa la Coldiretti – oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%), dalle nocciole turche al pollo dal Brasile fino alle arachidi dall’Egitto. Infatti il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è stato pari al 4,7% rispetto alla media Ue dell’1,2% e ad appena lo 0,4% dell’Italia secondo le elaborazioni Coldiretti sulle analisi relative alla presenza di pesticidi rilevati sugli alimenti venduti in Europa effettuata dall’Efsa. In altre parole – precisa la Coldiretti – i prodotti extracomunitari sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli Made in Italy. L’Unione europea – denuncia Coldiretti – con accordi preferenziali agevola l’ingresso in Europa di prodotti che spesso non rispettano la normativa comunitaria per i pericoli alla salute, l’utilizzo di sostanze chimiche dannose per l’ambiente o lo sfruttamento dei lavoratori. E questo accade spesso grazie alla regia e alle norme sancite dagli accordi bilaterali o multilaterali di libero scambio. L’Unione Europea arriva addirittura ad agevolare l’ingresso in Europa del riso dal Vietnam accusato di sfruttamento del lavoro minorile.

La prossima legislatura sarà fondamentale anche per l’assetto della politica agricola comune (Pac). Ancora una volta la Commissione ha individuato quale principale indiziato su cui scaricare i prevedibili tagli di bilancio, questa volta dovuti alla Brexit, gli agricoltori. Per Coldiretti è necessario che l’Italia si batta contro ulteriori tagli nel nuovo bilancio europeo a carico della Politica agricola comune (Pac) che aggraverebbe la condizione di pagatore netto dell’Italia. “A pagare il conto della Brexit – precisa ancora una volta il presidente Muraglia – non deve essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici all’immigrazione alla sicurezza. Abbiamo l’esigenza di “riequilibrare” invece la spesa, facendo in modo che la Pac possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare della Ue e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea”. Vanno ribaltati anche gli attuali parametri per l’assegnazione delle risorse, dove “l’Italia dovrebbe incassare di più, se si tiene conto della ricchezza prodotta per ettaro con il valore aggiunto per ettaro nazionale che è più del doppio della media UE28, oltre il triplo di Germania e Regno Unito, il 58% in più rispetto al valore aggiunto spagnolo e il 153% in più dei cugini francesi. La maggiore flessibilità prevista dalla proposta di riforma Pac dovrebbe favorire una strategia a livello nazionale che risarcisca quei settori che finora non hanno visto un centesimo”, conclude Muraglia. Per la Coldiretti oltre al mantenimento del budget, con la nuova Pac la Ue deve puntare su nuovi criteri per tener conto della capacità dell’azienda agricola di creare occupazione e mantenere vitale l’economia nei territori rurali, investire sui giovani e rendere più efficaci ed efficienti gli strumenti per affrontare le crisi, migliorare la lotta alle pratiche commerciali sleali. Una Pac infine che deve vincere l’omologazione e valorizzare la qualità e la distintività dell’agroalimentare”. Per Coldiretti non si può continuare su questa strada che, peraltro, stride con gli obiettivi, da più parti sbandierati dalla Commissione Ue, di un’Europa che investe nelle sue campagne come fattore di riequilibrio ambientale, sociale ed economico.

 

CREMONA, GLI ALLEVATORI DI FRISONA SCELGONO COLDIRETTI 

Nel pomeriggio di ieri si è svolta a Cremona, presso la sede nazionale di Anafij, l’assemblea territoriale per l’approvazione dei bilanci e per l’elezione dei delegati all’assemblea generale dell’associazione degli allevatori delle razze frisona e jersey. Si è trattato di una “novità” in quanto da quest’anno – a seguito dell’entrata in vigore del decreto 52/2018 che ha riformato il sistema allevatoriale – all’assemblea di Anafij hanno partecipato direttamente i singoli allevatori e non le loro APA.

I lavori assembleari, presieduti da Fortunato Trezzi e coordinati dal direttore Burchiellaro, hanno previsto l’illustrazione ed il voto sui bilanci consuntivo 2018 e preventivo 2019 e l’elezione dei sette delegati (sui 35 complessivi) che parteciperanno all’assemblea generale di metà giugno prossimo.

L’esito della riunione, molto partecipata, ha premiato e confermato la linea di Coldiretti che da sola, in questi anni, ha trainato la riorganizzazione dell’associazionismo allevatoriale e, nello specifico, ha condiviso e sostenuto i progetti di Anaij. I bilanci sono stati approvati a larghissima maggioranza e l’elezione a scrutinio segreto dei delegati ha visto premiare i sette candidati di espressione Coldiretti, che hanno prevalso a larghissima maggioranza sui tre candidati di Libera-Confagricoltura.

AGRIGENTO, INAUGURAZIONI: APERTA A LUCCA SICULA UNA SEDE COLDIRETTI 

“È un momento importante per Lucca Sicula che ha un luogo dove confrontarsi per lo sviluppo dell’agricoltura”. Lo ha affermato Ignazio Gibiino, presidente della Coldiretti di Agrigento dopo il taglio del nastro in Via Francesco Crispi 21 insieme al direttore e al vicedirettore della Federazione, Giuseppe Miccichè e Dario Mazzola.

In tanti hanno sottolineato l ‘importanza di questa inaugurazione tra cui il presidente della sezione, Calogero Mosca. Presenti anche l’Arciprete Giovanni Corona e gli assessori comunali Filippo Dazzo e Vincenzo Mortillaro.

PIEMONTE, ELEZIONI EUROPEE: PRIORITARIA L’ETICHETTATURA D’ORIGINE 

I cibi stranieri importati in Italia hanno provocato quasi un allarme alimentare al giorno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf) in occasione delle elezioni europee che rappresentano una occasione per porre il tema della sicurezza alimentare e della trasparenza dell’informazione ai consumatori in cima all’agenda politica. Sul totale dei 398 allarmi che si sono verificati in Italia nel 2018 solo 70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%). In altre parole oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%).

“Un’attenzione particolare su questa tematica deve essere posta in occasione delle imminenti elezioni europee – fanno notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Dalle nocciole turche alle agevolazioni dell’Ue a far entrare in Europa il riso dal Vietnam, prodotti ottenuti, oltretutto, attraverso lo sfruttamento del lavoro minorile: è ora di dire basta all’importazione di alimenti extracomunitari che sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli Made in Italy poiché, spesso, non rispettano la normativa per i pericoli alla salute e l’utilizzo di sostanze chimiche dannose per l’ambiente.

Questo accade anche grazie alla regia e alle norme sancite dagli accordi bilaterali o multilaterali di libero scambio. Nei confronti, quindi, delle emergenze alimentari, l’indicazione di origine in etichetta è fondamentale per intervenire rapidamente, circoscrivere l’allarme e contrastare le psicosi con effetti drammatici sul sistema economico e occupazionale – concludono Moncalvo e Rivarossa -. Rispetto ad altri Paesi siamo, grazie al pressing della nostra Organizzazione, all’avanguardia in Europa per la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti, ma questo primato rischia di essere cancellato dall’entrata in vigore nell’aprile 2020 delle norme europee fortemente ingannevoli per i consumatori”.

Proprio a tutela delle produzioni Made in Italy, Coldiretti ha promosso, insieme ad altre nove organizzazioni, l’Iniziativa Europea dei Cittadini EatORIGINal – Unmask your food al fine di estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti. E’ possibile firmare la petizione in tutti gli uffici Coldiretti sul territorio piemontese, presso i mercati di Campagna Amica e sul sito www.eatoriginal.eu

BOLOGNA, CINGHIALI: È EMERGENZA, RISCHIO DI ABBANDONO MONTAGNA 

C’è il concreto rischio di spopolamento delle zone di montagna se ai gravi danni causati dai frequenti rovesci climatici anomali si uniscono quelli, sempre più frequenti causati dai cinghiali. A dirlo è Coldiretti Bologna nel constatare che, nonostante i provvedimenti presi con l’attuazione della delibera 552 del piano faunistico venatorio che prevede non ci siano limiti all’abbattimento di questi ungulati in tutta l’Emilia Romagna, i selvatici continuano ad aumentare di numero, causando non solo ingenti danni alle colture, ma rivelandosi sempre più spesso un pericolo per la cittadinanza, con oltre 800 incidenti stradali causati, solo dai cinghiali, fra il 2012 e il 2017.

La crescita dei cinghiali – comunica Coldiretti Bologna – è costante e incontrollata, non sono più ormai rari gli avvistamenti anche in pianura, come è capitato nelle settimane scorse a Imola e a San Lazzaro di Savena.

“C’è il rischio concreto” ha dichiarato la presidente di Coldiretti Bologna Valentina Borghi “che i danni dei cinghiali in costante aumento, uniti ai gravi disagi provocati dai rovesci del maltempo incentivino gli agricoltori all’abbandono delle zone montane”. “L’agricoltura di montagna è un presidio fondamentale per la vita di molti territori rurali ed è strategica per la lotta al dissesto idrogeologico” continua la Borghi, “le conseguenze dell’abbandono le abbiamo sotto agli occhi, con gli episodi di frane e smottamenti che hanno interessato tutto il nostro territorio”.

 

VENETO/VICENZA, “FESTIVAL BIBLICO”: FIRMA PER FERMARE IL CIBO ANONIMO IN EUROPA 

Principi e contenuti, dibattiti e confronti, ma soprattutto etica e pensiero morale legati al cibo ed ai rapporti tra campagna e città sono i temi portanti del Festival Biblico in corso in questi giorni a Vicenza. Coldiretti, tra le associazioni promotrici, ha animato la serata di ieri al Palazzo delle Opere Sociali, a cui hanno partecipato Ermete Realacci presidente onorario di Legambiente e della Fondazione Symbola, Bruno Barel avvocato e docente universitario di diritto internazionale e Carmelo Troccoli direttore della Fondazione Campagna Amica, moderati dal giornalista vicentino Antonio Gregolin.

LL’occasione è stata propizia per raccogliere firme per la petizione #stopciboanonimo, che ha l’obiettivo di coinvolgere l’Unione Europea nel controllo della circolazione di beni alimentari senza origine. Un’attività che i giovani e le donne di Coldiretti stanno sostenendo in tutto il territorio nazionale e che nel Vicentino ha riscontrato grande interesse da parte dei cittadini.

“Il legame con la nostra terra si traduce anche nell’esigenza di rispettarla, quindi il tema della sostenibilità e della coesione sono strettamente correlati. E tutto questo si traduce nel concetto di bellezza – ha spiegato il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, in apertura di serata – automatico è dunque il riferimento alla natura ed il discorso sui cambiamenti climatici, nonché sul riscaldamento globale, fenomeni acuiti dall’uomo che non si preoccupa, per interessi economici di breve periodo, delle conseguenze dell’inquinamento e dello sfruttamento intensivo delle risorse, provocando uno squilibrio che avvelena suolo, acqua ed atmosfera, ma soprattutto i rapporti umani”.

Stagioni con prolungate piogge o lunghe siccità mettono a repentaglio l’agricoltura e la biodiversità. Da più parti è stato citato Papa Francesco con la sua Enciclica “Laudato Si’”, che ha lanciato un avvertimento all’umanità, perché prenda coscienza di nuovi stili di vita, di produzione, di consumo così nel nostro piccolo cerchiamo di scuotere le coscienze, perché il creato non sia un oggetto da sfruttare ma un valore universale da tutelare.

“Siamo a Vicenza e non siamo immuni a queste problematiche – ha concluso Cerantola – considerato quanto capitato con i Pfas e la devastazione dei boschi dell’Altopiano. Coldiretti vuole cercare una prospettiva ed esprimere fiducia verso un possibile salto culturale che parta da un modello di sviluppo più sano di cui la campagna è testimone naturale”.

PADOVA, ELEZIONI, I CANDIDATI PADOVANI FIRMANO CONTRATTO COLDIRETTI PER EUROPA 

I candidati padovani al Parlamento Europeo hanno sottoscritto il “contratto per l’Europa”, il documento messo a punto da Coldiretti in vista dell’appuntamento elettorale. “In Europa si fanno le scelte cruciali per il futuro del settore primario,con evidenti riflessi anche a livello locale –ricorda il presidente Massimo Bressan – per questo prestiamo molta attenzione al dibattito e ai lavori del Parlamento Europeo. Insieme ai candidati padovani, che hanno accettato l’invito al confronto e che ringraziamo per la disponibilità, abbiamo affrontato i dettagli del “contratto” di cui chiederemo conto agli eletti per i prossimi anni”.

Al faccia a faccia con i dirigenti di Coldiretti Padova hanno preso parte Elisabetta Gardini (Fratelli d’Italia), Paola Ghidoni (Lega), Ulderica Mennella (Movimento 5 Stelle), Roberta Toffanin (Forza Italia) e Achille Variati (Partito Democratico).

“Ai futuri rappresentanti al Parlamento Europeo – continua Bressan – chiediamo di impegnarsi a tutelare e proteggere il grande patrimonio italiano che in virtù della sua chiave distintiva ha un valore simbolico altissimo. Sono cinque gli impegni cardine del “contratto” Coldiretti: difesa delle risorse per l’agricoltura, a partire dalla Pac; obbligo dell’origine in etichetta; eliminazione del codice doganale per identificare il made in Italy; revisione degli accordi di libero scambio; standard produttivi uguali per tutti, senza scorciatoie”.

Non solo, i candidati hanno sottoscritto anche la petizione “Eat Original – scegli l’origine”, l’iniziativa dei cittadini europei con cui si invita la Commissione Europea a imporre la dichiarazione obbligatoria d’origine per tutti i prodotti alimentari, al fine di impedire le frodi, tutelarla salute pubblica e garantire il diritto dei consumatori all’informazione.

Durante il confronto con i dirigenti di Coldiretti Padova, condotto dal presidente insieme al direttore Giovanni Roncalli, i candidati hanno posto l’accento su alcuni aspetti delle future politiche europee, in particolare per l’agricoltura.

“In Europa dobbiamo essere messi nelle condizioni di gareggiare ad armi pari – afferma Elisabetta Gardini – dobbiamo sapere quali sono i punti non negoziabili e siamo chiamati anzitutto a difendere posizione italiana. Le battaglie sull’origine le abbiamo fatte noi e anche l’industria sta capendo che conviene pure a loro puntare su questo. I tempi stanno cambiando e dobbiamo fare in modo che il valore aggiunto del “tutto italiano” non vada solo da una parte. Brexit o no, ribadiamo che non si possono togliere soldi e risorse all’agricoltura. La qualità del made in Italy non ha eguali e proteggere i nostri prodotti è prioritario. Dobbiamo fare in modo che il parlamento conti di più”.

“Avete ben sintetizzato i principali aspetti europei nel vostro documento – osserva Paola Ghidoni – già in passato l’Italia avrebbe dovuto puntare di più sull’agricoltura, anche in Europa. Avrò bisogno del vostro aiuto per un percorso condiviso che ci permetta di raggiungere gli obiettivi che avete ben espresso. Il mio partito ha scelto i candidati alle Europee con una logica di cambiamento e rinnovamento. Andiamo in Europa per lavorare sodo e per contare di più. Il settore agricolo dovrà essere protagonista”.

Ulderica Mennella sottolinea i “molti punti in comune fra il documento Coldiretti e il nostro programma, siamo in linea anche sui trattati che devono essere rivisti. L’agricoltura è il futuro, dobbiamo farlo capire anche ai nostri giovani, e dobbiamo favore la qualità, la stagionalità, la sostenibilità e il km zero se vogliamo creare delle opportunità. Il nostro Paese va messo nelle condizioni di fare investimenti per questo puntiamo a cambiare lo statuto della Banca Centrale Europea per togliere alcuni vincoli di bilancio”.

“Tra le priorità in Europa – spiega Roberta Toffanin – c’è senz’altro la salvaguardia del made in Italy attraverso l’etichettatura integrale, vale a dire che dobbiamo tutelare tutta la filiera made in Italy, in ogni suo passaggio, e non limitarla ad un segmento, se ci teniamo al benessere e alla salute, oltre che al contrasto della concorrenza sleale e delle frodi. La battaglia per l’etichettatura è fondamentale e siamo pronti a fare la nostra parte, come stiamo facendo anche nel Parlamento italiano”.

“I temi affrontati ed espressi da Coldiretti – dichiara Achille Variati – sono di estremo interesse per tutti i cittadini. Difendere i produttori, difendere i contadini significa difendere anche i consumatori, le famiglie, le giovani generazioni. Quando parliamo di lotta allo spreco della terra pensiamo alle azioni che guardano anche alle generazioni future, è questo il compito alto dei parlamentari, coniugare le esigenze del singolo con i grandi valori. C’è un forte collegamento poi tra gli aspetti del settore primario in Veneto e lo scenario europeo, il nostro futuro”.

MOLISE, CAF-COLDIRETTI AVVIA CAMPAGNA ASSISTENZA FISCALE PER MODELLI 730 

Coldiretti Molise ha avviato la campagna di assistenza fiscale finalizzata alla compilazione dei modelli “730”. E’ questo un servizio che l’Organizzazione offre non solo ai propri associati ma anche a tutti i cittadini che scelgono di affidarsi alla maggiore Organizzazione professionale agricola del Paese. Nel corso di una riunione di coordinamento regionale, tenutasi nella sede centrale dell’Organizzazione a Campobasso, sono state tracciate le linee guida per rendere il servizio fiscale offerto da Coldiretti Molise il più possibile rapido ed efficace. Tra i punti di forza del sevizio oltre ai costi contenuti ed alla copertura assicurativa garantita, anche la capillarità degli uffici, dislocati in numerosi centri della regione, che consentono agli utenti di poter usufruire della prestazione senza doversi allontanare troppo dal proprio luogo di residenza, evitando dunque perdite di tempo dettate da spostamenti e lunghe file di attesa.

SARDEGNA, STORICO VIA LIBERA PER LA MOVIMENTAZIONE DEI BOVINI DA CARNE 

I bovini potranno circolare liberamente in tutto il territorio nazionale senza essere soggetti a vaccino per la lingua blu grazie all’articolo 4bis del Decreto Emergenze Agricoltura approvato nei giorni scorsi dal Governo. Lo annuncia Coldiretti Sardegna: “un’ottima notizia per gli allevatori di bovini che da anni a causa della blue tongue, dovevano sottostare ai vaccini e ai conseguenti blocchi di movimentazione quando questi non c’erano, visti i tanti sierotipi che negli anni si sono diffusi nell’isola”.

Un iter che ha rappresentato per anni un freno per questo settore, quello del bovino da carne, in netta ripresa grazie ad allevatori lungimiranti e preparati che si stanno ritagliando prezzi interessanti nel mercato (tra gli altri c’è anche il progetto di Coldiretti con la filiera del bovino al sud) e si stanno distinguendo anche nelle mostre nazionali portando a casa premi importanti.

Un settore quello del bovino da carne che vende fuori dalla Sardegna la maggior parte dei propri vitelli vivi, destinati all’ingrasso e al macello. 

“A causa della diffusione di diversi tipi di sierotipo negli anni ci sono state diverse ordinanze con il blocco della movimentazione (cioè della possibilità di vendere i vitelli fuori dalla Sardegna) –  ricorda il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – costringendo gli allevatori a doversi tenere i vitelli in stalla con una doppia perdita: quella dei mancati incassi dalla vendita e quella di continuare ad alimentarli ed accudirli. Una situazione di emergenza che stava diventando ormai un costo troppo alto per le aziende costrette, per poter superare il blocco della movimentazione a causa dell’assenza dei vaccini, a ricorrere all’esame PCR (analisi del sangue indicatore generale di un’infiammazione). Un iter gravoso ed esoso visto che costa 28 euro a capo, un prezzo troppo alto per poter essere affrontato dall’allevatore”.

Grazie al Decreto (articolo 4 bis – (movimentazione degli animali delle specie sensibili al virus della “lingua blu” nel territorio nazionale), “…l’intero territorio nazionale si considera quale area omogenea  non soggetta a restrizione  per quanto riguarda la movimentazione degli animali della specie bovina…”.

“Era da tempo che sollecitavamo e aspettavamo questa norma – dichiara il presidente di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu -, adesso attendiamo i decreti attuativi della Regione che la rendano operativa in tutta l’isola”.

 

Appuntamenti

ALESSANDRIA: SI INAUGURA NEL CENTRO STORICO UN NUOVO SPAZIO PER SPESA A KM.0

Sabato 25 maggio 

Stanno suscitando curiosità tra gli alessandrini i “lavori in corso” al Mercato Coperto di Campagna Amica che aprirà i battenti, primo in Piemonte, dopodomani, nella mattinata di sabato 25 maggio in via dei Guasco angolo via Savonarola ad Alessandria. Inaugurazione alle ore 10 e taglio del nastro alla presenza di autorità civili, militari, religiose, consumatori e, ovviamente, gli agricoltori con i loro prodotti genuini e rigorosamente di stagione.

Un’atmosfera accogliente, uno spazio luminoso, colorato ed accattivante in pieno centro storico, per una vera spesa a km0, direttamente creato e gestito dagli imprenditori agricoli del territorio, con produzioni a filiera corta, dal campo alla tavola. Per tutti, simpatici omaggi e degustazioni promosse dagli Agrichef di Campagna Amica che cucineranno tipicità locali e ricette della tradizione rivisitate per l’occasione.

Il Mercato Coperto di Campagna Amica è un luogo fisico d’acquisto, ma anche uno spazio partecipato e di socializzazione dove è possibile instaurare un rapporto di fiducia con il produttore agricolo dal quale ricevere in tempo reale informazioni sulle produzioni, sulla salubrità e genuinità di ciò che si acquista e si mangia.

Vetrina privilegiata per le eccellenze enogastronomiche della provincia: dall’ortofrutta ai formaggi, dalla carne ai salumi al vino e al pane, ma anche miele, confetture, farine, prodotti da forno e tanto altro.

In occasione dell’inaugurazione proseguirà al nuovo Mercato anche la raccolta firme per la petizione “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo). I cittadini potranno firmare per chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione al consumatore sulla provenienza di quello che si mangia.

“E’ iniziato il conto alla rovescia e siamo pronti ad affrontare questa nuova sfida. Con noi ci sarà anche il Direttore Nazionale Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli, per uno spazio che auspichiamo diventi luogo di aggregazione in una parte importante della città. Primi in Piemonte è una bella responsabilità per una filiera che si accorcia sempre di più per garantire ai consumatori la possibilità di trovare direttamente in un luogo al chiuso le produzioni fresche e di stagione del territorio e poter dialogare con i produttori”, affermano il presidente e il direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo.

Un servizio in più che va ad affiancarsi ai due appuntamenti con Campagna Amica già presenti ad Alessandria, il venerdì il piazza Libertà e il lunedì in corso Crimea. Da sabato, con il nuovo Mercato Coperto, trovare la campagna in città sarà più facile.

VENEZIA: LE PRIMIZIE SALVATE DAL MALTEMPO NEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA

Sabato 25 maggio 

Due giorni senza pioggia sono stati strategici per gli agricoltori che hanno potuto raccogliere frutta e verdura nei campi veneziani ancora allagati. Coldiretti Venezia invita cittadini e consumatori a visitare i mercati di Campagna Amica e, in particolare il mercato agricolo coperto di Mestre dalle ore 8.00 alle ore 13.00, al fine di sostenere l’attività delle imprese agricole che alle avversità atmosferiche rispondono con coraggio e fiducia. Seppur brutti sono comunque buoni – commentano gli operatori delle bancarelle – ma soprattutto sono il simbolo della forza di chi lavora in campagna. Per questo tra le bancarelle sarà possibile avere consigli per una spesa attenta anche in caso di una pazza primavera che ha colpito gli alimenti base della dieta mediterranea con la riduzione delle disponibilità di molti prodotti. “Sono ingenti i danni dei prodotti coltivati a pieno campo, mentre nel veneziano si sono salvate le primizie sotto serra” afferma il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla. In un momento di grande difficoltà per l’agricoltura si tratta di fare un atto di responsabilità a favore dell’economia e dell’occupazione locale ma anche un aiuto alla salute e al benessere per tornare in forma con l’inizio dell’estate.

 

ROVIGO: LE PRIMIZIE SALVATE DAL MALTEMPO AL MERCATO COPERTO DI C.A.

Sabato 25 maggio   

Questa ondata di maltempo ha dato dei filo da torcere al settore primario, soprattutto in alcune zone del medio Polesine. Al mercato di sabato 25 maggio (via Vittorio Veneto 87/a dalle 8:30 alle 13:00), metteremo in mostra quanto accaduto nelle nostre campagne nei giorni scorsi e al contempo assicureremo la presenza sui nostri banchi delle colture che si sono salvate in questa ‘pazza primavera’. Ogni agricoltore e ogni produzione hanno una storia e sabato cercheremo di raccontarvelo.

“Il maltempo ha reso difficile il lavoro di molti dei nostri produttori – commenta il presidente di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan –, ma ci tengono comunque a non mancare al mercato di Campagna Amica di sabato perché è diventato un appuntamento fisso per molti consumatori. Ci dispiace che lo scorso anno, la stagione ci consentiva di colorare il mercato con numerosi prodotti che quest’anno arriveranno un po’ in ritardo, ma, d’altronde, è la caratteristica dei mercati di Campagna Amica”. “Venire nei nostri mercati a fare la spesa in questo momento – conclude Salvan – è un gesto che ripaga lo sforzo e la tenacia degli agricoltori che non si vogliono arrendere. Lo spazio del mercato coperto serve anche a questo, oltre a trasmettere valori positivi riusciamo a mostrarvi cosa significa essere agricoltore al giorno d’oggi”.

VENETO: PRIMIZIE SALVATE DAL MALTEMPO NEI MERCATI REGIONALI DI CAMPAGNA AMICA

Sabato 25 maggio 

Due giorni senza pioggia sono stati strategici per gli agricoltori che hanno potuto raccogliere frutta e verdura nei campi veneti ancora allagati. Coldiretti Veneto invita cittadini e consumatori a visitare i mercati di Campagna Amica presenti in ogni provincia al fine di sostenere l’attività delle imprese agricole che alle avversità atmosferiche rispondono con coraggio e fiducia. Seppur brutti sono comunque buoni – commentano gli operatori delle bancarelle – ma soprattutto sono il simbolo della forza di chi lavora in campagna.

Per questo tra le bancarelle sarà possibile avere consigli per una spesa attenta anche in caso di una pazza primavera che ha colpito gli alimenti base della dieta mediterranea con la riduzione delle disponibilità di molti prodotti. In un momento di grande difficoltà per l’agricoltura si tratta di fare un atto di responsabilità a favore dell’economia e dell’occupazione locale ma anche un aiuto alla salute e al benessere per tornare in forma con l’inizio dell’estate.

PIACENZA, FRUTTA SALVATA DA MALTEMPO AL MERCATO CONTADINO IN PIAZZA DUOMO

Venerdì 24 maggio 

Prima la siccità, poi le forti precipitazioni e le temperature basse. A tracciare un bilancio del maltempo delle ultime settimane sarà la Coldiretti Piacenza che nella mattinata di domani, venerdì 24 maggio dalle 9 alle 12, sarà presente con il proprio presidio istituzionale al mercato contadino di piazza Duomo. La Festa a tema di Campagna Amica sulla dieta mediterranea accenderà i riflettori sulla frutta e la verdura salvata dal maltempo.

Sarà l’occasione per sensibilizzare i presenti sull’importanza della trasparenza al consumatore e quindi sulla mobilitazione “Stop Cibo Anonimo” finalizzata a chiedere all’Unione Europea l’estensione dell’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti.

 

PADOVA: UN ANNO A KM0, FESTA DI COMPLEANNO COI PRODOTTI SALVATI DAL MALTEMPO

Sabato 25 maggio 

Un anno fa, il 26 maggio 2018, iniziava l’avventura del Mercato Coperto di Campagna Amica a Padova, il primo punto vendita permanente di prodotti a “km zero” firmati e presentati dagli agricoltori del nostro territorio. Più di venti aziende agricole animano la vendita diretta delle tipicità fresche e di stagione nello stabile di via Vicenza 23 due volte la settimana, il sabato mattina e il mercoledì pomeriggio. E la risposta dei padovani non si è certo fatta mancare, tanto che il primo anno di attività si chiude con ben 30 mila presenze. Un risultato lusinghiero e incoraggiante, con numeri in costante crescita e un risconto positivo da parte dei padovani.

“In media ogni sabato contiamo circa 350 presenze – spiega Giovanni Dal Toso, presidente dell’Agrimercato delle Terre del Santo, la realtà che raccoglie gli agricoltori impegnati nella vendita diretta – mentre al mercoledì siamo oltre quota 250, con numeri più alti in occasione di particolari eventi. Vengono a fare la spesa da noi padovani di ogni età, genitori alla ricerca di prodotti genuini e freschi per i figli, ma anche giovani attratti dalla varietà dell’offerta di tipicità del territorio, e pensionati che raggiungono il mercato a piedi oppure con i mezzi pubblici. Per molti è un appuntamento fisso, una buona abitudine per portare a casa e in tavola il meglio della nostra agricoltura.  Sono stati dodici mesi straordinari, 52 settimane vissute intensamente da un appuntamento all’altro, perché il nostro Mercato affianca alla tradizionale vendita delle tipicità del territorio e di stagione iniziative ed eventi, laboratori e assaggi, che hanno sempre riscontrato l’interesse e l’entusiasmo dei padovani di ogni età”.

Per festeggiare insieme questo speciale primo compleanno sabato 25 maggio il Mercato Coperto propone una giornata speciale, con tante sorprese: dalle 10 anche la musica di Marco Pandolfi e Federico Patarnello, i colori del trampoliere e altre sorprese, con assaggi golosi. Alle 11 il taglio della torta in compagnia degli agricoltori e dei tutor di Coldiretti Campagna Amica. Protagonisti della giornata i prodotti agricoli salvati dal maltempo e dagli allagamenti che hanno interessato anche la nostra provincia. Dagli agricoltori dunque viene la possibilità di acquistare le verdure e gli ortaggi a chilometro zero sopravvissute del proprio territorio. In un momento di grande difficoltà si tratta di un atto di solidarietà a favore dell’economia e dell’occupazione locale ma anche un aiuto alla propria salute per tornare in forma con l’inizio dell’estate.

“I padovani di ogni età – continua Dal Santo – hanno imparato a conoscere le proposte di Campagna Amica e della nostra affiatata squadra di agricoltori che affrontano con determinazione la sfida della vendita diretta. Il Mercato diventa così punto di incontro per grandi e piccoli, occasione per conoscere un po’ meglio, in un clima amichevole e informale, i frutti della nostra terra e il lavoro di chi li produce. E’ un’opportunità preziosa per comprendere e apprezzare il valore distintivo della nostra agricoltura, vicina al territorio e alla sua gente”.

ASCOLI-FERMO, A MONTE URANO PER PARLARE DI DIETA MEDITERRANEA CON C.A.

Sabato 25 maggio 

Di che pasta siamo fatti? Domanda lecita per quanti, sempre più, si siedono a tavola e vogliono la certezza che nel piatto ci sia un cibo sano e di qualità. Ed è all’insegna dell’educazione alimentare la giornata dedicata alla Dieta mediterranea che si terrà sabato 25 maggio in via Bolsena a Monte Urano in occasione del consueto mercato di Campagna Amica con la vendita dei prodotti del territorio. Banchi delle eccellenze della campagna aperti fin dalle 8. Attorno alle 11, spazio al nutrizionista Paolo Foglioni e il giornalista Adolfo Leoni per una lezione che si prefigge di portare i presenti alla scoperta della dieta mediterranea. E al termine ci sarà anche una degustazione di pasta 100% Made in Marche. Non mancherà la possibilità di firmare Eat Original! Unmask your food, la petizione dei cittadini europei con la quale si intende chiedere alla Commissione di Bruxelles una legge che renda obbligatoria l’indicazione di origine nelle etichette di tutto il cibo in commercio.

 

VICENZA: NEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA LE PRIMIZIE SALVATE DAL MALTEMPO

Sabato 25 e domenica 26 maggio 

Si accendono i riflettori, questo fine settimana, sulle primizie salvate dal maltempo nei mercati di Campagna Amica. Le prelibatezze vicentine, con in testa ciliegie di Marostica Igp e fragole, saranno disponibili al mercato coperto di Vicenza in Contra’ Cordenons n. 4, al DaBar in Corte dei Bissari e Piazza dei Signori, nell’ambito del Festival Biblico, nonché a Marostica, in occasione della 75a Mostra mercato della ciliegia di Marostica Igp, che assumerà il carattere di vetrina, a causa della scarsa disponibilità di prodotto, in gran parte danneggiato dal maltempo.

I prodotti salvati dal maltempo, che con pioggia, grandine e vento ha distrutto parte delle coltivazioni, saranno proposti dagli agricoltori nei mercati di Campagna Amica sabato 25 e domenica 26. I produttori forniranno ai visitatori del mercato utili consigli per la spesa in una pazza primavera che ha colpito gli alimenti base della dieta mediterranea con riduzione delle disponibilità di frutta e verdura.

“Nonostante le difficoltà che permangono in molte aree – spiegano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – gli agricoltori lasceranno le campagne per offrire la possibilità di acquistare le verdure a chilometro zero sopravvissute. In un momento di grande difficoltà si tratta di un atto di solidarietà a favore dell’economia e dell’occupazione locale, ma anche di un aiuto alla propria salute, per tornare in forma con l’inizio dell’estate”.

Sabato 25 maggio alle 11, con “L’orto in città” verrà celebrata la dieta mediterranea, patrimonio dell’umanità, con un valore del tutto particolare, dato che Vicenza è anche città Unesco. Protagonista dell’evento sarà Francesca Senesi, consulente nutrizionale. Verrà illustrato ai cittadini consumatori come scegliere consapevolmente cosa mangiare ogni giorno e, in particolare, verranno promossi i valori dell’ospitalità, del vicinato, del dialogo interculturale e della creatività. La dieta mediterranea, infatti, è tutto questo: un modo di vivere guidato dal rispetto della diversità.

Domenica 25 maggio alle 10.30, sempre al mercato coperto di Campagna Amica Vicenza, verrà proposto “La dieta mediterranea: il cibo che unisce”, un momento di incontro con i produttori, per riscoprire il valore dei nostri alimenti del territorio attraverso la relazione con i produttori vicentini.

I produttori di Campagna Amica, come sempre, saranno a disposizione quali tutor della spesa per suggerire i migliori accostamenti e le ricette più sfiziose per realizzare dei piatti eccezionali per la famiglia e gli amici.

Ricordiamo che il mercato coperto di Campagna Amica Vicenza sarà operativo sabato dalle 8.30 alle 13.30 e domenica dalle 9.00 alle 13, pertanto i visitatori potranno testare personalmente la qualità dei prodotti e misurarsi con le ricette che i produttori sapranno consigliare per utilizzare al meglio le eccellenze vicentine.

Sabato sarà anche possibile usufruire della consegna della spesa al domicilio, un servizio comodo e che molti cittadini stanno da tempo sfruttando, per scegliere in comodità ciò che si vuole mettere in dispensa e vederselo consegnato direttamente a casa propria. Sabato e domenica dalle 9 alle 19 a Marostica, sarà la volta della tradizionale Mostra della ciliegia di Marostica Igp, un evento ridimensionato rispetto al solito, a causa della scarsa disponibilità.

CUNEO: CON C.A. DIETA MEDITERRANEA E RISO DELLA SOLIDARIETÀ PROTAGONISTI

Sabato 25 maggio 

Quello di sabato 25 maggio, a Cuneo, sarà un mercato Campagna Amica ricco di iniziative. In piazza della Costituzione andrà in scena una vera e propria festa all’insegna della frutta e della verdura, pilastri della dieta mediterranea. I visitatori potranno raccogliere consigli utili sugli alimenti da portare in tavola per prepararsi al meglio all’arrivo della bella stagione. Un concentrato di suggerimenti e spunti per abbracciare con gusto una dieta di tipo mediterraneo, a base di prodotti stagionali, locali e a Km zero, frutta e verdura in testa.

I più recenti studi hanno accertato che chi segue la dieta mediterranea vive più a lungo e riduce il rischio di contrarre malattie cardiovascolari, tumorali o degenerative del cervello quali il morbo di Alzheimer o di Parkinson. Questa dieta, già patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco dal 2010, è così apprezzata a livello internazionale da essersi aggiudicata la palma di miglior dieta al mondo del 2019.

Un’alimentazione sana ed equilibrata richiede scelte d’acquisto consapevoli e per scegliere consapevolmente occorre disporre di informazioni trasparenti in etichetta. “Per questo sabato mattina al mercato Campagna Amica di Cuneo continuerà la raccolta firme ‘Eat Original – Scegli l’origine!’ per contrastare la diffusione del cibo anonimo”, spiega Coldiretti Cuneo.

Sabato mattina ci sarà anche spazio per la solidarietà, grazie alla campagna “Abbiamo riso per una cosa seria” promossa da Focsiv – Volontari nel Mondo, assieme a Coldiretti e Campagna Amica.

Grazie ai volontari Focsiv, sarà possibile acquistare riso 100% italiano della Filiera degli Agricoltori Italiani. Così facendo si sosterrà in concreto un grande progetto che prevede un intervento in Italia e 36 nel mondo in difesa di chi lavora la terra per il diritto al cibo sano e di qualità per tutti.

“Non poteva mancare il nostro impegno in questa importante iniziativa solidale – evidenzia Coldiretti Cuneo -. Sabato invitiamo tutti gli affezionati frequentatori del nostro mercato a contribuire per promuovere nel mondo un’agricoltura libera dalla schiavitù, che combatte l’abbandono della terra e spezza la catena dello sfruttamento che sottopaga i prodotti agricoli”.