COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 22 novembre 2017

22 Novembre 2017
News La Forza del Territorio del 22 novembre 2017
Primo piano
 
UMBRIA
CONSUMO DI SUOLO: UNA LEGGE A TUTELA DEL “CUORE VERDE”
E’ questo il titolo del convegno organizzato a Perugia dalla Coldiretti regionale che ha presentato la sua proposta di legge regionale in materia di contenimento del consumo di suolo agricolo.
 
Una legge – ha spiegato Mario Giuseppe Paolucci, Servizio Autonomie Territoriali, Area Azione Sindacale, Confederazione Nazionale Coldiretti – che intende disciplinare le politiche e gli strumenti per la tutela delle superfici naturali, per valorizzare l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente, con l’obiettivo di uno sviluppo equilibrato delle aree urbanizzate e delle aree rurali, anche tramite il contenimento del consumo di suolo agro-naturale. Le disposizioni della legge – ha aggiunto Paolucci – anche in attuazione di quelle comunitarie, sono finalizzate a consentire l’azzeramento del consumo di suolo agro-naturale entro l’anno 2050. Tra i capisaldi della proposta – ha sottolineato tra l’altro Paolucci – il riuso delle aree già urbanizzate, la rigenerazione delle stesse, la rinaturalizzazione compensativa. È fondamentale – ha concluso Paolucci – oltre che monitorare il consumo di superficie agro-naturale e il mutamento di destinazione d’uso dei terreni agricoli regionali, incentivare sempre più interventi di rigenerazione urbana, così come il ripristino delle colture nei terreni abbandonati o inutilizzati.
Fino al 2016 – ha ricordato Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria – nella nostra regione sono stati 47.494 gli ettari di suolo consumato, con il fenomeno che interessa il 5,62% della superficie territoriale. Oggi occorrono – ha sottolineato il Presidente Agabiti – norme puntuali che consentano all’economia verde e quindi all’agricoltura multifunzionale che tutela la biodiversità, produce cibo ed in grado di apportare una corretta manutenzione al territorio, di contribuire a riqualificare anche le città e le periferie arrestando il consumo di suolo e mantenendo la vitalità delle nostre aree. Tra l’altro, i recenti eventi sismici, possono rappresentare, anche per le imprese agricole, un’occasione importante non solo per una ricostruzione più efficiente delle strutture produttive, ma anche per perseguire una riedificazione sempre più sostenibile e all’avanguardia, nel rispetto dell’identità del territorio.
Quello del consumo di suolo – ha precisato Walter Ceccarini, Direttore ANCE Umbria – è un tema rilevante che interessa direttamente anche le nostre imprese. È chiaro che oggi occorre coniugare in maniera sempre più puntuale il lavoro delle imprese edili, come risposta alle esigenze della collettività, con la salvaguardia dell’ambiente e delle zone rurali della nostra regione. 
Nell’ambito della rigenerazione urbana – ha ribadito Augusto Tomassini, Presidente Confartigianato Edilizia Perugia – è fondamentale che gli strumenti tecnici siano adeguati a standard di eco sostenibilità ed innovazione. Recuperare in maniera funzionale il patrimonio edilizio esistente, favorire la connessione fra le aree urbane ed extraurbane, potrebbe portare ad integrare in maniera virtuosa la pianificazione urbanistica con lo sviluppo rurale, sviluppando anche nuove opportunità economiche e sociali. È chiaro che nell’ambito dei lavori post sisma, assume particolare importanza lo stanziamento di fondi adeguati per perseguire questi obiettivi e per consentire alle imprese impegnate nella ricostruzione di ripristinare un modello “made in Italy” attento all’efficienza, alla sicurezza, così come alla qualità degli edifici.
L’Assessore regionale alla Riqualificazione urbana Giuseppe Chianella ha sottolineato come il tema della gestione della risorsa suolo e del suo consumo sono all’ordine del giorno in diversi consessi a livello mondiale, europeo, nazionale e regionale. Se oggi la criticità maggiore risulta la trasformazione di terreni agricoli in superfici artificiali (aree urbane ed infrastrutture), a causa principalmente delle attività economiche e della necessità di rispondere alle esigenze dell’attuale stile di vita, come l’elevata mobilità e i modelli di consumo, va sottolineato che da parte delle Istituzioni, il tema è sentito e su questo si è raggiunto un notevole grado di consapevolezza.
Questa nuova sensibilità, sollecitata anche da eventi calamitosi legati a fenomeni di dissesto idrogeologico che sempre più spesso colpiscono i nostri territori, ha stimolato il governo a mettere in campo un DDL (“Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”) attualmente in discussione al Senato ed anche all’esame delle Regioni. Va detto che su questo tema l’Umbria, nella sua legislazione regionale, ha rappresentato per anni un punto di eccellenza avendo adottato azioni di contenimento del consumo del suolo, sia nei vari strumenti di Programmazione Urbanistica, che tendono a limitare l’uso, soprattutto in aree agricole e boschive, sia con i vari Programmi di riqualificazione urbana, come i PUC (Programmi Urbani Complessi) o i Contratti di Quartiere.
L’iniziativa di oggi, aperta dalla Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Donatella Porzi, e la proposta di legge predisposta da Coldiretti, si inseriscono anche nell’ambito dell’impegno portato avanti da alcuni mesi a livello nazionale, dalla task force (#salvailsuolo) formata tra gli altri da ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food e WWF che con altre 500 associazioni aderiscono al network europeo “People4Soil”, con oltre 80mila firma già raccolte in Italia per invitare la Commissione Europea a proporre nuovi atti legislativi in materia.
 
 
Dal territorio
 
PIEMONTE, PASTA: BENE SENTENZA TAR, CONTINUA BATTAGLIA PER ETICHETTATURA
 
No del Tar alla richiesta di sospendere il decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella produzione della pasta. D’altronde, ben l’81% degli italiani chiede maggior trasparenza su quanto porta in tavola. Con la decisione assunta dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio viene bocciato, quindi, il ricorso dei pastai.
“Hanno avuto la meglio gli interessi dell’informazione rispetto a quelli economici e commerciali – sottolineano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Questa sentenza mette in evidenza l’importanza dell’etichettatura d’origine per le produzioni agroalimentari e per questo continueremo la battaglia per ottenere l’etichettatura obbligatoria anche per il grano tenero coltivato in Piemonte. E’ corretto che i consumatori – proseguono Revelli e Rivarossa – sappiano cosa stanno acquistando e se in quel determinato pacco di pasta è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, proibito sul grano italiano. Si tratta di una battaglia di civiltà a tutela dei cittadini, della biodiversità, del lavoro degli imprenditori agricoli e dell’economia del territorio. Da febbraio 2018, dunque, entrerà in vigore l’etichettatura d’origine obbligatoria che consentirà di sostenere le produzioni Made in Italy ed in Piemonte e che punta a contrastare le speculazioni che stanno provocando il crollo dei prezzi del grano al di sotto dei costi di produzione”.
 
PUGLIA, ETICHETTATURA: OK DEL TAR ALLA TRASPARENZA SUI PACCHI DI PASTA
 
La scelta del Tar di respingere l’istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. E’ stato riconosciuto il diritto dei cittadini di conoscere l’origine dei grano utilizzato per fare la pasta.
“E’ coerente con la richiesta di trasparenza dei consumatori – è il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – perché attualmente n pacco di pasta su 3 prodotto in Italia è fatto con grano coltivato all’estero ed è per questo che il Decreto sull’etichettatura obbligatoria dell’origine del grano è fondamentale per creare la linea del discrimine tra chi fa spaghetti, maccheroni e orecchiette con grano pugliese e chi con grano canadese, russo o francese. I consumatori devono essere messi nella condizione di scegliere. Con la decisione di accelerare sull’etichettatura di origine obbligatoria anche per la pasta di fronte alle incertezze comunitarie si realizza un passo determinante nella direzione della trasparenza dell’informazione ai consumatori in una situazione in cui, però, 1/3 della spesa degli italiani resta anonima”.
Non si può impedire ai consumatori – aggiunge Coldiretti Puglia – di conoscere la verità privandoli di informazioni importanti come quella di sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano. Ma il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali.
Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%. “L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie, a partire da una profonda revisione delle norme sul codice doganale nel settore agroalimentare – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – che prevede paradossalmente che sia chiamata farina italiana quella ottenuta dal grano straniero macinato in Italia. A pesare sono le importazioni in chiave speculativa che si concentrano nel periodo a ridosso della raccolta e che influenzano i prezzi delle materie prime nazionali anche attraverso un mercato non sempre trasparente. Fare pasta con grano 100% italiano si può come ampiamente testimoniato dalla rapida proliferazione di marchi che garantiscono l’origine italiana del grano impiegato al 100%. Parliamo di un percorso che è iniziato nei primi anni della crisi sotto la spinta dell’iniziativa del progetto di Filiera Agricola Italiana (FAI) che si è esteso ad alcune etichette della grande distribuzione e a noti pastifici italiani”.
Attualmente a livello globale la quantità di grano prodotto più quello stoccato (pari complessivamente a 44,1 milioni di tonnellate) supera abbondantemente i consumi (37,4 milioni). Tutto ciò oltre a mantenere il prezzo del grano basso, fa emergere il giustificato dubbio che parte del grano importato arrivi in Italia con alle spalle già tempi lunghi di stoccaggio. Il pericolo di micotossine nel frumento aumenta dopo i 18 mesi di stoccaggio.
L’Italia – ricorda la Coldiretti – è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,8 milioni di tonnellate su una superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari, ma sono ben 2,3 milioni i tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero e di queste oltre la metà per un totale di 1,2 milioni di tonnellate arrivano dal Canada.
L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma – continua la Coldiretti – l’etichetta non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy.
 
TOSCANA, PASTA CON ETICHETTA: IL TAR DICE SI’ ALLA TRASPARENZA!
 
Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha bocciato il ricorso dei pastai contro il Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta.
“Con questa decisione si accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola – ha commentato Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana-. Non possomo quindi che essere soddisfatti perché è stato riconosciuto il primato dell’informazione dei cittadini rispetto a meri fini economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli Italiani e delle imprese agricole”.
Il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali.
“Il nostro Paese – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale. Anche in Toscana – continua De Concilio –  vengono coltivati circa 110.000 ettari a grano dei quali 90.000 seminati a grano duro e circa 20.000 quelli in cui si coltiva il grano tenero. 3.5 milioni di quintali di grano prodotti. La produzione del grano duro si concentra nella province di Siena, Grosseto e Pisa, mentre ad Arezzo va il primato per il grano tenero, coltivato soprattutto in Val di Chiana. Sono circa 15.000 le imprese agricole toscane che coltivano grano in aree in cui se non vi fosse questa coltivazione resterebbero incolte. Noi continueremo la nostra battaglia, edificando nuove filiere, da soli o con l’industria pastaria lungimirante”.
 
BASILICATA, BENE IL TAR SU ETICHETTATURA D’ORIGINE DEL GRANO
 
“Esprimiamo soddisfazione per la scelta del Tar di respingere l’istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste della quasi totalità dei consumatori che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola”. E’ quanto fa sapere il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto, nel commentare la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha bocciato il ricorso dei pastai contro il Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta.
“E’ la riprova del fatto che i giudici hanno riconosciuto il primato degli interessi dell’informazione dei cittadini – continua Quarto – su quelli economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli Italiani che chiedono trasparenza”. Il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali. L’Italia è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale.
 
MARCHE, STOP TAR A RICORSO ETICHETTA PASTA: OTTIMA NOTIZIA PER LE MARCHE
 
La scelta del Tar di respingere l’istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine della pasta è importante per una regione come le Marche che è il terzo produttore italiano di grano duro. Ad affermarlo è la Coldiretti regionale nel commentare la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha bocciato il ricorso dei pastai contro il Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta.
Si tratta di un provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti per garantire maggiore trasparenza negli acquisti e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione. In pericolo non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre 25mila aziende agricole che lo coltivano in regione, ma anche un territorio di 115mila ettari di terreni marchigiani a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori. Tra le province, Ancona è quella con la maggior superficie destinata a grano duro, ben 51.300 ettari contro i 38.200 di Macerata, gli 11.100 di Pesaro, i 9.300 di Fermo e i 4.700 di Ascoli Piceno.
 
EMILIA-R., ETICHETTA: BENE TAR SU PASTA, DECISIONE SALVA 324 MILA ETTARI DI CEREALI
 
La decisione del Tar di respingere l’istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. E’ quanto ha affermato la Coldiretti nel commentare la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha bocciato il ricorso dei pastai contro il decreto dei ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta. Prendiamo atto con soddisfazione che la Magistratura – commenta Coldiretti Emilia Romagna – ha riconosciuto il primato degli interessi dell’informazione dei cittadini su quelli economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli Italiani che chiedono trasparenza. Non si può impedire ai consumatori – aggiunge Coldiretti regionale – di conoscere la verità privandoli di informazioni importanti come quella di sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano.
Il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono nella nostra regione di 324 mila ettari di terreno coltivato a cereali, pari a un terzo di tutta la superficie coltivata dell’Emilia Romagna
 
RAVENNA, ETICHETTA D’ORIGINE PER GRANO E PASTA: BENE LA DECISIONE DEL TAR
 
La scelta del Tar di respingere l’istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. E’ quanto afferma la Coldiretti Ravenna nel commentare la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha bocciato il ricorso dei pastai contro il Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta.
“Prendiamo atto con soddisfazione della decisione della Magistratura – commenta il Presidente provinciale Coldiretti Massimiliano Pederzoli – i giudici hanno riconosciuto il primato dell’informazione dei cittadini sulle istanze di tipo puramente economico e commerciale degli industriali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli Italiani che chiedono trasparenza. Non si può impedire ai consumatori – aggiunge Pederzoli – di conoscere la verità privandoli di informazioni importanti come quella di sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosato, accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano”.
Ma la decisione del Tar, in una provincia che ha il 21% della superficie agricola coltivata a grano duro e tenero (circa 20mila ettari) – afferma Pederzoli – “è una buona notizia anche per i nostri produttori perché il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano romagnolo e italiano, più buono e sicuro di quello proveniente da altri Paesi, ben al di sotto dei costi di produzione, con una conseguente drastica riduzione delle semine”.
 
GROSSETO: PER L’ETICHETTA BENE TAR SU PASTA PER 81% ITALIANI
 
La scelta del Tar di respingere l’istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. E’ quanto ha affermato la Coldiretti nel commentare la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha bocciato il ricorso dei pastai contro il Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta. “Prendiamo atto con soddisfazione che la Magistratura – sottolinea il direttore della Coldiretti di Grosseto, Andrea Renna – ha riconosciuto il primato degli interessi dell’informazione dei cittadini su quelli economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli Italiani che chiedono trasparenza.
Non si può impedire ai consumatori – aggiunge il presidente provinciale Marco Bruni – di conoscere la verità privandoli di informazioni importanti come quella di sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano”. Ma il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali. L’Italia è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari.
 
MODENA, BENE IL TAR SULL’ETICHETTATURA DELLA PASTA
 
La decisione del Tar di respingere l’istanza di sospensione del decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella pasta accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola. E’ quanto ha affermato la Coldiretti nel commentare la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha bocciato il ricorso dei pastai contro il decreto dei ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta. Prendiamo atto con soddisfazione che la Magistratura – commenta Coldiretti Modena – ha riconosciuto il primato degli interessi dell’informazione dei cittadini su quelli economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli Italiani che chiedono trasparenza. Non si può impedire ai consumatori – aggiunge Coldiretti Modena – di conoscere la verità privandoli di informazioni importanti come quella di sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano.
Il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono nella nostra provincia di 37 mila ettari di terreno coltivati a cereali.
 
PIEMONTE, INIPA: AMPIA E DIVERSIFICATA OFFERTA FORMATIVA PER STAGIONE 2017/2018
 
In crescita il settore della formazione attraverso i corsi erogati da Inipa Piemonte che proprio in questi giorni ha visto l’approvazione del progetto formativo in attuazione della misura 1.1.1. del Psr 2014/2020 relativa alla formazione professionale in ambito agricolo. Solo nel primo semestre di quest’anno sono stati attuati oltre 800 corsi che hanno coinvolto quasi 20 mila allievi.
“Numeri importanti che denotano quanto l’Ente sia attivo e ora, grazie all’approvazione del progetto formativo legato al Psr, potremo dare il via a ulteriori 179 corsi che si prevede consentiranno di coinvolgere oltre 2 mila allievi – sostiene Delia Revelli presidente di Inipa Piemonte – Si tratta, quindi, di un’offerta ampia e variegata per professionalizzare sempre di più il settore agricolo, prestando attenzione a varie tematiche poiché lo sviluppo dell’agricoltura Made in Piemonte passa anche dalla formazione. D’altronde, Coldiretti, che pone da sempre particolare attenzione alla diffusione e allo sviluppo delle conoscenze e delle competenze nel settore agroalimentare, ha scelto da tempo di sostenere le iniziative della formazione e della ricerca realizzate dal proprio ente Inipa”.
“Dall’avviare, amministrare e gestire un agriturismo a coltivare grani antichi a tutela della biodiversità, dalla disciplina dell’etichettatura dei prodotti agroalimentari alla gestione ecosostenibile del noccioleto o del castagneto da frutto, senza dimenticare il settore zootecnico con particolare riferimento al benessere animale ed alla prevenzione dei rischi negli allevamenti, al promuovere l’uso di risorse sostenibili attraverso tecniche di produzione integrata per la preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche – spiega Enrico Rinaldi coordinatore regionale Inipa Piemonte -; davvero molteplici i temi affrontati nei corsi articolati sulla base di precise focus area volte, ad esempio, a sostenere la prevenzione e la gestione dei rischi aziendali, a favorire l’ingresso di imprenditori qualificati e ad attuare il ricambio generazionale, a migliorare la competitività, a gestire le risorse idriche, a salvaguardare la biodiversità  e a ridurre le emissioni di gas a effetto serra oltre a favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili”.  Parallelamente, prosegue l’attività finalizzata all’erogazione di corsi riconducibili a specifiche normative, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ed utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari.
 
SAVONA, A ORCO FEGLINO GRANDE SUCCESSO PER LA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO
 
Si è svolta domenica 19 novembre, ad Orco Feglino nella Parrocchia di San Lorenzo, la tradizionale “Giornata provinciale del Ringraziamento 2017”, che Coldiretti celebra come di consueto al termine dell’annata agraria. Una ricorrenza religiosa che l’Associazione conserva e perpetua con l’obiettivo di ringraziare il Signore per i frutti della terra, raccolti durante l’anno di lavoro. Una domenica di preghiera e riflessione che, nel tempo, è divenuta portatrice di ulteriori valori e significati.
“Quest’anno – afferma il presidente di Coldiretti Savona, Gerolamo Calleri – arriviamo a celebrare questo importante momento religioso, dopo aver affrontato la siccità più pesante degli ultimi anni, ma siamo comunque riusciti a gestire l’emergenza, utilizzando la risorsa acqua in modo oculato. Nonostante le condizioni climatiche ostili, è stato un anno positivo per l’agricoltura savonese, perché i prezzi hanno ripreso quota, anche grazie alle nostre battaglie sindacali per l’italianità dei prodotti.”
“La nostra Associazione – prosegue Calleri – chiama i consumatori a riflettere su concetti quali sostenibilità e biodiversità, per far maturare in tutti noi una maggiore sensibilità nei confronti del consumo di prodotti di stagione, locali ed a chilometri zero, in un periodo di grande difficoltà per le aziende agricole”. Il Messaggio della Cei dà pienamente atto del buon lavoro che Coldiretti sta svolgendo: “Da tempo siamo impegnati a trasmettere questi valori alla comunità ed ai consumatori – afferma il direttore di Coldiretti Savona, Simone Moroni – che, con le loro scelte d’acquisto, possono riconoscere ai coltivatori il loro lavoro, non solo come produttori di cibo, ma anche come custodi del creato”.
“Credo che mai come quest’anno – prosegue Moroni – con piogge quasi pari allo zero, essere riusciti ugualmente a mantenere una buona produzione agricola e di qualità, rappresenti al meglio lo spirito con il quale abbiamo vissuto questa Giornata del Ringraziamento ovvero, nonostante tutto, un’occasione di raccoglimento e di incontro, con quella “testardaggine operosa” che contraddistingue gli agricoltori da sempre abituati a vivere e lavorare con gli occhi rivolti al cielo.
La Santa Messa delle ore 11 è stata concelebrata dal Vescovo della Diocesi di Savona-Noli Monsignor Calogero Marino, insieme al Consigliere Ecclesiastico Regionale di Coldiretti Don Italo Arrigoni ed al Parroco di Orco Feglino Don Giovanni Perata. Durante la Santa Messa, come da tradizione, i contadini hanno offerto all’altare i prodotti della terra. Terminata la funzione religiosa, sono state benedette le macchine agricole presenti sul sagrato della Chiesa.
Alla Giornata, hanno partecipato l’Assessore regionale all’agricoltura Stefano Mai, il Sindaco di Orco Feglino Roberto Barelli con i componenti della Giunta e numerose altre autorità. Per chiudere in bellezza la giornata, i partecipanti si sono ritrovati per il tradizionale pranzo sociale presso il ristorante “Il Portico” di Orco Feglino.
 
CHIETI, A BUCCHIANICO 60 AZIENDE A CONFRONTO SULL’AGRICOLTURA DEL FUTURO
 
Oltre sessanta imprenditori agricoli si sono incontrati ieri sera a Bucchianico, nella sala consigliare del Comune, per discutere delle prospettive del settore in provincia di Chieti e delle nuove opportunità offerte dal piano di sviluppo rurale. Un incontro promosso dalla Coldiretti Chieti per incontrare gli agricoltori del comprensorio bucchianichese e far emergere nuove interessanti progettualità sulla scorta delle iniziative che Coldiretti sta portando avanti sia a livello nazionale che locale soprattutto per la valorizzazione della filiera corta. All’assemblea ha partecipato, oltre al direttore di Coldiretti Chieti Luca Canala, il sindaco Gianluca De Leonardis. Tanti gli spunti emersi ma soprattutto la grande esigenze di valorizzare un territorio a forte vocazione agricola in una provincia “importante” con oltre 30mila aziende agricole complessive operanti e una Superficie agricola utilizzata (SAU) di oltre 110mila ettari coltivati principalmente a vite (26.300 ettari), olivo (21.300 ettari), cereali (23.500 ettari), oltre naturalmente ai terreni occupati da orticole e prati pascolo.
“Con l’incontro di Bucchianico continua il nostro tour per dialogare con la base associativa e presentare la nuova Coldiretti che stiamo costruendo e strutturando in linea con le aspettative e le esigenze degli agricoltori – dice Luca Canala, Direttore di Coldiretti Chieti – il prossimo appuntamento è previsto a Napoli dal 24 al 26 novembre nel Villaggio Coldiretti in cui si incontreranno migliaia di agricoltori tra cui centinaia anche dalla nostra provincia”. 
 
PIEMONTE, PER IL MONDO CHE RUOTA INTORNO A RISICOLTURA MEDIOEVO NON E’ FINITO
 
La risicoltura italiana e piemontese continua a vivere una stagione difficile. Ad un sistema medievale della commercializzazione si aggiungono le pesanti importazioni: +34% dalla Thailandia e un aumento del 346% degli arrivi dal Vietnam, mai così tanto riso straniero è arrivato in Europa come nel 2016. L’est del mondo, il Myanmar in particolare, sta vivendo la problematica dei musulmani Rohingya, i risicoltori fuggiti dalla repressione militare nello stato occidentale del Rakhine e rifugiatisi nel vicino Bangladesh. Ora il governo ha deciso di procedere con il raccolto nei campi abbandonati, assoldando lavoratori da altre zone del Paese. Una mossa che solleva preoccupazioni sulla prospettiva del ritorno di oltre mezzo milione di profughi musulmani che sono fuggiti dalle violenze cominciate nell’ottobre del 2016.
In questo scenario di criticità del comparto risicolo, la Regione Piemonte ha presentato nei giorni scorsi il marchio “Piemondina” per valorizzare il riso piemontese nelle catene della distribuzione organizzata. “Un plauso all’assessorato all’Agricoltura che con questo marchio vuole sostenere la produzione risicola del Piemonte all’interno della grande distribuzione e dei centri commerciali, ma non dimentichiamoci che le problematiche per il comparto restano a partire dai prezzi riconosciuti ai risicoltori che continuano ad essere bassi e non coprono i costi di produzione fino ad arrivare alle importazioni che stanno raggiungendo quantitativi sempre più elevati e al sistema medievale della commercializzazione che vige nel comparto dove regnano le speculazioni degli industriali – sottolineano Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo, Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Ribadiamo a tal proposito la nostra richiesta, già avanzata ad ottobre scorso all’Assessore Giorgio Ferrero, di convocare un tavolo di crisi regionale a cui è opportuno che siano presenti tutti i componenti della filiera, riserie comprese alle quali chiediamo se sono disponibili a fornire i dati relativi alle importazioni. Con una superficie complessiva di 230 mila ettari, 1100 aziende ed una produzione di quasi 10 milioni di quintali il Piemonte è la realtà risicola italiana più importante che dobbiamo salvaguardare per poter fornire traiettorie di futuro ai nostri imprenditori risicoli”.
 
NUORO-OGLIASTRA. SEI AZIENDE NUORESI ALL’AGRI@TOUR PER FORMARSI E MIGLIORARE
 
Sei aziende agrituristiche dell’associazione Terranostra e iscritte alla rete di Coldiretti Nuoro Ogliastra hanno partecipato la settimana scorsa, grazie a Fondazione Campagna Amica e Terranostra all’unico evento in Italia interamente dedicato al mondo dell’agriturismo e all’agricoltura multifunzionale.
Dal 17 al 19 novembre sono stati ospiti di Agri@tour, ad Arezzo, un salone nazionale con un programma di eventi specifici per gli operatori del settore. Si tratta di un’esposizione di 18.000 mq per gli appassionati di agricoltura e turismo sostenibile, per gli amanti della cucina e dei prodotti tradizionali, della campagna e dell’Italia rurale. Le aziende sarde hanno potuto incontrare il mercato professionale, per valorizzare il settore e la cultura dell’ospitalità rurale, per promuovere l’aggiornamento tecnico e formativo, le tecnologie e le forniture. Un’occasione per presentare l’offerta agrituristica italiana a qualificati operatori internazionali provenienti da paesi di riferimento per il turismo del nostro Paese anche attraverso i prodotti principe della Sardegna agropastorale come il formaggio e il vino offerto in questo caso dalla Cooperativa Pastori Dorgali e dalla Cantina di Dorgali.
“La partecipazione a questo evento segue la linea tracciata da Terranostra nel voler aggregare le nostre imprese agrituristiche – afferma Alessandro Serra, direttore Coldiretti Nuoro-Ogliastra –. Diversi sono poi gli strumenti attraverso i quali le aziende vengono affiancate, grazie alla nostra rete, nelle proprie attività di produzione e commercializzazione dei prodotti e nell’erogazione dei servizi agricoli, agrituristiche didattico sociali, nell’organizzazione delle campagne pubblicitarie collettive e individuali. L’obiettivo è quello di fornire assistenza agli associati e accompagnarli in tutti gli adempimenti e percorsi di crescita”.
Dal 2014 infatti è attivo un sito internet che raggruppa tutti gli agriturismo Terranostra della Sardegna centrale: www.midsardinia.it con l’intento di innovare e innalzare la capacità competitiva. Progetto nato grazie alla collaborazione della Camera di Commercio di Nuoro. A contorno vengono inoltre organizzati dei corsi formativi e professionalizzanti, quali il corso Agrichef e di inglese di imminente attivazione.
“La partecipazione a questo salone – commenta Simone Cualbu, presidente Coldiretti Nuoro-Ogliastra -dimostra come lo sviluppo passa attraverso il settore agricolo che presenta grandi segnali di innovazione e di collaborazione tra imprese”.
Le aziende che hanno partecipato ad Agri@tour, coordinate dalla segretaria provinciale Terranostra Silvana Sedda sono: Agriturismo Canales di Dorgali, Agriturismo Guthiddai di Oliena, Agriturismo Muristene di Dorgali, Agriturismo Nuraghe Murtarba di Villagrande, Agriturismo Didone di Dorgali e l’Agriturismo Parco Donnortei di Fonni.
 
VICENZA, TAGLIO DEL NASTRO DEL PRIMO MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA
 
“La filiera corta non è più sufficiente. Il consumatore oggi dà per scontato che un prodotto del territorio è garanzia di qualità e tradizioni, quindi pretende ancora di più. È Coldiretti, attraverso Campagna Amica, non si è certo tirata indietro di fronte a questa nuova sfida, mettendo in campo idee innovative e strategie che coinvolgono produttori e consumatori, facendo del mercato un luogo di incontro, confronto e crescita. Al centro di tutto le nostre eccellenze, con la loro storia e la possibilità di impiegarle al meglio”.
Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù descrivono il nuovo progetto di Coldiretti: il mercato coperto nel centro storico di Vicenza. “Chiamarlo mercato è davvero riduttivo – aggiunge il presidente provinciale di Campagna Amica, Dino Panozzo – in quanto questo spazio coperto di oltre 300 metri quadri ospiterà 19 produttori agricoli vicentini, che proporranno tutti i prodotti migliori del territorio berico. Ma il nuovo mercato contadino non si limiterà a questo, infatti, attraverso sinergie già in atto e che verranno strette a breve, ospiterà anche incontri formativi tra produttori e consumatori e non solo”. Il nuovo mercato di Via Cordenons, insomma, diventerà una vera e propria fucina per quanti avranno idee interessanti da proporre ed un interesse particolare per i prodotti dell’enogastronomia vicentina.
“Le battaglie di Coldiretti per la tutela del made in Italy e delle produzioni locali sono molte – sottolinea il presidente Cerantola – perciò abbiamo deciso di metterci ancora una volta la faccia, anche per ringraziare la fiducia dei vicentini, che in gran numero scelgono il mercato di Campagna Amica per portare in tavola alimenti appena raccolti dal campo, di stagione e, naturalmente, a km0”. Ecco, quindi, l’idea di offrire questa possibilità anche a chi abita in centro storico e non ha la possibilità, altrimenti, di optare per i prodotti della terra. “Ed abbiamo pensato – aggiunge il direttore Palù – di garantire la consegna a domicilio, che per il giorno dell’inaugurazione sarà gratuita in tutta la Ztl. Un servizio che verrà fatto attraverso una cooperativa sociale vicentina, che offre un’opportunità di lavoro a giovani con disabilità. In questo modo abbiamo condiviso un grande progetto di integrazione sociale”.
Attraverso il mercato coperto, però, Coldiretti intende anche lanciare importanti messaggi alla città. Da ciò deriva la collaborazione con Askoll, che “ha nel suo Dna – ricorda Gian Franco Nanni, corporate marketing manager di Askoll Holding srl – la sostenibilità ambientale, in quanto fin dalla produzione dei primi motori ha sempre prestato la massima attenzione per il rispetto ambientale e l’uso delle materie prime. Ed oggi, con il progetto della mobilità elettrica, l’asticella si è ulteriormente alzata, a dimostrazione della necessità di custodire il nostro territorio, come da sempre Coldiretti va sostenendo. Una collaborazione, dunque, che nasce con naturalità e che potrà portare grandi soddisfazioni per la città”. Domenica 26 novembre alle ore 11.00 il taglio del nastro del primo mercato coperto di Campagna Amica Vicenza.
“A rendere indimenticabile la giornata – concludono Cerantola e Palù – una serie di attività, che contribuiranno a tingere di giallo la città di Vicenza. Dai laboratori di cucina creativa per bambini e ragazzi con Il Mondo di Bu in Piazza San Lorenzo, agli Sbandieratori di Marostica ospitati in Piazza dei Signori, le sculture dell’artista di fama internazionale Alberto Tomasi, i laboratori sul mondo delle api curati dalla fattoria didattica Malgasiago e, grazie alla collaborazione con Confartigianato Vicenza, Wusche, gli scultori di Foza”. L’evento sarà seguito in diretta da Radio Vicenza e vedrà la partecipazione di Doctor Clown, che contribuirà a lanciare, attraverso Coldiretti, un messaggio sociale e di solidarietà ai vicentini. È possibile visitare il mercato collegandosi ai siti: www.mercatovicenza.it o www.agrimercatovicenza.it.
 
PUGLIA, AMBIENTE: IN UN ANNO RADDOPPIATI TERRENI COLTIVATI A CANAPA
 
“Taranto può diventare il distretto della canapa del Sud Italia, fornendo una efficace risposta ambientale all’emergenza creata dall’ILVA. Dalle attività sulla canapa ed in particolare dalla selezione di nuove varietà stanno emergendo applicazioni in campo alimentare, cosmetico e nutraceutico che verosimilmente offriranno nuove possibilità di sviluppo di impresa e l’assunzione di nuovo personale. Può essere coltivata senza alcun impiego di diserbanti e insetticidi. Ha minime esigenze di fertilizzanti e lascia nel terreno una buona dotazione di sostanza organica, rappresentata da una gran parte dell’apparato fogliare, oltre all’abbondante e profondo apparato radicale”. E’ uno dei percorsi segnalati dal Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, nel corso del convegno della CISL a Taranto.
E’ boom nella coltivazione della canapa (cannabis sativa) in provincia di Taranto, con un aumento di più del doppio dei terreni coltivati rispetto all’anno scorso a scopo tessile, edile, cosmetico, ecc. Un vero boom spinto dalle molteplici opportunità di mercato che offre questa coltivazione particolarmente versatile e dalla quale si ottengono dai tessuti ai materiali edili, ma anche olio, vernici, saponi, cere, cosmetici, detersivi, carta o imballaggi. Ma c’è pure il pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.
“Sono sconfortanti i dati – ha continuato il Presidente Cantele – che segnalano un aumento di mortalità a causa dell’esposizione alle polveri industriali, per tumore polmonare e per infarto del miocardio, oltre all’eccesso ritenuto ‘importante’ di patologie respiratorie tra i bambini di Taranto tra 0 e 14 anni su un territorio ferito da una vertenza ambientale senza precedenti. Sul fronte produttivo gravano le stesse preoccupazioni. Forse per qualcuno l’agricoltura, la pesca, il turismo e l’agroalimentare di qualità non sono componenti fondamentali ed essenziali per lo sviluppo della provincia Jonica. Coldiretti non accetta che si perseveri con strategie che non tengano in dovuto conto esigenze e bisogni delle comunità interessate e si costituirà parte civile in tutti i procedimenti tesi ad accertare responsabilità in ciò che è accaduto, per tutelare le imprese agricole che, oltre ad essere coinvolte loro malgrado nella difficile vertenza ambientale che ha ferito duramente il territorio della provincia di Taranto, registrano pesanti perdite in termine di immagine e di reddito”.
L’agricoltura jonica, con una superficie totale di 31.657 ettari, riesce a raggiungere mediamente una Produzione Lorda Vendibile di 470 milioni di euro e rappresenta una realtà economica importante per l’intera regione. In pochi anni l’agricoltura jonica, che raggiunge punte di eccellenza nei comparti dell’uva da tavola e da vino, orticolo, agrumicolo e del lattiero-caseario, si è vista riconoscere l’alta qualità dei propri prodotti, legata a storia e tradizioni, ottenendo 6 DOC ‘Aleatico’, ‘Primitivo di Manduria’, ‘Lizzano’, ‘Martina Franca’, ‘Locorotondo’, ‘Colline Joniche Tarantine’ e due IGT ‘Tarantino’ e ‘Valle d’Itria’ per i vini, 1 DOP ‘Terre Tarentine’ per l’olio, 1 IGP per le ‘Clementine del Golfo di Taranto’ e rientrando a pieno titolo, con le sue produzioni, nella lista dei 231 prodotti agroalimentari pugliesi riconosciuti ‘tradizionali’ dal Mipaf.
“Da anni stiamo ripetutamente chiedendo che venga verificato immediatamente l’effettivo stato di salute della catena alimentare – ha concluso il Presidente Cantele – su cui a cicli alterni si gettano pesanti ombre, individuando e rimuovendo gli eventuali problemi laddove venissero riscontrati. E’ un dovere naturale ed un impegno politico consequenziale al progetto di difesa del territorio che è espressione e culla della varietà e qualità dei prodotti agroalimentari. Dovrà essere, però, garantita la massima chiarezza rispetto all’entità reale del problema, al fine di non generare allarmismi nei consumatori e danni irreversibili agli allevatori e agli agricoltori ed evitando che le criticità ambientali di un’area sostanzialmente circoscritta possano ledere l’immagine complessiva della produzione agroalimentare dell’intera provincia”.
 
 
Appuntamenti
 
MARCHE: I PRODUTTORI TERREMOTATI AL VILLAGGIO COLDIRETTI DI NAPOLI
Da venerdì 24 a domenica 26 novembre
 
Produttori marchigiani terremotati protagonisti al Villaggio Coldiretti di Napoli, che verrà inaugurato venerdì 24 novembre con la presentazione del nuovo censimento del patrimonio enogastronomico nazionale. L’appuntamento è alle ore 9.30 sul lungomare Caracciolo, Rotonda Diaz. Nell’ambito del grande Mercato di Campagna Amica sarà presente per tutto il week end una decina di agricoltori dei territorio di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata colpiti dal sisma, con prodotti simbolo come il Pecorino dei Sibillini, ma anche vino cotto, vino di visciole, liquore di giuggiole, miele, marmellate, legumi e zafferano. Uno spazio importante per la solidarietà all’interno di un percorso di 1,5 chilometri che comprenderà anche agriasilo per i bambini, i menu degli agrichef a 5 euro, la fattoria degli animali a rischio di estinzione, il villaggio delle idee con i giovani e tante altre iniziative.
Per l’occasione sarà presentato il nuovo Censimento nazionale del patrimonio enogastronomico, che comprende anche molti prodotti marchigiani. Ai raggi X per dimensioni e caratteristiche saranno tutti i diversi tipi di pane, pasta, formaggi, salumi, conserve, frutta e verdura, dolci e liquori tradizionali che compongono l’offerta delle tipicità a tavola, classificati per regione e tipologia, con gli esempi più curiosi, più rari, più antichi, più ricchi di proprietà salutistiche nella più ampia esposizione della variegata offerta territoriale mai realizzata prima.
 
CALABRIA: AGRICOLTORI CALABRESI A NAPOLI AL VILLAGGIO CONTADINO COLDIRETTI
Da venerdì 24 a domenica 26 novembre
 
Una nutritissima delegazione di agricoltori da tutte le provincie, in particolare giovani, parteciperà e visiterà il Villaggio contadino della Coldiretti che sarà inaugurato alle ore 9,30 di Venerdì 24 novembre a Napoli sul lungomare Caracciolo, Rotonda Diaz, dove rimarrà per tutto il week end.  Il grande evento è in occasione dell’anniversario dello storico riconoscimento Unesco, avvenuto a novembre 2010, della dieta mediterranea come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. “Saranno tre giorni entusiasmanti – riferisce Coldiretti – che si incastonano con l’inizio dello shopping di Natale in una città, Napoli, dalle grandi tradizioni.
“Giorni intensi di avvenimenti – commenta Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – e il Villaggio Coldiretti rappresenterà il legame profondo tra agricoltori e territori. La produzione di cibo diventa il racconto di una visione dell’economia all’insegna della sostenibilità, della tutela dell’ambiente e delle politiche sociali. Porteremo il nostro contributo e nello stesso tempo, faremo tesoro dei valori di questo grande avvenimento”. Innumerevoli anche le curiosità. Per la prima volta in Italia arriva il Black Friday della tavola con la possibilità di scoprire piatti da gourmet che allungano la vita con tutti i menu a 5 euro preparati dagli agrichef contadini. Un ritorno alle radici del Made in Italy, con i sapori antichi della tradizione, senza dimenticare l’innovazione con la carne 100% italiana servita nelle bracerie e la pizza autenticamente tricolore, dalla farina all’olio, dal pomodoro alla mozzarella, ma anche lo street food green. Spazio anche alla spesa per i regali ed i cenoni di Natale con il più grande mercato a chilometri zero di Campagna Amica e alla solidarietà per salvare le specialità delle aree terremotate che saranno offerte dagli agricoltori colpiti dal sisma.
Ci saranno la presentazione di indagini, ricerche ed esposizioni in anteprima assoluta e qualificati ed autorevoli interventi nazionali e internazionali, ma #stocoicontadini è anche una occasione unica per scoprire la Fattoria italiana con innumerevoli razze di animali.  Ed ancora, agriasilo dove i bambini possono imparare a mungere gli animali, cavalcare asini, fare la pizza e riconoscere l’olio, lezioni nell’area orti e giardini con il tutor, lo spazio dell’economia domestica e dell’agricosmetica con i frutti della terra e quello sportivo in collaborazione con il Coni ma anche i trattori storici e quelli dell’ultima generazione, gli antichi mestieri dei nonni e il villaggio delle idee con i giovani, anche calabresi, che discuteranno sul tema cibo e immigrazione in collaborazione con l’Università di Pollenzo e gli studenti di Istituti alberghieri che animeranno l’intera area  in cui sono previste le presenze di esponenti Istituzionali, rappresentanti della società civile, studiosi, sportivi ed artisti.
 
MASSA CARRARA: AL SAN DOMENICHINO LA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO
Domenica 26 novembre
 
A Massa la 67esima giornata del ringraziamento nel segno dell’ospitalità e dell’accoglienza. E’ il messaggio dei vescovi della commissione Cei in occasione della festa dell’agricoltura promossa da Coldiretti che si celebra domenica 26 novembre alla Parrocchia di San Domenichino (via Poveromo, 46) con la sfilata del lungo corteo di trattori e la benedizione dei frutti della terra. Evento di origini antiche, ricorda don Paolo Bonetti, consigliere ecclesiastico nazionale Coldiretti, è stato riscoperto dall’associazione a partire dal 1951 e proposto a tutte le province italiane. Dal 1974 è stato inserito nel calendario liturgico nazionale. “La Giornata del ringraziamento – spiega Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Massa Carrara – è un momento importante di riflessione e preghiera. Un momento che è profondamente di Coldiretti, sentito dalla gente dei campi, dagli imprenditori agricoli che ogni anno aspettano questa ricorrenza con rinnovato spirito di riconoscenza.
Quest’anno la giornata è dedicata al tema della terra ospitale che negli agriturismi il simbolo spontaneo del legame diretto tra il territorio, il turismo, l’enogastronomia, l’accoglienza ed uno degli avamposti per la salvaguardia e tutela del paesaggio e dell’ambiente. Il programma prevede il raduno dei mezzi agricoli (ore 9.30) presso la piazza di fronte alla Parrocchia, la Santissima Messa (10.00), la benedizione dei mezzi agricoli (11.30), la sfilata dei trattori (12.00) e la degustazione dei prodotti locali (13.00) per tutti i convenuti.
 
REGGIO EMILIA: UN CONVEGNO SU ETICA E TUTELA DEL RISPARMIO
Sabato 25 novembre
 
Qual è il valore che la nostra società da oggi al risparmio? Può ancora essere una leva su cui agire? Come si lega l’etica al risparmio? Confconsumatori e Coldiretti Pensionati partono dal Titolo III Rapporti Economici della Costituzione della Repubblica Italiana che all’art. 47 cita “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.
“Siamo partiti da qui per riportare in luce una riflessione legata al risparmio –  commentano Vitangelo Tizzano e Secondo Malaguti, Vicedelegato confederale Coldiretti Reggio Emilia e presidente di Confconsumatori di Reggio Emilia, promotori del convegno che si terrà sabato 25 novembre 2017 alle ore 9.30 presso l’Auditorium ‘Reggio Children” Centro Loris Malaguzzi di Reggio Emilia. Porteremo questi temi con l’obiettivo di un confronto tra addetti ai lavori e risparmiatori per svelare le truffe e le opportunità affinché i loro risparmi non vengano neutralizzati e per questo abbiamo selezionato solo testimonianze da parte di Istituti di credito con un codice etico”.
Interverranno al convegno l’avvocato Michele Di Bari, Gianluca Gibertini, Vice Direttore Area Comm.le Reggio Emilia, Modena e Cavola Emil Banca Credito Cooperativo ed Elisa Catellani, Area Strategie di Banca Etica.
 
CUNEO: DONNE E ANZIANI INTRAPRENDONO UNA INTENSA STAGIONE DI CONFRONTO
Da giovedì 23 novembre a giovedì 14 dicembre
 
Con l’autunno sono iniziati su tutto il territorio della provincia di Cuneo gli incontri dei movimenti Donne Impresa e Associazione Pensionati di Coldiretti. Un terzo delle donne coltivatrici, in provincia di Cuneo, è a capo di un’impresa agricola ed oltre il 40 per cento sono co-imprenditrici che apportano nell’ambito dell’impresa agricola la spiccata sensibilità sull’organizzazione delle vendite e sulla capacità di far apprezzare il Made in Cuneo nel mondo attraverso contatti con bacini di consumo emergenti come, nel caso dei vini, l’America, il Giappone e la Cina.
Gli anziani continuano a rappresentare un punto di riferimento inossidabile per gli imprenditori agricoli cuneesi le cui figure vanno spesso viste come momento consulenziale e di confronto per la crescita e lo sviluppo dell’imprenditoria agricola.
Gli incontri vedono la presenza della presidente Delia Revelli e del direttore Tino Arosio che affermano: “Partecipiamo alle riunioni con la volontà di ascoltare le esigenze dei soci, ma anche per illustrare il ruolo della Coldiretti nella società italiana. Evidenziamo l’insostituibile funzione delle donne e quello degli anziani in agricoltura. Coldiretti, attenta alle loro esigenze considera la loro presenza all’interno delle famiglie imprenditrici come momento di equilibrio sia a livello sociale che imprenditoriale. Gli incontri rientrano nella prassi ormai consolidata di un confronto a 360 gradi sulle problematiche agricole viste con gli occhi delle donne imprenditrici e degli anziani soci”.
Ecco il calendario degli incontri Donne Impresa e Pensionati Coldiretti: giovedì 23 novembre Pensionati ore 9 / Donne Impresa ore 14:30 – Alba e Cortemilia c/o Coldiretti Alba; giovedì 30 novembre Pensionati ore 9 / Donne Impresa ore 14:30 – Cuneo c/o Coldiretti Cuneo; lunedì 4 dicembre Pensionati ore 9 / Donne Impresa ore 14:30 – Ceva e Mondovì c/o Castello Mombasiglio; giovedì 14 dicembre Pensionati ore 9 / Donne Impresa ore 14:30 – Saluzzo c/o Coldiretti Saluzzo.
 
PARMA: A BEDONIA LA GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO
Domenica 26 novembre
 
Domenica 26 novembre Coldiretti Parma celebra la Giornata provinciale del Ringraziamento a Bedonia nella Basilica di San Marco. Si tratta di un appuntamento – comunica Coldiretti Parma – molto sentito dalle famiglie diretto coltivatrici che, come ogni anno, si riuniscono, insieme ad autorità e cittadini, per dire il loro grazie per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo a conclusione dell’annata agraria. “Questa ricorrenza- afferma il Presidente di Coldiretti Parma Luca Cotti – è molto sentita e partecipata e rappresenta un’occasione importante per riaffermare i valori della nostra agricoltura e il nostro impegno come Organizzazione e come aziende agricole al servizio della collettività nella produzione di alimenti sani e genuini, e nella tutela dell’ambiente.
Quest’anno – sottolinea Cotti – abbiamo scelto una zona montana per celebrare la nostra Giornata del Ringraziamento in segno di vicinanza a tutte quelle imprese agricole che risiedono e lavorano in aree più svantaggiate e che, nonostante le difficoltà, rimangono a presidio e custodia del territorio, svolgendo una funzione fondamentale nella conservazione delle tradizioni rurali e produttive e nella salvaguardia del territorio. Un impegno che caratterizza tutto l’operato delle nostre famiglie diretto coltivatrici della montagna, collina e pianura nella logica di concorrere a creare quella terra ospitale richiamata dal messaggio della CEI per la 67° Giornata provinciale del Ringraziamento”.
Il programma della Giornata prevede alle ore 10,00 il ritrovo delle autorità nel sagrato della Basilica di San Marco e alle ore 10,30 la Santa Messa Solenne, presieduta da Mons. Luigi Chiesa, Vicario Generale Diocesi di Piacenza-Bobbio e concelebrata da Don Lino Ferrari Rettore Seminario Vescovile di Bedonia, con l’offerta all’altare dei cesti con i frutti e i prodotti tipici del nostro territorio. Al termine della celebrazione eucaristica la benedizione dei mezzi agricoli. 
 
NEWS COLDIRETTI – LA FORZA DEL TERRITORIO – 06 4682487 – FAX 06 4871199 – www.coldiretti.it