COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 19 aprile 2022

19 Aprile 2022
News La Forza del Territorio del 19 aprile 2022

Primo piano

 

PUGLIA, AL VIA AGRIDIDATTICA PER I BAMBINI CON I CONTADINI

 

Al via l’agrididattica per alunni e studenti a scuola e in campagna in Puglia, frutto dell’intesa sottoscritta tra il Ministero dell’istruzione e la Confederazione Nazionale Coldiretti. È quanto annuncia Coldiretti Donne Impresa Puglia che con Campagna Amica hanno organizzato le lezioni di educazione alimentare e sostenibilità ambientale a scuola e nelle 300 fattorie della Puglia.  

L’Ufficio Scolastico regionale della Puglia, sensibile ai temi della sana e corretta alimentazione, ha invitato gli istituti scolastici di ogni ordine e grado ad aderire al percorso formativo di Coldiretti che consente l’integrazione tra le lezioni di educazione alimentare in classe con attività esperienziali complementari come le visite nelle fattorie didattiche, nei mercati di Campagna Amica e negli orti urbani, con una adesione straordinaria – annuncia Coldiretti Donne Impresa Puglia – delle scuole di tutta la Puglia che coinvolgerà oltre 30mila alunni e studenti.

Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l’intero nucleo familiare, da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli ‘fatti’ dagli agricoltori. In Puglia negli ultimi 10 anni – riferisce Coldiretti Puglia – sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche migliaia di alunni, di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.

Il progetto per lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare riguarda le lezioni di agridattica a scuola, con la necessità di garantire al contempo che nelle mense scolastiche siano somministrati agli studenti pasti preparati con prodotti agricoli del territorio a Km0, quando più di un pugliese su quattro (28%) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche dove si stima ne vengano consumati 90 milioni all’anno per 585.000 studenti, nella sola refezione della scuola dell’obbligo.

L’obiettivo è ‘culturale’ e consiste nel tentare di cambiare abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque, formando consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti. I percorsi virtuosi sull’approvvigionamento delle mense scolastiche con il cibo a Km0 dovranno diventare prioritari, considerato che una netta maggioranza del 71% dei genitori ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 12 per cento ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più.

Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualità, ma anche per educare le nuove generazioni, la Coldiretti sollecita a privilegiare negli appalti delle mense scolastiche i cibi locali e a km 0 che valorizzino le realtà produttive locali e riducano i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni, valorizzando i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura.

Le fattorie didattiche sono aziende agricole multifunzionali che grazie alla legge di orientamento possono fare formazione in campo per le nuove generazioni puntando – precisa la Coldiretti – sull’educazione ambientale attraverso la conoscenza della campagna con i suoi ritmi, l’alternanza delle stagioni e la possibilità di produrre in modo sostenibile.

Le fattorie didattiche possono svolgere un ruolo fondamentale – evidenzia Coldiretti Donne Impresa Puglia – nel sostenere le famiglie e i genitori, in particolare le madri, che rientreranno al lavoro in concomitanza con la fine delle lezioni scolastiche e al fine di offrire servizi educativi con particolare attenzione al benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi. Per questo la Coldiretti mette a disposizione, delle autorità sanitarie, politiche e amministrative competenti, la sua rete di Fattorie Didattiche, la propria esperienza, le proprie competenze in ambito educativo e didattico e i propri spazi e aule all’aperto per offrire sostegno ai genitori e ai bambini.

 

Dal Territorio

 

 

LOMBARDIA, SOS RISO CON SICCITÀ E BOOM COSTI

 
La gravissima siccità e l’aumento record dei costi di produzione provocato dalla guerra in Ucraina sta mettendo in serio pericolo le semine di riso in Italia dove si ottiene circa la metà del raccolto europeo. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme in occasione dell’avvio delle semine che potrebbero essere tagliate di oltre 3000 ettari a livello nazionale.

La Lombardia – precisa la Coldiretti regionale – concentra da sola oltre il 40% di tutte le risaie made in Italy, con Pavia prima provincia risicola europea e altre zone vocate che si trovano nel Milanese, nel Lodigiano e nel Mantovano. Mentre si avviano le semine stagionali – continua la Coldiretti Lombardia su dati Arpa regionale – gli agricoltori si trovano a fare i conti con il 57% in meno delle riserve idriche accumulate nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sottoforma di neve rispetto alla media del periodo 2006-2020.

Uno scenario preoccupante – continua la Coldiretti Lombardia – proprio nel momento in cui i consumi alimentari mondiali potrebbero nel tempo spostarsi in diversi paesi dal grano al riso, secondo il dipartimento dell’agricoltura statunitense (Usda) che evidenzia come i mercati cerealicoli globali sono stati colpiti dall’invasione russa dell’Ucraina e dalla quasi completa cessazione delle esportazioni di grano da quel Paese.

All’esplosione dei costi energetici con impatti dal gasolio ai fertilizzanti, si somma la preoccupazione per la grande siccità – precisa la Coldiretti Lombardia – con i livelli di falda eccezionalmente bassi e il rischio di riduzioni estive della risorsa idrica superiori al 30% con i livelli del Po scesi a -3,38 metri al ponte della Becca (Pavia) più bassi che in piena estate e i grandi laghi semi vuoti con il Maggiore che è ad appena il 28% del suo riempimento e il Como a meno del 6%.

La mancata disponibilità di acqua pesa nelle fasi iniziali di sommersione con il 90% del riso italiano che – continua la Coldiretti – si coltiva nel triangolo d’oro tra Pavia, Vercelli e Novara ma la coltivazione è presente in misura significativa anche in Veneto, Emilia Romagna e Sardegna. A livello nazionale – sottolinea la Coldiretti – si tratta di un settore con 227mila ettari coltivati e 3.700 aziende agricole che raccolgono 1,5 milioni di tonnellate di risone all’anno, oltre il 50% dell’intera produzione Ue, con una gamma varietale unica e fra le migliori a livello internazionale.

Le ultime precipitazioni sono state deboli e poco incisive per cui l’area del distretto del Po e’ ancora in una condizione “estremamente deficitaria” per la quantità di risorsa idrica presente e stimata, secondo l’Osservatorio sulle crisi idriche dell’Autorità distrettuale.

Senza dimenticare – precisa la Coldiretti Lombardia – la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai paesi asiatici che vengono agevolate dall’Unione Europea nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori.

“Per cercare di contrastare l’aumento dei costi di produzione bisogna lavorare fin da subito sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un’equa distribuzione del valore lungo la catena di produzione” afferma il vice presidente della Coldiretti Lombardia, Paolo Carra.

A preoccupare – conclude la Coldiretti – non è solo l’economia e l’occupazione, ma anche la tutela dell’ambiente e della biodiversità. Sono 200 infatti le varietà iscritte nel registro nazionale: dal vero Carnaroli, con elevato contenuto di amido e consistenza spesso chiamato “re dei risi”, all’Arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al Vialone Nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come indicazione geografica protetta, passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana.

 

 

TOSCANA, RECORD PREZZO MAIS AFFAMA LE STALLE

+ 47 mila euro costi produzione per aziende bovini da latte

 

Il record del prezzo del mais affama le stalle toscane contribuendo all’incremento senza precedenti dei costi di produzione degli allevamenti specializzati nella produzione di latte vaccino che registrano mediamente perdite di oltre 47 mila euro secondo l’indagine Crea. A dirlo è Coldiretti Toscana dopo il record del decennio alla borsa merci di Chicago raggiunto dalle quotazioni del mais che hanno superato gli 8 dollari per bushel (27,2 chili); prezzo che non toccava dal 2012.

La Toscana, e così tutto il paese, è fortemente dipendente dall’estero da cui importa circa la metà del fabbisogno (47%) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti dove i ricavi per latte e carne non riescono più a coprire i costi. E pensare che 40 anni fa la solo nella nostra regione gli agricoltori destinavano alla produzione di mais circa 150 mila ettari. Nel 2021 gli ettari destinati a questa coltivazione fondamentale per gli allevamenti sono poco meno di 10 mila (fonte Istat). “Il deficit nella produzione di mais, che è alla base dell’alimentazione degli animali delle aziende zootecniche, è stato progressivo ed inesorabile portando ad una riduzione, rispetto a 40 anni fa, dell’85% delle superfici dedicate nella nostra regione e del 31% in dieci anni. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Oggi l’Ucraina, insieme alla Slovenia e all’Ungheria, sono i nostri principali fornitori di mais e questo sta esponendo il sistema zootecnico regionale ad una situazione di enorme fragilità che ha già portato in un solo anno alla chiusura di oltre cento stalle nel 2021 per effetto dei rincari di energia, materie prime e dei prezzi riconosciuti agli agricoltori. Le tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina hanno aggravato ulteriormente lo stato di salute dei nostri allevamenti che sono tra i settori maggiormente penalizzati dall’aumento dei costi correnti di fattori produttivi essenziali come lo sono i mangimi che hanno registrato incrementi dei prezzi medi del 90%. Nel frattempo – spiega ancora – non si riesca ancora a trovare un accordo regionale per portare il prezzo del latte riconosciuto agli allevamenti ai livelli dei costi di produzione che sostengono effettivamente oggi. Trasformatori e grande distribuzione stanno discutendo da mesi sulla base di pochi centesimi che per gli allevamenti, e per tutto il sistema che ruota loro attorno fatto di territorio, paesaggio e biodiversità, significa vivere o morire”.

La causa della dipendenza della Toscana e del Paese dall’estero per il mais, ma non solo, anche frumento tenero e duro, soia e girasole, è da ricercare nei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori e nella calamità rappresentata dagli ungulati che hanno favorito l’abbandono di molti terreni. “Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma – analizza ancora il Presidente Filippi – occorre investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici. Per ridurre la nostra dipendenza dall’estero di cibo ed energia è indispensabile dare il giusto valore alle produzioni agricole e accellerare sulla produzione di energia pulita dal sole attraverso l’agrivoltaico sui tetti di stalle e fienili. Solo così – conclude Filippi – possiamo cominciare a tornare ad essere padroni del nostro destino”.

 

 

PUGLIA, 130MLN SPESI PER TAVOLA DELLE FESTE

 

I pugliesi hanno speso circa 130 milioni di euro per imbandire le tavole della Pasqua, da trascorrere in oltre nove casi su dieci in casa, propria ma anche di parenti e amici, una tendenza dimostrata dall’allungamento delle tavolate con la presenza in media di quasi 6 commensali, 2 in più rispetto allo scorso anno. È quanto stima Coldiretti Puglia, quando si registra un forte ritorno della convivialità dopo due anni di festività pasquali tra lockdown e zone rosse, con una geografia gastronomica da nord a sud della Puglia ricca di simbologia e riti antichi della tradizione rurale.

La spesa aumenta del 25% rispetto allo scorso anno e risale ai livelli pre-pandemia, sia per effetto dei rincari nell’acquisto di tutti i prodotti tipici della Pasqua che per il fatto che quest’anno – aggiunge Coldiretti Puglia – sono oltre 120mila i pugliesi che hanno deciso di cogliere l’opportunità del pranzo in un ristorante o in un agriturismo.

Tra i riti gastronomici pugliesi, partendo dagli antipasti, non può mancare sulle tavole imbandite il ‘benedetto’, piatto della tradizione barese e foggiana, che apre il pranzo del giorno di Pasqua – spiega Coldiretti Puglia – composto da uova sode, salame, ricotta fresca. Molto frequenti sulle tavole pugliesi sono anche i panzerotti pasquali, fritti e ripieni di ricotta fresca.

Una variante di fave e cicorie legata alla tradizione è l’incrapiata – aggiunge Coldiretti Puglia – dove al purè di fave vengono aggiunti pezzi di pane fatto in casa, cotto rigorosamente nel forno a legna, e arrostito. Il piatto viene accompagnato da cipolle rosse, lasciate in acqua per qualche tempo, e aromatizzate con olio, aceto e capperi, e dai cornaletti , peperoni verdi lunghi fritti. Ancora una variante è pasta e rape con la ‘tigna’, pan grattato soffritto nell’olio ed utilizzato a mo’ di formaggio per condire la pietanza. Per i secondi, si passa dal coniglio in umido al ‘cuturiddu’, agnello e verdure selvatiche, cotti nella pignata per 5/6 ore circa. A Taranto e provincia la tradizione impone u’marr, involtini di marroncini, a’callarredda, agnello e verdura campestre.

L’agnello e il capretto diventano il secondo per eccellenza, cucinati in mille modi diversi, nel foggiano il ‘brodetto’, cioè pezzetti di capretto cotto in tegame, associato ad asparagi lessati da parte, che poi – aggiunge Coldiretti Puglia – vengono conditi insieme al capretto con uova sbattute e formaggio grattugiato, a Trani si usa invece consumare l’agnello con piselli, arricchito anche in questo caso con uova sbattute e formaggio. I ‘carducci’ con l’agnello sono un altro piatto della tradizione pasquale pugliese, ossia agnello a pezzi rosolato con filetti di pomodoro e funghi cardoncelli, prodotto tipico dell’altopiano delle Murge, il tutto legato con uova sbattute insieme a formaggio pecorino grattugiato.

A Brindisi immancabile l’antipasto con i ‘lampasciuni’, bolliti e conditi con olio extravergine di oliva, sale e pepe, che possono anche accompagnare gli ‘gnumereddi’, involtini di interiora di agnello. A Foggia grande successo dei ‘talli di cocozza’, fiori di zucca con i quadrucci, le ‘orecchiette con rucola e patate’ e sempre le ‘orecchiette con i finocchietti selvatici’. Molto saporite – dice Coldiretti Puglia – le ‘rape con la pancetta soffritta’ e la ‘minestra maritata’, tutti i tipi di verdure selvatiche con le cotiche. Per i secondi si passa dal ‘galluccio ripieno’, con uova, uva passa, formaggio, alla ‘pancia di agnello ripiena e affettata’, dai ‘torcinelli’, budella di vitello con il solo prezzemolo o ripieni, allo ‘sfrisciuto’, salsiccia di fegatino con peperoni, peperoncino e aceto. A Lecce vanno per la maggiore le ‘sagne incannulate’, pasta fatta in casa, lunga, intrecciata e servita al sugo e le ‘pucce’, pane con le olive.

Ma sono i dolci i veri protagonisti delle tavole pasquali, come le scarcedde o scarcelle – conclude Coldiretti Puglia –  un dolce semplice e genuino, dalle mille forme divertenti, dagli animaletti ricoperti di glassa colorata alle semplici ciambelle, guarnite con uova sode o uova di cioccolata o le pastatelle, preparate solo con olio locale e marmellate fatte in casa, i calzoncini, fagottini imbottiti con marmellata e i purcidd’, gnocchetti di pasta di cartellate con il bordo arricciato, fritti e spolverati di zucchero.

 

 

TRENTO, UCRAINA: +34% PREZZI CIBO SPINGE CRISI ALIMENTARE

 

A provocare la crisi alimentare è il balzo delle quotazioni delle materie prime alimentari a livello mondiale che sono aumentate del 34% nell’ultimo anno. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’allarme lanciato dalla segretaria al Tesoro americana Yellen sul rischio che la guerra in Ucraina potrebbe far scivolare in poverta’ altre 10 milioni di persone, sulla base dell’indice Fao a marzo 2022.  L’aumento dei prezzi alimentari nei Paesi più ricchi – sottolinea la Coldiretti – provoca inflazione e mancanza di alcuni prodotti ma anche gravi carestie nei Paesi meno sviluppati che sono dipendenti dalle importazioni. 

Con la guerra rischia infatti di venire a mancare dal mercato oltre ¼ del grano mondiale con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16 % sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate), secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga.

I cereali che sono alla base dell’alimentazione in molti Paesi sono aumentati in un anno del 37% con il grano che ha raggiunto le stesse quotazioni registrate negli anni delle drammatiche rivolte del pane che hanno coinvolto molti Paesi a partire dal nord Africa come Tunisia, Algeria ed Egitto che peraltro è il maggior importatore mondiale di grano e dipende soprattutto da Russia e Ucraina. Ma in difficoltà – precisa la Coldiretti- anche Paesi come il Congo che importa da Mosca il 55% del suo grano e da Kiev un altro 15%.

“A preoccupare sono le speculazioni che –continua la Coldiretti- si spostano dai mercati finanziari in difficoltà ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto.

“Occorre fermare con nuove regole una speculazione sulla fame che gioca sulle tensioni internazionali con accaparramenti e blocchi delle esportazioni e amplifica le difficoltà di approvvigionamento sui mercati soprattutto per i Paesi piu’ poveri in uno scenario dove a pagare sono le fasce piu’ deboli della società” afferma il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi?.

 

 

COMO-LECCO, BENE BANDO PER 6,6 MILIONI DI ALBERI NELLE CITTÀ METROPOLITANE

 

Piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024 nelle 14 città metropolitane italiane – 1.268 comuni in cui vivono più di 21 milioni di abitanti – per contrastare l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. È l’obiettivo della misura “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (M2C4 3.1).

“Si tratta di una misura utile e richiesta da Coldiretti, che va nella direzione di combattere i cambiamenti climatici e creare opportunità per le aziende florovivaistiche” commenta il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi“Lo stanziamento complessivo è di 330 milioni di euro. L’avviso è stato pubblicato sul sito del Ministero della Transizione Ecologica–Mite ed è un’opportunità anche per rilanciare il mercato interno delle piante ornamentali in un momento di difficoltà dettata dall’aumento dei costi di produzione”.

Nel bando, pubblicato il 30 di marzo e i cui beneficiari sono le 14 Città Metropolitane e i territori in esse ricompresi – spiega Coldiretti Como Lecco – sono definiti i criteri, le modalità e il riparto delle risorse finanziarie per la creazione di boschi da parte delle Città metropolitane. Vengono messi a disposizione dal Pnrr 74 milioni di euro per il 2022, altri 74 per il 2023 e 139 milioni per il 2024.

Gli obiettivi – conclude Coldiretti Como Lecco – sono di mettere a dimora 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 e completare la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi entro il 2024.

Le richieste relative al 2022 dovranno essere presentate dalle Città Metropolitane entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, per il 2023 e il 2024 verranno rese note le scadenze sul sito del Mite.

Il criterio ispiratore del lavoro è “piantare l’albero giusto al posto giusto”, tenendo conto delle specificità territoriali e con 5 anni di cure colturali e sostituzione delle fallanze.

 

 

SONDRIO, BENE BANDO PER 6,6 MILIONI DI ALBERI NELLE CITTÀ METROPOLITANE

 

Piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024 nelle 14 città metropolitane italiane – 1.268 comuni in cui vivono più di 21 milioni di abitanti – per contrastare l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. È l’obiettivo della misura “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (M2C4 3.1).

“Si tratta di una misura utile e richiesta da Coldiretti, che va nella direzione di combattere i cambiamenti climatici” commenta il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini.

Lo stanziamento complessivo è di 330 milioni di euro. L’avviso è stato pubblicato sul sito del Ministero della Transizione Ecologica–Mite ed è un’opportunità anche per rilanciare il mercato interno delle piante ornamentali in un momento di difficoltà dettata dall’aumento dei costi di produzione.

Nel bando, pubblicato il 30 di marzo e i cui beneficiari sono le 14 Città Metropolitane e i territori in esse ricompresi – spiega Coldiretti Sondrio – sono definiti i criteri, le modalità e il riparto delle risorse finanziarie per la creazione di boschi da parte delle Città metropolitane. Vengono messi a disposizione dal Pnrr 74 milioni di euro per il 2022, altri 74 per il 2023 e 139 milioni per il 2024.

Gli obiettivi – conclude Coldiretti Sondrio- sono di mettere a dimora 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 e completare la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi entro il 2024.

Le richieste relative al 2022 dovranno essere presentate dalle Città Metropolitane entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, per il 2023 e il 2024 verranno rese note le scadenze sul sito del Mite.

Il criterio ispiratore del lavoro è “piantare l’albero giusto al posto giusto”, tenendo conto delle specificità territoriali e con 5 anni di cure colturali e sostituzione delle fallanze.

 

 

Appuntamenti

 

 

TOSCANA, DAI GIOVANI LE NUOVE IDEE PER GARANTIRE CIBO ED ENERGIA

 

Alla vigilia della Giornata mondiale della Terra apre il primo salone della creatività Made in Italy con i giovani innovatori che presentano le rivoluzionarie idee nate nelle campagne per garantire l’autosufficienza alimentare ed energetica al Paese di fronte alla crisi scatenata dalla guerra con il blocco dei rifornimenti di materie prime agricole e il ricatto russo sul gas e sul petrolio.

L’appuntamento con le novità dell’Oscar Green dei giovani della Coldiretti è per giovedì 21 aprile 2022 dalle ore 9,00 in via XXIV Maggio 43 al Centro Congressi Rospigliosi a Roma (diretta streaming su www.coldiretti.it) dove giungeranno centinaia di ragazzi da tutte le regioni.

Un’occasione per toccare con mano decine di invenzioni delle nuove start up, scelte dopo una lunga selezione territoriale, destinate a promuovere la svolta verso un Paese più indipendente dalle importazioni, capace di non dover scendere a patti per difendere i propri valori democratici. A rappresentare la Toscana alle finali nazionali sarà, in questa edizione, l’azienda di “Ladre di Piante” di Silvia Agostini premiata negli scorsi giorni con l’Oscar Green regionale per la categoria “Impresa Digitale” in occasione dell’evento “L’agroalimentare in Europa ai tempi della crisi” che si era tenuto a Palazzo Vecchio a Firenze.

Saranno presenti, tra gli altri, il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, la Delegata Nazionale del Movimento Giovani Imprese Coldiretti Veronica Barbati, il Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. il Presidente della Commissione Agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi, il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati FilippoGallinella, il presidente della Commissione Ambiente della Camera Alessia Rotta, il Presidente di Ismea Angelo Frascarelli, il Presidente del Crea Carlo Gaudio, mentre effettuerà un collegamento video il Ministro per le Politiche giovanili Fabiana Dadone

Per l’occasione sarà presentata la studio Coldiretti-Divulga su “Il ritorno dei giovani alla terra in tempo di guerra” che fotografa il profondo cambiamento nelle abitudini dei ragazzi under 35 a livello di scelte professionali ed educativo, con un focus dedicato allo storico ritorno alla terra che non avveniva dalla rivoluzione industriale tanto nei campi quanto nelle scuole.

 

 

VENETO, UN BANDO REGIONALE PER L’ARCHITETTURA RURALE

43mln per restauro di casoni, edifici e corti

 

C’è tempo fino al 20 maggio per poter accedere ai fondi previsti per la protezione e valorizzazione dell’architettura e paesaggio rurale. Il bando predisposto dalla Regione del Veneto su un portale appositamente reso disponibile da AVEPA è una opportunità inserita nell’Investimento 2.2 del PNRR – spiega Coldiretti – aperta a circa 290 interventi che possono interessare gli immobili con particolari caratteristiche: che siano costruiti da almeno 70 anni, censiti nelle banche dati regionali e comunali di pianificazione territoriale per la loro valenza, o soggetti a vincolo paesaggistico. A disposizione 43milioni di euro per edifici rustici, ville venete, casoni e corti per valorizzare un importante patrimonio culturale della campagna veneta. Questa occasione di finanziamento consente di restituire il giusto valore all’eredità contadina – commenta Coldiretti Veneto – per preservarla quale esaltazione del paesaggio e della sua bellezza, anche al fine di legare le comunità locali in un contesto identitario e storico. Le misure previste riguardano anche l’efficientamento energetico quale valore aggiunto di sostegno al contesto attuale. Gli uffici di Coldiretti diffusi sul territorio sono a disposizione per l’assistenza e consulenza personalizzata. I contenuti sono consultabili al seguente link:

https://bandi.regione.veneto.it/Public/Dettaglio?idAtto=7409&fromPage=Elenco&high=patrimonio%20architettonico%20e%20paesaggistico%20rurale

 

 

SALERNO, “SALERNO IN FLORA” AL PARCO PINOCCHIO CON LABORATORI E DEGUSTAZIONI

 

Torna “Salerno in Flora”, la manifestazione di Coldiretti dedicata alla biodiversità, al florovivaismo e ai prodotti di eccellenza del territorio. Dal 23 al 25 aprile, al Parco Pinocchio di ?Salerno, i visitatori potranno acquistare prodotti biologici a chilometro zero presso gli stand mercato di Campagna Amica, incontrare i vivaisti e scoprire la straordinaria biodiversità che caratterizza il territorio salernitano. Tra le novità di questa edizione, laboratori di api – didattica, degustazione di fiori eduli, corsi di giardinaggio e coltivazione degli ortaggi ed aromatiche in balcone. Non mancheranno momenti di animazione e folklore per grandi e piccoli.

“Salerno in Flora è un appuntamento consolidato – sottolinea il presidente di Coldiretti, Vito Busillo – è un importante segnale di ripresa, di promozione delle eccellenze locali e di confronto con tanti appassionati e consumatori. E’ un evento che valorizza gli ambienti e i paesaggi, il recupero delle tradizioni, la qualità del cibo e lo sviluppo sostenibile. La “V Mostra Mercato di Vivaismo e biodiversità” è un segnale di speranza per sostenere il ritorno alla vita di comunità”.

“Un settore che ha pagato un prezzo pesantissimo negli ultimi due anni – spiega il direttore Enzo Tropiano –  la pandemia ha provocato il crollo del fatturato e stravolto i bilanci delle aziende che ancora fanno i conti con il caro prezzi dell’energia e del carburante. Ma quello del florovivaismo è un comparto strategico sia in termini di pil che di occupazione, senza contare che offre un contributo importante alla mitigazione climatica e alla tutela dell’ambiente. Stiamo lavorando con Coldiretti regionale e l’assessorato all’agricoltura per rilanciare la filiera e sostenere un settore chiave dell’economia agricola campana”.

 

 

TREVISO, FLAVESCENZA DORATA: SCENDE IN CAMPO CON L’UNIVERSITA’

 

L’edizione di un Vademecum sulle buone pratiche agronomiche nella Gestione della flavescenza dorata ed una serie di incontri sul territorio con professionisti per affrontare un tema che flagella le imprese viticole di casa nostra.  La “flavescenza dorata” della vite è una patologia che sta colpendo in maniera importante una parte dei vigneti del nostro territorio in particolare nelle zone di Valdobbiadene e dell’Opitergino Motense. Al fine di informare e sensibilizzare i soci produttori sono state messe in campo una serie di iniziative che hanno coinvolto autorevoli addetti ai lavori. Dal professor Carlo Duso dell’università degli studi di Padova ai funzionari dell’ufficio fitosanitario della Regione Veneto ed allo studio agronomico Chloe di Mansuè. Sono, invece, in fase di svolgimento due corsi formativi on line organizzati sempre in collaborazione con l’università di Padova a cui hanno aderito 70 aziende. Alle aziende associate, come detto, viene distribuito un Vademecum che propone le buone pratiche agronomiche curato da Extenda Vitis.

 

 

AREZZO, CUSTODI EROICI: A SESTINO L’INCONTRO CON I GIOVANI E LE ISTITUZIONI

 

“I Custodi Eorici si incontrano”, un titolo evocativo che ha scelto il Comitato Giovani di Coldiretti Arezzo per dare il via al primo ritrovo organizzato a Sestino che si terrà domenica 24 aprile alla presenza delle istituzioni nazionali, regionali e provinciali.  

“Abbiamo pensato di mettere in piedi una giornata di confronto e dialogo dedicata al lavoro di salvaguardia del territorio e dell’agroalimentare a cura dei giovani imprenditori con le testimonianza dirette delle aziende che contribuiscono al presidio delle zone più marginali – spiega Francesca Lombardi, Delegato Coldiretti Giovani Impresa Toscana e Arezzo e Sestino, con le sue problematiche, rappresenta una zona molto bella quanto complessa”.

Il cuore della giornata infatti sarà il momento di confronto “I Custodi Eroici si incontrano con le istituzioni” presso il Teatro Comunale Pilade Cavallini a partire dalle ore 11.

“Un tavolo di incontro tra i giovani e le istituzioni – prosegue Francesca Lombardi abbiamo sentito la necessità, dettata anche dalle richieste degli imprenditori del luogo, di provare a fare chiarezza o meglio luce su quelle che sono le problematiche più urgenti di questo territorio. E di trovare soluzioni che possano avere una ricaduta positiva sul lavoro quotidiano di quelle aziende che ancora più delle altre rappresentano il virtuosismo dell’agroalimentare oggi perché operano in aree marginali e di confine. I temi che affronteremo saranno legati al territorio quali ungulati, prezzi, speculazioni, burocrazia, PNRR, ed ancora i contratti di filiera, il cibo sintetico, l’origine in etichetta, l’innovazione e la ricerca e Campagna Amica”.

Saranno presenti tra gli altri il Presidente della Coldiretti di Arezzo Lidia Castellucci, il Delegato Giovani Impresa Toscana ed Arezzo Francesca Lombardi, il Direttore di Coldiretti Arezzo Raffaello Betti, il Sottosegretario al Lavoro Senatore Tiziana Nisini, il Senatore Riccardo Nencini, il Vicepresidente del Consiglio Regionale Marco Casucci, il Consigliere Regionale Gabriele Veneri, il Consigliere Provinciale con delega all’Ambiente ed alla Transizione Ecologica Cinzia Santoni, il Sindaco di Sestino Franco Dori, il Sindaco di Sansepolcro Fabrizio Innocenti, il Sindaco di Pieve Santo Stefano Claudio Marcelli, il Sindaco di Caprese Michelangelo Claudio Baroni.