COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del territorio del 15 gennaio 2018

15 Gennaio 2018
News La Forza del territorio del 15 gennaio 2018
Primo piano
 
CALABRIA
AGRUMI: LAVORI IN CORSO PER UN SETTORE STRATEGICO
Il 6 marzo prossimo – ricorda la Coldiretti regionale – entrerà in vigore la norma che rende obbligatorio l’innalzamento della percentuale al 20% di succo nelle aranciata. Intanto il tavolo agrumicolo studia gli strumenti operativi per affrontare la crisi del settore.
 
Si è riunito al Ministero Agricoltura il tavolo del settore agrumicolo. La riunione è stata organizzata per affrontare con strumenti operativi la crisi del comparto. L’obiettivo è di restituire competitività all’agrumicoltura attraverso un approccio realmente integrato e capace di utilizzare tutte le risorse a disposizione per gli imprenditori agrumicoli. Ciò deve passare principalmente attraverso il Fondo Agrumicolo triennale di 10 milioni di euro previsto in Legge Stabilità 2018 e ottenuto con un emendamento della Coldiretti.
“Il settore agrumicolo è strategico per la Calabria ed importante per il paniere Made in Italy e per questo – dichiara Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria che ha partecipato all’incontro – necessità di una forte convergenza di strategia tra Mipaaf, la filiera e il Dipartimento Regionale Agricoltura. La Regione deve attivare il bando tematico con la misura 4.1 del PSR per la riconversione varietale al fine di migliorare la competitività sul mercato.
L’impegno assunto dal Mipaaf con il coinvolgimento di Crea per un supporto sul fronte fitosanitario al fine garantire materiale certificato impone uno sforzo di mappature delle aree vocate per una più completa ristrutturazione dell’agrumicoltura calabrese”.
La conclusione dell’incontro all’insegna di una strategia nazionale condivisa ha consolidato l’impegno di coordinamento del Mipaaf, utilizzando le poche ma disponibili risorse nazionali, un forte ed indispensabile impegno sui PSR regionali e un ruolo più coerente delle OP con i programmi operativi dell’OCM. Altro impegno, su richiesta di Coldiretti, assunto dal Mipaaf è il decreto per l’origine obbligatoria del succo nei succhi di frutta e bibite. Sicuramente il 6 marzo prossimo, giorno dell’entrata in vigore della norma che rende obbligatorio l’innalzamento della percentuale al 20% minimo di succo nelle aranciata, rafforzerà la strategia di valorizzazione con la soddisfazione dei consumatori.
 
 
Dal territorio
 
PIEMONTE, INCENTIVARE LA PRODUZIONE DI POLVERE DI LATTE MADE IN ITALY
 
Ritirate oltre 12 milioni di scatole di latte in polvere per l’infanzia a rischio salmonella. Per questa malattia, in Europa sono scattati ben 455 allarmi che è il pericolo per contaminazione microbiologica più diffuso negli alimenti. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sull’ultima relazione annuale sul sistema di allerta rapido degli alimenti e dei mangimi in Europa (RASFF).
“In tutti i casi di allarmi legati a prodotti alimentari, è emerso che, con la globalizzazione degli scambi commerciali e delle informazioni, le emergenze si diffondono rapidamente nei diversi Paesi e continenti e che le maggiori preoccupazioni sono determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio, con pericolose conseguenze per la salute dei cittadini ma anche sul piano economico – affermano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – La volontà deve essere quella di incentivare la produzione ed il consumo del latte in polvere Made in Italy, ad oggi in gran parte importato dall’estero, non solo per i bambini, che sono sicuramente la fascia più a rischio, ma anche per la preparazione di tutti i prodotti dolciari.
L’invito è a generare accordi di filiera virtuosi, come quello del polverizzatore Inalpi-Ferrero, che, oltre a dare impulso all’economia del territorio, garantiscano ai consumatori prodotti di cui è possibile tracciare la provenienza, a garanzia di una sana e corretta alimentazione. L’etichettatura ha sicuramente una grande importanza, in questo l’Italia ha svolto un ruolo di leader in Europa – concludono Revelli e Rivarossa – che ha portato all’emanazione di provvedimenti nazionali per indicare l’origine in etichetta che hanno riguardato il latte uht ed i suoi derivati, il grano impiegato nella pasta ed il riso. Certo circa ¼ della spesa resta anonima e si tratta ora di consentire scelte di acquisto consapevoli ponendo fine a ritardi, omissioni e contraddizioni che obbligano in tutta Europa, ad esempio, ad indicare in etichetta l’origine della frutta fresca ma non di quella trasformata. Auspichiamo, dunque, che in un prossimo futuro si possa arrivare a produrre del latte in polvere per la primissima infanzia che ad oggi manca”.
 
PUGLIA, INFLUENZA: SOS BAMBINI, 41% DEI CASI. PER 1 SU 4 NIENTE FRUTTA A TAVOLA
 
Nella prima settimana di gennaio i casi influenzali in Puglia sono saliti a quasi sessantamila (59.900), con una incidenza – segnala Coldiretti Puglia – tra gli adulti del 13,09% ogni mille assistiti. Particolarmente grave la situazione tra i bambini al di sotto dei 5 anni con una incidenza dei casi pari al 40,67% ogni mille assistiti e del 21,39% tra 5 e 14 anni, secondo i dati InfluNet, sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinata dal Ministero della Salute.
“In quasi un caso su quattro i bambini – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – non consumano ortofrutta a tavola almeno una volta al giorno. Oltre a frutta a verdura ricca di antiossidanti nella dieta per sconfiggere l’influenza non devono mancare latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione. Fondamentale è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A (spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente) perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti che sono di grande aiuto per combattere le conseguenze dello stress del cambio di stagione sull’organismo”.
Grazie al successo della medicina anti-aging e del superfood, prima i frutti del melograno erano relegati ad elementi decorativi in cucina, oggi sono richiestissimi sui mercati con un balzo dei consumi dal 2014 ad oggi del +30%. La quasi totalità della produzione italiana si concentra in Puglia (dove si trova circa il 60% della superficie coltivata).
“Il succo di agrumi e melegrane – segnala il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e i legumi come lenticchie, ceci e cicerchie sono i migliori rimedi naturali contro le malattie stagionali. Dato che ad essere i più colpiti sono proprio i bambini, sane e corrette abitudini alimentari devono diffondersi nelle famiglie che già hanno aumentato il ricorso alle vaschette di frutta già tagliata e sbucciata, pronta all’uso senza doversi “sporcare le mani” e da gustare come snack rompi-digiuno durante la giornata o come risparmia-tempo. Tutti gli agrumi sono ricchi di vitamine, innanzi tutto quelle dei gruppi C e P, i legumi sono una fonte preziosa di proteine e sali minerali come ferro e calcio, ma il più gettonato al momento resta il succo di melegrane”.
Nella dieta – prosegue la Coldiretti – non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali. Per la frutta – evidenzia la Coldiretti – di grande importanza per il grande contenuto di vitamina C, è il consumo di frutta di stagione come i kiwi, clementine e arance rigorosamente italiane per evitare che i trasporti ne riducano il contenuto vitaminico. Va anche ricordato che in un soggetto normale l’assunzione di proteine deve essere compresa tra 0,8- 1,3 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per cui – conclude la Coldiretti – una buona dose di carne nella dieta non può fare che bene.
 
PISTOIA, FINANZIARIA 2018: NON SOLO ‘BONUS VERDE’, LE NOVITÀ PER L’AGRICOLTURA
 
Oltre al ‘Bonus verde’, che per la prima volta darà ai privati vantaggi fiscali a chi ‘risistema’ i giardini propri o quelli condominiali, con indubbie ricadute positive per il vivaismo ornamentale pistoiese, la legge ‘finanziaria 2018’ contiene altre importanti misure per il settore agricolo. Per i giovani under 40 che vogliono aprire un’azienda agricola nel 2018 – spiega Coldiretti Pistoia – è stato riconfermato l’esonero triennale dal pagamento dei contributi previdenziali e una riduzione contributiva nel limite del 66% per il successivo anno e del 50% per l’ulteriore anno.
Una misura per sostenere la crescente domanda di giovani che vogliono fare impresa in agricoltura, che in Italia che può contare su 53.475 aziende condotte da under 35 con un aumento record del 9,3% nel terzo trimestre del 2017 rispetto all’anno precedente, secondo una analisi della Coldiretti. Per gli allevatori novità fiscali di vantaggio riguardano il regime Iva sulle cessioni di animali vivi della specie bovina e suina.
Tutte misure che possono contribuire a dare futuro al settore primario, sia in termini di occupazione, sia in termini di benefici alla salute e all’ambiente – spiega Coldiretti Pistoia-”. In questo senso va il ‘Bonus verde’ ossia la detrazione ai fini IRPEF del 36% delle spese per lavori di ‘sistemazione a verde’ di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Il bonus si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali. “Una battaglia vinta dalla Coldiretti che aiuta l’economia ed il lavoro in un settore determinante del Made in Italy come il nostro florovivaismo -spiega Coldiretti Pistoia- ma che è anche importante per abbellire le città e per ridurre lo smog”. 
 
SIENA, ESTENDERE L’ORIGINE IN ETICHETTA ANCHE PER ARANCE E SUCCHI
 
La trasparenza nell’indicazione dell’origine e della provenienza dei prodotti rappresenta un valore aggiunto sia per il consumatore che per il produttore. Coldiretti ha da sempre promosso lo sviluppo di politiche rivolte all’incentivazione della trasparenza e dell’origine dei prodotti agroalimentari, per impedire di spacciare, come Made in Italy, generi alimentari importati da Paesi lontani.
“L’attuazione di politiche volte ad una maggiore trasparenza sulla provenienza dei prodotti aiuta le aziende agroalimentari italiane di qualità e le tutela nei confronti di tutti coloro che, attraverso l’utilizzo dell’immagine di prodotti Made in Italy, cercano di promuovere prodotti che italiani non sono –  dichiara  Coldiretti Siena  – Noi abbiamo sostenuto fortemente l’applicazione di regole che obbligassero alla trasparenza, come è successo per il latte e derivati, e per il grano, riso e pasta. E da Siena faremo lo stesso anche con questa campagna che spinge per estendere l’obbligo di trasparenza agli agrumi ed alla frutta utilizzati per produrre aranciate e succhi di frutta”.
Al tavolo agrumicolo convocato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, Coldiretti ha chiesto maggiori regole sull’indicazione della provenienza di queste materie prime: “L’Italia deve percorrere la strada della trasparenza per tutti i prodotti agroalimentari. L’84% degli italiani ritiene importante che nei succhi venga indicata l’origine della frutta impiegata secondo la consultazioni on line del Ministero delle Politiche Agricole. Una indicazione che va raccolta con un provvedimento ad hoc. Si tratta peraltro di una esigenza per i consumatori e di necessità per salvare gli agrumi italiani con una pianta di arance su tre (31%) che è stata tagliata negli ultimi quindici anni, ma si sono anche verificati il dimezzamento dei limoni (-50%) e una riduzione del 18% delle piante di clementine e mandarini, sulla base dell’analisi Coldiretti sugli ultimi dati Istat. Sotto accusa i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero, in una situazione di dumping economico, sociale ed ambientale. Serve dunque anche rimuovere gli ostacoli strutturali che determinano uno svantaggio competitivo per le nostre imprese. In questo contesto particolarmente preoccupante è la trattativa dell’Unione Europea con i Paesi del Mercosur che rischia di avere effetti catastrofici sul settore che è già pesantemente colpito dagli accordi preferenziali come le condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per le arance e le clementine”.  
 
GROSSETO, SODDISFAZIONE PER DETRAZIONE DEL 36% NELL’ANNO DEL “BONUS VERDE”
 
Tra le novità di interesse per il mondo agricolo previste dalla legge di Bilancio 2018 di particolare rilievo il varo del “Bonus verde”. Nella manovra, infatti è contenuta la detrazione ai fini Irpef del 36% delle spese per lavori di “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Il “bonus” si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali.  “Si tratta di una misura – spiega il direttore provinciale di Coldiretti Grosseto, Andrea Renna – importante per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento. Una pianta adulta – sottolinea la Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.
La Toscana è leader indiscussa in Italia per la quantità e qualità dei prodotti ornamentali. Il vivaismo ornamentale, oggi rappresenta la punta di diamante del settore e si estende, oltre che nell’area pistoiese, anche nelle province di Grosseto e di Arezzo.
“Il florovivaismo sta attraversando un periodo non facile ed occorrono interventi di sostegno – ha aggiunto Renna – Sempre più la qualità e la gestione del verde dentro e fuori le città rappresenta uno dei parametri di misura più importanti per il benessere di una comunità. Siamo soddisfatti che nella legge di bilancio 2018 sia stata accolta, anche grazie al nostro pressing, la proposta di rendere possibile la detrazione fiscale per le ristrutturazioni di giardini e terrazzi privati e condominiali, come riconosciuto per gli appartamenti, in modo da dare “ossigeno” alle imprese florovivaistiche ed ai livelli occupazionali che queste garantiscono”.
 
VICENZA, IL MERCATO DI C.A. FA RIVIVERE IL CENTRO STORICO E SAN LORENZO
 
2018. Il centro storico di Vicenza si colora di giallo ogni sabato, con un corollario di eventi che ruotano attorno al mercato coperto di Campagna Amica, attivo in via Cordenons 4 (di fronte al liceo Pigafetta) dalle 9 alle 18. La giornata di sabato 13 gennaio è stata particolarmente entusiasmante, anche grazie all’agri-trattamento nutriente alle mani, realizzato rigorosamente con prodotti a km zero dall’estetista Ilaria Rigoni dell’Agriturismo Gruuntaal di Asiago ed allo show-cooking messo a punto dall’agrichef Roberto De Marchi, che ha proposto un’insalatina tiepida con castagne selvatiche, chicci di melograno, frutti rossi disidratati e sfilacci di faraona capponata, una rivisitazione curiosa di un piatto tipico della cucina vicentina. Il tutto bagnato dai vini della Cantina Tonello di Montorso, che ha illustrato la propria produzione locale con un percorso di degustazione.
Alla giornata ha preso parte anche il direttore nazionale di Campagna Amica, Carmelo Troccoli, in visita al mercato coperto di Vicenza, che non ha esitato a definire un’eccellenza nel panorama nazionale. “I mercati di Campagna Amica sono il luogo d’incontro per eccellenza tra produttori e consumatori – spiega il direttore Troccoli – capaci di creare un nuovo paradigma del cibo. Attorno ai prodotti del territorio, i più freschi che si possono trovare in città, si genera un’economia sana, sostenibile e vitale. Il mercato coperto non è, infatti, un semplice luogo di acquisto, ma si fa formazione ed informazione”.
Chiamarlo mercato, quindi, è riduttivo, perché l’area che un tempo era occupata dalla Camera di commercio di Vicenza, sorge in pieno centro storico, in una zona sulla quale pochi hanno osato investire, in quanto ritenuta appartata, ma che oggi Coldiretti ha riportato allo splendore. E sono numerosi i vicentini che colgono l’occasione, ogni sabato dalle 9 alle 18, per fare la spesa ed incontrarsi, dedicando un po’ di tempo anche ad una salutare passeggiata all’aria aperta, anche optando per la consegna della spesa a domicilio.
“I consumatori sono sempre più esigenti ed orientati a questo modello di offerta – aggiunge il direttore Troccoli – ed i produttori vogliono dare il meglio ed i prodotti, al di là dell’etichettatura, sono caratterizzati dalla trasparenza totale. Non vogliamo più saperne dei cibi anonimi”. La giornata è stata appassionante, anche grazie agli eventi che hanno fatto da corollario al mercato: in piazza San Lorenzo, infatti, è stata proposta una mostra dedicata al falso made in Italy, con animazione musicale a cura di giovani deejay vicentini; il laboratorio didattico “Disegniamo e lavoriamo con il legno, alla scoperta del fantastico mondo dei cavalli”, a cura della Fattoria didattica Rodeghiero Paints di Molvena ed il laboratorio didattico “Scopriamo l’origine di frutta e verdura”, a cura della Fattoria didattica Il Giglio Rosso di Arsiero.
Nell’area antistante l’ingresso al mercato, invece, hanno trovato spazio un gazebo conoscitivo del Broccolo bassanese ed uno con distribuzione dell’agri-aperitivo e del vin brulé. Spazio anche alla solidarietà, con gli artisti di strada di Dottor Clown, che per l’intera giornata hanno rallegrato e movimentato il centro storico. “Entusiasma vedere che in questi mercati è crescente la presenza di giovani – conclude il direttore Troccoli – a significare un importante ritorno al lavoro agricolo. Il Veneto, poi, è una delle principali regioni agricole, con settori di eccellenza a livello nazionale ed il mercato coperto di Campagna Amica rappresenta senza dubbio un’eccellenza nel panorama nazionale.
Le istituzioni devono rendersi conto di ciò che sta facendo Coldiretti e facilitare un processo irreversibile ed appassionante”. Compiaciuti per la riuscita della giornata e per l’andamento del mercato anche il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù: “la risposta dei vicentini è straordinaria, al di là delle più ottimistiche aspettative, e crediamo che il mercato coperto di Campagna Amica fosse atteso dai vicentini, che l’hanno accolto a braccia aperte e lo frequentano abitualmente con soddisfazione”.
 
MANTOVA, A QUISTELLO SI PARLA DI ACQUA. AGRICOLTORI ATTENTI ALL’ORO BLU
 
“Negli ultimi anni rapporto con l’acqua è cambiato e ci stiamo ponendo nei confronti di questo bene, considerato prezioso quanto o più del petrolio, con un approccio diverso. L’agricoltura è molto spesso accusata di sprecare l’acqua, mentre ne fa un uso virtuoso, poiché dopo il suo utilizzo dei campi per la crescita delle colture, vi è un ritorno alle falde acquifere. Allo stesso tempo, anche in ottica ambientale, dobbiamo riconoscere che è responsabilità anche degli agricoltori preservare la qualità dell’acqua e, sul tema, c’è molta attenzione”.
Lo ha detto questa mattina Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova, intervenendo al convegno organizzato in collaborazione con la Parrocchia di Quistello per le celebrazioni in onore di Sant’Antonio, dal titolo “Acqua fonte di vita”, che ha visto la presenza, fra i relatori, del vescovo di Mantova mons. Gianmarco Busca, insieme al professor Rosario Lembo, presidente del Comitato italiano per il contratto mondiale sull’acqua e Davide Nigrelli, storico del monachesimo benedettino.
A portare i saluti al Cinema Teatro Lux, dal sisma del 2012 anche con funzione di luogo consacrato per le celebrazioni eucaristiche, sono stati il parroco don Roberto Buzzola e il sindaco Luca Malavasi. Erano presenti in platea la direttrice di Coldiretti, Erminia Comencini, il prefetto di Mantova, Sandro Lombardi, l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Fava, l’onorevole Marco Carra, componente della Commissione Agricoltura alla Camera, il senatore Luigi Gaetti e numerosi sindaci della zona.
Come da tradizione (è il sesto appuntamento organizzato in onore di Sant’Antonio da Coldiretti, con il supporto della sezione di Quistello, rappresentata da Luciano Bulgarelli) è stata consegnata una statua del patrono degli allevatori e protettore degli animali al Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga, per l’impegno messo in campo in questi anni nella gestione delle acque.
“Considero questa statuetta di buon auspicio e spero che il mandato del nuovo consiglio sia meno impegnativo rispetto a quello che si è appena concluso, quando abbiamo dovuto fronteggiare il terremoto nel 2012 e la grave siccità della scorsa estate”, ha detto la presidente Ada Giorgi, rieletta nei giorni scorsi.
“L’acqua di per sé è già un miracolo, presentandosi in natura in forma solida, liquida e gassosa – ha detto il vescovo monsignor Busca -. Nella Bibbia l’acqua compare in 1.500 versetti ed è simbolo tanto di morte quanto di vita. Gesù ha mostrato il suo dominio quando ha fatto tacere il mare e ha camminato sulle acque. L’acqua, però, è anche vista come potenza di vita, di rinascita con il battesimo, e il padrone è Dio, non l’uomo”.
“L’acqua è anche un diritto, riconosciuto dall’Onu nel 2010: nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è previsto come obiettivo l’accesso all’acqua a un prezzo equo di mercato”. Lo ha ricordato il professor Rosario Lembo, che ha ricordato che “in Italia l’acqua è un bene demaniale e la parola d’ordine, anche per gli agricoltori e gli allevatori, dovrebbe essere responsabilità, per un uso attento e senza sprechi”.
“Oggi il consumatore – ha spiegato il presidente di Coldiretti, Paolo Carra – non cerca solamente la qualità dei prodotti, ma chiede che seguano un ciclo di produzione virtuoso, in cui anche l’utilizzo dell’acqua avvenga responsabilmente. È tutto interesse dell’agricoltura, fra l’altro, conservare l’oro blu, in quanto fattore produttivo primario, come anche la crescita registrata in questi ultimi decenni dall’Alto mantovano, dopo che sono stati portati i servizi irrigui, sta a dimostrare”.
Maestri nella gestione e nel governo delle acque sono stati i monaci benedettini, che hanno coniugato, secondo la regola del fondatore, il momento della preghiera a quello del lavoro. “A San Benedetto in Polirone – ha esordito Davide Negrelli, storico del monachesimo benedettino – dalla fondazione del monastero la priorità è stata quella di bonificare per produrre, alla luce della missione dell’ordine, che era anche quella di sfamare i poveri. Ai benedettini dobbiamo molte opere di regimazione dei corsi irrigui, la scelta di utilizzare l’acqua come forza motrice per i mulini o l’adozione di nuove pratiche colturali, come le marcite, nate nel Milanese con i monaci cistercensi”.
 
PUGLIA, AGRUMI: BENE AIUTI STRAORDINARI CONTRO LA TRISTEZA
 
Un patrimonio da valorizzare e sostenere quello agrumicolo pugliese, che vale 115 milioni di euro per una produzione di 2,6 milioni di quintali – afferma Coldiretti Puglia – soprattutto di arance e clementine che hanno avuto il riconoscimento comunitario dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta), quali l’arancia del Gargano, il limone Femminello del Gargano e le clementine del Golfo di Taranto.
Le province di Taranto e Foggia fanno la parte da leone. Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto – ricorda Coldiretti Puglia – sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, e tale patrimonio va valorizzato attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito, considerato anche il fatto che la concorrenza sleale dei Paesi comunitari ed extracomunitari sta determinando un calo dei prezzi di vendita del 25%. In provincia di Foggia si producono 103mila quintali di arance e limoni, in un’area ad alto rischio di dissesto idrogeologico, caratterizzata da agrumeti storici.
“Bene gli aiuti straordinari del Ministero delle Politiche Agricole per il settore agrumicolo, che in Puglia ha subito pesantemente gli effetti dell’embargo russo e del virus della ‘tristeza degli agrumi’, aggravato dal crollo dei prezzi in campagna. Sono inaccettabili – denuncia il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero, in una situazione di dumping economico, sociale ed ambientale. Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno e favorire le esportazioni. Il risultato è un calo dei consumi che sono scesi per le arance sotto i 15 chili a persona all’anno, per effetto di una diminuzione che negli ultimi 15 anni varia da oltre il 20% per le arance ad oltre il 50% per i mandarini”.
Per un sostegno immediato già nelle prossime settimane il Ministero intende costruire insieme alla filiera produttiva e alla grande distribuzione organizzata un’azione straordinaria di promozione e informazione dei consumatori. “Come per la Xylella, anche nel caso della ‘tristeza’ degli agrumi le direttive comunitarie – denuncia Angelo Corsetti, Direttore Coldiretti Puglia – impongono l’estirpazione degli alberi. I nostri agricoltori dell’area jonica possono esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari, solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. Non dobbiamo trascurare i gravi danni a carico di cooperative e vivaisti che sono inermi di fronte agli attacchi della virosi, diffusa da decenni in provincia di Taranto. Una volta colpita dalla malattia, la pianta è destinata a morire nell’arco di qualche anno. Uno degli aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e con buona probabilità l’agrumeto risulta ormai compromesso”.
Al fine di supportare una strategia di ripristino del potenziale produttivo degli agrumeti colpiti dal virus tristeza – conclude Coldiretti Puglia – vanno coordinate le azioni dei produttori con il sostegno che le istituzioni possono mettere in campo. Il programma di rinnovo varietale predisposto dal Mipaaf prevede la disponibilità di piante indenni per realizzare il piano annuale di riconversione programmato, attraverso investimento diretto del Crea, la realizzazione del Catasto agrumicolo nazionale già nel 2018, la riconversione varietale con materiale certificato esente da virus, utilizzando in maniera sinergica e integrata le risorse dei PSR e dell’Ocm attraverso le organizzazioni dei produttori.
 
AREZZO, I PICCOLI COMUNI CUSTODI DI UNA GRANDE RICCHEZZA: LE PRODUZIONI TIPICHE
 
E’ stato presentato nei giorni scorsi a Palazzo Rospigliosi a Roma, in occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo, lo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”. Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente valorizzato e promosso grazie alla nuova legge n.158/17 con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Un sistema virtuoso che rappresenta ben il 69,7% dei 7977 comuni italiani e in cui vivono poco più di 10 milioni persone, secondo l’analisi Coldiretti/Symbola. 
“Ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione Europea hanno a che fare con i Piccoli Comuni – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo Tulio Marcelli – che, nel dettaglio, garantiscono la produzione di tutti i 52 formaggi a denominazione, del 97% dei 46 olii extravergini di oliva, del 90% dei 41 salumi e dei prodotti a base di carne, dell’89% dei 111 ortofrutticoli e cereali e dell’85% dei 13 prodotti della panetteria e della pasticceria. Ma grazie ai piccoli centri è garantito anche il 79 per cento dei vini più pregiati che rappresentano il Made in Italy nel mondo”.
Un patrimonio conservato nel tempo dalle 279mila imprese agricole presenti nei piccoli Comuni con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.
Dal tessuto territoriale dei centri sotto i 5mila abitanti dipende gran parte della leadership italiana in Europa con il sistema della qualità alimentare Made in Italy (Dop/Igp) che sviluppa un fatturato annuo al consumo di quasi 14 miliardi, dei quali circa 4 miliardi realizzati sul mercato estero. Una risorsa per l’Italia che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione turistica. Non a caso due stranieri su tre considerano la cultura e il cibo le principali motivazione del viaggio nel Belpaese mentre per ben il 54 per cento degli italiani il successo della vacanza dipende dalla combinazione cibo, ambiente e cultura, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
“Grande soddisfazione anche per la nostra provincia – commenta il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi – infatti tra le produzioni tipiche spicca anche il Marrone di Caprese Michelangelo, prodotto di eccellenza apprezzato e riconosciuto a livello internazionale e che racchiude in se la tipicità, la storia, la tradizione di quel territorio e l’impegno quotidiano delle aziende agricole che lo producono nonostante tutte le difficolta a cui sono sottoposte a cominciare. Lo scorso anno – prosegue Rossi –  le gelate primaverili e la siccità estiva sommate alla presenza degli ungulati ha fatto crollare la produzione del 40%, nonostante questo ottima qualità del prodotto”.
Arezzo fa parte di una regione, la Toscana che è saldamente al quarto posto nella produzione nazionale di castagne con il 10% dopo Campania, Calabria e Lazio. Il castagno riveste un ruolo importante in molte aree collinari e montane della nostra provincia, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago con l’habitat che risulta fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti.
 
PAVIA, LUDOVICO LORINI SGARIBOLDI NUOVO DELEGATO DI COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA
 
Ludovico Lorini Sgariboldi, conduttore di un’azienda agricola a Torrevecchia Pia dove coltiva riso e cereali, è il nuovo Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Pavia. L’imprenditore agricolo 26enne, laureato in Scienze Agrarie, è stato eletto all’unanimità dal Comitato provinciale e subentra a Silvia Manna, che ha guidato i Giovani di Coldiretti Pavia negli ultimi cinque anni ottenendo tanti successi.
Il nuovo Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Pavia sarà affiancato dai vice Delegati Noemi Leva (zona di Mortara) e Fabio Ricotti (zona di Stradella), oltre che dagli altri membri del nuovo Comitato composto da Cora Boselli (zona di Corteolona), Massimiliano Perego (zona di Casteggio), Matteo Rossi (zona di Varzi), Cristiano Salvadeo (zona di Voghera), Marcello Cattaneo (zona di Vigevano) e Davide Ratti (zona di Mede). “Darò il massimo per rappresentare degnamente Coldiretti Pavia – dice Ludovico Lorini Sgariboldi – Il Comitato che mi affiancherà è ben rappresentativo di tutta la provincia di Pavia e di tutte le attività agricole del nostro territorio: sono sicuro che noi Giovani di Coldiretti continueremo a fare bene anche nei prossimi anni, per garantire il giusto reddito alle nostre aziende agricole e per la valorizzazione del nostro territorio”.
“Da sempre Coldiretti investe sui giovani, una parte importante della nostra grande Organizzazione – sottolinea Wilma Pirola, presidente di Coldiretti Pavia – Voglio ringraziare il Comitato uscente e augurare buon lavoro al nuovo Delegato. Anche per i nostri giovani il 2018 sarà un anno importante, a partire dalla legge sull’etichettatura del riso che entrerà in vigore tra poco. C’è bisogno di lavorare molto, ma soprattutto di essere orgogliosi di essere imprenditori agricoli di Coldiretti”. “Giovani Impresa l’unica novità che conta nel settore agricolo giovanile e che crea sviluppo nelle campagne italiane – dice Rodolfo Mazzucotelli, direttore di Coldiretti Pavia – I giovani infatti hanno una grande dinamicità e una speciale capacità di affrontare i problemi, valorizzando i prodotti e le eccellenze del vero Made in Italy coniugando tra loro tradizioni, identità e culture locali, ma anche reinterpretando con creatività la nostra storia e promuovendo il nostro territori”.
“In questi anni i giovani di Coldiretti Pavia si sono distinti per impegno e partecipazione, e sono sicura che continueranno a farlo – aggiunge Silvia Manna, che aveva guidato il Comitato provinciale dal 2013 – Come giovani dobbiamo essere ottimisti: come Coldiretti dal punto di vista sindacale abbiamo ottenuto risultati importante e che solo cinque anni fa sembravano impossibili, come l’etichettatura d’origine per latte, riso e pasta che daranno risultati nel medio lungo periodo”.
 
BASILICATA, UECA SBLOCCHI INGENTI RISORSE FINANZIARIE PER AGRICOLTORI LUCANI
 
“L’Ufficio erogazioni comunitarie in agricoltura (Ueca) non interagisce con gli altri soggetti interessati e quindi le problematiche rilevate sulle domande relative alle misure a superficie del Psr Basilicata, in particolare del biologico, che il più delle volte potrebbero essere risolte con la concertazione delle parti interessate, sono destinate a incancrenirsi e non trovare soluzione”. E’ quanto evidenzia Coldiretti Basilicata in una lettera inviata al dirigente dell’Ufficio erogazioni comunitarie in agricoltura della Regione Basilicata, Ermanno Pennacchio, e all’assessore regionale, Luca Braia.
“A conferma di tutto ciò – sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto e Aldo Mattia – segnaliamo, al contrario di quanto condiviso al Tavolo Tecnico svoltosi in Regione a novembre, che l’Ueca continua ad addebitare ritardi e blocchi alla cattiva gestione dei Centri di Assistenza Agricola di Coldiretti. Inoltre, proprio nel periodo delle festività, ha inviato ai produttori ed agli stessi Centri lettere di correttive da definire entro il 31 dicembre, col paradosso che gli stessi non conoscono le procedure per le correttive e non conoscono presso quali sedi (Matera o Potenza) procedere alle correttive.
Infine nelle lettere sono evidenziate anche anomalie che non possono essere risolte e non sono addebitabili all’operato di Coldiretti”. Quarto e Mattia segnalano poi che “per il biologico parte delle domande 2016 non sono state pagate e non si conoscono le motivazioni né tantomeno l’esistenza o le procedure per correggere eventuali anomalie”. Altra questione, “non meno edificante”, riguarda la gestione da parte dell’Ueca delle pratiche interessate dalla sentenza (198/2015 – ex set-aside). “Circa cinquecento pratiche di biologico relative al 2016 non sono state pagate, altre duecento circa sono state pagate parzialmente per circa quattro milioni di euro e circa settanta pratiche bloccate per la sentenza, passata in giudicato, sopra richiamata.
Questa ha una dimensione ancora più allarmante in quanto gli agricoltori coinvolti non percepiscono il premio pac da circa quattro anni e su di loro pende la ‘spada di Damocle’ del recupero dei premi percepiti indebitamente nel corso dei vent’anni di vigenza del bando, che complessivamente e soltanto per i nostri associati ammonta a circa tre milioni di euro. Tutto questo ragionamento, tradotto in azioni – concludono Quarto e Mattia – presuppone la necessità di prevedere, come Coldiretti, un incontro urgente, alla presenza di un’ampia nostra delegazione, per dirimere la questione e sbloccare le ingenti risorse finanziarie che, fino a prova contraria, sono un diritto degli agricoltori e non possono essere messe in discussione dal gioco dello scaricabarile”.
 
PISA, TIPICITA’: VIA LIBERA A TRIPPA, POLENTA E PAPPA AL POMODORO IN STRADA
 
Via libera allo street food contadino anche in provincia di Pisa. Le aziende agricole potranno vendere direttamente i propri prodotti trasformati e cucinati anche in forma itinerante. E’ il caso, per esempio della trippa alla pisana, della pallette (polenta) con il ragù o della pappa al pomodoro per citare i più celebri dei piatti tipici, che potranno essere cucinati e somministrati in strada, e di molte altre ricette e prodotti della tradizione. Un provvedimento sollecitato da Coldiretti ed inserito nella manovra di bilancio a fianco della decontribuzione per giovani agricoltori, al bonus verde fino alla sterilizzazione delle aliquote Iva.
Una opportunità importante per i consumatori con 1 su 2 (50%) che ha mangiato cibo da strada nell’ultimo anno in tutte le sue forme secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Ora sarà finalmente possibile farlo acquistando direttamente a chilometri zero dagli agricoltori e dagli allevatori a garanzia della genuinità e della qualità ma anche del rispetto degli ingredienti e della vera tradizione enogastronomica Made in Italy. “Per le aziende agricole – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa – si apre uno scenario di grandi prospettive. Potranno manipolare e cucinare i prodotti che coltivano anche in maniera itinerante così come accade abitualmente per molti prodotti.
E’ un’opportunità importante – spiega ancora – per qualificare l’offerta delle città minacciata dalla banalizzazione e dall’omologazione ma anche per difendere l’identità alimentare nazionale che rischia di sparire dalle strade e dalla piazze invase dal kebab al sushi, dalla frutta fuori stagione come le caldarroste congelate disponibili durante tutto l’anno. E’ uno strumento che permetterà di valorizzare anche i piccoli centri storici”.
Il cibo da strada contadino non è l’unica novità. Nella manovra, infatti è contenuto anche il “Bonus verde” ossia la detrazione ai fini Irpef del 36% delle spese per lavori di “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Il bonus si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali. “Per i giovani agricoltori under 40 – spiega Aniello Ascolese, Direttore Coldiretti Pisa – è stato anche riconfermato l’esonero triennale dal pagamento dei contributi previdenziali e una riduzione contributiva nel limite del 66% per il successivo anno e del 50% per l’ulteriore anno.
Una misura per sostenere la crescente domanda di giovani che vogliono fare impresa in agricoltura. Viene poi estesa al 2018 l’indennità giornaliera di 30 euro per i lavoratori della pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca, nel periodo di sospensione per misure di fermo pesca, nel limite di 40 giorni in corso d’anno, con uno stanziamento di 5 milioni annui. Mentre è stata integrata con 12 milioni di euro la dotazione finanziaria del Programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura 2017-2019”.
Per gli allevatori è stato previsto l’innalzamento delle percentuali di compensazione IVA sulle cessioni di animali vivi della specie bovina e suina in misura rispettivamente non superiore al 7,7% e all’8% per ciascun anno nel 2018, 2019 e 2020.  Inoltre, per la realizzazione di interventi urgenti diretti a fronteggiare le emergenze nel settore avicolo, è stato istituito un Fondo per l’emergenza avicola, con una dotazione di 15 milioni di euro per l’anno 2018 e 5 milioni di euro per l’anno 2019.
Infine è determinante nella manovra la sterilizzazione degli aumenti Iva e accise che interessa anche su beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie”.
 
PIEMONTE, MATTEO CASTELLA DI CHIERI ELETTO PRESIDENTE DI UE.COOP REGIONALE
 
Matteo Castella è il nuovo presidente di Ue.Coop Piemonte. E’ stato eletto durante i lavori che si sono svolti a Torino alla presenza del coordinatore organizzativo nazionale Vincenzo Sette. Matteo Castella, che succede a Daniela Pallisco, è presidente della cooperativa sociale Patchanka di Chieri, nata nel 2012 con l’obiettivo di consentire ai giovani del territorio di realizzarsi all’interno del mondo del lavoro, ai soggetti in difficoltà di trovare una strada occupazionale, al territorio e alla città di usufruire di una giovane impresa votata al rilancio economico in un momento di crisi.
Matteo Castella, afferma: “Sono frastornato ed emozionato per essere stato eletto presidente di Ue.Coop Piemonte. Sicuramente ci sarà tanto da lavorare. Ue.Coop è una centrale neonata e ha già fatto un bel pezzo di strada. Ora, anche in Piemonte, bisogna proseguire nel cammino. L’intento del mio operato sarà mettere al centro le persone e i territori al fine di sostenere i valori e i principi del modello cooperativo che si fondano sulla solidarietà, sulla sostenibilità e sulla sussidiarietà per essere uno strumento efficace al servizio degli associati. Il primo impegno sarà riunire gli associati e ascoltare le loro idee. Ue.Coop conta su una bellissima base sociale. Partiremo dagli associati, dalle loro proposte e dalle loro idee. Per il futuro l’obiettivo principale sarà creare rete e sinergia tra le varie realtà. Abbiamo la fortuna di poter contare su realtà cooperative interessantissime che operano in tanti modi diversi e che spesso hanno bisogno l’una dell’altra. Cooperare tra cooperative sarà l’impegno per il mio mandato”.
“Alla base dei principi ispiratori di Ue.Coop – spiega Vincenzo Sette, coordinatore organizzativo nazionale – vi è un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile; una rappresentanza capace di rivolgersi alla gente, alle comunità, di leggere il territorio e di aprirsi al mondo”.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, spiega: «In provincia di Torino le realtà aderenti a Ue.Coop sono 120 tra cooperative di produzione lavoro, agricole e sociali. In Piemonte Ue.Coop conta su 45 mila soci appartenenti a 350 cooperative che aderiscono al codice etico e che hanno la volontà di operare per raggiungere gli obiettivi economici, ma anche di realizzare gli ideali di lavoro in un ambiente di piena lealtà ed onestà. Ue.Coop Piemonte continua ad operare per crescere ed allargare il sistema cooperativo piemontese e per mettere in campo azioni idonee a supportare i nostri soci”. 
 
TOSCANA, IL 16,5% DEI TITOLARI DELLE IMPRESE AGRICOLE REGIONALI È UNDER 40
 
I giovani under 40 che intendono nel corso del 2018 intraprendere l’attività di agricoltori possono beneficiare dell’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali per i primi tre anni di insediamento e una riduzione contributiva nel limite del 66% per il successivo anno e del 50% per l’ulteriore anno. Questo intervento, nato per la prima volta nel 2017, è stato confermato anche per quest’anno in sede di approvazione della legge di stabilità 2018. Il legislatore intende sostenere la crescente domanda di giovani che vogliono fare impresa in agricoltura. Basta pensare che in Toscana, secondo i dati forniti da INPS, delle 23.303 aziende agricole autonome ben 3.805 sono gestite da titolari under 40 pari al 16.5%.
“L’intervento, fortemente sostenuto da Coldiretti ed annunciato in occasione della nostra convention al Mandela Forum del settembre 2016 – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – vuole accompagnare i primi anni di vita per le neo-imprese agricole di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali con età inferiore a quaranta anni. Scelta quanto mai intelligente e lungimirante perché molti giovani si stanno avvicinando al mondo agricolo –continua Marcelli – perché in esso vedono traiettorie di futuro personale e professionale”.
La misura fa riferimento alle nuove iscrizioni nella previdenza agricola effettuate tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre 2018 e riconosce l’esonero dal versamento del 100 per cento dell’accredito contributivo presso l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, per un periodo massimo di trentasei mesi. Decorsi i primi trentasei mesi l’esonero è riconosciuto, per un periodo massimo di dodici mesi, nel limite del 66 per cento e, per un periodo massimo di ulteriori dodici mesi, nel limite del 50 per cento.
“Occorre mettere in evidenza – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – che il beneficio è riconosciuto solo tramite una istanza da presentare esclusivamente in forma on-line. Tutti gli interessati troveranno adeguata assistenza presso gli uffici Coldiretti dove opera il patronato EPACA che sarà in grado di fornire anche consulenza per comprendere dinamica ed impatto economico di questa misura. Certamente si tratta di una bella boccata di ossigeno per chi ha deciso di cimentarsi in un lavoro di grande fascino, in cui l’entusiasmo tipico dei giovani può trovare stimolo nella nuova multifunzionalità dell’impresa agricola, ma è altrettanto impegnativo in termini di regole e risorse. A questi giovani Coldiretti vuole far sentire forte il proprio sostegno”.
 
CALABRIA, QUANDO LA REGIONE SARA’ INDENNE DALLA VESCICOLARE SUINA?
 
Siamo rimasti l’unica regione dell’Europa senza accreditamento quale territorio indenne dalla Malattia Vescicolare suina (MVS). “Il permanere di tale situazione – commenta Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – continua a danneggiare i suinicoltori calabresi sul piano commerciale e della competitività.  Il Piano di Sorveglianza ed Eradicazione avviato, dai Servizi Veterinari Regionali nel mese di Dicembre 2015 (il primo è del 18 giugno 2002) ha condizionato molto gli scambi commerciali con gli altri territori sia rispetto alla movimentazione degli animali che per i prodotti derivati con particolare penalizzazione dei salumi DOP di Calabria.
Di fatto – aggiunge – si continua a sottovalutare che il comparto suinicolo è radicato nella nostra regione con una valenza storico-culturale e ambientale – economica, riconosciuta e certificata dall’Unione Europea con ben quattro salumi DOP. L’Ordinanza Ministeriale del 26 luglio 2001, prevede che per essere accreditati occorre che negli ultimi due anni non ci siano stati focolai e quindi il riconoscimento può concretizzarsi e certamente sarebbe un ottimo risultato.
Considerato  – rileva Molinaro – che l’ultimo focolaio di MVS che si è registrato in Calabria risale ormai al mese di Maggio 2015, quindi con un netto ed evidente miglioramento della situazione epidemiologica, consapevoli  degli effetti devastanti sull’intera filiera suinicola in termini economici e sociali, che l’attuale stato di cose ha determinato negli ultimi anni con una forte diminuzione di possessori di suini e dispendio di risorse pubbliche, chiediamo  – conclude Molinaro –  di sapere lo stato dell’arte ed i tempi previsti per l’ottenimento di qualifica di territorio indenne da parte dell’Unione Europea. Rimanere in questo stato non è più tollerabile.
 
PADOVA, VINO: NEL 2017 CONTINUA A CRESCERE IL FIOR D’ARANCIO DOCG
 
Un’annata impegnativa per il vino Padovano, specie sotto il profilo del meteo, ma non priva di soddisfazioni per i produttori di casa nostra. “I dati della vendemmia 2017 elaborati da Veneto Agricoltura riservano delle interessanti conferme per i viticoltori padovani – afferma Fabio Giorio, responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Padova – nonostante il clima abbia penalizzato la produzione a causa delle gelate primaverili che hanno colpito alcune zone collinari e della bassa padovana e della prolungata siccità che ha interessato buona parte dell’anno. La qualità delle uve raccolte in ogni caso è molto buona, in particolare per i rossi. Il nostro territorio comunque ha perso meno rispetto ad altre zone. Sui Colli Euganei ad esempio il calo produttivo di attesta fra il 6-8%, con punte più elevate solo in alcune zone particolarmente colpite dal maltempo.
Continua a crescere invece la superficie di vigneto, ormai a quota 7.030 ettari, il 68,75% dei quali destinati alle uve a bacca bianca e  il 31,25%alle uve a bacca nera. Sostanzialmente stabile il numero delle aziende vitivinicole padovane, 3778 e confermato anche il “podio” delle prime tre varietà: al primo posto Glera con 2.666,5 ettari, Merlot al secondo posto con 1.142,1 ettari e Pinot Grigio 954,17 ettari, in ascesa dopo l’introduzione della nuova Doc Delle Venezie specificatamente dedicata a questa uva. Guardando all’andamento delle superfici negli ultimi tre anni emerge che la superficie estirpata è stata di 564 ettari mentre i nuovi impianti hanno portato a 1.653 ettari in più, determinando perciò un saldo positivo di 1.088 ettari.
La viticoltura padovana è sempre più orientata alla qualità e all’origine – prosegue Giorio – e cresce il numero di bottiglie a marchio Doc e Docg. Molto bene la costante ascesa del Fior d’Arancio dei Colli Euganei Docg, ormai il vino bandiera del territorio a tutti gli effetti, sul quale i nostri produttori hanno puntato con convinzione e dedizione fin dall’inizio. Il vino imbottigliato con questa denominazione che ormai identifica il nostro territorio anche oltre i confini regionali passa dai 6.890 ettolitri del 2016 ai 7.228 del 2017 con un incremento significativo del 4.9% che conferma la crescita continua degli ultimi anni.
Altro motivo di soddisfazione per la viticoltura padovana è lo sviluppo della coltivazione biologica in 580 ettari di vigneti coltivati da 94 aziende. Presto supereremo le 100 aziende viticole biologiche perché il trend sarà mantenuto anche nei prossimi anni. Non a caso stiamo lavorando al bio distretto nell’area dei Colli Euganei proprio per favorire e agevolare questa forma di coltivazione sostenibile che trova un’attenzione e un consenso sempre più ampio fra i consumatori.
Cresce anche l’impegno delle nostre aziende vitivinicole verso i mercati esteri, dove i nostri vini si stanno facendo conoscere e apprezzare. Nelle prossime settimane, in vista della nuova annata, – conclude Giorio – Coldiretti Padova organizzerà diversi incontri tecnici sul territorio con i produttori per affrontare i principali temi del settore, dalle prospettive di sviluppo e innovazione grazie ai nuovi bandi del Psr, all’evoluzione dei nuovi impianti e della normativa, con novità e incombenze per le imprese”.
 
PAVIA, INCENDIO CORTEOLONA: NIENTE DIOSSINA NEI TERRENI
 
“Possiamo tirare un mezzo sospiro di sollievo, visto che le analisi di Arpa hanno attestato che anche nei terreni, oltre che nell’aria, i valori di inquinanti sono ben al di sotto dei limiti di legge. Sono risultati che ci rassicurano, ma che non ci devono far abbassare la guardia: chiediamo con forza che vengano accertate velocemente tutte le responsabilità in questa brutta vicenda”. Così Wilma Pirola, presidente di Coldiretti Pavia, commenta le analisi di Arpa Lombardia, i cui tecnici hanno resi noti i risultati del terreno prelevato il 4 gennaio scorso in un punto posto sottovento e di ricaduta delle ceneri dell’incendio scoppiato la sera del 3 gennaio scorso a Corteolona e Genzone.
“Ora però occorre salvaguardare le aree a vocazione agricola della nostra provincia – continua il presidente di Coldiretti Pavia – assicurando massima e costante attenzione con i controlli sul territorio, identificando per tempo i siti pericolosi. A pagare il conto, infatti, non possono essere sempre i cittadini e le imprese che vivono e lavorano sul territorio, a partire dall’agricoltura e dall’allevamento. Di fronte alle emergenze che si rincorrono – conclude Wilma Pirola – occorre adottare tutti gli accorgimenti a tutela della sicurezza e della salute, accertare le responsabilità e avviare le necessarie azioni di risarcimento danni diretti, indiretti e d’immagine a favore delle comunità e delle imprese colpite”.
 
LOMBARDIA, 125 MILA A LETTO: I CONSIGLI COLDIRETTI PER UNA DIETA ANTI MALANNI
 
Sono 125mila i lombardi colpiti dall’influenza nella prima settimana di gennaio, mentre il conto totale degli italiani ammalati raggiunge quasi i 3 milioni dall’inizio della sorveglianza ad ottobre. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti Lombardia su dati del Ministero della Salute. Nella prima settimana del 2018 – sottolinea la Coldiretti – in Lombardia la fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a circa 25,2 casi per mille assistiti, mentre nella fascia 5-14 anni l’incidenza è di 10,7 casi per mille assistiti, nei giovani adulti è di 13,3 e negli anziani di circa 7,7 casi per mille assistiti. Secondo il rapporto aggiornato InfluNet, a livello nazionale probabilmente siamo vicini al picco epidemico.
Aumentare le calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola soprattutto zuppe, verdure, legumi e frutta, aiuta a rafforzare, con l’apporto di vitamine, le difese immunitarie dal rischio dell’insorgenza dell’influenza favorita dal freddo gelido, secondo la Coldiretti che ha messo a punto una “dieta antigelo”. Oltre a frutta a verdura ricca di antiossidanti nella dieta per sconfiggere l’influenza non devono mancare – continua la Coldiretti – latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione. Con la discesa del termometro arriva anche il “permesso” ad aumentare le calorie consumate in relazione ad attività, sesso, età e necessità personali.
Fondamentale – sottolinea la Coldiretti – è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A (spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente) perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti che sono di grande aiuto per combattere le conseguenze dello stress del cambio di stagione sull’organismo. Nella dieta – prosegue la Coldiretti – non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali. Per la frutta – evidenzia la Coldiretti – di grande importanza per il grande contenuto di vitamina C, è il consumo di frutta di stagione come i kiwi, clementine e arance rigorosamente italiane per evitare che i trasporti ne riducano il contenuto vitaminico. Va anche ricordato che in un soggetto normale l’assunzione di proteine deve essere compresa tra 0,8- 1,3 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per cui – conclude la Coldiretti – una buona dose di carne nella dieta non può fare che bene.
 
 
Appuntamenti
 
VENEZIA: DONNE IMPRESA COLDIRETTI, A ROMA FOCUS SULLA FORMAZIONE
Martedì 16 gennaio
 
Si terrà domani 16 gennaio a Roma nella sede Confederale di Palazzo Rospigliosi la riunione delle coordinatrici Donne Impresa per definire il piano formativo del 2018. All’incontro sono invitate anche le nuove Responsabili che hanno affrontato i recenti rinnovi: a rappresentare le imprenditrici venete la neo eletta presidente delle associate di Coldiretti Venezia, Raffaella Veronese. Si tratta della sua prima convocazione a livello nazionale essendo comunque, per ora, l’unica fresca di nomina. I passaggi statutari interesseranno, comunque, tutte le delegate dei movimenti provinciali nei prossimi mesi, fino all’individuazione del coordinamento regionale. Il focus group sulla analisi dei fabbisogni sarà condotto da Inipa in collaborazione con la docente Margherita Sartorio di Ixè.
“Una formazione manageriale – spiega Raffaella Veronese – è il giusto contributo all’attività dei dirigenti che, oltre a svolgere il loro lavoro in campagna, sono a servizio dell’associazione svolgendo incarichi presso enti ed istituzioni come, nel caso delle agricoltrici, le commissioni pari opportunità, i comitati nelle Camere di Commercio o presso Consorzi di Tutela, Università, ambiti scolastici e altre realtà. Per questo – conclude – ogni strumento di supporto, oltre alla stretta relazione con la struttura, sarà lo stimolo per affrontare con responsabilità il compito di animatori sindacali sul territorio”.
 
NOVARA-VCO: FESTA DI S.ANTONIO ABATE, GIORNATA DI EVENTI DA PIANURA AD ALPI
Mercoledì 17 gennaio
 
Una tradizione sentita da generazioni: la festa di Sant’Antonio Abate è un momento centrale dell’anno agricolo e, nel cuore dell’inverno, ne scandisce i ritmi, in un tempo che prelude la ripresa del lavoro nei campi: Sant’Antonio Abate è anche patrono degli animali (la stessa iconografia lo raffigura sempre accompagnato dal bestiame e, in particolare, da un porcellino).
Numerose, da un capo all’altro delle due province, si susseguono per una delle ricorrenze più legate alla memoria e alla fede rurale, quella di Sant’Antonio Abate, che cade, appunto, dopodomani. Come sottolinea il presidente di Coldiretti Novara Vco Sara Baudo, “con il 17 gennaio si apre un calendario di eventi concentrati, in particolare, nelle giornate di mercoledì (giorno in cui cade festa patronale) e della successiva domenica, quando si concentreranno diversi momenti di festa e aggregazione”.
In ogni caso, l’occasione vuol essere una giornata speciale, per festeggiare l’agricoltura e gli animali di fattoria, ma anche quelli d’affezione presenti nelle case dei cittadini: le celebrazioni  dedicate a Sant’Antonio Abate interessano tutte le parrocchie, con momenti religiosi e di festa più intensi (il ritrovo dei trattori, la benedizione degli animali e delle macchine agricole, il pranzo comunitario) proprio nei paesi in cui ancor oggi è più viva e marcata la tradizione, che un tempo si concretizzava anche con l’accensione dei grandi falò nei paesi e nelle cascine più grandi.
Anche nelle fattorie, infatti, in quel giorno di pausa dai lavori di preparazione dei campi era festa grande: al mattino passava il parroco a benedire lavoratori, stalla e animali, poi si faceva festa e si preparava alla sera l’accensione del fuoco.
In diversi Comuni delle due province, Sant’Antonio Abate è addirittura patrono, come a Castelletto Sopra Ticino, Calasca Castiglione, Cursolo, San Bernardino Verbano e Toceno, mentre a Lesa è dedicata al santo la chiesa in frazione Solcio. Sarà inoltre particolarmente importante la celebrazione a Cameri, con un intenso calendario che si protrarrà dalle 9.30 per tutta la mattinata, o a Madonna del Sasso, dove la successiva domenica ci sarà la benedizione delle campanelle, seguita dall’incanto delle offerte e la benedizione del sale.
In molte parrocchie – tra cui Oleggio, Galliate, Barengo e Caltignaga – è invece molto sentita la benedizione e la distribuzione del pane alla fine della Messa; a Trecate, invece, si terrà anche il tradizionale falò. Particolarmente sentite anche le feste a Briona e Momo – anche qui è ampia la partecipazione degli imprenditori agricoli – mentre fra Granozzo e Monticello vi sarà l’ormai tradizionale processione con i trattori, che trasporteranno fra le due chiese la statua lignea di Sant’Antonio percorrendo le campagne tra i due borghi. E sarà festa anche a Novara e Verbania, città capoluogo, nelle diverse parrocchie.      
 
PIEMONTE: BENE CONVOCAZIONE TAVOLO RISO REGIONALE SOLLECITATO DA COLDIRETTI
Mercoledì 17 gennaio
 
Convocato per mercoledì 17 gennaio in Regione il tavolo riso che Coldiretti Piemonte aveva già chiesto ad ottobre all’assessore Ferrero. La situazione del comparto risicolo continua a preoccupare: alla conclamata stagnazione del mercato si aggiungono le continue importazioni dall’estero, tanto che gli arrivi di riso dalla Birmania sono aumentati del 736%, ed il sistema medievale della commercializzazione.
“Bene, quindi, la convocazione di questo tavolo, come da noi già sollecitato mesi fa, poiché è urgente un momento di confronto tra le parti sulla condizione della risicoltura Made in Piemonte ed in Italy – sostengono Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo, Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Ad aggravare la situazione ci sono, oltretutto, i ritardi riguardanti i contributi dell’assicurazione sulla grandine che, per alcune aziende, risalgono addirittura al 2015, l’attesa del saldo Pac 2017 e la necessità, per alcune imprese, di sbloccare le domande per la revisione delle superfici su campagne pregresse.
Sarebbe, inoltre, auspicabile incontrare anche la parte industriale con la quale, come abbiamo già più volte detto, vorremmo poter instaurare un dialogo aperto e mettere in atto percorsi di filiera virtuosi che possano realmente dare sostegno all’intero comparto. Ricordiamo che il Piemonte resta la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende per cui è necessario intervenire per salvaguardare il lavoro dei nostri imprenditori e trovare le formule idonee per il rilancio dell’intera economia risicola”.
 
LUCCA: PARTE DALLA GIANNINI DI PIETRASANTA PROGETTO DONNE IMPRESA COLDIRETTI
Martedì 16 gennaio
 
Educare i bambini al rispetto della natura, ad una sana alimentazione e alla conoscenza del proprio corpo. Parte martedì 16 gennaio dalla scuola dell’infanzia “Sirio Giannini” di Vallecchia, a Pietrasanta (Lu), il progetto educativo promosso da Donne Impresa Coldiretti Lucca in collaborazione con il Centro Aiuto Infanzia Versilia. “Il progetto Campagna Amica di Coldiretti – spiega Elena Giannini, Responsabile Donne Impresa Coldiretti Lucca – si arricchisce di contenuti e professionalità, stringendo alleanze sul territorio; per noi l’interesse primario sono la salute e il futuro dei nostri bambini.
Un team di esperti, composto da veri e propri imprenditori agricoli specialisti in fattoria didattica ma anche da professionisti dello sviluppo come logopedisti, psicomotricisti e nutrizionisti, guiderà i laboratori per stimolare la conoscenza attiva e l’esperienza diretta con il mondo della natura, le sue forme, i suoi colori e la stagionalità, sollecitando il bambino ad una percezione multisensoriale e potenziando il suo sviluppo a livello linguistico, motorio, propriocettivo, cognitivo”.
 
PADOVA: AGRICOLTURA DELLA BASSA E PROGRAMMA SVILUPPO RURALE VENETO
Martedì 16 gennaio
 
Coldiretti Padova partecipa all’incontro informativo con Rovigo Boanca sul Programma di Sviluppo Rurale del Veneto, dalle novità dei nuovi bandi in uscita alle opportunità di crescita per l’azienda agricola. L’appuntamento è a Masi martedì 16 gennaio alle 17.45, in sala Consiliare.
Importante occasione informativa sul Piano di Sviluppo Rurale del Veneto il prossimo 16 gennaio a Masi per approfondire con gli esperti di Coldiretti Padova alcuni aspetti d’attualità del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto, dalle novità sui bandi in uscita alle opportunità di crescita imprenditoriale per l’azienda agricola. “Per l’agricoltura della Bassa Padovana vi sono interessanti occasioni da alcuni bandi orientati ai settori che caratterizzano l’attività imprenditoriale del nostro territorio – spiega Michele Danielli, responsabile del comprensorio Coldiretti di Este e Montagnana – in particolare per quanto riguarda la coltivazione della frutta, molto diffusa in tutta l’area lungo il fiume Adige, e l’avicoltura presente con diversi allevamenti di qualità.  Finalmente vengono stanziate delle risorse con lo scopo di favorire e agevolare gli investimenti aziendali per migliorare la produzione, puntare sull’innovazione e sulla competitività con una particolare attenzione agli aspetti ambientali e di salvaguardia del territorio. Avremo l’occasione di approfondire i dettagli delle singole misure del Psr con i tecnici di Coldiretti e di rispondere alle domande e alle richieste di chiarimenti degli imprenditori”.
Dopo i saluti di Cosimo Galassini, sindaco di Masi, e dell’assessore regionale Cristiano Corrazzari gli interventi di Marilena Roghel, capo settore di Coldiretti Padova, Ruggero Lucin direttore generale di RovigoBanca e la conclusione di Giovanni Roncalli, direttore di Coldiretti Padova.
 
PIACENZA: “EDUCAZIONE ALLA CAMPAGNA AMICA”, RIPARTONO LE LEZIONI NELLE SCUOLE
Martedì 16 gennaio
 
Tutto pronto per l’avvio del progetto regionale di “Educazione alla Campagna Amica” che Coldiretti, in stretta collaborazione con Donne Impresa, organizza nelle scuole. Martedì 16 gennaio alle scuole medie Italo Calvino di via Boscarelli 23 ripartiranno ufficialmente le lezioni: per l’occasione alle 9.30 di martedì Coldiretti ha organizzato una conferenza stampa alla quale interverranno i principali partner che affiancheranno l’associazione nel corso delle lezioni.
Il titolo dell’iniziativa di quest’anno scolastico è “Un tempo per ogni cosa. I ritmi dell’agricoltura come guida ad una corretta alimentazione e al rispetto dell’ambiente”. Attraverso la lettura del “tempo” nelle sue tante declinazioni, i ragazzi potranno capire, partendo dall’agricoltura, il valore dell’attesa, della stagionalità e della ciclicità. Il “tempo” potrà essere variamente e originalmente interpretato dagli studenti per approfondire l’agricoltura del passato così come quella del futuro: dalle tradizioni agricole di ieri all’agricoltura di precisione e del chilometro zero di oggi, sino alla cura dell’orto, nell’evoluzione dell’agricoltura, così come l’agricoltura al tempo dei cambiamenti climatici. Un percorso capace di guidare verso scelte alimentari rispettose per il benessere personale e quello dell’ambiente al termine del quale gli alunni potranno esprimersi con un elaborato/progetto. Le classi aderenti parteciperanno al concorso finale attraverso semplici elaborati che gli studenti saranno chiamati a predisporre usando la loro fantasia al fine di esprimere al meglio ciò che hanno imparato nell’ intero percorso, che, come da tradizione, vivrà il suo momento clou con la festa finale.
Lo scorso anno il progetto ha coinvolto oltre 3mila studenti delle scuole piacentine. Il programma è vario e conta anche del sostegno di molti partner, come medici e pediatri, AVIS, associazione autonoma Diabetici piacentini, Adiconsum, esperti del Consorzio di Bonifica e di Terrepadane, apicoltori, gelatieri e panificatori, che daranno il loro importante contributo alle lezioni.  Il progetto si propone infatti di fornire spunti e strumenti di riflessione sulla connessione tra paesaggio e agricoltura; la biodiversità animale e vegetale; le produzioni tipiche del territorio; i sani stili alimentari per il benessere dello studente e dell’ambiente; il recupero delle ricette locali; l’acquisto e il consumo consapevole di cibo e infine una corretta informazione sul percorso evolutivo dell’agricoltura. E’ possibile consultare il programma collegandosi al sito di Coldiretti Piacenzawww.piacenza.coldiretti.it nella sezione “Progetti”.
 
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