I diplomandi dell’istituto agrario Giolitti-Bellisario di Mondovi’ (Cuneo) che si sono recati in corteo alla guida di trattori nell’ultimo giorno di scuola sono la punta dell’iceberg di un esercito di 45.566 ragazzi che alle superiori in Italia hanno scelto un percorso didattico legato alla terra nell’anno scolastico 2017/18, il record del quinquennio. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati del Ministero dell’Istruzione (Miur) divulgati in occasione dell’ultimo giorno di scuola dai quali emerge il record di studenti nelle scuole superiori di agraria in Italia che fanno registrare un aumento del 36% negli ultimi cinque anni.
Un successo – spiega la Coldiretti – legato alla voglia di studiare qualcosa che unisca la pratica alla teoria, che insegni come si fanno le cose e come si possa costruire una carriera professionale a contatto con la natura grazie a un’esperienza che affianca lo studio sui libri al lavoro nelle stalle, nei caseifici, nei campi, nei laboratori.
La prospettiva di futuro di agraria è confermata anche dal fatto che nei 35 percorsi didattici negli istituti tecnici superiori a livello nazionale si registra un tasso di occupati di oltre il 73% a un anno dal diploma secondo le elaborazioni Coldiretti sull’ultimo monitoraggio Indire/Ministero dell’Istruzione, con picchi che vanno dal 94,1% dell’Abruzzo all’88,9% del Veneto, dal 79,1% della Lombardia al 76,5% della Puglia, al 77,8% dell’Emilia Romagna o al 75% del Lazio.
E nelle classi – sottolinea la Coldiretti – non ci sono solo figli di “famiglie agricole” ma sempre più anche giovani appassionati con genitori lontani dal mondo della terra. Molte le possibilità di studio offerte: dalla zootecnia al lattiero caseario, dalla coltivazione di cereali a quello della frutta, passando dalla viticoltura e dal vino all’olio di oliva, dallo studio di boschi e foreste fino al vivaismo ma non mancano neppure percorsi di “Gestione dell’ambiente e del territorio”.
Una realtà favorita dalle legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato le campagne e consentito ai giovani di interpretare in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
“I giovani, prima e meglio di altri, hanno capito che l’Italia per crescere deve puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte e il cibo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “che l’agroalimentare italiano offre una prospettiva di nuove e interessanti prospettive di futuro per chi sa esprimere la propria creatività a contatto con la natura”.
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