COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio dell’8 febbraio 2019

8 Febbraio 2019
News La Forza del Territorio dell’8 febbraio 2019

Primo piano

 

PADOVA

ZUCCHERO MADE IN ITALY: INVESTIRE SULLA BARBABIETOLA

Per salvare e valorizzare lo stabilimento di Pontelongo, la Coldiretti provinciale chiede di perseguire l’obiettivo di portare la superficie coltivata a 13 mila ettari, una opportunità per le imprese dalla filiera certificata

Un’inversione di tendenza che permetta di aumentare la coltivazione di barbabietola e valorizzare lo Zuccherificio di Pontelongo, uno dei due stabilimenti da cui esce l’autentico zucchero “made in Italy”. E’ il piano a cui stanno lavorando i produttori di Coldiretti Padova con l’obiettivo di invertire la serie negativa che negli ultimi anni ha portato ad una sensibile riduzione della superficie coltivata a barbabietole, a causa della politica europea dei prezzi e alle manovre dei grandi gruppi esteri a danno del mercato italiano.

Ora ci sono tutte le condizioni per dare una svolta al settore dello zucchero made in Italy, grazie ad una filiera certificata, e garantire un futuro allo stabilimento padovano di Pontelongo, con Minerbio uno dei due zuccherifici gestiti dalla cooperativa Coprob. “Partiamo dalla buona notizia dell’avvio della campagna bieticola 2019 per entrambi gli stabilimenti – spiega Ettore Menozzi Piacentini, consigliere di Coldiretti Padova e di Coprob – per lavorare ad un sensibile incremento della superficie coltivata a barbabietole nella nostra provincia. L’obiettivo è quello di favorire una crescita di circa il 30-40%, portando nella nostra provincia la superficie coltivata nel 2020 a circa 13 mila ettari.

Le condizioni ci sono tutte e i nostri imprenditori hanno la possibilità di fare la propria parte contribuire a consolidare una filiera di qualità come quella dello zucchero, a cui teniamo molto. Non possiamo permetterci di vanificare gli sforzi di questi anni in difesa del vero zucchero made in Italy,sostenuto anche da una forte mobilitazione popolare. Con Coprob abbiamo messo a punto una efficace strategia per dare maggiore competitività alla nostra filiera certificata bieticolo saccarifera. Grazie all’apporto della nuova genetica e di tecnologie innovative la coltivazione della bietola è preziosa per il nostro territorio, anche per consentire ai nostri terreni una maggiore efficienza e sostenibilità nella coltivazione di cereali.

Da sottolineare poi l’interessante opportunità di integrazione del reddito con gli incentivi del contributo di base e del contributo accoppiato che consentono di superare i 700 euro ad ettaro per chi sceglie di coltivare barbabietola. E’ una coltivazione che ha tutte le caratteristiche agronomiche ideali per tornare in auge nella nostra campagna e arricchire i nostri terreni. Non va sottovalutata poi la resistenza ai cambiamenti climatici e anche agli attacchi di insetti alieni come la cimice asiatica che sta minacciando numerose coltivazioni. Piantare barbabietola aiuta pertanto a limitare la diffusione di questo parassita che sta creando fin troppi danni alla nostra agricoltura.

E’ di questi giorni la notizia che Sadam del Gruppo Maccaferri ha sospeso la campagna bieticola nello stabilimento di San Quirico (Parma), che coinvolge Lombardia ed Emilia, per la scarsità di semine. Inoltre a livello europeo continua la “guerra” dei prezzi che ha contraccolpi sulle quotazioni. In Veneto invece l’intenzione è quella di andare nella direzione opposta, restituendo valore e reddito alla filiera. In queste settimane – conclude Piacentini – stiamo incontrando gli imprenditori agricoli proprio per invitarli a cogliere questa opportunità di arricchire la varietà colturale della nostra campagna e di contribuire concretamente a salvare lo zucchero al cento per cento italiano e di qualità, investendo anche sul biologico”.

 

 

Dal territorio

 

MANTOVA, MERCATO LUNGORIO: OTTENUTA L’ASSEGNAZIONE A CAMPAGNA AMICA

Campagna Amica Mantova ha ottenuto l’assegnazione del mercato del Lungorio. Il Tar di Brescia ha confermato la validità della procedura di affidamento da parte del Comune di Mantova, contro la quale aveva fatto ricorso l’attuale gestore, supportato con ricorsi ad adiuvandum da Cia e Confagricoltura Mantova. Nei prossimi giorni Campagna Amica Mantova incontrerà il Comune di Mantova per definire le tempistiche di ingresso e organizzazione delle aree mercatali del Lungorio e di piazza Porta Giulia a Cittadella.

“Coldiretti Mantova e Campagna Amica hanno partecipato al bando indetto dal Comune di Mantova aggiudicandosi l’assegnazione della gestione lo scorso settembre – riassume il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra -. Non abbiamo mai voluto fare polemiche di alcun genere, ma anzi abbiamo lasciato che la giustizia facesse il proprio corso, consapevoli di aver partecipato al bando presentando una proposta innovativa nel rispetto dei cittadini, dei consumatori, dei produttori e dell’amministrazione comunale”.

“Abbiamo voglia di cominciare a lavorare – dichiara Giuseppe Groppelli, presidente di Agrimercato Mantova – e ribadiamo quanto abbiamo sempre ritenuto un aspetto inderogabile: il mercato di Campagna Amica sul Lungorio è aperto a tutti gli attuali operatori e a tutte le imprese agricole che fanno vendita diretta, a qualsiasi associazione agricola appartengano, così come ha riconosciuto la sentenza”.

La sentenza. Nel dispositivo della sentenza si legge che all’interno dei mercati il logo Campagna Amica e quindi Coldiretti, cui sono associate alcune aziende aderenti al progetto, non vanno nascosti “…  ma al contrario esibiti, in quanto costituiscono uno strumento di controllo sulla qualità dei prodotti, che in sede di gara conferisce credibilità al progetto, e di conseguenza maggiore punteggio,”. Pertanto il Tar ha sancito che la proposta progettuale di Coldiretti Campagna Amica è del tutto legittima e, seppur caratterizzata dall’esposizione dei propri loghi, è stata avanzata garantendo il pieno rispetto del pluralismo e nell’interesse della generalità delle aziende agricole.

Il progetto. Il progetto di Campagna Amica Mantova per il Lungorio esprime una nuova concezione di mercato degli agricoltori aperto alla città, al sociale, alle forze imprenditoriali del territorio, con l’obiettivo di promuovere l’agricoltura, l’arte, i prodotti del territorio, ma anche sostenere il turismo e coinvolgere i cittadini e la società.

Hanno aderito al progetto Confcommercio, Confesercenti, Coni Mantova, Federpensionati, Giovani Impresa Mantova, Club delle Tre Età, Parco del Mincio, Aral sezione di Mantova, Consorzio Lombardo Carne Bovina, Stings Pallacanestro Mantova, Donne Impresa Mantova, Terranostra Mantova.

 

LIGURIA, DANNI DA PREDAZIONE: CRESCE IL NUMERO DI DENUNCE DI ATTACCHI DA LUPO

Decimazione popolazioni ovine e caprine nelle aziende agricole della Liguria: sono 48 le denunce 2018 accertate come attacchi da lupo, per un totale di quasi 22 mila euro di risarcimenti riconosciuti, e già 4, per il 2019, le segnalazioni/avvistamenti dell’animale nelle sole zone della Valbormida – Sassellese ed entroterra di Savona. Lo rende noto Coldiretti Liguria, su rielaborazione dati dell’ultimo monitoraggio, dove si specifica che, dal 2015, sono aumentati nell’intero arco regionale, gli attacchi da lupo arrivato da oltre Appennino e, per troppo tempo, scambiato per cane selvatico. Da qualche anno la presenza di animali selvatici si è fatta sempre più ingombrante e pericolosa in tutta la Liguria: cinghiali, daini e, da ultimo, il lupo sono scesi dalle zone boschive dell’Entroterra alla ricerca di cibo, arrivando non di rado vicino ai centri abitati. Gli attacchi del lupo (documentati da perizie veterinarie), sempre più frequenti, colpiscono principalmente gli esemplari ovini e caprini delle aziende agricole, causando gravi perdite sia economiche che in termini di produzione. Nell’ultimo anno il fenomeno si è acuito soprattutto nella provincia di Genova, che conta il 50% delle denunce regionali registrate. 

“Purtroppo gli avvistamenti e segnalazioni, oltreché i veri e propri attacchi, non accennano a diminuire – commentano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –  e la presenza del lupo è ormai documentata in tutta la regione. La situazione è diventata un vero e proprio pericolo sia per le imprese locali, esasperate dai continui attacchi, sia per l’incolumità delle persone (non si può escludere a priori che si limiteranno agli animali della fattoria). Gli allevatori sono arrivati al limite della sopportazione, vedendosi diminuire vertiginosamente il numero di capi presenti in azienda: non basta recintare per tenere lontani questi animali, e bisogna trovare delle vere soluzioni per evitare che molte zone dell’entroterra vengano abbandonate con tutte le gravi conseguenze economiche, paesaggistiche e ambientali che ne deriverebbero: sarebbe meglio prevenire che risarcire, perché è in gioco l’economia di interi territori. L’obiettivo che ci dobbiamo porre assieme alle Istituzioni è quello di raggiungere la sostenibilità territoriale degli animali selvatici, mettendo in atto tutti gli strumenti – straordinari o non – che possano garantirla nel tempo”.

 

VARESE, DONNE COLDIRETTI IN ‘CATTEDRA’ PER SPIEGARE L’AGRICOLTURA AI PIÙ PICCOLI

Un percorso che ha suscitato “più interesse per tutte le cose che prima mi sembravano banali”. “Ora che conosco le api, non mi fanno più paura come un tempo: e il miele, che prima non mangiavo perchè era troppo dolce, adesso mi piace tanto”. “Esperienza Magnifica” E, ancora, “No allo spreco! Ecco la lezione che mi è piaciuta di più!”; “Peccato che voi dovete andare via, spero che possiamo rivederci”. Sono i commenti, tutti entusiasti, dei bambini delle scuole primarie di Varese che lo scorso anno hanno preso parte agli incontri didattici e formativi che Coldiretti ha svolto in aula e “in campo”, portando i piccoli allievi in visita nelle imprese agricole.

“Un progetto importante, perchè ci rivolgiamo ai consumatori e ai cittadini di domani” sottolinea Luana Tosarello, responsabile di Coldiretti Donne Impresa, che promuove e coordina l’iniziativa. “E quest’anno la riproporremo coinvolgendo ancora più classi e allievi, grazie alla collaborazione con tra istituti scolastici: si tratta delle scuole “Garibaldi”, “Morandi” e “Marconi”, tutt’e tre sul territorio cittadino”.

Si parte la settimana prossima: i primi ad essere coinvolti, lunedì, saranno gli allievi della scuola Marconi (classe seconda elementare): qui sarà trattato il tema “Coltiviamo l’orto” e per la prima lezione in classe “salirà in cattedra” proprio Luana Tosarello. A ogni bambino verà consegnato un vaso ed un bulbo di cipolla, che verrà piantato, curato ed osservato crescere.

Si prosegue martedì, tema l’apicoltura i cui segreti, tecniche e curiosità saranno illustrati ai piccoli allievi da Maria Mineo, che è altresì presidente di Coldiretti Senior per la provincia di Varese: in particolare, verrà descritto il funzionamento dell’alveare e spiegate le diverse varietà di miele, che gli allievi potranno “testare” con mano anche attraverso una vera e propria analisi sensoriale, anche visiva ed olfattiva.

A primavera, invece, si terranno le uscite delle scuole in azienda agricola: in particolare, i piccoli allievi saranno ospiti nell’impresa ortofrutticola di Luca Ricci (che pure è produttore di miele) a Induno Olona: sarà questa, per gli allievi, anche per visitare la cascina e la piccola frazione, dove tuttora viene mantenuto operativo il forno comune.

“Andiamo nelle scuole per avvicinare i ragazzi a un mondo affascinante, e per dar loro gli strumenti utili ad essere, in un futuro non troppo lontano, consumatori consapevoli” conclude il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori. “Questi incontri rappresentano importante per familiarizzare con la natura che circonda le nostre città; significa comprendere il lavoro dell’imprenditore agricolo, “custode” delle ricchezze ambientali e culturali del territorio e della produzione di alimenti di qualità. Le nostre imprenditrici si mettono a disposizione per trasferire, con piglio didattico, la loro la conoscenza e le esperienze del mondo contadino e delle sue attività: la coltivazione della terra, l’allevamento degli animali, ma anche l’origine degli alimenti, i loro sapori, la loro stagionalità. In più, la successiva visita in fattoria, può essere anche luogo di socializzazione sul territorio, di incontro fra generazioni, di trasmissione di un sapere fatto di manualità, di valori, di relazioni, di rispetto reciproco e per l’ambiente”.

 

TORINO, COLDIRETTI SUL PROGETTO DI CASSA DI LAMINAZIONE LUNGO LA DORA RIPARIA 

Nei giorni scorsi Coldiretti Torino ha chiesto alla Regione Piemonte e all’Aipo di rivedere il progetto della cassa di laminazione lungo il fiume Dora Riparia, prevista a ridosso di Torino. Un invaso che si estenderebbe su 300 ettari di terreno agricolo fertile, un progetto con un costo stimato di 63 milioni di euro.

L’appello di Coldiretti Torino è stato raccolto ed è approdato in Consiglio regionale. Daniele Valle, consigliere del Partito Democratico, ha presentato una mozione che ha per oggetto “Valutazione progettualità alternative alla realizzazione del bacino di laminazione della Dora Riparia nei comuni di Caselette, Alpignano, Rosta e Rivoli”.

Anche la consigliera regionale Francesca Frediani, del Movimento 5 Stelle, ha depositato un ordine del giorno che ha come oggetto “Progetto di messa in sicurezza della Dora Riparia nei comuni di Rosta, Rivoli, Caselette e Alpignano, ricerca di una soluzione alternativa di comune accordo con i territori”.  I due atti sono stati inseriti nel programma dei lavori delle prossime sedute del Consiglio Regionale del Piemonte.

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, commenta: “E’ positivo che il nostro appello finalizzato a mettere in discussione il progetto di un’unica grande cassa di laminazione sia stato prontamente raccolto da alcuni consiglieri regionali, sia di maggioranza sia di minoranza. Il progetto ora è a livello preliminare, ma la direzione dei lavori della Cabina di regia che la Regione Piemonte ha istituito su nostra richiesta, per ora non ci soddisfa. Abbiamo chiesto di cambiare rotta e di valutare le cause che generano questa necessità progettuale. Oltre ai problemi evidenziati per il deflusso a valle, riteniamo necessario uno studio preliminare sull’assetto idrogeologico di tutto l’asse della Dora Riparia le cui problematiche sono la causa che determina le piene del fiume. Coldiretti Torino richiede un confronto vero e, soprattutto, una progettazione alternativa: l’impatto a carico delle aziende agricole sinora è stato preso nella dovuta considerazione. Coldiretti auspica venga posta attenzione anche rispetto all’eventuale realizzazione di piccoli invasi, utili a mitigare le emergenze lungo tutta l’asta fluviale”. 

 

MARCHE, CONSULTA REGIONALE SULLA LEGALITÀ: CHIEDIAMO PENE PIÙ SEVERE

La legalità in agricoltura si favorisce inasprendo le pene, fino ad arrivare alla chiusura delle attività nei casi più gravi. Un concetto che Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, ha rilanciato questa mattina nel corso della riunione della Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile. Un organo che è stato istituito lo scorso anno e che ha la responsabilità di fare il punto della situazione sulla nostra regione sul tema. Coldiretti Marche ha descritto lo scenario attuale. La nostra regione non è immune da fenomeni di illegalità in agricoltura come lo sfruttamento, il caporalato o le infiltrazioni mafiose. Nelle Marche, dai dati aggiornati al 29 gennaio dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie, sono presenti 61 beni (tra immobili e aziende).

Tra questi figurano 9 terreni agricoli, di cui due con annesso fabbricato rurale. Non solo. Nei primi 10 mesi del 2018 il Nas ha effettuato 647 ispezioni riscontrando 46 violazioni penali e 315 violazioni amministrative. Tra quelle che vanno per la maggiore troviamo 28 casi di cattivo stato di conservazione, 51 di mancanza di tracciabilità, 9 frodi in commercio. Ben 27 le denunce all’Autorità giudiziaria e 116 le segnalazioni all’Asur con 11 i sequestri penali, 192 sequestri amministrativi e 14 attività che si sono viste sospendere la licenza.

Senza dimenticare le operazioni dell’Icqrf, l’Ispettorato Centrale di Repressione Frodi per Marche, Emilia Romagna e Lombardia che solo lo scorso anno ha scovato e sequestrato 160mila vasetti di pesche sciroppate, con la frutta che veniva rifilata alla grande distribuzione marchigiana come Made in Italy mentre in realtà proveniva dall’estero, e oltre 15mila litri di vino bianco generico venduto come Verdicchio dei Castelli di Jesi doc. Sulla legalità in agricoltura Coldiretti si spende da anni.  “Coldiretti – ha spiegato Maria Letizia Gardoni – attraverso l’Osservatorio nazionale sulle agromafie presieduto dall’ex procuratore Giancarlo Caselli, ha da tempo proposto al Parlamento italiano una legge che contrasti i fenomeni di illegalità nel settore agroalimentare ma un disegno di legge non è stato ancora nemmeno calendarizzato nei lavori delle Camere.

Noi chiediamo pene più severe e il blocco delle attività per chi non rispetta i disciplinari o per chi, sfruttando la manodopera, riesce ad abbattere i costi. Con gravi abusi sulle persone ma anche creando una concorrenza sleale nei confronti delle aziende sane che guardano alla salute e all’etica nel rispetto dei consumatori”. Proprio Caselli aveva ribadito l’importanza di darsi uno strumento legislativo adeguato lo scorso novembre durante un convegno organizzato alla Mole Vanvitelliana di Ancona da Coldiretti Marche.

 

TOSCANA, PATRONATO EPACA: LA QUALITA’ PER I CITTADINI

A Firenze gli stati generali di Epaca Toscana, Marche ed Umbria con la presenza del Presidente Nazionale Tulio Marcelli e del Direttore Generale Fiorito Leo, coadiuvati dai direttori regionali della Coldiretti, il toscano Antonio De Concilio ed il marchigiano Enzo Bottos. “Epaca, Ente di Patrocinio e Assistenza per i Cittadini e l’Agricoltura, ha una lunga storia – ha detto Tulio Marcelli –  costituito dalla Confederazione Nazionale Coldiretti, sin dal 1954 con il compito di assistere i cittadini per il conseguimento delle prestazioni previste da leggi in materia di previdenza e assistenza sociale, svolgendo tutela per la difesa dei diritti delle persone”. Ed i numeri di Epaca Toscana parlano chiaro, siamo davanti ad uno dei principali patronati regionali con oltre 50.000 pratiche patrocinata all’anno.

Davanti ad una attenta platea di operatori provenienti dalle tre regioni il direttore generale Fiorito Leo ha messo in evidenza come il ruolo dell’Epaca nella società odierna sia profondamente cambiato e sia fortemente connotato con la capacità di offrire servizi sempre più articolati e di qualità lanciando la seconda fase del progetto “EpaCambia”.

All’incontro ha portato il saluto anche Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana   che ha evidenziato “il radicamento territoriale di Coldiretti e la sia capacità, anche attraverso, l’erogazione di servizi ed informazioni a tanti cittadini anche nelle aree più marginali del territorio su materie delicate come il sociale, la sanità, le pensioni”.

“Epaca – ha sottolineato Antonio De Concilio – svolge un servizio di pubblica utilità secondo le modalità stabilite dalla legge. Si pone in una logica di sussidiarietà per il Welfare Sociale svolgendo servizi per i cittadini italiani, ma anche stranieri ed apolidi. Affiancando le famiglie del mondo rurale e metropolitano non solo nell’assistenza e nella tutela per il conseguimento di benefici previdenziali, sociali, assistenziali e svolgendo consulenza in materia di risparmio previdenziale, diritto di famiglia e successione, mercato del lavoro, assistenza sanitaria, prestazioni sociali legate al reddito, anche facilitando l’accesso ai dati ed ai servizi della Pubblica Amministrazione. Un lavoro importante soprattutto nel tempo presente con normative in continua evoluzione che richiedono competenze di alto profilo e capacità di aggiornamento. Lo vediamo specialmente in questi giorni – ha concluso De Concilio – nei quali i nostri uffici sono presi d’assalto dai cittadini che hanno l’esigenza di orientarsi per il reddito di cittadinanza e la pensione con quota 100”.

 

MODENA, I SINDACI MODENESI DICONO #STOPCIBOANONIMO

I Sindaci modenesi dicono “stop al cibo anonimo”: è stata infatti sottoscritta da tutti i 47 primi cittadini modenesi la petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) per chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione al consumatore sulla provenienza di quello che mangia.

L’iniziativa è di Coldiretti che di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero, ha promosso insieme ad altre nove organizzazioni un fronte europeo per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti nell’Unione Europea.

“A partire dal presidente della Provincia e sindaco di Polinago, Gian Domenico Tomei, e dal sindaco del capoluogo, Giancarlo Muzzarelli, la proposta di sottoscrivere la petizione è stata accolta con favore dai Sindaci modenesi – sottolinea il Direttore di Coldiretti Modena, Giovanni Duò – e non poteva essere diversamente dal momento che la nostra petizione vuole proteggere la salute dei cittadini contrastando la contraffazione e l’adulterazione di prodotti alimentari; prevenire le frodi alimentari che ogni anno sottraggono risorse e posti di lavoro, danneggiando la nostra economia; garantire i diritti dei consumatori assicurando informazioni accurate sul cibo per fare scelte consapevoli”.

L’iniziativa autorizzata dalla stessa Commissione con la Decisione (UE) 2018/1304 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 244 del 28 settembre 2018 che gode del sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza al fianco della Coldiretti: dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico sindacato polacco) alla Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Gaia (associazione degli agricoltori greci), da Campagna amica a Fondazione Univerde, fino a Green protein (ONG svedese).

E’ possibile sostenere la raccolta di firme in ogni Mercato di Campagna Amica della provincia, negli uffici Coldiretti e on line sui siti www.coldiretti.it e www.eatoriginal.eu.

 

TOSCANA, VINTA UNA BATTAGLIA DI CIVILTÀ: ORIGINE IN ETICHETTA PIÙ GARANZIA 

L’origine obbligatoria in etichetta per tutti gli alimenti in commercio diviene legge con l’approvazione del Dl Semplificazione. Coldiretti sottolinea come il varo definitivo da parte della Camera della norma contenuta nel decreto legge che estende a tutti i prodotti alimentari l’obbligo di indicare in etichetta il luogo di provenienza geografica, sia la risposta alla richiesta del 96% dei consumatori italiani

“E’ una nostra grande vittoria! – Ha detto Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Con l’introduzione di questa norma – continua – il nostro Paese si pone all’avanguardia in Europa nelle politiche per la trasparenza dell’informazione ai consumatori con l’etichetta di origine Made in Italy per valorizzare la produzione nazionale, consentire scelte di acquisto consapevoli ai cittadini ed impedire di spacciare prodotti stranieri come nazionali”.

La norma – sottolinea la Coldiretti – affida a disposizioni nazionali l’attuazione dell’obbligo che, sulla base del Regolamento quadro sull’etichettatura n.1169 del 2011, tiene conto della necessità di assicurare la tutela della salute pubblica e dei consumatori, di prevenire frodi e di consentire il corretto svolgimento delle attività d’impresa sulla base di una corretta concorrenza. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme che vanno da 2mila a 16mila euro, salvo che il fatto costituisca reato.

“Questo è il successo della trasparenza. Possono esultare agricoltori e consumatori – ha detto Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – perché adesso diventerà obbligatorio indicare la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fin ad ora nascosta ai consumatori, ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro.

Una norma tanto più importante in Toscana terra di eccellenze che vengono copiate ed imitate nel mondo intero. Ora dovremo ancor più intensificare l’azione di sostegno alla proposta con l’iniziativa Europea EatORIGINal – Unmask your food promossa da Coldiretti insieme ad altre nove organizzazioni per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti. Le occasioni di sottoscrizione la petizione popolare non mancano da tutti i mercati di Campagna Amica, alle sedi Coldiretti su tutto il territorio e in alternativa anche online sul sito: http://sceglilorigine.coldiretti.it”.

 

CALABRIA, L’ETICHETTA MADE IN ITALY RAFFORZA IL NOSTRO SISTEMA AGROALIMENTARE

Una battaglia storica della Coldiretti che trova il dovuto riconoscimento. E’ stata infatti approvata definitivamente dalla Camera dei Deputati la norma contenuta nel decreto legge “semplificazioni” che estende a tutti i prodotti alimentari l’obbligo di indicare in etichetta il luogo di provenienza geografica. “È una nostra grande vittoria che consentirà di valorizzare la produzione locale, garantire scelte di acquisto consapevoli ai cittadini e combattere il falso Made in Italy – commenta il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto – questo significa che siamo all’avanguardia in Europa nella battaglia per la trasparenza dell’informazione in linea con oltre l’82% dei cittadini italiani”.

Grazie all’obbligo dell’indicazione in etichetta sarà possibile conoscere finalmente la provenienza della frutta impiegata nei succhi, nelle conserve o nelle marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fino ad ora nascosta ai consumatori, ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro.

La norma affida a disposizioni nazionali l’attuazione dell’obbligo che, sulla base del Regolamento quadro sull’etichettatura n. 1169 del 2011, tiene conto della necessità di assicurare la tutela della salute pubblica e dei consumatori, di prevenire frodi e di consentire il corretto svolgimento delle attività d’impresa sulla base di una corretta concorrenza. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme che vanno da 2mila a 16mila euro, salvo che il fatto costituisca reato. Una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nell’Unione Europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei cittadini e alimentano psicosi nei consumi per le difficoltà di confinare rapidamente l’emergenza.

Le maggiori preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro. “L’esperienza di questi anni – conclude Aceto – dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale e locale dei prodotti, che ora sarà giustamente esteso a tutti gli alimenti, trovando il supporto nei cittadini – consumatori  che in questi mesi hanno aderito alla raccolta firme “Stop cibo falso” promossa da Coldiretti con punti di raccolta nelle sedi Istituzionali come la Cittadella Regionale, nei mercati di Campagna Amica e in svariati luoghi di incontro dove hanno espresso la loro posizione favorevole alla battaglia di Coldiretti per la trasparenza”.

 

 

Appuntamenti

 

PALERMO: GIORNATA CONCLUSIVA DEL CORSO PER ASSAGGIATORI DI OLIO

Sabato 9 febbraio

Penultima giornata del corso per assaggiatori di Olio d’oliva che si sta svolgendo a Palermo, nella sede di Coldiretti. Organizzato Oleum Sicilia, diplomerà domani 32 appassionati e produttori di un “alimento” così importante per la salute. La lezione di oggi è stata a cura di Maria Concetta Borgese, funzionario dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari che si occupa delle frodi sul Web, un filone che sta crescendo sempre di più e che riguarda sia la produzione sia i consumatori.

Per le prove di assaggio di olio prodotto con le varie cultivar siciliane, i corsisti hanno seguito le lezioni dei panel leader Dino Catagnano e Antonino Maggio. Mentre Francesco Lo Grasso ha insegnato come percepire i difetti. Questo corso – sottolinea il presidente dell’Oleum Sicilia Mario Terrasi –  è solo il primo di una serie di appuntamenti per altri “mini corsi”. L’appuntamento è per l’1 marzo. 

 

LOMBARDIA: L’AGRICOLTURA “CIRCOLARE” TRA ENERGIA PULITA E RICERCA ANTI SPRECO

Mercoledì 13 febbraio

Dalle microalghe per un’acquacoltura sostenibile al recupero degli scarti degli allevamenti per la produzione di energia pulita. Sono alcune delle esperienze al centro del summit sull’economia circolare in agricoltura organizzato dalla Coldiretti Lombardia mercoledì 13 febbraio, alle ore 10, presso l’auditorium Gaber di Palazzo Pirelli in piazza Duca d’Aosta a Milano.

Interverranno: Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti; Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia; Janez Poto?nik, Co-Presidente del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente; Giuseppe Blasi, Capo dipartimento DIPEISR del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo; Oscar Schoumans, Wageningen University&Research; Renjie Dong, China Agricoltural University; Gian Luca Bagnara, esperto in agribusiness ed economia del territorio; Paolo Carra, Presidente del Consorzio Latterie Virgilio; Katia Parati, Responsabile del settore acquacoltura dell’Istituto Sperimentale Spallanzani; Giuseppe Croce, Presidente dell’Ordine dei dottori forestali e agronomi di Milano, Lodi, Monza Brianza e Pavia. Modera l’incontro Fabrizio Adani del Gruppo Ricicla – Università degli Studi di Milano.

La transizione verso un’economia più circolare – spiega Coldiretti Lombardia – è al centro dell’agenda per l’efficienza delle risorse stabilita nell’ambito della strategia Europa 2020 per una crescita sostenibile e inclusiva a partire dai piccoli gesti quotidiani, con i consumatori e gli agricoltori che sono gli attori principali di questo processo.

 

PADOVA: AL VIA LE ASSEMBLEE FORMATIVE PER GLI IMPRENDITORI AGRICOLI

Lunedì 11 febbraio

Un mese di appuntamenti sul territorio per affrontare con gli imprenditori agricoli i principali aspetti che riguardano il settore primario, dalla fatturazione elettronica alla Pac dopo il 2021,dalle opportunità offerte dall’apertura dei nuovi bandi del Piano di Sviluppo Rurale alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio, dall’introduzione della “Quota 100”per le pensioni alle opportunità della vendita diretta, oltre alla ricetta elettronica veterinaria, alle prospettive per la crescita, agli indennizzi per le malattie professionali in agricoltura, alla sicurezza in azienda e agli strumenti di difesa del reddito e delle produzioni agricole. Per approfondire questi e molti altri aspetti Coldiretti Padova ha messo a punto un articolato calendario di appuntamenti distribuiti su tutto il territorio. In questa prima sessione gli incontri saranno tenuti dagli esperti di Coldiretti Impresa Verde Padova nei diversi settori, con una particolare attenzione alle specificità e alle problematiche dei diversi territori.

Al primo appuntamento di questo nuovo percorso formativo di Coldiretti, lunedì 11 febbraio a Padova agriturismo Scacchiera in via Rovetta, dalle 15.30, sono invitati tutti i soci della cintura urbana di Padova e alle aziende impegnate nella vendita diretta o intenzionate a diversificare il reddito con questa attività. In primo piano pertanto le principali novità sulla vendita diretta e la fatturazione elettronica, insieme ad approfondimenti sui mercati di Campagna Amica come opportunità di crescita per le aziende e sulle normative che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro. Il direttore Giovanni Roncalli si soffermerà sulle azioni della “nuova Coldiretti” per dare futuro alle imprese mentre il presidente Massimo Bressan chiuderà la giornata sottolineando la necessità di mettersi in ascolto del territorio e condividere le priorità per le imprese. I prossimi appuntamenti sono in programma martedì 12 febbraio a Conselve, 4 febbraio a Camposampiero, 18 febbraio a Stanghella,19 a San Giorgio in Bosco, 20 a Due Carrare, 21 a Ospedaletto Euganeo, 25 a Piove di Sacco e 26 a Piazzola sul Brenta.

“Al di là degli aspetti di carattere generale – afferma il direttore di Coldiretti Padova Giovanni Roncalli – ci addenteremo anche su argomenti specifici in base alle peculiarità territoriali e alle novità che maggiormente riguardano il tessuto produttivo della nostra provincia. C’è la necessità di approfondire al più presto gli sviluppi della Politica Agricola Comunitaria dopo il 2021 e anche i riflessi pratici dell’introduzione della fatturazione elettronica. Affronteremo anche temi riguardanti la gestione del territorio e la sicurezza idraulica soffermandoci sull’attività svolta dal Condifesa Padova, che si occupa della tutela a 360 gradi di produzioni e attività agricole da avversità e mutamenti climatici. Non mancherà poi l’informazione su settori emergenti per il settore primario nella nostra provincia. Questo primo “giro” di incontri sul territorio sarà anche l’occasione per fare il punto sui principali sevizi offerti da Coldiretti Impresa Verde nelle sue articolazioni territoriali e nei diversi ambiti di intervento. Fra le novità i servizi on line offerti dal nostro “Portale del Socio Coldiretti” che permette di accedere a diverse funzionalità direttamente dal proprio computer e in stretto contatto con i nostri Uffici. Non mancherà poi lo spazio per le domande e le osservazioni che gli imprenditori potranno rivolgere direttamente ai responsabili dei vari servizi e settori di Coldiretti Padova presenti agli incontri”.

 

TREVISO: COLDIRETTI DÀ VITA A OLIVO CON UFFICIO CONSULENZA OLIVICOLA E OLEARIA

Sabato 9 febbraio

“La Marca trevigiana è vocata all’olivicoltura e lo dimostra la storia del territorio, ma anche la qualità dell’olio in essa prodotto. Coldiretti Treviso guarda a questo comparto come ad un’ottima opportunità per le proprie realtà imprenditoriali. Da qui la volontà di dare una consulenza olivicola e olearia che possa far fare un salto di qualità a chi vede nell’olivo un investimento sostenibile. In questo non potevamo trovare migliore collaborazione che con Aipo”. Saranno queste le parole di Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso, che sabato mattina porterà al convegno, organizzato dal comune di Maser, dal titolo L’olivo e l’olio Evo di Maser e della pedemontana veneta (9 febbraio, ore 9 presso auditorio di via Motte 22).

“Quattro frantoi cooperative ed altri mini frantoi privati per circa 1600 produttori, tra professionali e per consumo proprio, sono numeri importanti che aggiungiamo a tutte le nuove filiere che stiamo costruendo – sottolinea Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso – Dalla bachicoltura alla produzione di canapa, da quella di melograno a quelle di nocciole, luppolo e bamboo, in Coldiretti Treviso si parla prioritariamente di biodiversità e sostenibilità oltre che di nuove occasioni di sviluppo per le nostre aziende agricole che nel mondo non sono seconde a nessuno”.

La Federazione provinciale Coldiretti Treviso dal 1 febbraio ha quindi aperto l’Ufficio di Consulenza Olivicola e Olearia “Olivo.Treviso”, in convezione e collaborazione con AIPO, Associazione Interregionale Produttori Olivicoli, che potrà seguire in toto le imprese agricole: tenuta del fascicolo aziendale; registro telematico di carico e scarico dell’olio di oliva (SIAN); etichettature oli e prodotti collegati; legislazione della filiera olivicola e olearia; certificazioni per Denominazione d’origine e da Agricoltura Biologica, assistenza in verifiche da  Enti, comunicazioni obbligatorie a Enti, progettazione e direzione lavori per la realizzazione di oliveti e frantoi,  corsi di formazione assaggiatori olio d’oliva, analisi chimiche e sensoriale degli oli,  indicazioni agronomiche e difesa fitosanitaria.

“Vorrei sottolineare anche l’importanza del convegno di sabato a Maser cogliendo l’occasione di ringraziare il sindaco Daniele De Zen e Antonella Alban dirigente dell’istituto agrario Sartor di Castelfranco – aggiunge il Presidente Polegato – ma sono davvero felice della presenza del nostro presidente di Coldiretti Veneto, Daniele Salvagno, che sul tema porterà grande autorevolezza e competenza assieme agli ottimi relatori che si alterneranno sul palco”.

Nella Marca Trevigiana l’olivo viene coltivato prevalentemente nella pedemontana, nell’area compresa tra la Brenta e la Livenza, le sue caratteristiche organolettiche sono considerate tra le migliori in assoluto, stante la latitudine nord estrema del territorio di coltivazione. L’Olio trevigiano è di colore verde¬-oro con modeste variazioni del giallo e fruttato di varia intensità. L’acidità non supera i grammi 0,3 per 100 grammi di olio.

L’olio di oliva se integro e genuino possiede numerose qualità terapeutiche. I Comuni interessati alla coltivazione sono quelli di Asolo, Borso del Grappa, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Conegliano, Cornuda, Crespano del Grappa, Fonte, Maser, Monfumo, Pederobba, Possagno, San Zenone degli Ezzelini, Susegana, Valdobbiadene e Vittorio Veneto, per i quali è stata concessa anche la D.O.P. “Veneto del Grappa”, ai quali si sono aggiunti Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Cordignano, Follina, Fregona, Giavera del Montello, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Refrontolo, San Fior, San Pietro di Feletto, Sarmede, Tarzo e Volpago del Montello, per i quali la D.O.P. è in corso di riconoscimento.

Altri Comuni, nei quali si pratica l’olivicoltura nel Trevigiano, in alcuni in forma più marginale, sono Altivole, Caerano San Marco, Carbonera, Casale sul Sile, Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Crocetta del Montello, Farra di Soligo, Follina, Miane, Oderzo, Orsago, Pieve di Soligo, Ponzano, Revine Lago, Segusino, Sernaglia della Battaglia, Trevignano, Treviso, Vidor.

Sul territorio operano quattro frantoi cooperativi, partendo da ovest la Coop Monte Asolone con sede a Pove del Grappa e bacino d’utenza nei comuni trevigiani limitrofi, la Tapa olearia s.c. con il frantoio di Cavaso del Tomba e un secondo impianto a San Giacomo di Veglia e la Reitia s.c. a Cappella Maggiore, oltre ad alcuni altri piccoli impianti di molitura privati. Sul territorio si contano circa 1.600 produttori, dei quali la metà sono micro produttori che coltivano per consumo diretto.

 

PADOVA: BIODIVERSITA’, UN MIELE E UNA GALLINA TRA I PRODOTTI SALVATI DALL’OBLIO

Sabato 9 febbraio  

Ci sono il miele dei Colli Euganei, recuperato grazie alla passione degli apicoltori, e la gallina dal collo nudo di Corte Padovana, strappata dall’estinzione da un allevatore della Bassa Padovana, fra i prodotti padovani salvati dall’oblio dal lavoro quotidiano degli agricoltori. Sono questi i “sigilli” di Campagna Amica tra i protagonisti al Mercato Coperto Padova Km Zero in via Vicenza 23 sabato 9 febbraio dalle 8 alle 13.

Coldiretti metterà a disposizione dei padovani la raccolta dei “Sigilli di Campagna Amica” la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia che può essere sostenuta direttamente dai cittadini nei mercati a chilometri zero degli agricoltori e nelle fattorie lungo tutta la Penisola, una mappa del tesoro che per la prima volta è alla portata di tutti. Alcuni di questi prodotti si potranno trovare fra i banchi degli agricoltori che animano il mercato coperto ogni mercoledì pomeriggio e sabato mattina.

Fra le tipicità venete spiccano due prodotti prettamente padovani, con tanto di nome e cognome dei contadini che ne garantiscono la sopravvivenza. Si tratta del miele dei Colli Euganei, prodotto dall’apicoltore di Abano Terme Igor Gatto. E’ uno degli apicoltori professionisti che, utilizzando tecniche tradizionali, produce miele di diverse varietà, come quello di acacia, di castagno e di melata: è un prodotto ottenuto dalle api da una sostanza zuccherina che si trova sulle foglie e le cortecce degli alberi. Il tutto nel cuore del Parco dei Colli Euganei, a due passi da Padova. Viene dalla Bassa Padovana invece la “gallina dal collo nudo della Corte Padova”, riportata in auge dall’instancabile lavoro svolto dall’agriturismo “Il Cortile De Marchi” a Merlara.

La presenza di questo tipo di gallina è molto antica e non ci sono indicazioni da dove sia arrivata. I polli a “collo nudo” erano conosciuti già nell’Ottocento. Questa razza è in grado di produrre molte uova grosse, ma anche la carne è apprezzata nelle cotture a lesso. Questa razza avicola viene allevata nelle corti, lasciandola razzolare liberamente e nutrirsi di erbe, granaglie e mais. Uova e carne si possono trovare nello spaccio aziendale e nei mercati di Campagna Amica Padova. E sempre nella rete di vendita diretta, compreso il Mercato Coperto di Padova, è possibile trovare molte altre tipicità venete valorizzare con i “sigilli” di Campagna Amica: il miele di barena, cacciotta misto pecora, mais biancoperla e Marano, mela del Medio Adige e formaggio di vacca burlina.