COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 30 settembre 2022

30 Settembre 2022
News La Forza del Territorio del 30 settembre 2022

Primo piano

 

LAZIO, MALTEMPO: 20 MLN DANNI PER TROMBA D’ARIA 

Serre e alberi abbattuti, capannoni scoperchiati, coltivazioni devastate, frane, strade crollate per la violenza della bomba d’acqua, fiumi di fango e trombe d’aria con danni per oltre 20 milioni di euro. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti con la richiesta dello stato di calamità in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha colpito dalla capitale Roma fino alle aree meridionali del Lazio tra Sabaudia, Terracina e Formia.

“Uno scenario devastante – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – siamo vicini ai cittadini e ai nostri agricoltori, che continueremo a supportare in questo momento così drammatico per loro. Ci siamo già attivati per chiedere lo stato di calamità. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione, che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi, che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola sia nella nostra regione che a livello nazionale, con danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.

Lo stato di allerta arancione della protezione civile è stato esteso a Campania, Molise e Toscana e quello giallo in altre 11 regioni lungo la penisola.

“Già questa estate i nostri agricoltori hanno dovuto fare i conti con un nubifragio – spiega il direttore di Coldiretti Latina, Carlo Picchi – che si era abbattuto sempre sul litorale pontino e in particolar modo colpendo le aree comprese tra Sabaudia, Fondi e San Felice Circeo, sradicando alberi di ulivo e distruggendo serre. Serre che le aziende non hanno fatto in tempo a riallestite e ora sono state nuovamente distrutte e spazzate via. Naturalmente i danni di ieri sono “catastrofici” e il bilancio di 20 milioni di euro è solo provvisorio e destinato a crescere”. 

La violenza del maltempo colpisce dopo una estate che dal punto di vista climatologico è stata la seconda più bollente mai registrata nella Penisola con una temperatura media superiore di ben +2,06 gradi rispetto alla media, su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo la Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr che registra le temperature dal 1800. Ma l’estate che si è finita – conclude la Coldiretti – si classifica come la peggiore del decennio con ben 1642 trombe d’aria, grandinate e bufere di acqua e vento, in aumento di oltre cinque volte rispetto all’inizio del decennio sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Una situazione che fa salire il conto dei danni in una stagione in cui per effetto del clima anomalo che, tra siccità e maltempo, – evidenzia Coldiretti – hanno superato i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nazionale.

Le ultime ondate di nubifragi e grandinate che si sono abbattute su terreni secchi i quali – evidenzia la Coldiretti – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti con oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) che hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico, secondo dati Ispra. Le aree perse in Italia dal 2012 – riferisce la Coldiretti – avrebbero garantito l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica del territorio.

 

Dal Territorio

 

VENETO, INFLAZIONE: A MILANO GIÀ IN PIAZZA GLI AGRICOLTORI DI COLDIRETTI VENETO

Donne giovani e agrichef tra balle di fieno e trattori con la mascotte l’asinella terra

Sono già radunati in Piazza Cannone a Milano gli agricoltori della Coldiretti. Stanno arrivando in centinaia nel Parco Sempione con animali e prodotti tipici al seguito per denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa dell’esplosione dei costi di produzione e della crisi nei consumi scatenate dalla guerra in Ucraina. Le donne dell’agricoltura guidata dalla veneta Chiara Bortolas e tanti giovani agricoltori vestiti con gli indumenti da lavoro e gli attrezzi (apicoltori, mungitori, viticoltori, cuochi contadini, ecc.) si sono schierati tra balle di fieno. Con loro c’è l’asinella “Terra”, simbolo della volontà di continuare a costruire il proprio futuro in campagna nonostante le difficoltà. Con loro il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini assieme a Veronica Barbati, la delegata nazionale degli under 30 e sono attesi rappresentanti delle istituzioni e della politica. La preoccupazione interessa anche le aziende agrituristiche rappresentate dal presidente nazionale, il veneziano Diego Scaramuzza, che con il team degli agrichef è impegnato ai fornelli per preparare il meglio dei piatti della cucina “Made in Italy”. Sui cartelli dei manifestanti si legge “Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”. Molti hanno portato le proprie produzioni (salumi, formaggi, frutta specialità locali) messe a rischio dai rincari energetici. Attesi migliaia gli agricoltori arrivati da tutta Italia per far conoscere i primati del Made in Italy a tavola, nella più grande fattoria mai realizzata nel centro di una città con maxi mercato contadino, street food a chilometri zero, pet therapy con gli animali della fattoria, agrichef ai fornelli, agriasilo, le eccellenze agroalimentari di Filiera Italia, le innovazioni tecnologiche a basso impatto ambientale e i prodotti del social farming. Tra gli altri hanno confermato la presenza dal Segretario Federale della Lega Matteo Salvini al Sindaco di Milano Beppe Sala in mattinata fino al presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi che interverrà davanti gli agricoltori nel primo pomeriggio sul tema della carne in provetta.

 

EMILIA ROMAGNA, LAVORO: RISCHIA 1 AZIENDA AGRICOLA GIOVANI SU 4

Un giovane agricoltore su quattro (25%) ha ridotto la produzione a causa dei rincari energetici aggravati dalla guerra in Ucraina che hanno provocato un aumento record dei costi, dal gasolio ai concimi, dai mangimi ai materiali per l’imballaggio e mettono ora in pericolo il futuro di un’intera generazione impegnata a lottare per l’autosufficienza alimentare ed energetica. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione della clamorosa protesta al Villaggio di Milano in Piazza Cannone nel Parco Sempione con migliaia di contadini che hanno lasciato le campagne per scendere in piazza assieme al presidente Ettore Prandini e denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa degli effetti scatenati dalla guerra in Ucraina.    

I giovani della Coldiretti indossano i propri indumenti e strumenti di lavoro, dalla tuta e gli stivali di chi accudisce gli animali nelle stalle alle reti dei pescatori, fino alle tute degli apicoltori, accompagnati dall’asinella Terra, divenuta il simbolo della protesta. Sui cartelli dei manifestanti si legge “Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”. Molti hanno portato le proprie produzioni (salumi, formaggi, frutta specialità locali) messe a rischio dai rincari energetici, che non risparmiano dunque neppure la parte più avanzata del settore agricolo, diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nell’ultimo anno sono nate in media 17 nuove imprese giovani al giorno, secondo l’analisi Coldiretti-Divulga. Presenti anche i giovani di Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna.

Un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale con il mestiere della terra che è diventato – precisa la Coldiretti – la nuova strada del futuro per tanti ragazzi italiani, con le 56mila aziende guidate dagli under 35 che hanno una superficie che è quasi il doppio della media (18,3 ettari di Sau per azienda contro 10,7), un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Le imprese giovani sono dunque più grandi e più orientate al mercato e il loro livello di digitalizzazione è il doppio dell’agricoltura nel complesso, così come più elevata risulta la propensione all’innovazione (il 24,4% dei giovani ha realizzato almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020, a fronte del 9,7% dei non giovani), secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat e Ismea. Non a caso quasi una impresa agricola giovanile su tre (31%) applica oggi tecniche di agricoltura di precisione 4.0, secondo un’analisi Coldiretti sulla base del Rapporto del centro Studi Divulga, dai droni alle mietitrebbie con sistema di mappatura delle produzioni, fino ai satelliti ai sistemi integrati per la gestione on line dell’azienda agricola come Demetra, l’app sviluppata sul Portale del Socio della Coldiretti.

Le imprese giovani hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore – rileva Coldiretti – impegnandosi in attività multifunzionali che con la crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina sono diventate sempre più strategiche. Si va dalla produzione di energie rinnovabili per contribuire all’autosufficienza delle fonti di approvvigionamento allo sviluppo della filiera corta con la vendita diretta che abbatte i trasporti fino all’agricoltura sociale per il superamento delle diseguaglianze. Un fenomeno che rischia ora di essere messo all’angolo dall’esplosione dei costi alimentata dalla guerra, aggiungendosi ai problemi già causati dalla burocrazia, che sottrae alle aziende 100 giorni di lavoro e ostacola spesso lo stesso accesso alle risorse comunitarie.

“Occorre sostenere il fenomeno del ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo” afferma la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati nel sottolineare che “la drammatica crisi scatenata dalla guerra mette a rischio il futuro proprio della parte più avanzata dell’agricoltura italiana impegnata in un percorso di innovazione e sostenibilità per contribuire alla sovranità alimentare ed energetica del Paese”.

 

 

CAMPANIA, INFLAZIONE: VOLANO I PREZZI DELLA VERDURA (+16,7%)

Accordi filiera trasparenti contro il caro-carrello

Crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al +16,7% per le verdure con un effetto dirompente sulle tasche delle famiglie, sulle imprese agricole e sui consumi. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a settembre che fanno registrare una nuova accelerazione dei prezzi del cibo, balzati al +11,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita complessiva del carrello della spesa che non si registrava dal luglio 1983. Il caro energia – sottolinea la Coldiretti – investe consumatori e agricoltori che sono colpiti direttamente dall’aumento delle bollette ma anche indirettamente per l’impatto sui costi di produzione.

Un trend che porta gli italiani a tagliare gli acquisti di frutta e verdura dell’11% in quantità nel 2022 rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia, aggravando una situazione che nel primo semestre del 2022 ha visto il consumo di frutta delle famiglie attestarsi a 2,6 milioni di tonnellate in quantità. Gli italiani – precisa la Coldiretti – hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si registra addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance, considerate unanimemente un elisir di lunga vita.

Una situazione destinata ad avere un impatto sulle famiglie più deboli che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione ma ci sono anche oltre 2,6 milioni di persone che sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano – precisa la Coldiretti – la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari che complessivamente costerà alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità, secondo le proiezioni della Coldiretti.

“Non c’è più tempo da perdere – commenta Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti – la morsa dell’inflazione colpisce tutti, dal produttore che non può lavorare sottocosto alla famiglia che deve fare i salti mortali per arrivare a fine mese. Oltre a contrastare il caro energia, è necessario creare un argine contro le speculazioni e le pratiche sleali. Solo con accordi di filiera chiari e trasparenti tra imprese agricole e industriali si può affrontare questa tempesta in cui ci siamo appena infilati.”

 

BASILICATA, A MILANO AL VILLAGGIO DELLA COLDIRETTI

C’è anche la Basilicata a Milano al Villaggio della Coldiretti per toccare con mano la centralità e i primati dell’agricoltura italiana messi a rischio da guerra e rincari energetici e vivere un giorno da contadino tra le aziende agricole ed i loro prodotti, a tavola con gli agrichef, in sella ad asini e cavalli, nella stalla con mucche, pecore, capre e conigli, nelle fattorie didattiche e negli agriasili dove i bambini possono imparare a impastare il pane o a fare l’orto. In particolare è presente una delegazione di aziende agricole lucane e tra queste la cooperativa “La nuova aurora” con i prodotti del marchio agroalimentare “Io sono lucano”. Fino a domenica, i tanti visitatori attesi alla manifestazione potranno conoscere la biodiversità e la sostenibilità dell’agricoltura italiana, il modello basato sulla distintività e la qualità del made in Italy agroalimentare, lo spirito imprenditoriale dei giovani agricoltori e le frontiere dell’innovazione. “Si tratta di una importante vetrina per i nostri prodotti agroalimentari dei cinque progetti di filiera, cereali, carne, latte, ortofrutta e erbe officinali -spiega il presidente della Coldiretti di Basilicata, Antonio Pessolani, a Milano assieme al direttore provinciale di Potenza, Luca Celestino e al presidente de ‘La nuova Aurora’, Rocco Pafundi – ma anche acquistare direttamente dagli agricoltori le più golose tipicità lucane e del resto del Paese. Sarà anche possibile fare la Spesa sospesa, l’iniziativa di solidarietà lanciata da Campagna Amica – conclude Pessolani – per donare prodotti agroalimentari 100% italiani alle famiglie bisognose”. Ci sarà una maxifattoria dove scoprire gli animali salvati dall’estinzione grazie al lavoro di generazioni riconosciuto e sostenuto dai “Sigilli” di Campagna Amica con la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia. Il Villaggio Coldiretti di Milano è anche l’unico posto al mondo dove per l’intero week end tutti potranno vivere per una volta l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% a soli 8 euro per tutti i menu preparati dai cuochi contadini che hanno conservato i sapori antichi del passato. Spazio anche agli orti con i tutor e il percorso sensoriale e a Generazione agricoltori, l’area dedicata alle idee dei giovani imprenditori agricoli che fanno innovazione nel Paese. Ma per la prima volta si potrà andare a scuola di olio extravergine italiano nell’Oleoteca e nell’Enoteca del Villaggio, dove si potranno degustare cocktail all’extravergine, vini e birra agricola, o seguire le lezioni di agricosmesi con i trucchi di bellezza della nonna.?

 

EMILIA ROMAGNA, INFLAZIONE: VOLANO I PREZZI DELLA VERDURA (+16,7%)

Con caro-carrello crollano nel 2022 i consumi di ortofrutta

Crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al +16,7% per le verdure con un effetto dirompente sulle tasche delle famiglie, sulle imprese agricole e sui consumi. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a settembre che fanno registrare una nuova accelerazione dei prezzi del cibo, balzati al +11,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita complessiva del carrello della spesa che non si registrava dal luglio 1983. Il caro energia – sottolinea la Coldiretti – investe consumatori e agricoltori che sono colpiti direttamente dall’aumento delle bollette ma anche indirettamente per l’impatto sui costi di produzione.

Un trend che porta gli italiani a tagliare gli acquisti di frutta e verdura dell’11% in quantità nel 2022 rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia, aggravando una situazione che nel primo semestre del 2022 ha visto il consumo di frutta delle famiglie attestarsi a 2,6 milioni di tonnellate in quantità. Gli italiani – precisa la Coldiretti – hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si registra addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance, considerate unanimemente un elisir di lunga vita.

Una situazione destinata ad avere un impatto sulle famiglie più deboli che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione ma ci sono anche oltre 2,6 milioni di persone che sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano – precisa la Coldiretti – la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari che complessivamente costerà alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità, secondo le proiezioni della Coldiretti.

“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.

 

 

PUGLIA, VOLANO I PREZZI DELLA VERDURA (+16,7%); MA E’ DEFLAZIONE NEI CAMPI

Con caro-carrello crollano nel 2022 i consumi di ortofrutta

Crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al +16,7% per le verdure con un effetto dirompente sulle tasche delle famiglie, sulle imprese agricole e sui consumi. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a settembre che fanno registrare una nuova accelerazione dei prezzi del cibo, balzati al +11,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita complessiva del carrello della spesa che non si registrava dal luglio 1983. Il caro energia – sottolinea la Coldiretti regionale – investe consumatori e agricoltori che sono colpiti direttamente dall’aumento delle bollette ma anche indirettamente per l’impatto sui costi di produzione. Ma è anche allarme deflazione nei campi, dove i prezzi riconosciuti agli agricoltori restano bassi nonostante i forti aumenti dei costi di produzione, come per l’uva da tavola pagata agli 0,50 euro al chilo mentre sui banchi di vendita il prezzo va oltre i 4 euro al chilo.

Un trend che porta i consumatori a tagliare gli acquisti di frutta e verdura dell’11% in quantità nel 2022 rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia, aggravando una situazione che nel primo semestre del 2022 ha visto il consumo di frutta delle famiglie attestarsi a 2,6 milioni di tonnellate in quantità. Gli italiani – precisa la Coldiretti – hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si registra addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance, considerate unanimemente un elisir di lunga vita.

Il balzo dell’inflazione costerà alle famiglie pugliesi oltre 900 milioni di euro in più solo per la tavola nel 2022, con iI prezzi dei beni alimentari non lavorati come frutta e verdura aumentano su base annua del +9,7% – continua Coldiretti regionale – anche per effetto delle speculazioni che sottopagano le produzioni agli agricoltori e fanno triplicare i prezzi dell’ortofrutta dai campi alla tavola.

Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti regionale – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

Una situazione destinata ad avere un impatto sulle famiglie più deboli che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione ma ci sono anche oltre 2,6 milioni di persone che sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano – precisa la Coldiretti – la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari che complessivamente costerà alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità, secondo le proiezioni della Coldiretti.

Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni, conclude Coldiretti Puglia nel sottolineare che “bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.

 

 

CALABRIA, BOLLETTE ALLE STELLE, FAMIGLIE E IMPRESE IN UNA MORSA

E’ l’agroalimentare italiano a scendere per primo in piazza nella nuova legislatura con migliaia di contadini con animali e prodotti tipici al seguito per denunciare una situazione insostenibile che minaccia il lavoro, l’economia e la sopravvivenza del Made in Italy a tavola, a causa dell’esplosione dei costi di produzione scatenata dalla guerra in Ucraina. Questo accade all’apertura del Villaggio dei contadini nel Castello Sforzesco di Milano, al quale stanno partecipando diverse aziende agricole calabresi. “Una manifestazione di protesta – comunica Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – in Piazza Cannone nel Parco Sempione di Milano per sottolineare la drammaticità del momento con l’aumento dell’inflazione e delle bollette. La situazione  – continua – è da allarme rosso e più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola che a livello nazionale vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”. Il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa. Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne – denuncia la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). “Non c’è tempo da perdere non è il tempo di una calma piatta– insiste Aceto – bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale. Nell’ambito delle misure fiscali a sostegno di famiglie e imprese si rende indispensabile – prosegue – la moratoria sui debiti bancari almeno sulla quota capitale. Questo consente al debitore una sospensione, un rinvio oppure una riduzione dei pagamenti dovuti in base al piano di rimborso previsto dal prestito allentando le tensioni di liquidità per un periodo circoscritto e quindi contribuisce ad un’impresa o a una famiglia a prendere tempo per riorganizzarsi. Ed ancora, per mitigare gli effetti sistemici di uno shock derivante da una situazione di emergenza ed eccezionale – conclude Aceto – occorrono ancora misure altrettanto eccezionali quali il credito di imposta almeno al 45%, il taglio netto dell’Iva sulle forniture energetiche e quello del cuneo fiscale su tutti i lavoratori”.

 

SICILIA, BOLLETTE: COSTI TRIPLICATI, SOS AZIENDE OLIO

Raddoppiati, triplicati, quadruplicati. I costi per produrre olio ormai sono impazziti e si prevede un’annata molto critica per i produttori olivicoli che si somma alla già stimata produzione inferiore di almeno il 30 per cento a causa della siccità.

Se l’anno scorso il costo per la spremitura in alcune zone era di 12 centesimi al chilo quest’anno sarà almeno 16 e dov’era 16 i produttori pagheranno 20 centesimi al chilo. Questo significa che insieme al vetro e in generale a tutto il packaging e ai trasporti una bottiglia di olio all’agricoltore costerà almeno 10 euro ma di fatto non si sa ancora quale sia il livello del prezzo.

L’olio extravergine siciliano – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia – rappresenta una delle produzioni più importanti che si estende su circa 160.000 ettari con una frammentazione aziendale media di un ettaro e per questo bisogna agire immediatamente con interventi adeguati che supportino gli imprenditori.

Il rischio – conclude l’organizzazione agricola – è che i consumatori acquistino dei prodotti di scarsa qualità a pochi euro che minano la salute perché la qualità è la prima caratteristica che deve avere questo alimento alla base della dieta.

 

 

IMPERIA, LA CORSA CIECA E SOLITARIA DELL’UNIONE EUROPEA

L’UE vuole meno produzione, più importazione e… Cibo sintetico

Crisi economica, energetica, rincari folli in qualsiasi settore (dalla materia prima al confezionamento) stanno mettendo a dura prova l’intero comparto agroalimentare, indiscusso motore trainante della nostra economia, a suon di “badilate” improvvise. Basti pensare che la nostra filiera vale 575 miliardi di euro, cifra che rappresenta il 25% del Pil nazionale, garantisce occupazione per 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, in 70mila industrie alimentari, in oltre 330mila realtà della ristorazione e in 230mila punti vendita al dettaglio. Numeri importanti, incapaci, però, a quanto pare, di sensibilizzare l’Unione Europea a un potenziamento della salvaguardia del prodotto europeo. O, meglio, del Made in Italy, che rappresenta l’eccellenza nel settore.  In Danimarca, ad esempio, stanno, infatti, realizzando dei bioreattori per produrre cibo sintetico soprannominato “Frankenstein Food”. Nello specifico, “grazie” a un gruppo di multinazionali pronte a investire diversi miliardi di euro nel cibo sintetico, finiranno a rischio estinzione uova, latte, pesce, carne e formaggi.

Per Coldiretti Imperia si tratta di una vera e propria catastrofe alimentare, sociale e umana, ma soprattutto di una totale mancanza di rispetto verso il consumatore, verso le imprese e verso l’intero pianeta. “Siamo pronti – dichiara Domenico Pautasso, Direttore di Coldiretti Imperia – a contrastare con qualsiasi mezzo questa folle produzione”. Non meno duri i toni in merito alla scelte europee, definite sbagliate e sprovvedute sempre dai vertici di Coldiretti Imperia, il Presidente Gianluca Boeri e il Direttore Pautasso, in materia di produzione, import ed export.

Dall’uso dei fitofarmaci agli accordi con il Mercosur al “farm to fork” si apre la via alla confusione più totale. Una sorta di “liberi tutti”, purché sotto marchio UE. Il che va indiscutibilmente contro il Made in Italy, che per propria natura non può e non deve essere “amalgamato” con le produzioni degli altri Paesi.  “L’Italia è uno dei 27 stati membri dell’Unione – continuano Boeri e Pautasso – ma all’interno di questa Europa pensiamo che l’Italia debba avere una propria identità. La libertà e la salvaguardia delle democrazie passa attraverso anche ad una maggiore autonomia agroalimentare e energetica”. Il Presidente Boeri dichiara: “Oggi, sotto questi aspetti, siamo prigionieri, siamo ostaggi delle speculazioni e della miopia delle commissioni europee e di chi metterà le mani definitivamente sul cibo e sulle energie, minando inevitabilmente le democrazie. Basta giochini modello Prosecco/Prosek, dove l’unione Europa ha dimostrato poca sensibilità e competenza”.

 

 

VENEZIA, INFLAZIONE: A MILANO GIÀ IN PIAZZA GLI AGRICOLTORI DI COLDIRETTI 

Centinaia gli agricoltori veneziani presenti oggi.

Sono già radunati in Piazza Cannone a Milano gli agricoltori della Coldiretti. Stanno arrivando in centinaia nel Parco Sempione con animali e prodotti tipici al seguito per denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa dell’esplosione dei costi di produzione e della crisi nei consumi scatenate dalla guerra in Ucraina. Le donne dell’agricoltura guidata dalla veneta Chiara Bortolas e tanti giovani agricoltori vestiti con gli indumenti da lavoro e gli attrezzi (apicoltori, mungitori, viticoltori, cuochi contadini, ecc.) si sono schierati tra balle di fieno. Con loro c’è l’asinella “Terra”, simbolo della volontà di continuare a costruire il proprio futuro in campagna nonostante le difficoltà. Con loro il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini assieme a Veronica Barbati, la delegata nazionale degli under 30 e sono attesi rappresentanti delle istituzioni e della politica. La preoccupazione interessa anche le aziende agrituristiche rappresentate dal presidente nazionale, il veneziano Diego Scaramuzza, che con il team degli agrichef è impegnato ai fornelli per preparare il meglio dei piatti della cucina “Made in Italy”. Sui cartelli dei manifestanti si legge “Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”. Molti hanno portato le proprie produzioni (salumi, formaggi, frutta specialità locali) messe a rischio dai rincari energetici. Attesi migliaia gli agricoltori arrivati da tutta Italia per far conoscere i primati del Made in Italy a tavola, nella più grande fattoria mai realizzata nel centro di una città con maxi mercato contadino, street food a chilometri zero, pet therapy con gli animali della fattoria, agrichef ai fornelli, agriasilo, le eccellenze agroalimentari di Filiera Italia, le innovazioni tecnologiche a basso impatto ambientale e i prodotti del social farming. Tra gli altri hanno confermato la presenza dal Segretario Federale della Lega Matteo Salvini al Sindaco di Milano Beppe Sala in mattinata fino al presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi che interverrà davanti gli agricoltori nel primo pomeriggio sul tema della carne in provetta.

 

 

REGGIO EMILIA, BOLLETTE: 1 SU 2 TAGLIA SPESA, CRACK A TAVOLA DA 575 MLD

Aziende agroalimentari nazionali in ginocchio, sos costi

Con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. È l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della manifestazione di protesta dei giovani agricoltori in Piazza Cannone nel Parco Sempione di Milano all’apertura del Villaggio dei contadini nel Castello Sforzesco di Milano. Presenti anche i giovani di Coldiretti Giovani Impresa di Reggio Emilia e dell’Emilia Romagna.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it il 18% dei consumatori, per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat, dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo il 31% è riuscito a non modificare le abitudini di spesa. Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

“Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale a livello nazionale” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

A rischio ci sono anche 5450 prodotti tradizionali agroalimentari tesori del Made in Italy a tavola motore economico dei piccoli borghi dove – sottolinea la Coldiretti – nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, una ricchezza conservata nel tempo grazie a chi opera sui territori.  L’agricoltura italiana – sottolinea la Coldiretti – è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 86mila imprese e il 17% della superficie coltivata a bio contro una media europea del 9%, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (318), 526 vini Dop/Igp e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.

“Come per il gas – continua Prandini – anche nell’alimentare l’Italia deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle per non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese”. Anche perché l’Italia è un Paese deficitario che importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti. “L’Italia è infatti costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare che occorre “lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione oltre a investire per aumentare produzione e le rese dei terreni contro i cambiamenti climatici”.

 

 

PIACENZA, BOLLETTE: 1 SU 2 TAGLIA SPESA, CRACK A TAVOLA DA 575 MILIARDI

Nutrita delegazione piacentina nel capoluogo lombardo

Con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. E’ l’allarme lanciato dal presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della manifestazione di protesta dei giovani agricoltori in Piazza Cannone nel Parco Sempione oggi, venerdì 30 settembre, all’apertura del Villaggio dei contadini nel Castello Sforzesco di Milano. Presente anche nutrita delegazione di Coldiretti Piacenza, con oltre un centinaio di soci, guidati dal direttore Roberto Gallizioli.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). “Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale a livello nazionale” afferma Gallizioli.

A rischio ci sono anche 5450 prodotti tradizionali agroalimentari tesori del Made in Italy a tavola motore economico dei piccoli borghi dove – sottolinea la Coldiretti – nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, una ricchezza conservata nel tempo grazie a chi opera sui territori.  “Come per il gas – ha dichiarato il presidente nazionale Prandini – anche nell’alimentare l’Italia deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle e non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese”. “L’Italia è infatti costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori” conclude Prandini nell’evidenziare che occorre “lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione oltre a investire per aumentare produzione e le rese dei terreni contro i cambiamenti climatici”.

Nelle tre giornate di Villaggio a Milano saranno presenti circa 500 soci di Coldiretti Piacenza. La manifestazione è volta a far conoscere i primati del Made in Italy a tavola, nella più grande fattoria mai realizzata nel centro di una città con il maxi mercato contadino, lo street food a chilometri zero, la pet therapy con gli animali della fattoria, gli agrichef ai fornelli, l’agriasilo, le eccellenze agroalimentari di Filiera Italia, le innovazioni tecnologiche a basso impatto ambientale e i prodotti del social farming.

Vetrina prestigiosa anche per l’azienda agricola di Francesco Chinosi che propone le patate fritte della sua Predalbora, in alta Val Nure. Infine, nell’area Oleoteca del Villaggio è esposto l’olio del produttore piacentino Gianpaolo Bonomi (azienda “gli olivi di Gianpa”)

 

 

AREZZO, BENESSERE ANIMALE, COLDIRETTI ED ARA NE PARLANO CON GLI ALLEVATORI

Si è tenuto nei giorni scorsi a Ponte Presale di Sestino in occasione della XXVII° Mostra nazionale degli allevamenti bovini di razza chianina allo stato semibrado e a stabulazione libera, iscritti al libro genealogico il convegno “Benessere animale: aspetti strutturali e procedura in allevamento” organizzato e promosso dall’Ara Toscana e Coldiretti Arezzo.

Incontro molto partecipato che ha visto la presenza dei tanti allevatori della zona, dopo i due anni di stop forzato a causa della pandemia.  

“Abbiamo fortemente voluto questo momento di confronto – ha detto il Direttore di Coldiretti Arezzo Raffaello Betti durante il suo intervento – oggi come in altre occasioni negli ultimi mesi siamo qui a Ponte Presale per analizzare insieme le grandi difficoltà nel fare impresa ed in questo caso allevamento, nelle aree montane e marginali, il convegno che abbiamo promosso ha proprio lo scopo di disegnare prospettive future per un settore di grande pregio della nostra provincia e dell’economia locale del territorio oltre a rappresentare un punto cardine dell’agroalimentare, interprete di distintività e cibo vero”.

Nell’ottica di un sistema agroalimentare sempre più sostenibile il focus della mattinata si è poi incentrato nelle attività dell’Arat nell’ottica del benessere animale della futura programmazione PAC 2023-2027 con un intervento a cura di Claudio Bressanutti Direttore Ara Toscana.

“La tutela del benessere animale è un elemento centrale a sostegno della zootecnia regionale – ha spiegato Bressanutti – è un elemento che rafforza la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle produzioni di origine animale, grazie alla certificazione accreditata degli allevamenti e della filiera”.

Il miglioramento della sostenibilità dei vari processi produttivi è infatti negli ultimi anni sempre più al centro dell’attenzione, è diventato di recente un fattore strategico per un’efficace attuazione degli obiettivi del Farm to Fork e delle missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“In particolare, la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle produzioni di origine animale – ha proseguito Bressanutti – può essere raggiunta attraverso tecniche di allevamento attente al management aziendale e alla biosicurezza, aspetti questi tutti direttamente connessi al benessere animale oltre che a contribuire ad una informazione sempre più chiara al cittadino consumatore”.

Il momento di confronto di è concluso con l’intervento di Giovanni Brajon, Responsabile dell’Unità Operativa Territoriale Toscana Centro dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana La valutazione del benessere animale e biosicurezza attraverso il sistema Classyfarm: esperienze preliminari di applicazione in Toscana.

                                              

 

MODENA, BOLLETTE, 1 SU 2 TAGLIA SPESA, CRACK A TAVOLA DA 575 MLD

Con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della manifestazione di protesta dei giovani agricoltori in Piazza Cannone nel Parco Sempione di Milano all’apertura del Villaggio dei contadini nel Castello Sforzesco di Milano. Presenti anche i giovani di Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa. Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

“Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale a livello nazionale” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

 

 

ASTI, AZIENDE AGROALIMENTARI IN GINOCCHIO: SOS COSTI

Nutrita delegazione gruppo giovani asti al villaggio coldiretti di Milano

Con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello, a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini. Un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare, che dal campo alla tavola, vale 575 miliardi di euro (quasi un quarto del Pil nazionale) e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, oltre che in 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.

E’ l’allarme lanciato dal Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della manifestazione di protesta dei giovani agricoltori in piazza Cannone nel Parco Sempione di Milano all’apertura del Villaggio dei contadini nel Castello Sforzesco di Milano.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it,  per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat, il 18% dei consumatori dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le proprie abitudini di spesa.

“Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio, si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa”.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che, quotidianamente, rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi e al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Gli aumenti riguardano l’intera filiera alimentare: oltre al vetro, che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone e del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica (analisi Coldiretti).

“Anche Coldiretti Asti si è unita alla manifestazione di Milano per richiamare, con più forza, l’attenzione delle istituzioni affinché si intervenga quanto prima sul comparto – afferma il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia. – Non possiamo permettere che l’agroalimentare italiano venga soppiantato da prodotti slow cost di dubbia provenienza e, soprattutto, coltivazione/preparazione, minacciando, altresì, sicurezza alimentare e salute”.

A rischio ci sono anche 5450 prodotti tradizionali agroalimentari tesori della tavola Made in Italy, motore economico dei piccoli borghi in cui nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali: una ricchezza conservata nel tempo grazie a chi opera sui territori.

L’agricoltura italiana è la più green d’Europa (leadership Ue nel biologico), con 86mila imprese e col 17% della superficie coltivata a bio, contro una media europea del 9%; inoltre, vanno all’Italia il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (318), 526 vini Dop/Igp e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Ultimi e non ultimi i primati produttivi mondiali (carciofi, finocchi) ed europei (grano duro, riso, pomodori, melanzane, spinaci, albicocche uve da vino e da tavola, ecc.).

“Come per il gas – continua il Presidente Coldiretti Asti Marco Reggio, in linea col Presidente Nazionale Prandini – anche nell’alimentare l’Italia deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero, intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle, oltre che per non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese”.

Occorre lavorare da subito sugli accordi di filiera tra imprese agricole e industriali per garantire prezzi equi che non scendano mai al di sotto dei costi di produzione; parimenti, occorre investire per aumentare produzioni e rese dei terreni contro i cambiamenti climatici. Infine, occorre lavorare per raggiungere la sovranità agroalimentare senza dover importare il 64% del fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% di mais per l’alimentazione del bestiame.

 

RAGUSA, NO ALLA CARNE SINTETICA

Nel capoluogo ibleo alla fiera agricola incontri, mercato campagna amica e innovazione per la qualità

No alla carne sintetica, no al latte in laboratorio, no agli esperimenti per produrre cibo. Questi i temi della Coldiretti di Ragusa nei tanti appuntamenti che anche quest’anno ha organizzato alla Fiera Agricola di Foro Boario inaugurata oggi.  Più di 300 bovini arrivati da tutta la Sicilia, tanti prodotti Campagna Amica, novità della meccanizzazione. Anche per il 2022, quindi, saranno messe in mostra le specialità agricole siciliane e la qualità raggiunta in un comparto come quello zootecnico, fiore all’occhiello dell’intera economia regionale. Proprio il comparto zootecnico sarà al centro del convegno Anacli in cui il presidente nazionale, Emanuele Nobile, farà il punto dei costi di produzione ma anche delle nefandezze che si stanno creando in laboratorio. Di costi di produzione e degli obiettivi del comparto zootecnico parlerà anche la presidente della Federazione Allevatori Sicilia, Marilina Barreca.

 

FORLÌ-CESENA, FESTA DEI NONNI E DELLA VENDEMMIA CONTRO ATTACCO OMS

Ancora una volta l’Oms torna ad attaccare uno dei settori chiave dell’agroalimentare italiano, equiparando il vino alle sigarette e ai superalcolici e scoraggiandone il consumo. “L’attacco dell’OMS – spiega Massimiliano Bernabini, Presidente Coldiretti Forlì-Cesena – preoccupa il tessuto vitivinicolo della nostra provincia, destabilizza il primato di qualità e distintività dei nostri vini nel mondo e rischia di colpire pesantemente l’export ed i consumi interni con gravi ripercussioni su tutta la filiera e sull’occupazione. Non è giusto assimilare il vino ai superalcolici o alle sigarette. Il vino è un dimostrato e accertato elemento cardine della dieta sana ed equilibrata, se consumato nelle giuste quantità.

L’attacco dell’OMS arriva in un momento molto favorevole dal punto di vista dell’export con un incremento, nei primi sei mesi dell’anno, del 16,5% per un valore complessivo di 624 milioni di euro, meno invece dal punto di vista dei costi che a causa della crisi energetica e delle materie prime generate dalla guerra in Ucraina sono cresciuti del 35%. Nei vigneti si registrano infatti rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio.

Una vendemmia cominciata in anticipo, nei vigneti del Forlivese, anticipata almeno di circa 10 giorni, che riscontra le stesse criticità delle altre coltivazioni a causa di una stagione particolarmente siccitosa e con elevatissime temperature.

Le aziende hanno iniziato le prime fasi di questa vendemmia con le uve Chardonnay – spiega Bernabini–. La previsione iniziale, in termini quantitativi, è di una quantità inferiore di circa il 15% rispetto al 2020 (comunque già in calo rispetto al 2019) con una possibile diminuzione di produzione invece del 30-40% nelle zone collinari dove l’assenza di risorse idriche resta un problema, anche se non è possibile fare ora delle valutazioni certe, a causa anche degli eventi improvvisi di pioggia e grandine che hanno colpito recentemente il nostro territorio.

La qualità del vino prodotto si prospetta buona – precisa il Direttore di Coldiretti Forlì-Cesena Alessandro Corsini – Il nostro vino è un patrimonio da tutelare. È il miglior biglietto da visita del settore agroalimentare. Un comparto che genera lavoro e traina parte del turismo.

“Nel nostro approccio al cittadino/consumatore proponiamo, in particolare alle famiglie un consumo sano e consapevole per uno stile di vita legato al benessere psicofisico – conclude Bernabini”.

Proprio questo fine settimana quindi, al mercato di Campagna Amica di Forlì, inauguriamo il calendario di eventi settimanali del mese di Ottobre, presentando la 1° festa dei nonni e la festa della vendemmia.” Racconta Anna Pirillo Responsabile del Mercato di Campagna Amica di Forlì. “Sabato sin dal mattino sarà possibile visitare la mostra degli attrezzi antichi della vendemmia, apprezzare la storia e la cultura del vino, del buon bere e del bere consapevole e per ogni nonno accompagnato dal proprio nipotino: un simpatico e gustoso omaggio a km0”. Continua anche la rassegna di #yogalmercato ogni sabato alle 09.30, che prevede la partecipazione libera e gratuita, previa iscrizione.

Per informazioni e per tutte le novità sulle iniziative del Mercato è possibile consultare la pagina Facebook Campagna Amica Forlì-Cesena oppure scrivere a agrimercato.fc.rn@coldiretti.it o contattare via Whatsapp il 366 7660048.

 

 

BRESCIA, BOLLETTE: 1 SU 2 TAGLIA SPESA, CRACK A TAVOLA DA 575 MLD

Con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della manifestazione di protesta dei giovani agricoltori in Piazza Cannone nel Parco Sempione di Milano all’apertura del Villaggio dei contadini nel Castello Sforzesco di Milano.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa. Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

“Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale” ha sottolineato Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia.

A rischio ci sono anche 5450 prodotti tradizionali agroalimentari tesori del Made in Italy a tavola motore economico dei piccoli borghi dove – sottolinea la Coldiretti – nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, una ricchezza conservata nel tempo grazie a chi opera sui territori.  L’agricoltura italiana – sottolinea la Coldiretti – è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 86mila imprese e il 17% della superficie coltivata a bio contro una media europea del 9%, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (318), 526 vini Dop/Igp e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Ma vanta anche i primati produttivi mondiali (carciofi, finocchi) ed europei (grano duro, riso, pomodori, melanzane, spinaci, albicocche uve da vino e da tavola, ecc.).

“Come per il gas – continua Prandini – anche nell’alimentare l’Italia deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle per non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese”. Anche perché l’Italia però è un Paese deficitario che importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti.

“L’Italia è infatti costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare che occorre “lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione oltre a investire per aumentare produzione e le rese dei terreni contro i cambiamenti climatici”.

 

 

PADOVA, PREZZI FUORI CONTROLLO, AGRICOLTORI IN PIAZZA A MILANO

A Padova il primario vale un miliardo di euro, patrimonio da salvaguardare

Caro bollette e costi alle stelle, gli agricoltori di Coldiretti si fanno sentire e si danno appuntamento a Milano, per una clamorosa protesta al Villaggio allestito in Piazza Cannone nel Parco Sempione con migliaia di contadini che hanno lasciato le campagne per scendere in piazza assieme al presidente nazionale Ettore Prandini e denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa degli effetti scatenati dalla guerra in Ucraina. Con loro anche una folta delegazione padovana, guidata dal presidente provinciale Massimo Bressan e dal direttore Giovanni Roncalli, insieme a loro molti giovani agricoltori come Giovanni Ponchio di Selvazzano, impegnati ogni giorno nella coltivazione dei propri prodotti come nella vendita diretta ai cittadini. “Noi ce la mettiamo tutta in questo periodo difficile – racconta il giovane Ponchio – non solo per offrire prodotti di qualità ma anche per raggiungere e agevolare il consumatore attraverso Campagna Amica. Ma i continui rincari, gli aumenti vertiginosi dei costi delle materie prime e dell’energia, la speculazione e la concorrenza sleale mettono in difficoltà chi vuole fare agricoltura e garantire un cibo sano e genuino”. 

“Non spegneteci il futuro”, “Senza agricoltura non si mangia”, Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”, sono alcuni degli slogan scanditi a Milano dagli imprenditori e imprenditrici che mostrano le ultime bollette e fatture, con rincari che arrivano al 300%. Molti hanno portato le proprie produzioni (salumi, formaggi, frutta specialità locali) messe a rischio dai rincari energetici, che non risparmiano dunque neppure la parte più avanzata del settore agricolo, diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nell’ultimo anno sono nate in media 17 nuove imprese giovani al giorno, secondo l’analisi Coldiretti-Divulga. I giovani della Coldiretti indossano i propri indumenti e strumenti di lavoro, dalla tuta e gli stivali di chi accudisce gli animali nelle stalle alle reti dei pescatori, fino alle tute degli apicoltori, accompagnati dall’asinella Terra, divenuta il simbolo della protesta.

“La nostra agricoltura padovana fattura poco più di un miliardo di euro – sottolinea il presidente di Coldiretti Padova Massimo Bressan – e fornisce reddito e lavoro ad oltre diecimila imprese, impegnate nella coltivazione di oltre 135 mila ettari di superficie. Circa un terzo sono le imprese guidate da giovani agricoltori, altrettante quelle rette dalle donne imprenditrici. Per stare sul mercato quasi tutte hanno affrontato importanti investimenti, sostenuto costi per l’innovazione e la competitività, esplorato nuove opportunità, introdotto coltivazioni alternative e potenziato attività come l’agriturismo, la fattora didattica, la vendita diretta, nel segno della multifunzionalità dell’agricoltura. Ma ora ci troviamo tutti alle prese con una gravissima crisi economica che incide direttamente sul reddito delle imprese, a causa dei costi in vertiginoso aumento. 

Qualche esempio? I costi medi di energia elettrica e riscaldamento per una azienda orticola sono aumentati anche del 270%, quelli per i fertilizzanti di un’azienda cerealicola di oltre il 60%, nelle stalle il costo dell’energia elettrica per ora è cresciuto del 45% ma sono attesi ulteriori aumenti, mentre i concimi sono schizzati di oltre il 145%, solo per dare delle cifre. Ai nuovi eletti in Parlamento ribadiamo che non c’è tempo da perdere se vogliamo salvare un settore chiave della nostra economia. Già la scorsa estate avevamo presentato un documento in 5 punti sul quale tutti i candidati alle elezioni politiche si sono ufficialmente impegnati. Ora chiediamo conto di quelle promesse e ci aspettiamo delle risposte rapide e soluzioni per affrontare questi mesi difficili”.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa. Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

“Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale a livello nazionale” afferma il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini.“Come per il gas – continua Prandini – anche nell’alimentare l’Italia deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle per non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese”. 

 

 

CUNEO, INFLAZIONE: ORTOFRUTTA A RISCHIO, CROLLANO NEL 2022 I CONSUMI (-11%)

Per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi nel carrello della spesa gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, crollati nel 2022 dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo con 2,6 miliardi di chili. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti, Filiera Italia e Unaproa sulla spesa delle famiglie nel primo semestre dell’anno, secondo dati Cso Italy/Gfk Italia.

Se da un lato aumentano i prezzi al dettaglio, dall’altro – evidenzia Coldiretti Cuneo – i valori riconosciuti agli agricoltori spesso non coprono neppure i costi di produzione, con i bilanci delle aziende messi a rischio da rincari di ogni tipo, dalle materie prime ai fertilizzanti al carburante per la movimentazione dei macchinari, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono la plastica per le vaschette, le retine e le buste (+70%), la carta per bollini ed etichette (+35%), il cartone ondulato per le cassette (+60%), le cassette in legno (+60%), mentre si allungano i tempi di consegna.

“Servono strategie di lungo periodo e non bisogna disperdere i progetti del PNRR, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture, perché per pianificare meglio i rapporti con tutta la filiera è fondamentale partire da un sistema logistico efficiente. Bisogna lavorare uniti per una ripartizione di valore che dia soddisfazione a tutti” dichiara Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo, sottolineando la distinzione tra le Organizzazioni dei Produttori organizzate e puntuali nel lavoro e quelle che provocano distorsione di mercato.

“La filiera italiana dell’ortofrutta subisce oggi una pesante concorrenza da parte di altri Paesi che hanno costi significativamente più bassi. Ne è un esempio la Turchia – spiega Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – che produce con costi energetici fino a 10 volte inferiori ai nostri o la Spagna resa negli ultimi 10 anni più competitiva dalla realizzazione di un imponente piano infrastrutturale”.

In Provincia di Cuneo il comparto ortofrutticolo conta 4.500 aziende agricole e una superficie di 12.000 ettari, generando un fatturato potenziale di oltre 260 milioni di euro, senza contare l’indotto.

Secondo Filiera Italia, in linea con Coldiretti, è indispensabile sostenere la competitività del comparto attraverso infrastrutture energetiche e logistiche adeguate e con accordi con la parte più lungimirante dalla GDO che non vuole che i propri scaffali si svuotino di prodotti 100% italiani e vengano sostituiti da prodotti esteri caratterizzati da standard di sicurezza più bassi.

Come evidenzia Unaproa (Unione nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori ortofrutticoli, agrumari e di frutta in guscio), da un lato servono soluzioni strategiche ma dall’altro urgono interventi immediati per salvaguardare il nostro patrimonio. Per questo, Coldiretti, Filiera Italia e Unaproa chiedono un nuovo patto alla GDO per garantire ai consumatori cibo di qualità e soprattutto dare un giusto prezzo ai produttori, sapendo che il cibo ha e deve avere il giusto valore.

 

 

PARMA, LAVORO: RISCHIA 1 AZIENDA AGRICOLA GIOVANI SU 4

Taglia raccolti per rincari bollette, gasolio e concimi

Un giovane agricoltore su quattro (25%) ha ridotto la produzione a causa dei rincari energetici aggravati dalla guerra in Ucraina che hanno provocato un aumento record dei costi, dal gasolio ai concimi, dai mangimi ai materiali per l’imballaggio e mettono ora in pericolo il futuro di un’intera generazione impegnata a lottare per l’autosufficienza alimentare ed energetica. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione della clamorosa protesta al Villaggio di Milano in Piazza Cannone nel Parco Sempione con migliaia di contadini che hanno lasciato le campagne per scendere in piazza assieme al presidente Ettore Prandini e denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa degli effetti scatenati dalla guerra in Ucraina.    

I giovani della Coldiretti indossano i propri indumenti e strumenti di lavoro, dalla tuta e gli stivali di chi accudisce gli animali nelle stalle alle reti dei pescatori, fino alle tute degli apicoltori, accompagnati dall’asinella Terra, divenuta il simbolo della protesta. Sui cartelli dei manifestanti si legge “Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”. Molti hanno portato le proprie produzioni (salumi, formaggi, frutta specialità locali) messe a rischio dai rincari energetici, che non risparmiano dunque neppure la parte più avanzata del settore agricolo, diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nell’ultimo anno sono nate in media 17 nuove imprese giovani al giorno, secondo l’analisi Coldiretti-Divulga. Presenti anche i giovani di Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna, tra cui una nutrita delegazione di giovani di Coldiretti Parma con la delegata provinciale Francesca Mantelli e il segretario Filippo Anelli.

Un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale con il mestiere della terra che è diventato – precisa la Coldiretti – la nuova strada del futuro per tanti ragazzi italiani, con le 56mila aziende guidate dagli under 35 che hanno una superficie che è quasi il doppio della media (18,3 ettari di Sau per azienda contro 10,7), un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Le imprese giovani sono dunque più grandi e più orientate al mercato e il loro livello di digitalizzazione è il doppio dell’agricoltura nel complesso, così come più elevata risulta la propensione all’innovazione (il 24,4% dei giovani ha realizzato almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020, a fronte del 9,7% dei non giovani), secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat e Ismea. Non a caso quasi una impresa agricola giovanile su tre (31%) applica oggi tecniche di agricoltura di precisione 4.0, secondo un’analisi Coldiretti sulla base del Rapporto del centro Studi Divulga, dai droni alle mietitrebbie con sistema di mappatura delle produzioni, fino ai satelliti ai sistemi integrati per la gestione on line dell’azienda agricola come Demetra, l’app sviluppata sul Portale del Socio della Coldiretti.

Le imprese giovani hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore – rileva Coldiretti – impegnandosi in attività multifunzionali che con la crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina sono diventate sempre più strategiche. Si va dalla produzione di energie rinnovabili per contribuire all’autosufficienza delle fonti di approvvigionamento allo sviluppo della filiera corta con la vendita diretta che abbatte i trasporti fino all’agricoltura sociale per il superamento delle diseguaglianze. Un fenomeno che rischia ora di essere messo all’angolo dall’esplosione dei costi alimentata dalla guerra, aggiungendosi ai problemi già causati dalla burocrazia, che sottrae alle aziende 100 giorni di lavoro e ostacola spesso lo stesso accesso alle risorse comunitarie.

“Occorre sostenere il fenomeno del ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo” afferma la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati nel sottolineare che “la drammatica crisi scatenata dalla guerra mette a rischio il futuro proprio della parte più avanzata dell’agricoltura italiana impegnata in un percorso di innovazione e sostenibilità per contribuire alla sovranità alimentare ed energetica del Paese”.

 

CUNEO, AGRICOLTORI IN PIAZZA, RISCHIO CRACK A TAVOLA DA 575 MILIARDI

Nutrita delegazione di agricoltori da Cuneo al villaggio Coldiretti

Gli agricoltori della Coldiretti, compresa una nutrita delegazione dalla Granda, sono in piazza a Milano per denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza del Made in Italy a tavola a causa dell’esplosione dei costi di produzione e della crisi nei consumi scatenate dalla guerra in Ucraina.

“Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale” denuncia il Presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada, arrivato a Milano, dove si è aperto questa mattina il Villaggio Coldiretti nel Castello Sforzesco, alla guida di una delegazione di oltre 800 agricoltori cuneesi.

Con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un italiano su due (51%) – sostiene Coldiretti – taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del PIL nazionale.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17.000 euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Ma gli aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno e si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

In Piazza Cannone nel Parco Sempione i giovani agricoltori, tra cui i cuneesi guidati dal Delegato provinciale Giovani Impresa Marco Bernardi e dai Vicedelegati Marianna Bellonio e Pietro Vacchetto, hanno manifestato con il Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e la Delegata nazionale dei giovani Veronica Barbati, portando le proprie produzioni – salumi, formaggi, frutta, specialità locali – messe a rischio dai rincari energetici. Sui cartelli dei manifestanti il grido di allarme del mondo agricolo: “Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”.

“Siamo scesi in piazza anche noi per richiamare con forza l’attenzione delle Istituzioni affinché si intervenga quanto prima sul comparto. Non possiamo permettere che il nostro agroalimentare venga soppiantato da prodotti low cost di dubbia provenienza e, soprattutto, coltivazione/preparazione, minacciando oltretutto la sicurezza alimentare” dichiara il Delegato Giovani Impresa Cuneo Marco Bernardi.

Per toccare con mano la centralità e i primati dell’agricoltura italiana messi a rischio da guerra e rincari, fino a domenica è aperto il Villaggio della Coldiretti a Milano per vivere esperienze uniche a tu per tu con i produttori agricoli, gli agrichef, le fattorie didattiche e gli agriasili. Al Villaggio, nel più grande mercato a Km zero di Campagna Amica, non mancheranno le aziende Made in Cuneo e si potranno acquistare le più golose tipicità del Paese e della Granda, tra cui l’aglio di Caraglio e il tartufo.

 

 

VICENZA, VILLAGGIO COLDIRETTI: NUMEROSI AGRICOLTORI ED ALLEVATORI VICENTINI

Dalle prime ore di questa mattina migliaia di agricoltori italiani di Coldiretti si sono radunati in Piazza Cannone a Milano, con animali e prodotti tipici al seguito, per denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa dell’esplosione dei costi di produzione e della crisi nei consumi scatenate dalla guerra in Ucraina.

Le donne dell’agricoltura, guidate dalla veneta Chiara Bortolas, e tanti giovani agricoltori vestiti con gli indumenti da lavoro e gli attrezzi, si sono schierati tra balle di fieno. Con loro anche l’asinella “Terra”, simbolo della volontà di continuare a costruire il proprio futuro in campagna, nonostante le difficoltà.

A guidare l’evento, naturalmente, il presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, assieme a Veronica Barbati, la delegata nazionale degli under 30 e numerosi rappresentanti delle istituzioni e della politica.

La preoccupazione interessa anche le aziende agrituristiche, rappresentate dal presidente nazionale, il veneziano Diego Scaramuzza, che con il team degli agrichef ai fornelli ha preparato il meglio dei piatti della cucina made in Italy.

Sui cartelli dei manifestanti si legge “Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”. Molti hanno portato le proprie produzioni (salumi, formaggi, frutta specialità locali) messe a rischio dai rincari energetici.

“Con questa manifestazione vogliamo portare alla ribalta la drammatica situazione che stiamo vivendo con le nostre imprese – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, alla guida della delegazione vicentina assieme al direttore Simone Ciampoli – in quanto la gente deve conoscere lo sforzo che stiamo facendo per continuare a produrre, quindi per garantire il cibo sulle tavole dei consumatori. Un impegno che non può essere soltanto passione per il lavoro, ma deve trovare risposte chiare al contenimento delle bollette che già da tempo stiamo pagando moltiplicate per tre rispetto a pochi mesi fa”.

Aziende agroalimentari in ginocchio, sos costi. Con l’aumento dell’inflazione e delle bollette più di un cittadino su due taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare, che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 è riuscito a non modificare le abitudini di spesa.

“Siamo qui a Milano con la prima manifestazione della nuova legislatura per ribadire che non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale a livello nazionale” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Rischio scomparsa prodotti tipici. A rischio ci sono anche 5450 prodotti tradizionali agroalimentari, tesori del made in Italy, motore economico dei piccoli borghi, dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, una ricchezza conservata nel tempo grazie a chi opera sui territori. “Come per il gas – spiega Coldiretti Vicenza – anche nell’alimentare l’Italia deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero, intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle e non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino ad oggi le imprese sono riuscite a difendere per il bene del Paese”.

Occorre difendere i giovani imprenditori. “Dobbiamo sostenere il fenomeno del ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo” aggiunge Coldiretti Vicenza.

Un cambiamento epocale, infatti, che non accadeva dalla rivoluzione industriale, con il mestiere della terra che è diventato la nuova strada del futuro per tanti ragazzi, con le 56mila aziende guidate dagli under 35 che hanno una superficie che è quasi il doppio della media (18,3 ettari di Sau per azienda contro 10,7), un fatturato più elevato del 75% della media ed il 50% di occupati per azienda in più.

“Le imprese giovani hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore – sottolinea il presidente Cerantola – impegnandosi in attività multifunzionali che con la crisi energetica sono diventate sempre più strategiche. Si va dalla produzione di energie rinnovabili per contribuire all’autosufficienza delle fonti di approvvigionamento allo sviluppo della filiera corta con la vendita diretta che abbatte i trasporti, fino all’agricoltura sociale per il superamento delle diseguaglianze”.

In calo i consumi di ortofrutta. Con l’aumento dei prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello, con impennate che arrivano al 16,7% per le verdure, si osserva un importante contrazione dei consumi. Un trend che porta i cittadini a tagliare gli acquisti di frutta e verdura dell’11% in quantità nel 2022 rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia. Una situazione destinata ad avere un impatto sulle famiglie più deboli, che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione. 

“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.

Serve un Ministero della sovranità agroalimentare. Sfruttare i fondi del Pnrr per garantire la sovranità alimentare ed energetica ed ammodernare la rete logistica; istituire il Ministero dell’Agroalimentare e difendere i 35 miliardi di fondi europei oggi a rischio; no al Nutriscore, al cibo sintetico e agli accordi internazionali che penalizzano il Made in Italy: fermare l’invasione di cinghiali; realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità. Sono le priorità in cinque punti per il nuovo Governo presentate dal presidente Prandini a Milano.

“In coerenza con gli impegni del Pnrr – prosegue Prandini – la prossima legge di bilancio dovrà sostenere il ruolo dell’agroalimentare nazionale, che oggi rappresenta il 25% del Pil ed è diventata la prima ricchezza del Paese, con misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione. Un ruolo che esige l’istituzione prioritaria di un Ministero per la sovranità agroalimentare”.

Sulla Politica agricola comune occorre superare le osservazioni di Bruxelles ed approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale, senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1 gennaio 2023.

“Il primo impegno che chiederemo al Governo – sottolinea Prandini – è un decreto legge urgentissimo per ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette.

Fermare subito il cibo sintetico. Una minaccia letale per l’agricoltura e la salute dei consumatori viene anche dal cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche. “Un attacco alle nostre stalle – sottolinea Coldiretti Vicenza – ed all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi. Non possiamo accettarlo”.

L’acqua è un valore da salvaguardare. Con gli effetti dei cambiamenti climatici che hanno causato una devastante siccità, serve una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento ed in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria ed all’agricoltura. “Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche – conclude Prandini – abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura”.

 

 

COMO-LECCO, VILLAGGIO COLDIRETTI: PNRR E LOTTA AI SELVATICI TRA LE PRIORITÀ

Sfruttare i fondi del Pnrr per garantire la sovranità alimentare ed energetica e ammodernare la rete logistica; istituire il Ministero dell’Agroalimentare e difendere i 35 miliardi di fondi europei oggi a rischio; no al Nutriscore, al cibo sintetico e agli accordi internazionali che penalizzano il Made in Italy: fermare l’invasione di cinghiali e l’assedio della fauna selvatica; realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità. Sono le priorità in cinque punti per il nuovo Governo presentate dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della clamorosa protesta in Piazza Cannone nel Parco Sempione al Villaggio Coldiretti di Milano con migliaia di contadini che hanno lasciato le campagne per scendere in piazza denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa degli effetti scatenati dalla guerra in Ucraina.

Coldiretti Como Lecco presente in forze, anche con i prodotti del territorio lariano.                 

“Per ridurre la dipendenza alimentare ed energetica dall’estero e assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo il territorio non può fare a meno del Pnrr, dove serve il massimo impegno di tutti per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile” commenta da Milano il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. Fondamentale in questo senso sarà sfruttare i bandi a partire da quelli già pubblicati, dalle filiere al fotovoltaico che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, fino a quello della logistica per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo, superando il gap che ci separa dagli altri Paesi.

In coerenza con gli impegni del Pnrr – continua il presidente della Coldiretti interprovinciale – la prossima legge di bilancio dovrà poi sostenere il ruolo dell’agroalimentare nazionale, che oggi rappresenta il 25% del Pil ed è diventata la prima ricchezza del Paese, con misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione. Un ruolo che esige l’istituzione prioritaria di un Ministero per la sovranità agroalimentare.

Sulla Politica agricola comune occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale – spiega Prandini – senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Stiamo parlando di una dotazione finanziaria di 35 miliardi per sostenere l’impegno degli agricoltori italiani verso l’innovazione, la sostenibilità e il miglioramento delle rese produttive

Ma il primo impegno che chiederemo al prossimo Governo – ha ribadito il presidente nazionale Prandini – è un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992, ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. Siamo davvero fuori tempo massimo per dare risposte alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo e che rappresentano un pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini.

In Europa occorre anche portare avanti la battaglia contro il Nutriscore, i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo che alcuni Paesi stanno applicando su diversi alimenti sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Ma una minaccia letale per l’agricoltura italiana e la salute dei consumatori viene anche dal cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche. Un attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo che – ricorda Prandini -, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi. Non possiamo accettarlo.

Così come va sempre ribadito il principio di reciprocità negli accordi commerciali e non si può accettare il trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee. Coldiretti chiede all’Europa coraggio per la transizione ecologica, con il via libera alla ricerca in campo delle new breeding techniques, da distinguere dagli Ogm transgenici e alle politiche di sostenibilità per rendere l’agroalimentare sempre più competitivo. 

“Con gli effetti dei cambiamenti climatici che hanno causato una devastante siccità serve infine una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura” spiega il presidente Prandini. “Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura. E al nuovo Governo chiederemo anche un intervento per la decontribuzione del costo del lavoro. E tutto quello che viene tagliato sul costo del lavoro deve andare totalmente ai nostri collaboratori, non deve rimanere nelle imprese”.

 

Appuntamenti

 

VICENZA, WEEKEND RICCO DI EVENTI AL MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA

In occasione Festa dei nonni riunite le famiglie, con showcooking, cure di bellezza e tanto altro

Con Campagna Amica Vicenza saranno i più piccoli a celebrare i nonni, proprio in occasione della loro festa. Così, sabato 1 e domenica 2 ottobre, al mercato coperto di Campagna Amica Vicenza (Palazzo Caldogno – entrata da Corso Fogazzaro), un entusiasmante calendario di attività attenderà le famiglie per cimentarsi in show cooking, e non solo, e trascorrere alcune ore all’insegna del divertimento.

“Sarà un weekend davvero entusiasmante – commenta il presidente di Campagna Amica Vicenza, Raffaele Cogo – in quanto gli eventi proposti sono nelle corde della nostra Associazione. La famiglia, nel suo complesso, verrà esaltata e sarà riconosciuto il valore dei nonni, quale risorsa irrinunciabile per la società moderna e, soprattutto, per l’educazione e la crescita dei nostri figli”.

Sabato e domenica alle 10, 11 (english edition) e 12, verrà proposto, in stretta collaborazione con la Junior Chef Academy, il laboratorio “Orto in cassetta, zuppa perfetta!”. Un’esperienza del tutto innovativa, perché coniuga creatività e capacità di riutilizzare gli avanzi in cucina. Due laboratori in uno. Con il tutor dell’orto, sarà possibile realizzare il proprio piccolo “orto da casa”, dando nuova vita ai materiali per realizzare un orto da balcone. “E qui viene il bello – sottolinea il presidente Cogo – perché porteremo i bambini direttamente tra i banchi del mercato, alla ricerca dei prodotti giusti per realizzare insieme alla nostra cuoca contadina, Susanna de Il Giglio Rosso, la zuppa perfetta. Ma non finisce qui. Ogni bambino, infatti, porterà a casa il proprio sacchettino di verdure per preparare in casa la zuppa assieme a nonni e genitori”.

Una volta preparata la zuppa, sarà possibile le proprie foto e la ricetta nella pagina Instagram e Facebook de Il Mondo di Bu e Campagna Amica Vicenza. La ricetta più simpatica riceverà un simpatico regalo da ritirare al mercato coperto di Campagna Amica Vicenza.

Nel corso delle due giornate, mentre i bambini si cimenteranno con i laboratori, mamme e papà potranno rilassarsi e partecipare ad una piccola sessione di auto massaggio alle mani con oli essenziali e creme a base di erbe e frutta.

A tutti i nonni che saranno accompagnati dai propri nipoti, Campagna Amica Vicenza riserverà un gustoso omaggio.

 

 

RIMINI, IL MERCATO ESCLUSIVO “CAMPAGNA AMICA” OSPITATO DA BANCA MALATESTIANA

Dal 4 ottobre fino al 10 gennaio 2023 – per poi riprendere in primavera –   ogni martedì dalle 7.30 alle 13.30, residenti e non, potranno acquistare frutta fresca, marmellate, miele, vini, olio di oliva e formaggi, tutto rigorosamente a km zero, nella suggestiva corte di Palazzo Ghetti, sede generale di Banca Malatestiana (Via XX Settembre 1870 n.63 – Via Circonvallazione Meridionale n.39). 

L’iniziativa segna un altro passo avanti di “Campagna Amica”, la più vasta rete italiana di aziende agricole e mercati promossa da Coldiretti per consentire di accorciare la filiera e favorire l’acquisto di prodotti agroalimentari a chilometri zero direttamente dai produttori.

“Filiera corta e chilometro zero – afferma Guido Masini Cardelli Palazzi, Presidente di Coldiretti Rimini – hanno un grande significato per i consumatori che acquistano i nostri prodotti. In primis, sono la scelta giusta in materia di sostenibilità ambientale, che in questo caso vuol dire riduzione dell’impatto prodotto dai trasporti. Inoltre – prosegue Cardelli Masini Palazzi – va sottolineata l’importanza del rapporto diretto che si instaura produttori e consumatori, sia a livello di responsabilità da parte dei primi, che si mettono in gioco anche nella fase della commercializzazione delle loro produzioni, che di garanzia per i secondi, in termini di sicurezza alimentare, tracciabilità e rispetto dell’ambiente”.

“Per garantire al massimo il consumatore e per contrastare le inefficienze e le distorsioni di una filiera agricola che spesso, dal punto di vista reddituale, penalizza i produttori – afferma Alessandro Corsini Direttore di Coldiretti Rimini –– gli agricoltori di “Campagna Amica” ci mettono la faccia e scelgono la vendita diretta dal campo alla tavola, garantendo la massima trasparenza all’acquirente finale”.

“I produttori agricoli – assicura Giorgio Ricci Vice Direttore Coldiretti Rimini –proporranno in vendita il meglio delle produzioni agricole di stagione tipiche del nostro territorio: frutta e ortaggi prima di tutto, e poi succhi di frutta, marmellate, vini, formaggi e olio extravergine, offrendo ai consumatori la possibilità di un acquisto consapevole in termini di certezza dell’origine che, come noto, in tempi di globalizzazione rappresenta un valore aggiunto di grande significato e fa la differenza soprattutto con i prodotti di importazione, spesso privi di una loro identità specifica”.

“Il mercato di Campagna Amica è un’iniziativa in piena sintonia con l’impegno green di Banca Malatestiana, fatto di attenzione alla sostenibilità, rispetto per la natura e valorizzazione del nostro territorio e delle sue eccellenze” – afferma Enrica Cavalli, Presidente di Banca Malatestiana – “Per questo motivo abbiamo scelto di ospitare la vendita di prodotti agroalimentari a km 0 nella corte di Palazzo Ghetti. Un gesto volto a mantenere un dialogo sempre più profondo e concreto con il nostro territorio, che da sempre valorizziamo e rispettiamo”.

 

ROVIGO, PRESENTAZIONE DEL LIBRO ‘L’UOMO CHE SPOSÒ LA TERRA DEL PO’

Sarà presentato domani, sabato 1 ottobre alle 16, nella splendida azienda agricola gestita dalla famiglia Fecchio a Grillara, il libro “L’uomo che sposò la terra del Po” edito da Edizioni Helicon scritto a sei mani da Giada Fecchio, Andrea Sogari e Rodolfo Vettorello.

Gli autori di questo libro. Giada Fecchio è cresciuta tra le ocarine, grazie al nonno e alla famiglia e si occupa della promozione del museo/laboratorio mentre conclude gli studi universitari. Andrea Sogari, mantovano, si è laureato in antropologia ed etnologia culturale con una tesi sulla produzione tradizionale di fischietti e ocarine.  Rodolfo Vettorello collabora con l’editore Helicon e ha alle spalle più di 40 pubblicazioni oltre a più leuree e una grande passione per la poesia.

L’uomo che sposò la terra del Po. Come riportato nel colophon, il libro “L’uomo che sposò la terra del Po” è un documento per la valorizzazione dell’attività culturale e artigianale di realizzazione di ocarine e zufoli di argilla da parte della famiglia di Idelmo Fecchio, di Benvenuto e Giuseppina Fecchio e delle figlie Chiara e Giada. All’interno del libro ci sono le foto di Daniele Ferroni e Giada Fecchio, le poesie sono di Rodolfo Vettorello, mentre l’immagine di copertina è un disegno di Angelica Suman. L’uomo che sposò la terra del Po è Idelmo; passione, fantasia e impegno sono stati trasmessi a cavallo di due secoli dai Fecchio a migliaia di persone perché hanno sempre creduto nel potere e nella magia di queste creazioni. Questa storia curiosa, di come l’argilla del Delta del Po si continui a trasformare musica e arte è racchiusa qui.

L’evento. Appuntamento l’1 ottobre alle 16 nella sala dell’azienda agricola di Fecchio. L’evento è gratuito e aperto al pubblico. Hanno già dato adesione numerose autorità e istituzioni. Sarà l’occasione per conoscere il libro e apprezzare le sale del museo. Durante l’evento non mancheranno momenti dedicati all’ascolto dei suoni e voce della terra.  

Commento di Benvenuto Fecchio. “Il nostro sogno è da sempre quello di far arrivare l’ocarina al giusto livello di conoscenza nazionale; all’estero è un oggetto venerato non solo come musica, ma anche come gioiello, come pezzo da collezione. L’ocarina è uno strumento che merita attenzione perché è frutto della nostra terra, è un veicolo di storia, di tradizioni e di sonorità che ci appartengono ma che meritano appunto la giusta attenzione. Nella nostra azienda svolgiamo laboratori per bambini, ma anche per adulti, per continuare a tramandare l’avventura di Idelmo, nata da un sogno”.

SCHEDA DELLA FATTORIA DIDATTICA L’OCARINA

Ad Ariano Nel Polesine, da quasi un secolo, grazie alla famiglia Fecchio si tramanda una magia. Idelmo Fecchio, scomparso a 103 anni, è stato l’ideatore di questa avventura: dai fischietti alle ocarine, la storia li ha portati alla creazione, non solo di strumenti musicali, ma anche permesso al nostro territorio l’organizzazione di veri festival ocarinistici internazionali e una intensa attività didattica che tuttora si svolge all’interno di un vero e proprio museo dedicato agli strumenti sonori creati dall’argilla. La famiglia Fecchio oggi conduce un’azienda agricola socia Coldiretti, loro sono: Benvenuto (figlio di Idelmo) e Giuseppina; da qualche anno, si sono unite le due figlie Chiara e Giada. L’obiettivo è tramandare questa tradizione con i loro laboratori didattici per grandi e piccini. La passione e l’abilità fanno sì che, oltre a essere fattoria didattica iscritta all’elenco della Regione Veneto, questa attività sia entrata a far parte del sistema museale della Provincia di Rovigo dal 2010. Oggi questa fattoria didattica mette assieme la terra, materiale primo per la creazione di questo strumento, l’acqua, necessaria per dare forma alla terra, il fuoco, per la cottura ed infine l’aria, senza la quale lo strumento a fiato non avrebbe vita.

 

 

TREVISO, NEL WEEK END I MILLE DI COLDIRETTI TREVISO SBARCHERANNO A MILANO

Energia: 18 pullman da Treviso: in piazza per denunciare le situazioni insostenibili e per vivere un Villaggio straordinario che parla della qualità dell’agricoltura made in italy

Saranno mille gli imprenditori agricoli trevigiani di Coldiretti che nel week end raggiungeranno Milano per unirsi ai colleghi di tutto il Bel Paese per dar vita al Villaggio Coldiretti. L’agroalimentare italiano, infatti, scende per primo in piazza nella nuova legislatura con migliaia di contadini con animali e prodotti tipici al seguito per denunciare una situazione insostenibile che minaccia il lavoro, l’economia e la sopravvivenza del Made in Italy a tavola, a causa dell’esplosione dei costi di produzione scatenata dalla guerra in Ucraina.    

L’appuntamento si sta svolgendo nel Parco Sempione Pace dove a guidare la protesta assieme al presidente Ettore Prandini ci sono anche i giovani agricoltori, allevatori e pastori provenienti dalle diverse regioni, che vedono messo a rischio il proprio futuro, con vanghe, campanacci e balle di fieno, tra flash mob e provocazioni. Simbolo della manifestazione è l’asinella Terra.

Da vari punti della Marca tra oggi e domani partiranno ben 18 pullman. 

Ma saranno migliaia gli agricoltori arrivati da tutta Italia per far conoscere i primati a rischio del Made in Italy a tavola, nella più grande fattoria mai realizzata nel centro di una città con maxi mercato contadino, street food a chilometri zero, pet therapy con gli animali della fattoria, agrichef ai fornelli, agriasilo, le eccellenze agroalimentari di Filiera Italia, le innovazioni tecnologiche a basso impatto ambientale e i prodotti del social farming. Un patrimonio da primato mondiale dell’Italia che rischia di sparire sotto la pressione della crisi.

Per l’occasione sarà presentata l’analisi della Coldiretti su “La guerra sulle tavole degli italiani” con focus sugli effetti della crisi energetica sulla filiera agroalimentare e le proposte della Coldiretti per la nuova legislatura.

Il Villaggio della Coldiretti è fondamentale per toccare con mano la centralità e i primati dell’agricoltura italiana messi a rischio da guerra e rincari energetici e vivere un giorno da contadino tra le aziende agricole ed i loro prodotti, a tavola con gli agrichef, in sella ad asini e cavalli, nella stalla con mucche, pecore, capre e conigli, nelle fattorie didattiche e negli agriasili dove i bambini possono imparare a impastare il pane o a fare l’orto.

 

 

REGGIO EMILIA, 2 OTTOBRE 2022 NONNI E NIPOTI, UN LEGAME CHE DA BUONI FRUTTI

In famiglia, come nelle aziende agricole, giovani e anziani condividono esperienze e mantengono in vita tradizioni, esperienze e mestieri. Domenica 2 Ottobre nei mercati di Campagna Amica si festeggia la 1° festa dei nonni. A Reggio Emilia siamo presso il Circolo Quaresimo di Codemondo.

Oggi sono spesso i nonni a trascorrere molto tempo con i bambini e i ragazzi. Un esercito di 12 milioni di “factotum” che danno il loro prezioso supporto alla complessa organizzazione familiare, soprattutto quando i genitori sono al lavoro e nel periodo estivo, quando termina l’impegno scolastico. Anche quando la loro presenza non è ‘attiva’, perché non sono in perfetta forma fisica, i nonni sono sempre perfetti nel loro ruolo di mentori in un connubio perfetto di benefici reciproci, anche di contrasto alla solitudine.

Ciò che avviene naturalmente in famiglia si realizza anche in molte aziende agricole in modo altrettanto naturale. In un’azienda agricola, in un orto, tra gli animali della fattoria, nascono rapporti speciali tra le generazioni. L’agricoltura offre la possibilità di recuperare speranza per il futuro.

In occasione della festa dei nonni di domenica 2 ottobre, anche Campagna Amica Reggio Emilia vuole festeggiarli al mercato del Quaresimo, attivo dalle 8.30 alle 13 con la vendita diretta delle aziende di Campagna Amica e il gnocco fritto da asporto realizzato con la farina di grani antichi a kmzero.