COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 27 novembre 2020

28 Novembre 2020
News La Forza del Territorio del 27 novembre 2020

CAMPANIA

UE: LA RUCOLA DELLA PIANA DEL SELE DIVENTA IGP

La produzione è pari a 400 mila ton con un fatturato medio di oltre 600 mln di euro

Da oggi la Rucola della Piana del Sele IGP è ufficialmente il 311° prodotto italiano a marchio europeo DOP-IGP-STG. È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea l’iscrizione nel registro delle denominazioni d’origine protette e delle indicazioni geografiche protette della “Rucola della Piana del Sele”. La Commissione europea con la pubblicazione del regolamento di decisione ha approvato e ufficialmente registrato la denominazione.

“Non posso che esprimere soddisfazione, dopo anni di intenso lavoro portato avanti con i tanti imprenditori che hanno creduto nel progetto – le prime parole di Vito Busillo, presidente di Coldiretti Salerno e dell’associazione per la valorizzazione dei prodotti di quarta gamma della Piana del Sele – è stato un lavoro condiviso e un riconoscimento importante al lavoro di tanti imprenditori che hanno operato per creare il primo polo produttivo italiano. Un ringraziamento particolare va al Ministero delle Politiche agricole, in particolare a Luigi Polizzi, che con il suo staff ci ha accompagnato e sostenuto in un percorso lungo e non semplice. Un grazie ad Antonio Falessi di Coldiretti Campania e Michele Bianco che hanno lavorato operativamente alla stesura del regolamento”.

La Rucola della Piana del Sele interessa attualmente una superficie di circa 3600 ettari, distribuiti su otto Comuni, con una produzione media degli ultimi anni pari a 400 milioni di chili di prodotto, che è il 73% circa della produzione nazionale, con un fatturato medio annuo di oltre 680 milioni di euro e consentirà lo sbarco sul mercato di un prodotto a marchio europeo che nel 2018 ha visto la produzione di 400 milioni di chili in 430 aziende, di cui il 60% guidate da giovani con un’agricoltura 4.0 a forte valore di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Le previsioni prevedono una crescita che si stima intorno al 20%, come si evince dagli studi di Ismea pubblicati di recente sulle performance dei prodotti a marchio. L’IGP spingerà il fatturato della rucola della Piana del Sele a 850 milioni di euro, posizionandola al terzo posto per fatturato tra i prodotti a marchio europeo, bandiere del made in Italy, solo dopo Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano DOP, e precedendo il Prosciutto di Parma DOP, l’Aceto Balsamico di Modena IGP E la Mozzarella di Bufala Campana DOP.

“E’ una buona notizia in un momento difficile per la quarta gamma – conclude Busillo – l’Indicazione geografica protetta porterà a un’ulteriore crescita del mercato, con l’auspicio ovviamente che riparta l’economia legata al comparto della ristorazione, delle cerimonie e l’export, fermi a causa dell’emergenza covid”.

 

Dal Territorio

 

PUGLIA, STORICO RITORNO GIOVANI IN CAMPAGNA: CON PSR AL VIA 1000 IDEE GREEN

Il sostegno finanziario agli investimenti nei campi dei giovani è importante per la Puglia dove è in atto uno storico ritorno alla campagna con oltre 5306 under 35 alla guida di imprese agricole, un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del 12% negli ultimi cinque anni, un trend positivo che trova conferma anche ai tempi del Covid. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento alla pubblicazione della graduatoria dei giovani del PSR Puglia, dopo la sentenza del TAR.

“Con questa ultima graduatoria pubblicata risultano finanziabili, previa verifica dei requisiti di ammissibilità, 1.036 progetti presentati dai giovani pugliesi che vogliono realizzare il sogno di lavorare e vivere in campagna. Occorre una decisa inversione di tendenza per recuperare risorse preziose e investire sul futuro agricolo della regione, perché la burocrazia finora ha spinto i giovani alla fuga dalle campagne, per la mancata semplificazione delle procedure e degli iter, problemi informatici ricorsi al Tar e la strutturazione dei Bandi”, dichiara Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.

E’ in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale – insite Coldiretti Puglia – il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite.

Con il PSR Puglia risulta finanziabile solo il 20% delle 5.157 domande presentate dai giovani, una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il paese che – sostiene Coldiretti Puglia – perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani.

“Sono ancora troppe le “molestie” che subisce un giovane che vuole fare impresa in agricoltura. Aspettare 4 anni – aggiunge il presidente Muraglia – per poter trasformare il proprio sogno in attività imprenditoriale agricola, per colpa di una burocrazia che spesso compromette il destino di un’impresa giovane, sottrarre ricchezza alla Puglia e all’Italia traditi”.

La Puglia ha speso solo il 37,8% delle risorse del PSR con il rischio di restituire 257 milioni di euro a ruxelles, per cui “Coldiretti ribadisce la collaborazione massima per individuare le soluzioni più appropriate – aggiunge  Muraglia – per uscire da una situazione preoccupante, ma ancora noi crediamo recuperabile. Il rischio di non utilizzare le risorse va assolutamente scongiurato, soprattutto oggi alla luce della sofferenze che la filiera agroalimentare sta vivendo in questa lunga contingenza pandemica”, conclude Muraglia.

Proprio in tale ottica la convenzione, che affida ai Caa Coldiretti la tenuta e il controllo dei fascicoli aziendali, divenuti ormai il cardine di tutti i procedimenti amministrativi, dall’erogazione dei fondi europei ai controlli, che fanno capo alle imprese agricole italiane, prevede importanti novità che possono contribuire in maniera significativa a superare le criticità dei processi di erogazione dei contributi. Con l’adozione di processi e di tecnologie uniformi e conformi a standard elevati, l’intesa punta, innanzitutto, a un ulteriore miglioramento della qualità dei servizi offerti dimezzando il rapporto tra operatori e fascicoli e rendendo così più snelle le attività di costituzione, aggiornamento e verifica. Ma l’accordo garantisce anche una piena accessibilità ai servizi stessi dando la possibilità a tutte le aziende agricole, anche a quelle di minori dimensioni, di essere seguite e tutelate con maggior trasparenza in tutte le fasi degli iter amministrativi.

Oltre a semplificare la vita ai produttori – conclude Coldiretti Puglia – l’intesa rappresenta inoltre un importante segnale positivo dal punto di vista occupazionale, tanto più significativo se si considera il periodo di crisi provocato dalla pandemia.

 

PIEMONTE: +96% IMPORT GRANO DAL CANADA FA CONCORRENZA AL MADE IN PIEMONTE

La pandemia non ferma l’invasione di grano canadese in Italia con il raddoppio nel 2020 degli arrivi che crescono in quantità del 96% nei primi sette mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, spinte dall’accordo di libero scambio Ceta. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai risultati delle analisi condotte dal mensile Il Salvagente che ha individuato in sette marchi di spaghetti sui venti analizzati la presenza di tracce di glifosato.

Nel periodo gennaio-luglio si è verificata, infatti, una vera e propria invasione di grano duro per fare la pasta dal Canada dove non vengono rispettate le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese e il grano viene trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene grazie al sole.

“La presenza sui mercati esteri è vitale per il Made in Italy ma negli accordi di libero scambio –  commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – va garantita reciprocità delle regole e salvaguardata l’efficacia delle barriere non tariffarie perché non è possibile agevolare l’importazione di prodotti ottenuti secondo modalità vietate in Italia. L’import selvaggio di grano straniero fa concorrenza sleale al Made in Piemonte e pesa sulle quotazioni del grano nazionale per questo  acquisiscono ulteriore valore gli accordi di filiera come quello avviato proprio sul frumento tenero, Gran Piemonte, insieme al Cap Nord Ovest. Vanno incentivati progetti virtuosi che garantiscano una prospettiva di reddito a medio lungo periodo alle nostre imprese oltre alla tracciabilità e sicurezza alimentare ai consumatori, con Gran Piemonte siamo arrivati a 300 mila quintali di frumento tenero, ovvero circa 5 mila ettari seminati, che diventerà l’ingrediente fondamentale di ottimi lievitati, di pane e di prodotti da forno veramente 100% Made in Piemonte e preparati da agroindustrie nazionali del settore dolciario”.

 

BASILICATA, COVID: DA MATERA UNA PIATTAFORMA E- COMMERCE IN AIUTO ALLE IMPRESE

Una piattaforma e-commerce nata da una start-up materana che sfrutta strumenti ormai di larghissimo utilizzo, tra cui WhatsApp, per aumentare la redditività delle imprese a fronte delle restrizioni derivanti dal contenimento della pandemia. È uno strumento messo a disposizione delle imprese nel giorno del Black Friday grazie ad un accordo tra Coldiretti Matera, Confesercenti Matera e Treeo, azienda specializzata nell’analisi e nello sviluppo di applicazioni, sottoscritto a Matera, all’interno del mercato coperto di Campagna Amica. “Da mesi ormai viviamo momenti difficili per l’economia – hanno spiegato i promotori dell’iniziativa – per via delle restrizioni derivanti dalle disposizioni nazionali e regionali per il contenimento dell’emergenza Covid che riducono la redditività di numerose imprese, e in particolare delle piccole e medie imprese. È necessario condividere le energie e mettere a disposizione, ognuno per la propria parte, competenze al servizio delle imprese e dei consumatori”. L’accordo metterà a disposizione gratuita dei soci Coldiretti e Confesercenti  una app, chiamata “Eikado”,  attraverso la quale sarà possibile  realizzare in pochi passi  una pagina di e-commerce con foto dei beni e servizi offerti e dei relativi prezzi. Ad ogni ordine o prenotazione i clienti potranno dialogare con gli esercenti attraverso canali di largo utilizzo come whatsapp o telegram. Grazie all’accordo sottoscritto le imprese aderenti alle due sigle potranno provare gratuitamente la piattaforma adeguandosi così in maniera veloce al mutato quadro economico e commerciale. “Il rapporto Svimez certifica una perdita di 10 miliardi al Sud per ogni mese di chiusura e di 280mila posti di lavoro nel primo trimestre 2020 – ha commentato il presidente provinciale di Coldiretti Matera, Gianfranco Romano – servono dunque nuovi modelli di business, che a volte però possono essere molto onerosi. L’accordo mette a disposizione delle imprese uno strumento semplice e innovativo per la gestione della nuova economia ai tempi del Covid”.

 

UMBRIA, COVID: A NATALE REGALA L’UMBRIA E SCEGLI LA QUALITÀ

A Natale regala l’Umbria e scegli la qualità. È lo slogan scelto dalla Coldiretti regionale per supportare aziende agricole e agrituristiche in questa fase a dir poco emergenziale causata dalla pandemia. A preoccupare, anche con l’avvicinarsi delle festività – afferma Coldiretti – sono gli interrogativi sull’andamento del contagio destinati ad influenzare i comportamenti, con le misure di restrizione degli spostamenti, le chiusure di bar e ristoranti e le difficoltà nelle vendite.

Ad essere penalizzata, specie dopo il blocco dell’horeca – ricorda il presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti – l’intera filiera agroalimentare umbra, con impatti su diversi comparti: dal vino al lattiero-caseario, dalla zootecnia all’olio, fino all’ortofrutta, al florovivaismo e al segmento agrituristico. Un duro colpo per il nostro sistema economico già duramente provato da mesi di limitazioni – prosegue Agabiti. Auspichiamo quindi, che le spese delle famiglie per le feste siano rivolte verso l’agroalimentare locale e per questo ci siamo attivati con proposte molto interessanti al fine di poter regalare un Natale targato Campagna Amica. Dai prodotti tipici contadini con cui confezionare gustose e sempre apprezzate strenne da donare, fino alle esperienze nei nostri agriturismi per scoprire la bellezza e unicità del territorio umbro. Le nostre imprese – ribadisce Agabiti – continuano ad offrire le migliori eccellenze della tradizione umbra, per cui l’invito ai consumatori è quello di prediligere i prodotti locali, sulla scia anche della campagna lanciata qualche giorno fa #iomangioumbro, acquistabili presso i mercati e le aziende Coldiretti Campagna Amica, anche tramite il servizio di consegna a domicilio della spesa. Mai come quest’anno infatti, è necessario scegliere il meglio della nostra terra dando valore al lavoro e alla passione dei nostri contadini.

Abbiamo pensato ad un’opportunità con cui contribuire a far fronte anche alla grave crisi del comparto agrituristico – aggiunge Elena Tortoioli, presidente Terranostra Umbria, l’associazione che raggruppa gli agriturismi della rete di Campagna Amica – uno dei primi ad essere entrato in difficoltà causa coronavirus e limitazioni imposte. Una delle nuove frontiere dell’ospitalità contadina, è proprio quel turismo esperenziale in agriturismo, che contattando i nostri operatori sarà possibile regalare.

Si tratta – spiega Tortoioli – di un progetto che nasce dal territorio, dall’Umbria, dalle aziende che credono proprio nell’importanza del turismo esperienziale e nella valorizzazione dell’agroalimentare locale. Imprese che vogliono aprirsi sempre di più verso l’esterno, raccontandosi come realtà vive e attive, impegnate nella tutela dei territori, delle tradizioni enogastronomiche, dei legami tra l’uomo e la campagna. Intendiamo rivolgerci – riferisce Tortoioli – non solo ai turisti, ma anche al mercato locale, che sarà con tutta probabilità il nostro riferimento nel futuro più imminente e che ha comunque mostrato nel tempo il desiderio di accedere alle nostre aziende e vivere in prima persona le esperienze che possiamo offrire.

Si potranno scoprire e assaporare così – conclude Tortoioli – la natura e l’enogastronomia umbra, ma anche entrare in contatto direttamente con i lavori in campagna, con gli animali e con quell’autentica e peculiare cultura contadina, sempre più ricercata dagli ospiti degli agriturismi, che restano innanzitutto vere aziende agricole che non hanno mai smesso di produrre cibo per la collettività.

 

SICILIA, BENE IL CONTROLLO DEI NAS DI CATANIA

Era un vero e proprio set dell’orrore messo in piedi da un evidente sistema criminale. È il commento di Coldiretti Sicilia ai controlli dei Carabinieri Nas di Catania grazie ai quali è stato scoperto e sequestrato un mattatoio abusivo attivato in un’azienda zootecnica nel comprensorio di Paternò.

Ai Carabinieri – aggiunge Coldiretti Sicilia – va il nostro plauso  perché l’attività di contrasto è determinante per la salvaguardia della salute e per la difesa del comparto zootecnico regionale che anche a causa delle chiusure varie dovute all’emergenza Covid, sta  attraversando una grave crisi.

Nell’Isola – sottolinea Andrea Passanisi, presidente Coldiretti Catania  – l’attività criminale nei confronti del nostro settore è sempre elevata. I prodotti agricoli rappresentano costantemente il bottino preferito dai ladri.  Dagli agrumi ai frutti tropicali, dai mezzi alle strutture, tutto diventa guadagno per i delinquenti anche a causa del sempre maggiore spopolamento delle aree interne. Per gli imprenditori agricoli questo si traduce in maggiori costi che limitano gli investimenti – conclude.

A livello nazionale  il volume d’affari annuale delle agromafie – conclude Coldiretti Sicilia – è salito a 24,5 miliardi di euro, una cifra che riguarda gli ambiti più ampi dell’attività legata all’agricoltura e all’agroalimentare.

 

ABRUZZO, COVID: CON CRACK STALLE A RISCHIO 100MILA OCCUPATI

Sono oltre 100mila i posti di lavoro messi a rischio dalla crisi delle stalle italiane dove si allevano i maiali per le produzioni di prosciutti e i salami Dop della tradizione Made in Italy. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nelle lettere scritte ai ministri dell’Agricoltura Teresa Bellanova, della Salute Roberto Speranza e degli Esteri Luigi Di Maio sulla pesante crisi generata dall’emergenza Covid. Per questo – afferma Prandini – nella prossima legge di Bilancio è necessario prevedere forme di sostegno sul piano fiscale per i produttori di carne suina e, nello specifico, attraverso l’aumento della percentuale compensazione Iva fino al 10%.

“La filiera suinicola è strategica per il Paese con un valore di oltre 20 miliardi di euro e 8,3 milioni di capi allevati di cui circa 100mila in Abruzzo, ma è anche uno dei settori più esposti alle conseguenze delle misure di contenimento della pandemia” dice Prandini nel sottolineare che “livello di quotazioni il prezzo dei suini si è ridotto da marzo a giugno di oltre il 36%, e da ottobre a novembre di oltre il 17%, con una tendenza che è strettamente collegata alla chiusura e alla limitazioni della ristorazione e perdite così importanti mettono a rischio la tenuta stessa dell’intero sistema di allevamento e trasformazione, tenuto conto della destinazione di oltre l’80% dei suini nazionali a salumi di eccellenza DOP”.

Il quadro economico è reso più critico dall’inatteso aumento delle materie prime per l’alimentazione dei suini che rappresenta quasi i due terzi del costo totale dell’allevamento. L’emergenza Covid sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime nel settore agricolo che – sottolinea la Coldiretti – ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri.

Una situazione – continua Prandini – che rende strategico il nuovo polo dei Consorzi agrari d’Italia (Cai) con la creazione di un’unica centrale di acquisto con economie di scala che permetteranno di avere mangimi a prezzi più competitivi. Cai rappresenta anche un soggetto in grado di intervenire per salvare – aggiunge Prandini – i grandi marchi alimentari italiani, come ad esempio il salumificio Ferrarini, per riorientarli verso la valorizzazione delle produzioni nazionali accelerando nel contempo l’internalizzazione del vero Made in Italy.

Ma a preoccupare gli allevatori – continua Prandini – è anche il rischio di ingresso della Peste Suina Africana sul territorio nazionale contro la quale è necessario tenere alta la guardia fino al blocco delle importazioni di animali vivi da zone che possano rappresentare una minaccia veicolata dai cinghiali, di cui è fondamentale il contenimento della popolazione. Un altro elemento di crisi – spiega Prandini – è rappresentato dall’invasione di carne tedesca e nord europea che ha fatto crollare i prezzi in Italia dopo che la Cina ha limitato le sue importazioni dalla Germania mentre ancora troppe limitazioni pesano sulla vendita dei prodotti Made in Italy al gigante asiatico.

Di fronte a questo drammatico scenario – continua Prandini – è necessario intervenire con urgenza con nuove risorse a sostegno dell’intero comparto suinicolo, a partire dagli allevamenti di scrofe che rappresentano il primo e fondamentale anello della filiera 100% italiana che può contare adesso sull’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e culatello per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana.

“Occorre salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui, con l’emergenza Covid -19, il cibo ha dimostrato tutta la sua strategicità per difendere l’Europa dalle turbolenze provocate dalla pandemia che ha scatenato corse agli accaparramenti e guerre commerciali con tensioni e nuove povertà” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che si tratta di “un obiettivo che può essere raggiunto solo garantendo un budget adeguato a sostegno degli agricoltori per fare fronte alle nuove sfide ambientali e climatiche e non dipendere dall’estero per cibo e bevande”. Con il crack della zootecnica – evidenzia Prandini – è quindi importante il via libera agli aiuti per gli allevamenti che risponde alle richieste di Coldiretti e di Filiera Italia di tutelare un settore strategico per il Made in Italy a tavola. Il decreto prevede un incremento del sostegno agli allevamenti di maiali – sollecitato da Coldiretti – con l’aumento fino a 30 euro dell’aiuto già previsto per le scrofe, che oggi è fissato fino a 18 euro, raddoppiando così la dotazione. E’ importante ora – conclude Coldiretti – utilizzare subito questi fondi che, se non utilizzati entro fine anno rischiano di andare persi.

 

MOLISE, BENE L’AZIONE COLDIRETTI CHE AUMENTA FONDO DI COMPETITIVITA’ 

Grazie all’incessante azione politico-sindacale di Coldiretti, la Conferenza Stato Regioni ha dato il via libera al Decreto che integra il Fondo per la competitività delle filiere, prevedendo altri 5 milioni di euro per il 2020. L’incremento della dotazione finanziaria interesserà le filiere del mais, delle proteine vegetali (legumi e soia), delle carni ovine e del latte bufalino. Questi ulteriori 5 milioni andranno a sommarsi ai 29,5 del Fondo di competitività delle filiere, approvato nella Legge di Bilancio 2019.

Gli imprenditori agricoli operanti nelle sopracitate filiere che hanno presentato, per l’annualità 2020, domanda di sostegno, vedranno così crescere le dotazioni finanziarie destinate ai loro comparti di interesse. “Una nuova vittoria – sottolinea Coldiretti Molise – ottenuta grazie alla efficace e continua azione sindacale dell’Organizzazione a sostegno del più ampio progetto della creazione e sviluppo delle filiere agricole per le quali Coldiretti sta portando avanti una forte azione di valorizzazione nell’interesse dell’intero settore primario”.

Coldiretti Molise invita, pertanto, tutti gli imprenditori agricoli interessati a recarsi presso i propri uffici al fine di valutare, per l’annualità 2021, la sottoscrizione di contratti di filiera per i quali sono previsti: 6 milioni di euro per la filiera del mais, 4,5 per quella delle proteine vegetali (legumi e soia), 4 per quella delle carni ovine e 2 per la filiera del latte bufalino”.

A seguito della crisi determinata dall’emergenza sanitaria in corso, a livello regionale Coldiretti si è immediatamente attivata, rivolgendosi direttamente al Governatore, Donato Toma, affinché la Regione intervenga a sostegno dell’intero settore agricolo, con particolare riferimento alla zootecnia, fra i comparti agricoli maggiormente colpiti dalla crisi. “Il segnale positivo che la Regione ha dato, intervenendo con la recente Misura 21 – evidenzia il Direttore di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, si auspica possa fornire, in tempi rapidi, un sostegno di emergenza anche alle imprese agricole del comparto zootecnico, al fine di garantire con interventi di carattere finanziario e fiscale la  continuità delle loro attività economiche aziendali”.

 

 LOMBARDIA, BLACK FRIDAY, IN LOMBARDIA OLTRE 4 MILA NEGOZI ONLINE

La Lombardia è la prima regione italiana per numero di “negozi” online con più di 4 mila imprese che vendono su internet, pari a circa il 20% delle oltre 23 mila attive a livello nazionale. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati Unioncamere al primo trimestre 2020 in occasione del Black Friday, il tradizionale appuntamento dedicato allo shopping in vista del Natale con promozioni e iniziative vantaggiose nei negozi tradizionali e sul web. 

Quest’anno, però, più di un italiano su quattro (28%) rinuncerà a fare acquisti in questo appuntamento, a causa del peggioramento della propria situazione finanziaria dovuto al Covid. E’ quanto emerge da un sondaggio sul sito www.coldiretti.it: se l’emergenza sanitaria ha avuto effetti dirompenti sulle possibilità di spesa di molte famiglie che negli anni scorsi avevano approfittato del week end di sconti – sottolinea la Coldiretti – un altro 7% non farà regali a Natale, mentre un 32% non è semplicemente interessato alle offerte del “Venerdì nero”. 

Resiste comunque un 33% di italiani che approfitterà, invece, delle offerte – continua la Coldiretti – divisi quasi a metà con un 18% che farà acquisti prevalentemente nei negozi tradizionali e un 15% che, invece, si affiderà alla spesa on line, anche a causa delle limitazioni agli spostamenti e alle aperture degli esercizi commerciali imposte dalle misure anti pandemia, soprattutto nelle regioni rosse e arancioni.  

Complessivamente il giro di affari quest’anno in Italia si attesterà sui 2 miliardi, tra l’aumento delle vendite on line e il calo di quelle nei negozi tradizionali. Un importo rilevante ma ancora lontano da quello dei consumatori statunitensi che – rileva la Coldiretti – per la stagione delle feste che prende tradizionalmente il via con il Black Friday, spenderanno tra i 755 e i 766 miliardi di dollari, con un aumento tra il 3,6% e il 5,2% rispetto all’anno scorso, nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria, secondo le stime della National Retail Federation.

Anche se si tratta di una iniziativa nordamericana nata già negli anni ’60, anche a livello nazionale si sono moltiplicate le promozioni commerciali per l’occasione. Tra gli acquisti più gettonati – sostiene la Coldiretti – tecnologia, abbigliamento, prodotti di bellezza ed anche l’enogastronomia con il boom della cucina favorito dalle limitazioni agli spostamenti ma anche dall’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici, che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. 

Ma il ventaglio delle offerte – conclude la Coldiretti – si è fortemente allargato dai prodotti ai servizi più vari e per questo il consiglio della Coldiretti è non farsi guidare dagli acquisti di impulso, di confrontare sempre le varie offerte, accertarsi dell’originalità del prodotto e di rivolgersi nel caso della rete a siti sicuri.

 

VENETO, LAVORO: + 1500 OCCUPATI IN AGRICOLTURA NEL TERZO TRIMESTRE

Vendemmia e raccolta di frutta e verdura nei campi hanno dato lavoro a 22.225 stagionali nel terzo trimestre 2020. Sono i dati di Coldiretti Veneto che rileva un incremento di quasi 1.500 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La novità è la forte incidenza della nazionalità italiana impiegata nei campi, fenomeno legato alla vicenda della pandemia che ha di fatto bloccato ingressi dall’estero offrendo possibilità professionali alla manodopera locale. L’indagine è stata presentata durante il live event su Rendiconto Sociale dell’Inps Veneto organizzato per commentare la crisi economica conseguente l’epidemia di Covid-19.

Da luglio fino a settembre la campagna ha garantito occupazione ad operai specializzati, meccanici e collaboratori che si sono presi cura degli animali nelle stalle, ma soprattutto dipendenti a tempo determinato che hanno assicurato la produzione delle tipicità regionali vanto del Made in Italy nel mondo. E’ il caso del Prosecco e dell’Amarone ad esempio – commenta Coldiretti Veneto – infatti il picco di assunzioni si registra nel trevigiano e nel veronese dove i contratti sono stati 13.140 regolarmente registrati.

A tal proposito Coldiretti Veneto condanna i gravi episodi di sfruttamento di manodopera in campagna, portati alla luce dalle indagini delle forze dell’ordine tra le province di Vicenza e Verona e ribadisce che  non c’è posto per chi si pone fuori dalle regole e dalla legge, oltre che dal rispetto per i lavoratori e il lavoro. Coldiretti ricorda inoltre che proprio in Veneto è stato siglato un protocollo della legalità tra Regione e parti sociali. Si tratta di uno strumento che prevede controlli e promuove la cultura della trasparenza e della legalità.

I controlli delle autorità, con i casi venuti alla luce in queste ore, – continua Coldiretti – evidenziano ancora sacche oscure dove il malaffare si insinua. Nonostante il grande impegno di contrasto i furbetti continuano ad agire contro la dignità umana. Ricordando la qualità e lo stile di vita ispirato al Made in Italy Coldiretti sottolinea l’impegno nella  costituzione dell’Osservatorio contro la criminalità nell’agroalimentare presieduto dall’ex Procuratore Giancarlo Caselli, avvenuta nel 2014. In tal senso Coldiretti Veneto rispedisce al mittente le accuse rivolte al mondo agricolo: “Marcio è chi approfitta del bisogno dei lavoratori e delle imprese, non le imprese agricole che – lo dimostrano i numeri – assumono regolarmente i lavoratori e garantiscono cibo sicuro e di qualità alle famiglie venete e italiane”.

 

VERONA, OLTRE 13MILA CONTRATTI NEL TERZO TRIMESTRE DI IMPRESE AGRICOLE

Vendemmia e raccolta di frutta e verdura nei campi hanno dato lavoro a 22.225 stagionali regionali nel terzo trimestre 2020, di cui 13.140 nella provincia veronese. Sono i dati di Coldiretti Veneto e Verona che rilevano un incremento di quasi 1.500 unità a livello regionale rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La novità è la forte incidenza della nazionalità italiana impiegata nei campi, fenomeno legato alla vicenda della pandemia che ha di fatto bloccato ingressi dall’estero offrendo possibilità professionali alla manodopera locale. L’indagine è stata presentata durante l’incontro online su Rendiconto Sociale dell’Inps Veneto organizzato per commentare la crisi economica conseguente l’epidemia di Covid-19.

Da luglio fino a settembre la campagna ha garantito occupazione ad operai specializzati, meccanici e collaboratori che si sono presi cura degli animali nelle stalle, ma soprattutto dipendenti a tempo determinato che hanno assicurato la produzione delle tipicità regionali vanto del Made in Italy nel mondo.

A tal proposito Coldiretti Veneto e Verona condannano i gravi episodi di sfruttamento di manodopera in campagna, portati alla luce dalle indagini delle Forze dell’ordine tra le province di Vicenza e Verona e ribadiscono che non c’è posto per chi si pone fuori dalle regole e dalla legge, oltre che dal rispetto per i lavoratori e il lavoro. Coldiretti ricorda inoltre che proprio in Veneto è stato siglato un protocollo della legalità tra Regione e parti sociali. Si tratta di uno strumento che prevede controlli e promuove la cultura della trasparenza e della legalità.

I controlli delle autorità, con i casi venuti alla luce in queste ore, – continua Coldiretti – evidenziano ancora sacche oscure dove il malaffare si insinua. Nonostante il grande impegno di contrasto i furbetti continuano ad agire contro la dignità umana. Ricordando la qualità e lo stile di vita ispirato al Made in Italy Coldiretti sottolinea l’impegno nella costituzione dell’Osservatorio contro la criminalità nell’agroalimentare presieduto dall’ex Procuratore Giancarlo Caselli, avvenuta nel 2014. In tal senso Coldiretti Veneto rispedisce al mittente le accuse rivolte al mondo agricolo: “Marcio è chi approfitta del bisogno dei lavoratori e delle imprese, non le imprese agricole che – lo dimostrano i numeri – assumono regolarmente i lavoratori e garantiscono cibo sicuro e di qualità alle famiglie venete e italiane”.

 

SALERNO, UE: “IGP” RUCOLA PIANA DEL SELE E’ 311° MARCHIO ITALIANO

Da oggi la Rucola della Piana del Sele IGP è ufficialmente il 311° prodotto italiano a marchio europeo DOP-IGP-STG. È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea l’iscrizione nel registro delle denominazioni d’origine protette e delle indicazioni geografiche protette della “Rucola della Piana del Sele”. La Commissione europea con la pubblicazione del regolamento di decisione ha approvato e ufficialmente registrato la denominazione.

“Non posso che esprimere soddisfazione, dopo anni di intenso lavoro portato avanti con i tanti imprenditori che hanno creduto nel progetto – le prime parole di Vito Busillo, presidente di Coldiretti Salerno e dell’associazione per la valorizzazione dei prodotti di quarta gamma della Piana del Sele – è stato un lavoro condiviso e un riconoscimento importante al lavoro di tanti imprenditori che hanno operato per creare il primo polo produttivo italiano. Un ringraziamento particolare va al Ministero delle Politiche agricole, in particolare a Luigi Polizzi, che con il suo staff ci ha accompagnato e sostenuto in un percorso lungo e non semplice. Un grazie ad Antonio Falessi di Coldiretti Campania e Michele Bianco che hanno lavorato operativamente alla stesura del regolamento”.

La Rucola della Piana del Sele interessa attualmente una superficie di circa 3600 ettari, distribuiti su otto Comuni, con una produzione media degli ultimi anni pari a 400 milioni di chili di prodotto, che è il 73% circa della produzione nazionale, con un fatturato medio annuo di oltre 680 milioni di euro e consentirà lo sbarco sul mercato di un prodotto a marchio europeo che nel 2018 ha visto la produzione di 400 milioni di chili in 430 aziende, di cui il 60% guidate da giovani con un’agricoltura 4.0 a forte valore di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Le previsioni prevedono una crescita che si stima intorno al 20%, come si evince dagli studi di Ismea pubblicati di recente sulle performance dei prodotti a marchio. L’IGP spingerà il fatturato della rucola della Piana del Sele a 850 milioni di euro, posizionandola al terzo posto tra i marchio, bandiere del made in Italy solo dopo Grana Padano dop e Parmigiano Reggiano dop. “E’ una buona notizia in un momento difficile per la quarta gamma – conclude Busillo – l’Indicazione geografica protetta porterà a un’ulteriore crescita del mercato, con l’auspicio ovviamente che riparta l’economia legata al comparto della ristorazione, delle cerimonie e l’export, fermi a causa dell’emergenza covid”.

 

ASCOLI FERMO, ANCORA FIENO A CIRCO E ORA ARRIVA ANCHE LA CARNE

I circensi del circo Madagascar potranno andare due volte alla settimana al mattatoio comunale cittadino per recuperare la carne da dar da mangiare ai loro grandi felini. La notizia è stata accolta con grande sollievo dal personale del circo. A portarla, ieri mattina, il presidente di Coldiretti Ascoli Fermo con la direttrice Milena Sanna, che si sono affacciati in zona Monticelli per portare un nuovo carico di fieno, circa 50 quintali, per gli animali. Con loro c’era anche il sindaco Marco Fioravanti. Proprio la Coldiretti, nei giorni scorsi, aveva già effettuato una prima consegna di fieno (anche in quel caso 50 quintali) raccogliendo la richiesta di aiuto dei circensi per il cibo dei carnivori. Grazie a questo interessamento e dopo l’ok delle autorità sanitarie, la carne di scarto del mattatoio sarà riutilizzata per gli animali anziché essere smaltita come rifiuto speciale. Il circo Madagascar, lo scorso marzo bloccato dal lockdown ad Ancona, è ora fermo in zona Monticelli senza la possibilità di lavorare. Sotto i tendoni ci sono circa 70 lavoratori e un centinaio di animali.

 

CUNEO, PREZZI IN CADUTA LIBERA DELLE NOCCIOLE MADE IN CUNEO

Non c’è pace per le nocciole cuneesi: scendono ancora i prezzi riconosciuti ai produttori rispetto a due settimane fa, sia per la Nocciola Piemonte IGP sia per la Tonda Gentile Trilobata.

“Uno scenario assurdo – commenta Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – considerando che i prezzi delle nocciole turche sono pressoché stabili. Grazie al lavoro svolto in Turchia dal giornalista Stefano Rogliatti per il documentario ‘Né Tonda né Gentile’ sappiamo che le nocciole turche, che fanno concorrenza sleale a quelle piemontesi, vengono prodotte in condizioni di sfruttamento e con metodi estremamente diversi e rischiosi per la salubrità del prodotto; ne sono un esempio le modalità di raccolta in climi particolarmente umidi e, ancora di più, i sistemi di essiccazione molto rudimentali praticati addirittura lungo le principali vie di comunicazione”.

“La situazione è insostenibile e paradossale per i nostri corilicoltori, che vengono penalizzati pur producendo una grande eccellenza del patrimonio gastronomico cuneese. Per questo è necessario che gli sgusciatori prendano coscienza della realtà, anche attraverso il documentario di denuncia che abbiamo voluto realizzare, e diano sostegno concreto, attraverso un’equa remunerazione dei corilicoltori e del loro costante lavoro, alla nostra produzione” dichiara il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu.

Ne va del futuro delle 1.300 aziende cuneesi che coltivano nocciole su una superficie di 13.000 ettari, per una produzione totale media di 140.000 quintali.

 

TREVISO, ACCORDO SU TABACCO SALVA LA PRODUZIONE REGIONALE

“Una firma importante per un settore che dà occupazione e futuro alle imprese agricole del Veneto e che costituisce una nicchia di qualità anche per la provincia di Treviso che potrebbe trovare una benefica implementazione”. Con queste parole il presidente di Coldiretti Treviso, Giorgio Polegato plaude  alla firma sull’accordo che consente di rilanciare il tabacco Made in Italy e salvare 50mila posti di lavoro nella filiera, anche con una serie di misure a sostegno delle aziende agricole colpite dalla pandemia. L’intesa è stata siglata tra Philip Morris Italia e Ministero delle Politiche agricole e  sottoscritta nel corso dell’incontro on line sul sito www.coldiretti.it promosso dalla Coldiretti e da Philip Morris.   “Ricordo che tra le regioni più vocate alla coltivazione c’è anche il Veneto – aggiunge Polegato facendo da eco al presidente regionale di Coldiretti Daniele Salvagno – che si presenta come area tabacchicola resiliente, con 125 aziende che contano un migliaio di addetti: un potenziale occupazionale che sale a 1200 posti di lavoro, comprendendo anche la trasformazione e la manifattura. La coltivazione del tabacco in Veneto si concentra soprattutto nella provincia di Verona con 67 aziende. Seguono Vicenza con 35 siti produttivi, Padova con 30, Venezia con 19 e Treviso con 9. La provincia di Verona si conferma nel 2020 il principale polo del tabacco della regione con quasi 3 mila ettari impiegati e una produzione che supera le 12.000 tonnellate. Al secondo posto di una virtuale classifica si colloca la provincia di Vicenza, con grande distacco rispetto a quella di Verona (406 ettari coltivati e 1602 tonnellate di produzione) e al terzo posto si trova quella di Padova, con 248 ettari e 1046 tonnellate. Negli ultimi sette anni la coltura del tabacco in Veneto mostra un trend di crescita costante nelle rese per ettaro passando da 3,5 tonnellate per ettaro nel 2014 a 4,1 nel 2020.

Dal 2000 ad oggi la produzione nazionale di foglie di tabacco – spiega Coldiretti – si è ridotta del 59%, con la scomparsa di quasi 71 milioni di chili di prodotto. Un vero e proprio tsunami al quale è sopravvissuta appena un’azienda su dieci, secondo uno studio di The European House – Ambrosetti su dati Ont – Organizzazione Nazionale Tabacco Italia. Il trend mette a rischio il primato europeo dell’Italia, primo produttore della Ue con 14.000 ettari soprattutto in Campania, Veneto, Umbria e Toscana, e con esso una storica eccellenza del Made in Italy che in molte aree contribuisce in maniera importante all’economia e all’occupazione.

Da qui l’importanza dell’intesa sottoscritta da Ministero delle Politiche agricole e Philip Morris Italia che prevede investimenti fino a 500 milioni di euro complessivi in 5 anni da parte di PMI sulla filiera tabacchicola italiana, caratterizzandosi come il più alto investimento nel settore da parte di un’azienda privata, finalizzato all’acquisto di tabacco in foglia italiano e alla valorizzazione, innovazione e sostenibilità della filiera. Un impegno che va nella direzione della modernizzazione del settore in modo coerente con l’ambizioso obiettivo di Philip Morris International di costruire un futuro senza fumo.

“L’intesa garantisce stabilità e futuro al lavoro degli agricoltori impegnati in una coltivazione profondamente radicata in molti territori, confermando che la strada degli accordi pluriennali di filiera è quella giusta per assicurare redditività e certezze alle aziende” conclude Polegato nel sottolineare che “stante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 sono state giustamente previste anche delle azioni straordinarie per supportare le organizzazioni e gli operatori di filiera”.

 

BRESCIA, BLACK FRIDAY: IN LOMBARDIA OLTRE 4 MILA NEGOZI ONLINE

La Lombardia è la prima regione italiana per numero di “negozi” online con più di 4 mila imprese che vendono su internet, pari a circa il 20% delle oltre 23 mila attive a livello nazionale. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati Unioncamere al primo trimestre 2020 in occasione del Black Friday, il tradizionale appuntamento dedicato allo shopping in vista del Natale con promozioni e iniziative vantaggiose nei negozi tradizionali e sul web.

Quest’anno, però, più di un italiano su quattro (28%) rinuncerà a fare acquisti in questo appuntamento, a causa del peggioramento della propria situazione finanziaria dovuto al Covid. E’ quanto emerge da un sondaggio sul sito www.coldiretti.it: se l’emergenza sanitaria ha avuto effetti dirompenti sulle possibilità di spesa di molte famiglie che negli anni scorsi avevano approfittato del week end di sconti – sottolinea la Coldiretti – un altro 7% non farà regali a Natale, mentre un 32% non è semplicemente interessato alle offerte del “Venerdì nero”.

Resiste comunque un 33% di italiani che approfitterà, invece, delle offerte – continua la Coldiretti – divisi quasi a metà con un 18% che farà acquisti prevalentemente nei negozi tradizionali e un 15% che, invece, si affiderà alla spesa on line, anche a causa delle limitazioni agli spostamenti e alle aperture degli esercizi commerciali imposte dalle misure anti pandemia, soprattutto nelle regioni rosse e arancioni.   

Complessivamente il giro di affari quest’anno in Italia si attesterà sui 2 miliardi, tra l’aumento delle vendite on line e il calo di quelle nei negozi tradizionali. Un importo rilevante ma ancora lontano da quello dei consumatori statunitensi che – rileva la Coldiretti – per la stagione delle feste che prende tradizionalmente il via con il Black Friday, spenderanno tra i 755 e i 766 miliardi di dollari, con un aumento tra il 3,6% e il 5,2% rispetto all’anno scorso, nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria, secondo le stime della National Retail Federation.

Anche se si tratta di una iniziativa nordamericana nata già negli anni ’60, anche a livello nazionale si sono moltiplicate le promozioni commerciali per l’occasione. Tra gli acquisti più gettonati – sostiene la Coldiretti – tecnologia, abbigliamento, prodotti di bellezza ed anche l’enogastronomia con il boom della cucina favorito dalle limitazioni agli spostamenti ma anche dall’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici, che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. 

Ma il ventaglio delle offerte – conclude la Coldiretti – si è fortemente allargato dai prodotti ai servizi più vari e per questo il consiglio della Coldiretti è non farsi guidare dagli acquisti di impulso, di confrontare sempre le varie offerte, accertarsi dell’originalità del prodotto e di rivolgersi nel caso della rete a siti sicuri.

 

PARMA, CAMPAGNA AMICA: TORNA LA CONSEGNA A DOMICILIO

La spesa arriva direttamente a casa con Campagna Amica. I produttori agricoli di Coldiretti, dopo l’esperienza della scorsa primavera quando il lockdown aveva costretto tutti  a casa cambiando le abitudini di spesa, tornano con il servizio di consegna a domicilio dei loro prodotti. Un’opportunità, sempre utile, per andare incontro alle esigenze dei consumatori che non vogliono rinunciare a prodotti freschi, genuini, di stagione e a km zero.

La campagna e l’agricoltura  non si sono mai fermate e, nel rispetto di tutte le normative anticovid, hanno attivato anche questo servizio che si inserisce nella campagna lanciata da Coldiretti #MangiaItaliano per salvare il Made in Italy, difendere il territorio, l’economia e il lavoro.

Per ricevere la spesa a casa basta scaricare dal sito www.campagnamica.it l’elenco nazionale delle aziende agricole, incluse quelle del territorio parmense, che effettuano consegne a domicilio e contattare i singoli produttori di fiducia.

Si ricorda che, nonostante il momento di emergenza che si sta attraversando,  i Mercati di Campagna Amica restano attivi su tutto il territorio provinciale, nel rispetto dei piani di sicurezza adottati dai singoli Comuni.

 

AVELLINO, L’ASSESSORATO ALL’AGRICOLTURA PROROGA VALIDITA’ PROVVISORIA “IAP”

Dopo la lunga attesa di due anni per leggere le graduatorie dei progetti ammessi ai alle misure degli investimenti (4.1.1) e per il Progetto Integrato Giovani (6.1.1 e 4.1.2), si rischiava la beffa dell’esclusione di imprenditori agricoli già beneficiari. Lo comunica Coldiretti Avellino, che accoglie con soddisfazione la nota diramata dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura sulla proroga della validità dell’attestazione provvisoria di “IAP”, imprenditore agricolo professionale.

“Abbiamo scongiurato – spiegano  Francesco Acampora e Maria Tortoriello, presidente e condirettore di Coldiretti Avellino – uno schiaffo ai nostri giovani imprenditori. Infatti, le sovvenzioni comunitarie possono avere come beneficiari solo coloro che, avendo una competenza professionale adeguata, per titolo di studio o per esperienza, siano titolari di un’azienda che dimostri redditività, cioè di un’azienda vitale e capace di produrre reddito. L’efficienza di un’azienda agricola si misura pertanto sulla capacità di stare sul mercato, tramite la redditività. Pertanto la procedura di attestazione di IAP avviene in due tempi, prima con un’attestazione provvisoria che ha validità di due anni, entro i quali l’aspirante imprenditore agricolo si impegna a dimostrare di  dedicare all’esercizio delle attività agricole aziendali almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e di ricavare almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro dall’esercizio delle attività agricole aziendali.”

“Questo passaggio necessario – conclude Veronica Barbati, presidente nazionale e provinciale di Coldiretti Giovani Impresa – rischiava di saltare per l’accavallarsi delle annualità fiscali. La Regione ha chiarito, su nostra sollecitazione, che essendo i  due anni da intendersi come anni fiscali per la corretta verifica del reddito e del lavoro prestato all’agricoltura, l’istruttoria deve accertare che tutti i requisiti trasmessi dal richiedente siano stati raggiunti entro la scadenza del secondo anno fiscale.”

 

PESARO URBINO, DE CESARE AI SALUTI: IL NUOVO DIRETTORE È CLAUDIO CALEVI

Dopo quasi 7 anni cambia la direzione di Coldiretti Pesaro Urbino. Ai saluti Paolo De Cesare, in arrivo Claudio Calevi che si è presentato ieri pomeriggio nel corso del consiglio provinciale dell’associazione. Entrerà in carica dal primo dicembre mentre De Cesare è destinato a Roma per andare a rafforzare l’area organizzativa della Confederazione. Calevi, 54 anni, viterbese, è entrato in Coldiretti nel 1991 come tecnico agronomo. È alla prima nomina da direttore. Negli ultimi 4 anni, come coordinatore provinciale dei servizi e responsabile dell’ufficio di zona del comprensorio della Maremma laziale, oltre a coordinare a livello provinciale la rete di Campagna Amica ha avuto anche modo di collaborare a stretto contatto con l’attuale direttore regionale Alberto Frau. “Sono orgoglioso di aver ricevuto questo incarico – le sue prime parole alla presentazione – e sono consapevole delle responsabilità che implica ma forte del fatto che con le squadre che metteremo in campo, una tecnico-amministrativa e l’altra politico-sindacale, raggiungeremo sicuramente i nostri obiettivi”. Tra le prime questioni che dovrà affrontare si sono sicuramente il necessario rinnovo delle sfiduciato comitato di gestione dell’Ambito territoriale di caccia Pesaro 1 e l’avvio, come già avvenuto ad Ascoli e Macerata, del Mercato Coperto di Campagna Amica a Pesaro. “Da parte di tutta Coldiretti Pesaro Urbino do il benvenuto al direttore Calevi e faccio un grande augurio di buon lavoro a De Cesare per il nuovo incarico – lo saluta il presidente provinciale, Tommaso Di Sante –. Lo ringraziamo per tutto quello che ha portato avanti in modo sempre preciso, puntuale e corretto fino all’ultimo. Si è dimostrato capace di fare sistema e sempre pronto al confronto con presidenza, giunta consiglio e con tutti i funzionari”. De Cesare era arrivato alla direzione della Coldiretti provinciale a marzo 2014. In questi anni, tra i tanti impegni politico-sindacali, ha seguito lo sviluppo dei Mercati di Campagna Amica, le battaglie per la prevenzione e il risarcimento dei danni da fauna selvatica, la difesa della tracciabilità e i percorsi di trasparenza e legalità della filiera agroalimentare. Anni nei quali la Coldiretti provinciale è cresciuta anche nell’organico e nelle strutture per poter dare risposte e migliorare l’offerta di consulenza ai soci. 

 

VENETO, LAVORO: + 1500  OCCUPATI IN AGRICOLTURA

Vendemmia e raccolta di frutta e verdura nei campi hanno dato lavoro  a 22.225 stagionali nel terzo trimestre 2020. Sono i dati di Coldiretti Veneto che rileva un incremento di quasi 1.500 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, valore che purtroppo è in leggera controtendenza sul veneziano con circa 100 occupati in meno al 2019. “ Nel veneziano, in particolare negli orti del Cavallino dove solitamente c’è necessità di manodopera stagionale, abbiamo pagato lo scotto della netta diminuzione del turismo con una conseguente diminuzione della richiesta di prodotto nei caneli horeca” afferma Andrea Colla,  presidente di Coldiretti Venezia.

La novità nelle altre province del Veneto riguarda la forte incidenza della nazionalità italiana impiegata nei campi, fenomeno legato alla vicenda della pandemia che ha di fatto bloccato ingressi dall’estero offrendo possibilità professionali alla manodopera locale. L’indagine è stata presentata durante il live event su Rendiconto Sociale dell’Inps Veneto organizzato per commentare la crisi economica conseguente l’epidemia di Covid-19.

Da luglio fino a settembre la campagna ha garantito occupazione ad operai specializzati, meccanici e collaboratori che si sono presi cura degli animali nelle stalle, ma soprattutto dipendenti a tempo determinato che hanno assicurato la produzione delle tipicità regionali vanto del Made in Italy nel mondo. E’ il caso del Prosecco e dell’Amarone ad esempio – commenta Coldiretti Veneto – infatti il picco di assunzioni si registra nel trevigiano e nel veronese dove i contratti sono stati 13.140 regolarmente registrati.

A tal proposito Coldiretti Veneto condanna i gravi episodi di sfruttamento di manodopera in campagna, portati alla luce dalle indagini delle forze dell’ordine tra le province di Vicenza e Verona e ribadisce che  non c’è posto per chi si pone fuori dalle regole e dalla legge, oltre che dal rispetto per i lavoratori e il lavoro. Coldiretti ricorda inoltre che proprio in Veneto è stato siglato un protocollo della legalità tra Regione e parti sociali. Si tratta di uno strumento che prevede controlli e promuove la cultura della trasparenza e della legalità.

I controlli delle autorità, con i casi venuti alla luce in queste ore, – continua Coldiretti – evidenziano ancora sacche oscure dove il malaffare si insinua. Nonostante il grande impegno di contrasto i furbetti continuano ad agire contro la dignità umana. Ricordando la qualità e lo stile di vita ispirato al Made in Italy Coldiretti sottolinea l’impegno nella  costituzione dell’Osservatorio contro la criminalità nell’agroalimentare presieduto dall’ex Procuratore Giancarlo Caselli, avvenuta nel 2014. In tal senso Coldiretti Veneto rispedisce al mittente le accuse rivolte al mondo agricolo: “Marcio è chi approfitta del bisogno dei lavoratori e delle imprese, non le imprese agricole che – lo dimostrano i numeri – assumono regolarmente i lavoratori e garantiscono cibo sicuro e di qualità alle famiglie venete e italiane”.

 

Appuntamenti

 

TOSCANA: L’INIZIATIVA #STELLEINCORSIA CON STELLE DI NATALE IN OSPEDALE

Sabato 28 novembre

Rosse e benauguranti Stelle di Natale, emblema del Natale, saranno donate agli ‘eroi tricolore’ contro il Covid, medici e infermieri che senza sosta assistono i malati negli ospedali della Toscana, piuttosto che vederle appassire o doverle buttare via per le mancate vendite a causa delle limitazioni dovute all’emergenza Covid.

L’iniziativa #stelleincorsia è di Coldiretti Toscana che regalerà la pianta simbolica delle festività natalizie al personale medico e infermieristico degli ospedali Toscani (su toscana.coldiretti.it e su www.facebook.com/coldiretti.toscana il programma completo delle iniziative).

L’appuntamento è sabato 28 novembre 2020, alle ore 12,00, all’ospedale Meyer di Firenze, dove reparti, corsie e sale del nosocomio fiorentino saranno rese rosse e festose con le Stelle di Natale 100% made in Toscana, grazie alla generosità dei florovivaisti toscani. La Toscana è la capitale nazionale delle Stelle di Natale – ricorda Coldiretti Toscana – con oltre 5 milioni di stelle natalizie tra piante in vaso ed in forme diverse.

Nell’occasione sarà presentato il dossier su ‘Florovivaismo ai tempi del Covid: termometro della crisi e misure per ripartire’, dal presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi e dal direttore regionale, Angelo Corsetti, con il Vice Presidente  e Assessore all’Agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi.

 

PAVIA, COVID: RIPRENDE REGOLARMENTE IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA A VIGEVANO

Domenica 29 novembre

Ritorna regolarmente ogni domenica mattina in piazza Martiri della Liberazione a Vigevano il mercato di Campagna Amica. Lo annuncia Coldiretti Pavia, dopo che i banchi degli agricoltori avevano subito uno stop a causa degli ultimi Dpcm. «Voglio ringraziare il sindaco Ceffa e l’assessore Alessandrino per aver prontamente affrontato e risolto insieme agli uffici comunali l’intoppo burocratico che si era creato – dice Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia – Ora i nostri agricoltori possono tornare a portare anche a Vigevano i loro prodotti agricoli italiani e di stagione, come sempre nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie in materia di contenimento della diffusione del coronavirus».

Anche in zona rossa, infatti, i mercati di Campagna Amica si svolgono regolarmente su tutto il territorio provinciale, in quanto sui banchi degli agricoltori ci sono soltanto generi alimentari. Oltre a quello di Vigevano in piazza Martiri della Liberazione, appena ripartito e che da domani si svolgerà regolarmente ogni domenica mattina, gli altri mercati di Campagna Amica Pavia proseguono in sicurezza con cadenza settimanale sul territorio. A Pavia i mercati si tengono il mercoledì mattina in Piazza del Carmine, il giovedì mattina in via Tibaldi (quartiere Pavia ovest), il sabato mattina ancora in Piazza del Carmine e anche in via Pastrengo (quartiere Vallone). A Voghera è operativo il mercato della domenica mattina in piazza del Duomo.

«Soprattutto in questo periodo – sottolinea Giacomo Cavanna, Presidente di Agrimercato Pavia – è importante consolidare il rapporto tra i produttori agricoli e i cittadini, invitando tutti i consumatori a visitare i mercati in sicurezza e consumare prodotti locali».

 

VERCELLI – BIELLA: TORNA LA SPESA CONTADINA AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA

Sabato 28 novembre

Torna la possibilità di fare una spesa di eccellenze del territorio, a km0 e direttamente dai produttori: sotto i portici di Piazza Cavour sabato 28 novembre torna il mercato di Campagna Amica: “Ricordiamo a tutti che si tratta di mercati di prodotti alimentari, quindi è possibile, nel rispetto delle disposizioni, recarsi a fare la spesa. Si svolgono all’aperto, distanziati, e i nostri produttori prestano attenzione al pieno rispetto delle norme anti – Covid. Un’occasione per fare un’ottima spesa di prodotti di qualità e per sostenere le aziende del nostro territorio”, spiega Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella. 

Il mercato di Campagna Amica di Vercelli sarà ogni secondo e quarto sabato del mese dalle 8 alle 13 e sarà possibile trovare frutta, verdura, formaggi, miele, confetture, marmellate, succhi e da questa settimana anche un nuovo produttore con riso e prodotti derivati (pasta di riso, dolci).

“Una volta che si ha la possibilità di assaggiare i prodotti che arrivano direttamente dai nostri campi, consegnati dalle mani di chi li ha coltivati e preparati, è difficile tornare indietro. Tanti clienti affezionati hanno già scritto ai nostri produttori e sono entusiasti della ripartenza. Ai mercati di Campagna Amica si può fare una spesa sana, di qualità ed aiutare le aziende della nostra zona che, pur senza mai fermarsi, hanno comunque subìto qualche contraccolpo dal lockdown”, continua Dellarole.

Per coloro che non possono venire ai mercati o recarsi presso i punti vendita aziendali, ricordiamo che i produttori di Campagna Amica si sono messi nuovamente a disposizione dei consumatori per la consegna dei propri prodotti a domicilio: dalla carne ai salumi, dagli ortaggi alla frutta, dai formaggi al riso, al vino e al miele, sono moltissime le produzioni locali che possono essere ordinate e acquistate direttamente dagli agricoltori. 

“Anche questa volta i nostri produttori si rimboccano le maniche per fornire un servizio utile per la comunità e anche per poter continuare a lavorare. Scegliere di acquistare dagli agricoltori del territorio significa avere in tavola prodotti freschi, genuini e a chilometro zero senza muoversi da casa, sostenendo i nostri imprenditori che continuano, tra mille difficoltà, a cercare di lavorare pur avendo anch’essi subìto una diminuzione dei guadagni con la riduzione dei consumi e gli stop ai ristoranti”, spiega ancora Paolo Dellarole. Seguendo scrupolosamente le norme sanitarie in atto, i produttori di Campagna Amica si stanno nuovamente attivando su tutto il territorio per le consegne. Sul sito di Coldiretti Vercelli-Biella è possibile trovare tutte le informazioni per la spesa a domicilio con le aziende che aderiscono ed i loro riferimenti per poterle contattare.

Per essere aggiornati in tempo reale su modifiche e/o integrazioni consultate le pagine social di Campagna Amica Piemonte Orientale.