COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News la Forza del Territorio del 24 giugno 2019

24 Giugno 2019
News la Forza del Territorio del 24 giugno 2019

Primo piano

 

PUGLIA

FESTA DELLA MIETITURA CON PASTA DAY AL MERCATO CONTADINO

A soli 2 giorni dall’inizio dell’estate, le alte temperature non hanno fermato i visitatori del mercato contadino di Campagna Amica in Piazza del Ferrarese a Bari, allettati dalla degustazione tricolore di orecchiette al sugo fresco e basilico, al Pasta Day organizzato da Coldiretti Puglia per festeggiare assieme ai consumatori la mietitura in corso nei campi dorati della Puglia.

 

Dalle spighe al grano, dalle farine al pane DOP, il re delle tavole, fino alla pasta, è stata rappresentata nel ‘salotto buono’ della città l’intera filiera cerealicola, mentre infaticabili gli agricoltori continuano a trebbiare il raccolto di grano, in Piazza del Ferrarese i turisti stranieri hanno imparato dalle ‘signore che fanno le orecchiette’ a fare la pasta in casa.

Pasta fatta con grano 100% made in Puglia, con il grano ‘Cappelli’, fino ad arrivare alle modaiole alternative a base di farina di legumi, di ceci, di lenticchie e di piselli, tradizione e innovazione – dice Coldiretti – contraddistinguono la Puglia, il Granaio d’Italia, principale produttore italiano di grano duro con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto.

“Va sfruttato al massimo lo strumento dei contratti di filiera che possono riportare in trasparenza i passaggi dal grano alla pasta, supportati oggi dall’etichettatura dell’origine obbligatoria del grano per la pasta. Al contempo sta riscuotendo molto successo in Puglia la coltivazione di grani antichi, come il ‘Cappelli’, che nella campagna 2018 ha quintuplicato le superfici coltivate, passando dai 1000 ettari del 2017 ai 5000 attuali, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità, grazie al lavoro di selezione e promozione svolto da SIS”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Le migliori varietà di grano duro selezionate dalla Società Italiana Sementi (SIS) dei Consorzi Agrari d’Italia, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che – spiega Coldiretti – produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.

“La campagna cerealicola si preannuncia ottima per quantità e qualità e per esaltarne il valore festeggiamo la filiera a Km0 dal grano alla pasta – aggiunge Muraglia – ribadendo che l’origine del grano è elemento obbligatorio sulle etichette della pasta, risultato di una battaglia che abbiamo affrontato con il grande sostegno e incoraggiamento dei consumatori, con l’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza rispetto a quello che portano in tavola. Fare pasta con grano 100% italiano evidentemente si può. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%”, conclude il presidente Muraglia.

 

 

Dal territorio

 

EMILIA ROMAGNA, MALTEMPO: GRANDINATA METTE AGRICOLTURA IN GINOCCHIO 

Danni ingenti a vigneti, grano e frutteti. Il giorno dopo la tempesta di grandine, pioggia e vento che si è abbattuta sulle province di Modena, Bologna e Ravenna nelle prime ore del pomeriggio di sabato, le aziende agricole della regione iniziano la conta dei danni. Nel modenese – informa Coldiretti Emilia Romagna – sono stati colpiti soprattutto i vigneti, completamente imbiancati dalla grandine, caduta in taluni casi con chicchi più grandi di una pallina da golf. Danni si registrano anche sui pereti – continua Coldiretti Emilia Romagna – con alberi spogliati e frutti caduti, sul frumento che è stato allettato proprio all’inizio della mietitura e su mais e sorgo che sono stati completamente defogliati.

Problemi anche nel bolognese – prosegue Coldiretti Emilia Romagna – nelle zone di San Giovanni in Persiceto e Medicina con danni diffusi su sementi, carote, cipolle, patate e bietoloni.

Nel ravennate – continua Coldiretti regionale – le più colpite sono state le pesche di varietà Royal glory, colpite dalla grandine e staccate dalle piante dalle fortissime raffiche di vento, così come le susine. Anche in Romagna il forte vento ha allettato campi di grano pronto alla mietitura.

Secondo un’analisi di Coldiretti, quest’anno in Italia sono state rilevate fino ad ora 124 grandinate violente pari a quasi il doppio di quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno (+88%). Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

 

AREZZO: LA GRANDINE COLPISCE ANCORA CAMPAGNE ARETINE FLAGELLATE, DA GRANO A ORTAGGI E TABACCO

Il maltempo che sabato intorno alle 19.00 si è abbattuto su una fascia della Valtiberina, in particolar modo da Mezzavia di Anghiari fino ad arrivare a Sansepolcro, ha pesantemente colpito l’agricoltura, e ora inizia la conta dei danni. In pochi minuti la perturbazione si è abbattuta sulla zona provocando ingenti danni alle aziende agricole del territorio che si sono viste piovere addosso chicchi di grandine enormi più di un’albicocca, mescolati alla pioggia con una virulenza ancora maggiore poiché accentuata dal vento.

A parlare è Nicoletta Mutti, titolare dell’azienda agricola l’Orto di Rocca situata nella primissima periferia di Sansepolcro. “La grandine ha provocato danni alle colture come pomodori, peperoni, fragole mature e insalata pronte per il raccolto, zucchine, fagioli, patate e non solo. Anche la nostra serra – continua Nicoletta – è stata danneggiata. Il telo è stato bucato e se non verrà sostituito ciò provocherà ulteriori danni anche durante l’inverno. Possiamo già stilare – prosegue l’imprenditore – un danno economico del 50% sul totale della produzione aziendale e circa il 30% del raccolto perso per il fagiolo piattello, prodotto biodiverso della Valtiberina, anche se soltanto nei prossimi giorni sapremo quantificare effettivamente il danno”.

Campi di grano completamente stesi proprio alla vigilia della mietitura, coltivazioni di mais rovinate, piante spogliate dalle foglie e dalla frutta sbattuta a terra, verdure sott’acqua nei terreni allagati ma anche rami spezzati e piante sradicate per le raffiche di vento che hanno accompagnato i nubifragi con la caduta violenta di grandine. E’ quanto emerge dal primo bilancio della Coldiretti effettuato con il ritorno del caldo e del sereno dopo l’ondata di maltempo che si è abbattuta su città e campagne nel primo giorno dell’estate.

“Abbiamo trapiantato il tabacco i primi di maggio e siamo più avanti rispetto all’annata – commenta Andrea Giorni dell’omonima azienda individuale – la coltura era in uno stato avanzato di accrescimento e la forte grandine di sabato scorso ha provocato un danno del 100%. La pianta di tabacco è stata persa e non essendo ancora in cimatura, le poche foglie buone rimaste attaccate alla pianta richiederanno un lavoro molto costoso e altrettanto faticoso per il recupero.

Un altro aspetto da considerare – conclude Giorni – sono le ferite arrecate a piante e foglie, che se non curate e trattate, sono facili porte di accesso per patogeni secondari”.

Ma non solo tabacco – prosegue Giorni – anche il grano, in fase di maturazione, ha subito un danno di più del 50%, la grandine ha allentato le spighe e ha fatto cadere gli acini, sgranandoli completamente”.

La grandine – sottolinea la Coldiretti – è l’evento più temuto dagli agricoltori nelle campagne in questo momento perché i chicchi si abbattono sulle coltivazioni e sui frutteti pronti alla raccolta provocando danni irreparabili alle coltivazioni e mandando in fumo un intero anno di lavoro. Si aggrava così con l’inizio dell’estate – precisa la Coldiretti – il drammatico conto dei danni nelle campagne dopo una pazza primavera segnata prima da una forte siccità e poi da un eccesso di precipitazioni anche violente che hanno ritardato le semine e tagliato i raccolti.

 

MODENA, GRANDINE: FLAGELLATI VIGNETI E GRANO ALL’INIZIO DELLA MIETITURA 

La tempesta di grandine, pioggia e vento che si è abbattuta su Modena nelle prime ore del pomeriggio provocando danni e forti disagi in città non ha lasciato indenni e le campagne.

A darne notizia è Coldiretti Modena nel rendere noto come il nubifragio abbia scaricato la sua violenza anche nel circondario cittadino a partire da Baggiovara, Portile e Villavara per estendersi fino a Campogalliano, Montale e Magreta.

Ad essere colpiti – informa Coldiretti Modena – sono stati soprattutto i vigneti che nella zona di Magreta sono stati completamente imbiancati dalla grandine, caduta in taluni casi con chicchi più grandi di una pallina di golf, provocando la caduta di grappoli, foglie e tralci con gli acini che, se non si sono staccati, hanno subito lesioni tali da non poter essere riassorbite con conseguente minore produzione. Danni si registrano anche sui pereti con alberi spogliati e frutti caduti, sul frumento che è stato allettato proprio all’inizio della mietitura, e su mais e sorgo che sono stati completamente defogliati. A causa delle forti raffiche di vento, si segnalano – continua Coldiretti – anche alberi spaccati e rotture di rami.

“La grandine – sottolinea il Presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari – è l’evento più temuto dagli agricoltori nelle campagne in questo momento perché i chicchi si abbattono sulle coltivazioni proprio all’inizio della stagione mandando in fumo un intero anno di lavoro. Solo nei prossimi giorni saremo in grado di fare una stima dei danni – continua Borsari. Certo è che l’evento disastroso di oggi non fa che aumentare il drammatico conto dei danni nelle campagne dopo una primavera pazza.”

Secondo un’analisi di Coldiretti, quest’anno in Italia sono state rilevate fino ad ora 124 grandinate violente pari a quasi il doppio di quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno (+88%). Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

 

BERGAMO, ANCORA DANNI ALL’AGRICOLTURA: CAMPI ALLAGATI E MAIS ALLETTATO 

Un’altra giornata passata a contare i danni. Il maltempo non dà tregua all’agricoltura bergamasca che quest’anno sta pagando un prezzo molto alto a causa di grandinate, vento forte e bombe d’acqua.

Secondo un primo resoconto dei tecnici di Coldiretti Bergamo, il forte temporale di ieri mattina ha devastato il mais soprattutto nella zona compresa tra Arcene, Arzago d’Adda, Treviglio e Caravaggio. Particolarmente colpita l’azienda di Eliseo Facchinetti a Treviglio.

“È un disastro – spiega il figlio Davide Facchinetti-; il 50% del mais che avevamo in campo è stato spianato da vento e grandine, la bomba d’acqua ha poi dato il colpo di grazia. L’ altro 50% che avevamo seminato due settimane fa, dopo i danni di un altro temporale, è annegato per l’eccesso di acqua”.

Ad essere andato perso è il mais coltivato su 80 ettari di terreno che sarebbe servito per alimentare i bovini da carne dell’azienda. “Oltre al danno la beffa – prosegue affranto Davide -; stavamo irrigando da mercoledì perché faceva molto caldo e il mais aveva sete, quindi essendo ancora bagnato il terreno, il mais era più delicato e il vento lo ha raso al suolo in un attimo. Quattro giorni a irrigare giorno e notte, con costi e fatica, per poi vedere andare tutto perso”.

Siamo solo a giugno e già si sono verificati numerosi eventi meteo che un po’ a macchia di leopardo hanno colpito tutta la provincia, evidenzia Coldiretti Bergamo. Gli imprenditori agricoli sono sempre più preoccupati e impotenti per i danni causati cambiamenti climatici che si manifestano con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua alternate a periodi di siccità.

 

REGGIO EMILIA, SEGNALAZIONE DANNI: ANCORA GRANDINE SULLE COLTIVAZIONI 

Si è aperta la possibilità di segnalare i danni subiti dalla grandinata di sabato 22 giugno che ha gravemente colpito i territori compresi tra Rubiera, Scandiano e Casalgrande. Danni ingenti a vigneti, frutteti e ai cereali che, in alcune zone raggiungeranno anche il 100%, con alberi spogliati, frutti caduti e coltivazioni allettate al suolo.

Secondo un’analisi di Coldiretti, quest’anno in Italia sono state rilevate fino ad ora 124 grandinate violente pari a quasi il doppio di quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno (+88%). Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

Coldiretti Reggio Emilia invita gli agricoltori che hanno subito danni a recarsi quanto prima all’ Ufficio Zona Coldiretti di riferimento per provvedere alla compilazione del modulo per la segnalazione.

 

LOMBARDIA, CALDO: SOS PER 684 MILA LOMBARDI OVER 80: ECCO CONSIGLI SALVA VITA

Con l’arrivo del grande caldo sono a rischio in Lombardia i quasi 684 mila anziani ultraottantenni che più di altri soffrono e devono essere aiutati a resistere alle alte temperature, soprattutto per la scarsa attitudine a bere. E’ quanto afferma la Coldiretti regionale nel sottolineare che con lo sbalzo termico i maggiori pericoli per questa categoria di cittadini sono rappresentati dai colpi di calore e dalla disidratazione.

Bisogna seguire prima di tutto alcune regole di buon senso e – sottolinea la Coldiretti – ridurre al minimo le esposizioni ai raggi solari, specie nelle ore centrali della giornata, vestirsi con abiti leggeri chiari di cotone o in altre fibre naturali, fare docce tiepide, stare in luoghi ombreggiati, ma soprattutto difendersi con un’alimentazione con acqua e cibi rinfrescanti come frutta e verdura di stagione, ricche di potassio, calcio e ferro, indispensabili per rinvigorire l’organismo e reintegrare acqua e sali minerali persi con l’eccessiva sudorazione. La perdita di liquidi e di elettroliti è – sostiene la Coldiretti – il rischio peggiore nelle giornate con picchi di temperatura, una condizione che rende le persone anziane a rischio di insufficienza renale acuta.

 

MANTOVA, AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA SUL LUNGORIO INVESTITURA DI 9 AGRICHEF 

Sono Emilia Cavalli (Corte Cavagnara di Viadana), Claudio Ligabue (La Rasdora di Porto Mantovano), Roberta e Viviana Zaltieri (La Margherita di Gazoldo degli Ippoliti), Elena Minucelli (Loghino Caselle di San Giorgio di Mantova), Sabrina Marai (Prandonino di Ponti sul Mincio), Massimiliana Luzzeri (Fondo Chiesa di Castellucchio) e le cremonesi Irene Pavesei (Apiflor di Pescarolo ed Uniti) ed Elisa Mignani (Il Campagnino di Pessina Cremonese) i nove Agrichef che ieri mattina al mercato di Campagna amica sul Lungorio hanno ricevuto il diploma al termine del corso annuale  che, appunto, li ha incoronati ambasciatori del gusto sul territorio.

Erano presenti alla consegna degli attestati il vicesindaco di Mantova Giovanni Buvoli, il direttore di Coldiretti Mantova Erminia Comencini, il presidente di Campagna Amica Mantova Giuseppe Groppelli e il vicepresidente di Terranostra Mantova Roberto Gandolfi.

“Grazie alla nuova legge regionale sugli agriturismi – ha commentato Groppelli – avremo la certezza di trovare sulle nostre tavole cibi del territorio Made in Lombardia. I nostri agrichef non vogliono fare concorrenza a certe trasmissioni tv ma sono, piuttosto, custodi delle ricette della tradizione, poiché portano nel cuore la capacità di valorizzare il prodotto dalla terra alla tavola”.

Per Roberto Gandolfi “il ruolo degli agrichef è quello di custodi della tradizione culinaria mantovana e ambasciatori dei valori di Terranostra nei confronti del consumatore”. Un ruolo particolare, quello degli agrichef, come ha riconosciuto anche il vicesindaco di Mantova, Giovanni Buvoli. “Gli agrichef con la loro opera evidenziano la qualità dei nostri prodotti e la gastronomia del territorio – ha sostenuto Buvoli – dando un motivo in più ai turisti per raggiungere il nostro capoluogo. Se ben cucinati, i nostri prodotti sono davvero di alta qualità; prodotti che è possibile trovare al mercato del Lungorio, che ormai è una consuetudine per i mantovani, un momento per fare la spesa ma anche di socializzazione”.

Al termine della premiazione spazio per show-cooking e degustazione di prodotti a km 0, dove tradizione e fantasia si sono sposate: antipasto di roast-beef con gallette ai cereali, risotto con robiola e ciliegie, pasta d’estate con verdure, mezzelune di frolla con pesche al cioccolato e amaretti.

 

PUGLIA, FINALMENTE IL DECRETO PER AGRIWELFARE DA ORTOTERAPIA AD AGRIASILO

L’agricoltura diventa protagonista di un nuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti piu’ vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona soprattutto nelle aree rurali. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’attesa pubblicazione sul sito del Ministero dell’agricoltura il decreto che definisce i requisiti minimi e le modalità previste all’articolo 2, comma 1, della legge 141/2015 sull’agricoltura sociale.

Un’accelerata al pieno e strutturato sviluppo dell’agricoltura sociale in Puglia sarà dato attraverso l’Accordo quadro Nazionale siglato da Coldiretti e ANCI per accompagnare le aziende agricole a agrituristiche e sostenere le amministrazioni comunali a sviluppare il nuovo modello di welfare, con l’agricoltura protagonista di progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona.

“In Puglia sono già state censite 95 aziende agricole che hanno esperienza di accoglienza e di agricoltura sociale e svolgono un ruolo importante nell’ambito della multifunzionalità, accogliendo le fasce più deboli della società nelle aree rurali, una svolta epocale con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona”, commenta Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.

Lungo tutta la Penisola, nelle aree rurali come in quelle periurbane – sottolinea la Coldiretti – ci sono migliaia di realtà molto diversificate che dopo una attesa di quattro anni dalla legge avranno finalmente un punto di riferimento per le proprie attività in ambito sociale. C’è chi si occupa di persone con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare) oppure chi si dedica a ortoterapia, ippoterapia e altre attività con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma ci sono realtà che seguono il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata, ecc.) oppure che puntano allo sviluppo di un’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (agriasilo, orti per gli anziani, ecc.). Una realtà variegata dove – precisa la Coldiretti – è significativa la percentuale di realtà (45%) che attuano l’inserimento socio lavorativo, di supporto alla quotidianità e all’inclusione sociale (25%) spesso indirizzata agli studenti, riabilitazione e servizi terapeutici (20%) ed educazione ambientale (10%) secondo elaborazioni su dati Ismea.

Il Decreto chiarisce finalmente – riferisce la Coldiretti – che le aziende agricole in forma singola o associata e le cooperative sociali il cui reddito da attività agricola debba essere superiore al 30% del totale possono essere riconosciute come soggetti che erogano servizi di agricoltura sociale. Tra gli utenti di tali servizi si considerano i lavoratori con disabilità e svantaggiati e i minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale; inoltre sono servizi di agricoltura sociale anche le prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali mediante l’utilizzazione delle risorse materiali e immateriali dell’agricoltura per promuovere, accompagnare e realizzare azioni volte allo sviluppo di abilità e di capacità, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana. Anche le prestazioni e servizi che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive dei soggetti interessati che possono prevedere l’ausilio di animali allevati e la coltivazione delle piante, si possono considerare attività di agricoltura sociale. Infine sono riconosciuti tali anche i progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche riconosciute a livello regionale, quali iniziative di accoglienza e soggiorno di bambini in età prescolare e di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica.

Per la “bontà” del servizio erogato è richiesta la presenza di figure professionali preposte all’erogazione di tali servizi che potrà essere dimostrata mediante collaborazioni o convenzioni. Anche l’utilizzo di animali negli interventi assistiti per migliorare le condizioni di salute, le funzioni sociali, emotive e cognitive delle persone coinvolte e gli orti sociali, condotti da soggetti riconosciuti per l’erogazione di servizi di agricoltura sociale trovano spazio nel decreto.

Una svolta epocale – conclude la Coldiretti – con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona.

 

VARESE, OLTRE 250 MILA EURO I DANNI DA SELVATICI 

Oltre 250.000 euro di danni nei campi, molti dei quali non vengono nemmeno più segnalati dagli imprenditori agricoli, amareggiati e delusi. Ma quello della fauna selvatica è un problema grave anche sotto il profilo della sicurezza, dato che oltre 150 sono stati gli incidenti stradali nel 2018, taluni anche con feriti gravi. Sono i numeri stimati da Coldiretti Varese che emergono dal memorandum che l’organizzazione agricola ha consegnato oggi pomeriggio all’assessore lombardo all’agricoltura Fabio Rolfi, presente in città per un incontro negli uffici dell’Utr. Tema centrale, la fauna selvatica che continua a minacciare il territorio, con una particolare recrudescenza registrata anche nell’anno appena trascorso.

“All’assessore Rolfi abbiamo fatto presente la situazione critica che vivono le nostre imprese sul territorio prealpino” dice il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori. “Le invasioni dei cinghiali e degli altri selvatici si susseguono per tutto il corso dell’anno, con danni di ampie proporzioni per l’agricoltura. Apprezziamo il lavoro svolto dalla Regione Lombardia con l’approvazione di due importanti provvedimenti: la delibera di giugno 2018 che consente ai proprietari/conduttori di fondi, muniti delle necessarie autorizzazioni, di intervenire nel controllo dei selvatici e quella dello scorso dicembre che concede la possibilità agli uffici territoriali di autorizzare la caccia di selezione al cinghiale, a partire dalle aree non idonee, anche in deroga a periodi e orari stabiliti per legge. Ora è necessario un impegno concreto e corale per la modifica della legge nazionale 157/1992, che va aggiornata per rispondere alle problematiche attuali e al contesto emergenziale in essere. Servono azioni mirate e concordate che permettano di ricondurre la popolazione dei selvatici a numeri sostenibili per i territori, per i cittadini e per i comparti produttivi interessati, agricoltura in primis. Coldiretti Varese assicura la massima disponibilità a collaborare, ma va anche detto che le imprese sono comprensibilmente esasperate”.

Nell’ottica di individuare una strategia risolutiva per il territorio, Coldiretti Varese ha evidenziato alcuni elementi che vanno tenuti in considerazione: dall’attuazione di interventi straordinari di prelievo alla revisione dei piani faunistico-venatori di concerto con le associazioni di categoria e gli organismi preposti. Ciò con particolare riferimento alle quote di esemplari, partendo dalla effettiva consistenza delle popolazioni di selvatici e in relazione ad oggettivi criteri di sostenibilità dei territori.

Inoltre – sottolinea Coldiretti Varese – è necessario coinvolgere gli Enti parco e dei gestori delle aree naturali degli Enti locali nella determinazione coordinata dei piani di contenimento; è altrettanto necessaria una semplificazione nei confronti delle imprese per la gestione dei risarcimenti dei danni e una revisione urgente della norma che ricomprenda tali risarcimenti negli aiuti di Stato (tema del “de minimis”).

Ancora, è necessario, rimarca il presidente Fiori “prevedere figure opportunamente formate e preparate in affiancamento agli operatori della polizia provinciale affinchè l’attività di contenimento sia più efficace ed efficiente. Sarebbe altrettanto utile chiedere a livello nazionale maggiore autonomia gestionale in capo alla Regione per governare e gestire particolari situazioni di emergenza”.

Sul fronte della sicurezza, è necessario “aumentare i controlli da parte su strade e autostrade in aree montane e pedemontane per quanto attiene le recinzioni che devono essere adeguate per confinare qualsiasi azione della fauna selvatica. Va infine ricordato che il problema della fauna selvatica non riguarda solo i cinghiali” aggiunge Fiori. “E’ quindi utile prevedere azioni di contenimento, monitoraggio e risarcimento anche per altre specie che stanno diventando sempre più preoccupanti, quali ad esempio il capriolo, il cervo e il coniglio selvatico, dannosi per le colture e pericolosi per la viabilità”.

“La priorità per le imprese agricole è la soluzione, concreta, del problema” conclude il presidente di Coldiretti Varese. “Da parte dell’assessore Rolfi è positivo aver condiviso la necessità di modificare il regime “de minimis” a livello nazionale: gli agricoltori devono essere risarciti integralmente per i danni subiti dalla fauna selvatica e non solo per il 30%. Il perdurare del problema potrebbe causare l’abbandono di interi territori e mettere a rischio quella stabilità idrogeologica che, soprattutto nelle aree montane, è di fatto garantita dalla presenza delle imprese agricole. Per questo è necessario agire in fretta. Riteniamo che l’incontro con l’assessore sia stato un buon punto di partenza: da parte nostra c’è l’impegno a monitorare la situazione e a farci, come sempre, portavoce delle segnalazioni e delle istanze delle nostre imprese. Ma, lo dico ancora una volta, è importante fare presto e agire con decisione”.

 

PIEMONTE BIRRIFICI ARTIGIANALI: NUOVE SINERGIE PER AMPLIARE OFFERTA BIRRA 100% 

Estate è sinonimo di birra fresca, meglio se artigianale. Ecco che, con l’inizio dell’estate 2019, arriva il Consorzio a tutela della birra artigianale Made in Italy che garantisce l’origine delle materie prime, dal luppolo all’orzo e la lavorazione contro la proliferazione di finte birre artigianali e l’omologazione dei grandi marchi mondiali. È quanto spiega la Coldiretti in occasione della nascita del primo Consorzio Birra Italiana per la tutela e la promozione della birra artigianale italiana a Roma a Palazzo Rospigliosi. I fondatori sono Teo Musso, Presidente del Consorzio Birra Italiana e titolare del birrificio agricolo Baladin, in provincia di Cuneo, Marco Farchioni del birrificio Mastri Birrai Umbri, Giorgio Maso del birrificio dell’Altavia, Vito Pagnotta del birrificio agricolo Serro Croce e Giovanni Toffoli della Malteria Agroalimentare Sud.

 Il Consorzio Birra Italiana per la tutela e la promozione della birra artigianale italiana si pone l’obiettivo di raccontare e promuovere, in Italia ed all’estero, la qualità delle materie prime e delle birre artigianali italiane, vero elemento di distinzione e di legame con il territorio italiano favorendo la coltivazione di orzo, dal quale si ricava il malto, e del luppolo, principali materie di base per la preparazione della popolare bevanda. Il Consorzio sostiene i birrifici nel reperimento di materia prima italiana, da filiera tracciata e garantita con gli associati che si impegnano a utilizzare nelle loro produzioni almeno il 51% di materia prima italiana creando una filiera dal campo al boccale con una collaborazione sempre più stretta con i coltivatori italiani di orzo e luppolo. Il successo delle birre nazionali ha già favorito anche la produzione del malto italiano salita fino a 80 milioni di chili nel 2018. 

“In Piemonte sono oltre 50 i birrifici artigianali – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – e la produzione di orzo italiano per la filiera della birra rappresenta un’opportunità per la nostra agricoltura. Opportunità che viene sempre più recepita dai giovani agricoltori che vedono nella produzione di birra nuovi interessanti scenari. Una ulteriore conferma del fatto che gli accordi di filiera sono strumenti fondamentali per difendere la produzione, garantire un utilizzo sostenibile del territorio, valorizzare la distintività e assicurare la giusta distribuzione del valore, oltre a rafforzare l’identità. La domanda sempre crescente sta veramente rivoluzionando il settore della birra in cui il consumatore pone attenzione all’origine delle materie prima e alla ricerca di sapori unici e particolari che, appunto, solo una birra artigianale può garantire. Auspichiamo – concludono Moncalvo e Rivarossa – che in Piemonte cresca il numero delle imprese concretamente disponibili a creare queste sinergie per poter ampliare l’offerta della birra 100% Made in Piemonte”.

 

MOLISE, GIOVANI: AZIENDE PRONTE AD OSPITARLI PER ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO 

Le imprese agricole aderenti a Coldiretti Molise sono pronte ad ospitare giovani studenti delle scuole superiori per offrire loro esperienze pratiche lavorative in azienda. Questo quanto emerso nel corso di un incontro tenuto nella sede regionale della Coldiretti a Campobasso, fra esperti dell’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) e la struttura tecnica regionale di Coldiretti Molise.

All’incontro hanno partecipato varie aziende molisane appartenenti al settore primario da quelle agricole alle zootecniche, passando per le agrituristiche e di agricoltura sociale. Una variegata gamma di imprese che possono offrire ai giovani, specie di istituti tecnici e professionali per l’agricoltura, l’ambente e l’agroalimentare, istituti alberghieri e per il turismo.

Le aziende hanno accolto positivamente l’invito dell’Anpal ad ospitare studenti in azienda al fine di far vivere loro un periodo lavorativo che possa immergerli nelle varie realtà aziendali, facendo anche emergere potenziali inclinazioni che solo operando praticamente possono venir fuori.

Coldiretti Molise, da sempre attenta al mondo giovanile ed alle opportunità lavorative che il primario può offrire loro, guarda positivamente a queste esperienze ed auspica che possano essere intraprese con sempre maggiore frequenza, specie in una regione come la nostra dove l’agricoltura, fatta di tante eccellenze agroalimentari, si accompagna ad un ambiente incontaminato ricco di grandi opportunità lavorative ed economiche. 

 

PERUGIA, C.A. A MAGIONE: IL “KM ZERO” CHE AVVICINA PRODUTTORE E CONSUMATORE 

Taglio del nastro all’insegna dei prodotti dell’agricoltura locale per l’inaugurazione del Punto Campagna Amica de “La Valle Verde – Garden Center” di Francesco Capalbo, a Montesperello di Magione.

Un’occasione, tra laboratori, mostra contadina, cooking show e degustazioni a Km zero – afferma Coldiretti – per conoscere da vicino la vasta offerta dei prodotti provenienti direttamente dall’azienda agricola. Tra i protagonisti indiscussi, che si possono trovare nel corso dell’anno, diverse varietà di pomodori, peperoni, melanzane, cetrioli, zucchine, ma anche meloni e cocomeri, aglio bianco, nero e rosso, varie tipologie di insalate, carote, rucola, prezzemolo, sedano, cipolle, zucche, cavoli, broccoli. A completare l’offerta, alcune eccellenze di altri agricoltori locali del circuito Campagna Amica. I Punti Campagna Amica sono aziende agricole dove l’imprenditore vende direttamente prodotti rigorosamente agricoli, italiani e di stagione, rispettosi dell’ambiente e con una chiara etichettatura per garantire la massima trasparenza ai consumatori.

L’idea imprenditoriale – riferisce Coldiretti – nasce dalla capacità e passione di Francesco, giovane agricoltore e studente alla Facoltà di Agraria di Perugia, nel riportare “in auge” i terreni ereditati dal nonno (#lortodelminonno), dopo che i suoi genitori avevano intrapreso altre attività. Se una fetta della produzione è riservata alla vendita al dettaglio al consumatore, parte dei terreni dell’azienda, già seminati ed irrigati, vengono ceduti in abbonamento a famiglie, coppie e gruppi di amici permettendo la successiva raccolta della verdura a km zero. Idea questa che, partendo dalla tradizione, gli ha permesso anche di aggiudicarsi un Oscar Green regionale, il concorso di Coldiretti Giovani Impresa, che premia quanti hanno iniziato un percorso di innovazione, ricerca e diversificazione.

Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, nel 2018, almeno una volta al mese, 6 italiani su dieci hanno fatto la spesa direttamente dal produttore. Ormai fare la spesa dal contadino – sottolinea Coldiretti Perugia – sta diventando un’ottima e sempre più diffusa abitudine, grazie all’iniziativa e all’impegno di molti imprenditori agricoli che decidono di “metterci la faccia” scegliendo di vendere direttamente i propri prodotti. Con Campagna Amica, in pochi anni, è nata e cresciuta una rete di vendita diretta organizzata dagli agricoltori italiani unica a livello internazionale, per dimensioni e caratteristiche, che ha esteso la sua presenza dalle fattorie ai mercati, dai ristoranti al cibo di strada, dagli agriturismi agli orti urbani, accorciando la filiera e con un’importante azione di sostegno all’agricoltura del territorio.

 

REGGIO EMILIA, MARIA CERABONA NUOVO DIRETTORE DELLA COLDIRETTI PROVINCIALE 

Maria Cerrabona, nata a Matera nel 1977 e residente a Potenza, è laureata in Scienze della Produzione Animale con diverse specializzazioni nel settore zootecnico. Lavora in Coldiretti dal 2008 come segretario di zona e dal 2014 come Responsabile Regionale del Centro Assistenza Agricola.

“Desidero rivolgere il mio saluto a Reggio Emilia – afferma Maria Cerabona dopo la sua nomina – che ha saputo accogliermi benevolmente già da questi primi giorni. Sono grata e onorata per la fiducia riposta in me; la stessa fiducia che mi incoraggia ad assumere le responsabilità di questo importante incarico di direttore di Coldiretti Reggio Emilia”.

“Ringrazio e porgo un caro saluto – continua – anche al direttore uscente Assuero Zampini per l’alto senso del dovere e per l’abnegazione messi a disposizione nel periodo della sua direzione”.

“Voglio assicurare la stessa passione e attaccamento alla Coldiretti – conclude il direttore Cerabona – e, allo stesso tempo, mi auguro di saper dare nuovo slancio a progetti ed attività, mettendo a disposizione il mio impegno e la fiducia che ho nella nostra grande Associazione. Garantisco sin d’ora tutto il mio impegno per operare sul territorio reggiano in collaborazione con le aziende agricole, la realtà associazionistica locale, gli enti e le istituzioni che mi auguro di incontrare quanto prima”.

 

RAGUSA, ALLA FIERA AGRICOLA MEDITERRANEA LA ZOOTECNIA IN SCELTE GIOVANI 

“Ancora una volta la Fiera agricola mediterranea mostra i primati raggiunti dal comparto zootecnico siciliano”. E’ il commento di Francesco Ferreri, presidente regionale Coldiretti alla   kermesse di Modica.

“Coldiretti – aggiunge il presidente Ferreri – in questa manifestazione così importante è presente con numerosi allevatori delle razze bovine diventate il centro produttivo di qualità dell’Isola.  La fiera di Modica- aggiunge – rappresenta una vetrina importante soprattutto per i giovani che scelgono l’allevamento coniugando tradizione e innovazione”.

Un dato questo confermato da Malko Gallone, presidente nazionale Anacli (Associazione Nazionale Allevatori delle razze bovine Charolaise e Limousine Italiane) e dal vice presidente nazionale, il ragusano Emanuele Nobile. Alla Fiera ha partecipato anche il direttore Aia (associazione italiana allevatori) Roberto Maddè.   

All’inaugurazione erano presenti i dirigenti della Coldiretti di Ragusa con il direttore a Calogero Maria Fasulo che ha sottolineato come “la fiera di Modica sia un altro momento di testimonianza dell’impegno e passione degli allevatori che oggi, grazie al grande lavoro genetico, continuano a raccogliere i migliori risultati anche a livello nazionale”.

 

TARANTO, AL VICEPREMIER DI MAIO: “’RIPORTARE AL CENTRO L’AGROALIMENTARE” 

Riportare l’agricoltura e l’agroalimentare al centro delle politiche economiche e di sviluppo della provincia di Taranto. E’ la richiesta ribadita dal presidente di Coldiretti Taranto Alfonso Cavallo, in occasione della presenza del Vice premier e Ministro dell’Economia, Luigi Di Maio e i Ministri Lezzi, Costa, Grillo, Trenta, Bonisoli, a Taranto per il fitto programma di appuntamenti utili a rilanciare e dare nuove prospettive di futuro all’area jonica. Negli anni fra il 2013 e il 2019, per le note vicende che hanno interessato l’Ilva, è stato perso PIL (Prodotto Interno Lordo) per 23 miliardi di euro, l’equivalente cumulato di 1,35 punti percentuali di ricchezza italiana, secondo l’aggiornamento dell’analisi econometrica compiuta dalla Svimez per Il Sole 24 Ore, “una perdita gravissima per il Paese Italia che non è stata minimamente compensata dagli altri settori economici, lasciati al palo per decenni, anzi soccombenti a causa di presunti e mai chiariti riflessi ambientali, ma Taranto non è solo Ilva. Vigileremo affinché il piano di rilancio della provincia di Taranto passi realmente da una strategia concreta di promozione e pieno sviluppo dell’agroalimentare”, ha annunciato il presidente Cavallo.

“Il peso dell’agricoltura è confermato dai numeri, con quasi 14mila aziende agricole iscritte nel registro della Camera di Commercio di Taranto, il 23,5% sul totale che danno lavoro ad oltre 14.399 operai agricoli. Per quanto riguarda l’industria alimentare – ha ricordato il presidente Cavallo – dal 1991 è stata importante la crescita della dimensione media in addetti, soprattutto nella lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, di prodotti lattiero caseari e di paste alimentari. L’agricoltura jonica, con una superficie totale di 146.247 ettari, riesce a raggiungere mediamente una Produzione Lorda Vendibile di 470 milioni di euro e rappresenta una realtà economica importante per l’intera regione. L’assenza di una strategia di promozione e il gap della logistica sono non danno il giusto impulso di sviluppo e crescita all’agroalimentare jonico”, ha insistito il presidente Cavallo che aveva già rimarcato il peso del settore agricolo al tavolo operativo, convocato dal MISE il 12 giugno scorso.

Nella classifica italiana delle province che esportano prodotti agroalimentari la provincia di Taranto si posiziona solo al 69esimo posto, pur segnando un aumento del 2,6% delle esportazioni, passate da 104 milioni di euro a 107 milioni di euro di valore di prodotti esportati nel 2018 rispetto all’anno precedente. Parla di fallimento della politica economica in provincia di Taranto imperniata esclusivamente sull’industria, il presidente Cavallo, a causa della cronica assenza di una visione strategica del futuro dell’economia in provincia di Taranto, basata sull’accelerazione necessaria allo sviluppo dei comparti agricolo, agroalimentare e di tutto l’indotto.

Le esportazioni di prodotti agroalimentari della provincia di Taranto pagano a caro prezzo il gap della logistica, denuncia Coldiretti, che scontano il peso della burocrazia, di prezzi decisamente più alti, di reti che non funzionano. “Sono necessari e urgenti investimenti mirati a potenziare i trasporti delle produzioni agroalimentari, sfruttando la base logistica di straordinaria valenza qual è il porto di Taranto. Per questo vanno promosse e sostenute le movimentazioni di prodotti agroalimentari dal Porto di Taranto, che va irrobustito e reso competitivo e logisticamente strumentale alle esigenze delle aziende agricole se dotato di strutture condizionate di stoccaggio dei prodotti ortofrutticoli”. Nel 2018 le merci movimentate nel porto di Taranto – segnala Coldiretti – sono state pari a 4.951.895 tonnellate con una flessione del 13,3% rispetto all’anno precedente, quando la movimentazione era stata pari a 5.711.268 di tonnellate. “L’infrastruttura logistica ha perso 759.373 tonnellate, una performance negativa che l’agroalimentare jonico e soprattutto il segmento ortofrutticolo non può permettersi”, ha detto il presidente Cavallo dati alla mano. “Se l’Italia non investe nelle vie di trasporto, soprattutto su rotaia, l’ortofrutta spagnola continuerà ad arrivare, arrecando danno alle produzioni ortofrutticole tarantine. Un chilo di agrumi di Palagiano per arrivare a Bruxelles devono percorrere chilometri e da Murcia a sud della Spagna a Bruxelles 2000 Km. Dalla Puglia il viaggio dura 48 ore, da Murcia solo 36 ore”, ha insisto il presidente Cavallo.

Il settore ortofrutticolo, oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania, deve essere aiutato ad imporsi in Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia, oltre ai Paesi extra Ue. La specializzazione strutturale dell’orticoltura della provincia di Taranto, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, conclude Coldiretti Taranto, consente di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive che vanno promosse sui mercati italiani e mondiali.

 

CAMPANIA, OSCAR GREEN 2019: ECCO I “GUERRIERI” VINCITORI REGIONALI 

Trentatré progetti presentati e sei vincitori nella finale regionale della Campania di Oscar Green 2019, che premia i giovani agricoltori innovatori e organizzato da Coldiretti. Questa mattina la cerimonia di premiazione a Castello del Matese, in provincia di Caserta, presso l’azienda agricola Falode.

Vince la categoria Campagna Amica Pietro D’Elia dell’azienda agricola La Mela di Teggiano (Salerno), con il “peperone sciuscellone snack”. Nella categoria creatività, con la crema slim body alla cipolla ramata, vince Francesca Barbato dell’azienda Gb agricola di Montoro (Avellino). Per la categoria fare rete il premio va a Maria Concetta Del Grosso dell’azienda agricola Del Grosso Cormano di Baselice (Benevento), che vince per la seconda volta l’Oscar Green con la pasta al mais rosso a basso contenuto glicemico. Per la categoria impresa 4.terra vince, con il progetto super kiwi a basso consumo di acqua, Margherita Granata dell’azienda agricola Pianese di Villaricca (Napoli). Il progetto agrifamily center per le lavoratrici agricole fa vincere la categoria noi per il sociale a Milena Pepe dell’azienda vitivinicola Tenuta Cavalier Pepe di Sant’Angelo All’Esca (Avellino). Infine, vince la categoria sostenibilità Antonio Della Rocca dell’azienda agricola Fattoria della Rocca di Caiazzo (Caserta), che ha realizzato un omogeneizzato per neonati a basso colesterolo e senza conservanti a base di carne marchigiana Igp e olio extravergine. A fare da madrine al premio sono state Veronica Barbati, delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, e Claudia Sorbo, neodelegata regionale della Campania.

L’Oscar Green è stato preceduto dal convegno “Agricoltura e innovazione nelle aree protette”. Ne hanno discusso Alberto Fortelli, ricercatore in Scienze della Terra dell’Università Federico II di Napoli, il presidente Parco del Matese Vincenzo Girfatti, il presidente Camera di Commercio di Caserta Tommaso De Simone, la delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati. Le conclusioni saranno affidate a Sonia Palmeri, assessore al Lavoro Regione Campania, e Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale Coldiretti. In sala trecento giovani agricoltori provenienti da tutta la regione, che partecipano alla giornata conclusiva di AgriCampus, terza edizione del raduno regionale delle nuove leve della Campania.

 

MASSA CARRARA, LUNIGIANA INVASA DA CINGHIALI, COLDIRETTI IN PRESSING SU UNIONE 

Raccolti rovinati, aziende agricole danneggiate e problemi anche alla sicurezza personale che rendono la situazione sempre più insostenibile. La lettera denuncia di tre agricoltori di Terrarossa, nel Comune di Licciana Nardi (Ms) riporta in cima all’agenda delle emergenze la presenza-invasione dei cinghiali in Lunigiana. Un’emergenza che non sembra trovare una soluzione definitiva nonostante i numerosi solleciti, azioni, tavoli tecnici e le inconsistenti battute speciali per ridurre la popolazione laddove la presenza dei cinghiali fuori controllo. Il proliferare dei cinghiali è diventata negli ultimi anni una delle principali cause del progressivo spopolamento delle aree montane.

Causa che Coldiretti tornerà a ricordare anche in occasione dell’incontro sollecitato all’Unione dei Comuni dopo la missiva dei tre agricoltori. “L’impegno e le azioni messe in campo fin qui – spiega Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Massa Carrara – non stanno producendo gli effetti sperati che sono quelli di una progressiva riduzione del numero di cinghiali in Lunigiana. Il problema è ancora più marcato laddove ci sono aree protette dove i cinghiali si rifugiano. E’ altrettanto evidente che tutto quello fatto, fino ad oggi, non sta funzionando.

E che i danni continuano ad essere all’ordine del giorno. La sicurezza nelle aree rurali e urbane è a rischio per il loro proliferare con l’invasione di campi coltivati, centri abitati, strade ed anche autostrade dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone. I risarcimenti non possono e non devono essere la soluzione. Noi non lo accettiamo. Al Presidente dell’Unione dei Comuni chiederemo – conclude Fantini – di attivare tutte le misure oggi previste per tutelare le imprese agricole e la sicurezza della collettività”.

 

PISTOIA: STRADE DI MONTAGNA ROTTE. GRAVI CONSEGUENZE PER LE AZIENDE AGRICOLE 

Calo di fatturato immediato, con ripercussioni sul flusso turistico futuro. La montagna pistoiese è interessata in contemporanea da tre emergenze sulle strade, che danneggiano residenti, turisti e attività economiche a cominciare dalle aziende agricole e agrituristiche, che spesso svolgono la propria attività ben oltre i 1000 metri di quota.

A creare disagi sono la statale Porrettana, la Cutigliano-Melo-Doganaccia e la Strada provinciale 20. “Una situazione grave, che pregiudica le tante iniziative e investimenti in montagna –commenta Coldiretti Pistoia-. Ribadiamo l’invito a tutte le Istituzioni di attivarsi perché trovino una soluzione efficace per effettuare gli interventi necessari alla viabilità”.

Bastano pochi dati forniti dalle nostre aziende agricole–spiega Coldiretti Pistoia- a esemplificare una realtà pesante: le attività lungo la Porrettana denunciano un calo di fatturato del 30/40%. La statale 64 che collega Pistoia a Bologna è interrotta da mesi e ne soffrono le aziende delle località attraversate della strada: Pavana, La Cugna, Signorino, ecc. nei comuni di Pistoia e di Sambuca P.se (situazione analoga per il versante bolognese).

È chiuso anche il ponte dei Mandrini, situato lungo la Sp20, sopra Pian di Novello, nel comune di Abetone-Cutigliano. Il calo di traffico si riflette sull’attività delle aziende agricole.

Da tempo perdurano i disagi della mancata manutenzione della strada Cutigliano-Melo-Doganaccia, dove vige il limite di velocità di 30 km orari. Anche guidando con tutte le precauzioni del caso rimane una strada pericolosa: mancanza di guard rail, e manto stradale in condizioni precarie creano di frequente danni ai veicoli. Solo considerando la località il Melo, sono 100 i residenti che rischiano di rimanere isolati e una decina di aziende agricole (molti gli agriturismi) che perderanno clientela (chi torna in un luogo dove si arriva solo ‘scansando’ buche?).

 

PUGLIA, PROROGA EMBARGO RUSSO COSTA 160MLN AD AGROALIMENTARE PUGLIESE 

Le esportazioni dell’agroalimentare pugliese in Russia hanno perso oltre 160milioni di euro in 5 anni, a causa dell’embargo totale sancito dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, dopo la decisione del Consiglio europeo di estendere di altri sei mesi le sanzioni economiche alla Russia per la guerra in Ucraina. Una decisione che porterà molto probabilmente alla rinnovo dell’embargo deciso da Putin come ritorsione quasi 5 anni fa.

“Si registra un crollo del 78% in valore dell’agroalimentare esportato, passato da 55 milioni di euro nel 2014 ad 11 milioni di euro nel 2019. La specializzazione strutturale dell’agricoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente – aggiunge Coldiretti Puglia – di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive. Un blocco dell’export, dunque, molto dannoso per la Puglia”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il dato è confermato anche da Ismea, aggiunge Coldiretti Puglia, che segnala la forte battuta di arresto dell’export a causa dell’embargo russo per alcuni settori chiave come frutta fresca, carni, latte e derivati, penalizzando fortemente prodotti come uva, mele, kiwi, pesche, formaggi freschi e stagionati, carni bovine, prodotti spesso legati ad aree circoscritte come Puglia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Puglia e Lazio, per le quali il danno economico è ancora più rilevante.

All’azzeramento della spedizione di questi prodotti agroalimentari Made in Italy in Russia e alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni si sommano – sottolinea la Coldiretti – quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.  Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo poiché ancora una volta il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.

Nei supermercati russi si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone. A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata però solo l’industria russa, ma – riferisce la Coldiretti – anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin.  In Russia – precisa la Coldiretti – è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina.

Il rischio – continua la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre, in altri, sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.

 

SARDEGNA, SULL’AMERIGO VESPUCCI LE ECCELLENZE AGRICOLE SARDE DI C.A. 

Il vin honneur che si terrà sabato sera per dare il benvenuto al veliero Amerigo Vespucci a Cagliari vedrà protagonisti i prodotti rigorosamente locali garantiti da Campagna Amica. Promosso dal Contrammiraglio Enrico Pacioni e dal comandante della nave scuola Amerigo Vespucci capitano di vascello Stefano Costantino, sul veliero più bello del mondo, nel capoluogo sardo da ieri fino a domenica, salperanno domani pomeriggio i prodotti agricoli sardi grazie alle imprenditrici agricole di Coldiretti Donne Impresa Sardegna.

Ci saranno i vini delle cantine di Dolianova, Santadi e Piero Mancini, i salumi della Cooperativa La Genuina, i formaggi e la ricotta della Cooperativa pastori Dorgali, e la frutta della cooperativa produttori di Arborea e dell’Orto di Eleonora e il supporto dell’agriturismo Santu Marcialis di Soleminis. Una vetrina di prestigio dunque per i prodotti di stagione e a km0 di Campagna Amica.

 

CUNEO, BIRRIFICI ARTIGIANALI, UN CUNEESE GUIDA IL NUOVO CONSORZIO DI TUTELA 

Estate è sinonimo di birra fresca, meglio se artigianale. Ed ecco che, con l’inizio dell’estate 2019, arriva il Consorzio a tutela della birra artigianale Made in Italy che garantisce l’origine delle materie prime, dal luppolo all’orzo, e la lavorazione contro la proliferazione di finte birre artigianali e l’omologazione dei grandi marchi mondiali.

È quanto spiega Coldiretti in occasione della nascita del primo Consorzio Birra Italiana per la tutela e la promozione della birra artigianale italiana. Tra i fondatori c’è il cuneese Teo Musso, titolare del birrificio agricolo Baladin e oggi Presidente del Consorzio Birra Italiana.

Il Consorzio si pone l’obiettivo di raccontare e promuovere, in Italia ed all’estero, la qualità delle materie prime e delle birre artigianali italiane, vero elemento di distinzione e di legame con il territorio favorendo le coltivazioni di orzo e luppolo, principali materie di base per la preparazione della popolare bevanda.

Il Consorzio sostiene i birrifici nel reperimento di materia prima italiana, da filiera tracciata e garantita con gli associati che si impegnano ad utilizzare nelle loro produzioni almeno il 51% di materia prima italiana. Il successo delle birre nazionali ha già favorito anche la produzione del malto italiano salita fino a 80 milioni di chili nel 2018. 

Sul territorio piemontese sono oltre 50 i birrifici artigianali e la produzione di orzo italiano per la filiera della birra rappresenta un’opportunità per la nostra agricoltura. “Un’opportunità – commenta Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo –  che viene sempre più recepita dai giovani agricoltori che vedono nella produzione di birra nuovi interessanti scenari. È un’ulteriore conferma del fatto che gli accordi di filiera sono strumenti essenziali per difendere la produzione, garantire un utilizzo sostenibile del territorio, valorizzare la distintività e assicurare la giusta distribuzione del valore”.

“La domanda sempre crescente di birre agricole sta rivoluzionando il settore, in cui il consumatore pone attenzione all’origine delle materie prime e alla ricerca di sapori unici e particolari che solo una birra artigianale può garantire – conclude Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Cuneo -. Auspichiamo che sul nostro territorio cresca il numero delle imprese concretamente disponibili a creare queste sinergie per poter ampliare l’offerta della birra 100% Made in Cuneo”.

 

MASSA CARRARA, IL CINIPIDE TORNA A FAR PAURA: COLDIRETTI CHIEDE TAVOLO TECNICO 

Il cinipide, l’insetto killer che arriva dalla Cina, torna a far paura in Lunigiana. A lanciare l’allarme è il Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione del Castagno e del Miele di Tresana. Una preoccupazione raccolta da Coldiretti, sempre in prima linea, che invoca la necessità urgente di attivare un tavolo tecnico dell’Unione dei Comuni per fare il punto e valutare le necessarie contromisure per scongiurare una nuova drammatica annata senza castagne e prodotti connessi. E’ di alcuni giorni fa la nota della Regione Toscana che confermava una recrudescenza degli attacchi del cinipide al castagno.

Arrivato dalla Cina intorno al 2010, il cinipide era stato contrastato per anni con l’immissione del suo antagonista naturale, anch’esso originario della Cina, il torymus sinensis. La lotta biologica, attivata con oltre un migliaio di lanci su gran parte del territorio regionale, aveva dato risultati molto positivi al punto che il cinipide era rientrato in una condizione di presenza minimale e stabile in equilibrio con l’antagonista appositamente immesso. “Chiediamo all’Unione dei Comuni – spiega Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Massa Carrara – di aprire con estrema rapidità un tavolo tecnico per verificare se anche sul territorio lunigianese in particolare, e come denunciato dal comitato anche a Tresana, ci sia stata una proliferazione inaspettata del cinipide. E’ necessario fare presto ed agire con rapidità perché siamo alla soglia di un momento della stagione molto importante per i castagni”. L’immissione dell’antagonista thorimus aveva contenuto, fino ad oggi, la presenza del cinipide riportando la produttività dei castagni a livelli accettabili. La sua ricomparsa mette nuovamente tutto in discussione: “questa sarà una battaglia di trincea – conclude Fantini – da portare avanti con grande pazienze, presenza e studi. La Toscana dei castanicoltori, degli apicoltori, della filiera corta e della ristorazione non si possono permetterci altre annate nere”.

 

SICILIA, FIERA AGRICOLA MEDITERRANEA I GIOVANI SCELGONO IL COMPARTO ZOOTECNICO 

“Ancora una volta la Fiera agricola mediterranea mostra i primati raggiunti dal comparto zootecnico siciliano”. E’ il commento di Francesco Ferreri, presidente regionale Coldiretti alla   kermesse di Modica. 

“Coldiretti – aggiunge il presidente Ferreri – in questa manifestazione così importante è presente con numerosi allevatori delle razze bovine diventate il centro produttivo di qualità dell’Isola.  La fiera di Modica- aggiunge – rappresenta una vetrina importante soprattutto per i giovani che scelgono l’allevamento coniugando tradizione e innovazione”. 

Un dato questo confermato da Marco Gallone, presidente nazionale Anacli (Associazione Nazionale Allevatori delle razze bovine Charolaise e Limousine Italiane) e dal vice presidente nazionale, il ragusano Emanuele Nobile. Alla prima giornata della Fiera ha partecipato anche il direttore Aia (associazione italiana allevatori) Roberto Maddè.    

All’inaugurazione erano presenti i dirigenti della Coldiretti di Ragusa con il direttore a Calogero Maria Fasulo che ha sottolineato come “la fiera di Modica sia un altro momento di testimonianza dell’impegno e passione degli allevatori che oggi, grazie al grande lavoro genetico, continuano a raccogliere i migliori risultati anche a livello nazionale”.

 

PUGLIA, CALDO: DA MOSCERINI SUZUKII A CIMICE ASIATICA, INVASIONE VIRUS ALIENI 

Con il caldo improvviso si sta verificando una vera invasione di sciami di moscerini della frutta che si stanno moltiplicando, mentre in campagna si contano i danni sui frutti. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia, per l’invasione dei moscerini della frutta (Drosophila suzukii Matsumura), arrivati solo recentemente in Italia, probabilmente portati con le merci provenienti dall’Estremo Oriente. “Hanno colpito le ciliegie in maturazione e si stanno vedendo oggi gli effetti sui frutti raccolti.  L’invasione di virus e insetti alieni impone una strategia complessiva della Regione Puglia contro le numerose e incontenibili malattie delle piante che arrivano in Puglia attraverso le frontiere colabrodo dell’UE che, sia improntata su una tempestiva quanto efficace azione di prevenzione e contenimento, per non mettere a repentaglio il patrimonio arboreo e produttivo pugliese, già messo seriamente a dura prova”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Il moscerino causa danni gravi e irreversibili su diverse specie produttrici di frutta con buccia sottile come ciliegie, fragole e l’uva nei vigneti, rileva Coldiretti Puglia, si sta diffondendo indisturbato in assenza di efficaci antagonisti naturali ed è già stato individuato in 12 regioni italiane e in 13 Paesi europei.

“In provincia di Bari, BAT, Lecce, Taranto e Brindisi, secondo le rilevazioni degli ultimi mesi di BugMap, è stata segnalata la presenza della cimice asiatica – aggiunge il presidente Muraglia – particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili, col rischio di compromettere seriamente parte del raccolto. La Puglia non può permettersi l’invasione di altri virus alieni, dopo la ‘tristeza’ degli agrumi, il punteruolo rosso, fino ad arrivare alla Xylella fastidiosa”.

L’arrivo di fitopatologie, parassiti e virus provenienti da altri continenti è favorito dall’intensificarsi degli scambi commerciali, attraverso i quali arrivano in Puglia, dove trovano un habitat favorevole a causa dei cambiamenti climatici, aggiunge Coldiretti Puglia.

“Se la Xylella fastidiosa, che sta facendo strage di ulivi nel Salento proviene dal Costa Rica, il punteruolo rosso che ha letteralmente falcidiato le palme secolari pugliesi è originario dell’Asia sudorientale e della Melanesia. Inoltre, la Puglia convive da anni con una virosi, l’alter ego della Xylella fastidiosa con le dovute differenze – di cui si parla poco, nonostante sia altrettanto virulenta. La ‘Tristeza’ degli agrumi, causata dal Citrus Tristeza Virus (CTV) proveniente dall’Asia Minore, appartenente al gruppo dei Closterovirusche, per cui nostri agricoltori sono costretti ad esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. I controlli in uscita sui prodotti agricoli pugliesi non sono altrettanto pressanti e stringenti su piante e prodotti esteri con un danno incalcolabile per l’agricoltura pugliese”, conclude il presidente Muraglia.

 

PIEMONTE, AGRICOLTURA SOCIALE: BENE IL DECRETO DOPO 4 ANNI DI ATTESA 

L’agricoltura diventa protagonista di un nuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona soprattutto nelle aree rurali. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’attesa pubblicazione, sul sito del Ministero dell’Agricoltura, del decreto che definisce i requisiti minimi e le modalità previste all’articolo 2, comma 1, della legge 141/2015 sull’agricoltura sociale.

Lungo tutta la Penisola, nelle aree rurali come in quelle periurbane ci sono migliaia di realtà molto diversificate che, dopo una attesa di quattro anni dalla legge, avranno un punto di riferimento per le proprie attività in ambito sociale.

Il Decreto chiarisce che le aziende agricole in forma singola o associata e le cooperative sociali, il cui reddito da attività agricola debba essere superiore al 30% del totale, possono essere riconosciute come soggetti che erogano servizi di agricoltura sociale.

“Una svolta epocale – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –  con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona. Agricoltura sociale, infatti, vuol dire parlare di produzioni e di economia creando valore economico da ridistribuire in valore sociale. In Piemonte ci sono più di 300 imprese di Campagna Amica impegnate in progetti di agricoltura sociale, oltre a numerose cooperative che danno possibilità lavorative a quella parte di popolazione svantaggiata e a rischio emarginazione. C’è chi si occupa di persone con problemi di dipendenza, oppure chi si dedica all’ortoterapia, all’ippoterapia e ad altre attività con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ci sono realtà che seguono il reinserimento sociale oppure che puntano allo sviluppo di un’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità. L’agricoltura sociale, quindi, è la punta più avanzata della multifunzionalità che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini”.

 

PISTOIA, NUOVO FURTO NEI VIVAI: 1200 PHOTINIE SCOMPARSE ALLE PORTE DI PISTOIA 

È il momento buono per sradicare le photinie ed invasarle. Ed è quello che hanno fatto un gruppo di ladri alle porte di Pistoia (Ferruccia di Agliana), che hanno portato via ‘un campo di calcio’ di photinie, 1200 pezzi della regina delle piante da siepe. Continua lo stillicidio di furti nei vivai della piana pistoiese. L’ultimo episodio è accaduto la notte scorsa, il furto è stato regolarmente denunciato alle forze dell’ordine.

“La perdita per l’impresa agricola è immediato, ma anche prospettico –commenta Coldiretti Pistoia-. Le piante, già alte fino a 25 centimetri erano destinate a stare in campo per altri 2 o 3 anni, prima di essere messe in vendita”. “Con che spirito le vado a ripiantare ora? –spiega Alessandro Caramelli, il vivaista della rete Coldiretti che ha subìto il furto-. Con il timore che me le riportino via di nuovo? Ci vuole coraggio a ripiantare un campo sradicato: altri soldi per comprare le nuove talee e tanto ulteriore lavoro per piantare”.

“I furti nei vivai pistoiesi sono fenomeno delittuoso non occasionale –spiega Coldiretti Pistoia. Lo confermano anche i risultati delle indagini delle forze dell’ordine che hanno evidenziato come i furti siano sistematici e organizzati da ‘professionisti’, che sanno quando e dove colpire”.

“Ringraziamo per l’impegno prefettura e forze dell’ordine per la loro attività investigativa e di coordinamento –commenta Coldiretti Pistoia-. Il nostro allarme è stato recepito e l’opera intrapresa dalle istituzioni, a cui collabora il mondo produttivo, sta dando frutti, ma ancora non basta. Occorre andare avanti, consapevoli che la criminalità in agricoltura è un fenomeno vasto ed in crescita”.

 

MASSA CARRARA, PESCATURISMO: RISORSE PER DIVERSIFICARE ATTIVITA’ 

Parola d’ordine: diversificare. Non solo più e soltanto pesca, il futuro per i pescatori del Mar Tirreno, sarà la diversificazione o la multifunzionalità. Come? Attraverso attività secondarie collegate alla tradizionale pesca come la ristorazione, il pescaturismo, la didattica fino agli investimenti per rendere più efficiente e moderna l’attività a bordo rendendola sostenibile e più rispettosa dell’ambiente.

Sono alcune delle attività previste dal bando “Flag Alto Tirreno” mette a disposizione dei pescatori risorse per finanziare gli investimenti che contribuiscono alla diversificazione del reddito tramite lo sviluppo di azioni complementari correlate, come anticipato, all’attività principale della pesca. Lo rendono noto Impresa Pesca Coldiretti che ha organizzato, al fine di illustrare le possibilità di pescatori, un incontro pubblico di presentazione in programma martedì 25 giugno (dalle ore 10.30) presso la sede della Camera di Commercio di Massa Carrara a Carrara (Ms). Il bando scade alle ore 13.00 del 20 luglio 2019.

 

PARMA, BIRRA CONTADINA: NATO IL CONSORZIO BIRRA ARTIGIANALE MADE IN ITALY 

Con l’arrivo dell’estate arriva il primo Consorzio della birra artigianale Made in Italy che garantisce l’origine delle materie prime, dal luppolo all’orzo e la lavorazione artigianale. Lo comunica Coldiretti che ha presentato a Roma presso Palazzo Rospigliosi, il primo Consorzio Birra Italiana per la tutela e la promozione della birra artigianale italiana. Scopo del Consorzio la valorizzazione della filiera produttiva locale, creando un rapporto più solido tra la bevanda artigianale e le materie prime, tra i piccoli produttori di birra ed i coltivatori di orzo, luppolo e altre materie prime complementari.

All’incontro a Roma ha partecipato anche Chiara Tarana fondatrice del Birrificio Turris a Borgotaro, che ha dato vita ad una gamma di birre, di diverse tipologie, accomunate dalla volontà di rimarcare anche nelle denominazioni il riferimento all’origine agricola italiana del prodotto, alla terra e all’agricoltura, tra cui “ ad esempio “Castagne” e “Primo taglio” e una “Free shop” realizzata con il luppolo fresco italiano, coltivato dal fratello Alessandro nell’azienda agricola sita nella bassa parmense.

Chiara Tarana è, all’interno della vita organizzativa di Coldiretti, componente del Forum Coldiretti Donne Impresa Parma, Vicepresidente della sezione Coldiretti di Borgotaro (PR) e aderisce al circuito di Campagna Amica.

 

BASILICATA, PRIMO ACCORDO FILIERA DI “IO SONO LUCANO” CONTRO LA CRISI 

Presso lo stabilimento di Spesi’ di Policoro (Matera), è stato chiuso il primo accordo di filiera tra Coldiretti Basilicata e Spesi’ per il settore dell’ortofrutta che sta attraversando una grave crisi commerciale, dopo aver subito anche ingenti danni dalle ultime dannose ed eccezionali attività atmosferiche, attraverso il progetto promosso da Coldiretti Basilicata, denominato “Io sono lucano”. Spesi’ acquisterà a prezzi giusti l’ortofrutta dell’area Metapontina della filiera “Io sono lucano”, promossa dalla confederazione agricola lucana a cui aderiscono più di 2 mila aziende dei vari settori agricoli e in gran parte ortofrutticoli.

“Certo non è la soluzione totale al problema –  dichiarano Antonio Pessolani e Aldo Mattia, presidente e direttore di Coldiretti Basilicata – ma è l’inizio di un percorso che può tentare pragmaticamente di combattere la crisi commerciale che attanaglia in particolare modo la coltura delle drupacee. Fatti e non chiacchiere lo slogan di Coldiretti, gli agricoltori hanno bisogno di risposte immediate e non inutili e dannose speculazioni sulle disgrazie che cadono sulla loro testa. L’accordo con Spesì è la dimostrazione che se si lavora con serietà, evitando di fare sterili chiacchiere, si può dare una risposta concreta”. Nei prossimi giorni Coldiretti Basilicata chiuderà in nome e per conto degli oltre 2 mila aderenti agli accordi di filiera, altri accordi per i diversi settori agricoli, anch’essi bisognosi di risposte come il settore ortofrutticolo.

 

PADOVA: DISTRUTTE DAI VANDALI 200 VIGNE DI PROSECCO A SAN PIETRO VIMINARIO 

Grave atto vandalico ai danni di un vigneto a San Pietro Viminario. Nei giorni scorsi degli ignoti hanno tagliato alla base oltre 200 vigne di prosecco. Si tratta di piante di tre anni di età, con i grappoli ormai in fase di maturazione, un grave danno per l’azienda agricola proprietaria. Un’amara sorpresa per Mattia e Melissa Fortin, titolari dell’omonima azienda agricola: ci sono interi filari da buttare e una parte importante della produzione di questo e dei prossimi anni è irrimediabilmente compromessa. 

“Ci siamo accorti del danno quando siamo entrati in vigneto per alcune lavorazioni» racconta la giovane Melissa, che alterna gli studi universitari al lavoro in azienda «e abbiamo visto decine e decine di vigne tagliate di netto a circa 20-30 centimetri dal terreno. Un lavoro sistematico che ha interessato un’area di circa 4 mila metri quadrati e distrutto quasi 1000 metri di vigneto. Su alcune vigne i vandali si sono letteralmente accaniti, recidendole in più punti, come per assicurarsi che ormai la pianta fosse irrecuperabile. Speriamo di poter salvare qualche vigna ma temiamo che la stragrande maggioranza dovrà essere estirpata e reimpiantata. Da un primo calcolo il danno, tra le piante perse, la mancata produzione e i costi da affrontare, ammonta a 5-6 mila euro”. 

L’imprenditore ha sporto denuncia ai carabinieri della stazione di Tribano, i quali hanno subito eseguito un sopralluogo in vigneto. «Sinceramente non abbiamo idea di chi possa aver compiuto un simile gesto» continua Mattia Fortin «probabilmente hanno agito di notte e hanno raggiunto il vigneto attraverso un campo di grano, in cui si nota una specie di corridoio. Finora non abbiamo mai avuto problemi del genere ma abbiamo sentito che in zona ci sono stati altri danneggiamenti, però non di queste dimensioni. Siamo amareggiati e preoccupati, ma saremo anche molto vigili». 

Piena solidarietà all’agricoltore da Coldiretti Padova, che condanna il gravissimo gesto, auspicando che i responsabili vengano individuati. «Siamo vicini a Fortin e alla sua azienda – afferma Matteo Rango, presidente della sezione locale di Coldiretti nonché leader dei giovani agricoltori padovani – messa a dura prova da questa vigliaccata. Mi chiedo chi possa trovare il coraggio di tagliare e quindi condannare a morte delle vigne, distruggendo un’intera coltivazione. E’ un gesto ignobile e ci auguriamo che i responsabili vengano individuati. All’amico Mattia va tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno per superare questo momento difficile. 

Purtroppo in questa zona nelle ultime settimane si sono già registrati almeno altri due tre episodi simili, sempre ai danni di vigneti» aggiunge Rango «non vigne tagliate, anche se non in questa quantità. Qualche anno fa, lo ricordiamo, a Galzignano, non molto lontano da qui, venne preso di mira più volte un vigneto, rovinato per 4 mila metri quadrati con massicce dosi di diserbante. Non possiamo subire in silenzio simili nefandezze e invitiamo gli agricoltori a denunciare subito ogni movimento sospetto e a prestare la massima attenzione. 

Dispiace che anche nelle nostre campagne serpeggi e si manifesti questo odio verso l’agricoltura» conclude il delegato dei giovani Coldiretti «e ci si accanisca su delle piante preziose come le nostre vigne. Chi compie questi gesti è un nemico dell’ambiente e della nostra terra, è una persona che non compre appieno che le conseguenze del suo gesto vanno oltre al danno contingente alla singola azienda agricola ma ricadono sull’intero territorio. Dobbiamo far capire a questa gente che stanno rischiando grosso e saremo pronti a fornire alle forze dell’ordine ogni utile informazione per prevenire altri atti così vili». 

 

CAMPANIA, CLAUDIA SORBO NUOVA DELEGATA REGIONALE GIOVANI IMPRESA 

È Claudia Sorbo la nuova delegata regionale di Coldiretti Giovani Impresa Campania. Prende il testimone da Veronica Barbati, l’imprenditrice agricola irpina divenuta delegata nazionale del movimento giovanile di Coldiretti. Trent’anni, casertana, Claudia Sorbo è già una dirigente dell’organizzazione agricola. Oltre al ruolo provinciale di delegata dei giovani, è consigliere della Camera di Commercio di Caserta e responsabile di Donne Impresa Caserta. Dopo la laurea in Matematica all’Università di Caserta, ha deciso insieme al fratello Salvatore quattro anni fa di creare da zero l’azienda agricola Villa Sorbo a Galluccio, dove produce con metodo totalmente biologico olio extravergine, vino, miele e grano. È socia della rete Campagna Amica, partecipando stabilmente ai mercati in vendita diretta degli agricoltori con i propri prodotti.

L’elezione è avvenuta questa mattina in occasione di AgriCampus, la due giorni annuale che i giovani di Coldiretti della Campania dedicano all’approfondimento dei temi di attualità e alla celebrazione del premio Oscar Green, prevista domattina. L’assemblea, aperta dai saluti del presidente di Coldiretti Caserta Manuel Lombardi e della leader nazionale Veronica Barbati, ha visto la partecipazione del vicepresidente nazionale di Coldiretti Gennarino Masiello. A consegnare il mandato a Claudia Sorbo, oltre all’uscente Barbati che è anche delegata della provincia di Avellino, c’erano il delegato di Benevento Rino Corbo, il delegato di Napoli Domenico Sabatino e la delegata di Caserta Ida Corrado. Presenti il direttore regionale Salvatore Loffreda, il direttore provinciale di Caserta Angelo Milo e di Benevento Michele Errico.

Ai giovani il presidente Masiello ha rivolto un accorato appello a tenere con forza le redini dell’organizzazione, guidandola nel cambiamento con coraggio e soprattutto con proposte. La neodelegata Claudia Sorbo, nel suo discorso di insediamento, ha tenuto a sottolineare la volontà di proseguire nel lavoro di rafforzamento del movimento giovanile, annunciando iniziative e presenza costante su tutto il territorio regionale.

 

ANCONA, SOROPTIMIST, AZIENDE IN ROSA CHE SPOSANO BIOLOGICO E SOSTENIBILITÀ 

“Oltre 7500 aziende nelle Marche sono condotte da donne e mi piacerebbe che la nostra regione possa diventare un punto di riferimento per il protagonismo nell’impegno sociale ed economico in agricoltura. Far incrociare Soroptimist e Coldiretti è stata una bella intuizione che ci consentirà di sviluppare insieme tanti progetti. Oggi più che mai l’agricoltura è il settore che da risposte sociali a problemi reali: sull’occupazione, sull’ambiente ma anche sulla parità di genere”. Sono le parole di Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche al termine del convegno dal tema “Donne, protagoniste di un nuovo modello di sviluppo sostenibile” che si è tenuto oggi (sabato 22 giugno) a Belvedere Ostrense all’interno dell’agriturismo La collina dei cavalieri. Appuntamento, moderato dalla giornalista Agnese Testadiferro, durante il quale è stata presentata la rete C&C, Cultura & Coltura. Un progetto ideato dal Soroptimst che ha poi coinvolto la Coldiretti: una rete di donne imprenditrici agricole che attraverso il loro lavoro diventano ambasciatrici della tutela ambientale, della sostenibilità, dell’emancipazione femminile. “Le donne in agricoltura hanno una posizione significativa ma spesso invisibile – ha detto l’assessore regionale alla Pari Opportunità, Manuela Bora – nonostante siano poi ruoli di primo piano e questo non solo per le capacità organizzative ma anche per lo spirito di sacrificio. Non è un caso se un quarto della popolazione mondiale è rappresentato da donne rurali”. Sono tre le imprenditrici agricole che rappresenteranno la provincia anconetana all’interno della rete: Laura Gioacchini, che nella sua Osimo produce specie antiche di ortaggi, Laura Nolfi che coltiva canapa e produce birra a Senigallia e Luana Rocchi, la padrona di casa dell’agriturismo che ha ospitato il convegno. Il progetto C&C è nato in occasione dell’Expo milanese ma è dalle Marche che è partita la collaborazione tra Coldiretti e Soroptimist. Patto che ora si è ampliato al piano nazionale “perché – ha detto Francesca Gironi, delegata di Coldiretti Donne Impresa Marche – c’è una visione comune. Siamo orgogliose di questo accordo che accende i riflettori sulle tante donne agricole, cresciute esponenzialmente grazie alla legge sulla multifunzionalità in campagna che ha permesso alle aziende di poter spaziare a tante altre attività, oltre alla produzione di cibo. Insieme a Soroptimist possiamo portare un esempio di positività”. Per Anna Maria Perdon, presidente del Soroptimist di Ancona, si tratta di “una collaborazione che parte da principi comuni tra noi e Coldiretti: l’elevazione della condizione della donna, l’educazione alimentare, la lotta allo spreco”. Nel corso del convegno sono intervenuti anche Maria Grazia Silvestri (referente nazionale Progetto di rete C&C) Elisabetta Montesissa (vicedirettore della Fondazione Campagna Amica), Bruno Garbini (presidente Arca Benefit), Gianna Ferretti (Docente Medicina e Chirurgia, Università Politecnica delle Marche), Silvia Bosco (coordinatrice nazionale Coldiretti Donne Impresa) e Floriana Fanizza (responsabile nazionale Coldiretti Donne Impresa).

 

VENETO/VENEZIA, ORA EDUCAZIONE ALIMENTARE A SCUOLA: 10MILA BAMBINI GIA’ PRONTI 

“Dopo l’educazione civica anche quella alimentare può rientrare nell’orario scolastico”. E’ stato detto oggi a Mestre all’Università Ca’ Foscari durante il focus di Coldiretti Veneto sulla dieta mediterranea organizzato dai movimenti Giovani e Donne Impresa con Federpensionati. Sull’importanza della corretta alimentazione a cominciare dai più piccoli hanno convenuto i relatori intervenuti: Stefania Maggi, presidente della Fondazione Dieta Mediterranea e dirigente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Roberto Volpe medico ricercatore dello stesso ente, Maria Teresa Nardi responsabile del servizio di dietetica e nutrizione clinica Iov di Padova.

Ognuno nel suo ruolo è riuscito ad approfondire il tema della salute sotto vari aspetti: quello delle mode, dei falsi miti, delle nuove malattie, dell’importanza dell’attività fisica. Il Veneto, terra di campioni sportivi, della forte tradizione contadina, di un patrimonio agroalimentare ai vertici del Made in Italy, fa i conti con un grande numero di casi di obesità già in età giovanile. Nella regione forte di una legge, la prima in Italia, cosiddetta del km zero, promossa da Coldiretti e sostenuta dai cittadini, pur senza decreti applicativi dalla sua approvazione, il consenso della ristorazione collettiva e di quella privata è sempre alto. Lo testimoniano i menù adottati con criteri stagionali e con prodotti di origine locale in molti ristoranti e negli ospedali. Anche i distributori automatici sono riforniti di merendine come lo snack delle Dolomiti e il Kodinzon, specialità delle cooperative di Belluno.

La buona volontà dei promotori del Forum Interregionale giunto alla terza edizione, però non basta. Gianluca Fregolent della Direzione Agroalimentare della Regione Veneto ha evidenziato le numerose possibilità di diffusione che con un sistema coordinato si possono conseguire dalle iniziative ministeriali fino ai bandi del Programma di Sviluppo Rurale. 

Nonostante i numeri realizzati dal progetto di educazione alla Campagna Amica: 10mila alunni, 360 classi e 150 istituti, le azioni formative, didattiche, nei mercati con le tutor della spesa o nelle fattorie per insegnare la tipicità, il cibo giusto, anche attraverso il gioco, c’è ancora molto da fare – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Veneto Pietro Piccioni.  L’obiettivo è raddoppiare, triplicare i numeri con il supporto del Ministero dell’Istruzione che può prevedere tra le materie da studiare anche l’educazione alimentare. “Su questo scatta ora il prossimo impegno” – ha concluso il Presidente nazionale dei Senior Giorgio Grenzi applaudito da una platea di 250 imprenditori arrivati da ogni provincia all’ateneo di Via Torino e salutati alla fine dal Presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla.

 

LIGURIA; AGRICOLTURA SOCIALE: DOPO 4 ANNI DI ATTESA ARRIVA IMPORTANTE DECRETO 

Dall’ortoterapia alla pet therapy, dall’agri-asilo agli orti sociali: nuovi modelli socioeconomici, che hanno come protagonista indiscusso l’agricoltura e il suo ruolo nel mondo del welfare, dove entra con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili della società, che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona. In Liguria grande slancio a questo genere di attività può arrivare dalla misura dell’attuale PSR dedicato al sostegno per la diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale, aperta fino al prossimo 31 luglio.

È quanto riporta Coldiretti Liguria nell’esprimere apprezzamento per l’attesa pubblicazione sul sito del Ministero dell’agricoltura del decreto che definisce i requisiti minimi e le modalità previste all’articolo 2, comma 1, della legge 141/2015 sull’agricoltura sociale. Il Decreto chiarisce finalmente che le aziende agricole in forma singola o associata e le cooperative sociali il cui reddito da attività agricola sia superiore al 30% del totale, possono essere riconosciute come soggetti che erogano servizi di agricoltura sociale. Le attività riconosciute a favore delle cosiddette fasce deboli vanno dall’inclusione di persone con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare), ortoterapia, ippoterapia e altre attività con disabili fisici e psichici di diversa gravità, fino ad attività che seguono il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata, ecc.) oppure che puntano allo sviluppo di un’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (agriasilo, orti per gli anziani, ecc.).

 “È un nuovo ruolo – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – che può essere assegnato all’azienda agricola dove, attraverso l’agricoltura, si riescono a fornire opportunità e servizi alle fasce più deboli della società, alla loro inclusione arrivando in alcuni casi anche all’inserimento lavorativo. Le nostre comunità rurali sono da sempre aperte all’inclusione: la vita in campagna è idonea a garantire contesti più naturali ed accoglienti, ricchi di stimoli per dare alle fasce a rischio di emarginazione le migliori possibilità di crescita e di integrazione. È per questo che molte aziende e cooperative liguri cercano da sempre di portare avanti progetti di questo genere, progetti che ora possono trovare un valido sostegno anche dalla misura 16.9 del PSR, attualmente aperta. Tuttavia a poco sarebbero serviti i finanziamenti senza il riconoscimento, a livello nazionale, di questa forma di attività, che rappresenta il segno della massima multifunzionalità che un’azienda può avere. Il decreto quindi è una svolta importante che riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona”.

 

VENETO, LO SNACK DELLE DOLOMITI NELLA DIETA MEDITERRANEA 

Lo snack delle Dolomiti oggi protagonista del Forum di Coldiretti Veneto sulla dieta mediterranea. Insieme alla barretta energetica bellunese Kodinzon, i due prodotti bellunesi sono stati presentati oggi come tipicità ideali da inserire nei distributori automatici di scuole e ospedali del Veneto. Non solo, il campione mondiale di origine polesano di braccio di ferro, Ermanno Marangon, ha testimoniato la sua passione per il prodotto invitando i presenti a consumarlo oltre che a introdurlo nelle mense delle case di cura, delle università e istituti scolastici. Il mix di cereali a kmzero con mele essicate realizzato dalla Cooperativa Fiorita di Cesio Maggiore è uno spezza fame perfetto per pazienti e alunni – ha sostenuto Roberto Volpe medico ricercatore del CNR protagonista al tavolo dei relatori del convegno tanto che Maria Teresa Nardi responsabile del servizio di dietetica e nutrizione clinica IOV di Padova ha proposto l’eventualità di servirlo ai pazienti in terapia.

Il Veneto, terra di campioni sportivi, della forte tradizione contadina, di un patrimonio agroalimentare ai vertici del Made in Italy, fa i conti con un grande numero di casi di obesità già in età giovanile. Nella regione forte di una legge, la prima in Italia, cosiddetta del km zero, promossa da Coldiretti e sostenuta dai cittadini, pur senza decreti applicativi dalla sua approvazione, il consenso della ristorazione collettiva e di quella privata è sempre alto. Lo testimoniano i menù adottati con criteri stagionali e con prodotti di origine locale in molti ristoranti privati e mense collettive. Il capitano e allenatore deltino; rober ha abbracciato la causa dichiarandosi promotore della diffusione del cibo sano tra i giovani ai quali riserva la preparazione fisica oltre che la cultura per una corretta alimentazione.

 

SICILIA, GRANDE CALDO E INCENDI: SOS PER COLTURE E ANIMALI  

Con l’arrivo del grande caldo si aggrava l’emergenza incendi che minaccia pericolosamente aziende agricole e allevamenti. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Sicilia nel sottolineare che l’inverno piovosissimo ha lasciato ora il posto al fuoco che da qualche giorno con le alte temperature sta divampando a macchia di leopardo. Caldo torrido, disorganizzazione e delinquenza è secondo Coldiretti Sicilia il feroce tridente alla base dei pericolosissimi incendi. Bisogna agire subito con interventi di tutela e mezzi adeguati – sostiene Coldiretti Sicilia – . E’ una guerra che dobbiamo combattere insieme: istituzioni, forze dell’ordine, organizzazioni e agricoltori che rappresentano i veri guardiani del territorio incrementando la dotazione di infrastrutture. 

La situazione di pericolo è anche dovuta alla mancata manutenzione del territorio. Aree con sterpaglie cresciute moltissimo stanno ora bruciando e, com’è avvenuto stamani nell’ennese il rischio è che anche le aziende agricole possano essere lambite dal fuoco. Serve una forte azione per generare le risorse necessarie a far partire una concreta progettualità che rispetti il territorio, originando approvvigionamenti idrici fondamentali per l’ecosistema nell’interesse di tutta la società e tutto questo mentre ancora è troppo forte il ricordo di quanto avvenuto negli anni scorsi. Animali arsi vivi, aziende distrutte, fieno andato in fumo – conclude Coldiretti Sicilia – è, un prezzo altissimo che gli imprenditori stanno ancora pagando.

 

VENETO, #STOPCIBOANONIMO, FIRMA DEL CAMPIONE DI ROAD BIKE VITTORIO BRUMOTTI 

Festa tra le bancarelle degli agricoltori di Campagna Amica per la tappa bellunese del lungo viaggio del campione di road bike, Vittorio Brumotti. Il ciclista show man ha pedalato per 1600 chilometri da nord a sud dell’Italia per raccontare le bellezze naturali ed artistiche toccando i beni del Fondo Ambientale Italiano e i luoghi del cuore tra iniziative di solidarieta’ e animazione locale. Venerdì scorso è arrivato in piazza a Belluno dove ad accoglierlo c’era la vice presidente di Donne Impresa Chiara Bortolas e gli agricoltori di Coldiretti.

“Senza esitazioni – ha detto Bortolas – ha accolto il nostro invito ponendo la sua firma alla petizione #stopciboanonimo testimoniando un impegno condiviso per la trasparenza e l’affermazione dell’origine di tutti i prodotti agroalimentari in Europa. La raccolta continua – ricorda la dirigente – nelle postazioni di Coldiretti organizzate su tutto il territorio regionale. Il Veneto guida la classifica dei numeri – sollecita Chiara Bortolas –  ma serve la collaborazione di tutti per raggiungere il peso necessario per farci sentire a Bruxelles: firmate gente!”

 

 

Appuntamenti

 

ABRUZZO: L’AQUILA – “MADE IN ITALY”. VALORI E PROGETTI DIECI ANNI DOPO IL SISMA.

Oggi 

Oggi, lunedì 24 giugno, alle ore 11:00 nella sala Rivera a Palazzo Fibbioni, si svolge la conferenza stampa per la presentazione dell’iniziativa “L’Aquila – Made in Italy”. Valori e progetti dieci anni dopo il sisma”. Partecipano il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il vice sindaco con delega alle Attività produttive, Raffaele Daniele, l’assessore regionale all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, il presidente regionale Coldiretti, Silvano Di Primio, il direttore regionale Coldiretti, Giulio Federici, e il presidente Federpensionati Coldiretti Abruzzo, Romeo Pulsoni, il presidente dell’ordine provinciale dei medici dell’Aquila, Maurizio Ortu.

 

FORLI’: ALL’ARTUSIANA SCATTA LA ‘DISFIDA DEI FORNELLI’

Oggi

 Scatta stasera la prima sfida tra giovani agrichef promossa da Coldiretti e Campagna Amica nello spazio dedicato al vero cibo contadino allestito nell’ambito della XXIIIª edizione della Festa Artusiana. Nella centrale piazza di Forlimpopoli, proprio sotto la Rocca comunale, i giovani cuochi contadini degli agriturismi aderenti a Campagna Amica – il ‘circuito’ Coldiretti che diffonde e promuove tra i cittadini/consumatori una cultura del cibo basata su certezza dell’origine, qualità e stagionalità – proporranno un menù particolare, ovviamente legato alle tradizioni e ai sapori del territorio. Ad affrontarsi ai fornelli e in sala dove presteranno servizio anche i giovani imprenditori agricoli Coldiretti, camerieri per una sera, una squadra tutta maschile e una al femminile. Sarà poi il numero di ‘coperti’ totalizzati a decretare i vincitori.

Si parte con il ‘team ragazze’ che dalle ore 19 di lunedì proporrà panzanella, strozzapreti con verdure dell’orto e pancetta croccante, roast beef all’uso romagnolo. Venerdì 28, invece, spazio ai ragazzi con uno speciale menù sensoriale a base di fiori di zucca croccanti con tagliata di porcellino marinata alle erbe e misticanza dell’orto.

Si ricorda che ogni sera, i visitatori dell’Artusiana potranno assaggiare a rotazione piatti con i migliori ingredienti locali scoprendo quanto di meglio può offrire la nostra campagna e… perfino il nostro mare. 

Ecco il calendario delle proposte culinarie:

23/06 Agriturismo Il Marchese di Corbaglia (Sogliano): tagliatelle con carne di agnello tagliata al coltello 

24/06 Agriturismo La Rocca (Sogliano) e Agriturismo I Fangacci (Corniolo): Panzanella, strozzapreti con verdure dell’orto e pancetta croccante, roast beef all’uso romagnolo

25/06 Agriturismo Il Poderone (Santa Sofia): spaghetti alle rape rosse, vitello tonnato dell’Artusi

26/06 Agriturismo L’Antico frutto (Premilcuore) e Agriturismo I Fangacci (Corniolo): tagliatelle al ragù di Romagna, la scottiglia

27/06 Agriturismo Campo Rosso (Civitella): cappelletti all’uso di Romagna

28/06 Agriturismo Punto Zero (Cesena): fiori di zucca croccanti con tagliata di porcellino marinata alle erbe

29 e 30/06 Coop Armatori Cesenatico: cozze alla marinara, fritto misto di paranza e fritto al cono

Le cantine presenti:Soc.Agr. Giovanna Madonia (Bertinoro) e Azienda agricola Casadei (Predappio)

 

PIEMONTE: FRUTTA E LEGALITÀ, OPERAZIONE VERITÀ”

Venerdì 28 giugno 

Appuntamento venerdì 28 giugno 2019, dalle ore 9:30, presso lo Starhotels Majestic, in corso Vittorio Emanuele 54 a Torino, dove Coldiretti Piemonte organizza l’evento Frutta e legalità – Operazione verità in cui, tra gli altri, interverranno il presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie, Giancarlo Caselli, il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, ed il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, moderati da Massimiliano Borgia, direttore del Festival del Giornalismo Alimentare.

“Il comparto frutticolo piemontese riveste un ruolo importante per l’economia del territorio con un fatturato di oltre 500 milioni di euro ed impegna più di 6500 imprese – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – che da troppo tempo subiscono prezzi molto bassi, che non coprono i costi di produzione, e tempi di pagamento estremamente dilatati. Dobbiamo fare chiarezza e smascherare quanto sta avvenendo lungo la filiera in questo momento di forte criticità a cui si aggiungono gli effetti dell’embargo russo, delle barriere strutturali e tariffarie che rallentano l’export e di alcune importanti malattie, come la batteriosi del kiwi”.

Nella mattinata verrà presentato il primo dossier con un focus sui dati economici, occupazionali e sulle pratiche commerciali che stanno mettendo a rischio il futuro delle imprese agricole e di tanti lavoratori.

 

CUNEO: FRUTTA E LEGALITÀ, CHIAREZZA SULLE STORTURE DELLA FILIERA

Venerdì 28 giugno 

In Provincia di Cuneo si concentra quasi l’80% della produzione frutticola piemontese, che riveste un ruolo chiave per l’economia del territorio con un fatturato di oltre 500 milioni di euro e l’impegno di oltre 6.500 imprese che da troppo tempo subiscono prezzi molto bassi, insufficienti persino a coprire i costi di produzione, e tempi di pagamento estremamente dilatati.

“Dobbiamo fare chiarezza – dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – e smascherare quanto sta avvenendo lungo la filiera in un momento di forte criticità a cui si aggiungono gli effetti dell’embargo russo, delle barriere strutturali e tariffarie che rallentano il nostro export agroalimentare e di malattie come la batteriosi del kiwi”.

Nel corso dell’evento – in cui interverranno, oltre a Roberto Moncalvo, il Presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie, Giancarlo Caselli, e il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – verrà presentato il primo dossier con un focus sui dati economici, occupazionali e sulle pratiche commerciali che stanno mettendo a rischio il futuro delle imprese frutticole e di tanti lavoratori.

Appuntamento, dunque, per venerdì 28 giugno dalle ore 9.30, presso lo Starhotels Majestic, in corso Vittorio Emanuele 54 a Torino

 

TORINO: MONCALIERI E COLDIRETTI TORINO LANCIANO SMART FOOD LIVING LAB

Martedì 2 luglio 

Martedì 2 luglio, in piazza Sagna, a partire dalle ore 18.30  Coldiretti Torino con il comune di Moncalieri lanciano il progetto Smart food living lab, grazie al contributo di Camera di Commercio. La serata sarà l’occasione per degustare un aperitivo consapevole e riflettere sui temi dell’impatto del cibo su salute, ambiente e sviluppo del territorio.

Verrà offerto un aperitivo realizzato grazie ai prodotti messi a disposizione da agricoltori della zona torinese, soci di Coldiretti Torino, uniti alla maestria culinaria degli chef Enzo Gola (del Cà Mentin) e Ugo Fontanone (del Frà Friusch).

Alla degustazione “ragionata” interverranno: l’assessore delle Risorse agricole di Moncalieri Angelo Ferrero; il presidente della Federazione provinciale Coldiretti Torino Fabrizio Galliati; il presidente della Proloco di Revigliasco Marino Briccarello: il coordinatore provinciale di Campagna Amica Torino Roberto Grassi e gli chef dei ristoranti Cà Mentin e Frà Fiusch.

Smart food living lab è un esempio concreto di come da anni il comune di Moncalieri è impegnato in una stretta collaborazione con Coldiretti Torino nella realizzazione di progetti di sviluppo sostenibile e innovazione sociale del territorio. Questi progetti hanno come fil rouge il cibo e le relazioni sociali ed economiche che da esso scaturiscono. Da questo scenario di fondo, nasce l’idea di creare dei momenti dinamici e partecipativi di sensibilizzazione e di educazione al consumo consapevole e di sviluppo locale sostenibile. Tali momenti hanno l’obiettivo di promuovere delle reti territoriali innovative e partecipative composte dai differenti soggetti del territorio: imprenditori agricoli, rappresentanti degli enti del terzo settore e del mondo associazionistico, pubbliche amministrazioni, consumatori e cittadini locali. L’incontro del prossimo 2 luglio sarà l’occasione per “assaggiare” insieme i nuovi modelli di cittadinanza attiva e di consumo sostenibile che s’intende diffondere e perseguire.

Durante l’aperitivo si potrà firmare la petizione “EAT ORIGINal! Stop al cibo anonimo” per garantire al consumatore europeo l’origine e la tracciabilità dei prodotti alimentari di origine agricola.

E’ possibile partecipare all’evento gratuito inviando, entro il 30 giugno, una email, con il nome e il cognome di ogni partecipante a: organizzazione.to@coldiretti.it

 

PISTOIA: FESTA DEL GRANO A BADIA A PACCIANA

Sabato 29 giugno ’19 

Sabato 29 giugno si inizia alle 15,30 con la coltratura del terreno, poi si passa alla battitura e molitura del grano. E prima che il sole tramonti anche il laboratorio del formaggio a misura di bambino, con la pastora ‘Campagna Amica’ Gabriella Michelozzi, che insegnerà come si passa dal latte munto al pecorino a latte crudo. Si chiude con la cena serale nel meraviglioso Chiostro dell’Abbazia Benedettina di Badia a Pacciana.

In collaborazione con Campagna Amica-Coldiretti Pistoia, si terrà nel borgo alle porte di Pistoia la terza edizione delle Festa del Grano a Badia, rievocazione storica della battitura del grano, con trattori e trebbiatrici d’epoca.

Festa ricca di suggestioni, per grandi e bambini, anche quest’anno la festa sarà arricchita dalla riproposizione del ‘rito’ della coltratura con trattori d’epoca, l’aratura del terreno che serve a smuovere il terreno, rendendolo adatto alla semina. Poi trebbiatrici e ‘mulini mobili’ in azione per vedere in tempo reale la trasformazione del chicco in farina.

Alle 19.30 cena nel Chiostro (a cura del gruppo Festa Storica di Badia) e per finire i bomboloni. Informazioni per coltratura/battitura: Federico 339 6598238 e Alessandro 340 3483353. Per la cena: Alessandro 335 6067102 e Gabriele 335 494421.

 

PADOVA: 2.500 BAMBINI COINVOLTI IN PROGETTO DI EDUCAZIONE ALIMENTARE COLDIRETTI

Oggi 

Sono stati 2.500 i bambini padovani coinvolti nel progetto di educazione alimentare promosso da Coldiretti Padova in 107 classi e 45 scuole della nostra provincia. A salire in cattedra gli agricoltori e in particolare le giovani imprenditrici, titolari di aziende agricole, fattorie didattiche, attività agrituristiche, che hanno portato fra i ragazzi la loro esperienza in materia di origine dei prodotti, stagionalità e tutela dell’ambiente. In primo piano la corretta alimentazione, che parte da questi presupposti, e vede le tipicità della terra padovana come presenza immancabile sulla tavola quotidiana delle famiglie. Un’alimentazione corretta e attenta, che lasci da parte i cibi spazzatura e privilegi frutta, verdura fresca, ma anche latticini, formaggi, carne e pesce di qualità, è indispensabile anche per la pratica sportiva, come sottolineato durante la settimana dello sport realizzata a Padova in collaborazione con il Coni.

La dieta mediterranea come migliore stile alimentare nel mondo è il tema del terzo Forum Intergenerazionale di Coldiretti Veneto organizzato a Mestre nell’Auditorium Mainardi dell’Universita’ Ca’ Foscari in Via Torino 155 oggi, 24 giugno, con inizio alle ore 9.30.

Il convegno vede la partecipazione degli iscritti ai tre movimenti Donne e Giovani Impresa e Federpensionati in quanto il tema della salute è il filo conduttore che lega le anime di Coldiretti impegnate da tempo in varie attività di tutela del Made in Italy, non ultima la petizione #stopciboanonimo per chiedere all’Unione Europea l’origine in etichetta per tutti i prodotti agroalimentari.

Si tratta di una delle tante battaglie legittime che i promotori dell’evento sostengono da tempo ai vari tavoli istituzionali, durante la vendita diretta nei mercati o in azienda, occasioni propizie per intercettare cittadini, politici, rappresentanti di settore e consumatori. In particolare con il progetto di Educazione alla Campagna Amica le imprenditrici agricole hanno coinvolto scuole, docenti ed alunni in lezioni in classe e visite guidate nei mercati degli agricoltori per insegnare ai più piccoli come fare la spesa critica. Una collaborazione tra nuove generazioni, mondo femminile e senior che ha dato buoni frutti se si pensa che ogni anno alle iniziative di Coldiretti Veneto partecipano una media di 10mila studenti, 150 scuole venete e 360 classi con relativi insegnanti. Sono questi i numeri di un’azione capillare verso i più piccoli che indirettamente raggiunge i grandi utilizzando lo strumento del gioco per far riflettere anche i genitori sulla qualità delle produzioni e la loro provenienza.

“Il mondo scolastico è anche il luogo dove vengono gettate le basi per una crescita sana dei nostri figli – spiega Chiara Bortolas vice presidente nazionale delle agricoltrici – ed è in questi ambiti sensibili che spesso si sviluppano mode e falsi miti sul cibo, favoriti dal proliferare di informazioni controllate più dalle lobby che dal buon senso”. ”In molti casi – aggiunge Marino Bianchi leader regionale degli over 65 – sono i nonni i primi interlocutori perché componenti attivi in molte famiglie e insostituibili presenze a supporto delle necessità di padri e madri occupati fuori casa”.

“I neo imprenditori sono consapevoli che coltivare e allevare è un atto di grande responsabilità nei confronti dell’ambiente e della società – commenta Alex Vantini vice delegato nazionale degli under 30 – per questo chi affronta una sfida imprenditoriale in campagna sa quello che fa in termini di rispetto della tradizione e di sviluppo di soluzioni moderne ecosostenibili”.

Questa è la riflessione cha ha portato Coldiretti ad invitare al tavolo dei relatori esperti come Stefania Maggi, dirigente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) Roberto Volpe medico ricercatore dello stesso ente, Maria Teresa Nardi responsabile del servizio di dietetica e nutrizione clinica Iov di Padova.

Il dibattito a seguire sarà caratterizzato dagli interventi di Don Paolo Bonetti consigliere ecclesiastico di Coldiretti, Gianluca Fregolent della Direzione agroambiente caccia e pesca della Regione Veneto, Giorgio Grenzi presidente nazionale di Federpensionati e Pietro Piccioni direttore di Coldiretti Veneto. L’introduzione ai lavori è a cura di Daniele Salvagno presidente regionale e la moderazione affidata alla giornalista Ada Sinigalia.