COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 22 marzo 2018

22 Marzo 2018
News La Forza del Territorio del 22 marzo 2018

Primo piano

 

PIEMONTE

PER CONSOLIDARE LE PROGETTUALITA’ DI AGRICOLTURA SOCIALE

Nasce la rete di agricoltura sociale di Campagna Amica con 937 aziende agricole iscritte che esercitano attività di agricoltura sociale ai sensi della legge 141/2015, con servizi che vanno dal reinserimento socio lavorativo di soggetti svantaggiati, all’educazione ambientale, dalle attività terapeutiche ai servizi alle comunità locali.

 

Lo rende noto Coldiretti in occasione della presentazione del Rapporto sull’ Agricoltura Sociale del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali facendo il punto su un settore in continua espansione con una crescita dell’80% in dieci anni e 1.200 realtà totali operanti in Italia. Secondo la mappa dell’agricoltura sociale di Campagna Amica in Italia la metà delle aziende ha sede nel nord con Piemonte ed Emilia Romagna come regioni con più esperienze, il 16% è collocato nelle regioni centrali con Lazio, Marche e Abruzzo come capofila e il restante 34% nelle regioni meridionali con la Puglia protagonista nel Mezzogiorno.

In Piemonte sono oltre 300 le imprese di Campagna Amica impegnate in progetti di agricoltura sociale e le esperienze sono diversificate: dal percorso del Cibo Civile promosso da Coldiretti Torino, che partendo dal cibo e dall’agricoltura genera valori sociali, arricchendo il benessere dei singoli e delle comunità; passando  per i progetti di inclusione sociale e lavorativa di soggetti a vario titolo svantaggiati, arrivando quindi al progetto AgriTata, realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Linfa Solidale, che finora ha formato oltre 60 imprenditrici agricole per un servizio di assistenza all’infanzia di bambini dai tre mesi ai tre anni di età con già oltre 150 bambini che hanno aderito. Molte altre sono le progettualità realizzate sui territori da Coldiretti Piemonte per garantire un welfare privato anche in collaborazione con il pubblico: basti pensare al progetto “A Casa”, in sinergia con il Consorzio Monviso Solidale, finalizzato all’assistenza agli anziani autosufficienti nelle aree rurali con la collaborazione operativa delle aziende agricole presenti sui territori e adeguatamente formate.

Nell’area del cuneese da anni sono operativi inoltre i progetti “Buono 2 volte” e “Sportello InSalute”: con il primo vengono valorizzate le aziende che nel produrre cibi e prodotti di qualità si avvalgono della collaborazione di soggetti svantaggiati, favorendone quindi socialità e professionalità, mentre con il secondo progetto, attraverso la capillarità degli uffici Coldiretti, vengono garantiti in aree altrimenti scoperte servizi in ambito sanitario alla cittadinanza.

“L’agriwelfare italiano – evidenziano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – nasce, quindi, dall’innesto dei percorsi di riabilitazione e di reinserimento sociale in attività agricole tradizionali come la coltivazioni, l’allevamento, l’agriturismo, le fattorie didattiche e la vendite diretta. L’agricoltura sociale è la punta più avanzata della multifunzionalità che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico del nostro territorio con la sostenibilità ambientale, la difesa della salute e della qualità della vita”.

 

 

Dal territorio

 

SALERNO, GELO: A RISCHIO PRIMIZIE DI STAGIONE E FIORITURA

“Il colpo di coda dell’inverno preoccupa ma è presto per tracciare bilanci. I nostri uffici stanno monitorando ora dopo ora la situazione soprattutto nell’area dell’entroterra cilentano e del Vallo di Diano”. Lo scrive in una nota il direttore di Coldiretti Salerno, Enzo Tropiano. “Con il brusco abbassamento delle temperature temiamo l’allarme gelo sulla fioritura di ciliegi, peschi e albicocchi – spiega Tropiano – il rischio è che le temperature possano rimanere a lungo sotto lo zero mettendo a repentaglio anche le primizie di stagione. Il prolungato maltempo posticipa, dove i terreni sono coperti dalla neve o inzuppati d’acqua, anche le semine di mais, legumi e in generale delle produzioni estive come i pomodori, melanzane e peperoni. Le bassissime temperature creano difficoltà anche alle coltivazioni sotto serra che hanno subìto un forte aumento dei costi di riscaldamento per tenere al caldo fiori e ortaggi, con una conseguente riduzione del reddito”.

 

PUGLIA, GIORNATA ACQUA: MENO 78 MLN MC IN INVASI, PERSI 9 LT SU 10 DI PIOGGIA

 

A poco servono le piogge cadute nelle ultime ore in Puglia, manna per una regione a secco in cui nell’ultimo anno è caduto quasi 1/3 di acqua in meno (-30%) e che ha provocato la più grave siccità dal 1800 con drammatici effetti sull’agricoltura, ma anche rischi per gli usi civili ed industriali, perché è necessario passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione in una situazione in cui quasi 9 litri di pioggia su 10 sono perduti. 

“Il saldo di acqua ad oggi nei 4 invasi della Capitanata – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – è sempre negativo. Nonostante le piogge degli ultimi giorni, mancano all’appello 71.248.438 metri cubi d’acqua rispetto al 22 marzo 2017. Sono a disposizione 221.721.502 metri cubi d’acqua contro i 292.969.940 del 22 marzo 2017. Se continua così, la stagione irrigua e, quindi, produttiva primaverile/estiva si preannuncia molto difficile. Ciò implica evidentemente che tutti gli interventi finanziari anche statali e comunitari e le diverse politiche di sviluppo siano prioritariamente orientati, quindi, subordinati, all’obiettivo di non sprecare e disperdere acqua. Tra l’altro, le piogge sempre più rare, ma violente e improvvise, oltre a non alimentare adeguatamente le riserve di acqua negli invasi, rischiano solo di aggravare il conto dei danni da Burian che ha distrutto il 20% degli ortaggi in campo e provocato perdite consistenti nelle piante da frutto e soprattutto danni agli ulivi, con danni consistenti”.

La prolungata e ricorrente siccità, con gli ingenti danni già subiti dall’agricoltura e gli inconsistenti livelli d’acqua invasati nelle dighe pugliesi e lucane, mettono a rischio in maniera ricorrente anche gli investimenti nelle differenti campagne agrarie.

“Vanno mantenuti, quindi, sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte) – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – ma anche i flussi d’acqua che vanno all’industria, quelli che in emergenza possono essere prelevati ancora da falde e sorgenti, l’acqua che può essere resa disponibile dai dissalatori e dai depuratori urbani. L’agricoltura pugliese e la sua affermazione sui mercati internazionali, con i prodotti tipici e di qualità, è strettamente collegata alla disponibilità di acqua ad uso irriguo”.

Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – denuncia Coldiretti Puglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante. Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili diventa sempre più strategico il ricorso all’assicurazione – conclude Coldiretti Puglia – quale strumento per la migliore gestione del rischio. E’ stato potenziato il servizio di assistenza tecnica alle aziende per la difesa delle colture dalle avversità meteoriche e per il supporto alle scelte operative aziendali. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e delle aree rurali.

 

LOMBARDIA, GIORNATA ACQUA, -29,9% PIOGGE CON CAVE DISMESSE RISERVE MESI ESTIVI

E’ necessario passare dalla gestione dell’emergenza a una nuova cultura delle prevenzione, anche dando piena attuazione alla legge regionale sull’utilizzo delle cave dismesse come bacini di accumulo di riserve idriche strategiche. È quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, nel sottolineare che il 2017 in Lombardia è stato l’anno più secco del decennio con il 29,9% in meno di precipitazioni rispetto alla media storica.

“La legge regionale sull’utilizzo delle ex cave come serbatoi di acqua, approvata alla fine dello scorso anno – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – è un importante passo in avanti per affrontare i cambiamenti climatici e l’emergenza acqua con la quale dobbiamo fare i conti ormai ogni estate. Per questo è fondamentale individuare quanto prima i siti più idonei e procedere al loro riutilizzo”. In Lombardia i poli estrattivi non più in produzione sono poco meno di tremila. Riconvertendone solo il 10% – spiega la Coldiretti Lombardia – si potrebbe creare una riserva strategica potenziale di almeno 90 milioni di metri cubi di acqua irrigui ogni anno per irrigare i campi, una misura pari alla metà di tutto il Lago di Como oppure a quasi una volta e mezzo quello di Iseo.

“La siccità – conclude il Presidente Ettore Prandini – è un elemento con cui sempre più spesso dobbiamo fare i conti anche nei nostri territori, nonostante un’attenta gestione dell’acqua da parte dei Consorzi di Bonifica. Gli agricoltori dal canto loro sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto. Ora bisogna organizzarsi per raccogliere le riserve idriche nei periodi più piovosi in vista dei mesi estivi, anche attraverso interventi come quello dell’utilizzo delle ex cave”.

 

CALABRIA, GIORNATA ACQUA, IMPEGNO DEGLI AGRICOLTORI E DEI CONSORZI DI BONIFICA

 

“La giornata Mondiale dell’acqua è un avvenimento che deve servire a tenere alta l’attenzione da parte di tutti, e soprattutto in Calabria che si caratterizza proprio per avere una grande ricchezza di acqua”. Così Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, commenta la giornata che non può essere solo celebrativa L’acqua caduta in questi giorni in Calabria non basterà a rimpinguare le scorte per la prossima stagione estiva perché, la maggior parte della risorsa idrica garantita da piogge e nevi non viene trattenuta e termina, non utilizzata, in mare, con gravi danni soprattutto per l’agricoltura. La siccità tornerà presto d’attualità quest’anno soprattutto nella nostra regione dove registriamo un calo di almeno 1/3 degli accumuli rispetto allo scorso anno.

E’ necessario – continua – passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione. Vi è sicuramente una nuova sensibilità, ma sempre di più si deve affermare che l’acqua è una risorsa naturale fragile di importanza inestimabile che si qualifica come diritto fondamentale per ognuno. E’ evidente, che occorrono maggiori investimenti pubblici al fine di essere al riparo da soprusi e da colpi di mano di interessi privati.

Ebbene, di rilievo – prosegue Molinaro -mi pare di poter portare ad esempio positivo in Calabria, il ruolo dei consorzi di bonifica, che gestiscono invasi di primaria importanza e reti idriche e forniscono acqua per uso irriguo agli agricoltori. Operare, come fanno i consorzi di bonifica all’interno di bacini idrografici omogenei comporta di per se che la gestione è impostata sulla base di criteri di cooperazione, contemperando le spinte di meri interessi territoriali.

I consorzi con la loro attività, stanno costruendo una nuova cultura dell’utilizzo dell’acqua, investendo proprio sulla risorsa idrica, innovazione tecnologica applicata, agricoltura di precisione e risparmio idrico. Di fronte alla tropicalizzazione del clima per continuare a sostenere l’agricoltura di qualità occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi e servono – ha continuato la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori.

Gli agricoltori – conclude la Coldiretti – sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Si deve ritornare ad investire nella risorsa idrica – conclude Molinaro – sia il piano irriguo nazionale che quello regionale, nonchè il PSR 2014-2020 con tecniche per favorire il risparmio idrico nell’irrigazione, l’ammodernamento degli impianti irrigui perché non possiamo permetterci di continuare nella flessione nella spesa per investimenti nel settore che diventerà sempre di più strategico e fattore decisivo per l’agricoltura di qualità e potrà assicurare con i progetti sul Piano Irriguo Nazionale e Regionale 40mila potenziali nuovi posti di lavoro.

 

CAGLIARI, SERVE CHIAREZZA NELL’ASSEGNAZIONE DELL’ACQUA IN AGRICOLTURA

 

“Bene l’avvio della stagione irrigua 2018, da parte del Consorzio Bonifica della Sardegna Meridionale che consente la possibilità di inoltrare, seppur in ritardo rispetto al passato, le domande irrigue ancora nella more dell’assegnazione definitiva della dotazione idrica”.

Lo sostiene Efisio Perra, presidente di Coldiretti Cagliari che precisa: “seppur consapevoli della carenza di risorsa idrica, anche se le precipitazioni di questi giorni stanno migliorando l’accumulo negli invasi in tutta la Sardegna, riscontriamo comunque un ritardo nel dare le risposte alle esigenze delle imprese agricole, che hanno la necessità di programmare la stagione per tempo: da un lato parliamo di agricoltura di precisione dall’altra non siamo “precisi” nell’assegnare la risorsa idrica nei tempi funzionali alle esigenze dei cicli colturali”.

La Federazione di Coldiretti Cagliari ritiene insufficiente la dotazione irrigua garantita al 40% per la Sardegna Meridionale e Basso Sulcis e del 20% per il Cixerri per le produzioni orticole, cerealicole e foraggere, che “rappresentano una voce importante per l’economia regionale in termini di PLV e di impatto occupazionale”.

“La necessita di difendere filiere produttive che stanno conquistando importanti spazi di mercato anche legati all’export, con innegabili ricadute economiche e sociali – evidenzia Perra – richiedono uno sforzo per garantire nel breve ulteriore disponibilità di risorsa idrica per il settore primario, e allo stesso tempo occorre mettere in campo le azioni necessarie per rendere stabile la dotazione irrigua per l’agricoltura attraverso il miglioramento dei collegamenti tra gli invasi; una piena valorizzazione delle acque reflue; l’attivazione di sistemi di risparmio idrico nell’erogazione; l’accelerazione nella realizzazione e nei collaudi degli invasi”.

 

BASILICATA, EMERGENZA CINGHIALI: LA COLDIRETTI SULLE DECISIONI DELLA REGIONE

 

Coldiretti Basilicata prende atto ed esprime apprezzamento a seguito della grande manifestazione di ieri per la risoluzione messa in atto dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche Agricole, Luca Braia, di attivare nel rispetto delle normative vigenti attraverso gli Ambiti Territoriali di Caccia le pratiche di abbattimento dei cinghiali assolutamente in soprannumero sul territorio lucano per 9 mesi l’anno escluso il periodo ordinario della caccia, fino al raggiungimento dell’equilibrio tra fauna, flora e attività produttive agricole.

Coldiretti Basilicata ringrazia inoltre sia per la presenza che per le ordinanze di abbattimento per questione di ordine pubblico, già adottate dai sindaci dei Comuni di Corleto Perticara, Laurenza, Calvello, Oppido Lucano, Tolve, Moliterno, Vietri di Potenza, Francavilla in Sinni, Montalbano Jonico, e sollecita l’assessore Braia ad istituire quanto prima un tavolo di monitoraggio e verifica degli abbattimenti che abbia una cadenza mensile e invita i presidenti degli AATTCC, ai quali prossimamente chiederà incontri ufficiali, di attivarsi nel più breve tempo possibile.

 

MARCHE, EMERGENZA CINGHIALI: PER LA COLDIRETTI LA MOBILITAZIONE CONTINUA

Forti dubbi sulle premesse numeriche che accompagnano il Piano di controllo per il cinghiale 2018-2023 presentato dalla Regione, Coldiretti Marche si riserva di esaminare accuratamente il documento che è stato presentato questa mattina dall’assessore Pieroni e dalla dirigente del Servizio Caccia, Loredana Borraccini ai responsabili degli Ambiti territoriali di caccia, alle Associazioni venatorie e alle associazioni agricole. “Il Piano” – sottolinea Coldiretti – nello stimare il numero di cinghiali prende in considerazione solo i territori gestiti dagli Atc, ma non le aree protette, serve assolutamente un’azione di coordinamento se si vuole realmente ridimensionare il problema. Per quanto riguarda i dati, basti pensare che la consistenza di cinghiali stimata su base regionale (chi e sulla base di cosa) per il 2017 è quantificata in n. 8.200 ungulati con un prelievo pari a 11.019 capi. Un Piano quinquennale per dare linee risolutive per quella che è una vera e propria emergenza deve partire da dati certi altrimenti rischia di prevedere azioni non coerenti e di conseguenza di non raggiungere l’obiettivo che si è prefissato”. 

Per Coldiretti, dunque, la mobilitazione continua. “Il Piano” è uno strumento importante, ma deve essere snello, applicabile per essere efficace. Al di là degli enunciati abbiamo ribadito che nella prevista implementazione di attività da conferire agli Atc, la cabina di regia deve averla la Regione, non accettiamo nessuna delega di responsabilità, inoltre è necessario che vengano previste contestualmente all’approvazione del Piano adeguate azioni sanzionatorie per chi non rispetta le regole/compiti assegnati. Infine riteniamo dovuto il previsto coinvolgimento degli agricoltori nel contribuire a debellare i problemi legati alla fauna selvatica, ritenendo però necessaria una rivisitazione della proposta. “Parteciperemo, continua Coldiretti, anche all’incontro di martedì 27 per discutere del regolamento unico dei danni da fauna selvatica, al termine ci riuniremo per ragionare su quanto ci è stato proposto. Continueremo a lavorare come sempre a difesa degli agricoltori, ma al momento, a differenza di altre associazione di categoria che annunciavano “importanti risultati”, non possiamo ritenerci soddisfatti, perché fatti e azioni sono ancora di là da venire.

 

SARDEGNA, PROGRAMMAZIONE SETTORE LATTIERO-CASEARIO: CONVOCARE LA FILIERA

 

Cresce il prezzo del Pecorino romano che ha raggiunto i 7,80 euro a kg (fonte Clal.it) anche se nella realtà lo si sta vendendo a oltre 8 euro. Un aumento di oltre il 90% rispetto al 41,7% del latte: da 0,60 a 0,85 centesimi al litro. “Come sempre il prezzo del latte segue quello del pecorino in discesa ma non quando risale – evidenzia il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Da tempo chiediamo che ci sia un allineamento dei prezzi perché non è concepibile che il pastore sia chiamato solo a pagare la crisi e mai a beneficiare degli utili. Equilibrio che necessità di una organizzazione delle filiera che veda coinvolti tutti gli anelli e che porti ad un programmazione condivisa”.

Organizzazione e programmazione che Coldiretti Sardegna chiede da anni per evitare le cicliche crisi dovute nella maggior parte dei casi alla disorganizzazione del settore della trasformazione. In un momento di crescita del prezzo e delle vendite del Pecorino romano, formaggio dal quale si fa dipendere la remunerazione del latte ai pastori: “è necessario che gli assessorati regionali alla Programmazione e all’Agricoltura – è la richiesta di Coldiretti Sardegna – convochino tutti gli attori della filiera del settore lattiero caseario per fare il punto sullo stato attuale del comparto e cominciare a programmare. Non si può non parlare, insieme, del Pegno rotativo, strumento che ha dato dei buoni risultati la scorsa annata e che potrebbe essere riproposto anche in questa. Non possiamo nuovamente aspettare che si inciampi nello stesso errore della mancata programmazione e che si riversino nei pastori le colpe altrui sulle sovrapproduzioni”.

 

PIACENZA, SECONDO CORSO REGIONALE: DODICI PIACENTINI TRA I NUOVI AGRICHEF

 

Sono dodici i nuovi piacentini Agrichef che oggi – giovedì 22 marzo – hanno ricevuto l’attestato finale del secondo corso regionale dell’Emilia Romagna, da Diego Scaramuzza, presidente nazionale dell’associazione agrituristica Terranostra di Coldiretti. Il corso si è svolto nel Piacentino, precisamente a Casa Nuova di Niviano di Rivergaro. Quattro giorni di formazione per gli Agrichef partecipanti, guidati in un percorso rivolto a valorizzare le eccellenze dell’agricoltura del territorio, alla luce anche dei numeri in continua crescita: nel 2017 oltre 3 milioni di turisti hanno scelto di mangiare in un agriturismo dell’Emilia Romagna.

“Dal campo alla tavola con gusto e autenticità” era il claim del corso, destinato ai titolari delle aziende accreditate a “Gli Agriturismi di Campagna Amica” il marchio promosso da Terranostra. L’obiettivo era quindi quello di formare i partecipanti per valorizzare i prodotti aziendali, approfondendo la conoscenza delle materie prime per accrescere la certificazione dell’Agriturismo D.O.C. italiano di ogni provincia dell’Emilia-Romagna.

Quattro i giorni di formazione con attività pratiche e un focus sulle agribirre e sugli abbinamenti tra cibo e birra. Dodici le aziende partecipanti (per un totale di 17 presenti), che sono stati accolti da Carlo Pontini, presidente provinciale e regionale di Terranostra, Cinzia Pastorelli, responsabile provinciale di Campagna Amica e da Camillo Tiramani, responsabile degli agriturismi di Coldiretti Piacenza. Ieri – in occasione della cena di gala preparata dagli stessi partecipanti al corso – erano presenti anche il direttore di Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri, il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti e il direttore Giovanni Luigi Cremonesi.

Di seguito l’elenco dei partecipanti piacentini al corso, divenuti agrichef: Maria Rosa Minardi di “Tenuta Casteldardo” (Besenzone); Claudia Anselmi di “Le Rondini” (Gazzola); Roberta Larice e Monica Castignoli di “Il Granaio” (Agazzano); Federico Moschini (già agrichef da un anno) di “La Costa” (Gropparello); Marta Ferrari di “L’Oca d’Oro” (Ziano); Carlo Pontini di “Casa Nuova” (Niviano); Anna Maria Signorini di “Poggio d’Incanto” (Bettola); Orietta Belluati e Francesca Bravi di “Cà Bacchetta” (Morfasso); Daniela Illica Magrini e Nicola Refolli di un agriturismo in apertura a Vigoleno; Andrea Travaini di “Cascina Moffelona” (Gragnano).

Da Parma: Aurora e Valentina Maghei di “La Rosa Antica” in apertura a Casale di Mezzanti; Andrea Bambozzi e Daniele Pazzaglia (quest’ultimo già agrichef) di “Alba del Borgo” di Fidenza.

 

EMILIA-ROMAGNA, ARRIVA IL PRIMO RISO “AROMATICO” 100% MADE IN ITALY

 

È in arrivo il primo riso “basmati” tutto made in Italy. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna informando che la nuova varietà, denominata “Giglio” (il termine Basmati non può essere usato per un riso italiano), è stata selezionata dalla Società Italiana Sementi (Sis) in collaborazione con Coldiretti, Fir, l’associazione dei risicoltori della Filiera italiana riso, e Riso Gallo, storica azienda leader di mercato.

Si tratta –– afferma Coldiretti regionale – di una varietà interamente frutto dell’attività di ricerca di Sis, simile al Basmati orientale, ma con profumi più intensi e con sapore più mediterraneo e in più con tutte le caratteristiche di un prodotto italiano in termini di qualità e, soprattutto, di salubrità, grazie agli standard normativi e ai controlli sanitari del nostro Paese.

Quest’anno – informa Coldiretti Emilia Romagna – ne sono stati seminati i primi 100 ettari, che assicureranno per il 2018 una produzione di 6-7 mila quintali, di cui i produttori conoscono già il prezzo in quanto l’industria Gallo si è resa disponibile ad entrare nella cordata per la produzione della nuova varietà con un contratto di filiera che assicura alle aziende agricole il ritiro della produzione ad un prezzo prefissato che sarà sul mercato con il marchio “Aroma”.

“Come già nel recupero di grani antichi – afferma il presidente di Sis e di Coldiretti Emilia Romagna, Maro Tonello – Sis nella sua attività di ricerca è attenta a selezionare nuove varietà che assicurino un prodotto finale di alta qualità in termini nutrizionali e salutistici. Per questo abbiamo avviato uno studio scientifico per comprovare le qualità organolettiche del nuovo prodotto e le sue caratteristiche nutrizionali e di digeribilità. Caratteristiche – spiega Tonello – che saranno poi inserite in etichetta, in modo da dare una informazione completa al consumatore e metterlo in grado di scegliere consapevolmente. Tutto questo lo facciamo per correttezza nei confronti dei consumatori che noi consideriamo a pieno titolo parte della filiera produttiva e che come tali devono avere informazioni complete su ciò che portano a tavola. Grazie all’accordo di filiera, altrettanto trasparente sarà anche la ripartizione del valore finale del prodotto tra tutti i soggetti lungo tutta la filiera, dalla produzione al consumo”.

 

PUGLIA, PSR: ISTRUTTORIA E BLOCCO SPESA, PRIORITA’ INVESTIMENTI, GIOVANI E XYLELLA

 

“Non si muove ancora nulla in Assessorato all’Agricoltura sull’istruttoria delle domande già presentate – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e ciò significa che a distanza di 4 anni dall’avvio del PSR la spesa sulla misura degli investimenti risulta bloccata. Non sono ancora state pubblicate le graduatorie definitive delle domande presentate dai giovani e dagli agriturismi.  Stiamo perdendo competitività, perché sono bloccati da 2 anni i primi 120 milioni di euro per bandi pubblicati nel lontano 2016. Quanto sta accadendo sul PSR in Puglia è la dimostrazione della paralisi in cui versa la macchina amministrativa dell’Assessorato all’Agricoltura”.

E’ lunga la lista – precisa Coldiretti Puglia – di imprese agricole che hanno anticipato investimenti per l’acquisto di macchinari, strumenti, realizzazione di serre, prefabbricati, impianti irrigui e che a distanza di 2 anni non hanno potuto neppure perfezionare le pratiche di finanziamento e chissà quando potranno avere le risorse utili all’innovazione e allo sviluppo.

“Le priorità per il mondo agricolo pugliese sono gli investimenti, il futuro dei giovani – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore Coldiretti Puglia – e risposte serie da dare agli imprenditori agricoli che vivono il dramma della Xylella, non certo i GAL. Per finanziare i progetti presentati dai 5mila giovani e dalle 3100 aziende che vogliono investire, sempre che la struttura dell’Assessorato inizi a mettere mano alle istruttorie per capire quanti saranno realmente ammessi a finanziamento, oltre alle imprese che accederanno ai bandi della Xylella, servono risorse che vanno recuperate dalle misure improduttive e, soprattutto, dai GAL che non possono essere in questo scenario la priorità per nessuno. Ai 23 GAL è stato destinato il 9,8% delle risorse del PSR, una scelta che ha causato il taglio di risorse sulle misure di cui gli agricoltori sono direttamente beneficiari, come le misure per investimenti, pacchetto giovani e misure ambientali. Se la Regione destinasse una percentuale massima di risorse pari al 5% (percentuale minima imposta dall’UE), come richiesto da Coldiretti Puglia, sarebbero liberati circa 80 milioni di euro, da poter destinare alla Misura giovani. Ciò consentirebbe l’ingresso in agricoltura di circa 1.500 giovani in più, dando risposte a parte dei 4mila giovani oggi esclusi dal PSR”.

La Puglia è la regione con un numero spropositato di GAL, come abbiamo sempre denunciato – conclude Coldiretti Puglia – ben 23, contro 12 della Lombardia, 14 del Piemonte, 7 della Toscana, 6 dell’Emilia Romagna, solo per citare alcuni esempi.

 

NORD SARDEGNA, MANDUCO PRESIDENTE SEZIONE COLDIRETTI DI S.TERESA DI GALLURA

 

E’ Gian Battista Manduco il presidente di sezione Coldiretti di Santa Teresa di Gallura. E’ stato eletto ieri all’unanimità dall’assemblea dei soci dell’Organizzazione insieme al responsabili dei movimenti Pensionati (Antonio Careddu), Giovani (Antonio Pasella) e Donne (Marisa Pellecchia). Gli altri componenti del Consiglio: Marco Misiscia, Sebastiano Simula, Sebastiano Muzzu, Giovanna Picconi.

 

PISTOIA, GIOVANI IN AGRICOLTURA: ARRIVA IL PREMIO START UP

 

Al via le iscrizioni al premio per l’innovazione dedicato alle giovani start up nelle campagne italiane. “Anche noi giovani agricoltori pistoiesi siamo chiamati -annuncia Simona Falzarano, delegata Coldiretti Giovani Imprese della provincia- a mostrare la nostra capacità di produrre eccellenze e innovazione. Partecipare è semplice e gratificante, come per tanti nostri colleghi negli anni passati. Basta avere meno di 40 anni ed esporre il proprio modo di fare impresa agricola tramite il sito di Coldiretti Giovani Impresa e comunque recandosi in una delle sedi Coldiretti sul territorio. Le iscrizioni scadono il 15 aprile”. Il premio è articolato in 6 categorie: Impresa3.Terra, Campagna Amica, Sostenibilità, Fare Rete, Noi per il sociale, Creatività.

I giovani che vedono il proprio futuro nel settore agricolo crescono, in tutta la Toscana. Secondo recenti dati Inps delle 23.300 aziende agricole toscane condotte in forma autonoma con titolari imprenditori agricoli o coltivatori diretti ben 3.850 hanno un titolare under 40 quindi, siamo al 16.5%.

Dal Montalbano, al Pesciatino, dalla Piana pistoiese a quella della Valdinievole, alla Montagna sono tante realtà giovanili che possono ambire al premio per l’innovazione dedicato alle giovani start up. “Sarà una bella sfida confrontarsi con le idee innovative di tutta Italia – spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia -. A Pistoia c’è una bella squadra di giovani, che darà il proprio contributo per consolidare la tendenza in atto, che vede i nuovi imprenditori agricoli protagonisti del mondo agroalimentare, che ha molte sfaccettature e diramazioni, che vanno a toccare e legarsi a molti altri settori, dal design al turismo. Ed un contributo importante lo daranno anche le nuove leve del florovivaismo pistoiese”.

Sono sei le categorie del concorso dedicato alle giovani start up nelle campagna italiane. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 aprile 2018 e si possono presentare, sia contattando gli uffici zona della Coldiretti, sia tramite il sito web http://giovanimpresa.coldiretti.it.

La prima categoria è “Impresa3.Terra”, e premierà i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione.

La categoria “Campagna Amica” valorizzerà i prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale.

“Sostenibilità” ambientale è la parola d’ordine di quei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente.

“Fare Rete” prende in esame quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Si tratta di progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologica così come artigianato tradizionale e mondo digitale, arrivando fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica.

“Noi per il sociale” promuove quei progetti volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. Possono partecipare Enti Pubblici, Cooperative e Consorzi capaci di creare sinergia con realtà agricole a fini sociali. Solo per questa categoria l’età non è vincolante.

“Creatività”, infine, centra l’attenzione sull’originalità di idea, di prodotto e di metodo.

 

NUORO-OGLIASTRA, DEBORA CASTANGIA ED EMANUELA MELIS LEADER GIOVANI E DONNE

 

Sono Debora Castangia ed Emanuela Melis la nuova delegata e coordinatrice di Coldiretti Nuoro Ogliastra Giovani e Donne. Sono state elette martedì all’unanimità dalle assemblee dei due movimenti riunite all’Exmè a Nuoro. Debora Castangia ha 22 anni ed è di Tonara. Dopo il diploma all’istituto professionale di agraria ha deciso di intraprendere l’attività contadina producendo castagne, nocciole e ortive che vende nel mercato coperto di Campagna Amica a Nuoro. E’ un imprenditrice agricola di prima generazione essendo figlia di un meccanico. Prende il posto di Francesco Mulargiu, viticoltore di Mamoiada.

Minuta ma dal carattere forte, Debora, dopo aver ringraziato l’assemblea della fiducia e il suo predecessore per la passione e il lavoro svolto, si è detta pronta a cominciare questa nuova avventura che ci vedrà impegnati in tante battaglie: “voglio essere propositiva e lavorare in gruppo – ha detto la neo delegata -. Collaboreremo con gli altri movimenti della Coldiretti e con i senior, oltre che con Campagna Amica, la grande rete di vendita diretta e promozione del cibo buono, di stagione ed a km0”. Il suo vice sarà Antonio Curreli, 24 allevatore ed orticoltore di Fonni.

A guidare Coldiretti Donne Nuoro Ogliastra ci sarà invece un’altra giovane ragazza determinata e dalle idee chiare, Emanuela Melis, 34 anni di Mamoiada. E’ la più grande di tre sorelle, Maria Antonietta, e Roberta, insieme alle quali conduce l’azienda vitivinicola Eminas ereditata dal padre. Succede a Chiara Serra di Talana. Anche Emanuela ha tracciato il suo mandato che sarà indirizzato verso la promozione e valorizzazione delle eccellenze del territorio in particolare tra le nuove generazioni. Sarà affiancata dalle due vice coordinatrici Giulia Curreli di Fonni e Marianna Fancello di Dorgali.

 

CAGLIARI, PALA E TUVERI PRESIDENTI DELLE SEZIONI DI SERDIANA E GUSPINI

 

Sono in corso in tutta la Sardegna i rinnovi delle cariche dei dirigenti delle sezioni Coldiretti. In settimana a Cagliari sono stati eletti i presidenti delle sezioni di Serdiana e Guspini. Nel primo caso si tratta di una new entry. A presiedere la sezione sarà infatti Nicola Pala, pastore di 46 anni. Prende il posto di Salvatore Baldussi che ha svolto un egregio lavoro per diversi anni. Roberto Tuveri, invece, presidente anche della cooperativa l’Armentzia moderna, è stato confermato alla guida della sezione di Guspini.

REGGIO EMILIA, PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA E FESTA DEGLI ALBERI NELLE SCUOLE

 

“Grande soddisfazione per il dono ricevuto al quale ricambiamo con una poesia, un canto ed una lettera dedicata ai nostri nuovi compagni di viaggio, un melo rosa romana di Gavassa e un pero di San Pietro”, ha commentato così l’insegnante Giuliana Ferrari della Scuola Primaria di Primo Grado Balletti di Mancasale, referente del Progetto di Educazione alla Campagna Amica ‘Un tempo per ogni cosa’, durante la cerimonia di consegna degli alberi donati da Enzo Maioli, Vivaio di Salvaterra, punto Campagna Amica. 

Nel primo giorno di primavera arriva la “Festa degli alberi nelle scuole” istituita con Decreto Ministeriale delle Politiche Agricole e della Pubblica Istruzione e promossa da Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, che ha coinvolto molte scuole su tutto il territorio italiano e locale. A Reggio Emilia i protagonisti sono stati gli alunni dalla prima alla quinta della scuola Balletti che ha aderito con 108 bambini al progetto di educazione alla Campagna Amica 2017-2018.

“Tutti gli alberi sono preziosi per la nostra vita, gli alberi ci danno i frutti, l’ossigeno per respirare, il legno per costruire… Ti promettiamo che ci prenderemo cura di te” così’ narra la poesia dei bambini della Balletti. “Prendetevene cura – si è raccomandato ‘l’esperto’ Maioli durante la consegna degli alberi – per arrivare un domani ad avere una pianta sana in grado di offrirvi naturalmente un prodotto genuino e nutriente: sarà maturo quando è ora, buono perché sano e di soddisfazione perché cresciuto nel vostro cortile. Se li trattate bene i loro frutti potranno essere gustati anche dai vostri nipoti”.

Enzo Maioli, esperto di frutti antichi di cui ne custodisce nel proprio vivaio oltre 1.600 varietà, ha donato un Melo Rosa Romana di Gavassa e un Pero di San Pietro, piante di varietà che da secoli vivono intimamente legate al paesaggio in cui sono state riscoperte.

 

 

Appuntamenti

 

TOSCANA, MOSTRA MERCATO A FIRENZE, BIOLOGICO E BIODINAMICO E’ BELLO

Da venerdì 23 a domenica 25 marzo.

 

La Toscana con i suoi 5000 operatori biologici e 130.000 ettari di coltivazioni bio è la prima regione del centro nord per superfici coltivate e numero di operatori. Un trend in crescita che si dà appuntamento a Firenze, dal 23 al 25 marzo, per la prima mostra mercato dedicata ai prodotti biologici e biodinamici con tanti eventi dentro e fuori la Fortezza da Basso. “Anche il mondo agricolo toscano è pienamente coinvolto nella prima edizione di Firenze Bio – ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – in un momento in cui le aziende agricole biologiche crescono con un trend significativo. Le aziende biologiche e biodinamiche sono la punta di diamante della nostra agricoltura, in termini di sintesi tra tradizione e innovazione – continua Marcelli – spesso condotte da giovani, con livelli di formazione medio-alti ed attenti a declinare in chiave moderna i prodotti agroalimentari tradizionali”.

I prodotti biologici e biodinamici entrano nelle case di quasi 20 milioni di italiani. E’ stata una crescita continua, inarrestabile. Cibo bio e salute stanno trainando la ripresa dei consumi in Italia. Non è più una moda è una necessità. Il grande pubblico scopre che anche per la cura del corpo ci si può affidare a prodotti bio, che non danneggiano l’ambiente, ci proteggono e ci aiutano a vivere meglio.

“Incentivare il consumo dei prodotti biologici e biodinamici attraverso iniziative di informazione, formazione ed educazione al consumo. Una mission – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – a cui diamo volentieri il nostro contributo attraverso la rete di aziende agricole Campagna Amica che offrono il meglio del “made in” agroalimentare toscano e che saranno presenti alla kermesse fiorentina, dove gli Agrichef di Terranostra Campagna Amica confezioneranno ricette condite di storia e……origine dei prodotti”.

Orientare le politiche, varare normative, sostenere il mercato, organizzare le filiere, potenziare formazione e ricerca, sostenere gli agricoltori, nutrire il Pianeta sono compiti urgenti per un settore in continua crescita. Su questo gli agricoltori dovranno saper esprimere la loro leadership. Per questo nell’ambito di Firenze Bio il Convegno organizzato da Coldiretti e associazione per l’agricoltura biodinamica in programma nel Teatrino Lorenese della Fortezza da Basso Sabato 23 marzo alle 10.00. Nel convegno gli imprenditori porteranno le loro istanze attraverso casi aziendali ed esigenze di sviluppo. A moderare: Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano.

I saluti saranno affidati a Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana e Carlo Triarico, Presidente Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. In rappresentanza del Ministero dell’Agricoltura ci sara l’intervento di Francesco Saverio Abate, Direttore Generale per la qualità agroalimentare. Le opinioni degli agricoltori saranno portate delle esperienze aziendali del campano Enrico Amico, OP Amico Bio, dai toscani Marco Bignardi, Toscana Biologica e Adriano Borgioli, Fattoria Valdastra, dall’emiliana Enea Burani, La Collina, dall’umbro Marco Minciaroni, Castello di Montalera e dalla siciliana Daniela Barbera, Agricola Cozzo del Parroco. Le conclusioni verranno svolte da Roberto Moncalvo, Presidente nazionale Coldiretti.

 

NORD SARDEGNA: “C’È OLIO E OLIO” E PREMIAZIONE DEI MIGLIORI EXTRAVERGIONE SARDI

Venerdì 23 marzo

 

E’ una delle eccellenze della nostra Regione, base fondante della dieta mediterranea e negli ultimi anni al centro dell’attenzione mediatica per via della importazione massiccia di prodotto direttamente concorrente. Si tratta dell’olio sardo che la Coldiretti Nord Sardegna per il terzo anno ha deciso di valorizzare con un concorso apposito, riservato ai produttori locali. Si tratta insomma di dare la giusta allocazione a un prodotto che è il frutto di un modo di lavorare in campagna che rispetta i crismi della ecosostenibilità e soprattutto va incontro alle esigenze di quei consumatori attenti alla salute e all’acquisto di generi alimentari economicamente e eticamente rispettosi delle modalità produttive. Qualità queste che si ripercuotono ovviamente sulle caratteristiche degli oli che la Coldiretti chiama a concorso da tre anni a questa parte. Si svolgerà infatti venerdì 23 la premiazione dei vincitori partecipanti a “Ozzu sardu 2018”, gara organizzata dalla federazione Coldiretti Nord Sardegna in collaborazione con Unapr e Appos, e con il patrocinio del Comune di Sassari e della Camera di Commercio del Nord Sardegna.

Venerdì prossimo infatti nella Promocamera della Sala Convegni in via Predda Niedda 18, alle 9,30, si terrà un convegno “C’è olio e olio” – Una risorsa per la nostra Regione, che sarà introdotto dai saluti di Nicola Sanna, Sindaco di Sassari. Interverrà anche il presidente della Camera di Commercio Nord Sardegna Gavino Sini, mentre aprirà i lavori Luca Saba, direttore Coldiretti Sardegna. Pietro Sandali aprirà quindi gli interventi parlando di rapporti di filiera, mentre Renzo Moro, rappresentante del Ministero per le Politiche agricole in Sardegna tratterà di etichettatura dell’olio di oliva. Dei programmi di miglioramento qualità per il settore olivicolo parlerà Nunzio Scaramozzinoi, responsabile progetto Unaprol (consorzio olivicolo italiano).

Per il mondo accademico, direttamente dall’università di Perugia ci sarà Gialuca Veneziani, che illustrerà invece gli Sviluppi tecnologici e strategie di valorizzazione dell’olio. Infine Giuseppe Izza, capo Panel Cciaa Nord Sardegna. Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Nord Sardegna, chiuderà i lavori.

“Si tratta di un appuntamento che si propone di mettere su un piedistallo uno dei tanti prodotti di eccellenza della nostra Regione – spiegano il presidente e il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu ed Ermanno Mazzetti – che come tutte le altre filiere soffre le difficoltà date dalla crescente economia globale, che ci obbliga a fare i conti con prodotti di dubbia provenienza e produzione. Abbiamo la fortuna che tra i nostri produttori c’è tanta passione e tanta volontà di creare un mercato d’eccellenza. Molti ci stanno riuscendo, sono i produttori che hanno creato un marchio e imbottigliano un prodotto unico dal punto di vista organolettico. I numerosi oli presenti al concorso ce lo hanno dimostrato. Siamo sulla buona strada per fare la vera differenza”.

 

CUNEO: ACQUISTA L’OLIO EXTRAVERGINE AL MERCATO DI C.A. E AIUTI LA RICERCA LILT

Sabato 24 marzo

 

Un’alimentazione ricca di olio d’oliva fa bene alla salute e, grazie alla collaborazione tra Campagna Amica e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, sezione cuneese, chi acquisterà una bottiglia di olio extra vergine di oliva dai volontari della LILT al mercato in piazza della Costituzione a Cuneo, contribuirà con un concreto gesto di solidarietà a sostenere la ricerca medica.

In occasione della campagna di sensibilizzazione ad una sana alimentazione e corretto stile di vita nell’ambito della XVII edizione della Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, il Mercato di Campagna Amica di sabato 24 marzo ospiterà infatti lo stand della LILT dove sarà possibile ricevere informazioni e contribuire alla raccolta fondi.

“Con questo appuntamento – commentano Bruno Rivarossa e Tino Arosio di Coldiretti Cuneo – torna un’iniziativa che accogliamo volentieri nel mercato di Campagna Amica. La partnership con LILT, già instaurata da tempo, vuole promuovere e sviluppare tematiche inerenti il binomio agricoltura-alimentazione e mantenere alta l’attenzione sull’importanza di una dieta sana ed equilibrata”.

“I dati scientifici – concludono Rivarossa e Arosio – hanno confermato da tempo gli effetti cardioprotettivi e anti-cancro della dieta mediterranea, di cui fa parte l’olio extravergine d’oliva, ricco di fenoli. Coldiretti, da parte sua, conferma tutto il suo impegno per la tracciabilità: il consumatore ha sempre la garanzia di scegliere, nei Mercati di Campagna Amica, olio di oliva italiano e tanti altri prodotti, genuini al 100%”.

 

TREVISO: TUTELA MADE IN ITALY, GLI ACCORDI INTERNAZIONALI FAVORISCONO I TAROCCHI

Sabato 24 marzo

 

L’agroalimentare italiano vola all’estero, lo rivela Coldiretti in base ai dati sulle esportazioni che hanno raggiunto il record di 41,03 miliardi di euro nel 2017 per effetto di un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. E’ un ottimo risultato che conferma le potenzialità del Made in Italy a tavola per la ripresa economica ed occupazionale del Paese. A spingere la crescita sono i prodotti base della dieta mediterranea a partire dal vino che è il prodotto italiano più esportato e fa segnare un aumento del 7%, seguito dall’ortofrutta che registra un incremento del 2%, i formaggi con un incremento del 9% in valore, grazie anche all’entrata in vigore dell’obbligo dell’etichettatura d’origine, e i salumi (+8%). Arretra, invece, la pasta tricolore (-3%) che attende ora però gli effetti positivi dell’entrata in vigore dell’obbligo di indicazione dell’origine del grano per ritrovare la fiducia di un mercato che anche a livello europeo è sempre più attento al tema della trasparenza.

A minacciare queste performance – sostiene Coldiretti – c’è la circolazione illegale di falsi e tarocchi che ogni anno sui mercati internazionali sottraggono al sistema Italia un valore di oltre 60 miliardi di euro. Un fenomeno legittimato dai recenti accordi internazionali sul libero scambio, dal Canada (Ceta) al Giappone fino ai Paesi del Sudamerica (Mercosur) che autorizzano la produzione di Parmesan dagli occhi a mandorla, di Parmesao carioca ed altre brutte copie dei marchi storici vanto del Belpaese. 

A sostegno di un dibattito di nuove regole, più eque con ricadute rispettose nei confronti di cittadini e operatori c’è l’iniziativa organizzata dall’Università di Padova, Dipartimento del Diritto, a Treviso da domani pomeriggio nell’Aula Magna di San Leonardo fino a sabato mattina 24 marzo con trasferimento nel Palazzo Giacomelli. Il seminario dal titolo “Quality agri-foods in international trade law: challenges ahead” ha valore formativo per l’ordine degli avvocati, dei commercialisti e degli agronomi trevigiani ha il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia, del Comune e Unioncamere.

Saranno protagonisti dell’iniziativa esperti di fama mondiale come Petros Mavroidis professore alla Columbia University Law School di New York, Christian Haberli World Trade Institute – University of Bern e Jorge Castro membro del Servizio Legale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Accanto a questi nomi di spicco ci saranno altri docenti stranieri (da Maastricht, Orleans, Parigi) e colleghi italiani di vari atenei tipo Venezia, Bologna, Roma oltre allo stesso patavino. Nella seconda giornata sono previsti gli interventi dei rappresentanti dei principali Consorzi di Tutela, di alcuni imprenditori di punta del settore, del responsabile ministeriale della Repressione Frodi Gianluca Fregolent, nonché del Presidente della Coldiretti locale Walter Feltrin che insieme al Prefetto Laura Lega porteranno il loro contributo ai lavori coordinati dal Prof. Bruno Barel.

 

FRIULI-VENEZIA GIULIA: A UDINE PRESIDIO COLDIRETTI CONTRO IL CETA

Venerdì 23 marzo

 

Continuano le iniziative anti-Ceta di Coldiretti Fvg. La Federazione, contraria all’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Canada, un’iniziativa fortemente penalizzante nei confronti del made in Italy, promuove un presidio venerdì 23 marzo a Udine, in via Savorgnana di fronte all’ex cinema Puccini, dalle 15.30 alle 19.

Presenti anche altre associazioni che si oppongono al Ceta – Stop TTIP Italia, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch –, Coldiretti Fvg informerà i cittadini sulle motivazioni della sua posizione, appoggiata tra l’altro da tre comuni su quattro in Fvg e da numerosi parlamentari, e raccoglierà firme per la sua campagna Stop Cibo Falso, nell’ambito della petizione popolare indirizzata al Parlamento europeo e finalizzata a introdurre l’obbligatorietà dell’indicazione del Paese d’origine o luogo di provenienza dell’ingrediente primario di un alimento. «Un’etichetta trasparente, che indichi l’origine degli ingredienti – sottolinea il presidente regionale Dario Ermacora –, è determinante a tutela della salute, dato che ogni giorno corriamo il rischio di trovare nel piatto alimenti di qualità basse, se non tossici, provenienti dall’estero».

 

PADOVA: BASTA “FAKE” NEL PIATTO: #STOPCIBOFALSO AL MERCATO DI TENCAROLA DI S.

Sabato 24 marzo

 

Con la presenza assidua nei mercati di Campagna Amica entra nel vivo la raccolta firme a favore della petizione #stopcibofalso per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiano la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola. Per i cittadini sarà possibile firmare in tutti i mercati a “km 0” di Campagna Amica a Padova e provincia, negli agriturismi di Terranostra e anche direttamente on line sul sito www.stopcibofalso.coldiretti.it, nel quale sono riportati anche i dettagli della petizione con tutte le informazioni in merito.

Sabato 24 marzo l’iniziativa approda in uno dei mercati storici di Campagna Amica, uno dei primi ad essere aperti da Coldiretti Padova. L’appuntamento è a Tencarola di Selvazzano tra le venti aziende che ogni sabato animano il mercato agricolo con prodotti a km zero. Dalle 8.30 alle 11.30 i giovani di Coldiretti Giovani Impresa Padova spiegheranno i dettagli dell’iniziativa e raccoglieranno le firme dei cittadini consumatori.

“Due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati all’estero senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta. – ricorda Matteo Rango, delegato dei giovani agricoltori padovani – Pensiamo al danno milionario che questa concorrenza sleale provoca al nostro Prosciutto Veneto Berico Euganeo Dop e agli allevatori onesti della nostra provincia. E questo è solo un caso di quanto nuoce alla nostra agricoltura e a tutti i consumatori la mancanza di trasparenza sul piatto.

Negli ultimi anni le nostre battaglie per l’etichettatura – aggiunge Rango – hanno portato importanti risultati concreti per molti prodotti alimentari come latte, formaggi, carne, frutta fresca, olio extravergine d’oliva, miele, uova, e ora anche per pasta e riso. Ma resta ancora molto da fare. Con un prodotto alimentare su quattro che non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini nostra la mobilitazione popolare si rivolge all’Unione Europea per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. Questo continuo attacco ha un costo elevato in termini di concorrenza sleale, stimiamo un danno di qualche centinaio di milioni di euro solo per l’agricoltura padovana, il cui fatturato complessivo oggi è di circa un miliardo di euro. Adesso occorre vigilare affinché la normativa comunitaria risponda realmente agli interessi dei consumatori e non alle pressioni esercitate dalle lobbies del falso Made in Italy che non si arrendono e vogliono continuare ad ingannare i cittadini cercando di frenare nel nostro Paese l’entrata in vigore di norme di trasparenza e di grande civiltà”.

L’indicazione di origine permette di contrastare quelle imitazioni che ogni anno sottraggono 60 miliardi di euro all’economia dell’Italia, consente di prevenire le falsificazioni e le pratiche commerciali sleali che danneggiano la nostra economia, rafforza la lotta alle agromafie e la difesa contro le grandi multinazionali del cibo che hanno interesse ad occultare l’origine delle materie prime.

 

AGRIGENTO: “UN MONDO DI UOVA” CONCORSO DI PITTURA DI C.A. PER I BAMBINI

Venerdì 23 marzo

 

Cinquanta bambini dell’Istituto “Esseneto” di Agrigento domani 23 marzo, al Mercato Campagna Amica di Via Dante 125, parteciperanno alla prima edizione del concorso “Un mondo di uova”, in cui gli scolari potranno esprimere al meglio la loro creatività dipingendo le uova sode.

Vogliamo avvicinare i bimbi all’agricoltura e il gioco, la fantasia, rappresentano il modo più immediato – sottolinea il direttore della Coldiretti agrigentina, Giuseppe Miccichè -. Pensiamo infatti che gli scolari possano trovare nei nostri mercati tutto ciò che stimola e fa crescere il contatto con il nostro settore. Gli scolari arriveranno in Via Dante alle 10.00. Sarà consegnato loro il kit per la pittura e tutti riceveranno un attestato di partecipazione.

 

VAL D’AOSTA: RURALITA’ FEMMINILE: INCONTRO AL MERCATO LO TSAVEN IN ROSA

Sabato 24 marzo

 

Coldiretti Valle d’Aosta, con il Patrocinio del Comune di Aosta e in collaborazione con Slow Food Aosta, Unione Regionale Cuochi Valle d’Aosta e FISAR Aosta, organizza per sabato 24 marzo ad Aosta un appuntamento tutto in rosa per scoprire il presente e il passato della ruralità femminile.

Tre i momenti principali che caratterizzeranno il pomeriggio: il mercatino Lo Tsaven – Campagna Amica in piazza Chanoux, dedicato esclusivamente alle aziende gestire da imprenditrici donne; la tavola rotonda intergenerazionale per approfondire i temi della ruralità valdostana e nazionale; la degustazione di prodotti de Lo Tsaven e non solo curata dalle Lady Chef e dalla FISAR.

Questo il programma della giornata: 14H30 – Inizio Mercatino Lo Tsaven – Campagna Amica in piazza Chanoux; 17H30 – Tavola rotonda presso il Salone Ducale del Comune di Aosta dal titolo “Ieri e oggi nella ruralità femminile valdostana e non solo”. Interverranno: Antonella Marcoz – Vice Sindaco del Comune di Aosta; Silvia Bosco – Coordinatrice Nazionale Donne Impresa Coldiretti; Giorgio Grenzi – Presidente Nazionale Federpensionati Coldiretti; Eva Priod – Delegata Regionale Donne Impresa Coldiretti; Stefania Galimberti – Imprenditrice Agricola; Elodie Viérin – Slow Food;  Angelo Lanièce – Presidente Federpensionati Valle d’Aosta; 19H00 – Aperitivo conclusivo. 

Durante il mercato di Campagna Amica sarà possibile firmare la petizione #stopcibofalso predisposta da Coldiretti per chiedere al Parlamento Europeo l’etichettatura obbligatoria per gli alimenti.