COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News la Forza del Territorio del 22 giugno 2021

22 Giugno 2021
News la Forza del Territorio del 22 giugno 2021

Primo piano

 

VENETO

SPUMANTI: AGGIUNTA DEL METODO CLASSICO ALLE DENOMINAZIONI

In GU modifica del disciplinare denominazione d’origine controllata “Monti Lessini”

La gamma dei vini prodotti sotto la denominazione “Monti Lessini” finora dedicata ai vini fermi, si arricchisce di bollicine. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, cambia infatti il disciplinare che ora accoglie gli spumanti Metodo Classico ottenuti con almeno l’85% di uva Durella. Gli spumanti metodo Martinotti o Charmat rimangono nella Doc Lessini Durello.

“Con questa modifica si disciplina il Metodo Classico a livello regionale, andando incontro alle richieste dei consumatori sempre più attratti da questa tipologia di spumanti. Inoltre, viene data maggiore considerazione alle coltivazioni d’altura e alle varietà d’uva dal carattere spigoloso come la Durella – evidenzia Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Veneto –. Con i cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature, assistiamo infatti a una riscoperta dei vitigni a quote più alte e a uve dotate di elevata acidità, che fino a cinquant’anni anni fa erano considerati marginali”.

Per quanto riguarda gli spumanti delle Denominazioni Lessini Durello, nel 2020 il Metodo Classico, che con la modifica del disciplinare passa nei Monti Lessini, ha rappresentato il 20% della produzione totale che è stata di 908.400 bottiglie da 0,75 litri, di cui 751.733 di metodo Charmat e 156.630 tra Metodo Classico (38.000) e Metodo Classico Riserva (118.630).

“Si tratta di numeri stabilmente in crescita per il Metodo Classico – precisa Salvagno – che grazie all’ultima modifica del disciplinare è destinato a crescere distinguendosi nettamente dalla versione Charmat, che rimarrà legata al termine Durello. La doc Monti Lessini valorizza quindi la propria identità territoriale”.

 

Dal Territorio

 

PUGLIA, COVID: AL VIA RACCOLTA GRANO CON -45%; QUALITÀ ECCELLENTE

Con l’inizio della trebbiatura in Puglia, il granaio d’Italia, prende il via la raccolta del grano stimata in calo del 45% a causa del clima pazzo con le gelate prima e la siccità dopo che ha dimezzato le rese fino a 12 quintale per ettaro, mentre la qualità risulta eccellente. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Puglia che annuncia il via della trebbiatura nella regione della Penisola con la maggiore produzione di grano grazie ad oltre 360mila ettari coltivati.

In provincia di Bari il calo della produzione a causa degli eventi estremi è verticale con punte che superano il 60%, mentre a Foggia – rende noto la Coldiretti Puglia – la situazione è molto variegata tra zone irrigue e non irrigue, dove comunque hanno inciso gelate e siccità e si stima una diminuzione fino al 35% della produzione di grano.

“Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano. L’allarme globale provocato dal Covid ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 9.990.000 quintali prodotto e valore della filiera della pasta in Puglia pari a 542.000.000 euro. “La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio – aggiunge il presidente Muraglia – hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 dopo con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente, dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese”.

A colpire i campi regionali non sono solo i cambiamenti climatici che – evidenzia la Coldiretti Puglia – hanno provocato una riduzione delle rese, ma anche l’allarme incendi. “In provincia di Foggia i nostri agricoltori stanno trebbiando con grande lena per evitare il rischio fiamme che è sempre in agguato. Se di originare naturale, dolosa o per mano di piromani, dal 20 maggio al 20 giugno sono state 70 le chiamate d’intervento ai Vigili del Fuoco per spegnare gli incendi in campagna”, insiste Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

Una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni – ricorda la Coldiretti Puglia – che con l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) nel 2020 le importazioni di grano canadese in Italia sono aumentate del 70% rispetto all’anno precedente per un totale di circa 1,7 miliardi di chili ma il problema – conclude la Coldiretti – riguarda anche fagioli, lenticchie e ceci provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare proprio con l’utilizzo del glifosato.

Infatti secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ l’82% degli italiani con l’emergenza coronavirus sugli scaffali cerca prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. Una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione. Una svolta patriottica favorita anche dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta sotto il pressing delle battaglie degli agricoltori della Coldiretti.

Le industrie di trasformazione stanno quindi adeguando gli approvvigionamenti e le proprie linee di produzione anche attraverso accordi di filiera. “Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia dove è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale”, argomenta Piccioni.

In questo contesto – sottolinea la Coldiretti – un segnale importante viene dal moltiplicarsi di marchi di pasta che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni fa. Ci sono quindi le condizioni per rispondere alle domanda di italianità dei consumatori ed investire sull’agricoltura nazionale che è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che – conclude la Coldiretti Puglia – valorizzino i primati del Made in Italy e assicurino la sostenibilità della produzione in Italia. Un impegno importante per garantire la sovranità alimentare del Paese e ridurre la dipendenza dall’estero in un momento in cui l’emergenza coronavirus ha evidenziato tutte le criticità del commercio internazionale.

 

CALABRIA, IL PREMIO ALLA CICLOVIA DEI PARCHI CREA OCCASIONI DI SVILUPPO 

Scoprire e visitare paesi, borghi, attraversare paesaggi rurali in sella a una bicicletta è sempre una grande emozione. L’assegnazione alla Ciclovia dei Parchi, dalle montagne al mare della Calabria dell’edizione 2021 dell’Italian Green Road Award, l’Oscar italiano del cicloturismo giunto alla sesta edizione che ogni anno viene assegnato alle “vie verdi “, è una ulteriore occasione di sviluppo perché permette al cicloturista di godere di percorsi che intrecciano natura e cultura, enogastronomia e paesaggi. E in Calabria – commenta Coldiretti Calabria – è un bel vedere e vivere nell’avventura immersi nel verde con paesaggi mozzafiato.  La ciclovia calabrese premiata, attraversa l’intera dorsale appenninica regionale di ben 545 chilometri; inizia a Laino Borgo (Cosenza) e termina a Reggio Calabria, interessando un’area protetta molto ampia di circa 350mila ettari lungo quattro parchi, l’Aspromonte, la Sila, il Pollino e le Serre, attraversando 60 tra città, paesi e borghi e si intreccia anche con il Cammino Basiliano valorizzando le radici della Magna Graecia. Un vivo ringraziamento va a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto.  Negli ultimi anni sulla base dei dati ISTAT – sottolinea Coldiretti – si va intensificando diffusione delle piste ciclabili e mentre scoppia il grande caldo con milioni di turisti in vacanza in località di mare e montagna e città grazie al green pass con l’avanzare della campagna di vaccinazione dopo l’emergenza Covid, la bicicletta diventa un mezzo molto usato con benefici per l’ambiente e la salute. Gli appassionati del pedale – evidenzia Coldiretti – di solito portano in viaggio la propria bicicletta personale con anche un kit per la manutenzione, ma c’è anche chi si affida anche ai servizi di “bike sharing” con un’offerta di due ruote che sta via via crescendo e molti agriturismi la mettono a disposizione dei clienti. Dobbiamo aggiunge Coldiretti – continuare a tenere fede alla motivazione del premio che riconosce alla Regione ” l’impegno in un progetto di valorizzazione del turismo sostenibile e della mobilità lenta”; continuare quindi ad irrobustire le zone rurali e anche urbane di piste ciclabili e creare le condizioni per diventare territorio “bici friendly”, perché attorno a questa realtà con una serie di tappe,  si potrà sviluppare un circuito positivo di aziende agricole che potranno ristorare i cicloturisti e far conoscere i loro prodotti.

 

VENETO, RECOVERY: STOP DIPENDENZA ESTERO: LEADER ALLEVAMENTO AVICOLO

L’incremento di consumo di carne avicola negli ultimi 10 anni si attesta nell’ordine del 20%, passando dai poco più di 17 kg agli attuali oltre 20 kg pro-capite. La risposta del sistema produttivo italiano è buona e asseconda la richiesta, grazie in particolare agli allevatori veneti che portano la regione ad essere leader assoluta a livello nazionale. Il Veneto – commenta Coldiretti – ha aumentato la propria produzione a peso morto di circa 100 mila quintali (+18%). Il numero degli allevamenti è rimasto, invece, sostanzialmente uguale, ma è aumentata la capacità di accasamento teorica e quindi produttiva di circa il 30%. Il settore come quello delle carni bianche potrebbe essere considerato un modello dal punto di vista dell’autosufficienza. Con la pandemia da Covid – sottolinea la Coldiretti – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. La paura di non poter soddisfare i bisogni primari come il cibo ha convinto la stessa Unione Europea a lanciare una consultazione pubblica per raccogliere contributi dagli operatori, ma anche dalle autorità e dai cittadini per realizzare un piano finalizzato a conquistare l’autosufficienza alimentare. Le dichiarazioni di Ettore Prandini all’assemblea di Unitalia trovano accoglienza nel contesto zootecnico regionale soprattutto in un momento dove l’emergenza Covid – rileva la Coldiretti – ha innescato un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri. Nell’immediato – sostiene la Coldiretti – occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle affinché i prezzi riconosciuti non scendano sotto i costi di produzioni cogliendo le opportunità offerte dal Pnrr – ha concluso Prandini nel sottolinerare che  “digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici di settore sono alcuni dei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti

 

LIGURIA, COVID: LA ZONA BIANCA SOSTIENE IL VINO

La zona bianca, con la fine del coprifuoco e il possibile incremento dell’ospitalità e degli incassi in tutti i ristoranti, bar e agriturismi, può sostenere il vino Made in Italy, uno dei settori dell’agroalimentare più penalizzato dall’emergenza Covid.

“Il via alla ripresa delle attività di ristoranti, bar e agriturismi – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – ha dunque un impatto rilevante, dal punto di vista economico, anche per il settore vitivinicolo locale poiché interessa soprattutto i prodotti a maggior valore aggiunto, come i vini a denominazioni di origine e indicazione geografica, tra i quali si contano le 8 DOC liguri (DOC 5Terre, DOC Rossese di Dolceacqua, DOC Riviera Ligure di Ponente, DOC Golfo del Tigullio – Portofino, DOC Val Polcevera, DOC Colline di Levanto, DOC Colline di Luni e DOC Ormeasco di Pornassio) e i 4 IGT (Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Colline Savonesi, Terrazze dell’imperiese). A livello nazionale, a causa dei lockdown e delle misure di restrizione disposte dai vari Dpcm, dall’inizio della pandemia più di 2 aziende vitivinicole su 3 hanno registrato una perdita di fatturato nel 2020, con punte superiori al 30% rispetto all’anno precedente, secondo stime della Coldiretti. Un crollo che non è stato compensato dall’aumento dei consumi domestici che sono cresciuti per il maggior tempo trascorso in cucina per la preparazione di pranzi, cene e apertivi. Con l’avanzare della campagna di vaccinazione a livello mondiale, è fondamentale continuare a sostenere il commercio estero delle nostre eccellenze, sempre più apprezzate grazie all’alta qualità della produzione e al grande spirito imprenditoriale dei nostri viticoltori che si continuano a far largo sul panorama internazionale.”

 

PIEMONTE, GRANO: AL VIA LA TREBBIATURA CON -10% RACCOLTI PER CLIMA PAZZO

Con l’arrivo del caldo torrido al via la raccolta del grano in Italia ed in Piemonte, stimata in calo del 10% a causa del clima pazzo con una fredda primavera dopo un inverno mite. E’ quanto emerge dal monitoraggio Coldiretti

Il Piemonte è particolarmente vocato alla produzione di frumento tenero con una superficie di circa 84 mila ettari tra tutte le province, da quella di Alessandria con oltre 34 mila ettari e più di 2 milioni di quintali di produzione a quella di Torino con 19500 ettari e più di 1 milioni di quintali, da Cuneo con 17 mila ettari e 934 mila quintali ad Asti con oltre 9 mila ettari e 540 mila quintali fino alle province del Piemonte orientale con 4 mila ettari e 240 mila quintali.

“Un segnale di ripartenza nelle campagne dove – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – con l’emergenza Covid non si è mai fermato il ciclo naturale delle lavorazioni per garantire l’approvvigionamento alimentare delle produzioni in uno scenario segnato da speculazioni, accaparramenti e distorsioni del commercio a livello internazionale. Uno dei prodotti simbolo del Made in Piemonte è proprio il frumento tenero oggetto dell’accordo di filiera Gran Piemonte volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina piemontese per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Un trend spinto dalla crescente richiesta di prodotti 100% Made in Italy come dimostra l’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale l’82% degli italiani con l’emergenza coronavirus sugli scaffali cerca prodotti italiani per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. Una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione. Una svolta patriottica favorita anche dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta sotto il pressing delle battaglie degli agricoltori della Coldiretti. Proprio l’allarme globale provocato dal Covid ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza – concludono Moncalvo e Rivarossa – per cui occorre intervenire sulle fragilità presenti in Italia per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero in un momento di grandi tensioni internazionali. Una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni, soprattutto da quelle aree del pianeta che, come il Canada per il grano, non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese dove è vietato l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta”.

 

NUORO–OGLIASTRA, ANNULATO EVENTO PER 150ANNI DI GRAZIA DELEDDA

L’evento per festeggiare i 150 anni dalla nascita di Grazia Deledda “Grazia 150 – Bevi con Grazia”, in calendario venerdì e sabato prossimo (25 – 26 giugno) è stato annullato. Lo annuncia Coldiretti Nuoro Ogliastra dopo l’improvvisa scomparsa di Mario Rubeddu, responsabile dell’ufficio di Nuoro dell’Organizzazione agricola, avvenuta ieri mattina.

Mario, 51 anni, sposato e con tre figli, lavorava da oltre 30 anni in Coldiretti. Era una persona mite, disponibile, ben voluto sia dai colleghi che dai soci.

“Siamo letteralmente sconvolti – afferma a nome della Coldiretti il presidente provinciale Leonardo Salis – ci ha lasciato una persona buona, un grande lavoratore, legatissimo al suo lavoro e alla nostra Organizzazione.  Siamo tutti vicini alla moglie Daniela e ai figli”.

L’iniziativa “Grazia 150 – Bevi con Grazia” era nata lo scorso anno, quando Coldiretti Nu-Og decise, coinvolgendo 50 cantine, di celebrare il 150esimo anno dalla nascita della scrittrice nuorese, prima donna italiana insignita del premio Nobel, con una etichetta celebrativa.

Venerdì e sabato si sarebbe dovuta tenere una grande festa, con convegni, musica e cibo a km0 per celebrare la grande scrittrice nuorese, espressione del mondo agricolo isolano.

Gli eventi sono stati invece annullati e rinviati a data da destinarsi.

 

PADOVA, VINO SENZ’ALCOL? ANATEMA! AGRICOLTORI BOCCIANO LE IDEE DI BRUXELLES

Togliere l’alcol dal vino ed aggiungere acqua? Ad una proposta del genere c’è solo da dire “No!”. Gli imprenditori di Coldiretti Padova, oggi riuniti in assemblea provinciale a Cervarese Santa Croce, bocciano l’ultima trovata di Bruxelles per il settore enologico, già sotto attacco con la proposta di introdurre etichette allarmistiche per scoraggiarne il consumo.

La provincia di Padova, ricorda Coldiretti, vanta una consolidata vocazione vitivinicola di qualità con quasi 6.800 ettari di vigneti, 3.600 imprese viticole impegnate nella produzione di oltre 900 mila quintali di vino, in gran parte a denominazione di origine Doc e Docg, sia sui Colli Euganei che in pianura. L’ipotesi di svilire la produzione enologica con l’introduzione del vino annacquato e senza alcol trova la ferma opposizione dei produttori che nei mesi scorsi hanno bocciato anche altre “proposte” che non tengono conto dell’identità e della distintività del vino made in Italy e del lavoro dei produttori sul fronte della qualità.

“La schizofrenia creativa dell’Unione Europea non smette di stupirci – ricorda Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – e arriva a proposte come quella di allungare il vino con l’acqua e mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino. Stiamo combattendo una nuova battaglia contro chi vorrebbe togliere l’alcol dal vino ed aggiungere acqua per scoraggiarne il consumo. Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.

In difesa del “vero” vino del territorio a fianco di Coldiretti si schierano anche i consiglieri regionali Elisa Venturini, padovana, già consigliere provincia e sindaco, che ben conosce il nostro territorio, e il veronese Alberto Bozza, firmatari della mozione in Consiglio Regionale per sollecitare “l’adozione di iniziative per la tutela del comparto vitinicolo e del consumatore e agire in sede europea affinché il prodotto dealcolato non sia definito vino ma sia identificato con il termine ‘bevanda’ a tutela del consumatore”, con l’esclusione dei vini a marchio da questa pratica. “E’ un segno importante di attenzione verso la viticoltura padovana e veneta – aggiunge Bressan – una vera e propria eccellenza riconosciuta a livello internazionale che non può essere svilita da iniziative discutibili”.

“Non può essere permesso di chiamare vino un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità – aggiunge Emanuele Calaon, giovane viticoltore dei Colli Euganei – per effetto di trattamento invasivo che interviene nel processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino. Così come per la pratica dello zuccheraggio, che viene consentita nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino mentre è vietata nei paesi del Mediterraneo e in Italia. Per non parlare del via libera al vino “senza uva” ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stessa del vino che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto dall’uva”.

“Meglio sarebbe – aggiunge Tino Arosio, direttore di Coldiretti Veneto, intervenuto all’assemblea provinciale – che l’Unione Europea lavorasse per un programma di ulteriore qualificazione del vino, che la riaffermi a livello globale, come la culla della cultura del vino e l’Italia come il territorio che esprime la migliore espressione qualitativa, con una biodiversità che va difesa e non annacquata”.

Chiamati in assemblea provinciale ad approvare il bilancio del 2020, l’anno del Covid, e le linee programmatiche per quest’anno i presidenti di sezione di Coldiretti Padova si sono confrontati con i vertici dell’associazione sul dopo pandemia e sulle soluzioni per rilanciare l’agricoltura in questa fase. “Il settore primario non si è mai fermato – aggiunge Giovanni Roncalli, direttore di Coldiretti Padova – e proprio durante l’emergenza ha dimostrato di essere una risorsa fondamentale per l’Italia. Ora, per il rilancio, la risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito”.

“Nell’anno della pandemia – conclude il presidente Bressan – l’agroalimentare è diventato la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di euro di fatturato, con le imprese agricole che nonostante le difficoltà hanno continuato a garantire le forniture alimentari alle famiglie italiane. Ora bisogna ripartire dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza guardando alle sfide del futuro per far crescere il Made in Italy e ridurre la dipendenza dall’estero. L’agricoltura italiana è una risorsa fondamentale per avviare una nuova stagione di sviluppo economico e lavoro per il Paese. Per questo dobbiamo mettere in campo gli strumenti per aiutare tutte le aziende nei processi di innovazione e di maggiore sostenibilità per agevolare la transizione verso un modello di economia circolare che migliori l’efficienza nell’uso delle risorse con una decisa semplificazione burocratica e dei servizi”.

 

NORD SARDEGNA, INCONTRO PRESIDENTE COMMISSIONE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

Ente pagatore sardo, proroga contributi previdenziali e inclusione intergenerazionale. Sono i temi al centro del confronto tra Federpensionati Coldiretti Nord Sardegna, il presidente della Commissione regionale Attività produttive Piero Maieli e la Commissaria dell’Agenzia Argea Patrizia Mattioli che si è svolto ieri, lunedì 21 giungo a Sassari nella Federazione di Coldiretti Nord Sardegna.

I pensionati Coldiretti del Nord Sardegna guidati dal presidente Piero Filigheddu, oltre a chiedere lumi ai rappresentanti della Regione, “sugli adempimenti previdenziali che con i cosiddetti decreti Covid hanno subito delle proroghe soprattutto la quarta rata del 2020”, si sono soffermati sul concetto di invecchiamento attivo, cavallo di battaglia dei Pensionati della Coldiretti. In particolare hanno evidenziato la necessità di un nuovo welfare che “assicuri la piena integrazione e partecipazione delle persone anziane nella società attraverso normative adeguate e specifiche, favorendo lo scambio intergenerazionale di conoscenze reciproco tra giovani ed anziani” anche perché hanno sottolineato”.

All’incontro hanno preso parte anche il presidente e il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu ed Ermanno Mazzetti che hanno sollecitato il presidente della Commissione Attività produttive e la commissaria di Argea su funzionamento dell’Ente Pagatore Regionale e la necessità di efficientare il sistema informatico regionale”.

 

VERONA, DOC “MONTI LESSINI”: ARRIVA IN ESCLUSIVA IL METODO CLASSICO 

La denominazione “Monti Lessini” cambia il disciplinare di produzione e si dedica allo spumante Metodo classico. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello scorso 19 giugno, la denominazione “Monti Lessini” finora dedicata ai vini fermi, accoglie gli spumanti Metodo Classico ottenuti con almeno l’85% di uva Durella. Gli spumanti metodo Martinotti o Charmat rimangono nella Doc Lessini Durello.

“Con questa modifica si disciplina il Metodo Classico a livello regionale, andando incontro alle richieste dei consumatori sempre più attratti da questa tipologia di spumanti. Inoltre, viene data maggiore considerazione alle coltivazioni d’altura e alle varietà d’uva dal carattere spigoloso come la Durella – evidenzia Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona – Con i cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature, assistiamo infatti a una riscoperta dei vitigni a quote più alte e a uve dotate di elevata acidità, che fino a cinquant’anni anni fa erano considerati marginali”.

Per quanto riguarda gli spumanti delle Denominazioni Lessini Durello, nel 2020 il Metodo Classico, che con la modifica del disciplinare passa nei Monti Lessini, ha rappresentato il 20% della produzione totale che è stata di 908.400 bottiglie da 0,75 litri, di cui 751.733 di metodo Charmat e 156.630 tra Metodo Classico (38.000) e Metodo Classico Riserva (118.630).

“Si tratta di numeri stabilmente in crescita per il Metodo Classico – precisa Salvagno – che grazie all’ultima modifica del disciplinare è destinato a crescere distinguendosi nettamente dalla versione Charmat, che rimarrà legata al termine Durello. La doc Monti Lessini valorizza quindi la propria identità territoriale”.

 

SONDRIO, ANCHE MADE IN SONDRIO AD OPERAWINE: “RESTART DAY” DEL VINO ITALIANO  

Il ritorno di quasi tutta Italia in zona bianca (dove salta il coprifuoco e si allungano le tavolate con un significativo incremento dell’ospitalità e degli incassi in tutti i ristoranti, bar e agriturismi) vale 2,5 miliardi su base annuale per il vino italiano, il settore dell’agroalimentare Made in Italy più penalizzato dall’emergenza Covid.

E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti diffusa in occasione di Operawine promosso da Vinitaly che segna il ‘restart day’ del vino italiano: una manifestazione di prestigio alla quale sono presenti anche le etichette della provincia di Sondrio, che coincide peraltro con il cambio di colore del Paese con il superamento di quasi tutti i limiti per il canale della ristorazione che rappresenta in valore il primo mercato di sbocco del vino italiano.

Il via alla ripresa delle attività di ristoranti, bar e agriturismi ha dunque un impatto rilevante dal punto di vista economico per il settore vitivinicolo nazionale poiché interessa soprattutto i prodotti a maggior valore aggiunto come i 526 vini a denominazioni di origine e indicazione geografica, che rappresentano il 70% della produzione nazionale e che sono stati proprio i più penalizzati dalla pandemia.

A causa dei lockdown e delle misure di restrizione disposte dai vari Dpcm, dall’inizio della pandemia più di 2 aziende vitivinicole su 3 hanno registrato una perdita di fatturato nel 2020, con punte superiori al 30% rispetto all’anno precedente, secondo stime della Coldiretti: situazione ancor più seria in provincia di Sondrio, dove il blocco della stagione estiva, unito alle “zone rosse”, ha provocato un tracollo marcato del settore.

Una “caduta libera” delle vendite, quindi, che non è stata compensata dall’aumento dei consumi domestici che sono aumentati per il maggior tempo trascorso in cucina per la preparazione di pranzi, cene e apertivi. Il vino e gli spumanti sono stati molto apprezzati durante i vari lockdown, con una crescita degli acquisti rispettivamente dell’8,3% e del 7,5% nel 2020 rispetto all’anno precedente, stando a un’analisi Coldiretti su dati Ismea.

All’incremento delle vendite al supermercato si accompagna il vero e proprio boom registrato in quelle on line dell’e-commerce – continua Coldiretti – che sono più che raddoppiate nel 2020 (+105%), rispetto al 2019, sulla base di un’elaborazione Coldiretti su dati Wine Monitor Nomisma. Con l’avanza della campagna di vaccinazione a livello mondiale si punta ora all’export dopo che il primo trimestre ha fatto segnare anche nei confronti delle esportazioni che nel primo trimestre del 2021 ha fatto registrare un calo del 4% in valore in continuità con il trend dello scorso anno. L’Italia – conclude la Coldiretti – è il principale esportatore mondiale di bottiglie di vino nel mondo.

 

ALESSANDRIA, COVID: CON STOP MASCHERINE PIÙ LIBERTÀ’ E ANCHE TAGLIO DEI COSTI

Non solo aria di libertà per tutti ma anche taglio dei costi per le imprese con la fine dell’obbligo delle mascherine che fa risparmiare almeno 40 milioni di euro nelle campagne nel secondo semestre dell’anno in cui si concentrano le attività di raccolta della verdura e della frutta oltre alla vendemmia.

E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sugli effetti del superamento dell’obbligo di indossare la mascherina all’aria aperta nel rispetto del distanziamento a partire dal 28 giugno.

“Una scadenza importante – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – per circa un milione di lavoratori nelle campagne dove gran parte delle attività si svolge all’aria aperta con la possibilità di rispettare le distanze. Proprio perché spesso in aree isolate e con ampi spazi all’aperto le fattorie italiane sono forse i luoghi più sicuri per difendersi dal contagio”.

Non è un caso che riguardano l’agricoltura appena lo 0,3% delle 156.766 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Italia al 28 febbraio 2021. Si tratta della percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività mentre la percentuale in industria e servizi è del 97,6%.

Anche per questo il 17% degli italiani ha scelto di trascorrere le vacanze estive 2021 in campagna, parchi naturali e oasi, tra verde ed enogastronomia, coniugando la voglia di normalità con la garanzia di stare in sicurezza senza rischiare gli affollamenti, secondo l’indagine Coldiretti/Notosondaggi sui cittadini che hanno deciso la destinazione delle ferie.

“La campagna è diventata così la seconda meta delle vacanze subito dopo il mare – ha aggiunto il Direttore Roberto Rampazzo – proprio per effetto dell’emergenza sanitaria che ha fatto cambiare i programmi di una fetta consistente della popolazione nazionale. Gli agriturismi, peraltro, spesso situati in aree rurali in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse le mete turistiche dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”.

Per quanto riguarda le famiglie, invece, a livello di spese sanitarie, con l’obbligo di mascherine solo al chiuso o nei luoghi affollati si potrà risparmiare sino a 50 euro nei prossimi sei mesi.

 

VARESE, ALLARME INFLAZIONE: INVERTIRE LA ROTTA CON GREEN E TERRITORIO            

Scommettere su territorio, politiche green e filiera corta “per arginare le montagne russe di un’inflazione che, negli ultimi anni, ha visto contraccolpi sempre più imprevedibili ed estremi”. Lo rimarca Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, nell’osservare come anche oggi i prezzi dei prodotti base dell’alimentazione abbiano raggiunto a livello mondiale livelli marcati, pari al massimo da quasi dieci anni, trainati dalle quotazioni in forte aumento per oli vegetali, zucchero e cereali.

A tirare la volata sono i prezzi internazionali dei cereali cresciuti del 36,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ma va anche segnalato il balzo del 10% nelle quotazioni della carne.

“Sono gli effetti delle manovre finanziarie sul cibo che stanno “giocando” senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi” rileva il presidente. Il quadro è confermato dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione dei dati ISTAT sull’inflazione a maggio sulla base dell’Indice FAO dei prezzi delle materie prime agricole dello stesso mese. Si tratta del risultato di un anno di aumenti consecutivi con l’indice FAO che ha raggiunto un valore medio di 127,1 punti, che costituisce un incremento del 39,7 percento rispetto a maggio 2020.

“Con la pandemia – continua Fiori – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. L’emergenza Covid sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime che registrano il +80% per la soia ed il +50% per il mais mettendo in crisi soprattutto gli allevamenti di bovini e di suini che hanno già a che fare con la crisi che sta colpendo, a causa delle continue chiusure che si sono verificate nei mesi scorsi, la ristorazione dove le nostre pregiate carni trovavano lo sbocco principale. Per questo occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle affinché i prezzi riconosciuti agli allevatori non scendano sotto i costi di produzioni in forte aumento per effetto dei rincari delle materie prime”.

L’aumento delle quotazioni conferma che l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro. Le sfide e i progetti del PNRR per l’agroalimentare rappresentano una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale che potrà offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni.

 

PARMA, ESTATE 2021: TORNANO I CITY CAMP E MERENDA A KM0 CON CAMPAGNA AMICA

L’estate dei bambini e dei ragazzi sarà un’estate di bellezza e solidarietà. Sono partiti i Parma 2021 City Camp: campi estivi tra cultura, gioco e sostenibilità come occasione per piccoli e grandi di riappropriarsi degli spazi della nostra identità, stare insieme agli altri, meravigliarsi di ciò che ci circonda.

I City Camp sono promossi da CSV Emilia e Consorzio di Solidarietà Sociale, in collaborazione con Parma 2020+21, Fondazione Cariparma e Comitato Territoriale Iren di Parma, col sostegno di Comune di Parma, del Gruppo Chiesi, del Cral Chiesi, del Progetto ”Es.C.A. – Esperienze di Cittadinanza Attiva”– Regione Emilia-Romagna.

All’iniziativa partecipa anche Campagna Amica Parma con una merenda a km zero, sana e gustosa, a base di frutta e la consegna della ruota della stagionalità.

Dodici campi fra città e provincia, pensati per chi ha dai 6 ai 25 anni con proposte diversificate perché ogni età abbia la sua. I partecipanti saranno organizzati in piccoli gruppi di coetanei che potranno vivere all’aria aperta, respirando la natura nelle sue diverse espressioni, dai tigli di città agli abeti di montagna.

“Siamo lieti – commenta il Direttore di Coldiretti Parma Marco Orsi -di partecipare anche quest’anno, insieme a Campagna Amica, con una merenda, a base di frutta dei nostri produttori agricoli, per i ragazzi dei City Camp. E’ un ulteriore modo per far conoscere alle nuove generazioni i prodotti locali e incentivare il consumo di frutta nella dieta alimentare, in particolare in estate. Con la consegna della ruota della stagionalità faremo anche un intervento di educazione alimentare per informare i giovani che ogni frutto ha la sua stagione, proseguendo così l’attività didattica   e culturale portata avanti da Coldiretti per le nuove generazioni, tesa a formare consumatori consapevoli di ciò che acquistano e mettono in tavola”.

 

VENETO, COCKTAIL LETTERARIO A BELLUNO CON NUNZIO PRIMAVERA

Il tour nazionale dell’elegante scrittore siciliano, Nunzio Primavera, è partito dal Veneto facendo tappa anche a Belluno. L’autore ha presentato il suo libro “L’oliveto delle monache” prima in biblioteca a Selvazzano Dentro poi al Mercato di Campagna Amica di Padova. Motore organizzativo le agricoltrici di Coldiretti guidate da Chiara Bortolas che ha colto l’occasione per inserire anche un appuntamento nel cuore della sua città: Belluno. Un fuori programma che ha consentito un terzo momento molto speciale in Piazza Santo Stefano con un cocktail letterario durante il quale il romanzo è stato accolto da un gruppo di attenti bellunesi che hanno goduto dell’ascolto di alcuni passi salienti del romanzo.

Una storia di donne, che prende spunto da un fatto veramente accaduto – spiega Chiara Bortolas – dove in un convento un gruppo di suore insieme ad alcune ragazze mettono in piedi un’impresa nel campo dell’olivicoltura – spiega Chiara Bortolas –  una rete femminile per la produzione nella farmacia del monastero della Madonnella del Monte di medicinali officinali estraendo le essenze prodigiose delle piante del giardino dei semplici. Un gruppo di donne consacrate e laiche che in un momento di crisi trovavano la forza per reagire cogliendo le opportunità offerte dalla multifunzionalità dell’agricoltura. Una storia di donne che con fantasia e capacità diventano imprenditrici e dopo un cammino di emancipazione sono il vero traino del cambiamento della società in cui vivono. Il racconto ha una conclusione vincente e positiva favorita dall’alleanza, perché agendo da soli spesso si sbaglia e ci si mette nei guai, e dalla competenza, unita alla saggezza, alla quale bisogna avere l’umiltà di fare ricorso rivolgendosi a chi sa sempre cosa sia meglio fare nelle situazioni più difficili.

 

COMO LECCO, ALLARME INFLAZIONE: INVERTIRE LA ROTTA CON GREEN E TERRITORIO

Scommettere su territorio, politiche green e filiera corta “per arginare le montagne russe di un’inflazione che, negli ultimi anni, ha visto contraccolpi sempre più imprevedibili ed estremi”. Lo rimarca Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco, nell’osservare come anche oggi i prezzi dei prodotti base dell’alimentazione abbiano raggiunto a livello mondiale livelli marcati, pari al massimo da quasi dieci anni, trainati dalle quotazioni in forte aumento per oli vegetali, zucchero e cereali.

A tirare la volata sono i prezzi internazionali dei cereali cresciuti del 36,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ma va anche segnalato il balzo del 10% nelle quotazioni della carne.

“Sono gli effetti delle manovre finanziarie sul cibo che stanno “giocando” senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi” rileva il presidente. Il quadro è confermato dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione dei dati ISTAT sull’inflazione a maggio sulla base dell’Indice FAO dei prezzi delle materie prime agricole dello stesso mese. Si tratta del risultato di un anno di aumenti consecutivi con l’indice FAO che ha raggiunto un valore medio di 127,1 punti, che costituisce un incremento del 39,7 percento rispetto a maggio 2020.

“Con la pandemia – continua Trezzi – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. L’emergenza Covid sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime che registrano il +80% per la soia ed il +50% per il mais mettendo in crisi soprattutto gli allevamenti di bovini e di suini che hanno già a che fare con la crisi che sta colpendo, a causa delle continue chiusure che si sono verificate nei mesi scorsi, la ristorazione dove le nostre pregiate carni trovavano lo sbocco principale. Per questo occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle affinché i prezzi riconosciuti agli allevatori non scendano sotto i costi di produzioni in forte aumento per effetto dei rincari delle materie prime”.

L’aumento delle quotazioni conferma che l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro. Le sfide e i progetti del PNRR per l’agroalimentare rappresentano una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale che potrà offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni.

 

PADOVA, INCONTRI PROMOSSI DA DONNE IMPRESA FESTA, TIFO, COCKTAIL LETTERARI

Un solstizio d’estate intenso per Coldiretti da Padova a Selvazzano e Piazzola sul Brenta con tre giorni di iniziative all’insegna della cultura, della tradizione, della festa, dello stare insieme, fino al tifo e alla gioia per i successi degli Azzurri contro il Galles.

Con la regìa di Donne Impresa Coldiretti Veneto e l’impegno organizzativo della federazione provinciale di Padova, proprio per cogliere l’emozione di una “prima volta”, finalmente una serie di eventi, tutti con grande partecipazione, di giovani, donne e tanti cittadini in presenza, dopo mesi e mesi di clausura. Rispettando sempre con grande attenzione tutte le misure anti Covid-19.

A cominciare da Selvazzano Dentro, alle porte di Padova dove ospiti della dinamica sindaca Giovanna Rossi, è cominciato il tour nazionale di un elegante scrittore siciliano, Nunzio Primavera, un uomo di Coldiretti “a tutto tondo” che ha presentato nel bel cortile-incontri di Palazzo Maestri il suo libro “L’oliveto delle monache”, intervistato dalla giornalista Stefania Mastellaro. Una storia di donne, suore che insieme ad alcune ragazze mettono in piedi un’impresa nel campo dell’olivicoltura, ma anche impegnata per la realizzazione di abiti da sposa molto speciali, per la produzione nella farmacia del monastero della Madonnella del Monte di medicinali officinali estraendo le essenze prodigiose delle piante del giardino dei semplici. Un gruppo di donne consacrate e laiche che in un momento di crisi trovavano la forza per reagire cogliendo le opportunità offerte dalla multifunzionalità dell’agricoltura. Una storia di donne che con fantasia e capacità diventano imprenditrici e dopo un cammino di emancipazione sono il vero traino del cambiamento della società in cui vivono.

Nel secondo momento del fine settimana di anticipazione dell’estate, sempre di carattere letterario, la presentazione al Mercato coperto di Campagna Amica di Padova del libro di Nunzio Primavera, ha trovato in suor Francesca Forese responsabile della Pastorale sociale della diocesi di Padova una attenta sottolineatrice dei valori che il romanzo propone. A partire da quelli che suor Francesca ha definito “gli ingredienti per realizzare la pace sociale e il bene comune che papa Francesco propone nell’enciclica Evangelii Gaudium”. Un racconto che evidenzia due modi diversi e contrapposti di concepire lo sviluppo: da una parte lo sviluppo e la speculazione, dall’altra la cura e la valorizzazione. Ma l’altro aspetto del romanzo evidenziato da suor Forese è il rapporto intergenerazionale basato sull’ascolto reciproco. Infine la storia ha una conclusione vincente e positiva favorita dall’alleanza, perché agendo da soli spesso si sbaglia e ci si mette nei guai, e dalla competenza, unita alla saggezza, alla quale bisogna avere l’umiltà di fare ricorso rivolgendosi a chi sa sempre cosa sia meglio fare (in questo caso i servizi della Coldiretti) nelle situazioni più difficili.

A Piazzola sul Brenta domenica in tanti hanno aspettato il solstizio d’estate insieme ai giovani ed alle donne di Coldiretti Padova alla prima “Festa d’Estate” nel verde dei giardini di Villa Contarini, un evento per tendere la mano al mondo dello spettacolo testimoniando così la ripresa delle attività e l’avvio di una nuova stagione.

Un pomeriggio e una serata tra musica dal vivo, picnic con gli agribag degli agricoltori e solidarietà a favore del Cuamm Medici con l’Africa al quale sono andati i proventi della manifestazione e della vendita degli speciali cuscini “Solo dal Cuore” realizzati dalle agrisarte venete proprio per sostenere le attività del Cuamm per le mamme e i bambini. Sul palcoscenico la cantante Chiara Luppi, applaudita insieme alla TrioToP Band che ha animato egregiamente la serata fino all’inizio della partita degli Europei di Calcio Italia-Galles, seguita da centinaia di persone, e poi spazio ancora alla musica con il gruppo padovano Beat Regeneration.

Il grande prato del parco di Villa Contarini si è riempito di un mare di teli colorati, in vero stile “Agri-Woodstock” a contatto con la natura e i buoni prodotti che Coldiretti e i suoi partner hanno messo a disposizione, come il gelato, la frutta, la birra, i popcorn e chi più ne ha più ne metta, per giungere alla cena con le organizzatissime Agri-Bag da gustare sul prato come un vero picnic. Fondamentale l’appoggio del Comune di Piazzola sul Brenta, che ha patrocinato e collaborato attivamente la festa, e della Regione Veneto, proprietaria di Villa Contarini.

 

PARMA, GRANDE PARTECIPAZIONE AL CORSO DI IGIENE DEGLI ALIMENTI

Si è tenuto il corso di formazione in materia di igiene degli alimenti, organizzato da Coldiretti Parma, accreditata dal dipartimento di Sanità Pubblica della Regione a svolgere corsi di formazione e aggiornamento per alimentaristi.

L’incontro on line, condotto dal Responsabile alla sicurezza alimentare Gianfranco Mazza, ha toccato diversi argomenti d’interesse per chi vuole occuparsi professionalmente di cucina, pasticceria, gelateria, produzione di pasta fresca e di prodotti da forno, lavorazione di latte e formaggi, macellazione e somministrazione.

I corsi, periodicamente organizzati da Coldiretti Parma, sono obbligatori, tra l’altro, anche per gli operatori agrituristici che praticano somministrazione pasti e bevande e per le aziende agricole che effettuano la trasformazione di alimenti.

Al termine dei corsi i partecipanti, a seguito del superamento di un test finale, riceveranno relativo attestato.

Questi corsi rappresentano una bella opportunità – commenta Coldiretti – per potenziare le conoscenze e la professionalità di ristoratori, baristi, cuochi, operatori agrituristici e aziende agricole, queste ultime abilitate, grazie alla legge di orientamento, a potersi occupare anche di cucina e somministrazione.

 

Appuntamenti

 

EMILIA ROMAGNA, DONNE: FORMAZIONE PER LE IMPRENDITRICI DI DOMANI

Da martedì 22 a giovedì 24 giugno

Comunicazione, digitalizzazione dell’impresa, e-commerce, agricoltura di precisione, rispetto dell’ambiente, della biodiversità e delle risorse. Questi i temi centrali del corso di Coldiretti organizzato da Inipa e destinato alle imprenditrici agricole di Donne Impresa Coldiretti.

Una tre giorni, dal 22 al 24 giugno, che si svolgerà online nei primi due appuntamenti e in presenza per il terzo e vedrà poi la sua conclusione ufficiale a settembre in un grande incontro nazionale che si terrà a Roma.

“Comunicare e promuovere i prodotti del territorio, usare i dati e gli eventi, sfruttare al meglio i finanziamenti Comunitari, Nazionali e Regionali e i nuovi bandi dedicati all’imprenditoria femminile sono aspetti fondamentali per il futuro della nostra professione” ha detto Luciana Pedroni, Delegata regionale di Coldiretti Donne Impresa. “Questo corso insegnerà alle nostre imprenditrici come comunicare efficacemente con stakeholder, colleghi e consumatori, ovvero come si può essere efficaci nel presentare la propria identità di impresa all’esterno. Faremo poi una panoramica su come sfruttare al meglio i servizi offerti dal Portale del Socio di Coldiretti. Dopo una stagione difficile come quella caratterizzata dalla pandemia è necessario farci trovare pronte alle sfide di un agroalimentare pronto a ripartire, dopo che lungo questi mesi difficili ha dimostrato più che mai di essere un settore strategico e determinante per le sorti del nostro Paese”.

 

MACERATA: AL MERCATO DI VIA MORBIDUCCI EVENTI E DEGUSTAZIONI A KM ZERO

Mercoledì 23 e sabato 26 giugno

L’agricoltura al centro. Centro inteso come vite e città sempre più orientate verso un’economia green. Un esempio concreto è il Mercato Coperto Campagna Amica di via Morbiducci a Macerata dove è possibile trovare tutte le eccellenze agroalimentari e i prodotti biologici dei contadini Maceratesi. “Non vediamo l’ora di utilizzare anche l’ampio parcheggio/terrazza con vista magica su Monti Sibillini per la realizzazione di eventi – spiega il direttore di Coldiretti Macerata, Giordano Nasini – dedicati a degustazioni di vini e prodotti del nostro territorio in questo tempio del km zero che, nei mesi, è diventato un vero e proprio punto di riferimento per i maceratesi”. Se ne è accorto anche il sindaco Sandro Parcaroli che da cliente affezionato, nei giorni scorsi, è stato in via Morbiducci con il vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni, in occasione dell’assemblea degli agricoltori della provincia di Macerata alla quale hanno partecipato anche tutti i dirigenti della grande famiglia Coldiretti. Una famiglia che ha eletto a punto di incontro tra agricoltori e cittadini proprio il Mercato Coperto. Filiera corta e tradizioni con 18 aziende ad animare i 300 metri quadrati di locale. Sui banchi, tutti i mercoledì dalle 8 alle 13.30 e tutti i sabato dalle 8 alle 14, il meglio dell’agroalimentare locale e la possibilità, per le famiglie, di farsi consegnare direttamente a casa buste e cassette di carne, frutta e verdura, pesce dell’Adriatico, olio extravergine d’oliva, salumi della tradizione, formaggi freschi e stagionati, pasta, pane contadino, miele, vino, birra agricola, porchetta, zafferano e cosmesi a base di lavanda. Il Mercato Coperto di Campagna Amica a Macerata sarà aperto tutti i mercoledì dalle 8 alle 13 e il sabato dalle 8 alle 14.

 

MANTOVA: GONZAGA INAUGURA IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA

Venerdì 25 giugno

Il prossimo 25 giugno alle ore 9 inaugura il mercato di Campagna Amica a Gonzaga, in programma tutti i venerdì dalle 8:30 alle 12:30 nel piazzale tra viale Dante e viale Fiera Millenaria.

Per l’avvio del nuovo servizio degli agricoltori di Campagna Amica, a tutti i clienti del mercato saranno regalati il libro e la cartoguida degli agriturismi di Terranostra Mantova e un melone mantovano.

Al mercato di Campagna Amica di Gonzaga si potranno trovare ortofrutta di stagione fresca e trasformata, carne bovina, suina e di pollo, pasta fresca, dolci, prodotti da forno, marmellate e confetture, pasta ripiena, pane e salumi.

 

SALERNO: INAUGURAZIONE MERCATO CAMPAGNA AMICA A SAN SEVERINO

Giovedi’ 24 Giugno

Cresce la rete dei Mercati Campagna Amica in provincia di Salerno. Giovedì 24 giugno si inaugura il Mercato Coldiretti a Mercato San Severino, in piazza Garibaldi, dalle ore 9.00 alle 14.00. Per Coldiretti Salerno si tratta di un ulteriore tassello per la promozione del made in Italy, una nuova piazza del km zero che vuole offrire ai cittadini-consumatori l’opportunità di acquistare le specialità agroalimentari del territorio senza alcuna intermediazione, direttamente dalle mani di chi le ha prodotte.

“E’ una soddisfazione – rimarca il direttore di Coldiretti Salerno, Enzo Tropiano – verificare un così grande interesse da parte delle amministrazioni comunali per i nostri Mercati che diventano sui territori generatori di nuovi interessi e restituiscono nuova vitalità alle città. La nascita di questo spazio Campagna Amica a Mercato San Severino, a poche settimane dall’apertura di Baronissi, testimonia la forza dei nostri imprenditori agricoli e zootecnici, e di Coldiretti e Campagna Amica, che stanno realizzando un progetto di crescita sui territori, fornendo nel contempo una risposta alle richieste dei consumatori, sempre più attenti dalla qualità e genuinità di quello che portano in tavola”.

Il Mercato Campagna Amica in piazza Garibaldi a Mercato San Severino sarà aperto ogni giovedì dalle 9.00 alle 14.00.