COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 22 gennaio 2019

22 Gennaio 2019
News La Forza del Territorio del 22 gennaio 2019

Primo piano

 

IMPERIA

RIVEDERE GLI ESTIMI CATASTALI DEI TERRENI

Si susseguono le generazioni, cambiano le coltivazioni presenti ma non variano gli estimi catastali su cui calcolare le imposte. Questo accade ormai da troppo tempo nei Comuni della costa imperiese: serve immediatamente un ricalcolo per evitare che la terra venga abbandonata e l’economia della zona ne risenta enormemente.

È quanto afferma Coldiretti Imperia nel portare alla luce una problematica che negli anni, nonostante le proposte avanzate, e le rassicurazioni date, non ha ottenuto delle risposte concrete e, ad oggi, rischia di compromettere intere aree agricole, un tempo vocate alla floricoltura di pregio, ma che presentano ora coltivazioni diverse, che risultano avere un valore economico sul mercato inferiore rispetto alla precedente. Gli estimi catastali presenti nei territori dei Comuni di Bordighera, Camporosso, Cervo, Cipressa, Civezza, Costarainera, Diano Arentino Diano Marina Ospedaletti Riva Ligure, San Lorenzo al Mare, Sanremo, Santo Stefano al Mare, Taggia, Vallecrosia e Ventimiglia reputano ancora queste zone con l’indirizzo produttivo di un tempo, con un conseguente calcolo erroneo delle imposte dovute.

Il valore attribuito ai terreni nei comuni prima indicati, porta ad un pagamento dell’IMU da parte degli agricoltori in pensione, che scelgono per raggiunti limiti di età di affittare il proprio terreno alle nuove generazioni, non più sostenibile. Ad esempio l’imposta IMU, calcolata su un terreno di 8.500 mq con un volume di affari aziendale di 60.000 euro/anno a Sanremo e Ospedaletti costa al proprietario quasi 4mila euro di IMU all’anno, mentre in altre province italiane a parità di fatturato e di coltivazione la cifra scende a 1.090 euro all’anno, praticamente un terzo coltivando gli stessi prodotti. Il perdurare di questa situazione di conseguenza impatta notevolmente sulle attività agricole del territorio, frenando il passaggio di consegne tra una generazione e l’altra di agricoltori.

“Questa situazione – affermano il Presidente di Coldiretti Imperia Gianluca Boeri e il Direttore di Coldiretti Imperia Domenico Pautasso – sta causando forti disagi economici, sia ai pensionati agricoli che concedono il possesso dei terreni per il proseguimento dell’attiva agricola ai figli o a parenti, sia ai coltivatori diretti che ne raffigurano un’attività imprenditoriale. Il pagamento dell’aliquota IMU, calcolata sugli estimi catastali presenti, risulta attualmente non sostenibile in relazione alla reale situazione produttiva. A nostro avviso, inoltre, il pagamento di tale tassa deve essere rivista per la categoria agricola: il terreno agricolo per un imprenditore è un bene strumentale e non una proprietà dove ne deriva una rendita fondiaria a seguito di una attività extra agricola. Per capire la discrepanza che nasce tra le aliquote e le effettive rendite dei terreni è utile ricordare che l’indirizzo agricolo dell’area coinvolta non è più interamente destinato alla floricoltura come un tempo, sostituita con la presenza di orti irrigui, cultura floreale di minor pregio e roseti.

È per questo che come Coldiretti Imperia abbiamo inviato al Prefetto di Imperia e ai Sindaci dei Comuni coinvolti la richiesta di avere un momento di confronto affinché si possa giungere a una soluzione condivisa. Bisogna cercare di agevolare il cambio generazionale in agricoltura e non ostacolarlo: l’abbandono della terra porterebbe a gravissimi conseguenze paesaggistiche, ambientali, sociali ed economiche che la nostra provincia non si può permettere. Noi non chiediamo di essere esenti dal pagamento, ma di pagare il giusto: attualmente assistiamo a una diversità di trattamento a parità di attività agricola espressa tra comuni di una regione e comuni di altre, questo sistema crea una serie di sperequazioni all’interno dello stesso settore”. 

 

 

Dal territorio

 

FRIULI-V.GIULIA, OSCAR GREEN: 1000 GIOVANI AGRICOLTORI IN CORSA PER IL PREMIO

Scatta la corsa all’Oscar per 55mila giovani italiani, di cui un migliaio in Friuli Venezia Giulia, che hanno investito in agricoltura, protagonisti di un cambiamento epocale che vede le nuove generazioni sognare un futuro in campagna. Al premio Oscar Green, promosso da Coldiretti Giovani Impresa, sarà possibile iscriversi anche in Friuli Venezia Giulia fino al 18 marzo 2019 attraverso il sito giovanimpresa.coldiretti.it oppure accedendo a www.oscargreen.it in una delle sei categorie previste: Impresa 3.Terra, Campagna Amica, Sostenibilità, Fare Rete, Noi per il sociale, Creatività. Per informazioni: elisabetta.tavano@coldiretti.it.

 

BASILICATA, CORSO AGRICHEF: DAL CAMPO ALLA TAVOLA CON GUSTO E AUTENTICITÀ

“Dal campo alla tavola con gusto e autenticità”. E’ il titolo del corso di Agri-Chef rivolto ai titolari delle aziende accreditate a “Gli Agriturismo di Campagna Amica” il marchio promosso da Terranostra di Coldiretti Basilicata, partito questa mattina presso l’agriturismo “La Dimora dei Cavalieri”, a Vaglio Basilicata. “L’obiettivo è quello di formare i partecipanti per valorizzare i prodotti aziendali – evidenzia il presidente Terranostra Basilicata, Gennaro Mecca – approfondendo la conoscenza delle materie prime per accrescere la certificazione dell’agriturismo doc italiano in Basilicata.

Il programma ha lo scopo di migliorare le capacità gestionali e organizzative nell’impresa agrituristica, incrementando il livello tecnico. L’attenzione massima sarà rivolta alla valorizzazione dei prodotti del territorio, che avverrà innovando le ricette tradizionali sul piano tecnico e di realizzazione”. Il corso che andrà avanti fino a venerdì riguarderà anche le tecnologie e le tecniche di cottura ottimizzazione e organizzazione dei tempi di preparazione, quelle di conservazione, il pricing del piatto e del menù, la valorizzazione del prodotto utilizzato, il mise en pace ed l’impiattamento, le tecniche di cucina e di sala, il recupero degli scarti in cucina, l’abbinamento vino e bicchiere e la presentazione e la scelta dei vini.  Si parlerà anche di cucina etnica. 

La giornata inaugurale, dopo il benvenuto del presidente regionale di Terranostra Gennaro Mecca, e del presidente regionale di Coldiretti, Antonio Pessolani, ha visto un corso pratico in cucina. Alla quattro giorni partecipano il presidente nazionale di Terranostra, Diego Scaramuzza, e il segretario nazionale Toni de Amicis. Giovedì sera in programma una cena di gala preparata dagli Agri-chef. Venerdì mattina, invece, l’intervento di Carla Brienza, presidente nazionale dei tecnologi alimentari, e di Massimiliano Paoloni, Area Comunicazione Coldiretti Nazionale. Da anni Terranostra ad ogni suo livello con i suoi agriturismi di Campagna Amica valorizza e promuove: l’accoglienza di qualità; il recupero corretto e attento dei fabbricati rurali; la tutela del paesaggio e dell’ambiente; l’impiego a tavola dei prodotti locali, a chilometri zero e di origine certa; la vendita diretta dei prodotti; la diffusione di sistemi e metodi, produttivi ecocompatibili e a basso impatto ambientale, l’adozione di uno stile di vita e di consumo più rispettoso dell’ambiente.

 

MANTOVA, FONDO LATTE: A BREVE IL SALDO. DOMANDE PER 3,2 MLN DI EURO DI RIMBORSI

Coldiretti Mantova informa che le domande a valere sul “Fondo latte”, con risorse dedicate agli allevatori di bovini da latte e agli allevatori di suini sono in dirittura di arrivo: raccogliendo positivamente le sollecitazioni di Coldiretti a livello nazionale, Ismea sta terminando l’istruttoria delle quasi 5.700 domande presentate in Italia.

A Mantova la Federazione provinciale di Coldiretti ha presentato a Ismea 302 domande, con una domanda di rimborso massimo percepibile di oltre 3,2 milioni di euro. Ad oggi – sottolinea Coldiretti – oltre 4.000 aziende in Italia con domande istruite positivamente hanno già ricevuto un anticipo pari al 28% di quanto richiesto e ritenuto ammissibile. In provincia di Mantova gli acconti hanno sfiorato gli 800mila euro, per ora anticipati a 273 aziende.

Entro febbraio dovrebbe termine la fase di istruttoria di tutte le domande e sarà così possibile quantificare il saldo spettante. L’ammontare totale delle risorse che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze ha messo a disposizione ammonta a 38,7 milioni di euro.

“Sono risorse che rappresentano una boccata di ossigeno per due comparti strategici per il territorio come quello lattiero caseario e quello suinicolo – osserva il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra – che in passato hanno dovuto affrontare momenti di mercato difficili. Oggi, per fortuna, lo scenario è più roseo”.

 

LIGURIA, A UN SAVONESE IL PREMIO NAZIONALE BIRRAIO 2018, CATEGORIA EMERGENTI

Ad aggiudicarsi il premio per la Categoria Birraio Emergente è il giovane savonese Giorgio Masio, che assieme ai soci Daniele Masio, Emanuele Olivieri e Marco Lima, ha aperto nel 2016 il birrificio agricolo Altavia, dove si produce una birra a bassa fermentazione interamente a km0.

Lo rende noto Coldiretti Liguria, in occasione della premiazione nazionale Birraio dell’Anno, che riconosce il miglior produttore di birra italiano, scelto da cento esperti interpellati dal network Fermento Birra. Quest’anno, per la prima volta, è salita sul podio del concorso, nella categoria dedicata ai produttori con meno di due anni di esperienza, un’azienda ligure, il Birrificio Altavia, nato per valorizzare il territorio dell’entroterra savonese attraverso la realizzazione del sogno di questi giovani agricoltori, che hanno iniziato la loro avventura recuperando un castagneto, vecchie stalle e terreni abbandonati nella zona di Sassello,  dove coltivano luppolo ed orzo per produrre la loro birra a km zero.

“Siamo lusingati del riconoscimento ottenuto – commenta Giorgio Masio del Birrificio Altavia – perché siamo convinti del valore che ha la birra agricola italiana. Le nostre birre partono dai semi, nel senso che è dal luppolo, cereali, castagne e dall’allevamento di api per la produzione di miele, che ricaviamo gli ingredienti necessari a realizzare le nostre birre a bassa fermentazione, che seguono in un certo senso lo stile tedesco. Essendo nati da poco ci siamo inizialmente concentrati sul mercato della nostra regione, mentre ora, grazie anche al riconoscimento ottenuto, cercheremo di portare il prodotto sul mercato nazionale, per valorizzare, assieme ad esso, il nostro territorio e la nostra agricoltura, che ha delle grandissime potenzialità anche in questo settore.”

“Il premio raggiunto da questi ragazzi – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è un’ulteriore conferma dello spirito d’iniziativa e voglia di sperimentare che hanno i giovani agricoltori liguri. In fin dei conti la birra è un prodotto della terra ed è da questo concetto che parte l’idea di un birrificio agricolo, ovvero un’azienda agricola che, a monte della produzione di birra artigianale, prevede la coltivazione delle materie prime con cui si realizza il suo prodotto finale. Le birre industriali, per le quali viene utilizzata acqua distillata con aggiunta di sali minerali, hanno un sapore che si omogenizza selle stesse note, mentre per una birra artigianale e agricola, come quella presentata dai giovani liguri, l’acqua è quella della nostra terra che permette di ottenere un prodotto particolare e d’eccellenza. E, dal momento che è proprio sulla distintività che devono puntare le nostre aziende, avere birre interamente Made in Liguria, è un ulteriore vanto per il settore agricolo locale, dove si possono sviluppare nuove filiere e ottenere dei prodotti unici che vengono, sempre più spesso, apprezzati sul mercato”.

 

PISTOIA, SULLA MONTAGNA PISTOIESE TRATTORI COLDIRETTI CONTRO NEVE E GELO

Da giorni spargono sale, e sono già pronti a ripulire le strade. Anche sulla Montagna Pistoiese i trattori degli agricoltori della rete Coldiretti sono stati mobilitati come spalaneve per pulire le strade e per la distribuzione del sale contro il pericolo del gelo. E’ quanto afferma la Coldiretti Pistoia in riferimento alle previste precipitazione nevose previste anche in provincia di Pistoia. I mezzi agricoli lavorano per consentire la circolazione pure nelle aree più interne e difficili ed evitare l’isolamento di case e aziende. Diversi trattori di aziende agricole della rete Coldiretti dei comuni di Abetone-Cutigliano e San Marcello-Piteglio sono impegnati da giorni su strade provinciali e comunali. “Per pulire le strade e garantire la viabilità – spiega Coldiretti Pistoia – vengono sempre più impiegati agricoltori e i loro mezzi agricoli. Sono un presidio importante che ottimizzano le risorse per enti pubblici anche della Montagna Pistoiese. In più i trattori sono già ‘residenti’ nelle zone di intervento”.

Con il ritorno del freddo e del gelo – continua la Coldiretti – sono a rischio i raccolti di verdure e ortaggi. Nelle campagne le temperature sotto lo zero danneggiano coltivazioni invernali tipiche di Pistoia come cavolo nero, cavolfiore, finocchi, ecc.. L’ondata di freddo in questo inizio d’anno – conclude la Coldiretti- sta riducendo l’offerta di ortaggi ma le difficoltà riguardano anche il resto dell’Europa e del bacino del Mediterraneo con conseguenti tensioni sui prezzi nel carrello della spesa.

 

VARESE, CON DL SEMPLIFICAZIONE RICADUTE IMPORTANTI PER MADE IN VARESE

Salumi, frutta, ma anche carne trasformata e pane prodotti nella provincia prealpina potranno avere l’indicazione di origine nazionale in etichetta. E’ un effetto importantissimo per il nostro territorio quello che deriverà dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione nazionale e consentire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori.

Un’azione contro gli inganni dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy che rappresenta per Coldiretti “una grande vittoria”, come afferma il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori. Il provvedimento ha visto il sostegno e l’impegno del Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, del Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, oltrechè dei relatori al decreto legge semplificazioni Daisy Pirovano e Mauro Coltorti.

“Un risultato che siamo certi troverà nell’iter parlamentare un sostegno bipartisan per una norma a costo zero a difesa dell’interesse nazionale e a tutela della salute dei cittadini, del territorio, dell’economia e dell’occupazione” aggiunge Fiori.

La norma – sottolinea la Coldiretti prealpina – consentirà di adeguare ed estendere a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica degli alimenti ponendo fine ad un lungo e faticoso contenzioso aperto con l’Unione europea oltre 15 anni fa. In particolare si individuano disposizioni nazionali autorizzate nell’ambito di una consultazione con la Commissione sulla base del Regolamento quadro sull’etichettatura n. 1169 del 2011, in ragione della protezione della salute pubblica e dei consumatori, della prevenzione delle frodi e della protezione dei diritti di proprietà industriale e di repressione della concorrenza sleale. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme che vanno da 2mila a 16mila euro, salvo che il fatto non costituisca reato di frode penalmente rilevante.

Come afferma il presidente Fiori, “l’obiettivo è dare la possibilità di conoscere finalmente la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fin ad ora nascosta ai consumatori, ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro”.

Una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nell’Unione Europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei cittadini e alimentano psicosi nei consumi per le difficoltà di confinare rapidamente l’emergenza. Le maggiori preoccupazioni – precisa Coldiretti Varese – sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro. L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. Secondo una ricerca di Beuc (l’organizzazione europea dei consumatori) il 70% dei cittadini europei (82% in Italia) vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90% nei casi di derivati del latte e della carne.

L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa. Per ultimo con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 è entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

A livello comunitario, il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei.

“In un momento difficile per l’economia – conclude il presidente Fiori – dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti in una situazione in cui ad oggi grazie al pressing esercitato dalla Coldiretti sono stati fatti molti passi in avanti nella trasparenza dell’informazione ai consumatori ma purtroppo ancora 1/4 della spesa degli italiani resta anonima. Con questa norma si dà nuova linfa al made in Varese e a un comparto, quello agroalimentare, che vede sempre più giovani avvicinarsi con nuovi stimoli e tanta voglia di fare impresa, valorizzando quanto di bello e di buono la terra sa offrire”.

 

RAVENNA, DA DL SEMPLIFICAZIONE UNA SPINTA TRASPARENTE PER L’ORTOFRUTTA

Più garanzie per i nostri produttori di ortofrutta destinata alla trasformazione in succhi e ortaggi in scatola e anche per le aziende che fanno zucchero e per gli imprenditori che allevano animali le cui carni sono destinati alla trasformazione in salumi e insaccati che non siano a denominazione d’origine. Così Coldiretti Ravenna commenta il decreto legge “Semplificazione” che contiene la norma con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione nazionale e consentire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori contro gli inganni dei prodotti stranieri spacciati per made in Italy.

Si tratta di un provvedimento che, siamo certi – aggiunge Coldiretti – troverà nell’iter parlamentare un sostegno bipartisan per una norma a costo zero a difesa dell’interesse nazionale e a tutela della salute dei cittadini, del territorio, dell’economia e dell’occupazione.

La norma estende a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica degli alimenti. In questo modo diventeranno “trasparenti” anche tutti quei prodotti per i quali oggi non è prevista l’etichettatura obbligatoria dell’origine della materia agricola, come i succhi di frutta, le marmellate, i piselli e i fagioli in scatola, le verdure in busta, ma anche alimenti come i salumi che non sono ricompresi nelle Dop e Ig, il pane e lo zucchero italiano. L’obiettivo del decreto, oltre a dare al consumatore la possibilità di conoscere l’origine di ciò che porta in tavola, è anche quello di difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, riso e pomodoro.

L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa. Si tratta di una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nell’Unione Europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei cittadini e alimentano psicosi nei consumi per le difficoltà di confinare rapidamente l’emergenza. L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. Secondo una ricerca di Beuc (l’organizzazione europea dei consumatori) il 70% dei cittadini europei (82% in Italia) vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90% nei casi di derivati del latte e della carne.

 

TREVISO, CANDIDATURA PROSECCO UNESCO: PREZIOSA MA DEVE ESSERE SOSTENIBILE

“Siamo favorevoli e tifiamo per questa candidatura, ma vogliamo comprendere quale deve essere il nostro sacrificio…”. Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso questa sera, nella tenuta di Refrontolo, parlerà a circa duecento viticoltori della Coldiretti trevigiana del disciplinare tecnico e degli obblighi operativi che comporterà il riconoscimento dell’Unesco alle straordinarie colline del Prosecco. Un incontro voluto dalla federazione trevigiana per condividere con i propri associati la preparazione di una serie di osservazioni: “Questo importante processo di qualificazione e valorizzazione del territorio deve essere sostenibile per le imprese agricole presenti – continua Polegato – Capisco gli indirizzi per il nuovo, ma ci deve essere una comprensione sull’esistente che non può richiedere alle imprese degli sforzi economici di adeguamento a delle misure che rischiano di mettere in difficoltà i viticoltori che da sempre vivono e lavorano in una terra che amano e proteggono”. Nei prossimi giorni le osservazione di Coldiretti andranno a costituire un unico dossier, con le atre associazioni agricole, che verrà inviato alla Regione Veneto.

 

REGGIO EMILIA, CON IL DL SEMPLIFICAZIONE ARRIVA L’ETICHETTA MADE IN ITALY

“Con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti sarà finalmente possibile valorizzare la produzione nazionale e consentire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori contro gli inganni dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy”. Commenta in questo modo il direttore di Coldiretti Reggio Emilia, Assuero Zampini, la notizia dell’inserimento nel Decreto Semplificazione della disposizione che prevede l’indicazione di origine per tutti gli alimenti.

“È una grande vittoria di Coldiretti – continua Zampini. Un risultato che siamo certi troverà nell’iter parlamentare un sostegno bipartisan per una norma a costo zero a difesa dell’interesse nazionale e a tutela della salute dei cittadini, del territorio, dell’economia e dell’occupazione. L’attenzione è posta su quegli alimenti che ancora sono senza indicazione di origine della materia agricola, in questo modo diventeranno “trasparenti” anche i succhi di frutta, le marmellate, i piselli e i fagioli in scatola, le verdure in busta, ma anche alimenti come i salumi che non sono ricompresi nelle Dop e Ig, il pane e lo zucchero italiano”.

L’obiettivo – spiega la Coldiretti – è dare la possibilità di conoscere finalmente la provenienza della materia agricola dei prodotti trasformati ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro.

La norma – sottolinea Coldiretti Reggio Emilia – consente di adeguare ed estendere a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica degli alimenti ponendo fine ad un lungo e faticoso contenzioso aperto con l’Unione europea oltre 15 anni fa. In particolare – precisa la Coldiretti – si individuano disposizioni nazionali autorizzate nell’ambito di una consultazione con la Commissione sulla base del Regolamento quadro sull’etichettatura n. 1169 del 2011, in ragione della protezione della salute pubblica e dei consumatori, della prevenzione delle frodi e della protezione dei diritti di proprietà industriale e di repressione della concorrenza sleale. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme che vanno da 2mila a 16mila euro, salvo che il fatto non costituisca reato di frode penalmente rilevante.

Una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nell’Unione Europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei cittadini e alimentano psicosi nei consumi per le difficoltà di confinare rapidamente l’emergenza. Le maggiori preoccupazioni – precisa Coldiretti – sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro. L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. Secondo una ricerca di Beuc (l’organizzazione europea dei consumatori) il 70% dei cittadini europei (82% in Italia) vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90% nei casi di derivati del latte e della carne.

In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti in una situazione in cui ad oggi, grazie al pressing esercitato dalla Coldiretti, sono stati fatti molti passi in avanti nella trasparenza dell’informazione ai consumatori ma purtroppo ancora 1/4 della spesa degli italiani resta anonima. L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa.

 

SICILIA, AL VIA A PALERMO IL CORSO PER LA POTATURA RAZIONALE DELL’OLIVO

La potatura dell’olivo è indispensabile per un olio di qualità.  Ma per una buona potatura occorrono pazienza, arte, capacità, passione e soprattutto mestiere e tecnica. Per questo Oleum Sicilia ha organizzato un corso con Coldiretti iniziato oggi con varie sessioni, tra cui una in campo, che mira ad offrire una specializzazione sulle cultivar regionali.

Vasta e articolata la partecipazione degli agricoltori visto che quello del potatore è un mestiere che dev’essere recuperato come dimostra anche la presenza di giovanissimi agricoltori. I lavori, aperti dal presidente Oleum Sicilia, Mario Terrasi, sono proseguiti con l’introduzione del direttore Coldiretti Sicilia, Prisco Sorbo, che ha preceduto gli interventi dei docenti Giovanni Caruso, Antonino Maggio, Paolo Vecchio e Luca Bellettini.

 

ORISTANO, AVVICENDAMENTO IN COLDIRETTI: EMANUELE SPANO’ NUOVO DIRETTORE

Dopo circa un anno dall’incarico di vice direttore nella Federazione Provinciale Coldiretti di Oristano, Emanuele Spanò assume la dirigenza della Federazione Oristanese al posto del direttore Luca Saba. Il passaggio di consegne è avvenuto stamane durante il Consiglio direttivo della federazione Coldiretti Oristano alla presenza del direttore Regionale e provinciale Luca Saba, del dirigente nazionale Antonio Biso, del presidente provinciale Giovanni Murru.

Emanuele Spanò, 38 anni originario di Carbonia, un’attività in Coldiretti avviata come operatore, proseguita come Responsabile del Centro Assistenza Agricola di Carbonia, e come segretario nella zona di Iglesias, ha esercitato la direzione vicaria della Coldiretti Oristano come Vice Direttore, a partire da febbraio 2018.

Il periodo appena trascorso è stato di conoscenza e intenso lavoro – ha affermato il nuovo Direttore – con scelte importanti e impegnative sul piano organizzativo e sindacale. L’ esordio in provincia con una manifestazione che portò in piazza ben 100 trattori. In questi mesi ho operato avvertendo la collaborazione degli associati e di tutta la struttura della Coldiretti. 

L’incarico odierno mi motiva ancora di più e accresce in me il senso di responsabilità – ha commentato Emanuele Spanò – consapevole dell’importanza della Federazione oristanese, dei tanti settori produttivi rappresentati dai nostri soci e del momento anche di difficoltà che il mondo delle campagna vive. Confido di proseguire nell’ ascolto della base sociale e del territorio per pianificare, come già intrapreso, un lavoro atto a supportarli nelle difficoltà quotidiane. Saranno queste le direttici della struttura che mi avvio a dirigere.

L’avvicendamento – ha spiegato direttore Regionale Luca Saba – avviene nel segno della assoluta continuità, che, come ha già fatto nella attività di direzione vicaria, imprimerà un nuovo impulso alle attività avviate nel campo della rappresentanza sindacale e   nell’ efficienza della struttura Provinciale della Coldiretti Oristanese.

 

VICENZA, RIUNITO IL COORDINAMENTO DONNE IMPRESA: OBIETTIVO, UN BOSCO DIDATTICO

Le dirigenti di Donne Impresa Coldiretti Vicenza si sono riunite oggi nel loro coordinamento provinciale per delineare il progetto #adottaunalbero promosso sul territorio per ridare linfa e ossigeno alle foreste atterrate sull’Altopiano di Asiago. Anima dell’incontro Cristina Panozzo, operatrice didattica di Tresche Conca e testimonial del video diffuso in tutte le scuole vicentine affinché ogni studente delle elementari o medie possa dare il proprio nome ad un abete rosso, un pino o qualsiasi pianta di cui voglia prendersi cura attraverso il sostegno di Federforeste e dei florovivaisti partner dell’iniziativa.

“Siamo in prima fila perché sentiamo forte la responsabilità di restituire la bellezza di certi paesaggi alla collettività e ai turisti che ora possono vedere con i propri occhi solo il disastro ambientale provocato dal vento dell’ottobre scorso”. Così si è espressa la Presidente delle agricoltrici Michela Menti al tavolo dell’incontro dove è emersa l’idea di piantare un nuovo bosco con gli introiti fino ad ora raccolti dalla generosità della gente la cui valenza sia di utilità formativa e pedagogica.

“E’ quanto proporremo alle nostre colleghe di tutto il Veneto e nazionali – ha sottolineato Michela Menti – impegnate come noi nel concerto del 30 gennaio prossimo al Teatro Verdi di Padova, dove per beneficenza si esibiranno gli artisti Chiara Luppi, vincitrice di “The Voice of Italy” e Vittorio Matteucci, cantante e protagonista di musical come “Notre Dame de Paris” accompagnati sul palco dall’U.S.Band per dare voce al silenzio delle migliaia di piante abbattute. Confidiamo nella solidarietà dei cittadini perché ci sono ancora posti liberi. In tanti possiamo fare molto – ha detto la responsabile – non è una frase fatta né un luogo comune è quanto speriamo nel nostro cuore”.

 

ROVIGO, CON DL SEMPLIFICAZIONE ETICHETTA MADE IN ITALY PER TUTTI I PRODOTTI

Mentre si continuano a raccogliere le firme per lo stop al cibo anonimo, arriva finalmente l’obbligo a livello nazionale di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti. “È una nostra grande vittoria – afferma il presidente provinciale di Coldiretti, Carlo Salvan – un risultato che auspichiamo troverà nell’iter parlamentare un sostegno bipartisan per una norma a costo zero a difesa dell’interesse nazionale e a tutela della salute dei cittadini, del territorio, dell’economia e dell’occupazione”.

La norma consente, infatti, di adeguare ed estendere a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica degli alimenti ponendo fine ad un lungo e faticoso contenzioso aperto con l’Unione europea oltre 15 anni fa. “È tutt’ora in corso la raccolta di un milione di firme per chiedere a livello europeo lo stop ai cibi anonimi con l’introduzione dell’obbligatorietà dell’origine in etichetta – spiega Carlo Salvan –  proprio in questi giorni siamo presenti nella hall dell’ospedale di Rovigo proprio per questo motivo”.

Il decreto infatti individua disposizioni nazionali autorizzate nell’ambito di una consultazione con la Commissione sulla base del Regolamento quadro sull’etichettatura n. 1169 del 2011, in ragione della protezione della salute pubblica e dei consumatori, della prevenzione delle frodi e della protezione dei diritti di proprietà industriale e di repressione della concorrenza sleale. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme che vanno da 2.000 a 16.000 euro, salvo che il fatto non costituisca reato di frode penalmente rilevante.

“L’obiettivo – continua Carlo Salvan – è dare la possibilità di conoscere finalmente la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fino ad ora nascosta ai consumatori, ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro”. Una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nell’Unione Europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei cittadini e alimentano psicosi nei consumi per le difficoltà di confinare rapidamente l’emergenza.

Le maggiori preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro. L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. Secondo una ricerca di Beuc, l’organizzazione europea dei consumatori, il 70% dei cittadini europei (82% in Italia) vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90% nei casi di derivati del latte e della carne.

“Un altro punto a sostegno del made in Italy nella storica battaglia di Coldiretti per la trasparenza e la tracciabilità delle filiere, partita dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002 che segna ora un importantissimo risultato – conclude il presidente Salvan – ad oggi prodotti come, salumi, carne di coniglio, carne trasformata, marmellate, succhi di frutta, fagioli, piselli in scatola, pane, insalate in busta, sottoli, nonché frutta e verdura essiccata sono anonimi perché privi dell’obbligo d’origine in etichetta, cosa che cambierà ben presto grazie al decreto”.

 

 

Appuntamenti

 

BRESCIA: CIDNEON, LE ICONE ITALIANE SI FONDONO AL MADE IN ITALY AGROALIMENTARE

Da martedì 8 a mercoledì 16 febbraio

Icone italiane tra miti e meraviglie. Questo il tema della terza edizione di “CidneOn – Festival Internazionale delle Luci” che si svolgerà nel meraviglioso Castello di Brescia dall’8 al 16 febbraio: un omaggio alla nostra provincia, con installazioni luminose, videoproiezioni, opere interattive e performance musicali live che raccontano personaggi, luoghi, simboli di un un’inesauribile storia di arte e bellezza.

Coldiretti Brescia grande protagonista con un installazione luminosa ad opera di un artista Ucraina: “le icone italiane rappresentano il meglio dell’arte mondiale così come le eccellenze agroalimentari made in Italy; dalla straordinaria biodiversità del nostro Paese infatti abbiamo un’importante differenziazione di territori e di varietà agroalimentari di grande qualità, che ci caratterizzano e ci rendono unici in tutto il mondo” – interviene il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini.

L’occasione sarà interessante per far degustare alle migliaia di visitatori le eccellenze agroalimentari del nostro territorio che, come per l’arte, rappresentano un valore da difendere: “è un battaglia di Coldiretti nata 15 anni fa ed oggi arrivata finalmente ad un risultato concreto. I prodotti agroalimentari italiani, attraverso l’etichetta d’origine obbligatoria, sono facilmente identificabili e permettono ai consumatori scelte consapevoli, in trasparenza e chiarezza, contribuendo in tal modo anche alla reddittività delle imprese agricole sempre più capaci di valorizzare il lavoro imprenditoriale e le produzioni agricole” – conclude il Presidente Prandini.

 

NUORO-OGLIASTRA: AL VIA IL TOUR NEL TERRITORIO PER INCONTRARE I SOCI

Mercoledì 22 gennaio

Comincia ad Elini in Ogliastra il tour di Coldiretti Nuoro Ogliastra per incontrare e confrontarsi con i propri soci. E’ quanto scaturito dall’assemblea dei 70 presidenti di sezione convocati la scorsa settimana a Nuoro dal presidente e dal direttore provinciale Leonardo Salis e Alessandro Serra.  

“Ci siamo confrontati a 360 sulle vertenze, sulle strategie, su quanto fatto i questo mesi – riepiloga il presidente Leonardo Salis -. A cominciare dal prezzo del latte e sulle proposte che abbiamo messo in campo come associazione”.

I dirigenti provinciali hanno anche fatto il punto sulla blue tongue sull’arrivo finalmente dello sblocco della movimentazione ma anche delle diverse iniziative che si stanno mettendo in campo per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari.

“Abbiamo anche programmato le assemblea territoriale, ne faremo almeno 3 al mese a cominciare da domani in Ogliastra – afferma il direttore Alessandro Serra -. Vogliamo in contrare i soci, per parlare delle vertenze sindacali ma anche dei nuovi organigrammi dell’ufficio zona di competenze”. L’appuntamento è per domani, mercoledì 22, a Elini, alle 11 nelle scuole elementari in via Pompei.

 

PADOVA: “AGRICOLTURA” D’ACQUA DOLCE E SALATA, PESCE FRESCO DI MARE E PIANURA

Giovedi 24 gennaio

Anche l’allevamento di pesce d’acqua dolce e salata e la pesca sono attività agricole a tutti gli effetti. E proprio a questo comparto così importante e dinamico nella nostra regione, grazie all’impegno di numerose aziende, viene dedicato il nuovo incontro cultural gastronomico “Senza nulla di troppo – Campagna Amica in Tavola” promosso da Coldiretti Padova in collaborazione con il ristorante “N’altraroba” di Rubano, che hanno per protagonisti gli agricoltori padovani e le loro produzioni.

Giovedì 24 gennaio, alle 19.30 spazio dunque all’agricoltura d’acqua dolce e salata con il pesce d’acqua dolce dell’azienda agricola Michele Cazzaro di Villa del Conte e il pesce del mare Adriatico della società agricola Alissa di Roberto Fabris. Gli allevatori imprenditori, presenti ogni settimana al mercato di Campagna Amica, illustreranno le caratteristiche e le qualità del pesce d’acqua dolce e salata protagonista della serata nei piatti creati per l’occasione dallo chef Angelo Pisano che metterà a punto un menù in grado di esaltare al meglio le virtù del pesce fresco.

“Campagna Amica in tavola” è un viaggio tra le tipicità padovane in compagnia degli agricoltori, pronti a raccontare nel dettaglio come nascono i prodotti che arrivano sulle nostre tavole, come scegliere il meglio e come riconoscerne l’origine e la qualità. Ciascuno di loro presenterà i propri prodotti poco prima dell’ora di cena, soffermandosi sulle caratteristiche e le qualità, ma anche sulla storia dell’azienda, che spesso coincide con quella di una o più famiglie che hanno scelto di dedicarsi all’agricoltura.

«Si tratta degli agricoltori che animano i nostri mercati di Campagna Amica» afferma Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova «a partire dall’appuntamento del mercoledì pomeriggio proprio a Rubano, in piazza della Repubblica, e dal Mercato Coperto di Padova che oltretutto si trova a pochi chilometri in linea d’aria dal ristorante che ci ospita per questa iniziativa. Non è un caso infatti che questo locale, che ringraziamo per l’attenzione verso le tipicità della nostra terra, abbia scelto per la spesa a “km zero” proprio il nostro Mercato e le nostre aziende. I nostri produttori scelgono dunque di approfondire il dialogo e il confronto con i consumatori, nei nostri mercati ma anche direttamente in ristorante. Prima di mettersi a tavola gli ospiti del ristorante converseranno direttamente con chi produce le specialità enogastronomiche che poi saranno proposte durante la cena. E’ un importante momento di scambio e di confronto fra produttori e cittadini consumatori». La rassegna prosegue tutte le settimane fino al 21 marzo, dedicando ogni serata ad un particolare prodotto.

Per informazioni e prenotazioni telefonare allo 049 631466 o scrivere a info@naltraroba.com. Sulle pagine Facebook di Campagna Amica Padova e del ristorante è pubblicato anche il calendario dei prossimi appuntamenti.

 

VERONA: PIÙ DI 5 VERONESI SU 10 FANNO LA SPESA NEI MERCATI A KM ZERO

Venerdì 25 gennaio

Nel 2018, oltre la metà dei veronesi (il 52,7%) ha fatto la spesa nei mercati a km zero di Verona: di questi il 4,8% sempre, il 16,1% quasi tutte le settimane, e l’8,5% una o due volte l’anno. E’ quanto emerge da una analisi dell’Università di Verona, Dipartimento di scienze umane e Coldiretti Verona, che sarà presentata durante la tavola rotonda «I veronesi e il km zero. Riflessioni per una città che cambia», venerdì 25 gennaio dalle ore 10 in sala Arazzi nel Comune di Verona.

Durante l’incontro, organizzato da Coldiretti Verona in collaborazione con l’Università di Verona, Dipartimento di scienze umane, Adiconsum e Federconsumatori Verona, sarà possibile conoscere le abitudini e le scelte a tavola dei veronesi che acquistano nei mercati degli agricoltori. Dopo i saluti del Sindaco Federico Sboarina, dell’Assessore alle attività economiche, produttive, commercio del Comune di Verona Francesca Toffali e del presidente della Coldiretti scaligera Daniele Salvagno, interverranno Domenico Secondulfo e Debora Viviani dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie, Dipartimento di Scienze Umane, Università di Verona, Rolando Manfredini, capo area sicurezza alimentare della Confederazione nazionale Coldiretti, ?Franca Castellani, presidente di Veronatura, Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Verona e Alberto Mastini, presidente di Federconsumatori Verona. Moderatore sarà il giornalista Matteo Scolari.

“I prodotti a chilometri zero sono quelli locali e del territorio messi in vendita direttamente dall’agricoltore al consumatore nel rispetto della stagionalità – evidenzia Franca Castellani, presidente del Consorzio Veronatura che gestisce sul territorio scaligero i mercati di Campagna Amica – I mercati si sono trasformati, nel tempo, da luoghi di commercio a momenti di aggregazione, svago e socializzazione con lo svolgimento di variegate attività che vanno dai laboratori didattici per i bambini, dai cooking show con gli agrichef all’educazione con i tutor della spesa”. L’incontro è aperto a tutti con iscrizione obbligatoria a: verona@coldiretti.it o chiamando il numero di telefono 045/8678210.

 

CALABRIA: LA SCUOLA NELLA FATTORIA DIDATTICA DI C.A. PER PROGETTARE IL FUTURO

Mercoledì 23 gennaio

Sempre di più il rapporto tra la scuola e l’agricoltura rappresenta una sicura fonte di conoscenze e di orientamento anche per le scelte da compiere. Infatti domani mercoledì 23 gennaio l’azienda agricola biologica Madre Natura di Antonio Guzzi in località Martelletto Contrada Pellerano alle porte di Catanzaro ospiterà l’Istituto Comprensivo di Sellia Marina, che, per il quinto anno consecutivo ha organizzato l’originale quanto importante progetto (in ambito PTOF del PDM), “Occupazione e territorio: quale strada intraprendere?” dedicato al futuro professionale dei propri studenti”.

Con questo progetto la scuola intende  avvicinare gli studenti al settore agricolo, considerato uno dei settori più importante della nostra regione,  ed ha scelto quindi di organizzare in una  Fattoria Didattica della rete Campagna Amica di Coldiretti, una giornata fuori dai soliti schemi con un seminario informativo – pratico dove gli studenti conosceranno come si organizza e si conduce un’azienda agricola, i problemi e le difficoltà, ma soprattutto  le nuove opportunità di lavoro in un contesto ormai sempre più multifunzionale e creativo.  

A seguire ci sarà la parte pratica con la partecipazione ad un piccolo laboratorio di trasformazione agroalimentare e l’immancabile degustazione di prodotti tipici nell’agriturismo Ritrovo Madre Natura. L’azienda Madre Natura fa parte della rete di aziende agricole opportunamente attrezzate per accogliere le scolaresche, i gruppi, le famiglie e tutti coloro che sono interessati a scoprire, nel tempo libero, il mondo rurale in quanto ricco bacino di risorse tradizionali e storiche, economiche e produttive, di valori culturali, di benessere e di qualità del vivere. Insieme alla Dirigente Scolastica Folino e alla prof.ssa Belvedere parteciperà all’evento il Direttore di Coldiretti Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia Pietro Bozzo.

 

PADOVA: LEGNO DELLA PAULOWNIA: QUALI OPPORTUNITA’ PER L’AGRICOLTURA?

Giovedì 24 gennaio

E’ partita anche nella nostra provincia la coltivazione sperimentale della paulownia, una pianta dalla quale è possibile ottenere un legno di qualità, resistente e allo stesso tempo leggerissimo, ideale per la produzione di mobili d’arredo, moduli prefabbricati, utensili e molto altro. Non a caso è chiamato “l’alluminio” del legno, proprio per le sue particolari proprietà. Le piante di paulownia hanno poi il pregio di svilupparsi e crescere rapidamente e poter generare reddito già dopo tre anni, se coltivate correttamente.

Per approfondire i dettagli di questa “nuova” coltivazione e capire fino a che punto può rappresentare un’interessante alternativa anche per le aziende agricole padovane, Coldiretti Padova propone un incontro informativo, rivolto agli imprenditori, giovedì 24 gennaio a Monselice, alle 17 nella sala del Patronato Redentore.

Coldiretti Padova è impegnata nel promuovere diverse filiere alternative per l’agricoltura locale, che possano rappresentare una interessante integrazione al reddito delle imprese, anche alla luce dei cambiamenti climatici che impongono un nuovo approccio agronomico, ovviamente prestando attenzione alla sostenibilità ambientale, al risparmio delle risorse e alla salvaguarda dei terreni.

La paulownia è una delle nuove coltivazioni di cui si sente parlare con sempre maggior frequenza, per questo Coldiretti propone un incontro tecnico divulgativo, allo scopo di fornire informazioni corrette e realistiche grazie al contributo di tecnici ed esperti, in modo da avere il maggior numero di elementi possibile per valutare la convenienza economica e l’opportunità di intraprendere la coltivazione.

Sulle nuove prospettive della filiera della paulownia interviene Giustino Mezzalira, di Veneto Agricoltura, che si soffermerà proprio sulle caratteristiche della pianta, le tecniche di coltivazione e i suoi usi. Spazio quindi al racconto di un imprenditore agricolo che ha già intrapreso la coltivazione della paulownia in Veneto, per la precisione a Sant’Apollinare, in provincia di Rovigo: Walter Roana, titolare dell’impresa agricola Roana Cereali illustrerà dunque la sua esperienza con questa nuova coltivazione.

Dalla piante si ricava anche legno utile come biomassa, da qui l’intervento di Mirko Muraro, coordinatore del progetto “Biomassa A+, filiera corta legno – energia”, mentre il professor Maurizio Fauri dell’Università di Trento si soffermerà sul mercato della compensazione delle emissioni, legato proprio alla produzione di paulownia, una pianta che “cattura” molta anidride carbonica, ideale pertanto anche per il riconoscimento di eventuali finanziamenti pubblici ad hoc. Le conclusioni sono affidate a Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova. Previste anche delle dimostrazioni pratiche sulle qualità del legno di paulownia e il loro impiego.