COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 21 febbraio 2018

21 Febbraio 2018
News La Forza del Territorio del 21 febbraio 2018
Primo piano
 
SARDEGNA
BUROCRAZIA CHE UCCIDE AGRICOLTURA E SPERANZE DEI GIOVANI
Duemila giovani hanno manifestato oggi a Cagliari la propria rabbia per i gravi  ritardi nel bando del primo insediamento. Partiti da piazza del Carmine, si sono fermati davanti alla sede di Argea, in via Caprera, dove hanno simulato il funerale dell’agricoltura (quattro giovani hanno preso a spalle una bara in cartone), morta a causa della burocrazia. Da lì si sono diretti al palazzo del consiglio regionale. Una delegazione guidata dal presidente regionale dei giovani Angelo Cabigliera e composta da 8 giovani agricoltori, da due sindaci e due agronomi, è stata ricevuta dai capogruppo del Consiglio regionale, dalla Commissione Attività produttive e dall’assessore all’Agricoltura. Al termine dell’incontro l’assessore Pierluigi Caria è sceso tra i manifestanti per dire, insieme al capogruppo dell’Udc (che ha parlato a nome della minoranza in Consiglio regionale), che insieme alla V° Commissione hanno preso l’impegno di dare delle risposte ai quasi 2 mila giovani che hanno presentato domanda ma che non potranno beneficiarne per mancanza di fondi.
 
La burocrazia sta uccidendo l’agricoltura sarda e la speranza dei giovani. La sta soffocando, frenando, consumando. Per questo questa mattina i giovani sono scesi in piazza a Cagliari. Per manifestare la propria frustrazione per questo freno. Per questa macchina istituzionale che li avrebbe dovuti proteggere, aiutare a crescere ma che invece li ostacola, li blocca, cerca quasi di farli desistere dai propri sogni, le proprie passioni che vorrebbero realizzare in Sardegna.
Sono stati illusi con tante promesse. Hanno parlato di un bando nuovo, a misura di agricoltore, semplice, veloce. Hanno detto che avrebbero dato risposta a tutti ed in tempi brevissimi (90 giorni) e che il bando sarebbe stato riaperto ripetutamente. Hanno chiesto di aprire una partita iva, iscriversi all’INPS, avere dei contratti di affitto e chiedere le autorizzazioni e concessioni edilizie (che ormai, dopo quasi un anno, stanno andando in scadenza).
Il calvario del bando. Poi però il bando non riusciva ad essere aperto. A luglio 2016 dopo averlo approvato, hanno annunciato che da metà settembre dello stesso anno fino a metà gennaio 2017 si sarebbero potute presentare le domande. Il 13 settembre invece il bando viene sospeso e il 21 novembre revocato. Il 5 dicembre viene approvato il nuovo bando che prevedeva la presentazione delle domande a gennaio. Ma dai primi di gennaio la data di presentazione l’hanno spostata a fine gennaio ed il 25 dello stesso mese ancora sospeso. Per essere riaperto definitivamente con decreto del 27 febbraio fissando l’inizio della presentazione delle domande da metà marzo fino a metà aprile.
“E’ mancata la chiarezza. Nessuno chiedeva la luna – dice il presidente regionale dei Giovani Coldiretti Angelo Cabigliera -, ci siamo solo fidati di quanto ci dicevano, anche se come Organizzazione abbiamo sollevato più di un dubbio, anche per iscritto”.
I nodi sono venuti subito al pettine. Da settembre 2016 a marzo 2017, diversi giovani hanno nel frattempo compiuto 41 anni perdendo il prerequisito per poter usufruire del premio. Altri questo requisito lo stanno perdendo in attesa che venga riaperto il bando. 
Vista la tanta enfasi con cui era stato presentato il bando i giovani hanno risposto in massa. Sono state presentate 2985, “senza contare chi nel frattempo ha perso il prerequisito e chi ancora fidandosi sempre degli annunci, ha voluto aspettare la prossima imminente pubblicazione del bando”.
“Oggi però si scopre, come del resto Coldiretti ha sempre detto, che le domande finanziabili sono solo 883, meno di un terzo. Per gli altri, non ci sono fondi, si vedrà, forse, ma…  Hanno ridotto i nostri progetti, quelli della generazione degli agricoltori innovativi e creativi, ad un clic day. Ci hanno abbandonato in mano alla burocrazia” denuncia Cabigliera. 
“Nonostante tutto oggi noi siamo in piazza non per protestare ma per essere ascoltati, per far sentire la nostra voce, il nostro disagio, ma anche le nostre idee, i nostri progetti – sottolinea Cabigliera -. Non vogliamo portare polemiche, non c’è più tempo neanche per quelle, vogliamo solo che vengano prese in considerazione le nostre problematiche e che si possa tenere conto delle nostre richieste. Vogliamo che si valutino tutti i percorsi per recuperare le risorse per sostenere l’insediamento di tutte le imprese che sono rimaste fuori. Ripeto non pretendiamo la luna, chiediamo solo che, l’ultimo treno che per noi è passato, possa essere recuperato, altrimenti lo avremo perso per sempre”.
“Occorre innanzitutto evidenziare la distanza tra la procedura immaginata e quella messa invece in pratica – sottolinea il presidente di Coldiretti Cagliari Efisio Perra – frutto della povertà di programmazione procedurale e la sconcertante approssimazione dell’azione amministrativa. Il bando del primo insediamento, nella versione semplice e a “pacchetto”, è stata preceduta da un’intensa attività divulgativa da parte della Regione che, da un lato, assicurava la disponibilità finanziaria per coprire tutte le domande che sarebbero state presentate e dall’altra garantiva che ulteriori bandi sarebbero stati avviati con una frequenza mai riscontrata prima. Il tutto poggiava sulla granitica certezza circa la bontà delle procedure a sportello in luogo di quelle a graduatoria che avevano, invece, caratterizzato la gestione del precedente Programma di Sviluppo Rurale. Inoltre è mancata anche l’attuazione di alcuni strumenti che avrebbero sicuramente aiutato la procedura. Uno di questi è il “contatore”, ossia l’algoritmo che sottrae dalle risorse messe a bando quelle che a mano a mano vengono richieste con le domande caricate nel sistema. Questo, esaurite le risorse avrebbe chiuso lo sportello evitando il formarsi di un arretrato. Mentre e domande non ricevute dallo sportello, perché chiuso, avrebbero trovato una nuova opportunità nei successivi bandi”.
“Nonostante questo, come sempre non ci sottraiamo al confronto, ma vogliamo trovare delle soluzioni, delle risposte ai tanti giovani che si sono già insediati, e quindi hanno già investito dei denari – precisa Perra -. La rimodulazione del Programma di Sviluppo Rurale può concorrere a rimpinguare quelle misure che hanno manifestato un’importante capacità di assorbimento delle risorse finanziarie, ma riteniamo anche che il lavoro propedeutico alla rimodulazione debba essere razionalmente strutturato e che la Regione, per il ruolo che le è proprio, debba formulare una proposta, funzionale ad una strategia di sviluppo dell’agricoltura, da sottoporre alla condivisione del partenariato”.
“Come sempre, dopo un approfondita analisi dei nostri uffici, abbiamo elaborato dei dati e avanzato delle proposte – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Efisio Perra -. La ricerca delle risorse da riallocare dovrebbe in primo luogo riguardare quelle sottomisure che, all’inizio del quinto anno di programmazione, non sono state ancora attivate ed in secondo luogo analizzare quelle misure/sottomisure che per varie ragioni hanno risorse ancora disponibili nonostante siano stati già attivati i relativi bandi. Ovviamente non deve escludersi la possibilità che la Regione possa porre rimedio con fondi propri”.
 
 
Dal territorio
 
PIEMONTE, GESTIONE RISCHIO PER LE IMPRESE AGRICOLE: SITUAZIONE DA SBLOCCARE
 
Si è tenuto questa mattina, presso la sede di Coldiretti Piemonte, l’incontro con Asnacodi (Associazione nazionale Condifesa) e la dirigenza di Coldiretti Piemonte, a cui hanno partecipato i vertici di Asnacodi Albano Agabiti e Paola Grossi, impegnati poi nel pomeriggio in una riunione con i dirigenti di tutti i Condifesa del Piemonte.  
Durante il tavolo è emerso come, grazie all’azione di pressione congiunta di Coldiretti ed Asnacodi, si stia concretizzando una maggiore operatività delle Istituzioni che hanno il compito di accelerare le procedure necessarie all’erogazione dei contributi a favore delle imprese agricole. Al fine di evitare il disimpegno dei fondi Ue, dovrà, nell’esercizio 2018, essere sbloccata la situazione in tempi rapidi.
“Auspichiamo, quindi, che possa continuare la grande attenzione di tutto il sistema che ruota intorno alla gestione del rischio e agli istituti bancari affinché rimanga alta l’attenzione su questa partita fondamentale per l’economia delle imprese”, affermano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale.
 
BOLOGNA, CIFRA RECORD PER STUDENTI DEL CIBO. A CINQUE L’ATTESTATO DI AGRICHEF
 
Ci sono anche cinque agrichef di Bologna tra i diciassette che hanno ricevuto l’attestato di partecipazione al primo corso regionale per agrichef promosso da Terranostra, l’associazione agrituristica di Coldiretti, e Campagna Amica. Lo annuncia Coldiretti Bologna sottolineando che il numero dei giovani che vedono una prospettiva di lavoro futuro nel cibo nel bolognese ha raggiunto la cifra record di 3.733. Tanti sono infatti gli studenti che nella in provincia frequentano scuole Alberghiere e Agrarie, che rappresentano – informa Coldiretti Bologna – il 9,7% dei 38 mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado per l’anno scolastico 2017/2018. La tendenza a privilegiare la produzione e l’elaborazione di alimenti come sbocco lavorativo è confermata anche dal sondaggio Coldiretti/Ixé secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento).
Il primo corso di Agrichef – spiega Coldiretti Bologna – ha puntato a formare non solo chef abili ai fornelli, ma una figura professionale a tutto tondo, esperta anche in marketing e comunicazione, in grado di raccontare ad un cliente sempre più attento ed esigente la storia di un prodotto e la cultura del territorio che lo ha fatto nascere.
Al termine del corso Diego Scaramuzza, presidente nazionale dell’associazione agrituristica Terranostra, e Marco Allaria Olivieri, direttore di Coldiretti Bologna, hanno consegnato gli attestati di Agrichef a partecipanti al corso, provenienti da tutta l’Emilia Romagna.
A Bologna hanno ricevuto l’attestato in cinque: Fabiola Zoffoli della Fattoria Romagnola di Imola; Federica Branchini della Fattoria Quercia di Valsamoggia; Claudia Trigari dell’agriturismo Il Grillo di Pianoro; Luca e Manuele Busato dell’agriturismo I Tre Casali di Minerbio.
Al termine del corso il presidente di Terranostra Diego Scaramuzza ha ringraziato i produttori di Campagna Amica che hanno messo a disposizione i prodotti agricoli per la cucina e la Sis, Società Italiana Sementi di Bologna, che ha messo a disposizione il riso Volano e la pasta prodotta con il grano antico “Senatore” Cappelli.
 
LOMBARDIA, CONSUMI: BENE LA CURA DI MIELE E PROPOLI, + 22% IMPRESE IN 5 ANNI
 
Sempre più fornitori per miele e propoli e in crescita anche l’import da Paesi dell’est, Sudamerica e Cina. Sono 705 le imprese lombarde attive nella produzione di miele (+2% in nove mesi, + 22% in cinque anni), su un totale italiano di 5.318. In testa tra le province lombarde Brescia con 105 imprese, + 2% in nove mesi e + 12% in cinque, Bergamo (102, +5% e + 50%), Varese (92 imprese, +1%%), Sondrio (81, + 14% in cinque anni). Tra i territori lombardi che sono cresciuti maggiormente, Lodi (+18% in nove mesi) e Monza in cinque anni (+57%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi e di Coldiretti Lombardia sui dati registro imprese al 2017, 2016, 2012.
“In Italia – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e vice Presidente nazionale di Coldiretti – sono oltre un milione gli alveari sparsi nelle campagne e dei 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un fatturato stimato di 150 milioni di euro ma con un valore di più 2 miliardi di euro per l’attività di impollinazione alle coltivazioni. La produzione media per alveare, nelle aziende apistiche professionali è di circa 33,5 chili per alveare mentre la media nazionale generale si aggira intorno ai 17,5 chili per alveare. Per quanto riguarda la Lombardia, la nostra regione conta circa cinquemila “pastori delle api”, fra professionisti e hobbisti e oltre 143 mila alveari per una popolazione stimata di più di 4 miliardi di api. Si tratta di una tradizione antica, considerato che proprio a Milano nel 1871 si tenne il primo congresso degli apicoltori italiani”.
Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria: la parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della UE”, se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della UE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della UE”.
Le imprese in Italia. Sono 5.318 le imprese italiane attive nella produzione di miele, in crescita del +5% in nove mesi e del 27% in cinque anni. La provincia italiana con più imprese è Torino (238, +7% in nove mesi e + 34% in cinque anni), seguono Cuneo con 214 (+5% e +41%), Catania con 205 (+4% e + 30%), Trento con 148 (+ 1% e + 18%).
Gli addetti. Sono quasi 3 mila in Italia, di cui oltre 600 in Piemonte e 350 in Lombardia. Più addetti in Italia a Cuneo con 155, Torino con 133 e Catania con 120.
Stranieri, donne e giovani. Sono 206 gli stranieri nel settore in Italia (4% del settore), di cui 18 in Lombardia (3%). Le donne pesano il 26% del settore in Italia con 1.400 imprese, di cui 179 in Lombardia (25%). Pesano i giovani col 16% delle imprese nazionali (828), di cui 102 in Lombardia (15%).
Cresce l’import di miele in un anno del 6%, secondo una elaborazione su dati Istat per i primi nove mesi del 2017 che vale circa 49 milioni. In particolare dai Paesi europei non UE (+15%) e da quelli dell’Unione Europea (+16% in un anno). Si tratta di 49 milioni di euro importati in nove mesi, rispetto ad un export di 22 milioni. Si importa da Unione Europea (35 milioni), Paesi europei non UE (5 milioni), America Centro Meridionale (4, 5 milioni) e Cina e Asia Orientale (3,3 milioni). Si esporta verso Unione Europea (19 milioni), Asia Orientale (1,3 milioni), Stati Uniti e America del Nord (721 mila euro). In tonnellate, l’import in nove mesi è stato di 16 mila tonnellate e l’export di 5 mila.
 
REGGIO EMILIA, CINGHIALI: MISURE CONCRETE PER CONTENERE I DANNI  
 
“Per risolvere il problema della presenza dei cinghiali nelle zone collinari – dichiara Assuero Zampini, direttore Coldiretti di Reggio Emilia – è necessario intervenire sul numero dei capi presenti in montagna”.
È da tempo che la Coldiretti reggiana ha denunciato l’emergenza provocata dalla considerevole presenza dei cinghiali nei territori montani e collinari dove gli agricoltori, ormai esasperati, trovano il raccolto distrutto. Coldiretti ha da tempo segnalato all’Atc4, Ambito territoriale di caccia montagna, la grave situazione di danni estesi anche ai territori collinari sia per il settore agricole sia per la sicurezza dei cittadini chiedendo azioni di contenimento con azioni specifiche di selezione.
“Intanto cogliamo con favore lo stanziamento di fondi per la manutenzione degli impianti di prevenzione e recinti sulle semine – continua Zampini. Ad esempio la Germania per tutelare la salute degli allevamenti e impedire la diffusione di malattie dagli animali selvatici a quegli allevati ha intensificato la caccia al cinghiale innalzando a 80mila i capi da abbattere all’anno finanziando gli abbattimenti”. Il problema dei selvatici è stato sollevato e presentato dagli agricoltori anche all’incontro con il Ministro Delrio per rimarcare la necessità di interventi urgenti che ha raccolto e condiviso.
Se i prati coltivati continueranno ad essere gravemente danneggiati dai cinghiali e dagli altri ungulati il rischio è che le aziende agricole non riescano ad arrivare alla produzione del 50% di foraggio aziendale così come richiesto dal nuovo disciplinare del Parmigiano Reggiano, pensato appositamente per incrementare il legame tra prodotto e territorio.
 
BASILICATA, COLDIRETTI CHIEDE LA CONVOCAZIONE URGENTE DEL TAVOLO VERDE
 
La convocazione urgente del Tavolo Verde è stata chiesta da Coldiretti Basilicata, in una lettera inviata all’assessore regionale alle politiche agricole, Luca Braia. “Come già precedentemente segnalato ed in considerazione delle novità introdotte a seguito del Tavolo Verde dello scorso 21 dicembre di cui soltanto parzialmente abbiamo riscontro – scrivono nella lettera il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto, e il direttore regionale, Aldo Mattia –  ci corre l’obbligo di trasferire alcune nostre valutazioni.  In particolare vogliamo riprendere l’argomento relativo alla gestione delle concessione dei pascoli demaniali e le implicazioni con le Pratiche Locali Tradizionali, introdotte con la riforma PAC del 2015, che continuano a provocare ritardi nella erogazione dei premi comunitari da parte di Agea. Infine, sarebbe opportuno – concludono Quarto e Mattia – conoscere la situazione dello stato dei pagamenti delle varie sottomisure del PSR (integrato, semina su sodo, biologico ed indennità compensativa) che, per i ritardi accumulati, provoca un peggioramento della situazione finanziaria delle imprese agricole lucane”.
 
VENETO, BIETICOLTURA COLTURA SOSTENIBILE. LA REGIONE LA RICONOSCE
 
“Il contributo stanziato dalla Regione Veneto di 200 euro per ogni ettaro coltivato a barbabietola riconosce l’impegno degli agricoltori che in questi anni non hanno mollato il settore ritenendolo ancora strategico per la fornitura di zucchero in nome delle buone prassi agronomiche”. E’ quanto sostiene Coldiretti nel commentare l’annuncio dell’Assessore Giuseppe Pan che per la campagna 2018 ha disposto un aiuto ad hoc per i coltivatori del territorio in particolare di Rovigo, Venezia e Padova province dove si concentrano i campi coltivati pari a 700 mila tonnellate di prodotto consegnate nello stabilimento di Pontelongo per un valore di 32 milioni di euro ai quali si aggiunge tutto l’indotto generato dalla filiera. Coldiretti condivide la scelta perché conferma che la bietola è una coltura da rinnovo e rafforzando il suo inserimento nella rotazione agraria si sfrutteranno gli effetti benefici sulla fertilità del terreno.
“Con questo approccio sistemico – spiega Coldiretti – gli agricoltori possono adottare pratiche di coltivazione più attente all’ambiente, gestendo l’uso delle risorse idriche e dei fertilizzanti, ottimizzando gli input, aderendo anche alla specifica misura agroambientale prevista dal Programma di Sviluppo Rurale.
E questa la novità su cui anche l’Amministrazione regionale che ha avviato un programma di ristrutturazione e sollecitato azioni mirate al Mipaaf. “Si tratta di un sostegno non indifferente per superare una delicata fase di passaggio – commenta Coldiretti – . Gli operatori sono pronti alle nuove sfide se si tratta di non perdere un patrimonio storico che continua a fare grande il Nord Est in termini di capacità imprenditoriale, occupazione e rilevanza economica”.
 
CUNEO, IL MANIFESTO POLITICO COLDIRETTI PER I CANDIDATI: 5 COSE, 0 COSTI, 100 GIORNI
 
Noi stimiamo la politica. Quella che favorisce la costruzione del bene comune. Quella che lascia fare a chi nella società sa fare (è la sussidiarietà) piuttosto che imporre interventi diretti dello Stato (è lo statalismo). Stimiamo il ruolo dei partiti e di chi si impegna per servizio. Desideriamo un Paese “normale”, che non abbia il rancore come caratteristica, che valorizzi ciò che nasce dal basso e che aiuti chi non ce la fa.
“Il nostro approccio alle elezioni è diverso – dichiarano Bruno Rivarossa e Tino Arosio di Coldiretti Cuneo -. Non ci interessa esprimere un’opinione tra le tante.  Ai nostri soci vogliamo invece indicare chi, prima del voto, vuole “mettere la faccia” sulle cose che più ci stanno a cuore. Sono cinque cose da fare in cento giorni e a costo zero per lo Stato. La sfida è lanciata ai candidati di tutte le forze politiche. Chi ci sta metta la firma”.
Etichettatura, la madre di tutte le battaglie. Chi ci sta a confermare le norme sulla etichettatura del latte, del grano, della pasta, del riso, dei derivati del pomodoro e ad estendere l’origine in etichetta a tutti i prodotti? Chi ci sta ad opporsi con forza ad un provvedimento europeo che tende a cancellare quanto abbiamo fatto di buono in Italia?
Il Ministero del cibo. Chi ci sta a creare un Ministero unico che sovraintenda alle politiche del cibo, a partire dai produttori agricoli per arrivare ai trasformatori, ai distributori e ai consumatori mettendo insieme competenze agricole (ora in capo al ministro dell’agricoltura) e agroalimentari (ora in capo al ministro dello sviluppo economico)? A nessuno sfugge quali potrebbero essere le straordinarie conseguenze di tale accorpamento. C’è in Francia. Facciamolo anche da noi.
La semplificazione. Chi ci sta ad investire su chi – come i Centri di assistenza agricoli – può velocizzare i tempi nelle istruttorie e nei processi di autorizzazione delle pratiche agricole, lasciando allo Stato i controlli? Senza questa rivoluzione la burocrazia lenta e pasticciona continuerà ad essere il grande avversario dello sviluppo.
Via il segreto sulle importazioni. Chi ci sta a togliere il segreto che oggi impedisce agli italiani di sapere da dove arrivano e dove vanno a finire i prodotti agricoli importati per essere poi trasformati e portati sulle nostre tavole? Dalle pesche che riempiono i mercati proprio nel periodo di raccolta, al grano pieno di glifosato durante la trebbiatura. Chi è d’accordo ad istituire un Garante che controlli l’andamento dei prezzi dei prodotti agricoli per evitare speculazioni?
La legge sui reati agroalimentari. Chi pecca contro il cibo pecca contro i nostri figli. I reati sul cibo colpiscono la persona, la sua salute. Chi ci sta a colpire duramente questi reati, come indicava il disegno di legge della vecchia legislatura?
Queste le cinque cose che sottoponiamo a tutti i candidati. Non costano, ma avrebbero un impatto decisivo sulla vita delle imprese agricole che sono un grande valore di questa grande nazione e che nessuno può permettersi di indebolire. Attendiamo risposte dai candidati che renderemo note, augurando a tutti un buon lavoro in Parlamento.
 
ANCONA, SIMONE ORCIARI È IL NUOVO PRESIDENTE DEI GIOVANI AGRICOLTORI
 
L’assemblea dei Giovani di Coldiretti della Provincia di Ancona ha un nuovo presidente. Si tratta di Simone Orciari, 24 anni, imprenditore agricolo titolare dell’omonima azienda a Corinaldo. Il rinnovo della carica, in precedenza detenuta da Paolo Guglielmi, è avvenuta al termine dell’assembla provinciale che si è tenuta ieri, martedì 20 febbraio, nella sala riunioni di Coldiretti Marche in zona Baraccola ad Ancona. Giovanissimo laureando alla facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche, Orciari ha avviato la sua attività nel settembre del 2016. Coltiva frumento duro, colza, erba medica in 55 ettari di terreno nel suo paese, disponendo anche di un uliveto.
“La mia famiglia è sempre stata nel mondo dell’agricoltura – racconta – ma mi sono messo in proprio perché sto lavorando per portare tutte le mie colture al biologico e in direzione della multifunzionalità. Il mio obiettivo come presidente dei Giovani di Coldiretti sarà quello di portare sempre più persone come me in associazione aiutando le nuove imprese che si affacciano a questo settore che dà molte gratificazioni ma che è anche molto vincolante e, senza una vera passione, può risultare molto duro”.
Alla riunione, atto finale a livello provinciale di una serie di incontri sul territorio dove sono state dibattute tutte le problematiche delle aziende avviate dai giovani e sottolineati tutti i servizi dedicati (tutoring, formazione, accesso al credito agevolazioni per start up innovative, eccetera), hanno partecipato anche Emanuele Befanucci ed Enzo Bottos, rispettivamente presidente Coldiretti Ancona e direttore regionale dell’associazione. Nei loro interventi sono stati ribaditi i cinque punti della Piattaforma Politica di Coldiretti che punta sulla difesa e l’estensione ad altri prodotti dell’etichettatura obbligatoria, trasparenza sulle importazioni dall’estero, lo snellimento delle procedure burocratiche per le aziende (punto maggiormente sentito nelle Marche della ricostruzione post sisma) e una legge più incisiva contro l’agropirateria.
“È importante – ha detto Befanucci – valorizzare i giovani perché sono le nuove forze, il futuro dell’agricoltura, un settore strategico per l’Italia e per le Marche”. Insieme ad Orciari è stato eletto anche il comitato provinciale. Ne faranno parte: Lorenzo Lauretti, Laura Gioacchini, Giovanni Togni, Edoardo Dottori, Camillo Barbarossa e Luca Crinella.
 
PESARO-URBINO, I GIOVANI AGRICOLTORI HANNO UN NUOVO PRESIDENTE: LUCA TENTI
 
Luca Tenti, agricoltore di 29 anni a San Lorenzo in Campo, è il nuovo presidente di Coldiretti Giovani Imprese per la provincia di Pesaro Urbino. Lo ha deciso l’assemblea dei soci che si è riunita ieri, martedì 20 febbraio, nella sede di Coldiretti Pesaro. Tenti, laureato alla magistrale di Agraria all’Università Politecnica delle Marche, coltiva visciole, uva ed olive producendo una vasta gamma di prodotti alle visciole (vino aromatizzato, acquavite e confetture), vino e olio extravergine di oliva. Crede nel km0 e nella vendita diretta, partecipando a eventi e fieri in giro per l’Italia e all’estero e contribuendo così a far conoscere i prodotti della tradizione marchigiana. Oltre alla sua azienda, il neopresidente segue anche quella di famiglia: 35 ettari, sempre a San Lorenzo, per la coltivazione di sementi e cereali. Nel corso dell’assemblea, molto partecipata, sono stati trattati molti temi cari alle giovani imprese come la necessità di innovazione tecnologica delle aziende, andando anche a verificare le esperienze di altre realtà fuori regione, l’accesso al credito per l’avviamento di impresa ma anche la possibilità di rendere le proprie aziende agricole multifunzionali, aprendo a settori collaterali come il turismo e la ristorazione (fattorie didattiche, agriturismo, agrinido, ad esempio).
All’incontro ha partecipato anche il direttore provinciale Paolo De Cesare. Vice di Tenti sono stati eletti Gregorio Lombardi ed Enrico Manenti. Nel comitato provinciale dei giovani anche Mattia Deidda, Manuel Sabbatini, Luca Ciacci, Federico Federici, Enrico Vichi, Loris Giampaoli, Davide Stortini e Jonathan Romiti. “Provengo da antiche radici contadine – dice Tenti – e so quanto sia importante l’agricoltura nel nostro territorio. Ma al mondo agricolo servono giovani in grado di portare avanti queste tradizioni al passo con le innovazioni tecnologiche e le nuove conoscenze, soprattutto avvicinandosi alla riduzione dell’impiego di chimica. In questi 5 anni mi impegnerò ad aiutare quei giovani che vogliono entrare nel nostro settore, ma anche a chi già si è insediato. L’agricoltura italiana sta vivendo una crisi importante ed è piena di insidie ma offre rispetto al passato tante chance e noi giovani dobbiamo essere in grado di coltivare nuove idee e progetti”.
 
PADOVA, FAUNA SELVATICA: BENE AIUTI REGIONE, AVVIATO STUDIO CON UNIVERSITA’
 
“Accogliamo con soddisfazione la notizia dello stanziamento del fondo regionale da 200 mila euro per gli aiuti alle imprese agricole per prevenire e indennizzare i danni provocati da specie protette e fauna selvatica. Una misura senz’altro positiva che da sola però, in aree particolarmente critiche come i Colli Euganei, non basta a far fronte ai gravi danni subiti dalle aziende agricole. In questo territorio deve continuare senza interruzioni l’attività di selecontrollo e cattura dei cinghiali e anche, nell’area pedecollinare e negli immediati dintorni, la riduzione sistematica della popolazione delle nutrie”.
A ribadirlo è Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova, nei giorni in cui la Regione del Veneto mette a disposizione 200 mila euro per erogare contributi alle imprese agricole zootecniche che adottano sistemi di prevenzione, come i recinti elettrificati semipermanenti o mobili e i dissuasori faunistici. Nel 2016 e nel 2017 questi sistemi di protezione sono stati acquisitati direttamente dalla Regione, mediante le risorse messe a disposizione dal progetto europeo Life Wolfalps che ha ora terminato la sua operatività. Ora la Regione ha previsto di destinare il fondo a forme di aiuto indiretto agli allevatori e agli agricoltori che investono per la sicurezza delle proprie aziende e del proprio patrimonio zootecnico. A gestire i contributi sarà l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura. I contributi regionali, non più di 10 mila euro per progetto, saranno assegnati sulla base dell’istruttoria condotta da Avepa. Sarà data precedenza ai giovani e a chi non ha beneficiato in precedenza di dotazioni e attrezzature fornite dai progetti europei Life Wolfalps e Life Nature.
Ma Coldiretti Padova chiede alla Regione di dare vigore all’attività del Parco dei Colli Euganei nelle catture dei cinghiali, come è avvenuto nella seconda parte del 2017. “Vanno bene gli aiuti alle imprese – continua Miotto – ma deve assolutamente continuare in maniera sistematica l’attività di contrasto sul territorio attraverso il personale selezionato e formato dal Parco Colli. Ormai la primavera è alle porte e c’è il rischio che la popolazione dei cinghiali, se viene interrotta l’attività di selecontrollo, possa tornare a crescere insieme ai rischi e ai danni per le attività agricole del territorio. I cinghiali rappresentano da anni un problema concreto che ha messo in serio pericolo non solo le principali coltivazioni del territorio ma anche la sicurezza ambientale. A questo proposito stiamo conducendo da tempo degli studi con l’Università di Padova per documentare scientificamente l’impatto ambientale dovuto alla proliferazione dei cinghiali sui Colli Euganei. I primi dati si annunciano clamorosi e non appena saranno disponibili organizzeremo un’adeguata presentazione a tutti gli interessati. Ci sono misurazioni e volumi che parlano chiaro e che confermano come anni di presenza incontrollata dei cinghiali abbiamo seriamente compromesso i Colli Euganei”.
 
CALABRIA, ASSUNZIONI FITTIZIE IN AGRICOLTURA CANCRO DA ESTIRPARE
 
L’ultima operazione, in ordine di tempo, della Guardia di Finanza di Corigliano Calabro, con un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, a cui va il nostro riconoscimento, che ha smascherato un ingente giro d’affari finalizzato all’assunzione fittizia di braccianti agricoli rappresenta l’ennesimo episodio di macro-corruzione che va ad arricchire i pochi che con raggiri sono solo specialisti nel truccare le carte ed indurre in errore l’INPS. Lo sostiene, in una nota, il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro.
“Un’illegalità quasi con carattere di sistema – aggiunge – e che ogni volta che viene alle cronache assesta un colpo ferale al nostro sistema agroalimentare, sempre più impegnato in un grande sforzo di ammodernamento e competitività. Sono episodi da condannare senza riserva e un cancro da estirpare – aggiunge Molinaro – perché incrinano il rapporto di fiducia tra le vere imprese agricole e cooperazione sana e buona con i cittadini-consumatori. Questi perversi meccanismi truffaldini creano sleale concorrenza, danno un’immagine negativa e sbagliata della nostra regione, che pare proiettata solo all’imbroglio e all’assistenzialismo. Queste ormai frequenti indagini  possono trovare un buon alleato nelle ultimi disposizioni della Legge di Bilancio 2018 che, dal 1 luglio 2018, impone che  il pagamento delle retribuzioni dovrà avvenire esclusivamente mediante mezzi tracciabili e la firma della busta paga non costituirà più prova dell’avvenuto pagamento degli stipendi; insomma i datori di lavoro o committenti non potranno più corrispondere la retribuzione per mezzo di denaro contante direttamente al lavoratore, qualunque sia la tipologia di lavoro instaurato”.
“Altro elemento che può essere considerato in via preventiva – aggiunge Molinaro – è il rafforzamento delle sedi periferiche degli Ispettorati del Lavoro che preventivamente devono verificare la titolarità del terreno e sminare i contratti di affitto fittizi che poi sono utilizzati in modo fraudolento non solo per le assunzioni fittizie ma anche per ottenere i premi comunitari.   Un dato che salta agli occhi è quello riferito ai contratti di lavoro nella sola piana di Rosarno-Gioia Tauro, che è ad alta concentrazione di manodopera extracomunitaria, dove però complessivamente i rapporti di lavoro sono stati 25074 e di questi: 15173 braccianti calabresi, 3410 di extracomunitari e 6491 di comunitari. Dati che possono essere allargati anche ad altre realtà della nostra regione – conclude il presidente di Coldiretti Calabria – e che meritano di essere minuziosamente approfonditi e verificati vista la reale situazione di utilizzo di manodopera.
 
PARMA, STOP AL CIBO FALSO: AL VIA LA RACCOLTA FIRME SULLA PETIZIONE
Una petizione per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiano la possibilità di conoscere da dove arriva quello che portano in tavola. Si tratta dell’avvio di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo falso #stopcibofalso e proteggere la salute, tutelare l’economia, fermare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. Nonostante i passi in avanti permangono ancora ampie zone d’ombra e ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta.
L’obiettivo è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso.
Anche sul nostro territorio provinciale è possibile sottoscrivere la petizione recandosi presso la Sede provinciale e presso gli uffici Zona di Coldiretti Parma e nei mercati di Campagna Amica. E’ possibile anche firmare la petizione online, sul sito www.stopcibofalso.coldiretti.it”.
 
PUGLIA, ELEZIONI: LACARRA, MONGIELLO E BORZILLO FIRMANO MANIFESTO COLDIRETTI
 
Il segretario regionale Dem Marco Lacarra e la parlamentare uscente Colomba Mongiello, entrambi candidati nel collegio di Bari al proporzionale della Camera per il Partito Democratico, e Alfredo Borzillo candidato con Più Europa, hanno firmato il Manifesto politico di Coldiretti per le elezioni. Etichettatura obbligatoria, istituzione di un Ministero ad hoc per il cibo, semplificazione delle pratiche in agricoltura, trasparenza sulle importazioni e norme rigorose contro i reati agroalimentari.
Sono queste le cinque priorità che Coldiretti ha posto oggi ai candidati del PD e di Più Europa, con cui è iniziato il ciclo di incontri in attesa della tornata elettorale del 4 marzo, e porrà nei giorni a venire ai candidati di tutti gli schieramenti politici, a partire dalla lotta ai falsi e alle sofisticazioni, fenomeni che minacciano un settore strategico della nostra economia che nel 2017 – spiega la Coldiretti – ha raggiunto lo storico record di 41 miliardi di euro di valore delle esportazioni agroalimentari, con un aumento del 7%. Basti pensare che in Puglia dal 13 al 17 febbraio, in soli 4 giorni, grazie all’ottima attività di controllo delle sofisticazione nel settore agroalimentare, hanno scoperto a Brindisi la detenzione di quantitativi di olio extra vergine di oliva, imbottigliato, contraffatto e a Racale (Lecce) vino adulterato, con l’aggiunta grandi quantità di ossido di magnesio, lievito, zucchero e solfato di potassio.
Il documento indica le prime cinque misure che il prossimo Governo dovrebbe adottare per lo sviluppo del settore agricolo e agroalimentare nei primi 100 giorni di legislatura. Al primo posto l’etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti agroalimentari, accompagnata dall’avvio di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo falso #stopcibofalso e proteggere la salute, tutelare l’economia, fermare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana.
Nonostante i passi in avanti permangono ancora ampie zone d’ombra e ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano i ripetuti allarmi alimentari che si propagano rapidamente a livello planetario per la mancanza di trasparenza come nell’ultimo caso del latte in polvere francese per i bambini. A seguire la richiesta di istituire il Ministero del cibo, che accorpi risorse e funzioni del Mipaf e quelle del Ministero per lo Sviluppo economico relative all’agroalimentare.
Il terzo punto è relativo al “segreto di Stato” sulle importazioni dall’estero, che Coldiretti vorrebbe superato, al fine di conoscere esiti di ispezioni e controlli, i flussi commerciali internazionali e le loro destinazioni al mercato interno. Seguono la richiesta di semplificazione normativa e burocratica e, infine, quella di una legge sui reati agroalimentari che sanzioni in maniera efficace frodi, contraffazioni ed argini infiltrazioni malavitose all’interno della filiera agroalimentare.
 
UMBRIA, #STOPCIBOFALSO: AL VIA LA PETIZIONE PER L’ETICHETTATURA OBBLIGATORIA
 
Ha preso il via anche in Umbria la raccolta firme sulla petizione Coldiretti #stopcibofalso per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiano la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola. Si tratta – spiega Coldiretti – di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. A rischio “fake” nel carrello della spesa infatti, un prodotto alimentare su quattro che non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini.
Nonostante i passi in avanti – sottolinea Coldiretti – permangono ancora ampie zone d’ombra e ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano i ripetuti allarmi alimentari che si propagano rapidamente a livello planetario per la mancanza di trasparenza: dall’ultimo caso del latte in polvere francese alla salmonella per i bambini, alla carne di cavallo spacciata per vitello nei ragù.
Non è un caso che 9 italiani su 10 – ricorda Coldiretti – ritengano importante per la sicurezza alimentare conoscere la provenienza del cibo che consumano, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.
La raccolta di firme rivolta al Presidente del Parlamento Europeo è stata avviata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica in ogni farmers’ market d’Italia e on line sui siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it ma sono previste anche iniziative lungo tutta la Penisola. Le firme vengono raccolte anche in ogni ufficio zona della Coldiretti Umbria.
L’indicazione di origine – afferma Coldiretti – permette di contrastare quelle imitazioni che ogni anno sottraggono 60 miliardi di euro all’economia dell’Italia, consente di prevenire le falsificazioni e le pratiche commerciali sleali che danneggiano la nostra economia, rafforza la lotta alle agromafie e la difesa contro le grandi multinazionali del cibo che hanno interesse ad occultare l’origine delle materie prime.
L’obiettivo è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso.
 
RAVENNA, GIOVANI IMPRESA: TRAIETTORIE DI FUTURO PER IL ‘VIGNETO ROMAGNA’
 
“Il futuro dell’agricoltura ravennate passa dalla valorizzazione e innovazione della nostra viticoltura”. Questo il messaggio lanciato all’unisono da Marco Gambi, delegato uscente di Giovani Impresa e dal suo successore alla guida del movimento Giovani di Coldiretti Ravenna Michele Graziani, in apertura dell’ultimo appuntamento della rassegna ‘Visti da vicino – Incontri con i protagonisti dell’agricoltura’. Un messaggio condiviso dai numerosi imprenditori agricoli under 30 che sedevano in platea, ben consapevoli dell’importanza della viticoltura non solo per l’agricoltura, ma per tutta l’economia locale.
Non a caso proprio loro, proprio i giovani, che il futuro possono e devono scriverlo e che operano nella provincia con la superficie vitata più ampia della regione, hanno promosso l’incontro battezzato “Vigneto Romagna – Opportunità di crescita attraverso programmazione, innovazione, diversificazione e dinamismo” invitando a relazionare i vertici  di Caviro, la più grande filiera vitivinicola italiana con 13mila viticoltori associati per 2 milioni di litri imbottigliati, leader sul mercato italiano, ma con un buon 30% della produzione che finisce all’estero, dall’Inghilterra agli Usa sino in Cina.
Davanti ad una platea numerosa e interessata, il Presidente Caviro Carlo Dalmonte ha subito messo in chiaro la strada per intercettare la crescita, con ricadute dirette sul reddito dei produttori: “Il mercato italiano è maturo, anzi, direi ormai saturo e sconta calo dei consumi e produzione nazionale inalterata – ha esordito – bisogna dunque trovare nuovi sbocchi per l’export, tenendo però bene a mente che il vino è il prodotto più globalizzato del pianeta”. Per vendere, quindi, ha preso la parola il Direttore Caviro SimonPietro Felice, “bisogna attrezzarsi e differenziarsi, puntando sull’identità di prodotto e cercando di intercettare sia i gusti dei consumatori, oggi più orientati alle ‘bollicine’ e a vini con gradazione non elevata, che i mercati in espansione, in primis Stati Uniti e Cina”.
Nasce proprio da questa ‘lettura del futuro’ il progetto ‘Bollicine e territorio’ che sarà presentato il 26 febbraio nell’ambito della tavola rotonda ‘La Romagna si muove e chiama la UE’ in programma dalle 20.30 alla Sala Zanelli di Faenza Fiera alla presenza del Gruppo Caviro, Terre Cevico, Consorzio Vini di Romagna e del Presidente e dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, rispettivamente Stefano Bonaccini e Simona Caselli. “Un progetto – ha accennato il Direttore Caviro – che nasce da uno studio del ‘fenomeno Prosecco’, prodotto che ha nella Romagna il suo mercato di riferimento, e che si fonda sia su una convinzione – per essere vincenti all’estero occorre andare uniti sul mercato – che su di una necessità, valorizzare con qualità le nostre uve trebbiano”.
 
 
Appuntamenti
 
LOMBARDIA: STOP AL CIBO FALSO A TAVOLA: RACCOLTA FIRME NEI MERCATI DI C.A.
Da giovedì 22 a domenica 25 febbraio
 
Da Milano a Pavia, da Brescia a Sondrio, da Bergamo a Varese: nei mercati di Campagna Amica della Lombardia scatta la raccolta firme sulla petizione #stopcibofalso, per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiano la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola. Si tratta – spiega la Coldiretti regionale – di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. Nel carrello della spesa, infatti, è a rischio “fake” un prodotto alimentare su quattro, che non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta.
Domani, giovedì 22 febbraio 2018, sarà possibile aderire all’iniziativa nel farmers’ market di Campagna Amica a Monza in via Romagna dalle ore 9.30 alle 12, a Tirano (Sondrio) e Morbegno (Sondrio) dalle ore 8 alle 12, mentre a Pizzighettone (Cremona) presso il Torrione del Guado dalle ore 9 alle 12. Venerdì 23 febbraio la raccolta firme continuerà nel mercato degli agricoltori a Sondrio, dalle ore 8 alle 12, a Bergamo in piazza Pontida e a Varese dalle ore 9 a mezzogiorno. Nella mattinata di sabato 24 febbraio appuntamento a Milano in via Ripamonti 35, a Pavia in piazza del Carmine, a Brescia in via San Zeno 69, a Cerese di Borgo Virgilio (Mantova), a Mariano Comense (Como). Domenica 25 febbraio, chiude la settimana il mercato di Campagna Amica a Rivolta d’Adda (Cremona) in piazza Vittorio Emanuele II, dalle ore 9.30 alle 12. “Questi – spiega Danilo Marino, Responsabile Campagna Amica Lombardia – sono solo alcuni appuntamenti, a cui ne seguiranno altri nelle prossime settimane nei farmers’ market su tutto il territorio regionale. È poi possibile firmare anche on line sui siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it”.
L’obiettivo – conclude la Coldiretti Lombardia – è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso.
 
CAMPANIA: PREMIO SIRENA D’ORO 2018 DEDICATO AGLI OLI EXTRAVERGINI DI OLIVA
Giovedì 22 febbraio
 
Domani giovedì 22 febbraio 2018, alle ore 11.30, presso la Sala del Consiglio della Camera di Commercio di Napoli, si terrà la conferenza stampa di presentazione della 16ma edizione del Premio Sirena d’Oro, dedicato agli oli extravergini di oliva Dop, Igt e Bio, promosso dal Comune di Sorrento, in collaborazione con Coldiretti Campania e la partecipazione delle associazioni Oleum, Gal Terra Protetta, Aprol Campania, Unaprol e Federdop Olio.
All’incontro con i giornalisti, prenderanno parte il commissario straordinario della Camera di Commercio di Napoli, Girolamo Pettrone, il sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, il vicepresidente nazionale di Coldiretti, Gennarino Masiello, il presidente del comitato tecnico del Sirena d’Oro, Tullio Esposito, il capopanel responsabile nazionale Olio di Coldiretti, Nicola Di Noia ed il presidente dell’associazione Oleum, Gaetano Avallone.
 
PISA: ELEZIONI, ALLA LEOPOLDA INCONTRO CON I CANDIDATI
Giovedì 22 febbraio
 
Dall’etichetta di origine con la richiesta di estendere l’obbligo a tutti i prodotti in commercio all’istituzione del Ministero del Cibo che riunisca al suo interno le funzioni del Ministero delle Politiche Agricole e quelle del Ministero dello Sviluppo Economico alla battaglia per la semplificazione burocratica che continua ad essere un ostacolo enorme alla competitività delle imprese agricole e alla loro crescita. Ed ancora la cancellazione del segreto sulle importazioni per garantire la trasparenza dei flussi commerciali delle materie prime fino alla legge sui reati nel settore agroalimentare.
Sono i punti del manifesto che Coldiretti presenterà ai candidati alle prossime elezioni politiche del 4 marzo in occasione di un incontro alla Leopolda di Pisa in programma giovedì 22 febbraio alle ore 10.30 presso la Stazione Leopolda di Pisa. All’incontro sono stati invitati a partecipare tutti i candidati del collegio che comprende anche la provincia di Pisa. Moderano la giornata il Presidente Provinciale, Fabrizio Filippi ed il Direttore, Aniello Ascolese.
 
LOMBARDIA: IL VALORE DELLA CARNE ROSSA A TAVOLA: CONVEGNO A BRESCIA
Domani 22 febbraio 
 
Il valore della carne rossa in una dieta sana ed equilibrata, la trasparenza, la qualità e la sicurezza alimentare lungo tutta la filiera italiana sono al centro dell’incontro organizzato dal Consorzio Lombardo Produttori Carne Bovina, con la collaborazione di Coldiretti Lombardia, che si terrà a Brescia domani giovedì 22 febbraio 2018, alle ore 18.30, presso il Museo Mille Miglia.
Tra i relatori Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, Diego Scaramuzza, Presidente Nazionale di Terranostra e primo agrichef Coldiretti d’Italia, Primo Cortelazzi Presidente del Consorzio Lombardo Produttori Carne Bovina, l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, oltre ad esperti e medici.
Sarà l’occasione per fare il punto sul settore delle carni Made in Italy, valorizzare la figura del macellaio di fiducia e far luce sulle fake news sul consumo di carne rossa, un alimento ricco di proteine, ferro, sali minerali e vitamine che, se inserito in una dieta onnivora ed equilibrata, contribuisce al benessere dell’organismo. Al termine dell’evento prevista una degustazione di carni delle macellerie bresciane del Consorzio Lombardo Produttori Carne Bovina in abbinamento ai vini del territorio, a cura della chef Elisabetta Arcari.
 
CAMPANIA: “MI IMPEGNO IN PARLAMENTO”, FIRMA PER DIRE STOP A CETA E A CIBO FALSO
Sabato 24 febbraio
 
Una firma per dire no alla ratifica del Ceta e ad altri analoghi accordi commerciali di libero scambio in corso di negoziato, che aprono le porte alla concorrenza sleale e al cibo falso made in Italy. È l’iniziativa “Mi impegno in Parlamento” che Coldiretti Campania e Campagna Amica lanciano a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche del 4 marzo. Si parte dai collegi di Napoli e provincia con un invito a recarsi al mercato di Campagna Amica che si terrà sabato 24 febbraio in piazza Salvatore Di Giacomo a Posillipo. L’appuntamento è dalle ore 11 presso il gazebo istituzionale che sarà allestito per l’occasione. Il vicepresidente nazionale di Coldiretti Gennarino Masiello e il direttore regionale Salvatore Loffreda invitano in una lettera aperta a sottoscrivere la battaglia a tutela del made in Italy, del giusto reddito degli agricoltori e della salute dei consumatori. Sarà presente all’iniziativa Alfonso Pecoraro Scanio, coordinatore del comitato scientifico della Fondazione Campagna Amica.
“Il nostro Paese e la nostra Campania – si legge nella lettera ai candidati di Coldiretti e Campagna Amica – custodiscono un patrimonio di biodiversità unico al mondo, frutto del lavoro quotidiano di tanti uomini e donne. Tuttavia la capacità di realizzare prodotti straordinari è insidiata da imitazioni e truffe. Complessivamente l’italian sounding vale 60 miliardi di euro sul mercato mondiale, sottraendo risorse alla nostra economia e alle nostre imprese agricole, che si trovano a concorrere con chi non rispetta gli stessi vincoli per la salvaguardia dell’ambiente, delle condizioni di lavoro e dell’impatto sociale”.
Oltre al documento dedicato a chi si candida al Parlamento, continuerà la raccolta di firme lanciata sabato scorso #StopCiboFalso per chiedere al Parlamento Europeo di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti in etichetta. Un’etichetta chiara che indichi l’origine degli ingredienti consente di prevenire e combattere gli scandali alimentari che mettono in pericolo la nostra salute; permette di contrastare le agromafie e le grandi multinazionali del cibo che hanno interesse a occultare l’origine delle materie prime; aiuta a riconoscere il vero made in Italy e tutelare il lavoro e i prodotti di qualità dei nostri agricoltori.
 
VERONA: ELEZIONI, COLDIRETTI INCONTRA I CANDIDATI VERONESI PER CAMERA E SENATO
Venerdì 23 febbraio
 
In vista delle prossime elezioni, venerdì 23 febbraio alle ore 16.30 nella Sala Consiglio del Consorzio Agrario del Nordest, in Via Francia, 2 (Verona), i vertici di Coldiretti Verona incontreranno i candidati veronesi alla Camera e al Senato dei diversi schieramenti politici per presentare e discutere il manifesto politico della Coldiretti sulle proposte per l’Italia che uscirà dalle urne.
Al confronto, a cui parteciperà tutta la dirigenza provinciale, saranno presenti: Flavio Tosi di Noi con L’Italia, Massimo Ferro di Forza Italia, Ciro Maschio di Fratelli d’Italia, Vito Comencini della Lega, Diego Zardini e Gianni Dal Moro del Partito Democratico, Lucio Mirko Furia e Filippo Grigolini de Il Popolo della Famiglia, Silvana Belladelli del Movimento 5 Stelle e Andrea Dusi di 10 volte meglio.
Evidenzia Claudio Valente, presidente di Coldiretti Verona: “Etichettatura d’origine su tutti i prodotti alimentari, istituzione del Ministero del Cibo, semplificazione per le imprese agricole, via il segreto sulle importazioni e nuova legge sui reati agroalimentari. Sono le cinque proposte del Manifesto politico di Coldiretti in vista delle elezioni del 4 marzo. Si tratta di 5 interventi a costo zero da esaurire nei primi 100 giorni di Governo, che puntano a eliminare le storture della filiera, rendendo più trasparenti i mercati, le pratiche commerciali e produttive con evidenti vantaggi per i cittadini-consumatori e per le imprese”. Le proposte sono state già sottoscritte dal Governatore della Regione Veneto Luca Zaia.
 
NEWS COLDIRETTI – LA FORZA DEL TERRITORIO – 06 4682487 – FAX 06 4871199 – www.coldiretti.it