COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 20 marzo 2018

20 Marzo 2018
News La Forza del Territorio del 20 marzo 2018

Primo piano

PUGLIA

4MILA GIOVANI DENUNCIANO #BANDIALLOSBANDO

Migliaia di giovani provenienti da tutta la regione Puglia si sono dati appuntamento con l’hashtag #bandiallosbando sotto il ‘palazzo del potere’, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia, con cartelli, striscioni, già pronti a partire con valigie e zaini alla mano, perché costretti a cambiare Nazione e mestiere.

 

L’iniziativa è di Coldiretti Puglia, perché dopo 2 anni dalla pubblicazione del bando per l’insediamento dei giovani in agricoltura, sono solo 1000 le domande finanziabili, un tradimento delle aspettative dell’esercito di giovani che vogliono investire in un settore considerato fino a pochi anni fa vecchio e senza prospettive, come si legge su cartelli e striscioni ‘giù le mani dal nostro futuro’, ‘Giovani in campo per il futuro della Puglia’, ‘AAA bando PSR cercasi’, ‘Emiliano aiutaci tu blocca la politica politicante’, ‘Emiliano blocca la fuga di cervelli’. 

“Sono 4mila i giovani esclusi dal PSR per la mancanza di risorse e la gestione delle misure – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che aspettano risposte concrete. Vanno immediatamente recuperate risorse da misure improduttive e soprattutto dai GAL (Gruppi di Azione Locale). In caso contrario la Regione dovrà assumersi la responsabilità di spiegare ai giovani che intendono investire in agricoltura perché a loro sono stati destinati solo 100 milioni di euro. Viceversa sono stati destinati 158 milioni ai 23 GAL, ossia in una misura in cui circa il 20% dell’importo totale – oltre 30 milioni di euro – può essere rendicontato per spese generali. Si finanziano così apparati burocratici e collaboratori di varia provenienza, superando tutte le distinzioni fra politica ed amministrazione e sottraendo risorse ai giovani agricoltori”.

A seguito dell’apertura del bando e alla presentazione di diversi ricorsi al TAR, la Regione ha deciso di approvare tutti i 23 GAL presentati, ricorda ancora Coldiretti Puglia. “La Puglia è la regione con un numero spropositato di GAL, come abbiamo sempre denunciato – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – ben 23, contro 12 della Lombardia, 14 del Piemonte, 7 della Toscana, 6 dell’Emilia Romagna, solo per citare alcuni esempi. Ai 23 GAL è stato destinato il 9,8% delle risorse del PSR, una scelta che ha causato il taglio di risorse sulle misure di cui gli agricoltori sono direttamente beneficiari, come le misure per investimenti, pacchetto giovani e misure ambientali. Se la Regione destinasse una percentuale massima di risorse pari al 5% (percentuale minima imposta dall’UE), come richiesto da Coldiretti Puglia, sarebbero liberati circa 80 milioni di euro, da poter destinare alla Misura giovani. Ciò consentirebbe l’ingresso in agricoltura di circa 1.500 giovani in più, dando risposte a parte dei 4mila giovani oggi esclusi dal PSR”.

L’Unione Europea ha imposto il 5% delle risorse dei PSR ai GAL e la Puglia ha fatto la scelta politica di andare oltre assegnando alla misura dei GAL più risorse della misura giovani. Oggi l’esclusione di 4mila giovani dai finanziamenti – conclude Coldiretti Puglia – impone di rivedere la scelta, per fare in modo che le risorse comunitarie del PSR Puglia siano spesi in maniera coerente e corretta a beneficio del territorio, dell’imprenditoria agricola pugliese e dell’innovazione in atto.

 

Lavoro: migliaia di giovani sotto il palazzo per agricoltura del futuro – Sono troppe le “molestie” che un giovane che vuole fare impresa in agricoltura – denuncia Coldiretti Puglia – si trova costretto a subire. Aspettare oltre due anni, e la situazione si aggrava nelle aree colpite dalla Xylella, per poter trasformare il proprio sogno in attività imprenditoriale agricola, per colpa di una burocrazia che spesso compromette il destino di un’impresa giovane, sottrae ricchezza alla Puglia e all’Italia. “La voglia dei giovani pugliesi di investire in agricoltura – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – è testimoniata dal numero di domande presentate per il primo insediamento e il pacchetto giovani, 5000 richieste per un bando pubblicato il 28 luglio 2016 e tenuto aperto per 2 anni, perché non era pronto il portale per perfezionare le domande e a marzo 2018 non è ancora stata aperta l’istruttoria. Un esercito di giovani talenti pronto ad investire che si è trovato dopo 24 mesi davanti all’ennesima delusione, a restare esclusi dai finanziamenti perché non ci sono soldi. Una aspettativa tradita per l’ennesima volta dalle scelte di gestione della macchina amministrativa, un gap burocratico che poteva essere superato dalla piena applicazione della semplificazione amministrativa, attraverso la delibera di applicazione dei ‘SuperCAA’, attuabile da tutte le forze di rappresentanza. Chi era nella condizione di insediarsi nei 12 mesi prima della emanazione del bando, chi rischiava di avere 40 anni nelle more dei ritardi, chi ha voluto, comunque, insediarsi per effettuare acquisti e investimenti, è stato costretto a farlo, senza alcuna certezza sull’effettiva finanziabilità del progetto”.

“Serve un immediato e deciso cambio di passo – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti –  perché a distanza di 4 anni dall’avvio del PSR, al netto delle difficoltà delle fasi di partenza, strutturali e strumentali, da noi denunciate già nel giugno del 2017, la spesa resta ai minimi termini e sono rimasti esclusi migliaia di giovani che immaginavano di lavorare in agricoltura. PSR e mancata semplificazione amministrativa sono le due facce della stessa medaglia, perché manifestano sordità della Pubblica Amministrazione e l’opacità della burocrazia impedisce lo sviluppo e la crescita sana e veloce delle iniziative imprenditoriali”.

 

Lavoro: + 6,6% imprese agroalimentari under 35 in puglia. bari e foggia in top ten nazionale – E’ cresciuto nel 2017 di un ulteriore 6,6% in Puglia il numero delle imprese agroalimentari under 35 sul totale delle aziende agricole, con 5544 giovani ‘innovatori’ che in agricoltura sono riusciti a rappresentare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri – dice Coldiretti Puglia – perché dai campi non viene solo una risposta alla disoccupazione e alla crescita del Paese, ma anche una speranza rispetto ai tanti giovani costretti a cercare lavoro all’estero. La provincia di Bari, con una crescita del 7,2% rispetto al totale dell’agroalimentare pugliese e 2054 giovani agricoltori in più nel primo semestre 2017 e Foggia, con un aumento del 6,5% e una crescita in valori assoluti di 1713 imprese under 35, rientrano a pieno titolo nella top ten nazionale, a testimoniare il processo di svecchiamento che il settore agricolo sta vivendo da anni e tutto ciò – rileva Coldiretti Puglia – senza poter contare sul Bando del PSR Puglia destinato alle giovani imprese agricole.

“Tra queste new entry giovanili nelle campagne ben la metà è laureata – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto e il 78 per cento è più contento di prima. La scelta di diventare imprenditore agricolo è, peraltro, apprezzata per il 57 per cento anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici. Gli agricoltori pugliesi in erba ritengono che l’accesso al credito bancario (40%) e l’adeguamento alle norme sanitarie, alle normative per il benessere animale e alla condizionalità (35%) siano i principali ostacoli al pieno sviluppo delle proprie attività imprenditoriali. Per questo chiedono maggiori garanzie per l’accesso al credito bancario e una più adeguata formazione. Buono il giudizio sul sostegno dato dalla Regione Puglia alle start up innovative (58)”.

“I giovani agricoltori che hanno rappresentato innovazione e coraggio con progetti straordinari – commenta il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – sono in controtendenza positiva rispetto ai dati che, purtroppo, parlano di più di un trentenne su tre (35 per cento) nel 2018 vive con la paghetta dei genitori o dei nonni e altri parenti che sono costretti ad aiutare i giovani fino ad età avanzata. Ma se si considerano tutti i giovani tra i 18 e i 34 anni, la percentuale di chi è costretto a farsi mantenere da mamma e papà sale al 55 per cento, più un altro 6 per cento che si “affida” alla pensione dei nonni”.

Il risultato è che, secondo una indagine della Coldiretti, le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento rispetto alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento e il 50 per cento di occupati per azienda in più.

 

 

Dal territorio

 

VERONA, PREOCCUPAZIONE PER ABBASSAMENTO TEMPERATURE SU PIANTE IN FIORE

 

Il colpo di coda dell’inverno con il brusco abbassamento delle temperature previste soprattutto nei prossimi giorni fa scattare nelle campagne veronesi la preoccupazione del gelo sulla fioritura di alcune colture come susini, peschi e albicocchi con il rischio per i prossimi raccolti. E’ quanto afferma la Coldiretti scaligera in riferimento alla nuova ondata di neve e gelo dalla Russia sulla Penisola alla vigilia della primavera. Se la temperatura rimarrà a lungo sotto lo zero, a rischio ci sono anche le primizie di stagione salvate dalla precedente tempesta siberiana di Burian come asparagi e fragole sotto serra, cetrioli, zucchine e meloni con la possibilità della sovrapposizione tra qualche settimana delle colture protette con quelle a pieno campo. L’arrivo e il persistere del maltempo rischia di posticipare le semine primaverili nei terreni inzuppati d’acqua.

“Nonostante i danni provocati nelle campagne dal maltempo con l’arrivo del freddo – evidenzia Claudio Valente, presidente di Coldiretti Verona – non si è registrato un aumento dei prezzi dei prodotti. Anzi, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a febbraio sul carrello della spesa, sono crollati i prezzi delle verdure con i vegetali freschi che fanno registrare una diminuzione del 21,4% rispetto allo scorso anno. In un momento di grande difficoltà acquistare frutta e verdura del territorio e nazionale è un atto di solidarietà a favore dell’economia e dell’occupazione locale ma anche di un aiuto al proprio benessere per combattere il grande freddo con prodotti salutari”. 

Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti effetti sull’agricoltura italiana. Si moltiplicano gli eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate e picchi di calore anomali si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola con danni stimati in 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni.

“L’aumento delle precipitazioni invernali – conclude Valente – ha di positivo che sono state riempite le falde acquifere e gli invasi anche per eventuali necessità di acqua nei periodi estivi per irrigare le campagne”.

 

LAZIO, OLIVICOLTURA SABINA IN GINOCCHIO: REGIONE E MINISTERO INTERVENGANO

Si è svolto questa mattina, a Passo Corese, l’incontro promosso dalla Coldiretti con rappresentanti istituzionali della Regione Lazio, tra cui l’assessore alle Infrastrutture Fabio Refrigeri, i sindaci della zona e i tecnici del settore, per capire come fronteggiare l’emergenza provocata dal gelo e dalla neve e stimare la reale entità dei danni. Grandissima la partecipazione di cittadini e imprenditori agricoli che hanno riempito la sala per avere informazioni sull’iter amministrativo.

“Organizzeremo incontri di questo tipo in tutte le province del Lazio perché i danni rilevati sono enormi e riguardano tutte le colture – ha spiegato David Granieri, presidente Coldiretti Lazio – Partiamo oggi dalla Sabina, che è l’area più importante sotto il profilo olivicolo, un settore fondamentale per il tessuto sociale ed economico del territorio.  Qui i numeri sono veramente drammatici: 34 milioni di euro di danni solo nei primi 12 mesi, perché le conseguenze si sentiranno per 4 anni, 350mila quintali di olive perse, un calo della produzione per le aziende stimato tra il 30% e il 60% e circa 1 milione di giornate lavorative perse. Lanciamo oggi ai sindaci dei vari Comuni una petizione che presenteremo in Regione e al ministero dell’Agricoltura affinché vengano attivate, in maniera celere, tutte le misure possibili per sostenere le aziende”. “Nell’ottica di una proficua collaborazione con la Regione chiediamo uno sforzo per la semplificazione della modulistica – ha sottolineato Giuseppe Casu, direttore di Coldiretti Roma e Rieti – E’ fondamentale riuscire ad avere una tempistica certa e limitati passaggi burocratici”.

 

VENEZIA, ALLARME GELO SU PIANTE IN FIORE E SEMINE PRODUZIONI ESTIVE RITARDATE

 

Il colpo di coda dell’inverno con il brusco abbassamento delle temperature fa scattare nelle campagne veneziane l’allarme gelo sulla fioritura di ciliegi, susini, peschi e albicocchi: dopo un anno di lavoro si rischia la perdita dei prossimi raccolti. E’ quanto afferma Coldiretti Venezia in riferimento alla nuova ondata di neve e gelo dalla Russia sulla Penisola alla vigilia della primavera. Dove la temperatura rimarrà a lungo sotto lo zero sono a rischio le primizie di stagione come gli asparagi che per l’abbondante acqua non potranno essere coperti, cosi’ anche per chi aveva già seminato le prime patate salvate dalla precedente tempesta siberiana di Burian ora rischiano di marcire.

La produzione di miele di acacia purtroppo è compromessa, senza contare che il prolungarsi del maltempo – sottolinea la Coldiretti – posticipa, dove i terreni sono coperti dalla neve o inzuppati d’acqua anche le semine di mais, legumi e in generale delle produzioni estive come i pomodori, melanzane e peperoni. Anche i vivai sono in difficoltà poiché non si apre la stagione primaverile e sono costretti ad affrontare ingenti spese di riscaldamento, molti decidono di chiudere le serre e bloccare le coltivazioni. Si tratta – sostiene la Coldiretti – degli effetti di un pazzo inverno segnato da precipitazioni superiori del 16% la media storica tra pioggia, neve e gelo che hanno causato danni che potrebbero raggiungere su scala nazionale i 300 milioni di euro.

 

PIEMONTE, CON +6,6% DI BOSCHI MADE IN PIEMONTE BENE L’OK AL T.U. FORESTALE  

 

Approvato il Testo Unico Forestale da parte del Consiglio dei Ministri con il quale potrebbero nascere nuovi posti di lavoro, fino a 35 mila, grazie ad una migliore gestione dei boschi che, ad oggi, coprono una superficie record di 10,9 milioni di ettari. L’Italia non è mai stata così ricca di boschi, ma a differenza del passato si tratta di aree senza alcun controllo e del tutto impenetrabili ai necessari interventi di manutenzione e difesa, mettendo a rischio i territori.

Il Piemonte è la regione che ha la più ampia superficie forestale arborea in Italia con circa 1 milione di ettari, ovvero il 38% del territorio, di cui i boschi coprono 932 mila ettari. In questi ultimi vivono quasi 1 miliardo di alberi e sono presenti 52 specie arboree e 40 specie arbustive con una grande variabilità di composizione e struttura. Negli ultimi quindici anni si è registrato un incremento di 44.740 ettari (4,6%), dato da un aumento per i soli boschi di 57.854 ettari pari al 6,6%.

“Con l’approvazione del Testo Unico, fortemente voluta da Coldiretti e Federforeste, si va a riconoscere che solo i boschi gestiti correttamente assolvono al meglio a funzioni importanti per la società, come la prevenzione dagli incendi, dalle frane e da alluvioni o l’assorbimento del carbonio, facilitando le attività ricreative ed il benessere – sottolineano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. I boschi, se valorizzati con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna. Sarà uno strumento utile anche per incentivare – concludono Cabiale e Rivarossa – in Piemonte la filiera legno e valorizzare il nostro patrimonio boschivo che, come evidenziano i dati, fa arrivare la nostra regione in vetta alla classifica con la più ampia superficie forestale arborea a livello nazionale”.

 

ALESSANDRIA, CONCORSO START UP: SEI CATEGORIE PER VALORIZZARE L’AGRICOLTURA

 

Giovani e agricoltura è il connubio su cui punta il concorso per l’innovazione dedicato alle giovani start up nelle campagne italiane che in tutti questi anni ha dato visibilità a tutti quei ragazzi che hanno costruito con spirito di sacrificio realtà imprenditoriali diventate parte dell’eccellenza italiana.

Con i giovani imprenditori agricoli che nel 2017 sono aumentati del 6% arriva il premio per l’innovazione dedicato alle giovani start up nelle campagne italiane. Sono, infatti, aperte le iscrizioni al nuovo concorso che punta a valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, che sono state capaci di emergere tra le altre grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile. L’Italia con 55.121 imprese agricole italiane condotte da under 35 è al vertice in Europa nel numero di giovani in agricoltura.

“Il premio punta i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali – spiega Fabio Bruno delegato provinciale Giovani Impresa –  In Piemonte le aziende under 40, rispetto allo scorso anno, sono aumentate del 30%: un dato che denota come l’agricoltura sappia dare prospettive di futuro e sappia offrire diverse opportunità che vanno a legarsi anche con altri ambiti”.

“Questo premio non è solo un concorso ma il racconto di un settore che in questi anni ha saputo reinterpretarsi affidandosi anche alla capacità innovativa di una nuova generazione di imprenditori agricoli – afferma il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino –. La nostra Organizzazione sta fortemente puntando sui giovani, fondamentali per il rinnovamento della nostra agricoltura, attraverso i quali il patrimonio agricolo viene implementato, innovato ed esportato”.

Sei le categorie di concorso: Impresa3.Terra premierà i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. Campagna Amica valorizzerà i prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale.

Sostenibilità ambientale è la parola d’ordine di quei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente. Fare Rete prende in esame quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Noi per il sociale promuove quei progetti volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. Creatività centra l’attenzione sull’originalità di idea, di prodotto e di metodo. Le iscrizioni sono aperte dal 9 marzo al 15 aprile 2018 e si possono presentare attraverso il sito web http://giovanimpresa.coldiretti.it.

 

NORD SARDEGNA, TAGLIO TARI PER LE AZIENDE AGRICOLE E AGRITURISTICHE DI SASSARI

 

Taglio alle tariffe della Tari per le aziende agricole e le strutture agrituristiche ricadenti nel territorio comunale di Sassari. La decisione è arrivata con l’approvazione del regolamento Tari 2018, durante la seduta di Consiglio Comunale del 6 febbraio scorso, e segue le interlocuzioni avviate da qualche mese tra la Coldiretti Nord Sardegna e gli amministratori e i funzionari del Comune, nelle persone dell’assessore alle Finanze Simone Campus e la dirigente del settore Tributi Giuseppina Soddu.

“L’attenzione dimostrata dal Comune verso il comparto agricolo locale dimostra la vicinanza delle istituzioni verso uno dei motori principali della economia sassarese, dove la concentrazione di aziende agricole è altissima, così come è ugualmente alta la presenza di strutture agrituristiche – è il commento del direttore di Coldiretti Nord Sardegna Ermanno Mazzetti -. Del resto se vogliamo parlare di rispetto dell’ambiente e attenzione verso le pratiche biosostenibili è proprio verso il mondo delle campagne che bisogna rivolgere lo sguardo, con le stesse aziende che si affacciano sulle piazze cittadine ogni settimana per la vendita diretta dei prodotti ai consumatori. Un modus operandi che evita le filiere di impacchettamento e manipolazione dei prodotti, ma anche il loro trasporto sulle quattro ruote”.

“Siamo soddisfatti – commenta invece Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Nord Sardegna -, anche perché le stesse strutture ricettive agrituristiche Campagna Amica, hanno sposato un modus operandi che li porta a ridurre notevolmente la produzione di rifiuti”.

In particolare, per quanto riguarda la tassa sui rifiuti, riduzioni sono previste nella misura del “30% per i fabbricati rurali ad uso abitativo; del 60% nelle zone in cui non è effettuato il servizio – si legge nella delibera -; del 30% sulla sola parte variabile della tariffa per le utenze domestiche dei residenti che abbiano avviato il compostaggio degli scarti organici, limitatamente alle sole zone in cui non è stato attivato il servizio di raccolta degli stessi; riduzione del 30% sulla sola parte variabile della tariffa per le utenze non domestiche esercenti attività agricole e florovivaistiche che pratichino il compostaggio per residui costituiti da sostanze naturali non pericolose, alle condizioni stabilite nel citato articolo del regolamento”.

Tra le novità di quest’anno anche, sempre limitatamente alle zone in cui non è stato attivato il servizio di raccolta degli scarti organici, la riduzione del 30% sulla sola parte variabile viene riconosciuta anche alle utenze non domestiche, potenzialmente produttive di rifiuti organici, che effettuino il compostaggio, e rientranti nelle seguenti categorie: Alberghi con ristorante – ristoranti, trattorie, pizzerie – mense, birrerie, amburgherie – ortofrutta.

 

MARCHE, FAUNA SELVATICA FUORI CONTROLLO, INTERVENTI NON PIÙ RINVIABILI

L’ennesimo attacco di lupi a un gregge marchigiano fa montare oltre misura l’esasperazione degli allevatori marchigiani. Stavolta è successo a Matelica (MC) nell’azienda agricola Copponi che alleva pecore per la produzione di carne e formaggi. Venerdì pomeriggio, mentre Mirco Copponi e il padre erano nella stalla, cinque lupi hanno violato le recinzioni e attaccato il gregge uccidendo 38 animali. Richiamati all’esterno dall’abbaiare dei cani da pastore i Copponi non hanno potuto fare altro che assistere inermi al massacro. La stessa azienda, pochi giorni prima, aveva subito un primo attacco e perso una dozzina di capi. Una situazione, quella della fauna selvatica in regione, totalmente fuori controllo e per la quale Coldiretti ha chiamato nei giorni scorsi il comparto alla mobilitazione generale.

A quasi due anni dalla manifestazione sotto la sede della Regione Marche, con oltre 2000 agricoltori e allevatori arrivati da tutta la regione per protestare, non sono ancora arrivate risposte dalla politica. Oltre a fronteggiare quotidianamente animali selvatici lasciati proliferare in maniera indisturbata, le aziende devono fare i conti anche con la burocrazia lumaca che rallenta il meccanismo dei rimborsi, in molti casi fermi al 2014. Coldiretti in tutto questo tempo ha lavorato per presentare proposte come un piano per il controllo numerico dei selvatici per gestire la fauna oltre i periodi regolari di caccia e l’emanazione di un regolamento unico per gli 8 Atc regionali nonché un documento che potesse fare da base per una nuova legge regionale.

Tutto fermo. Nel frattempo, oltre ai lupi, la campagna è invasa da cinghiali che distruggono i campi ma che scorazzano anche nei centri abitati alla ricerca di cibo creando grave pericoli per l’incolumità delle persone, corvi e storni che si accaniscono contro i frutteti. Nei giorni scorsi, durante un incontro in Regione, al presidente Ceriscioli sono state ribadite le richieste della categoria e si è in attesa di risposte e atti concreti in tempi certi.

 

REGGIO EMILIA, DANNI DA SELVATICI: APPROVATO RISARCIMENTO FINO AL 100%

 

Finalmente, dopo due anni di pressing di Coldiretti verso la Regione Emilia Romagna e l’Unione Europea, arriva una prima risposta all’esasperazione degli agricoltori che hanno i campi saccheggiati da animali selvatici senza riuscire ad ottenere risarcimenti adeguati. Lo ribadisce Coldiretti Reggio Emilia in occasione dell’entrata in vigore della delibera regionale che sancisce il risarcimento fino al 100% dei danni nelle aree protette (parchi, riserve, oasi, zone di ripopolamento e cattura) da parte di specie di animali cacciabili.

Fin dal 2016, Coldiretti Emilia Romagna aveva chiesto alla Regione di aprire un confronto con Bruxelles perché i danni degli animali non fossero più soggetti alla norma degli aiuti di Stato che attualmente sottopone l’indennizzo dei danni al regime di de minimis, che stabilisce un tetto massimo di risarcimento in 15 mila euro suddivisi in tre anni, comprensivi anche di altre provvidenze come sgravi contributivi e aiuti al credito. Si tratta – commenta Coldiretti Emilia Romagna – di una somma assolutamente inadeguata per le imprese se si considera che tra le specie cacciabili ci sono animali come il cinghiale (154 mila euro di danni nel 2015), la lepre (95 mila euro), il fagiano (72 mila euro), i piccioni (76 mila euro), i corvidi (100 mila euro), il capriolo (30 mila euro).

Dopo il riconoscimento da parte di Bruxelles delle ragioni avanzate da Coldiretti per tramite della Regione – afferma Coldiretti – è finalmente arrivata la delibera regionale che rende immediatamente operativi i risarcimenti danni fino al 100% nelle aree protette e consente di riconoscere anche i costi degli interventi di prevenzione danni.

“I danni da fauna selvatica – commentano Vitangelo Tizzano e Assuero Zampini, vertici della Coldiretti reggiana – sono riscontrati in tutte le aree del territorio provinciale. In montagna i terreni sono devastati dal grufolare dei cinghiali, così come in collina a cui però si aggiungo anche i danni da caprioli. Le aree di pianura non sono indenni ma colpite dalle opere di escavazione delle nutrie a cui si aggiungono i danni da storni e vari».

L’agricoltura è un’attività economiche che, in particolare, nelle zone di montagna ha un’importanza vitale per il mantenimento e la fruibilità del territorio, la conservazione della biodiversità, la protezione delle risorse naturali e la produzione di prodotti di alta qualità”.

“Ora è pressoché impossibile attingere a stime oggettive dei danni da fauna selvatica sul territorio – continuano Tizzano e Zampini. I dati disponibili sono solo una piccola parte dei danni reali che sempre più spesso non vengono comunicati a causa di difficoltà burocratiche, dell’indennizzo al de minimis ed anche a criteri di perizia sottostimanti”.

 

MASSA C., CONFERMA UNANIME PER MARINA FRUZZETTI, E’ DELEGATA IMPRENDITRICI

 

Sì unanime per Marina Fruzzetti. L’imprenditrice florovivaistica massese è stata confermata alla guida del movimento Donne Impresa Coldiretti che raduna le imprenditrici rosa della provincia di Massa Carrara. Già vice presidente dei mercati di Campagna Amica, la Fruzzetti è stata incaricata di portare avanti l’ambizioso programma di iniziative e progetti che la principale organizzazione agricola sta portando avanti sul territorio.

A partire dalle scuole con i progetti di alimentazione consapevole per proseguire con la rete di Campagna Amica di cui è diventata una delle principali protagoniste avendo inaugurato, lo scorso dicembre, anche un punto di vendita aziendale per la commercializzazione di fiori e piante in vaso e per l’orto in via Romana, a Massa. “Raddoppieremo l’impegno – spiega la Fruzzetti – sul territorio così come le iniziative e la progettualità. In questo primo mandato ci siamo concentrati nel rafforzare lo spirito di gruppo, e ci siamo riusciti, e nel coinvolgere le quasi 500 imprese agricole guidate da donne attive a livello provinciale.

L’agricoltura è il settore con la più alta incidenza femminile: quasi una impresa su due (42,1%) è amministrata da una donna. Un alto tema a cui siamo molto legati è quello della violenza contro le donne che ci ha visto partecipare attivamente a diverse iniziative. Infine – conclude la Fruzzetti – l’informazione nei confronti delle imprenditrice che devono essere costantemente aggiornate e portate a conoscenza delle opportunità di crescita e promozione. Ringrazio il comitato per la fiducia e per la stima ed affetto che ormai ci lega”.

 

RAVENNA, A COTIGNOLA DOMENICA COI TRATTORI IN PIAZZA PER CELEBRARE S.GIUSEPPE

 

Come da tradizione ormai ultra-sessantenaria, la sezione Coldiretti di Cotignola ha celebrato insieme alla Parrocchia locale San Giuseppe Lavoratore, simbolo religioso della dignità del lavoro umano. Questa mattina oltre 170 trattori provenienti dalle campagne di Cotignola e di tutto il comprensorio limitrofo, record numerico di sempre nonostante la pioggia, hanno gremito piazza Vittorio Emanuele II per la ‘benedizione delle macchine agricole’, “un momento molto sentito e non solo da tutta la comunità agricola – spiega Gianluca Anconelli, Presidente della Coldiretti locale – una mattinata promossa, come sempre, in segno di buon auspicio per il raccolto della campagna agricola che verrà”. Dopo la santa messa svoltasi all’aperto, sul sagrato della chiesa di Santo Stefano, la mattinata si è poi conclusa con un momento conviviale nei locali del vicino Consorzio Agrario che hanno ospitato il tradizionale rinfresco e la lotteria aperta a tutti i partecipanti con premi offerti dalle imprese del territorio.

 

VICENZA, TRIONFO DEI PRODOTTI TIPICI VICENTINI AL MERCATO COPERTO DI C.A.

 

“I prodotti della nostra terra sono la nostra prima ricchezza. Ma non lo sono da meno i produttori, creativi ed intraprendenti, capaci di sfornare idee nuove per attrarre i visitatori, ma soprattutto per fornire un servizio. Il mercato coperto, infatti, va al di la della semplice offerta di un prodotto, riuscendo a consigliare i cittadini e coinvolgerli in un progetto di filiera corta e trasparenza”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù descrivono le iniziative di questo fine settimana al mercato.

Sabato il trionfo delle erbe aromatiche, con numerosi visitatori intenti a scoprire tutti i segreti per coltivarle ed impiegarle in cucina, grazie ad Agrifloor. Domenica, invece, è stata la volta di #VeroCiboItaliano con al centro sana alimentazione, degustazioni e consigli dei produttori di Campagna Amica. In via Cordenons n. 4 a Vicenza, davanti all’ingresso del liceo Pigafetta, il sabato dalle 8.30 alle 14 e la domenica dalle 8.30 alle 13 sarà sempre presente. Ed ogni fine settimana saranno a disposizione il punto raccolta firme #StopCiboFalso e gli esperti di fisco di Impresa Verde Vicenza, che forniranno informazioni su dichiarazioni dei redditi, Imu e Tasi, assicurando ai clienti del mercato una tariffa agevolata, un operatore per l’assistenza fiscale per la compilazione della dichiarazione dei redditi e molto altro.

 

CALABRIA, FORESTE: VIA LIBERA ALLE OPPORTUNITA’ PER LA MONTAGNA E AREE INTERNE

 

Non c’è alcun dubbio le foreste e boschi contribuiscono all’economia montana legata alla selvicoltura assicurano nuovi posti di lavoro, mitigano lo spopolamento obiettivi da implementare con una migliore gestione di foreste e boschi. Adesso con l’approvazione del Testo Unico Forestale da parte del Consiglio dei Ministri – fortemente voluto da Federforeste, si riconosce che solo i boschi gestiti sostenibilmente assolvono al meglio a funzioni importanti per la società, come la prevenzione dagli incendi, dalle frane e da alluvioni o l’assorbimento del carbonio, facilitando le attività ricreative e il benessere psicofisico. I nostri boschi sono un enorme patrimonio di biodiversità e paesaggio e anche la Legge sui piccoli comuni aiuta a ripensare in positivo il loro straordinario valore.

La nuova norma adotta inoltre strumenti adeguati per regolamentare la gestione del patrimonio forestale (i piani forestali territoriali, di indirizzo, e aziendali) compatibilmente con la conservazione della natura e facilitando la gestione di boschi abbandonati dai proprietari. Ma il Testo Unico consentirà anche al settore – spiega Coldiretti – di affrontare quella situazione anomala che vede oggi il nostro Paese importare l’80% del legno da altri paesi, con gli arrivi che nel 2017 hanno raggiunto la quantità di 11,8 miliardi di chili, mentre ogni anno in Italia si utilizza appena il 25% della nuova superficie boschiva. Ciò vuol dire che per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano appena 25 mentre in Europa si preleva, in media, il 60%. 

Vi sono dunque ampi margini di prelievo per ridurre la dipendenza dall’estero senza intaccare il patrimonio nazionale e rimediare a un paradosso che vede oggi l’industria italiana del legno leader in Europa, ma con legna che arriva da altri paesi. “Ricordando che siamo tra le prime regioni d’Italia per consistenza boschiva e indice di boscosità (quasi 1/3 della superficie calabrese è a bosco) – commenta Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – il bosco calabrese quindi, se valorizzato con pratiche di gestione sostenibile, rappresenta un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree rurali interne e di montagna.

Dal nostro versante, dobbiamo agire parallelamente su due fronti. Il primo è la modifica della L.R. 45/2012 con l’approvazione dei regolamenti forestali, la modifica delle prescrizioni di massima e di polizia forestale, semplificando quindi le procedure per la gestione e il taglio dei boschi; poi, è essenziale un maggiore sforzo-investimenti affinchè le forze dell’ordine possano eliminare il predominio della criminalità nei boschi calabresi (vedi le troppe faide dei boschi). Certamente – conclude – il Testo Unico e i decreti attuativi che seguiranno potranno aiutare la nostra regione a liberare le imprese boschive dai troppi grovigli presenti e puntare alla semplificazione amministrativa ed efficienza burocratica una attenzione sulle difficoltà che si incontrano su “scala regionale” che se risolte possono favorire lo svolgere dell’attività delle imprese boschive e degli agricoltori nelle aree interne e montane”.

 

ABRUZZO, FORESTE: ADESSO PIU’ MANUTENZIONE, CONTRASTO INCENDI E VALANGHE

 

Fino a trentacinquemila nuovi posti di lavoro potrebbero nascere da una migliore gestione dei boschi che oggi coprono una superficie record di 10,9 milioni di ettari praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia quando era pari ad appena 5,6 milioni di ettari. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti-Federforeste nel commentare positivamente l’approvazione del Testo Unico Forestale da parte del Consiglio dei Ministri che potrebbe avere ricadute importanti anche per l’Abruzzo in cui la superficie boschiva ricopre il 41% della superficie regionale – pari a 400mila ettari – con un potenziale indotto che potrebbe avere importanti e positive prospettive sull’economia di tutta la regione.

“Il nostro Paese non è mai stato così ricco di boschi, ma a differenza del passato si tratta di aree senza alcun controllo e del tutto impenetrabili ai necessari interventi di manutenzione e difesa mettendo a rischio la vita delle popolazioni locali, per degrado, valanghe o incendi – dice Coldiretti Abruzzo – è un fatto, purtroppo, che in Italia nel 2017 sono andati a fuoco ben 141mila ettari di boschi (con un drammatico balzo del 316% rispetto alla media dei nove anni precedenti, secondo una analisi Coldiretti su dati dell’European Forest Fire Information System della Commissione Ue) e che l’Abruzzo purtroppo non ha fatto eccezione. Basta pensare alla scorsa estate, caratterizzata da una serie di interminabili roghi che hanno seriamente compromesso la biodiversità del nostro patrimonio o alle pericolose valanghe che hanno caratterizzato l’inverno in via di conclusione”

“Con la nuova legislazione – spiegano Coldiretti e Federforeste – si va a riconoscere che solo i boschi gestiti sostenibilmente assolvono al meglio a funzioni importanti per la società, come la prevenzione dagli incendi, dalle frane e da alluvioni o l’assorbimento del carbonio, facilitando le attività ricreative e il benessere psicofisico in generale. La nuova norma adotta inoltre strumenti adeguati per regolamentare la gestione del patrimonio forestale (i piani forestali territoriali, di indirizzo, e aziendali) compatibilmente con la conservazione della natura e facilitando la gestione di boschi abbandonati dai proprietari”. Con ricadute positive, rimarca Coldiretti Abruzzo, anche per la nostra regione. 

Ma il Testo Unico consentirà anche al settore – spiega Coldiretti – di affrontare quella situazione anomala che vede oggi l’Italia importare l’80% del legno da altri paesi, con gli arrivi che nel 2017 hanno raggiunto la quantità di 11,8 miliardi di chili, mentre ogni anno in Italia si utilizza appena il 25% della nuova superficie boschiva. Ciò vuol dire che per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano appena 25 mentre in Europa si preleva, in media, il 60% della nuova biomassa e in Paesi come l’Austria si supera il 90%. Vi sono dunque ampi margini di prelievo per ridurre la dipendenza dall’estero senza intaccare il patrimonio nazionale e rimediare a un paradosso che vede oggi l’industria italiana del legno leader in Europa, ma con legna che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania.

“I boschi italiani se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi del Testo Unico ci saranno tutte le condizioni per trasformare i rischi in grandi opportunità per la ripresa di un Paese che ha fatto della sostenibilità ambientale un valore aggiunto del Made in Italy”. “Opportunità che l’Abruzzo deve saper cogliere – sottolinea Coldiretti Abruzzo – contrastando nello stesso tempo l’abbandono delle zone montane e valorizzando la sorveglianza, la manutenzione e la gestione di questo particolare territorio svolte dagli imprenditori agricoli”.

 

CAGLIARI, MANUELA MOSTALLINO NUOVA RESPONSABILE PROVINCIALE DONNE IMPRESA

 

Manuela Mostallino è la nuova Responsabile di Coldiretti Donne Impresa Cagliari, è stata eletta all’unanimità insieme al nuovo coordinamento provinciale dall’assemblea riunita giovedì pomeriggio a Cagliari. 42 anni di Assemini, conduce l’azienda di famiglia che produce ortofrutta in serra e campo aperto ed in particolare pomodori. “Sono molto felice di ricoprire questo ruolo importante e di responsabilità in una grande Organizzazione – sono state le prime parole della nuova Responsabile Coldiretti Donne –. Ringrazio le colleghe per la fiducia e sono sicura che insieme riusciremo a fare un buon lavoro, costruendo una rete in grado di valorizzare le nostre idee e le nostre aziende”.

Manuela Mostallino mamma e imprenditrice, da 8 anni fa parte della Rete Campagna Amica e partecipa ai mercati di Cagliari. Sarà affiancata nel suo nuovo percorso da Elisabetta Secci della Società Agricola Donne Rurali di Villamassargia e Maria Atzeni della società agricola Pab’is Tellas di Sant’Andrea Frius. Il nuovo Coordinamento provinciale invece è composto da: Debora Tonin, Simona Fenu, Nicoletta Casu, Laura Zucca, Monica Saba, Maria Elena Corona, Patrizia Putzu, Alessandra Masala, Massacci Luisa, Monica Setzu, Valentina Carboni e Mariangela Perra.

Emozionata la responsabile uscente Monica Setzu, che per 5 anni è stata alla guida del movimento: “Abbiamo portato avanti e condiviso tante battaglie, l’ultima la raccolta firme per #stopcibofalso. Abbiamo parlato con i consumatori dell’importanza di conoscere ciò che mangiamo e lo abbiamo fatto con le generazioni future nelle scuole con i progetti di “Educazione alla Campagna Amica” dove ci siamo trovate a parlare di salute e di sana alimentazione. Le donne in agricoltura – ha sottolineato Monica Setzu – sono più che mai protagoniste della multifunzionalità agricola, capaci di dare vita a imprese capaci di instaurare un dialogo con i consumatori e con la società che sempre di più si dimostra attenta agli acquisti responsabili. Continuerò ad essere al fianco di Donne Impresa e di Manuela per far crescere il Movimento”.

Dopo le Federazioni di Oristano e Cagliari, i rinnovi delle dirigenti donne della Coldiretti prosegue martedì prossimo a Nuoro e nei prossimi giorni nel Nord Sardegna, dopodiché sarà convocata l’assemblea regionale.  

 

PAVIA, UN RISICOLTORE ALLA GUIDA DI COLDIRETTI: STEFANO GREPPI NEO PRESIDENTE

 

Stefano Greppi, risicoltore di Rosasco è il nuovo Presidente di Coldiretti Pavia. L’imprenditore agricolo 45enne è stato eletto all’unanimità questa mattina dall’Assemblea Provinciale a cui hanno partecipato tutti i presidenti di sezione. Stefano Greppi succede a Wilma Pirola, che ha guidato la Federazione negli ultimi quattro anni. “Voglio ringraziare il Presidente Pirola per il contributo fondamentale che ha saputo dare a Coldiretti Pavia, un grande lavoro a cui intendo dare continuità – dichiara il nuovo Presidente di Coldiretti Pavia – Un ringraziamento va anche a tutti gli imprenditori che mi hanno votato alla Presidenza provinciale di una Organizzazione così importante: la forza di Coldiretti sta nel rinnovarsi sempre facendo tesoro del passato, concentrandosi sul presente e tenendo sempre uno sguardo al futuro”.

Stefano Greppi, che coltiva 200 ettari di riso in Lomellina, a Rosasco, vanta una lunga esperienza nelle file della Coldiretti: oltre ad aver fatto parte dell’uscente Consiglio della Federazione provinciale di Pavia, è stato anche Delegato Regionale di Coldiretti Giovani Impresa Lombardia dal 2001 al 2005, ricoprendo in precedenza la carica di Delegato Provinciale. “E’ stato per me motivo di grande orgoglio avere avuto la possibilità di rappresentare un’Organizzazione così prestigiosa – dice il Presidente uscente Wilma Pirola – Sono sicura che il nuovo Presidente eletto Stefano Greppi, insieme al Direttore Rodolfo Mazzucotelli e a tutta la Federazione, continuerà a lavorare per portare a compimento quel progetto che ha cambiato in meglio il volto dell’agricoltura italiana, facendo diventare Coldiretti un punto di riferimento per il Paese e per la provincia di Pavia”.

Oggi infatti Coldiretti è la più importante associazione agricola italiana. Un primato che si realizza anche in provincia di Pavia, dove i soci sono quasi 5mila. “A Wilma Pirola e al Consiglio uscente vanno i ringraziamenti miei personali e di tutta la Federazione per il prezioso lavoro svolto – sottolinea Rodolfo Mazzucotelli, Direttore di Coldiretti Pavia – A Stefano Greppi e al nuovo Consiglio vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro: insieme alla struttura di Coldiretti continueremo a fornire ai nostri associati soluzioni sempre migliori per affrontare il futuro dell’agricoltura”. Insieme al nuovo Presidente questa mattina all’agriturismo “Granai Certosa” di Certosa di Pavia è stato eletto anche il nuovo Consiglio Direttivo di Coldiretti Pavia, che rimarrà in carica per cinque anni. “Con il passaggio elettivo di oggi portiamo avanti un processo che ha permesso, grazie alla collaborazione di tutti, di portare linfa nuova alla nostra Federazione e allo stesso tempo di sviluppare il lavoro del precedente Consiglio – sottolinea ancora il direttore di Coldiretti Pavia – Dobbiamo proseguire in questa direzione, dimostrando nei fatti che soprattutto oggi è necessario far ripartire l’economia del Paese e della provincia di Pavia”. 

Questa la composizione del nuovo Consiglio Direttivo di Coldiretti Pavia, che rappresenta le quasi 5mila aziende agricole che aderiscono alla Federazione Provinciale: Paolo Dellatorre (Zona di Casteggio), Milena Guerci (Casteggio), Ugo Buscaglia (Stradella), Antonio Morini (Stradella), Gianluca Marchesi (Varzi), Andrea Bozzola (Varzi), Giovanni Bassi (Voghera), Filippo Gorrini (Voghera), Giorgio Albanesi (Corteolona), Francesco Grecchi (Corteolona), Gianluigi Tacchini (Corteolona), Paolo Lorenzo Braschi (Pavia), Angelo Pina (Pavia), Giorgio Carenini (Pavia), Vittorio Damnotti (Mede), Edoardo Andrea Negri (Mede), Giovanni Comello (Mortara), Andrea Megazzini (Mortara), Cinzia Raimondi Cominesi (Vigevano) e Maurizio Spirolazzi (Vigevano). Nel Consiglio di Coldiretti Pavia entrano di diritto anche Ludovico Lorini Sgariboldi (Coldiretti Giovani Impresa Pavia), Silvia Garavaglia (Donne Impresa Coldiretti Pavia) e Adriano Gambin (Pensionati Coldiretti Pavia).

 

PUGLIA, XYLELLA: CONTO ALLA ROVESCIA PER RISARCIMENTO DANNI (14 GIORNI DI TEMPO)

 

“E’ iniziato il conto alla rovescia per il completamento dell’istruttoria – lancia l’allerta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – delle domande per la richiesta di risarcimento dei danni causati da Xylella fastidiosa e l’accesso alle risorse del Fondo di solidarietà nazionale, come da decreto legislativo 102/2004 sulle calamità naturali, sennò i soldi destinati alle imprese andranno irrimediabilmente perduti.  Il rimpallo tra Regione Puglia e Comuni ha ingigantito la voragine dei ritardi. L’iter che doveva essere chiuso 90 giorni dopo la pubblicazione del Decreto ministeriale di riconoscimento della calamità naturale, ovvero entro dicembre 2015, non è ancora stato completato.

Se i Comuni non chiuderanno l’istruttoria delle domande entro marzo 2018 e non saranno spese tutte le relative risorse entro il 3 agosto 2018, gli 11 milioni di euro destinati alle imprese agricole salentine, rimaste senza reddito da 4 anni per colpa della Xylella, dovranno essere restituiti allo Stato, una inaccettabile beffa per i coltivatori che hanno subito un danno superiore al 30% della produzione lorda vendibile. Chiediamo alla Regione Puglia di farsi garante che le istruttorie vengano completate nei tempi utili, anche facendo ricorso a tutti gli strumenti della semplificazione amministrativa”.

La Coldiretti Lecce ha anche scritto agli 83 Sindaci della provincia di Lecce per sollecitarli a completare l’istruttoria delle domande e procedere al pagamento delle provvidenze contributive alle circa 900 imprese agricole rispetto alle 1.500 inizialmente richiedenti e dare finalmente una prima risposta concreta al grave disastro che ancora oggi sta interessando il sistema agricolo salentino.

“Al contempo proprio per quelle aziende che hanno già perduto completamente il potenziale produttivo – incalza Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – e sono senza reddito da anni, deve essere innescato un provvedimento che blocchi le scadenze dei mutui per almeno 5anni, consentendo alle aziende di reimpiantare e ricominciare a produrre, in caso contrario non hanno alcun modo di rispettare le scadenze. Va dato corso senza indugio al preannunciato protocollo d’intesa tra Regione Puglia e ABI, per la moratoria ex legis di sospensione dei pagamenti e la copertura degli interessi, garantita dall’intervento regionale e per valutare la possibilità di procrastinare la scadenza dei mutui in essere, consentendo in questo modo di rendere meno pressante il pagamento delle rate”.

E’ innegabile e incalcolabile il danno che il comparto sta subendo da ormai più di 4 anni – conclude Coldiretti Puglia – a causa della devastazione che il batterio Xylella fastidiosa sta provocando nell’intera provincia di Lecce e in buona parte delle province di Brindisi e di Taranto.

 

CALABRIA, SI E’ CHIUSO IL PRIMO CORSO REGIONALE AGRICHEF CON 16 DIPLOMATI

 

Con la consegna dei diplomi e della divisa da Agrichef, si è chiuso a San Giovanni in Fiore (CS) nell’azienda   Agrituristica Tenuta di Torre Garga il primo corso dell’Agrichef Campagna Amica Academy, promosso da Coldiretti Calabria. Sono 16 gli agrichef diplomati e l’obiettivo, già pianificato, è di proseguire con altri corsi per costruire una grande rete regionale di agriturismi certificati.  “L’esito è molto positivo– commenta il presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro – e puntiamo a qualificare l’agriturismo doc, presidio territoriale di cultura, saperi, produzioni agroalimentari ricche di biodiversità, salvaguardia del patrimonio architettonico rurale, accoglienza, ristorazione identitaria di qualità con una straordinaria e unica capacità di raccontarsi.

Il corso agrichef, oltre a trasferire competenze – dalle tecniche di cucina al marketing, dalla comunicazione alla degustazione– ha anche lo scopo di selezionare e verificare le aziende agrituristiche della rete. Una rete agrituristica “diffusa” su tutto il territorio regionale, dalle aree interne alla costa, dalla montagna al mare. Nel corso è emerso il desiderio delle aziende agricole di essere parte attiva e protagonisti nello sviluppo del territorio poiché credono e praticano la multifunzionalità nel rispetto delle regole, dell’eticità e della sostenibilità.

L’edizione numero uno del corso agrichef ha avuto docenti altamente qualificati ed esperti del settore, che si sono alternati in lezioni teoriche e pratiche, quali il primo Agrichef d’Italia e Presidente Nazionale di Terranostra Diego Scaramuzza.  I nuovi agrichef diplomati in Calabria  e relativi agriturismi sono:  Vincenzo Abbruzzese (agriturismo Biosila), Andrea Sposato, (Biosila) Loredana De Basi (Villa Cirimarco) , Vanessa Matus (Al Verneto) , Francesco Cariati (Ebano), Antonio Fonsi ( Colle Dell’Unna), Atanasio Miracco (Torre Cocciani), Carmine Mauri (Vota), Nicoletta Anania (Convivio di Hera) , Raffaele Cardace (Convivio di Hera) , Teresa Garofalo (La Taverna dei Briganti) , Anna Rosa Caruso (Caruso), Maria Falbo (Caratozzolo), Antonio Autelitano (Di Petru i n’Toni), Giovanni Morabito (Morabito) , Pietro Tarasi (Tenuta di Torre Garga).

 

NUORO-OGLIASTRA, TANTI GIOVANI ALLA GUIDA DELLE SEZIONI COLDIRETTI

 

Sono stati rinnovati i dirigenti Coldiretti di altre tre sezioni dell’Ogliastra, tutti nel segno del rinnovamento. A Ilbono ed Elini il nuovo presidente è Gianluca Loi, allevatore di suini e coltivatore di ortofrutta di 37 anni. Il suo vice sarà Ilenia Marrai.

Ad Arzana invece il nuovo presidente è Raffaele Stochino, allevatore di 40 anni. Rinnovo anche a Lanusei dove alla presidente e vice sono stati nominati due giovani rispettivamente Giuseppe Michele Bassu, agronomo e allevatore di 32 anni e Giuseppe Manca, sempre di 32 anni, olivicoltore e produttore di frutti di bosco. Domani martedì 20 marzo si riuniranno a Nuoro anche le assemblee provinciali dei movimenti giovanili e donne per l’elezione dei dirigenti.

 

ALESSANDRIA, BRUNO TACCHINO PRESIDENTE PROVINCIALE ASSOCIAZIONE PENSIONATI

 

Bruno Tacchino è il nuovo presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti Alessandria. E’ stato eletto alla presenza dei vertici provinciali e dei rappresentanti dell’Associazione Pensionati eletti in ogni Sezione. Classe 1937, ovadese, di Castelletto d’Orba, contitolare dell’Azienda “Fratelli Tacchino”, 24 ettari a forte caratterizzazione vitivinicola, con produzione di un apprezzato Dolcetto d’Ovada, e alcuni appezzamenti coltivati a cereali è stato eletto all’unanimità dall’Assemblea che si è svolta nella Sala Multimediale della Federazione. Già presidente provinciale nel quadriennio 2004-2008, subentra alla guida dei pensionati a Giovanni Ottonello eletto presidente onorario.

“Lasciatemelo dire, mi sento emozionato. Non mi aspettavo di tornare a ricoprire un ruolo così importante. – ha affermato il neo presidente Bruno Tacchino – Sin da ora lavorerò per garantire condivisione e supporto alle battaglie di Coldiretti per la difesa e promozione dell’agricoltura italiana e del vero Made in Italy. Massima attenzione ai diritti e alle istanze degli agricoltori in pensione e impegno nel proseguire le iniziative messe in campo dall’Organizzazione. E la promessa di continuare a rappresentare una parte attiva, forte e vitale all’interno di Coldiretti Alessandria”.

L’Assemblea ha puntualizzato e messo in evidenza il percorso compiuto da Coldiretti e le sfide che si prospettano già dai prossimi mesi. Nel suo intervento il Direttore Coldiretti Alessandria Leandro Grazioli ha spaziato dal rapporto con la politica e le istituzioni alla qualità dei servizi garantiti dagli uffici Coldiretti ringraziando l’Associazione Pensionati per il lavoro svolto e chiedendo agli agricoltori senior di essere una componente sempre più partecipe ed attiva nell’azione dell’Organizzazione.

La riscoperta delle tradizioni alimentari offre un nuovo ruolo agli anziani agricoltori che sono portatori di conoscenze, ricette, metodi di lavorazioni e cultura locale in grado di dare valore aggiunto ai prodotti e al territorio. Una ricchezza della campagna che deve essere trasmessa, affinché non vada perduta, alle nuove generazioni che dimostrano un crescente interesse verso le esperienze del passato. Una realtà giustificata dalla nuova domanda di mercato che nell’alimentare è alla ricerca di cibi che raccontino storie che solo gli anziani sono in grado di ricordare.

Un importante rapporto tra generazioni con il ruolo dei nonni nella formazione delle famiglie, come presidio territoriale nelle aree rurali, per una maggior fruibilità dei servizi socio-sanitari e alla persona e del ruolo attivo del pensionato quale modello di traino culturale, economico e solidale che trova nei numeri conferme importanti: il 77 per cento dei pensionati italiani giudica medio/alta la qualità della propria vita, il 67 per cento ha una vita attiva ed il 63 per cento gode di buona salute. Il 55 per cento si rapporta con la comunità in cui vive, valore che denota il ruolo attivo dei pensionati nel tessuto sociale, e l’82 per cento si ritiene utile alla famiglia.

“Dobbiamo continuare ad essere un punto di riferimento importante per la famiglia, per Coldiretti e per il buon funzionamento delle imprese agricole. – ha continuato il presidente provinciale Pensionati Alessandria Bruno Tacchino – Molto spesso, infatti, i pensionati contribuiscono attivamente a portare avanti le aziende, in sinergia con i giovani, nell’ottica di un reale ricambio generazionale. Il loro supporto è di fondamentale importanza anche per sostenere le battaglie che Coldiretti porta avanti in difesa degli agricoltori italiani che, con il loro lavoro quotidiano, rendono eccellente ed apprezzato in tutto il mondo il patrimonio enogastronomico Made in Italy”.

Al primo posto però sanità e welfare, temi su cui poggerà l’attività di sensibilizzazione di Coldiretti Pensionati Alessandria nei confronti degli attori del territorio: un migliore sistema sanitario ed una più attenta assistenza sociale rappresentano, infatti, i pilastri per la serenità e la salute della categoria che continua ad avere un ruolo decisivo anche nell’equilibrio famigliare quando ci sono figli e nipoti.

 

SARDEGNA, +40% GIOVANI AGRICOLTORI: ARRIVA PREMIO START UP

 

Arriva il premio per l’innovazione alle giovani start up delle campagne italiane. Premio particolarmente atteso dalle tantissime aziende agricole sarde che detengono il record di crescita (le under 35) nel 2017 rispetto all’anno prima. La Sardegna guida la classifica delle regioni italiane con oltre il 40% di nuove aziende agricole under 35 rispetto ad una media nazionale del 6%. Il ritorno delle nuove generazioni in campagna è ormai una realtà. Giovani spesso con un titolo di studio, spesso anche la laurea che mettono al servizio dell’agroalimentare, dove sperimentano nuovi prodotti e nuove metodologie di produzione che puntano alla salvaguardia della salute ma anche alla tutela dell’ambiente. Ma sono anche attente al sociale, al turismo e alla valorizzazione del mondo rurale. Sono aziende multifunzionali, dinamiche, innovative che sempre più spesso partecipano ai mercati di Campagna Amica.

Il premio punta i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali, così come il ruolo dell’imprenditore per la tutela e l’arricchimento del territorio, e degli enti che sostengono il loro lavoro. Cibo, agricoltura e innovazione, ma non solo. Il mondo agroalimentare – spiega Coldiretti – ha molte sfaccettature e diramazioni, che vanno a toccare e legarsi a molti altri settori, dal design al turismo.

Sei le categorie di concorso. La prima, “Impresa3.Terra”, premierà i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. La categoria “Campagna Amica” valorizzerà i prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale. “Sostenibilità” ambientale è la parola d’ordine di quei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente. “Fare Rete” prende in esame quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Si tratta di progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologica così come artigianato tradizionale e mondo digitale, arrivando fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica. “Noi per il sociale” promuove quei progetti volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. Possono partecipare Enti Pubblici, Cooperative e Consorzi capaci di creare sinergia con realtà agricole a fini sociali. Solo per questa categoria l’età non è vincolante, per le altre il limite sono i 40 anni. “Creatività”, infine, centra l’attenzione sull’originalità di idea, di prodotto e di metodo. Le iscrizioni sono aperte dal 9 marzo al 15 aprile 2018 e si possono presentare attraverso il sito web http://giovanimpresa.coldiretti.it o rivolgendosi agli uffici della Coldiretti.

“E’ un premio che valorizza i giovani agricoltori, aiuta a fare rete, confrontarsi – spiega Angelo Cabigliera, delegato regionale di Coldiretti Giovani -. Una esperienza ed una vetrina sempre più importante che dà spazio a idee innovative e creative che stanno allargando i confini dell’agricoltura che si intreccia e collabora con i settori più disparati”.

 

MODENA, SONIA GHERARDINI NUOVA RESPONSABILE PROVINCIALE DONNE IMPRESA

 

Sonia Gherardini, 35 anni di Sestola, è la nuova responsabile di Coldiretti Donne Impresa Modena, il coordinamento che riunisce le donne socie di Coldiretti e si prefigge di promuovere lo sviluppo dell’imprenditoria femminile agricola, organizzare attività culturali e di comunicazione con i consumatori ed elaborare proposte per le politiche sociali attinenti al mondo agricolo.

Sonia, che è anche mamma di una bimba di sei mesi, lavora nell’azienda di famiglia (Azienda Agricola Ca’ de Fra’) con la mamma e la sorella, a Sestola (Modena) – rende noto Coldiretti Modena. Dopo una laurea in architettura e l’esercizio della libera professione, comincia ad interessarsi di agricoltura nel 2005 quando l’azienda subisce una trasformazione e, all’allevamento di vacche da latte, aggiunge l’agriturismo. L’impegno di Sonia aumenta con l’evoluzione “rosa” dell’azienda che, grazie alle possibilità offerte della legge di orientamento, allarga il campo di azione introducendo attività tipicamente femminili come la fattoria didattica e la trasformazione di prodotti biologici venduti anche attraverso l’assidua partecipazione ai Mercati di Campagna Amica.

 “Sono orgogliosa di assumere questo incarico – ha detto la neo eletta responsabile delle donne di Coldiretti Modena – perché so di far parte in un’Organizzazione grazie alla quale vengono portare avanti tante battaglie in cui credo fermamente e che hanno permesso alla mia azienda di diventare quella che è. Prima fra tutte quella per la Legge di Orientamento che ha permesso di far emergere la sensibilità femminile e di sviluppare tanti progetti che diversamente sarebbero rimasti nel cassetto dei sogni. Poi la battaglia per dire #stopalcibofalso e chiedere che finalmente sia fatta chiarezza sulle etichette di quello che portiamo in tavola. In provincia di Modena il 25% delle imprese agricole è guidato da donne – ha terminato Sonia Gherardini: questa significa, anche se può sembrare retorico, che abbiamo tanto da dire e noi lo vogliamo dire”.

Gherardini raccoglie il testimone da Lorella Ansaloni, imprenditrice di Medolla e attuale responsabile nazionale Donne Impresa, che lascia l’incarico dopo 10 anni per il raggiungimento del numero dei mandati statutari.

 

EMILIA ROMAGNA, APPROVATO RISARCIMENTO FINO 100% DANNI ANIMALI SELVATICI

 

Finalmente, dopo due anni di pressing di Coldiretti verso la Regione Emilia Romagna e l’Unione Europea, arriva una prima risposta all’esasperazione degli agricoltori che hanno i campi saccheggiati da animali selvatici senza riuscire ad ottenere risarcimenti adeguati. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna in occasione dell’entrata in vigore della delibera regionale che sancisce il risarcimento fino al 100 per cento dei danni nelle aree protette (parchi, riserve, oasi, zone di ripopolamento e cattura) da parte di specie di animali cacciabili.

Fin dal 2016, Coldiretti Emilia Romagna aveva chiesto alla Regione di aprire un confronto con Bruxelles perché i danni degli animali non fossero più soggetti alla norma degli aiuti di Stato che attualmente sottopone l’indennizzo dei danni al regime di de minimis, che stabilisce un tetto massimo di risarcimento in 15 mila euro suddivisi in tre anni, comprensivi anche di altre provvidenze come sgravi contributivi e aiuti al credito.

Si tratta – commenta Coldiretti Emilia Romagna – di una somma assolutamente inadeguata per le imprese se si considera che tra le specie cacciabili ci sono animali come il cinghiale (154 mila euro di danni nel 2015), la lepre (95 mila euro), il fagiano (72 mila euro), i piccioni (76 mila euro), i corvidi (100 mila euro), il capriolo (30 mila euro). Dopo il riconoscimento da parte di Bruxelles delle ragioni avanzate da Coldiretti per tramite della Regione – afferma Coldiretti – è finalmente arrivata la delibera regionale che rende immediatamente operativi i risarcimenti danni fino al 100 per cento nelle aree protette e consente di riconoscere anche i costi degli interventi di prevenzione danni.

 

VENETO/ROVIGO, IMPRESA PESCA CHIEDE ALLA REGIONE UN’AZIONE DI RESPONSABILITA’

 

“Non si può più rinviare occorrono interventi strutturali per risolvere definitivamente il problema del porto di Pila, prima che si verifichino incidenti irreparabili”. Il tono dei rappresentanti di Coldiretti Rovigo e Veneto – rispettivamente direttore Silvio Parizzi e Pietro Piccioni che oggi hanno incontrato l’Assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan –  è decisamente preoccupato e fa riferimento alle imbarcazioni per la pesca incagliate nella bocca portuale. Il sito necessita di un intervento di manutenzione straordinario causa presenza di sabbia che occlude la navigazione della flotta dei pescatori locali.

“Parliamo di una realtà che conta 80 pescherecci, 300 marittimi, mediamente giovanissimi, e 20 milioni di fatturato – commenta Alessandro Faccioli responsabile regionale di Impresa Pesca Coldiretti reduce da un incontro mattutino con il referente marittimo del Veneto Ammiraglio Goffredo Bon e i suoi collaboratori, che ha anticipato di poco quello del primo pomeriggio con l’assessore di comparto. “Un dato incoraggiante, in controtendenza con quelli che arrivano da altre realtà da cui i giovani fuggono, invece di restare – spiega Faccioli – non possiamo pensare che la Regione non abbia risorse per mettere il punto a questa vicenda, prima che sia troppo tardi”. In vista della manifestazione fissata a Venezia per martedì prossimo, Piccioni, Parizzi e Faccioli hanno avuto rassicurazioni in merito da parte di Pan che ha confermato i passi in avanti rispetto alla progettualità fino ad ora prevista.

“Il problema del mancato dragaggio dei fondali e della necessità di interventi risolutivi non è certo una novità, anzi – continua Faccioli – non si possono più rimandare gli investimenti. I nostri operatori meritano di lavorare in sicurezza”. La richiesta alle istituzioni venete portata avanti da Coldiretti Impresapesca è di programmare operazioni infrastrutturali, come avviene ormai per tutti i porti italiani, non interventi tampone fatti con urgenza che, alla prima mareggiata, si annullano vanificando, di fatto, le risorse pubbliche impiegate. “Chiediamo un’azione di responsabilità – concludono i dirigenti di categoria  – il problema riguarda tutti e deve essere affrontato. Coldiretti Impresapesca è aperta al dialogo con tutti gli interlocutori auspicando una risolutivo e tempestivo intervento da parte delle istituzioni coinvolte”.

 

NOVARA VCO/VERCELLI-BIELLA: INCHIESTA UE PER FERMARE IMPORT RISO A DAZIO ZERO

 

“E’ importante che l’inchiesta e la procedura della Comunità Europea per fermare le importazioni di riso a dazio zero dai Paesi asiatici EBA (“Tutto tranne le armi”) siano concluse in tempi brevi. Si tratta di un passo importante e delicato, che ha visto i nostri risicoltori in prima linea: va assolutamente risolta una situazione di crisi che nell’ultimo anno ha visto dimezzate le quotazioni riconosciute agli agricoltori italiani, ora su livelli insostenibili”.

Questo il commento di Coldiretti Novara Vco dopo la pubblicazione (vedi Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C 100/30 del 16 marzo) dell’avviso di apertura di una inchiesta di salvaguardia relativa alle importazioni di riso originario dalla Cambogia e dalla Birmania da dove, nell’ultimo anno, ne sono arrivati 22,5 milioni di chili in Italia.

“Un passo importante ed urgente, sollecitato dalla nostra Organizzazione, per contrastare l’invasione di riso proveniente da Paesi come la Cambogia e la Birmania e raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione” sottolineano Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo e Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco. “Nell’ultimo anno sono, infatti, triplicate le importazioni e i prezzi riconosciuti agli agricoltori italiani hanno fatto registrare contrazioni consistenti per le principali varietà di riso che vanno dal -58 % per l’Arborio al -57 % per il Carnaroli, dal -41 % per il Roma al -37% per il Vialone Nano. Una situazione insostenibile per l’intera risicoltura del Piemonte, la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo avendo 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende. E’ indispensabile, oltretutto, arrivare ad avere una concreta tracciabilità del riso perché, purtroppo, viene spacciato per Made in Italy anche il riso straniero che in Italia viene esclusivamente lavorato e poi esportato, andando così ad incrementare in modo inveritiero i dati dell’export italiano”.

“Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire le importazioni, lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale è invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità a tutela dell’ambiente e della salute. Auspichiamo, dunque, che in tempi rapidi venga chiusa l’inchiesta e si attivi la clausola di salvaguardia per affrontare concretamente una crisi che già da troppo tempo compromette il futuro di migliaia di risicoltori”.

La procedura avviata dalla Commissione Europea prevede un’inchiesta, aperta alle osservazioni di tutte le parti interessate, dalla durata massima di 12 mesi al termine della quale se saranno provate le “gravi difficoltà” con il “deterioramento delle condizioni economiche e finanziarie” in termini di occupazione o redditi, ecc. la Commissione può proporre un atto di esecuzione che dopo l’accordo degli Stati membri, dovrà avere anche il via libera di Parlamento e Consiglio. Le misure di salvaguardia non possono durare più di tre anni anche se è possibile un proroga.  

 

 

Appuntamenti

 

PUGLIA: LAVORO, MIGLIAIA DI GIOVANI ‘SOTTO IL PALAZZO’ CONTRO LA BUROCRAZIA

Martedì 20 marzo

 

Migliaia di giovani domani, lunedì 19 marzo 2018, a partire dalle ore 15,00, giungeranno dalle 6 province pugliesi a Bari e si raduneranno davanti al palazzo dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia (Lungomare Nazario Sauro n. 36) contro la burocrazia sorda che annienta il loro sogno di poter investire e lavorare in agricoltura.

I giovani presidieranno dall’inizio alla fine il palazzo del potere, mentre si terrà la riunione di partenariato sul PSR Puglia 2014 – 2020, già pronti a partire con valigie e zaini alla mano, perché costretti a cambiare Nazione e mestiere, per colpa di una macchina burocratica che rallenta o addirittura azzera gli investimenti e costringe alla fuga dei cervelli e alla morte di iniziative imprenditoriali e innovazione.

L’iniziativa è di Coldiretti Puglia per dare prospettive di futuro ai millenials, perché sono troppe le “molestie” che un giovane che vuole fare impresa in agricoltura si trova costretto a subire. Aspettare oltre due anni per poter trasformare il proprio sogno in attività imprenditoriale agricola, per colpa di una burocrazia che spesso compromette il destino di un’impresa giovane, sottrae ricchezza alla Puglia e all’Italia.

 

PADOVA, SFIDA MADE IN ITALY TRA ACCORDI INTERNAZIONALI E GUERRE COMMERCIALI

Venerdì 23 e sabato 24 marzo

 

L’Università degli Studi di Padova organizza, tramite il dipartimento di Diritto Pubblico, Internazionale e Comunitario, un convegno sulle produzioni agroalimentari di qualità nel mercato internazionale tra sfide commerciali e aspetti legislativi. L’iniziativa in programma a Treviso, nell’Aula Magna di San Leonardo, dal pomeriggio di venerdì 23 fino a sabato mattina del 24 marzo con trasferimento nel Palazzo Giacomelli, gode del patrocinio della Regione Veneto, della collaborazione della Provincia ed è sostenuta da alcuni sponsor locali. Saranno protagonisti dell’evento esperti di fama mondiale come Petros Mavroidis professore alla Columbia University Law School di New York, Christian Haberli             World Trade Institute – University of Bern e Jorge Castro membro del Servizio Legale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Accanto a questi nomi di spicco ci saranno altri docenti stranieri (da Maastricht, Orleans, Parigi) e colleghi italiani di vari atenei come Venezia, Bologna, Roma oltre allo stesso patavino che si alterneranno al tavolo per affrontare il delicato equilibrio della circolazione delle merci nel sistema economico globale con particolare riguardo al Made In Italy. Per questo nella seconda giornata sono previsti gli interventi dei rappresentanti dei principali Consorzi di Tutela, di alcuni imprenditori di punta del settore, del responsabile ministeriale della Repressione Frodi Gianluca Fregolent, nonché del Presidente della Coldiretti provinciale Walter Feltrin che insieme al Prefetto Laura Lega porteranno il loro contributo ai lavori coordinati dal Prof. Bruno Barel.

“L’appuntamento che ha valore formativo per l’ordine degli avvocati, dei commercialisti e degli agronomi trevigiani – spiega il promotore Prof. Andrea Gattini – avviene in un contesto di trattati, accordi che interessano, nel bene e nel male, l’export italiano. A richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica anche le rappresaglie statunitensi che obbligano l’Unione Europea ad individuare le contromisure da attuare”. A corredo l’analisi di Coldiretti sui dati Istat che rivelano una brusca inversione delle esportazioni italiane in USA da gennaio 2018 che fanno segnare un calo dell’1,4% con punte che arrivano al -27,9% per i mezzi di trasporto al -19,3% per i prodotti dell’agricoltura fino al -6,1% per il tessile.

Dopo il boom registrato nel 2017 con il record storico di 40,5 miliardi grazie ad un aumento del 9,8% rispetto all’anno precedente, si verifica una decisa frenata con l’avvio della guerra commerciale tra Unione Europea e gli Stati Uniti. Un braccio di ferro che rischia di alimentare un pericoloso circolo vizioso dopo che alla decisione di Trump di applicare dazi sull’acciaio e l’alluminio l’Unione Europea ha risposto predisponendo contromisure su una lista di prodotti Usa che deve essere comunicata al WTO entro 90 giorni dall’inizio delle consultazioni all’interno dell’Unione Europea. Secondo lo studio di Coldiretti la vendetta dell’UE colpirebbe con l’aumento dei dazi 328 milioni di euro di esportazioni statunitensi annuali in Italia che riguardano principalmente manufatti in ferro, acciaio e ghisa per 235,3 milioni, barche a vela e a motore da diporto per 31,6 milioni e l’agroalimentare per 29,6 milioni.

Nella prima black list varata dall’Unione Europea sulla quale applicare i dazi ci sono anche – continua la Coldiretti – abiti (t-shirt, pantaloni, biancheria, scarpe) che l’Italia importa dagli Usa per 18,6 milioni di euro nel 2017, cosmetici (rossetti, ciprie, manicure) per 10,4 milioni di euro e le motociclette per 2,5 milioni di euro. L’estendersi della guerra commerciale all’agroalimentare mette però anche a rischio – continua la Coldiretti – circa 4 miliardi di export agroalimentare Made in Italy con le esportazioni di cibo e bevande che sono aumentare del 6% nel 2017.

Gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna. Il vino è il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta. “Occorre scongiurare il rischio di una guerra commerciale che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati – condividono gli organizzatori –  cogliendo l’occasione per fare una riflessione su norme più eque. Regole che non si limitino a considerare l’aspetto economico nelle relazioni tra Paesi ma che tengano conto anche del rispetto delle ricadute delle stesse sul piano ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini”.

 

VENEZIA: CONTRATTI DI FILIERA PER IL 100% DI TRASPARENZA SUL CIBO

Mercoledì 21 marzo

 

L’appuntamento è fissato per Mercoledì 21 Marzo alle ore 14.30 presso la sala Convegni Hotel Russott a Mestre in Via Orlanda n. 4, dove Coldiretti Venezia presenterà Filiera Italia il nuovo e grande progetto di Coldiretti che per la prima volta vede agricoltura e industria alimentare italiana d’eccellenza insieme per difendere, sostenere e valorizzare il Made in Italy.

Ad approfondire la tematica sarà Gianluca Lelli, Responsabile Nazionale dell’Area Economica della Confederazione che ha seguito la nascita di questa compagine associativa riunita attorno ai valori comuni dell’identità territoriale e nazionale, della trasparenza e della sostenibilità, in una logica di consumo consapevole. “Ci teniamo a presentare questa nuova realtà alle nostre aziende per dimostrare che esistono delle soluzioni concrete per valorizzare il lavoro degli agricoltori italiani che puntano alla qualità delle produzioni. Si tratta di un’alleanza di filiera che mette insieme due componenti preziose e reciprocamente imprescindibili del più importante settore di questo Paese: la produzione agricola e l’industria italiana di trasformazione alimentare”, afferma Giovanni Pasquali, direttore di Coldiretti Venezia.

Interessante sarà anche il contributo di Pierluigi Guarise, Direttore dei Consorzio Agrario del Nord Est che avrà modo di presentare nel corso del convegno il sistema dei Consorzi Agrari d’Italia come esempio e opportunità per il territorio. Si tratta infatti di un protagonista di rilievo del comparto agroalimentare a livello nazionale con una struttura di oltre 45 mila soci, articolata, focalizzata sullo sviluppo delle strumentazioni più avanzate per garantire alle imprese del comparto primario i mezzi per l’incremento delle produzioni e il raggiungimento di punti fermi quali l’eccellenza, la qualità, la sicurezza, la difesa del territorio dall’inquinamento e dal consumo del suolo.

All’importante appuntamento moderato da Pietro Piccioni direttore di Coldiretti Veneto, saranno presenti Giovanni Pasquali direttore di Coldiretti Venezia insieme al neoeletto presidente di Coldiretti Venezia (l’assemblea elettiva è programmata per la stessa mattinata del 21 Marzo) e il presidente regionale Martino Cerantola che chiuderà i lavori; non mancherà il Comune di Venezia rappresentato dall’assessore alle Politiche Sociali Simone Venturini che porterà i suoi saluti in apertura del Convegno. Tra gli invitati, gli associati di Coldiretti ma anche i cittadini considerando che “Filiera Italia” è un’alleanza che tutela la vera distintività e l’eccellenza della produzione agroalimentare italiana nell’interesse di tutti, e tra i suoi obiettivi anche quello di favorire la conoscenza e la diffusione di pratiche alimentari basate sui principi della dieta mediterranea attraverso la combinazione di tutti gli ingredienti utili ad una alimentazione sana, variata ed equilibrata.

 

CASERTA: API “SCUGNIZZE”, ARRIVANO I RISULTATI DEL BIOMONITORAGGIO

Mercoledì 21 marzo

 

Arrivano i primi dati del progetto “C.A.R.A. Terra”. Mercoledì 21 marzo alle ore 10 presso il Real Sito di Cartitello a San Tammaro si terrà il convegno di presentazione dei primi dati del biomonitoraggio ambientale del territorio, organizzato da Coldiretti Caserta.

Il progetto, condotto con la disponibilità della Fondazione del Real Sito di Carditello, ha avuto l’ausilio tecnico dell’associazione apistica CONAPROA ed è stata confortata dal rigore scientifico dei dipartimenti di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università del Molise. Costituisce un esempio di come salvaguardia dell’ambiente e sviluppo del territorio possano coniugarsi in un unico volano di crescita e tutela del vero “made in Italy” agroalimentare.

Coldiretti Caserta ha fortemente voluto mettere in campo questo progetto che – grazie al lavoro e alla curiosità delle api “scugnizze” (ape ligustica) di origine italiana e vere sentinelle del territorio – potrà fornire una mappatura quanto mai veritiera dello stato di salute dell’ambiente circostante il Real Sito di Carditello, attraverso l’analisi scientifica di tutte le matrici ambientali (terra, acqua, aria, ecc) per un raggio d’azione di circa sette chilometri. L’analisi scientifica, che riguarderà quindi il cuore pulsante delle produzioni agricole d’eccellenza dell’agroalimentare casertano, è diretta dal professor Antonio De Cristofaro dell’Università del Molise e integrata dalle collaborazioni dei professori Emilio Di Caprio e Gennaro Di Prisco dell’Università di Napoli Federico II. Essa costituisce un modello senza precedenti di monitoraggio ambientale per attendibilità, sostenibilità e innovazione.

Il convegno si aprirà con l’introduzione di Angelo Milo, direttore di Coldiretti Caserta, seguito dai saluti di benvenuto di Luigi Nicolais, presidente della fondazione Real Sito di Carditello. Le relazioni tecniche saranno affidae al professor Emilio Caprio, facoltà di Agraria della Federico II, Luciano Ricchiuti, Istituto Zooprofilattico di Teramo, e Gennaro Granata, vicepresidente Conaproa. Le conclusioni a Tommaso De Simone, presidente di Coldiretti Caserta.

 

FERRARA: CORSO SULLA SICUREZZA ALIMENTARE PER LE AZIENDE AGRICOLE

Mercoledì 21 marzo

 

Garantire sempre più la sicurezza alimentare, rafforzando le buone pratiche di produzione degli alimenti a partire dalle aziende agricole. È questo l’obiettivo di Coldiretti Ferrara che ha organizzato per mercoledì 21 alle ore 15.00 presso la sede provinciale di Via Bologna, 637, un incontro sulla sicurezza alimentare destinato alle imprese agricole, in cui il responsabile per la Sicurezza alimentare di Coldiretti Emilia Romagna, Dennis Calanca, tratterà, tra gli altri, i temi dell’etichettatura, dell’origine dei prodotti, pacchetto igiene ed aggiornamento normativo.

La grande attenzione a qualità e salubrità del cibo – sottolinea Coldiretti– ha portato in Emilia Romagna al dimezzamento delle notifiche di allarme del Sistema di Allerta Rapido europeo (Rasff) passate, per quanto riguarda i prodotti regionali dalle 19 del 2013 alle 9 del 2016, mentre i controlli sanitari nel solo settore dell’ortofrutta sono stati nell’ultimo anno 1.125, più di cento al mese. Lo scopo del corso di formazione – afferma Coldiretti – è puntare il più possibile allo zero per quanto riguarda le notifiche di allerta sanitaria relative a prodotti regionali.

L’obiettivo è dare sempre più sicurezza ai consumatori visto che due italiani su tre (66%) sono preoccupati – secondo una indagine Coldiretti/Ixé – dell’impatto di quello che mangiano sulla salute anche per effetto del ripetersi di emergenze sanitarie che hanno caratterizzato l’ultimo secolo, a partire dalla mucca pazza. Fondamentale – afferma Coldiretti – è, quindi, rafforzare l’impegno per garantire lungo tutta la filiera corretti sistemi di produzione e lavorazione.

 

CASERTA: “C.A.R.A. TERRA”, PRIMI DATI DEL BIOMONITORAGGIO AMBIENTALE TERRITORIO

Mercoledì 21 marzo

 

Il giorno 21 Marzo alle ore 10,00 presso il Real Sito di Carditello (San Tammaro – CE) si terrà un convegno organizzato da Coldiretti Caserta inerente la presentazione dei primi dati del biomonitoraggio ambientale del territorio ottenuti attraverso il progetto “C.A.R.A. Terra”. Tale progetto, condotto con la disponibilità della Fondazione del Real Sito di Carditello, con l’ausilio tecnico dell’associazione apistica Conoproa e confortata dal rigore scientifico dei dipartimenti di agraria dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università del Molise, costituisce l’esempio di come salvaguardia dell’ambiente e sviluppo del territorio possano coniugarsi in un unico volano di crescita e tutela del “vero” Made in Italy di origine agroalimentare.

Coldiretti Caserta ha fortemente voluto mettere in campo questo progetto che, grazie al lavoro e alla curiosità delle api “scugnizze” (Ape ligustica) di origine italiana e vere sentinelle del territorio, potrà fornire una mappatura quanto mai veritiera dello stato di salute dell’ambiente circostante il Real Sito di Carditello, attraverso l’analisi scientifica di tutte le matrici ambientali (terra, acqua, aria, ecc) per un raggio d’azione di circa 7 Km. Tale analisi scientifica, che riguarderà quindi il cuore pulsante delle produzioni agricole d’ eccellenza dell’agroalimentare casertano, è diretta dal Prof. Antonio De Cristofaro dell’Università del Molise e integrata dalle collaborazioni dei Prof. Emilio Di Caprio e Gennaro Di Prisco dell’Università di Napoli Federico II, costituisce un modello senza precedenti di monitoraggio ambientale per attendibilità, sostenibilità e innovazione.

 

EMILIA ROMAGNA: CON COLDIRETTI E C.A. FESTA DEGLI ALBERI NELLE SCUOLE

Mercoledì 21 marzo

 

Dal 1950 ad oggi, la superficie coperta da boschi e foreste in Emilia Romagna è aumentata del 37%, passando da 446 mila ettari rilevati dal corpo forestale agli inizi degli anni Cinquanta del secolo scorso ai 611 mila ettari rilevati dall’ultimo inventario nazionale delle foreste. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna all’indomani dell’approvazione del Testo Unico Forestale da parte del Consiglio dei Ministri e alla vigilia della festa di primavera in occasione del 21 marzo, che in Emilia Romagna Coldiretti e Campagna Amica festeggeranno collaborando con le scuole per piantare nuovi alberi negli spazi scolastici.

Oggi gli alberi – ricorda Coldiretti regionale – occupano il 28% della superficie regionale, ma il loro potenziale non è adeguatamente valorizzato. La nuova legislazione – commenta Coldiretti Emilia Romagna – riconosce che solo i boschi gestiti sostenibilmente assolvono al meglio funzioni importanti per la società come la prevenzione degli incendi, delle frane e delle alluvioni o l’assorbimento di CO2.

Proprio per far conoscere ai più piccoli l’importanza degli alberi nei cicli naturali ed educarli a una più profonda conoscenza delle colture locali, nel primo giorno di primavera, Fondazione Campagna Amica di Coldiretti promuove la “festa degli alberi nelle scuole” che coinvolgerà i più piccoli nella piantumazione di arbusti e piante diversi a seconda delle caratteristiche dei territori.

In Emilia Romagna, nelle scuole che partecipano all’iniziativa, nella mattinata di mercoledì 21 marzo esperti di Campagna Amica e Coldidattica, associazione di aziende agricole e fattorie didattiche dell’Emilia Romagna dedite ad attività di educazione alimentare ed ambientale, affiancheranno gli insegnanti per dare ai ragazzi l’occasione di imparare a conoscere colture e piante che da secoli sono intimamente legati alle tradizioni del paesaggio e della cucina mediterranea.

 

21 MARZO: IL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE NELLE SCUOLE

 

COMUNE

SCUOLA

ATTIVITA’ E INIZIATIVE PROPOSTE

PIACENZA

Scuola dell’infanzia Carella

Ore 10.30: Un’azienda di Campagna Amica donerà alla scuola un albero che il tutor dell’orto metterà a dimora nel giardino scolastico, spiegando agli alunni il rispetto della natura e delle piante

MODENA

Scuola primaria G. Rodari

Ore 10.30: Verrà piantato un albero nel cortile della scuola alla presenza di 600 bambini. Ogni bambino rilascerà in aria un palloncino con attaccato un messaggio di pace e speranza.

PARMA

Scuola elementare Adorni

Ore 10.00 – 11.00: Verrà donato alla scuola e piantato un albero di Biricoccolo. Con un apposito laboratorio informativo e creativo verrà presentata la storia di questa antica di pianta, ibrido naturale, i cui frutti erano i preferiti di Maria Luigia

FORLI

Scuola Decio Raggi di Roncadello -Forlì

Ore 10.00: Messa a dimora di una pianta di mandorlo offerta da Roberta Bombardini di Castrocaro terme e terra del sole. Raccolte di disegni, aneddoti e storie da parte degli alunni delle classi 2^A e 2^B. Sarà presente la delegata provinciale di Donne Impresa con una rappresentanza di associate, il presidente Coldiretti Forli- Cesena, Andrea Ferrini e il direttore Anacleto Malara e il rappresentante dei pensionati, Cesare Garavini.

FERRARA

Scuola dell’infanzia Isabella D’Este

Ore 10.00: Donazione e piantumazione di un albero da frutto autoctono a simbolo della tutela della biodiversità vegetale del territorio.

REGGIO EMILIA

Scuola primaria di primo grado Balletti

Ore 15.00 dono e piantumazione di un albero di frutti antichi

 

REGGIO EMILIA: FESTA DELL’ALBERO ALLA SCUOLA PRIMARIA BALLETTI DI MANCASALE

Mercoledì 21 marzo

 

Per far conoscere ai più piccoli l’importanza degli alberi nei cicli naturali ed educarli a una più profonda conoscenza delle colture locali, nel primo giorno di primavera arriva la “Festa degli alberi nelle scuole” istituita con Decreto Ministeriale delle Politiche Agricole e della Pubblica Istruzione. L’iniziativa, promossa da Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, coinvolgerà nel primo giorno di primavera molte scuole su tutto il territorio regionale e nazionale.

A Reggio Emilia i protagonisti saranno i numerosi alunni della scuola primario di primo grado Balletti di Mancasale che ha aderito al progetto di educazione alla Campagna Amica 2018 con il maggior numero di iscritti. Sono infatti oltre un centinaio gli alunni, dalla prima alla quinta, che mercoledì 21 marzo dalle ore 15 prenderanno parte alla cerimonia di consegna dell’albero da frutto di antica varietà donato dal Vivaio Maioli Piante di Salvaterra, punto Campagna Amica.

Mercoledì 21 marzo infatti Campagna Amica Reggio Emilia insieme ad Enzo Maioli, esperto di frutti antichi, affiancheranno gli insegnanti della scuola balletti per dare ai ragazzi l’occasione di imparare ad amare e conoscere le piante che da secoli sono intimamente legate alle tradizioni del paesaggio in cui vivono.

Dal 1950 ad oggi, la superficie coperta da boschi e foreste in Emilia Romagna è aumentata del 37%, passando da 446 mila ettari rilevati dal corpo forestale agli inizi degli anni Cinquanta del secolo scorso ai 611 mila ettari rilevati dall’ultimo inventario nazionale delle foreste. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna all’indomani dell’approvazione del Testo Unico Forestale da parte del Consiglio dei Ministri e alla vigilia della festa di primavera in occasione del 21 marzo, che Coldiretti e Campagna Amica festeggeranno donando un albero per gli spazi scolastici.

Oggi gli alberi – ricorda Coldiretti – occupano il 28% della superficie regionale, ma il loro potenziale non è adeguatamente valorizzato. La nuova legislazione – commenta Coldiretti Emilia Romagna – riconosce che solo i boschi gestiti sostenibilmente assolvono al meglio funzioni importanti per la società come la prevenzione degli incendi, delle frane e delle alluvioni o l’assorbimento di CO2.   

 

BASILICATA: L’AGRICOLTURA VUOLE VIVERE, “BASTA CINGHIALI”

Mercoledì 21 marzo

 

Coldiretti Basilicata scende in piazza per denunciare quella che ormai è sempre più un’emergenza legata al sovrannumero di cinghiali. E lo fa mercoledì prossimo, 21 marzo, a partire dalle dieci, con una grande manifestazione a Potenza dinnanzi alla sede della Regione Basilicata, alla presenza di migliaia di agricoltori che manifesteranno per un’intera giornata con i loro trattori. “Pur apprezzando la buona volontà palesata dalla Regione anche nel corso di un recente incontro – fa sapere Coldiretti Basilicata, che ha ricevuto il sostegno di Federcaccia Basilicata – quello dei cinghiali rimane un pericolo pubblico.

Non basta abbattere diecimila cinghiali in un anno quando si presume ci siano 130 mila esemplari su tutto il territorio regionale. Gli agricoltori continuano a lamentare criticità che si protraggono da troppo tempo, ma sono anche decisi a garantire lo sviluppo agricolo, producendo cibi di eccellenza che fanno del comparto un volano dell’economia regionale. Un vero e proprio esercito che assedia oggi le campagne lucane con attacchi quotidiani alle colture, radendo al suolo campi di grano, mais, orzo, ma anche le produzioni tipiche che gli agricoltori hanno salvato in questi anni dall’estinzione per poi rischiare di vederle sparire a causa della pressione dei selvatici.

Servono azioni forti e immediate, come quelle attuate da alcune amministrazioni comunali con apposite delibere. Per questo in piazza mercoledì – conclude Coldiretti Basilicata – chiederemo con forza la presenza delle istituzioni per avere risposte al problema che va sradicato totalmente. Il tutto nella speranza di poter ridare normalità ad un settore oramai disarmato ed ai cittadini oramai impauriti rispetto ad una presenza invasiva della fauna selvatica ed in particolare dei cinghiali, ed al fine di evitare tensioni tra le comunità”.

 

PUGLIA: POMODORO, A FOGGIA IL FUTURO 2.0 DOPO ETICHETTATURA

Martedì 20 marzo

 

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018 del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro, firmato dall’ex Ministro per le Politiche Agricole Martina, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, impone un percorso serio di filiera – secondo Coldiretti Puglia – che promuova e dia il giusto riconoscimento ad un comparto produttivo che è leader in Capitanata.

Per questo Coldiretti Foggia, di concerto con la Facoltà di Agraria e l’Ordine degli Agronomi, domani, martedì 20 marzo 2018, con inizio alle ore 18,00, presso la Facoltà di Agraria di Foggia (I° piano – Aula 6) organizza un dibattito su ‘Pomodoro 2.0 il futuro dopo l’etichettatura obbligatoria’, anche in vista dei rinnovo dei contratti con le industrie di trasformazione. All’incontro, moderato dal Direttore di Coldiretti Foggia, Marino Pilati, parteciperanno, tra gli altri, il presidente dell’Ordine degli Agronomi, Luigi Mele, il Preside della Facoltà di Agraria, Agostino Sevi, Lorenzo Bazzana, responsabile di Coldiretti Nazionale dell’area economica – settore ortofrutta, il Presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo e il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele.