COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 20 luglio 2018

20 Luglio 2018
News La Forza del Territorio del 20 luglio 2018

Speciale “Bandiere del gusto”

REGIONI VARIE

LE “BANDIERE DEL GUSTO” PALADINE DELLE VACANZE

Salgono al numero record di 5056 le “Bandiere del gusto” Made in Italy a tavola nel 2018, l’anno del cibo italiano nel mondo. Una variegata offerta per le località turistiche nazionali durante quest’estate. Le “bandiere” – sottolinea la Coldiretti – sono assegnate alle specialità censite dalle Regioni, ottenute sul territorio nazionale secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.

SICILIA, “BANDIERE DEL GUSTO” 2018: L’ISOLA SI PIAZZA ALL’UNDICESIMO POSTO

Con 245 prodotti la Sicilia si piazza all’undicesimo posto nella classifica delle bandiere del gusto, assegnate alle specialità censite dalle regioni che sono ottenute sul territorio nazionale secondo regole tradizionali protratte per almeno 25 anni. E’ quanto emerso oggi a Roma dove la Coldiretti ha presentato la classifica dei primati enogastronomici e la più ricca esposizione della variegata offerta delle località turistiche nazionali durante quest’estate

Dalle busiate col presto trapanese, alla caponata di melanzane per arrivare alle crespelle, il cibo siciliano rappresenta la storia e la cultura isolana, tanto citato nella letteratura regionale sia del passato sia più recente. Quest’anno c’è una new entry: la zucca (o cucuzza) virmiciddara, si tratta di un ortaggio piccolo, ovoidale, di colore verde scuro con macchie bianche ovali che pensa massimo di 3-4 chili, tipica della zona di Monreale (Pa). Il suo sapore, dolce e delicato, le dona una notevole versatilità in ambito culinario, prestandosi sia per usi di gastronomia sia di pasticceria.    

Le bandiere del gusto costituiscono un serbatoio immenso di sapienza e capacità tramandato da generazioni che segnano la memoria di un popolo – commenta il presidente regionale Coldiretti Francesco Ferreri – e che sottolineano la nostra diversità dove pochi chilometri di distanza bastano a modificare un gusto. Si tratta di un patrimonio che va salvaguardato anche alla luce delle scelte dei turisti che non solo vogliono gustare le pietanze siciliane ma poi scelgono il souvenir enogastronomico per ripetere le esperienze vissute.

L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è diventato ormai il mood del viaggio – aggiunge Francesco Ferreri – basta vedere come il centro delle città si sta trasformando in una grande vetrina enogastronomica dove si trova dal cibo da strada, di cui la Sicilia è capofila, all’eccellenza per varietà e sapori. Ci sono poi moltissime occasioni per acquisti mirati anche nei luoghi di villeggiatura con esperienze sensoriali, percorsi enogastronomici, città del gusto, feste e sagre di ogni tipo per non dimenticare le location televisive che d’estate ospitano i mercati degli agricoltori di Campagna Amica, come Punta Secca, dove si gira la fiction del Commissario Montalbano – conclude il presidente.

La caponata   descritta da Andrea Camilleri. “Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell’Aida. Canticchiandole, raprì la porta-finestra doppo avere addrumato la luce della verandina. Sì, la notte era frisca, ma avrebbe consentito la mangiata all’aperto. Conzò il tavolinetto, portò fora il piatto, il vino, il pane e s’assittò”.

 

EMILIA ROMAGNA, RECORD A TAVOLA: A QUOTA 393 LE “BANDIERE DEL GUSTO”

Record a tavola per l’Emilia Romagna che nel 2018 raggiunge 393 “Bandiere del gusto”, assegnate all’Emilia Romagna sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio regionale. Lo rende noto Coldiretti Emilia Romagna in riferimento alla classifica dei primati enogastronomici stilata da Coldiretti nazionale in merito alla variegata offerta delle località turistiche nazionali durante questa estate.

Sono 5 i prodotti che – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – si sono aggiunti rispetto allo scorso anno e che sono andati ad incrementare sul territorio regionale il patrimonio di specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, secondo la diciottesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni. “E’ questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, ha affermato il direttore di Coldiretti Regionale, Marco Allaria Olivieri nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che l’Italia e l’Emilia Romagna possono oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri”.

L’Emilia Romagna con le sue 393 specialità si colloca al quarto posto in Italia dopo Campania (515), Toscana (461) e Lazio (409). A prevalere tra le specialità regionali sono – informa Coldiretti Emilia Romagna – i 171 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 79 piatti composti o prodotti della gastronomia (dall’agnello alla romagnola all’anguilla in umido, dalla faraona alla creta al ragù alla bolognese), le 56 verdure fresche e lavorate, 46 carni fresche e lavorate (salumi), 12 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 12 formaggi, 8 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei, 6 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro), 3 condimenti.

Nell’elenco 2018 – segnala Coldiretti regionale – tra le new entry ci sono la zampanella (zàmpanèla), un antico mangiare dell’Appennino bolognese, tipico cibo povero a base di acqua (o latte), farina, sale e talvolta anche uova, simile al borlengo modenese; tre tipi di gramigna (gialla, paglia e fieno, verde) della provincia di Reggio Emilia; i chisolini (chisulèn, chissò), un prodotto tipico della provincia di Piacenza, il cui ingrediente base é la pasta del pane che viene stesa in sfoglie e fritta in strutto di maiale bollente.

 

I PRODOTTI TRADIZIONALI AGROALIMENTARI DELL’EMILIA ROMAGNA 2018

 

tipologia

prodotti

Bevande analcoliche, distillati e liquori

12

Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione

46

Formaggi

12

Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

56

Paste fresche e prodotti di panetteria, biscotteria, pasticceria, confetteria

171

Prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso burro)

6

Preparazioni di pesci, crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi

8

Condimenti

3

Piatti composti

79

Totale prodotti

393

 

MOLISE, “BANDIERE DEL GUSTO”: LA REGIONE NE CONQUISTA 159 

Sono 159 le “bandiere del gusto” Made in Italy a tavola assegnate al Molise fra le 5056 totali assegnate a tutte le regioni italiane nel 2018. Nell’anno del cibo italiano, la classifica dei primati enogastronomici del Paese è stata presentata oggi a Roma, a Palazzo Rospigliosi, sede della Confederazione nazionale Coldiretti, unitamente alla più ricca esposizione della variegata offerta delle località turistiche nazionali durante quest’estate. “Le ‘bandiere’ – sottolinea Coldiretti –  sono assegnate alle specialità censite dalle regioni e devono essere prodotte secondo regole tradizionali protratte nel tempo, per almeno 25 anni”.

Sul podio è saldamente al primo posto la Campania che ha mantenuto i suoi 515 prodotti tradizionali, seguita dalla Toscana, salita a 461 e dal Lazio, stabile in terza posizione con 409 prodotti. A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (388) e il Veneto (376), davanti al Piemonte con 337 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre regioni: la Puglia con 276, la Calabria con 268 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 248, la Sicilia con 245, la Sardegna con 198, il Friuli-Venezia Giulia con 169, il Molise con 159, le Marche con 151, l’Abruzzo con 148, la Basilicata con 114, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.

Scendendo nello specifico dei dati che riguardano il Molise va detto che il maggior numero di bandiere del gusto, ben 69 su un totale di 159, la seconda regione più piccola d’Italia le ha ottenute per le paste fresche e i prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria. A seguire: 32 per la categoria carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione, 30 per i prodotti vegetali freschi o trasformati, 12 per i formaggi, 10 per i prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero-caseari di vario tipo escluso il burro), 5 per le bevande analcoliche, distillati e liquori e solo una per le preparazioni di pesci.

 

MOLISE, SOUVENIR DEL GUSTO FAVORISCONO L’ENOGASTRONOMIA E L’AGROALIMENTARE

Più di quattro italiani su 10 (42%) che si recano in vacanza acquistano prodotti tipici come souvenir classificando i prodotti agroalimentari come i preferiti nell’estate 2018. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata in occasione dell’assegnazione delle “Bandiere del gusto 2018”. “Quest’anno appena il 19% degli italiani torna a mani vuote dalle ferie, ma le difficoltà economiche – osserva la Coldiretti – spingono verso spese utili quali prodotti tipici come vino, formaggio, olio di oliva, salumi o conserve che vincono su tutte le altre scelte. Al secondo posto tra i souvenir – continua la Coldiretti – si classificano prodotti artigianali e a seguire gadget, portachiavi, magliette”.

“L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze – osserva il delegato confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli – è una tendenza in rapido sviluppo, favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali. Il Molise non fa eccezione. Un esempio è il mercato di Campagna Amica di Campobasso che sabato scorso ha esordito in piazza Monumento a Termoli. Qui le eccellenze del Made in Molise targate Campagna Amica hanno attratto centinaia di consumatori, fra cui moltissimi turisti in vacanza nel centro adriatico, che hanno affollato gli stand per degustare ed acquistare le tante eccellenze enogastronomiche ad agroalimentari del territorio. Un’esperienza questa – annuncia Spinelli – che si ripeterà l’ultimo sabato di luglio e tutti i sabati di agosto”.

“L’Italia – ha aggiunto il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica. Esempio ne è anche il Molise – ha aggiunto Ascolese – dove la genuinità dei nostri prodotti si sposa con la natura incontaminata dei luoghi dove il buon cibo, insieme con il turismo e la cultura, rappresentano un ottimo volano di sviluppo per una regione come il Molise ancora troppo poco conosciuta”.

 

UMBRIA, “BANDIERE DEL GUSTO”, 69 PER LA REGIONE, DA FAGIOLINA A SEDANO NERO

Dalla fagiolina del Lago al sedano nero di Trevi, dallo zafferano di Cascia e Città della Pieve al pecorino di Norcia: sono 69 le Bandiere del Gusto 2018 in Umbria. Lo rende noto la Coldiretti regionale in occasione della presentazione della classifica dei primati enogastronomici e della più ricca esposizione della variegata offerta delle località turistiche nazionali durante quest’estate. Le “bandiere” – sottolinea Coldiretti – sono assegnate alle specialità censite dalle regioni che sono ottenute sul territorio nazionale secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.

A livello nazionale sono salite al numero record di 5.056 le “Bandiere del gusto” a tavola nel 2018. Un risultato – afferma Coldiretti – del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari.

L’Italia e il suo futuro – sottolinea Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria – sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia anche nell’offerta turistica, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza che sono il proprio patrimonio storico ed artistico, il paesaggio e il proprio cibo.

Per quanto riguarda l’Umbria nella classifica regionale delle specialità, dominano le paste fresche, panetteria e pasticceria con 31 tipologie di prodotti, come ciaramicola e pampepato o umbricelli, seguiti da 13 carni fresche e insaccati, come capocollo e mazzafegati, 12 prodotti vegetali, come la cipolla di Cannara, la fagiolina del Lago e il tartufo bianco e nero pregiato, 6 tipi di pesce, come il persico reale del Trasimeno, 4 formaggi, come il pecorino di Norcia, 2 condimenti, tra cui la pasta di olive e 1 prodotto di origine animale, la ricotta salata. Tutti prodotti agroalimentari di qualità – conclude Coldiretti – che rappresentano una ricchezza per l’Umbria e per le imprese agricole, che possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le caratteristiche e il lavoro necessario per realizzare specialità territoriali uniche e inimitabili. Intanto, secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata sempre in occasione dell’assegnazione delle “Bandiere del gusto 2018”, più di quattro italiani su 10 (42%) in vacanza acquistano prodotti tipici come souvenir che si classificano come i preferiti nell’estate 2018.

 

Regione

Nr. Bandiere

Carni fresche

e loro

preparazione

Formaggi

Prodotti

vegetali

Paste fresche, panetteria,

pasticceria

Prodotti di origine animale (Miele,

lattiero-caseari)

Preparazioni

di pesci

Condimenti

Umbria

69

13

4

12

31

1

6

2

 

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati “Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali 2018”

 

LIGURIA, LE VACANZE 2018 SI MUOVONO ALL’INSEGNA DEL CIBO MADE IN ITALY

 

Tempo di vacanze per 38,5 mln di italiani (+1%) che lasciano le calde città alla ricerca di pace e relax. E se d’estate a farla da padrone sono le mete balneari, in Liguria attira anche il grande fascino dei piccoli borghi, dove si è sviluppato soprattutto il turismo enogastronomico, grazie alle circa 294 produzioni tipiche, che vi si possono trovare.

Lo rende noto Coldiretti Liguria in occasione dell’assegnazione del numero record di 5056 Bandiere del gusto Made in Italy a tavola 2018, conferimento svoltosi questa mattina a Roma e accompagnato dalla più ricca esposizione della variegata offerta delle località turistiche italiane durante quest’estate e dalla presentazione dell’analisi Coldiretti/Ixe’ su “Le vacanze italiane nel piatto”. La classifica vede la Liguria al settimo posto con le sue specialità, divise principalmente in prodotti vegetali (101), paste fresche (75) e prodotti gastronomici (42). Ma anche alcolici, birre, formaggi, carni e pesce rientrano nelle 294 specialità che hanno reso la nostra Regione una roccaforte del Made in Italy.

Con le “Bandiere del gusto” è stata tracciata l’unica mappa del patrimonio enogastronomico regionale dell’Italia che ha il primato mondiale per qualità e varietà, con prodotti spesso salvati dall’estinzione, grazie al lavoro degli agricoltori e che rappresentano, oggi, il vero motore della vacanza Made in Italy per italiani e stranieri.

“Nella nostra Regione ogni anno arrivano circa 15 milioni di turisti – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – e se a farla da padrone è ancora il turismo balneare sono sempre di più i viaggiatori che scelgono le zone dell’entroterra e i nostri piccoli borghi, dove si possono scoprire tradizioni antiche tramandate e i prodotti d’eccellenza della nostra agricoltura eroica, prodotti che hanno permesso alla cucina ligure di essere conosciuta in tutto il mondo. Si va dall’oliva taggiasca al pomodoro cuore di bue, dal formaggio di malga alla carne di cabannina, dal chinotto candito di Savona agli amaretti di Sassello, e, per tornare sul mare, dalla ricetta del Bagnun d’acciughe al Cappon magro. Tutti prodotti, e ricette, che attirano sempre più turisti alla ricerca della combinazione tra cibo, ambiente e cultura, e che in Liguria possediamo in ogni luogo”.

 

MARCHE, VACANZE: ECCO LE 151 BANDIERE DEL GUSTO DELLA NOSTRA REGIONE

Ferie in vista e nella scelta, visto che si bada anche alla scelta enogastronomica all’insegna delle tipicità, le Marche alzano anche quest’anno ben 151 Bandiere del Gusto 2018. Lo rende noto Coldiretti marche che anche quest’anno ha assegnato il riconoscimento a quelle specialità censite dalle varie regioni che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.

“Insieme a tante denominazioni di origini il territorio marchigiano mostra ancora una volta tutta la sua ricchezza fatta di produzioni tradizionali che si tramandano da generazioni – commenta Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche – Un’unicità che rappresenta un grande punto di forza economico dei territori”. Una regione “dolce” visto che la maggior parte dei “campioni”, ben 45, arrivano dal forno: biscotti di mosto, calcioni, cavallucci, ciambellone, cicerchiata, crescie, fave dei morti, fristingo, lontezza di fico, pani, pizza di Pasqua, scroccafusi e tante altre prelibatezze. Bene anche il settore delle carni fresche e dei salumi tra salami di Fabriano o di Frattula, il lardo del Montefeltro, la carne di razza bovina Marchigiana o la carne di pecora Sopravvissana. Oppure i prodotti dell’orto come i carciofi (di Jesi, di Montelupone, di Fano), la roveja e la cicerchia, la frutta come le pesce di Montelabbate o le pere Angelica, la mela rosa, i marroni, le visciole. Non mancano all’elenco bevande alcoliche come la sapa, il vino cotto e il vino di visciole senza dimenticare gli oli extravergini monovarietali delle Marche. Tante tappe gustose che coprono, da nord a sud, dalla costa all’Appennino, l’intera regione. 

 

CAMPANIA, “BANDIERE DEL GUSTO”: CONSOLIDATO IL PRIMATO REGIONALE

La Campania si conferma la regione con il maggior numero di “bandiere del gusto” del Made in Italy anche nel 2018, anno del cibo italiano nel mondo. Lo rende noto la Coldiretti, che ha presentato la classifica dei primati enogastronomici insieme alla variegata offerta delle località turistiche nazionali durante quest’estate. Sulle 5056 bandiere del gusto, quelle campane si confermano 515, cioè oltre il 10% del patrimonio nazionale. Segue la Toscana con 461 e il Lazio con 409. A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (388) e il Veneto (376), davanti al Piemonte con 337 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre: la Puglia con 276, la Calabria con 268 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 248, la Sicilia con 245, la Sardegna con 198, il Friuli-Venezia Giulia con 169, il Molise con 159, le Marche con 151, l’Abruzzo con 148, la Basilicata con 114, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.

Ma per il prossimo anno si preannuncia un ulteriore sprint della Campania. Gli uffici dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura hanno confermato l’approvazione e l’imminente pubblicazione di un nuovo prodotto agroalimentare tradizionale: il fagiolo zampognaro d’Ischia, che precede ulteriori venti candidature. Un’istanza presentata da Coldiretti Campania e dal Comune di Ischia, con le rispettive firme del presidente Gennarino Masiello e del direttore Salvatore Loffreda, del sindaco Enzo Ferrandino e dell’assessore Annamaria Chiariello. Un risultato che premia la collaborazione istituzionale nella valorizzazione della biodiversità. Soddisfazione è stata espressa anche dal neo presidente di Coldiretti Napoli, l’ischitano Andrea D’Ambra.

“Il primato della Campania – sottolinea Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti – è la conferma dell’immensa cassaforte di biodiversità della regione. Una biodiversità che i saperi degli agricoltori e degli artigiani hanno saputo conservare nei secoli, costituendo un patrimonio culturale inestimabile. I milioni di turisti che visitano ogni anno le coste e l’entroterra, il mare e le montagne, i siti archeologici e le colline, i luoghi d’arte e i piccoli borghi, chiedono sempre più un abbinamento con la scoperta dei nostri sapori. La Campania è terra felix e gli agricoltori vogliono esserne i primi custodi”.

Nell’elenco delle 515 bandiere del gusto della Campania (PAT – prodotti agroalimentari tradizionali) figurano numerose eccellenze che prendono il nome dal piccolo Comune (o da una frazione) dove sono nate. Tra i salumi e le carni troviamo il capicollo di Ricigliano, i prosciutti di Casaletto, di Pietraroja, di Rocchetta, di Trevico, di Venticano, la salsiccia rossa di Castelpoto, la sopressata di Gioi Cilento. Tra i formaggi ci sono il caciocavallo di Castelfranco in Miscano, il pecorino di Vitulano, il primosale di Cuffiano (Morcone). Nei prodotti da forno e di pasticceria ci sono l’amaretto di Caposele, il biscotto di Sant’Angelo, i pani di Baiano, di Calitri, di Montecalvo Irpino, il panesillo di Ponte, la pasticella di Acerno, il raviolo allo zenzifero di Quaglietta, il tarallo di San Lorenzello, il torroncino di Roccagloriosa, il torroncino di San Marco dei Cavoti, il torrone di Ospedaletto d’Alpinolo, la scarpella di Castelvenere. Nella lavorazione dei frutti di mare c’è la colatura di alici di Cetara. Un lungo elenco di verdure e legumi accompagna i nomi di moltissimi borghi, come il broccolo di Paternopoli, il carciofo di Pietrelcina, le castagne di Acerno e di Trevico, la castagna jonna di Civitella Licinio (Cusano Mutri), la castagna tempestiva di Roccamonfina, i ceci di Cicerale e di Valle Agricola, la cipolla di Vatolla, il “corresce re cocozza janca” di Aquilonia, i fagioli di Volturara Irpina, di Montefalcone, di San Lupo, di Controne, di Gallo Matese, di Gorga, di Casalbuono, la fragolata di Acerno, il marrone di Scala, l’oliva vernacciola di Melizzano, i panzarieddi di Casalbuono, la patata sotterrata di Calvaruso (Cusano Mutri), il peperone quarantino di San Salvatore Telesino, il pomodorino di Rofrano e il pomodorino seccagno di Gesualdo, il tartufo di Colliano e il tartufo nero di Bagnoli Irpino.

 

LAZIO, AGROALIMENTARE: REGIONE SI CONFERMA SUL PODIO PER “BANDIERE DEL GUSTO”

“Con 409 prodotti tradizionali, il Lazio si conferma sul podio delle “Bandiere del Gusto” 2018, alle spalle di Campania e Toscana. E’ un traguardo importante per la regione che dà l’idea del grande patrimonio agroalimentare presente e delle potenzialità del territorio, anche a livello di attrazione turistica, a fronte di un’offerta spesso omologata e appiattita verso il basso. Molti prodotti sono stati salvati dall’estinzione grazie all’immenso lavoro e alla dedizione degli agricoltori che sono riusciti a salvaguardare e tramandare vere e proprie eccellenze locali, espressioni di un territorio che vanta anche 26 prodotti tra DOP e IGP. Specialità che meritano di essere valorizzate e che si possono trovare e riscoprire nella rete di vendita diretta dei mercati, delle botteghe e dei punti di Campagna Amica”. – Lo comunica in una nota David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio.

 

PUGLIA, VACANZE, BOOM AGRITURISMI E SOUVENIR GOLOSI CON 276 “BANDIERE” 

Assegnate alla Puglia 276 ‘Bandiere del Gusto’, le specialità censite dalle regioni che sono ottenute sul territorio nazionale secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentate da Coldiretti nell’ambito della più straordinaria vetrina nazionale allestita in occasione dell’anno del cibo italiano nel mondo. L’enogastronomia è il cavallo di battaglia della Puglia turistica – rileva Coldiretti Puglia – che ha registrato, secondo gli ultimi dati Istat 2017, l’aumento delle presenze di turisti negli agriturismi del 10,35% provenienti dal mondo, del 18,78% da Paesi esteri e del 10,37% dall’Italia.

“L’offerta enogastronomica rappresenta ormai una primaria motivazione di viaggio, con quasi uno straniero su quattro (23%) che riconosce nell’Italia il Paese della buona cucina, il 16% ai monumenti a pari merito con la moda e il 15% della pittura/scultura. Il 59% dei turisti stranieri continua a comprare prodotti italiani una volta rientrato in patria, una tendenza che riguarda il 25,9% dei visitatori francesi, il 22,5% di quelli tedeschi e il 16,9% di quelli del Regno Unito. Mentre il 42% degli italiani in vacanza acquista prodotti alimentari tipici come souvenir da riportare a casa o da regalare ad amici e parenti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’”, dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele.

“Delle 276 Bandiere del gusto assegnate alla Puglia – rileva Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – ben 101 sono prodotti vegetali, a dimostrazione dell’enorme patrimonio di biodiversità che la Puglia può vantare, seguiti a ruota da 78 paste fresche e prodotti della panetteria. Il 1° agosto, nello splendido scenario di Polignano a Mare, con il ‘Mercato della contadina’ di Campagna Amica, saranno le imprenditrici agricole a rappresentare la bellezza e la bontà del cibo Made in Italy e con la vendita diretta e lo street food di Campagna Amica daranno lustro alle eccellenze enogastronomiche delle nostre aree rurali”.

La grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli è testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei Mercati di Campagna Amica regionali che contano 4.500 giornate di apertura, 850 produttori coinvolti, 22mila giornate lavorative (tra lavoro autonomo e dipendente), 2.500 tonnellate di prodotto commercializzato.

Prodotti agroalimentari tradizionali 2018 (per ordine alfabetico)

Regione

Bevande analcoliche,
distillati e liquori

Birre

Carni (e frattaglie)
fresche e loro preparazione

Condimenti

Formaggi

Grassi (burro,
Margarina, oli)

Prodotti Vegetali allo stato naturale o trasformati

Paste fresche e prodotti della
panetteria, della biscotteria,
della pasticceria e della confetteria

Prodotti della gastronomia

Preparaioni di pesci,
molluschi e crostacei e tecniche particolari di
allevamento degli stessi

Prodotti di origine animale
(miele, prodotti lattiero caseari
di vario tipo scluso il burro)

Totale

Puglia

13

0

24

1

17

1

101

78

28

9

4

276

Totale

149

2

792

38

496

47

1428

1525

253

150

176

5056

 

PUGLIA

 

 

 

 

Paese di residenza dei clienti

Mondo

  Paesi esteri

  Italia

Indicatori

Presenze 2016

Presenze 2017

% 2016/2017

Presenze 2016

Presenze 2017

% 2016/2017

Presenze 2016

Presenze 2017

% 2016/2017

  agriturismi

402673

456422

13,35

142678

169476

18,18

259995

286946

10,37

Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati Istat

 

ABRUZZO, VACANZE: I SOUVENIR DEL GUSTO SPINGONO LE SCELTE DEI TURISTI

Riporteranno a casa la mortadella di Campotosto o i salamini teramani, una bottiglia di pomodoro a pera d’Abruzzo, ovviamente passato, o una bella forma di pecorino di Farindola senza dimenticare la prelibata Ratafia come digestivo di fine pasto. Sono i prodotti tipici a classificarsi come souvenir preferiti dai turisti dell’estate 2018 che, a fine vacanza, anche in Abruzzo acquisteranno un “ricordo da assaporare” più che da mostrare. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata questa mattina a Roma in occasione dell’assegnazione delle “Bandiere del gusto 2018” – specialità regionali ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni – dalla quale si evidenzia che le difficoltà economiche spingono verso spese utili come vino, formaggio, olio di oliva, salumi o conserve che vincono su tutte le altre scelte.

L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze – al secondo posto tra i souvenir si classificano prodotti artigianali e a seguire gadget, portachiavi, magliette – è una tendenza in rapido sviluppo favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verifica nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, aziende e mercati degli agricoltori di Campagna Amica, che in Abruzzo sono in pianta stabile ben 3 nelle città capoluogo di provincia di Chieti, Pescara e L’Aquila recentemente inaugurata. 

Sette turisti su 10 (71%) in vacanza nel Belpaese – precisa la Coldiretti –  hanno deciso di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori e ottimizzare il rapporto prezzo/qualità. Il 34% dei vacanzieri – continua la Coldiretti – consuma pasti principalmente al ristorante durante la vacanza, il 9% in agriturismi, l’8% in pizzeria, ma più uno su quattro (il 26%) mangia a casa anche se non manca che sceglie paninoteche, fast food, cibi di strada e pranzi al sacco. E in questo scenario l’Abruzzo non fa eccezione con oltre 148 “bandiere del gusto” su ben 5056, veri e propri primati della nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che peraltro ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica”. Per l’Abruzzo, spiccano infatti 7 bevande, 25 tipologie di carne, 14 formaggi, 49 prodotti della panetteria e 17 prodotti della gastronomia solo per citarne alcuni. Tra le tante “bandiere”, il pecorino di Farindola, il caciofiore aquilano, il peperone rosso di Altino, la scrucchiata, la ventricina vastese e teramana, le lenticchie di santo Stefano, le olive intosso, l’Incanestrato di Castel del Monte.

Primati che – sottolinea Coldiretti Abruzzo – anche nella nostra regione rappresentano una attrazione fatale per i turisti stranieri e hanno permesso di conquistare nel primo trimestre del 2018 il record storico per il Made in Italy agroalimentare nel mondo con le esportazioni che fanno registrare un incremento nazionale del 3,3 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un valore che sfiora i 10 miliardi.

 

PIEMONTE, 337 LE “BANDIERE” CHE FANNO DEL PIEMONTE A TAVOLA UN’ECCELLENZA

Salgono al numero record di 5056 le “Bandiere del gusto” Made in Italy a tavola nel 2018, l’anno del cibo italiano nel mondo. Lo rende noto la Coldiretti che ha presentato la classifica dei primati enogastronomici con l’assegnazione delle “Bandiere del gusto 2018” e la più ricca esposizione della variegata offerta delle località turistiche nazionali durante quest’estate. Le “bandiere” sono assegnate alle specialità censite dalle regioni, ottenute sul territorio nazionale secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.

Il Piemonte conta 337 specialità tra cui 97 tipi diversi di pane, pasta fresca, biscotti e dolci, 94 verdure fresche e lavorate, 67 carni fresche e insaccati di diverso genere, 51 formaggi, 11 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.), 8 bevande analcoliche, distillati e liquori, 5 condimenti, 3 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.

Dalla testa in cassetta al bagnet verd, dal fagiolo di Saluggia, storicamente impiegato in per la tradizionale Panissa vercellese, risotto simbolo della gastronomia di questa provincia, alle patate di montagna, dalla fugascina di Mergozzo ai plin, dalle praline cri cri alla torta di nocciole, dal ratafià al bicerin: è il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari.

“Si tratta di un patrimonio culturale e bene comune per l’intera collettività che la nostra regione può oggi offrire con orgoglio sul palcoscenico mondiale. I prodotti tipici, oltretutto, vengono acquistati come souvenir dal 42% degli italiani in vacanza: questo grazie al fatto che il nostro Paese può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare –  sottolineano Fabrizio Galliati vice presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Dobbiamo perseguire un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza che sono il nostro patrimonio storico ed artistico, il paesaggio ed, ovviamente, il cibo. D’altronde la nostra agricoltura è la più green d’Europa e può contare, per quanto riguarda il Piemonte, oltre che sulle 337 bandiere del gusto, su 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc”.

 

SARDEGNA, SALGONO A 198 LE BANDIERE DEL GUSTO SARDE NEL 2018

Salgono a 198 le bandiere del gusto made in Sardinia, nell’anno del cibo italiano nel mondo. Una classifica che si arricchisce di anno in anno e che posiziona l’Isola al 12° posto tra le Regioni della Penisola, dove si registra il numero record di 5056 “Bandiere del gusto” Made in Italy a tavola. Lo rende noto Coldiretti Sardegna presente con una delegazione questa mattina a Roma dove è stata presentata la classifica dei primati enogastronomici con l’assegnazione delle “Bandiere del gusto 2018” e la più ricca esposizione della variegata offerta delle località turistiche nazionali durante quest’estate.

Le “bandiere” sono assegnate alle specialità censite dalle regioni che sono ottenute sul territorio nazionale secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Si tratta quest’anno di ben 123 (1525 in tutta Italia) diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 16 (792) salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 17 (496) formaggi, 253 prodotti della gastronomia, 19 (176) prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.), 14 (150) preparazioni di pesci, molluschi, crostacei, 7 (149) bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 1 (47) grassi, 1 (38) condimenti. Inoltre nelle altre regioni ci sono altre due categorie non presenti per il momento in Sardegna: 2 birre artigianali e 1428 verdure fresche e lavorate.

Le new entry tra i prodotti tradizionali sardi sono cinque: su Binu de arangiu, su Sitzigorru, la Cipolla di San Giovanni Suergiu, la Sapa di arancia e l’arancio Tardivo di San Vito. Prodotti questi presenti a Roma nella grande esposizione presentata della Coldiretti, insieme all’Axridda formaggio pecorino o caprino, prodotto nel Comune di Escalaplano e protetto con uno strato di argilla per la stagionatura, Sa Pompia, l’agrume raro, simile al limone che cresce solo nella zona della Baronia, la pasta secca su Filindeu (Fili di Dio), la Fregola, i biscotti di Fonni e i capperi di Selargius.

“Sono la storia della nostra agricoltura e quindi della Sardegna – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -, conservata grazie al saper fare tramandato di generazione in generazione dai nostri produttori. Sono loro la memoria storica che hanno conservato e custodito la biodiversità e le tradizioni alimentari che spesso traviamo solo nei mercati di Campagna Amica, scrigni delle biodiversità e del buon gusto”.

“Prodotti che vedono sempre più spesso come custodi attivi i giovani che stanno dando dignità di impresa a produzioni spesso divenute nel tempo hobbistica – sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Uno spaccato lo avremo lunedì 30 a Cagliari durante le finali degli Oscar green, il premio di Coldiretti Giovani riservato agli imprenditori agricoli under 40 che sanno innovare ma anche valorizzare e custodire il made in Italy”.

 

BASILICATA, LA LUCANIA ORGOGLIOSA DELLE SUE 114 “BANDIERE DEL GUSTO”

Con 114 prodotti la Basilicata si piazza al diciassettesimo posto nella classifica delle “bandiere del gusto” di Coldiretti, assegnate alle specialità censite dalle regioni che sono ottenute sul territorio nazionale secondo regole tradizionali protratte per almeno 25 anni.  A renderlo noto  Coldiretti Basilicata che ricorda che  si tratta quest’anno  di ben 1525 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1428 verdure fresche e lavorate, 792 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 496 formaggi, 253 prodotti della gastronomia, 176 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.), 150 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei, 149 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 47 grassi, 38 condimenti e 2 birre artigianali. 

In Basilicata si va dal liquore al Sambuco di Chiaromonte, alla salsiccia di fegato di Castelluccio Superiore, per continuare poi con i capperi di Maratea sotto sale, il pomodoro secco “Cietta’icale di tolve”, U’ pastzzott di Nova Siri e tanti alti prelibati prodotti. “Si tratta del risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari – ricorda Coldiretti Basilicata –  un bene comune per l’intera collettività e un patrimonio anche culturale che l’Italia può oggi offrire con orgoglio sul palcoscenico mondiale”.

“L’Italia e il suo futuro sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia anche nell’offerta turistica, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza che – ha aggiunto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo   – sono il proprio patrimonio storico ed artistico, il paesaggio e il proprio cibo”.

 

TOSCANA, PER LE “BANDIERE DEL GUSTO” PALMA D’ARGENTO ALLA REGIONE

Salgono al numero record di 5056 le specialità alimentari a tavola assegnate all’Italia nel 2018. Sul podio di quelle che possiamo chiamare le “bandiere del gusto” a livello regionale troviamo nell’ordine la Campania (515) seguita dalla Toscana (461) e dal Lazio a quota 409. A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (388) e il Veneto (376), davanti al Piemonte con 337 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Puglia con 276 prodotti tipici censiti, la Calabria (268), la Lombardia (248), la Sicilia (244), la Sardegna (193), il Friuli-Venezia Giulia (169), il Molise (159), le Marche (151), l’Abruzzo (148), la Basilicata con 114, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.

E’ quanto emerge dal nuovo censimento 2018 delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo, per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti nell’anno internazionale del cibo italiano nel mondo proclamato nel 2018 a tre anni esatti da Expo di Milano.

Quasi il 10 per cento si trovano in Toscana che si conferma saldamente al secondo posto con l’offerta a tutti i suoi vacanzieri di ben 461 specialità realizzate in un paesaggio incantevole. Tra le tante spiccano la torta di Villa Basilica, una torta salata a base di riso, dal caratteristico color giallo ocra e dal il sapore piccante e salato per il formaggio e le spezie utilizzate in grande quantità ed il toscanissimo prosciutto di cinta senese ricavato da un’antica razza suina allevata allo stato brado chiamata, appunto, cinta senese per la particolare cintura di pelo più chiaro a metà del corpo. Molto conosciuti anche gli stinchi di morto, biscotti rustici salati tipici del Grossetano e del Senese di colore giallo senape, chiamato anche anacini in quanto profumato dai semi di anice. Singolare la nascita del brigidino di Lamporecchio (Pistoia) che la tradizione attribuisce a Suor Maria del Convento di Santa Brigida che si adombrò parecchio quando, preparando le ostie come di consueto, le monache sfornarono un biscotto dalla sfoglia sottile sì, ma dai bordi “volanti”.

“Queste specialità regionali sono il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari – dice Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che l’Italia può oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri e che rappresenta un valore aggiunto contro la crisi”.

A prevalere tra le specialità regionali toscane sono 192 verdure fresche e lavorate seguite da 121 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, 80 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 34 formaggi, 11 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.), 10 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei e 8 bevande tra analcoliche, liquori e distillati che insieme alle 25 Dop e Igp ad areale integralmente toscano e le 58 docg, doc e igt del vino fanno un patrimonio di tutto riguardo.

“Ognuno di questi prodotti porta con se una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva a lungo nel tempo ed è espressione della diversità di ogni territorio – ha commentato Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – a noi il compito di difendere questo patrimonio del ‘Made in’ dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione e all’appiattimento verso il basso dell’offerta alimentare anche turistica. La Toscana è fiera di essere sul podio a testimonianza di una imprenditorialità agricola ed alimentare che noi vogliamo tutelare ed accrescere”.

 

FRIULI-VENEZIA GIULIA, “BANDIERE DEL GUSTO”: DALLA ROSA DI GORIZIA ALLA GUBANA

A Palazzo Rospigliosi a Roma, la Coldiretti ha reso noti i prodotti agroalimentari tradizionali regionali. Si tratta di 5.056 “Bandiere del gusto” made in Italy, cui il Friuli Venezia Giulia contribuisce – dal formadi frant alla jota, dalla Rosa di Gorizia alla gubana – con 169 prodotti. “Un patrimonio di grande valore – commenta il presidente di Coldiretti Fvg Dario Ermacora – che rappresenta le diverse articolazioni della regione ed è il frutto del lavoro di agricoltori che tutelano la biodiversità e la tradizione, ma riescono anche a salvare alcuni prodotti dal rischio estinzione.

Sul podio regionale delle “bandiere del gusto” è saldamente al primo posto – precisa la Coldiretti – la Campania che ha mantenuto i suoi 515 prodotti tradizionali, seguita dalla Toscana salita a 461 “gioielli” e dal Lazio stabile in terza posizione (409). A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (388) e il Veneto (376), davanti al Piemonte con 337 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Puglia con 276, la Calabria con 268 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 248, la Sicilia con 245, la Sardegna con 198, il Friuli-Venezia Giulia con 169, il Molise con 159, le Marche con 151, l’Abruzzo con 148, la Basilicata con 114, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.

Tra i prodotti – informa la Coldiretti – c’è una new entry della “panetteria” valdostana: il mecoulen, antichissimo pane dolce, un antenato del panettone, che le donne contadine preparavano in generose quantità così da poterlo gradire a Natale, ma anche oltre l’Epifania. E’ invece piemontese il fagiolo di Saluggia, una varietà di legume di piccole dimensioni – precisa la Coldiretti – storicamente impiegato in alcuni piatti tradizionali vercellesi come la Panissa, un tipo di risotto simbolo della gastronomia di questa provincia. Viene dell’Abruzzo il pregiato pecorino di Farindola il cui nome richiama la triste vicenda della valanga che ha travolto l’albergo di Rigopiano, mentre è lucano il pomodoro secco ciettaicale di Tolve che contribuisce al risparmio idrico richiedendo pochissima acqua per la sua coltivazione. Dalla Calabria – prosegue la Coldiretti –  proviene il finocchietto selvatico impiegato non solo come condimento ma anche come base per fare un liquore particolarmente digestivo. La Campania presenta la sua colatura di alici di Cetara, nobile discendente del Garum, che veniva usato dagli antichi romani come condimento universale, oggi preparato con la stessa passione di un tempo, secondo i precetti dell’antica tradizione della Costiera Amalfitana. E restando nel campo dei condimenti – prosegue la Coldiretti – c’è anche la saba dell’Emilia-Romagna, uno sciroppo d’uva che si ottiene dal mosto appena pronto, di uva bianca o rossa. La rosa di Gorizia – ricorda la Coldiretti – non è un fiore ma una varietà di radicchio coltivato in Friuli-Venezia Giulia, caratterizzato da un colore rosso intenso o da un rosso con sfumature che portano al rosa a seconda del tipo di selezione effettuata, leggermente amarognolo al gusto e croccante al palato. E ancora le pregiate olive taggiasche della Liguria, piccole ma saporite, il fagiolo del Purgatorio di Gradoli (Lazio), il vino di visciole delle Marche, la manna siciliana, biblica linfa estratta dalla corteccia di alcune specie di frassini e il miele di barena che deriva dal nettare di una pianta (Limonium vulgare) caratteristica di alcuni territori lagunari del Veneto confinanti con l’acqua salmastra e soggetti alle maree. Viene prodotta principalmente nelle valli della Valtellina, in Lombardia – ricorda la Coldiretti – la slinzega, una variante della bresaola, chiamata anche carne secca, le cui origini sembrano risalire al 1400. Nasce da un errore l’antichissimo brigidino di Lamporecchio (Pistoia). Suor Maria del Convento toscano di Santa Brigida si adombrò parecchio quando, preparando le ostie come di consueto, le monache sfornarono un biscotto dalla sfoglia sottile sì, ma dai bordi “volanti”. Rappresenta un vanto dell’Umbria la fagiolina del Trasimeno, un piccolo legume di forma allungata e di color crema, giunto a noi dall’Africa grazie alla infaticabile attività commerciale della civiltà etrusca. E per concludere – informa la Coldiretti – ci sono “sa pompia, frutto endemico sardo simile al limone che cresce solo nella zona della Baronia, le ferratelle molisane, golose cialde dall’originale forma cotte con uno strumento in ferro rovente e i cardoncelli pugliesi, una verdura selvatica dal gusto leggermente dolciastro.

“E’ questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che l’Italia può oggi offrire con orgoglio sul palcoscenico mondiale”. L’Italia e il suo futuro sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia anche nell’offerta turistica, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza che – precisa Moncalvo – sono il proprio patrimonio storico ed artistico, il paesaggio e il proprio cibo.

 

VICENZA, GRAZIE AL VICENTINO IL VENETO TRA I PRIMI POSTI PER “BANDIERE DEL GUSTO”

“Abbiamo lavorato bene. E si vede, perché con 376 tipicità la nostra regione conquista il quinto posto dell’analisi Coldiretti/Ixe’, recentemente presentata, e che assegna al Veneto un significativo numero di Bandiere del gusto. Naturalmente il Vicentino ha fatto la parte del leone, ma anche le altre province si sono egregiamente difese, con produzioni d’eccellenza che portano a rendere appetibile non solo i piatti, ma anche il territorio. La metà turistica, sempre più spesso, è condizionata dal piatto”.

Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù commentano gli entusiasmanti risultati dell’analisi, resi noti proprio oggi. Il Veneto con 376 bandiere del gusto sventola al quinto posto per numero di specialità enogastronomiche, rimanendo nella top ten delle regioni italiane che tengono alto l’onore del “Made in Italy” nel mondo. E mentre l’elenco dei Pat (prodotti agroalimentari tradizionali) si arricchisce di alcune new entry, lo Speck di Sappada, bellunese di origine quanto il nome dialettale Senkilam citato nel censimento ministeriale, potrebbe di fatto diventare friulano secondo la ratifica del referendum di dieci anni fa.

“Il forziere delle tipicità regionali – aggiunge il presidente Cerantola – rimane pieno di liquori come il Sangue Morlacco o Maraschino tanto per citarne alcuni, di carni e frattaglie fresche, di formaggi, con tanta frutta e verdura particolare, di 74 tipologie tra pane, biscotteria e paste varie, senza dimenticare i gioielli del mare con molti molluschi e crostacei tra i quali le ambite moeche e masanete, ed ancora i mieli anche rari come quello di barena”.

Con un totale di 5056 tipicità, l’Italia afferma il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le usanze alimentari. Un bene comune a disposizione dell’intera collettività, ma soprattutto un patrimonio anche culturale, emblema del tricolore che trova nell’offerta turistica un forte potenziale, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza come la storia, l’arte, il paesaggio e il cibo.

 

PIACENZA, QUASI UN CENTINAIO DI “BANDIERE DEL GUSTO” SOLO NEL PIACENTINO

Record a tavola per l’Emilia Romagna che nel 2018 raggiunge 393 “Bandiere del gusto”, assegnate all’Emilia Romagna sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio regionale. Nel Piacentino se ne contano addirittura 97. Lo rende noto Coldiretti Piacenza in riferimento alla classifica dei primati enogastronomici stilata da Coldiretti nazionale in merito alla variegata offerta delle località turistiche nazionali durante l’estate 2018.

Sono 5 i prodotti che – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – si sono aggiunti rispetto allo scorso anno e che sono andati ad incrementare sul territorio regionale il patrimonio di specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, secondo la diciottesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni. “E’ questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, ha affermato il direttore di Coldiretti Piacenza, Giovanni Luigi Cremonesi nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che l’Italia e anche Piacenza possono oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri”.

L’Emilia Romagna con le sue 393 specialità si colloca al quarto posto in Italia dopo Campania (515), Toscana (461) e Lazio (409). A prevalere tra le specialità regionali sono – informa Coldiretti Emilia Romagna – i 171 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 79 piatti composti o prodotti della gastronomia. Nell’elenco 2018 – segnala Coldiretti regionale – tra le new entry ci sono i chisolini (chisulèn, chissò), un prodotto tipico della provincia di Piacenza, il cui ingrediente base é la pasta del pane che viene stesa in sfoglie e fritta in strutto di maiale bollente.

 

REGGIO EMILIA, “BANDIERE DEL GUSTO”: IN PROVINCIA SE NE CONTANO ADDIRITTURA 97

Record a tavola per l’Emilia Romagna che nel 2018 raggiunge 393 “Bandiere del gusto”, assegnate all’Emilia Romagna sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio regionale. Lo rende noto Coldiretti Reggio Emilia in riferimento alla classifica dei primati enogastronomici stilata da Coldiretti nazionale in merito alla variegata offerta delle località turistiche nazionali durante questa estate.

“È un grande patrimonio di specialità – dichiarano Eugenio Torchio e Assuero Zampini della Coldiretti di Reggio Emilia – ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, che secondo la diciottesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni Reggio Emilia ne conta ben 97”.

“È questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari – continua la Coldiretti di Reggio Emilia. Si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che l’Italia e l’Emilia Romagna possono oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri”. Nell’elenco 2018 – segnala Coldiretti Reggio Emilia – tra le 5 new entry ci sono anche tre tipi di gramigna (gialla, paglia e fieno, verde) della provincia di Reggio Emilia.

 

ANCONA, A CACCIA DI SOUVENIR DEL GUSTO NELLE PIAZZE DEL TURISMO ANCONETANO

Dalla Spiaggia di Velluto alle bellezze del Conero vince il gusto nelle preferenze dei turisti. A rivelarlo è l’indagine Coldiretti/Ixè che, divulgata in occasione dell’assegnazione delle “Bandiere del gusto 2018”, parla di più di 4 italiani su 10 (42%) che in vacanza acquistano prodotti agroalimentari del posto. Spese utili come vino, formaggio, olio di oliva, salumi. “I turisti sono sempre di più alla ricerca della qualità, in termini di viaggio esperenziale e di territori e prodotti enogastronomici vissuti – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Ancona – La nostra provincia è in grado di offrire tutto questo, sulla scia del valore paesaggistico e dell’imprenditoria rurale che esprimiamo.

Per questo motivo stiamo investendo sulla crescita del nostro tessuto agrituristico e dei mercati di Campagna Amica: entrambi strumenti indispensabili per raccontare l’autenticità della nostra provincia e per soddisfare la richiesta di trasparenza, distintività e sostenibilità dei turisti che di anno in anno ci scelgono sempre di più come meta di viaggio”. Situazione confermata dai mercati di Campagna Amica attivi in provincia sulle principali piazze del turismo anconetano. I banchi con la vendita delle eccellenze del territorio a chilometro zero sono presenti a Senigallia (tutti i sabati dalle 8 alle 12.30 ai Portici Ercolani), a Sirolo (tutti i mercoledì dalle 18.30 alle 23.30 in via Giulietti), a Numana (tutti i venerdì dalle 18.30 alle 23.30 in piazzale Cavalluccio) e a Marcelli (tutti i lunedì dalle 18.30 alle 23.30 in piazza Miramare). Il primo e il terzo mercoledì del mese c’è anche l’appuntamento con i sapori a Corinaldo, dalle 8 alle 13, in piazza della Fontana.

 

Dal territorio

LIGURIA, CANNABIS TERAPEUTICA MADE IN ITALY: C’E’ UN FUTURO PER MOLTE AZIENDE

Alimenti, fibre, materiali per l’edilizia, bioplastiche, cosmetici ma non solo: la cannabis è da tempo utilizzata nel trattamento di malattie degenerative e reumatiche con buoni risultati, e a breve, tale coltivazione, trasformazione e commercio per soddisfare i bisogni dei pazienti, potrebbe avvenire anche in Italia e garantire un reddito di 1,4 miliardi e almeno 10mila posti di lavoro dai campi ai flaconi.

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria, riportando il dato di Coldiretti dove si specifica che in tutta Italia sarebbero da subito disponibili mille ettari di terreno in coltura protetta, utilizzando le serre abbandonate o dismesse, sparse su tutto il territorio, a causa della crisi nell’ortofloricoltura. Questa coltura moderna permetterebbe di uscire dalla dipendenza dall’estero, riducendo al minimo i livelli d’importazione che al contrario nell’ultimo periodo, sono aumentati, ad esempio, del 50% dall’Olanda.

“Portare avanti – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –  un progetto di filiera italiana al 100 per cento, che unisca l’agricoltura all’industria farmaceutica, potrebbe essere un grande passo avanti per l’economia agricola italiana e per quella modernizzazione che le si richiede: adattarsi alle esigenze sempre nuove del mercato è di fondamentale importanza per il settore cardine del Made in Italy. La filiera controllata che si verrebbe a creare sarebbe una garanzia per il consumatore-paziente: la cannabis a km0 sarebbe tracciabile come ogni altro prodotto delle nostre imprese e per essere commercializzata dovrebbe superare i nostri controlli e parametri. Al momento la cannabis ad uso terapeutico in Italia è prodotta solo presso lo Stabilimento farmaceutico militare di Firenze, ma non è evidentemente sufficiente visti gli ancora alti livelli d’importazione. In Liguria nell’ultimo periodo sono state numerose le aziende che hanno iniziato a sperimentare questa coltivazione a scopi florovivaistici, con un contenuto di Thc, a norma di legge, inferiore al 0,2%. Convertirne la coltivazione per uso terapeutico sarebbe semplice per queste aziende produttrici e, dal momento che, è una pianta che si adatta bene al clima della nostra Regione e non necessità di molto terreno per avere rese significative, potrebbe rappresentare un punto di svolta per molte altre aziende del territorio ligure, che potrebbero trarre grandi benefici dal nuovo commercio”.

 

Appuntamenti

CALABRIA: MOBILITAZIONE COLDIRETTI CONTRO GLI SPRECHI MEGALOTTO SS.106 JONICA

Sabato 21 luglio

Cresce l’interesse per la mobilitazione di Coldiretti in programma domani sabato 21 luglio p.v. dalle 8,30 contro gli sprechi del terzo megalotto della SS.106 jonica Sibari- Roseto Capo Spulico. Mega…lottiamo è lo slogans scelto. Il raduno delle persone e dei trattori avverrà nell’area antistante il Bar Guelfian a Villapiana Scalo. Il corteo di mezzi agricoli percorrerà il tratto Villapiana Nord fino a Trebisacce Sud, percorrendo la SS 106 bis. E’ prevista la presenza di importanti rappresentanti istituzionali e già sono state annunciate interrogazioni parlamentari.

Con questa mobilitazione, Coldiretti vuole riportare l’attenzione su questa fondamentale arteria in particolare sullo spreco di risorse e al grave impatto ambientale. Coldiretti chiede al Governo ed in particolare al Ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli ed all’ANAS di revisionare il Progetto che prevede il raddoppio del numero di corsie dell’attuale E 90 nel 1° Tratto e con gallerie profonde e viadotti di altezza modesta sul 2° Tratto come da progetto preliminare.  Certamente Coldiretti è per dire SI all’ammodernamento della SS 106 Sibari-Roseto ma anche al possibile risparmio di risorse da utilizzare per la connessione e il    miglioramento della viabilità provinciale dei centri storici   e delle aree interne.

 

CAGLIARI, APRE IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA DI PORTOSCUSO

Sabato 21 luglio

Prende il via domani mattina (sabato) il mercato estivo di Campagna amica a Portoscuso. Per tutta la mattina le aziende agricole della più grande rete di vendita diretta del mondo sotto lo stesso brand coloreranno di giallo e profumeranno con i prodotti di stagione ed a km0 il lungo mare Vespucci. Si tratta di un mercato stagionale che sarà presente tutti i sabato mattina ed in cui sarà presente una ampia referenza di prodotti locali, freschi e dei quali è garantita la provenienza.

“Campagna Amica non va in vacanza ma accompagna e garantisce il servizio anche nelle località balneari – commenta il vice direttore di Coldiretti Cagliari Sergio Lai -, dando la possibilità anche nei giorni di ferie di avere in cucina prodotti sicuri, genuini e di stagione: frutta, verdure, ma anche olio, formaggi, miele, marmellate, pane e tanto altro”.

“Il Sulcis ci ospita tutto l’anno a Carbonia il martedì, a Iglesias il mercoledì e a Sant’Antioco il venerdì – dice il presidente di Coldiretti Cagliari Efisio Perra -. Grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale nei mesi estivi saremo anche qui a Portoscuso, dimostrando sensibilità per la valorizzazione delle produzioni locali e per le imprese agricole”.

 

ORISTANO: PROSEGUE TOUR “COLDIRETTI ORISTANO INFORMA” A SAMUGHEO 2a TAPPA

Lunedì 23 e venerdì 27 luglio

Prosegue il Tour “Coldiretti Oristano Informa”. A Samugheo, lunedì 23 luglio, a partire dalle ore 11.00, presso l’agriturismo da Lino in località Is Craviones seconda tappa degli incontri con gli iscritti della associazione agricola. Zootecnia, sgravi fiscali e contributivi, leggi di settore, pianificazione attività ed eventi, i temi che verranno affrontati. Coordina i lavori il vice direttore provinciale Coldiretti Emanuele Spanò. Gli incontri territoriali si pongono l‘obiettivo, oltre che comunicare e illustrare leggi e normative di settore, dibattere tematiche sindacali anche di portata locale. Prossima tappa a Sorradile (per i soci di Sorradile, Bidonì, Nughedu, Ardauli e Neoneli), venerdì 27 luglio, ore 11.00, presso i locali della Biblioteca. 

 

UDINE: LE UOVA BIO DELL’AZIENDA PASCOLO DI NOGAREDO DI CORNO A UNOMATTINA

Lunedì 23 luglio

L’azienda agricola Pascolo di Nogaredo di Corno (Udine) sarà in diretta lunedì 23 luglio, attorno alle 7.30, a Unomattina su Rai 1. Parliamo della prima azienda in Italia ad ottenere, nel 1997, la certificazione per la produzione di uova biologiche. Da allora ha mantenuto fede a queste promesse, continuando a lavorare secondo natura, garantendo agli animali condizioni adeguate di vita ed evitando l’inquinamento.

L’ingresso di Sebastiano Pascolo, figlio di Sergio, è un nuovo punto di partenza e rappresenta una continuità in questo progetto. Oggi l’azienda è prima e unica in Italia a ideare e produrre frittate precotte confezionate e uova sgusciate pastorizzate a freddo (massimo mantenimento qualità dell’uovo fresco). L’allevamento di galline ovaiole alta qualità certificate bio, puntando su sperimentazione, innovazione di processo e di prodotto, è oggi la prima realtà del Paese a mettere sul mercato i trasformati dalle proprie uova in risposta a mirate esigenze di mercato, con apposito packaging e una puntuale campagna di marketing digitale.