COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 20 gennaio 2021

20 Gennaio 2021
News La Forza del Territorio del 20 gennaio 2021

Primo piano

 

EMILIA ROMAGNA

POMODORO: PROGRAMMAZIONE E DISTRETTO CHIAVI PER FILIERA 

Entra nel vivo la trattativa per il prezzo relativo alla campagna 2021

Entra nel vivo la trattativa fra produttori e industriali per il prezzo del pomodoro da industria nel Nord Italia, relativo alla campagna 2021.

I produttori siedono al tavolo delle trattative – comunica Coldiretti Emilia Romagna – forti del successo di una “programmazione produttiva” introdotta nel contratto 2020, che ha ben funzionato con un risultato in linea con i contratti sottoscritti e che aveva fissato obiettivi massimi di superficie e di quantità per la dotazione di ogni singola OP ma con un prezzo della stagione passata non ancora soddisfacente.

Per questo nuovo contratto – continua Coldiretti – occorre assolutamente continuare con la “programmazione” introdotta nella scorsa campagna, con chiarezza e trasparenza sulle quantità impegnate, sia da parte agricola che da parte industriale, in modo tale che si possa velocemente arrivare alla firma del contratto quadro per il 2021, per garantire alle aziende agricole una corretta pianificazione e certezze sul prezzo.

Coldiretti sollecita un miglioramento della “scaletta produttiva”, con una revisione della “Base100” portando il grado brix a 4,85, in modo da avvicinarsi sempre più alla media comprensoriale e di conseguenza il “prezzo contrattato” sia sempre più in linea con il “prezzo reale”.

Considerate le difficoltà nella raccolta del prodotto, che si sono verificate nel 2020, diventa inoltre indispensabile programmare il periodo di trapianto delle piantine e la successiva raccolta del prodotto, in modo omogeneo su tutto l’arco della campagna di trasformazione, prevedendo un meccanismo di incentivazione economica per i raccolti precoci e tardivi.

“Per il futuro – dichiara il presidente regionale Nicola Bertinelli – non basterà più accordarsi solamente sulle quantità da produrre e da consegnare ma sarà fondamentale che tutta la filiera sia allineata in un progetto di valorizzazione del pomodoro coltivato in Italia. Oggi – prosegue Bertinelli – è indispensabile avere un approccio nuovo, sfruttando appieno quelle che sono le opportunità dei Distretti del Cibo, mettendo insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni e università per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che produce e trasforma un prodotto di altissima qualità in un territorio ben definito.

Un nuovo progetto che ponga le basi per il futuro di questo comparto, con la Coldiretti sempre pronta a dare il suo contributo per progetti veri, di valore, nell’interesse della filiera e del reddito degli agricoltori”.

 

Dal Territorio

 

PUGLIA, RECOVERY: CON FONDI UE CREARE FORESTE URBANE

Nella classifica delle città con il tasso di mortalità da particolato fine (PM2.5) anche Lecce al 133esimo posto, Taranto al 148esimo, Foggia al 177esimo, Brindisi al 184esimo e al 233esimo posto Andria, con la Puglia che ha la dotazione di verde pro capite che non supera i 10 metri quadrati per abitante. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati di uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero, pubblicato su The Lancet Planetary Health e finanziato dal ministero per l’innovazione spagnolo e dal Global Health Institute.

“Con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% dei cittadini la prima emergenza ambientale bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Per questo Coldiretti e Federforeste hanno presentato il progetto “Bosco vivo e foreste urbane”, per piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali anche con i fondi europei del Recovery Fund per rispondere alle vertenze ambientali.

Una pianta adulta – precisa Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. A provocare lo smog nelle città – continua la Coldiretti – è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi.

La situazione è diversa nelle aree rurali dove le foreste hanno continuato a espandersi, a causa dell’incuria e dell’abbandono, diventando vere giungle ingovernabili. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni – rileva Coldiretti – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Il progetto – sottolinea la Coldiretti – si pone quindi anche l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane. Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono di tale aree e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy anche al fine di scongiurare le importazioni illegali di legno. Un obiettivo che richiede una programmazione pluriennale della messa a dimora, coltivazione e manutenzione delle foreste da parte degli agricoltori e degli imprenditori del verde rilanciando i servizi di consulenza e le attività turistiche ricreative in tali aree.

Il progetto proposto da Coldiretti e Federforeste è coerente con gli obiettivi di politica ambientale dell’Unione Europea e potrebbe trovare dunque opportunità di finanziamento attraverso il Programma Next Generation UE.

 

VENETO, USA: CON BIDEN STOP A DAZI SU ½ MLD MADE IN ITALY

“Nel mirino dei dazi USA rimangono ancora i formaggi vanto del territorio veneto come Grana Padano, Asiago e altri ancora tipo il Provolone e poi il Gorgonzola, Fontina, anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello, pari ad un valore di circa mezzo miliardo di euro.  Con l’elezione di Joe Biden presidente degli Stati Uniti ci sono le condizioni per superare i dazi aggiuntivi Usa che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy” – commenta Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto

A poco piu’ di un anno dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi.  si è verificata una escalation che ha portato  dal  10 novembre scorso anche all’applicazione di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021. “Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia” afferma Daniele Salvagno – a trainare il valore dell’export nazionale che vede negli Stati Uniti il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019  risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 5,2% nei primi undici mesi del 2020, è il Veneto con 710 milioni dato dal contributo delle specialità regionali di alta qualità.

 

SICILIA, COVID: LA SOLIDARIETÀ COLDIRETTI ARRIVA ANCHE NELLE ISOLE

La solidarietà Coldiretti arriva nelle isole siciliane. Già da oggi i pacchi pieni di prodotti italiani arriveranno Lampedusa, Salina e Lipari e saranno donati alle famiglie in difficoltà. Si tratta della seconda fase dell’iniziativa avviata nel periodo natalizio che ha visto in tutt’Italia la Coldiretti impegnata in un aiuto concreto per chi ha dovuto modificare profondamente la propria vita anche a causa del Covid.

Oltre che ai comuni della terraferma, dove continua la consegna Coldiretti ha quindi allargato la propria azione anche alle isole dove la pandemia ha tagliato le presenze con perdite economiche enormi.

Domani la consegna avverrà con Coldiretti Donne e Giovani Impresa e nei prossimi giorni sarà effettuata anche nelle nelle altre isole.

 

LIGURIA, USA: CON BIDEN CI SONO LE CONDIZIONI PER STOP A DAZI SU MADE IN ITALY

Con il nuovo Presidente Biden, sembrano esserci le condizioni per fermare la guerra dei dazi che ha già colpito le esportazioni agroalimentari Made in Italy, per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano e altri formaggi, salumi, crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori, risparmiando, per il momento produzioni che avrebbero condizionato anche l’export ligure, come vino e olio.  

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in riferimento all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden, elezione che arriva a poco più di un anno dall’entrata in vigore, il 18 ottobre 2019, di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus, sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi. Da allora si è verificata una escalation che ha portato all’entrata in vigore, il 10 novembre scorso, di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa, pari al 15% per gli aerei e che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi. A ciò gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, vini, cognac e brandy francesi e tedeschi, inserendoli nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021, risparmiando il vino italiano.

“La nostra regione – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – non ha subìto la prima ondata di dazi, che ha colpito così pesantemente il Made in Italy, ma si è temuto non poco per le esportazioni di vino DOC locale, che ha rischiato di finire nella nuova lista, eccellenza che, grazie alla qualità, continua a crescere sulla maggior parte dei mercati internazionali, facendo segnare un generale +8,9% nei primi sette mesi del 2020, nonostante la situazione emergenziale. È fondamentale che l’agroalimentare non si trovi più, in futuro, in mezzo a dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto e che posiziona le nostre eccellenze in situazioni d’incertezza e pericolo. Con l’elezione del nuovo presidente Usa, Biden, occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”.

 

TRENTINO, MADE IN ITALY: CON BIDEN STOP A DAZI SU PRODOTTI ITALIANI

“La tutela del Made in Italy e del Made in Trentino rimane uno dei nostri principali impegni soprattutto in un momento di difficoltà che colpisce anche i nostri produttori regionali. Ogni iniziativa che possa favorire la salvaguardia le produzioni delle nostre aziende va promossa a livello locale, nazionale e internazionale”. Questo il commento di Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige, rispetto alle possibili condizioni utili per superare i dazi aggiuntivi Usa che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy in riferimento all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

L’ elezione del nuovo presidente Usa – sottolinea la Coldiretti – arriva a poco più di un anno dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi.

Da allora si è verificata una escalation che ha portato  all’entrata in vigore il 10 novembre scorso di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.

“Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 5,2% nei primi undici mesi del 2020”.

 

PIEMONTE, USA: SUPERARE I DAZI CHE COLPISCONO EXPORT

“Ci sono le condizioni per superare i dazi aggiuntivi Usa che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy tra cui alcuni prodotti simbolo della nostra Regione, come i formaggi, il Gorgonzola in particolare, ed il vino”. E’ quanto affermano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale in riferimento all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

L’ elezione del nuovo presidente Usa arriva a poco più di un anno dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi. Da allora si è verificata una escalation che ha portato  all’entrata in vigore il 10 novembre scorso di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.

Moncalvo e Rivarossa concludono così: “Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”.

 

LAZIO, CRESCE IL NUMERO DEI GIOVANI IN AGRICOLTURA, (+10%) IN REGIONE

Si registra un balzo storico del 14% del numero di giovani imprenditori in agricoltura, a livello nazionale, rispetto a cinque anni fa, che va in controtendenza con l’andamento generale nel 2020 e la crisi provocata dall’emergenza Covid. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle iscrizioni al registro delle Imprese di Unioncamere relative al settembre 2020. Dati che evidenziano un piccolo esercito di under 35, che si dedica all’agricoltura e abbandona le altre attività produttive, dall’industria al commercio.

Nel Lazio si registra una crescita del 10 per cento negli ultimi cinque anni. Attualmente sono oltre 1500 le aziende guidate da giovani imprenditori nella regione e più di 950 solo a Roma e provincia.

<<E’ un apporto innovativo e tecnologico quello che i nostri giovani imprenditori riescono a dare ad un settore che ha bisogno di sperimentare nuove sfide – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – basti pensare che sette imprese under 35 su dieci operano in attività multifunzionali, che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale, l’agribenessere e la produzione di energie rinnovabili>>.

Tra le realtà imprenditoriali giovanili del Lazio troviamo sicuramente Amaseno, dove si registra un boom del 30 per cento di aziende bufaline gestite da under 40. In aumento anche le aziende a Viterbo. Una crescita a cui ha contribuito anche la pandemia che ha favorito una svolta green e una maggiore attenzione ai consumi genuini, sani e di qualità. 

<<Quello che registriamo con soddisfazione – spiega Danilo Scenna, delegato Giovani Impresa Coldiretti Lazio – è la presenza di giovani imprenditori che autonomamente decidono di lanciarsi in questa nuova sfida, senza avere l’azienda di famiglia alle spalle, come spesso accadeva in passato. Molti di loro hanno svolto esperienze lavorative diverse, spesso distanti dal mondo agricolo, ma hanno voluto scommettere sulla campagna con passione, innovazione e professionalità. Questi giovani, che rappresentano il nostro futuro, hanno bisogno di essere sostenuti anche economicamente>>.

Nel Lazio sono molte le realtà che si sono distinte anche nel concorso “Oscar Green” di Coldiretti, che ogni anno premia le idee innovative dei giovani imprenditori agricoli, sia nel campo della sostenibilità, che della creatività e del sociale.

  

PADOVA, NEL MIRINO DEI DAZI USA RIMANGONO I FORMAGGI VENETI

“Nel mirino dei dazi USA rimangono ancora i formaggi vanto del territorio veneto come Grana Padano, Asiago e altri ancora tipo il Provolone e poi il Gorgonzola, Fontina, anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello, pari ad un valore di circa mezzo miliardo di euro.  Con l’elezione di Joe Biden presidente degli Stati Uniti ci sono le condizioni per superare i dazi aggiuntivi Usa che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy” – commenta Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto.

A Padova il settore lattiero caseario conta, specie nell’Alta Padova e Destra Brenta, circa 500 aziende con un fatturato di quasi 90 milioni di euro nel 2020, cresciuto di un paio di punti percentuali (dati Veneto Agricoltura), quasi 40 mila vacche da latte, e una produzione di 2 milioni 140 mila quintali di latte l’anno, un quinto del totale veneto, destinato per lo più alla produzione di formaggi Dop e di latticini. L’emergenza Covid ha inciso negativamente sui prezzi, calati di oltre il 6% soprattutto sopratutto in primavera. Questo ha portato ad un incremento della produzione di formaggi Dop anche nella nostra provincia, soprattutto gli stagionati come l’Asiago d’Allevo (+40%) e il Montasio, ma non del Grana Padano che anzi ha registrato un calo dell’1,5% proprio per le difficili condizioni dei mercati internazionali, a partite da quello Usa. A poco più di un anno dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi.  si è verificata una escalation che ha portato  dal  10 novembre scorso anche all’applicazione di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.

“Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia” afferma Daniele Salvagno – a trainare il valore dell’export nazionale che vede negli Stati Uniti il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019  risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 5,2% nei primi undici mesi del 2020, è il Veneto con 710 milioni dato dal contributo delle specialità regionali di alta qualità.

 

ANCONA, NEL 2020 OLTRE 200 CASSETTE DI CAVOLI AL CARCERE DI BARCAGLIONE

Oltre 200 cassette di frutta e verdura e un lavoro che non si è fermato nonostante il Covid. Anche all’interno del carcere di Barcaglione la campagna non si è fermata con il lavoro dei detenuti nell’orto sociale della struttura. Un’iniziativa arrivata al suo settimo anno e che coinvolge circa il 60% dei reclusi seguiti dai tutor agricoli di Coldiretti Senior per sempre Ancona, sotto l’occhio attento di Sandro Marozzi, l’agronomo della casa circondariale dorica. Proprio in questi giorni si sono raccolti circa 400 tra cavolfiori, dal violetto al giallo, al bianco, vere e broccolo romano. Attrezzi in mano, in campo una dozzina al giorno, nonostante il Covid abbiamo condizionato tutti i ritmi quotidiani della struttura, gli spazi non mancano e si è riusciti a lavorare in sicurezza. “Il 2020 – spiega con soddisfazione Antonio Carletti, presidente regionale di Coldiretti Senior per sempre Ancona Coldiretti e tutor dell’orto – è stato chiuso in maniera eccellente. Quest’anno abbiamo raccolto pomodori, peperoni, zucchine, cetrioli, meloni e cocomeri. Dopo i cavoli abbiamo piantato la fava. Coltiviamo tante varietà anche per far conoscere la biodiversità a questi ragazzi”. Un’esperienza che per la sua valenza sociale, lo scorso agosto è stata finalista della fase regionale degli Oscar Green 2020 e che, durante le feste natalizie, si è affacciata al pubblico con uno stand al Mercato natalizio di Campagna Amica ad Ancona. “Da quattro anni a questa parte – aggiunge Carletti – partecipiamo a questa iniziativa con l’olio extravergine di oliva e il miele che produciamo. Le persone che ci conoscono per la prima volta e li provano, poi tornano e questo è un gran bel modo di trasmettere fiducia e dare coraggio a queste persone in cerca di riscatto”. Il progetto dell’orto sociale di Barcaglione è stato istituito dalla stessa Casa Circondariale. I pensionati di Coldiretti Ancona hanno messo a disposizione la loro esperienza e competenza, il loro tempo, insegnando ai detenuti come gestire la terra e supervisionando il lavoro.

 

LUCCA, COVID: NO A CHIUSURA ANTICIPATA ENOTECHE ALLE 18 PER L’ACQUISTO DEL VINO

Nei negozi e nei supermercati si potrà acquistare tranquillamente, anche dopo le 18.00, vino ed altre bevande alcoliche mentre nelle enoteche non sarà possibile farlo. Una disparità di trattamento che ha mandato su tutte le furie Coldiretti Lucca secondo cui la chiusura anticipata penalizza il settore della viticoltura, già pesantemente colpito dallo stop alla ristorazione e agli agriturismi, e le oltre 60 enoteche presenti sul territorio. “La chiusura anticipata alle 18,00 – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – discrimina ingiustamente le enoteche nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali resta correttamente consentita la vendita dei vini. Crediamo sia corretto dare una coerente interpretazione dell’ultimo DPCM per evitare di danneggiare un settore da primato del Made in Italy”.

L’entrata in vigore del DPCM del 14 gennaio che vieta dopo le ore 18:00 la vendita con asporto ai bar senza cucina ed a coloro che esercitano prevalentemente il commercio al dettaglio di bevande rischia di tradursi di fatto – denuncia Coldiretti – in una ingiustificata disparità di trattamento per la vendita di bevande alcoliche a discapito delle enoteche.  Infatti, fino al prossimo 5 marzo, l’acquisto dei predetti prodotti – spiega Coldiretti – potrà essere effettuato anche dopo le 18:00 presso la grande distribuzione e altri esercizi di vicinato che non abbiano come codici Ateco prevalenti quelli ricadenti espressamente nel suddetto divieto. “Le enoteche – commenta ancora Elmi – sono canali di commercializzazione fondamentali soprattutto per le piccole etichette e per le piccole aziende. Sono presidi di tipicità e di identità del territorio. Negli ultimi anni in provincia di Lucca c’è stata una interessante espansione di questo settore spinta anche da una maggiore cultura e consapevolezza da parte dei consumatori. Una tendenza che – conclude Elmi –va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza. Il settore del vino è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione dove viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia”.

 

VICENZA, 20 MILA TON DI ASIAGO A RISCHIO PER STOP USA AI DAZI SU MADE IN ITALY

Oltre 42 milioni di euro corrispondenti a poco meno di 43 mila tonnellate. A tanto ammonta l’export italiano in Usa per il lattiero-caseario, messo alle strette dallo stop ai dazi imposto dagli Usa e che potrebbe essere salvato con la nuova presidenza di Joe Biden.

“Nel mirino dei dazi Usa rimangono ancora i formaggi vanto del territorio veneto come Asiago, Grana Padano ed altri, tra i quali Provolone, Gorgonzola, Fontina, nonché salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello, pari ad un valore complessivo di circa mezzo miliardo di euro. Con l’elezione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti si auspica vengano superati i dazi aggiuntivi Usa che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, pone l’accento sull’importante tema dell’export delle eccellenze italiane negli Usa.

Ad oltre un anno dall’entrata in vigore negli Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione Europea, per iniziativa di Donald Trump, nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus, sulla quale è intervenuto anche in Wto, autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi, si è verificata un’escalation che ha portato dal  10 novembre scorso anche all’applicazione di tariffe aggiuntive dell’Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei, che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi, alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.

Situazione pesante per il Vicentino. Il lattiero-caseario è tra i settori maggiormente colpiti, con un export che si attesta in oltre 42 milioni di euro e si colloca al terzo posto tra i prodotti, preceduto dai prodotti da forno e farinacei (oltre 56 milioni di euro) ed il vino, che guida la classifica con ben 593 milioni di euro.

Importanti i dati relativi all’Asiago, con a rischio 16.356 tonnellate di Asiago pressato e 2.237 di Asiago d’allevo, cui si aggiungono le produzioni di Grana Padano (21.274 tonnellate) e Provolone Valpadana (2.740 tonnellate).

“Occorre avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia” conclude Cerantola – a trainare il valore dell’export nazionale che vede negli Stati Uniti il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 5,2% nei primi undici mesi del 2020, è il Veneto con 710 milioni dato dal contributo delle specialità regionali di alta qualità.

 

SONDRIO, AGRITURISMI E FILIERE: CON ZONA ROSSA SITUAZIONE È DRAMMATICA

Dopo il ritorno della Lombardia in zona rossa, cala un’ulteriore preoccupazione per il quadro, già gravemente compromesso, delle filiere cibo-turismo in provincia di Sondrio. “Una mazzata per l’intero settore, con le aziende in ginocchio che, ora, vedono uno scenario ancora più fosco: il comparto del vino, come quello lattiero caseario e, per esteso, tutto l’agroalimentare valtellinese e chiavennasco sta affrontando una situazione senza precedenti. E’ uno scenario apocalittico, che ancora dodici mesi fa mai avremmo potuto immaginare” commenta Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio.

Ed è particolarmente grave la situazione per gli agriturismi, come rileva con preoccupazione Angelo Cerasa, presidente di Terranostra, l’associazione che riunisce le strutture agrituristiche in seno a Coldiretti in provincia di Sondrio. “L’epidemia avanza e la situazione è davvero molto preoccupante. Il settore è stato costretto alla chiusura per l’intero periodo natalizio, tuttora non stiamo lavorando e con la Lombardia in zona rossa la stagione invernale sembra ormai compromessa. Nemmeno la prossima scadenza ancora ipotetica per la riapertura degli impianti sciistici, può essere presa come una certezza, anzi”.                            

Per gli agriturismi la situazione è ancor più critica: “Mi spiego con un esempio concreto: ognuna delle nostre strutture è collegata ad un’azienda agricola che non può fermare le proprie produzioni: il latte deve essere munto quotidianamente, così come vengono trasformati formaggi e salumi. E’ un ciclo perfetto che si completa con la somministrazione al pubblico in agriturismo. Noi, di fatto, non possiamo sospendere le produzioni, ma dobbiamo invece fare i conti con dispensa e cantina in cui i prodotti continuano a dover essere stoccati: a questo va trovata una soluzione urgente, vi è un tempo fisiologico per il consumo dei prodotti che va assolutamente rispettato. Perdurando la situazione, il problema delle scorte accumulate diventerà enorme e insostenibile anche dal punto di vista economico”.

Per di più ancora non si sa quanto ancora potranno durare le restrizioni: “La situazione, anche dal punto di vista dell’epidemia, sembra addirittura in peggioramento, quindi certamente le prossime settimane, anche per noi saranno ancora durissime. Dovremo resistere, e la capacità di resistenza varia ovviamente da struttura a struttura e dipende da molti fattori: il danno economico, in ogni caso, sta diventando davvero insostenibile, sia per noi che per i dipendenti e le loro famiglie. Il danno quindi è triplice: per l’agriturismo, per l’azienda agricola e per quanti vi lavorano”.

Una situazione che perdura da quasi un anno, dallo scorso marzo quando scattarono le prime quarantene e i primi lockdown, proprio in Lombardia: “Nell’ultimo anno, di fatto, abbiamo potuto lavorare per meno di sei mesi e per di più con forti limitazioni: le ripercussioni sono facilmente intuibili. Dover iniziare a gettare via quanto producono le nostre imprese agricole significherebbe la fine di tutto: è uno scenario che i floricoltori del settentrione lombardo hanno già dovuto vivere la scorsa primavera, costretti a smaltire in campo le loro piante che continuavano a fiorire e non potevano essere vendute. Non possiamo permettere che ciò si ripeta, per alcun segmento della nostra economia agricola”.

Un quadro preoccupante che, dalla provincia di Sondrio, si estende all’Italia intera: il crollo delle attività di ristorazione, infatti, travolge a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti per un valore stimato in 9,6 miliardi nel solo 2020.

 

PESARO URBINO, CONSEGNATO OLTRE 1 QUINTALE DI CIBO PER FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ

Oltre un quintale di cibo a chilometro zero donato alla Caritas di Pesaro e destinato alle famiglie bisognose. La solidarietà continua nei mercati di Campagna Amica della provincia di Pesaro Urbino. E quello che sono riusciti a raccogliere gli agricoltori di Coldiretti Giovane Impresa e di Donne Impresa nel corso del mese di dicembre con l’iniziativa Spesa Sospesa si è tramutato in frutta, formaggio, legumi, pasta e passato di pomodoro. Generi alimentari che nei giorni scorsi sono stati consegnati, appunto, alla Caritas per la successiva distribuzione. Un impegno di sostegno alla comunità che Coldiretti si è preso fin dalle prime battute della pandemia. La crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria ha colpito la popolazione e costretto molte famiglie a rivolgersi ad associazioni benefiche. Un grido d’aiuto colto da tutto il mondo agricolo che si è mobilitato. Per il presidente di Coldiretti PU, Tommaso Di Sante, e per il direttore provinciale Claudio Calevi “i risultati di queste iniziative sono motivo di grande soddisfazione. L’agricoltura ribadisce la sua capacità di coniugare economia ed etica al servizio del territorio. La Spesa Sospesa andrà avanti anche nei prossimi giorni attraverso i mercati settimanali. Per quanto fatto e per quanto ancora da fare ringraziamo Giuditta Mercurio che, in qualità di presidente degli Agrimercati provinciali, ne ha seguito l’organizzazione”.  Già nel primo lockdown Coldiretti Pesaro Urbino aveva provveduto, attraverso la Protezione Civile, ad aiutare 15 famiglie indigenti con mezzo quintale di prodotti tra lonze e prosciutti, salsicce secche, farro, ceci, lenticchie, pesche, confetture, passate e formaggi. A dicembre, inoltre, attraverso la Fondazione Campagna Amica, sono stati consegnati altri 1758 chili di pasta tramite le Caritas diocesane di Pesaro, Fano e l’associazione DomoMia-Banco Alimentare. Tutto cibo 100% italiano e di alta qualità per dare, oltre che un concreto aiuto alle famiglie, anche un sostegno all’economia locale in questo momento di grande difficoltà.

 

CAGLIARI, SI RAFFORZA LA SPESA SOSPESA CONTADINA NEI MERCATI CAMPAGNA AMICA

Si allarga la rete solidale nei mercati di Campagna Amica del sud Sardegna dove poter fare la “spesa sospesa contadina”. Tutte le settimane nei mercati contadini di Cagliari, Selargius, Quartu Sant’Elena, Monserrato e da oggi anche Pirri oltre ad acquistare i prodotti freschi e di stagione direttamente dal produttore ad un prezzo etico, (equo per chi produce e per chi acquista) si potrà anche dare il proprio contributo alla sempre più ampia fascia di popolazione in difficoltà economica, che con l’emergenza Covid è ulteriormente aumentata con una crescita dei bisogni e delle richieste soprattutto di beni alimentari. Una crescita del disagio sociale che ha coinvolto fasce prima estranee al fenomeno, ed in particolare piccoli commercianti e lavoratori autonomi.

Il modello è quello ideato in Campania del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo e non può permetterselo. Campagna Amica lo ha mutuato per la spesa contadina ma i destinatari sono sempre le famiglie indigenti.

L’iniziativa, presente in tutti i mercati di Campagna Amica italiani, nel sud Sardegna coinvolge diverse associazioni caritevoli che distribuiscono alle persone bisognose i prodotti agricoli dei mercati di Campagna Amica acquistati dai clienti o donati direttamente dalle aziende agricole.

In tre mercati, il giovedì in piazza dei Centomila a Cagliari, il venerdì a Selargius in piazza dei Martiri di Buggerru ed il sabato a Quartu a Pitz’è Serra, la partnership di Campagna Amica per la “spesa sospesa contadina” è stata stretta con l’associazione di volontariato A.S.C.E., (Associazione Sarda Contro l’Emarginazione).

A Monserrato, il sabato nel mercato di via del Redentore, collabora con l’associazione culturale Sa Carriadroxia, mentre da questa mattina (e tutti i mercoledì) si potrà fare la spesa sospesa contadina anche nel mercato di Pirri che si tiene in via Santa Maria Goretti, grazie alla collaborazione con la fondazione Domus de Luna e al loro progetto tiabbraccio.it. 

“Ad ogni mercato la risposta dei clienti e delle stesse aziende agricole è sempre importante – afferma il presidente dell’associazione degli agricoltori di Campagna Amica Cagliari Antonio Mereu -. Oltre che attenti nella scelta dei prodotti da portare a tavola sono sensibili anche verso le persone più deboli. Questo consente alla associazioni con le quali collaboriamo di poter consegnare a numerose famiglie prodotti sani e genuini ed a km0”.

Nei mercati il cliente quando fa la sua spesa può acquistare anche altri prodotti che lascia al produttore. Alla fine del mercato i volontari delle associazioni fanno il giro dei banchi per raccogliere i prodotti che poi consegnano alle famiglie bisognose.

“I nostri non sono dei semplici mercati – spiega il presidente provinciale di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas – ma degli spazi di socialità, sono delle comunità in cui si vendono i prodotti agricoli ma si fa anche cultura, didattica e solidarietà. Si raccontando i processi produttivi, il saper fare contadino, la stagionalità dei prodotti e si fa solidarietà prestando attenzione anche alle persone più deboli”.

 

VENEZIA, COVID E SOLIDARIETA’: NUOVE CONSEGNE ALL’EMPORIO SOLIDALE

Gli agricoltori offrono il loro contributo alla comunità locale nella speranza di aiutare a superare l’emergenza economica e sociale provocata dalla diffusione del coronavirus e dalle necessarie misure di contenimento. Così, il presidente di Agrimercato Venezia Davide Montino, insieme alla coordinatrice di Campagna Amica Martina Bosello si sono recati stamane all’Emporio Solidale e alla Casa dell’Ospitalità di Mestre in via Santa Maria dei Battuti dove hanno consegnato circa 1,5 quintali di prodotti.  Presenti al momento della consegna che è avvenuta direttamente nelle mani delle persone bisognose, il vice presidente della Fondazione di Partecipazione alla Casa dell’ospitalità Alessandro Cabossi e il direttore Francesco Pilli. “L’emergenza dell’ultimo periodo ci ha costretti a rimodulare il lavoro dell’Emporio che attualmente segue 93 nuclei famigliari pari a 450 persone; ai bisogni ordinari si sono aggiunte nuove problematiche di famiglie che hanno perso il lavoro e si trovano davvero in difficoltà, per cui la collaborazione avviata da Aprile con Coldiretti ci risulta preziosa” – ha affermato il vicepresidente Cabossi. I prodotti consegnati stamane sono stati subito smistati, infatti l’Emporio della Solidarietà è aperto la mattina del Mercoledì e Giovedì e Venerdi l’intera giornata.

“Oltre allo staff che regolarmente lavora con noi, ultimamente possiamo contare su Volontari che ci aiutano a gestire i flussi di persone che arrivano all’Emporio, per questo siamo riconoscenti anche a Coldiretti che collabora nell’obiettivo di cambiare visione: dall’ all’erogazione di un mero servizio, puntiamo ad un senso di solidarietà comune che ci porta ad un orizzonte più ampio quello cioè di integrazione e miglioramento di vita delle persone in difficoltà.” Specifica il vicepresidente Cabossi. “La casa dell’Ospitalità è diventata un punto di riferimento per molte persone- racconta il direttore Francesco Pilli- infatti non vediamo l’ora di terminare i lavori di ampliamento e ristrutturazione della Casa per poter offrire un’accoglienza più calorosa”.

Altri pacchi sono in consegna al Marghera presso Le Opere Riunite Buon pastore e alla Parrocchia di Scaltenigo, grazie a delle segnalazioni di situazione di difficoltà pervenute nei giorni scorsi. “Dallo scorso lock down di marzo siamo impegnati in queste iniziative solidali – spiega Davide Montino presidente di Agrimercato Venezia, – in questo periodo così incerto ci teniamo a fare la nostra parte per donare un po’ di serenità alle famiglie che si trovano ad affrontare le difficoltà della crisi. Anche l’agricoltura sta risentendo degli effetti della pandemia ma questo non ci impedisce di pensare a chi si trova nel bisogno”.

Siamo ormai vicini all’’obiettivo di donare 5 milioni di chili in specialità “Made in Italy” arrivando capillarmente a tutte le persone in difficoltà, progetto messo in campo dal management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e dalla Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari a favore di una operazione di solidarietà importante per gli agricoltori e per i tanti cittadini che in questo momento si trovano in difficoltà anche per mangiare. Si tratta – spiega la Coldiretti – della più grande offerta gratuita di cibo mai realizzata dagli agricoltori italiani per aiutare a superare l’emergenza economica e sociale provocata dalla diffusione del coronavirus e dalle necessarie misure di contenimento. Il Covid ha inciso sulle azioni benefiche con oltre un italiano su tre (34%) che ha dovuto rinunciare o ridurre nel 2020 la solidarietà dopo averla fatta negli anni scorsi.

In Veneto – spiega Coldiretti – sono circa 97mila gli indigenti che si rivolgono alle mense pubbliche organizzate dagli enti preposti. A causa dell’emergenza sanitaria il disagio sociale è aumentato con un incremento del 30% di nuovi poveri. Il quadro regionale e così anche quello veneziano è rappresentato da nuove figure di indigenti– spiega Coldiretti – c’è chi ha perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che si sono fermate. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – hanno sperimentato condizioni di vita così problematiche tanto da dover ricorrere alle forme di solidarietà.

Alle fasce deboli gli agricoltori di Coldiretti hanno donato in questi mesi 10mila chilogrammi di prodotti raccolti grazie alle offerte dei consumatori che acquistano ai banchi degli agricoltori. Uno spaccato che Coldiretti Veneto ha evidenziato nel documento programmatico “Patto identitario” chiedendo alla politica veneta l’adeguamento della legge regionale n.11 del 2011 per arginare la povertà e il disagio sociale attuando un’equa distribuzione delle eccedenze alimentari. “E’ necessario –spiega Coldiretti Veneto – inserire tra le finalità interventi su tutta la filiera agroalimentare prevedendo campagne di comunicazione sui temi dell’educazione e la riduzione degli sprechi, favorendo gli aiuti economici e i sostegni umanitari, facilitando le donazioni anche sul piano amministrativo.

 

VARESE, INSEDIAMENTO BIDEN: OCCASIONE PER UNO STOP AI DAZI U.S.A.

“Ci sono le condizioni per superare i dazi aggiuntivi Usa che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro che colpiscono anche prodotti frutto dell’agricoltura made in Varese: due su tutti, il Grana Padano e il Gorgonzola che vengono prodotti anche con il latte munto nelle nostre stalle. Ma si tratta di un lungo elenco dove rientrano, fra le molte referenze, anche salami, mortadelle, succhi e liquori”. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori in riferimento all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden. 

L’ elezione del nuovo presidente Usa – sottolinea la Coldiretti – arriva a poco più di un anno dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi.

Da allora si è verificata una escalation che ha portato  all’entrata in vigore il 10 novembre scorso di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.

“Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia” conclude Fiori nel sottolineare che “gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 5,2% nei primi undici mesi del 2020”.

 

FERRARA, ENTRA NEL VIVO LA TRATTATIVA PER ACCORDO POMODORO

Entra nel vivo la trattativa fra produttori e industriali per il prezzo del pomodoro da industria nel Nord Italia, relativo alla campagna 2021.

I produttori siedono al tavolo delle trattative – comunica Coldiretti Emilia Romagna – forti del successo di una “programmazione produttiva” introdotta nel contratto 2020, che ha ben funzionato con un risultato in linea con i contratti sottoscritti e che aveva fissato obiettivi massimi di superficie e di quantità per la dotazione di ogni singola OP ma con un prezzo della stagione passata non ancora soddisfacente.

Per questo nuovo contratto – continua Coldiretti – occorre assolutamente continuare con la “programmazione” introdotta nella scorsa campagna, con chiarezza e trasparenza sulle quantità impegnate, sia da parte agricola che da parte industriale, in modo tale che si possa velocemente arrivare alla firma del contratto quadro per il 2021, per garantire alle aziende agricole una corretta pianificazione e certezze sul prezzo.

Coldiretti sollecita un miglioramento della “scaletta produttiva”, con una revisione della “Base100” portando il grado brix a 4,85, in modo da avvicinarsi sempre più alla media comprensoriale e di conseguenza il “prezzo contrattato” sia sempre più in linea con il “prezzo reale”.

Considerate le difficoltà nella raccolta del prodotto, che si sono verificate nel 2020, diventa inoltre indispensabile programmare il periodo di trapianto delle piantine e la successiva raccolta del prodotto, in modo omogeneo su tutto l’arco della campagna di trasformazione, prevedendo un meccanismo di incentivazione economica per i raccolti precoci e tardivi.

“Per il futuro – dichiara il presidente regionale Nicola Bertinelli – non basterà più accordarsi solamente sulle quantità da produrre e da consegnare ma sarà fondamentale che tutta la filiera sia allineata in un progetto di valorizzazione del pomodoro coltivato in Italia. Oggi – prosegue Bertinelli – è indispensabile avere un approccio nuovo, sfruttando appieno quelle che sono le opportunità dei Distretti del Cibo, mettendo insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni e università per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che produce e trasforma un prodotto di altissima qualità in un territorio ben definito.

Un nuovo progetto che ponga le basi per il futuro di questo comparto, con la Coldiretti sempre pronta a dare il suo contributo per progetti veri, di valore, nell’interesse della filiera e del reddito degli agricoltori”.

 

VICENZA, STRUTTURE VUOTE DALL’ALTOPIANO ALLE DOLOMITI

Sull’Altopiano dei Sette Comuni e sulle Dolomiti mancano all’appello 100mila turisti che avrebbero garantito un flusso di oltre 440mila presenze sui monti veneti. I dati dell’Osservatori Statistico Regionale fanno riferimento al mese di gennaio dell’anno scorso e, considerata l’emergenza sanitaria, la preoccupazione aumenta in vista della fine del mese per la continua assenza di italiani e stranieri su piste da sci, rifugi e malghe.

Da Asiago a Belluno, passando per la comunità montana della Lessinia, la Pedemontana e le Prealpi Trevigiane, il presidio degli agricoltori permette di promuovere accoglienza ed ospitalità in realtà strategica espressione della coesione tra città e campagna, in una logica di nuove geografie territoriali. 

“Proprio dal lavoro di questo periodo dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole – spiega il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento. Un vuoto pesante per il sistema turistico, che si aggiunge alle perdite registrate a fine anno con una sensibile riduzione di vacanzieri a dicembre. Il mancato introito per spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir non risparmia il cibo diventato la voce principale del budget delle famiglie in viaggio nel BelPaese con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche”.

Situazione pesante per gli agriturismi. “Gli agriturismi sono in difficoltà – conclude Cerantola – pur attivando l’asporto ed il menù porta a porta non hanno coperto le perdite per le cerimonie, pranzi e cene saltati a causa della pandemia. Gli investimenti per l’accoglienza, l’ospitalità e la ristorazione sono rilevanti se si considera che le aziende sono situate spesso in aree economicamente fragili segnate ancora dalle ferite ambientali provocate dall’uragano Vaia, ma allo stesso tempo di grande bellezza, nessun rimborso, per quanto utile, riuscirà a ripagare quanto organizzato e messo in campo dagli operatori del settore per gli sport all’aria aperta a contatto con la natura, escursioni e passeggiate con servizi ad hoc per le famiglie ospiti”.

 

PIACENZA, POMODORO: PROGRAMMAZIONE E DISTRETTO CHIAVI PER FILIERA 

Entra nel vivo la trattativa fra produttori e industriali per il prezzo del pomodoro da industria nel Nord Italia relativo alla campagna 2021.

I produttori siedono al tavolo delle trattative – comunica Coldiretti Piacenza – forti del successo di una “programmazione produttiva”, introdotta nel contratto 2020, che ha ben funzionato. Il risultato si è rivelato in linea con i contratti sottoscritti, ed erano stati fissati obiettivi massimi di superficie e di quantità per la dotazione di ogni singola OP, ma il prezzo della stagione passata non era ancora risultato soddisfacente.

Per questo nuovo contratto – continua Coldiretti Piacenza – occorre assolutamente continuare con la “programmazione” introdotta nella scorsa campagna, con chiarezza e trasparenza sulle quantità impegnate, sia da parte agricola che da parte industriale, in modo tale che si possa velocemente arrivare alla firma del contratto quadro per il 2021, in modo tale da garantire alle aziende agricole una corretta pianificazione e certezze sul prezzo.

Coldiretti sollecita un miglioramento della “scaletta produttiva”, con una revisione della “Base100” che porti il grado brix a 4,85, in modo da avvicinarsi sempre più alla media comprensoriale e di conseguenza il “prezzo contrattato” sia sempre più in linea con il “prezzo reale”.

Considerate le difficoltà nella raccolta del prodotto che si sono verificate nel 2020, diventa inoltre indispensabile programmare il periodo di trapianto delle piantine e la successiva raccolta del prodotto in modo omogeneo su tutto l’arco della campagna di trasformazione, prevedendo un meccanismo di incentivazione economica per i raccolti precoci e tardivi.

«Per il futuro – dichiara il presidente di Coldiretti Piacenza Ugo Agnelli – non basterà più accordarsi solamente sulle quantità da produrre e da consegnare, ma sarà fondamentale che tutta la filiera sia allineata in un progetto di valorizzazione del pomodoro coltivato in Italia. Oggi – prosegue Agnelli – è indispensabile avere un approccio nuovo, sfruttando appieno quelle che sono le opportunità dei Distretti del Cibo, mettendo insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni e università per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che produce e trasforma un prodotto di altissima qualità in un territorio ben definito». «Un nuovo progetto – conclude Agnelli – che ponga le basi per il futuro di questo comparto, con la Coldiretti sempre pronta a dare il suo contributo per progetti veri, di valore, nell’interesse della filiera e del reddito degli agricoltori».

 

ALESSANDRIA, ELEZIONE BIDEN: CI SONO LE CONDIZIONI PER SUPERARE DAZI ALL’EXPORT

“Ci sono le condizioni per superare i dazi aggiuntivi Usa che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy tra cui alcuni prodotti simbolo del territorio alessandrino, in particolare il vino”.

E’ quanto affermano Mauro Bianco e Roberto Rampazzo, Presidente e Direttore Coldiretti Alessandria, in riferimento all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

L’elezione del nuovo presidente Usa arriva a poco più di un anno dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi.

Da allora si è verificata un’escalation che ha portato  all’entrata in vigore il 10 novembre scorso di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.

“Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.

 

COMO-LECCO, COVID: STOP ALLE 7.000 ENOTECHE ITALIANE PENALIZZA ANCHE IL VINO

“La chiusura anticipata alle 18, oltre a discriminare le oltre 7mila enoteche presenti in Italia, penalizza anche la viticoltura delle due province lariane”: i diverse etchette del nostro territorio, infatti, raggiungono una gran parte di appassionati e intenditori proprio grazie al lavoro degli enotecari nei loro esercizi specializzati.

Lo rimarca Coldiretti Como Lecco attraverso il presidente Fortunato Trezzi nel richiamare “l’esigenza di una coerente interpretazione dell’ultimo DPCM per evitare di danneggiare un settore da primato del Made in Italy che vale oltre 11 miliardi all’anno e che costituisce una vetrina d’eccellenza anche per le due province lariane. I nostri viticoltori stanno pagando già molto duramente la crisi, il settore è certamente tra i più penalizzati dalla chiusura del canale della ristorazione”.

L’entrata in vigore del DPCM del 14 gennaio che vieta dopo le ore 18 la vendita con asporto ai bar senza cucina ed a coloro che esercitano prevalentemente il commercio al dettaglio di bevande rischia quindi di tradursi, di fatto, in una ingiustificata disparità di trattamento per la vendita di bevande alcoliche a discapito delle enoteche nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali resta correttamente consentita la vendita dei vini. Infatti, fino al prossimo 5 marzo, l’acquisto dei predetti prodotti – spiega la Coldiretti – potrà essere effettuato anche dopo le 18 presso la grande distribuzione e altri esercizi di vicinato che non abbiano come codici Ateco prevalenti quelli ricadenti espressamente nel suddetto divieto.

Le enoteche – sottolinea Coldiretti Como Lecco – hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio: in Lombardia, il loro numero è cresciuto negli ultimi anni sfiorando quota mille: Milano è la città che conta più enoteche, oltre 250; la vicina provincia Bergamo è invece quella dove, nel quinquennio precedente l’emergenza Covid, si è registrato lo sviluppo maggiore, con un incremento di oltre il 19%.

Ma il vino “made in Como-Lecco” – in particolare la Igt “Terre Lariane” registra successi anche nelle 480 enoteche della capitale, Roma, e perfino nella provincia che conta il maggior numero di esercizi specializzati per la vendita di vino, ovvero Napoli, con quasi 530 unità. Una tendenza che – precisa la Coldiretti – va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza.

 

MODENA, POMODORO: PROGRAMMAZIONE E DISTRETTO CHIAVI PER FILIERA 

Entra nel vivo la trattativa fra produttori e industriali per il prezzo del pomodoro da industria nel Nord Italia, relativo alla campagna 2021.

I produttori siedono al tavolo delle trattative – comunica Coldiretti Emilia Romagna – forti del successo di una “programmazione produttiva” introdotta nel contratto 2020, che ha ben funzionato con un risultato in linea con i contratti sottoscritti e che aveva fissato obiettivi massimi di superficie e di quantità per la dotazione di ogni singola OP ma con un prezzo della stagione passata non ancora soddisfacente.

Per questo nuovo contratto – continua Coldiretti – occorre assolutamente continuare con la “programmazione” introdotta nella scorsa campagna, con chiarezza e trasparenza sulle quantità impegnate, sia da parte agricola che da parte industriale, in modo tale che si possa velocemente arrivare alla firma del contratto quadro per il 2021, per garantire alle aziende agricole una corretta pianificazione e certezze sul prezzo. Coldiretti sollecita un miglioramento della “scaletta produttiva”, con una revisione della “Base100” portando il grado brix a 4,85, in modo da avvicinarsi sempre più alla media comprensoriale e di conseguenza il “prezzo contrattato” sia sempre più in linea con il “prezzo reale”.

Considerate le difficoltà nella raccolta del prodotto, che si sono verificate nel 2020, diventa inoltre indispensabile programmare il periodo di trapianto delle piantine e la successiva raccolta del prodotto, in modo omogeneo su tutto l’arco della campagna di trasformazione, prevedendo un meccanismo di incentivazione economica per i raccolti precoci e tardivi.

“Per il futuro – dichiara il presidente regionale Nicola Bertinelli – non basterà più accordarsi solamente sulle quantità da produrre e da consegnare ma sarà fondamentale che tutta la filiera sia allineata in un progetto di valorizzazione del pomodoro coltivato in Italia. Oggi – prosegue Bertinelli – è indispensabile avere un approccio nuovo, sfruttando appieno quelle che sono le opportunità dei Distretti del Cibo, mettendo insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni e università per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che produce e trasforma un prodotto di altissima qualità in un territorio ben definito.

Un nuovo progetto che ponga le basi per il futuro di questo comparto, con la Coldiretti sempre pronta a dare il suo contributo per progetti veri, di valore, nell’interesse della filiera e del reddito degli agricoltori”.

 

Appuntamenti

 

TOSCANA, UE: WEBINAR ‘LE VIE CHE PORTANO ALL’EUROPA’

Giovedì 21 gennaio

Le vie che portano all’Europa, ma che soprattutto dall’Europa fanno arrivare in Italia e in Toscana risorse vitali per lo sviluppo strategico dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Per questo Coldiretti Toscana organizza un confronto a tutto tondo con gli attori protagonisti dell’epocale momento che il settore agricolo e agroalimentare sta vivendo.

Si parlerà delle ‘Vie che portano all’Europa’ per chiarire cosa si cela dietro parole e acronimi spesso sconosciuti agli agricoltori e delle prospettive di sviluppo del settore agroalimentare trainante dell’economia in Toscana nel corso del webinar che si terrà giovedì 21 gennaio 2021, alle ore 10,30 con diretta facebook sulla pagina di Coldiretti Toscana, a cui parteciperanno Antonino Melara, Autorità di Gestione del Psr Toscana, Paolo Magaraggia della Coldiretti Bruxelles, Felice Adinolfi dell’università degli Studi di Bologna, Simona Bonafe’, Deputato del Parlamento Europeo, Stefano Leporati dell’Area Economica Coldiretti Nazionale, Stefania Saccardi, Vicepresidente e Assessore all’agroalimentare della Regione Toscana, altre a Veronica Barbati, Delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa e Floriana Fanizza, Responsabile nazionale di Coldiretti Donne Impresa.              

I lavori, che saranno aperti con il video “Gli eroi del cibo”, verranno moderati dal Direttore Angelo Corsetti e chiusi dal presidente regionale di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi.

 

PUGLIA: WEBINAR SU GIOVANI, NEXT GENERATION EU E FONDI STRUTTURALI

Oggi

Lo storico ritorno alla campagna con oltre 5306 under 35 alla guida di imprese agricole è un trend positivo che trova conferma anche ai tempi del Covid, ma che va accompagnato e sostenuto con adeguate azioni incentivanti per finanziare le idee green nelle campagne.

Del primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del 12% negli ultimi cinque anni dei giovani in campagna e dei ‘Giovani talenti da #coltivare tra Next Generation EU e i fondi strutturali’ attuali e futuri si discuterà oggi 20 gennaio 2021, alle ore 17,30, nel corso di un webinar organizzato da Coldiretti Giovani Impresa Puglia, moderato dal direttore regionale di Coldiretti, Pietro Piccioni, e che vedrà la partecipazione di Benedetta Liberace, Delegata Coldiretti Giovani Impresa Puglia, Stefano Leporati, Area Economica Coldiretti Nazionale, Alessandro Delli Noci, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Veronica Barbati, Delegata Nazionale Coldiretti Giovani Impresa.

Nel corso dell’incontro sarà presentato lo studio di Coldiretti Puglia sui ‘Giovani in agricoltura ai tempi del Covid’.