COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News la Forza del Territorio del 19 febbraio 2019

19 Febbraio 2019
News la Forza del Territorio del 19 febbraio 2019

Primo piano

ANCONA

IL VERDE PUBBLICO ENTRI NELL’AGENDA POLITICA

La vivibilità di una città e la qualità della vita che ne deriva – rileva la Coldiretti provinciale – dipendono necessariamente anche dalla salubrità, sotto varie forme, di cui gli abitanti possono godere

Gli anconetani possono contare su quasi 41 metri quadrati di verde a testa. Una quota in aumento di circa l’1% rispetto all’anno precedente e che pone il capoluogo dorico sopra la media delle città italiane per verde urbano pro capite. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Ancona su dati Ispra in occasione delle misure restrittive alla circolazione scattate in molte città del nord provocate dall’assenza vento e pioggia.  Un tema, quello del verde pubblico nelle città, che va posto all’ordine del giorno delle amministrazioni comunali e dei programmi elettorali in vista della tornata di rinnovi dei consigli comunali che riguarderà la provincia anconetana”.

La vivibilità di una città e la qualità della vita che ne deriva, dipendono necessariamente anche dalla salubrità, sotto varie forme, di cui gli abitanti possono godere – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Ancona – Le aree verdi, il cibo, le risorse naturali sono beni comuni di cui le amministrazioni devono prendersi sempre di più cura ispirandosi al modello agricolo che rende le nostre campagne leader nella sostenibilità ambientale delle produzioni e avvalendosi, quindi, del loro contributo per la gestione dei parchi e per l’offerta di alimenti sicuri, garantiti e di qualità”.

In questo contesto è anche positiva la conferma, all’interno della manovra di bilancio, del bonus verde con detrazioni del 36% per la cura del verde privato quali terrazzi e giardini, anche condominiali. In regione ci sono circa 700 aziende tra vivaistiche e aziende agricole multifunzionali che possono essere chiamate da privati per occuparsi di questo aspetto.

La Coldiretti ha stilato la prima top ten delle piante mangia smog, dall’Acero riccio alla Betulla verrucosa, dal Ginkgo Biloba al Bagolaro, dal Frassino comune all’Ontano nero, dal Tiglio selvatico all’Olmo che anche nel proprio giardino sono capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10 che ogni anno in Italia causano circa 80.000 morti premature secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente.

 

Dal territorio

 

PUGLIA: XYLELLA, OGNUNO SI ASSUMA RESPONSABILITA’. BASTA DEMAGOGIA

“In sei anni si sono susseguiti errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio e dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione. Concordiamo su tutta la linea con il commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis, ma le istituzioni devono assumersi ad ogni livello le proprie responsabilità, cambiando radicalmente atteggiamento. Bisogna dire basta alla demagogia perché c’è ancora chi strizza l’occhio in Puglia a quel mondo negazionista e da spy story che ha nuociuto al Salento quasi quanto la malattia stessa”, dichiara il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Il Piano anti Xylella del Ministro Centinaio non ha trascurato alcun aspetto dell’emergenza, e soprattutto ha tenuto in dovuto conto le gravi difficoltà di aziende agricole e vivai, aggiungendo anche i frantoi, una nostra richiesta pressante – continua il presidente Muraglia – ma si è dovuti arrivare a febbraio 2019 per avere una evidenza nazionale sul tema. Servono con urgenza ora gli strumenti applicativi per renderlo realmente operativo. Così come è urgente che parta una seria comunicazione istituzionale”.

Sono saliti a 1,2 miliardi i danni provocati dal diffondersi della Xylella fastidiosa – ricorda Coldiretti Puglia – il batterio che provoca il rapido disseccamento dell’olivo, che avanza inesorabilmente in Puglia, la cui presenza è stata conclamata per la prima volta nell’ottobre del 2013 con test di evidenza scientifica.

“Contro il dilagare della Xylella che è arrivata a Monopoli i fondi che l’Unione Europea ha destinato a monitoraggi e test di campionamento, 3 milioni di euro per tutto il territorio italiano e per altri 7 patogeni della stessa categoria, sono solo briciole – aggiunge il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele – quando monitoraggio e campionamento sono attività cruciali, considerato che non esiste una cura per la malattia, per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe, anche puntando sulle tecnologie innovative di monitoraggio remoto”.

Anche in questo caso non mancano le responsabilità regionali e anche comunitarie e sotto accusa – continua la Coldiretti – è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che – conclude la Coldiretti – devono invece superare i nostri prodotti quando vengono esportati.

 

REGGIO EMILIA, L’AGRICOLTURA A REGGIO EMILIA È UN LAVORO PER GIOVANI

A fine anno le imprese attive giovanili sono risultate 30.123, pari al 7,5% delle imprese regionali rappresentando la quota più bassa tra le regioni italiane. La tendenza è analoga a livello nazionale -3,2% in base ai dati di Unioncamere. Contrariamente alla tendenza prevalente crescono solo, +5,1%, le imprese giovanili attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca registrando un aumento di 119 imprese.

La Cciaa di Reggio Emilia registra 5.763 imprese giovanili attive in agricoltura a fine 2018.

Le nuove generazioni sono una realtà da primato nell’inventarsi il lavoro e la campagna può offrire prospettive per chi vuole intraprendere sia con idee innovative che subentrando nell’azienda di famiglia che, nel panorama nazionale, secondo una analisi della Coldiretti, rappresentano in agricoltura circa il 90%. L’azienda agricola a conduzione familiare è una realtà tutt’altro che negativa – sostiene Coldiretti Reggio Emilia – perché si è dimostrata un punto di riferimento sia per sopportare meglio la crisi dal punto di vista economico ma è anche come palestra e trampolino di lancio per consentire ai giovani di esprimere la propria creatività e intraprendenza.

“L’agricoltura è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale e lo hanno capito per primi i giovani che stanno tornando prepotentemente nelle campagne – afferma Assuero Zampini direttore della Coldiretti reggiana. Le Istituzioni devono saper cogliere questo cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale anche ripensando la scala delle priorità negli interventi di politica economica”.

“L’agricoltura è un settore giovane e innovativo – continua il direttore di Coldiretti Reggio Emilia Assuero Zampini. Infatti la dove l’imprenditore è un giovane l’azienda si apre a nuove prospettive e si innova, scegliendo colture e allevamenti non convenzionali, inserendo tecnologia all’avanguardia, orientandosi verso nuovi canali di vendita; non da meno è rilevante la grande attenzione alla sostenibilità e alla qualità delle buone pratiche agronomiche e del prodotto”.

La maggioranza delle imprese giovanile infatti opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche alle attività ricreative, dalla manutenzione di parchi, giardini e strade alla produzione di energie rinnovabili. Una opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali.

“I risultati di una politica vincente per il settore agricolo – conclude Zampini – che hanno innescato anche un profondo mutamento culturale, si stanno registrando dopo oltre 15 anni dall’applicazione della legge dimostrando l’aumentare costante dei giovani nel settore che non può più da tempo essere considerato un lavoro non solo vecchi”.

 

MESSINA, A S.FILIPPO DEL MELA PRESENTATO IL PROGETTO COLDIRETTI “ORTO AMICO”

Presentato stamani nell’aula magna dell’istituto comprensivo statale di San Filippo del Mela – Olivarella il progetto della Coldiretti di Messina e Donne Impresa, “Orto Amico” grazie al quale 180 bambini della scuola primaria potranno imparare un’attività importante come la coltivazione degli ortaggi.

Ai lavori, con il dirigente scolastico Venera Calderone e la responsabile del progetto, Cosima Mirabile, hanno partecipato il direttore e il vicedirettore della Coldiretti di Messina, Giuseppe Campione e Carmelo Tarantino e la responsabile Donne Impresa Tiziana Buemi.

Le attività, che dureranno vari mesi, sono divise in moduli che prevedono l’esperienza pratica nell’orto con la semina e la raccolta di vari ortaggi, il lavoro di gruppo, l’educazione alimentare ed ambientale, approfondimenti interdisciplinari a cura dei docenti delle varie materie. Inoltre saranno approfonditi i temi della stagionalità, origine del cibo e spreco alimentare, la filiera corta, Km 0 e turismo rurale. In uno degli incontri si parlerà anche della biodiversità e conservazione dell’ambiente (origini e tradizioni).

Ai bambini è stata offerta una salutare agri colazione con una spremute d’arancia e sono stati regalati anche dei limoni Interdonato.

 

ALESSANDRIA, SMOG E “FINTA PRIMAVERA” MANDANO IN TILT LE COLTURE

A favorire lo smog nelle città è l’azione combinata dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. Ad Alessandria, da oggi al 21 febbraio, stop ai diesel fino a euro 4, divieto di sosta con motore acceso, limiti di temperatura per abitazioni e spazi commerciali: misure restrittive alla circolazione scattate per l’assenza di vento e pioggia.

Il caldo anomalo di questi giorni, con temperature minime di 2,2 gradi superiori alla media, sta mandando in tilt le coltivazioni che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa con l’inizio del rigonfiamento delle gemme nelle piante da frutto e lo spuntare di fiori spontanei come le viole nei prati.

“Questa finta primavera inganna le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili. Una situazione che – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – aggrava il già pesante bilancio delle perdite che si sono verificate dall’inizio dell’anno a causa dei cambiamenti climatici che si sono manifestati con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense che il terreno non riesce ad assorbire”.

“Di fronte all’evidente cambiamento del clima in atto – sostiene il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – non si può continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato. Basti pensare che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Positiva l’introduzione in manovra del “bonus verde” con detrazioni del 36% per la cura del verde privato quali terrazzi e giardini, anche condominiali”.

A questo proposito Coldiretti ha stilato la prima top ten delle piante mangia smog: dall’Acero riccio alla Betulla verrucosa, dal Ginkgo Biloba al Bagolaro, dal Frassino comune all’Ontano nero, dal Tiglio selvatico all’Olmo capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10 che ogni anno in Italia causano, secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente, circa 80.000 morti premature.

 

LOMBARDIA, CON 17,9 MQ DI VERDE A TESTA A MILANO TORNANO MISURE ANTI SMOG

Allerta inquinamento in diverse zone della Lombardia a partire da Milano, per le alte concentrazioni di polveri nell’aria favorite anche dall’effetto combinato dei cambiamenti climatici e della ridotta disponibilità pro capite di spazi verdi. Nel capoluogo lombardo, infatti, ogni abitante può contare in città solo su 17,9 metri quadrati di verde urbano a testa, a fronte di una media italiana di 31 metri quadrati. È quanto afferma la Coldiretti regionale sulla base dei dati Istat in occasione dell’adozione delle misure temporanee di primo livello in diverse province della Lombardia, dove per 4 giorni consecutivi è stato superato il limite consentito dei livelli di polveri sottili nell’aria.

A livello nazionale – spiega la Coldiretti – ogni abitante dispone in città di appena 31 metri quadrati di verde urbano, una situazione che in Lombardia peggiora nel capoluogo ma anche nelle aree urbane di Brescia con 23,1 metri quadrati pro capite; Pavia con 22,5; Bergamo con 22,2; Varese con 18,5 e infine Lecco con 14,2 metri quadrati a testa.

Di fronte all’evidente cambiamento del clima in atto – sostiene la Coldiretti – non si può continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato che concorre a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. Una pianta adulta – spiega la Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.

La Coldiretti ha stilato la prima top ten delle piante mangia smog, dall’Acero riccio alla Betulla verrucosa, dal Ginkgo Biloba al Bagolaro, dal Frassino comune all’Ontano nero, dal Tiglio selvatico all’Olmo che anche nel proprio giardino sono capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10 che ogni anno in Italia causano circa 80.000 morti premature secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente. In questo contesto – conclude la Coldiretti – è stata positiva l’introduzione in manovra del “bonus verde” con detrazioni del 36% per la cura del verde privato quali terrazzi e giardini, anche condominiali.

 

SICILIA, RICONOSCIMENTO A IMPRENDITORIA ISOLANA: SOL D’ORO PREMIA OLIO CUTRERA

 

Quando un imprenditore agricolo siciliano viene premiato bisogna plaudire all’impegno, alla costanza e gioire con lui. Francesco Ferreri, presidente regionale Coldiretti, commenta così la recente vittoria al Sol D’oro di Verona dell’azienda dei fratelli Cutrera, che si è piazzata prima nella categoria Dop “Fruttato medio”. Ciò dimostra che sull’olio d’oliva la nostra Regione ha una produzione di altissimo livello che ottiene il giusto riconoscimento e sta crescendo sempre di più la consapevolezza dei consumatori – aggiunge-.

Il premio – sottolinea anche Salvatore Cutrera – è un attestato del grande sforzo fatto. La Sicilia, dopo l’assenza dal podio per 4 anni torna finalmente alla ribalta e ciò dimostra che la qualità non è più una scelta ma è l’unica strada per risollevare l’agricoltura dell’Isola. 

 

MANTOVA, INVESTIMENTI PSL: DA GAL OGLIO PO FINO A 150.000 € PER AZIENDA

La competitività del settore agricolo, la gestione sostenibile delle risorse naturali e le azioni di contrasto al cambiamento climatico passano anche dal territorio mantovano e cremonese. È stato infatti pubblicato il bando del Gal Oglio Po – informa Coldiretti Mantova – relativo all’operazione 4.1.01 del Psl (Piano di sviluppo locale).

Otto comuni mantovani, 25 cremonesi. Il bando trova applicazione solo nel territorio del Gal Oglio Po, otto comuni in provincia di Mantova (Acquanegra Sul Chiese, Bozzolo, Canneto sull’Oglio, Casalromano, Castellucchio, Gazzuolo, Pomponesco e Sabbioneta) e 25 comuni in provincia di Cremona. “Queste misure territoriali – spiega Alberto Lombardi, responsabile economico di Coldiretti Mantova – declinano a livello locale e in ambiti specifici risorse per la competitività in agricoltura secondo modelli di gestione sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e si inseriscono nella rete più ampia del Programma di sviluppo rurale, privilegiando nell’attribuzione dei punteggi le aziende florovivaistiche e ortofrutticole”.

Aiuti fino a 150.000 euro per azienda. L’investimento previsto è compreso tra un minimo di 30.000 euro e un massimo di 150.000 euro per azienda. Possono partecipare imprenditore agricoli individuali, società agricole di persone, di capitali o cooperative in regola con le norme della Direttiva nitrati.

Gli interventi ammissibili. Gli interventi ammissibili riguardano le strutture, impianti e i macchinari, con un contributo a fondo perduto del 35%, che sale al 45% per i giovani agricoltori riconosciuti con la Misura 6.1 del Psr 2014-2020. Per gli interventi strutturali è necessario essere in possesso del titolo abilitativo rilasciato dal Comune.

Più specificatamente, sono ritenuti ammissibili gli interventi di nuova costruzione, ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo di fabbricati rurali al servizio dell’azienda agricola, compresi quelli adibiti a trasformazione e commercializzazione e/o vendita diretta dei prodotti aziendali e dei manufatti di stoccaggio degli effluenti di allevamento, solo se finalizzati alla conversione di strutture esistenti; la costruzione di nuove serre e tunnel; l’impianto e/o il reimpianto di colture arboree specializzate pluriennali e/o piccoli frutti, soltanto con contestuale realizzazione di impianto antigrandine; l’adeguamento impiantistico, igienico sanitario per la sicurezza dei lavoratori, di livello superiore a quello definito dalle norme vigenti; l’acquisto e/o la realizzazione di impianti e l’acquisto di dotazioni fisse per la produzione, lavorazione,  trasformazione e commercializzazione dei prodotti aziendali; interventi per la movimentazione, il trattamento e la valorizzazione degli effluenti di allevamento; la riduzione dei consumi energetici o il miglioramento dell’efficienza energetica.

Sono inoltre valutati come ammissibili gli interventi per l’acquisto di nuove macchine e attrezzature; la realizzazione di strutture e/o acquisto di dotazioni per la protezione delle colture dai parassiti; l’acquisto di capannine agrometeorologiche per la razionalizzazione della gestione agronomica e fitosanitaria delle colture; la realizzazione o l’acquisto di strumenti per la riduzione degli inquinanti puntiformi da prodotti fitosanitari (biobed); l’acquisto di apparecchiature e/o strumentazioni informatiche relative agli investimenti sopra menzionati e le spese di certificazione dei sistemi di qualità ai sensi delle norme Iso14001, Emas, Global – Gap.

Le risorse disponibili e la scadenza del bando. La cifra totale messa a disposizione è di 245.000 euro e nell’attribuzione dei punteggi sono privilegiate le aziende florovivaistiche e ortofrutticole. Il Bando scade alle ore 16 del 29 marzo 2019. La domanda deve essere presentata tramite Sisco.

 

MOLISE, EMERGENZA FAUNA SELVATICA: DOPO I CINGHIALI ARRIVANO ANCHE I LUPI

Dopo i cinghiali è la volta dei lupi. “Ormai non sono più solo gli ungulati a creare problemi a colture e pubblica incolumità ma anche branchi di lupi che, come riportano le cronache degli ultimi giorni, attaccano sempre più di frequente il bestiame, avvicinandosi pericolosamente anche ai centri abitati”. Ad affermarlo è Aniello Ascolese, direttore regionale di Coldiretti Molise, che ancora una volta pone l’accento sull’impellente necessità di procedere con un piano straordinario di controllo della fauna selvatica.

“Con l’aumento esponenziale dei cinghiali su tutto il territorio regionale – spiega Ascolese – anche il numero dei predatori è aumentato; in teoria questo sarebbe un bene in quanto si è indotti a pensare che i lupi possano contenere l’aumento dei cinghiali ma purtroppo così non è. Infatti – aggiunge il direttore di Coldiretti – sentendosi i cinghiali minacciati dai lupi si sono riuniti in branchi sempre più numerosi che, spostandosi sul territorio, devastano tutto quanto trovano lungo il loro cammino. Di converso i lupi preferiscono attaccare prede più facili e dunque rivolgono la loro attenzione a pecore, capre, vitelli ma anche animali da cortile delle fattorie, avvicinandosi sempre più ai centri abitati, temendo sempre meno l’uomo che, suo malgrado, non può nemmeno difendersi essendo questa una specie non cacciabile in quanto protetta”.

Una situazione, questa che va delineandosi, tutt’altro che rassicurante e che necessita di un intervento urgente e deciso da parte della Regione Molise che, al di la della caccia di selezione, di recente approvazione, deve prevedere misure ben più incisive per garantire non solo il normale svolgimento della attività agricole e zootecniche ma anche e soprattutto la incolumità personale dei cittadini.

 

LUCCA, IMPRESE AGRICOLE VIVONO PIU’ A LUNGO: A LUCCA OCCUPAZIONE BOOM

Le imprese agricole vivono più a lungo e superano meglio di altre le difficoltà. In provincia di Lucca il loro tasso di sopravvivenza è decisamente più alto rispetto a tutti gli altri settori. Un’azienda nata nel 2016 avrà, un anno dopo, il 94,6% di possibilità di essere ancora aperta contro una media provinciale dell’88,7%. Lo dice l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati della Camera di Commercio di Lucca. Il dato non cambia di molto se prendiamo in considerazione l’anno 2014 come quello di iscrizione: un anno dopo il tasso di sopravvivenza è del 94,3% rispetto una media, sul totale di imprese, dell’88,6%: è il tasso più elevato davanti a settori come commercio, trasporti e turismo.

Nel 2016 il tasso di sopravvivenza scende al 92% (media 78,4%) e nel 2017 all’81,6% (media 69,4%). “Chi investe in agricoltura scommette sul Made in Italy ma soprattutto su uno stile di vita e su una prospettiva a lungo termine – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – Il dato, almeno per noi, non è sorprendente. Chi apre un’impresa agricola inizia un percorso che lo accompagna per tutta la vita. L’attività professionale si intreccia a quella privata e spesso, si confondono. L’agricoltura ha dimostrato, anche in questi anni molto difficili, di saper reagire meglio alla crisi e di saper trovare anche la capacità di adattarsi ai mutamenti grazie al principio della multifunzionalità che consente per esempio ad un’azienda agricola di produrre ortaggi ma anche di fare attività di ristorazione o manutenzione del territorio mediante convenzione”.

A scommettere sull’agricoltura sono soprattutto i giovani e le donne: sono 222 le imprese agricole under 35 mentre le imprese rosa sono 777, in pratica un’impresa femminile su tre è guidata da una donna (32%). L’altro dato interessante da analizzare è legato all’occupazione a fronte di una leggera flessione del numero di imprese (dati relativi al terzo trimestre 2018): “l’agricoltura – conclude Elmi – sta dando risposte anche occupazionali. Gli occupati sono cresciuti del 5% contro una media provinciale dell’1,1%. L’agricoltura è già il nostro presente ma sarà sempre di più il nostro futuro”.

 

CREMONA, CINGHIALI E NUTRIE: A RISCHIO SICUREZZA DEL TERRITORIO E AGRICOLTURA

“Negli ultimi anni il numero dei cinghiali presenti nelle nostre campagne non ha fatto che aumentare. Il loro proliferare – tutt’altro che naturale – rappresenta un grave danno per l’agricoltura, con l’invasione e la distruzione dei campi coltivati, e nel contempo è un pericolo per la sicurezza delle persone, dato che questi animali sempre più si spingono verso i centri abitati. Sono un pericolo per le cose e le persone. Devastano le colture e gli allevamenti, causano incidenti stradali con danni ingenti, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche delle vittime.

I nostri uffici pressoché quotidianamente ricevono segnalazioni da parte degli agricoltori per branchi di cinghiali avvistati nei campi, così come per la presenza di nutrie che risultano talmente numerose da compromettere anche la tenuta di argini e canali. Data la portata del fenomeno, torniamo a chiedere alle Istituzioni una risposta forte su questi problemi, superando una volta per tutte i cavilli e le incongruenze tra le norme nazionali e quelle regionali”. A parlare è Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona, che torna a denunciare danni e pericoli legati alla presenza degli animali selvatici e la stringente necessità di un’efficace azione di contenimento.

“Diamo atto a Regione Lombardia ed in particolare all’assessore Rolfi di essere intervenuto sul tema dei cinghiali e delle nutrie – prosegue Voltini – ma ora sono indispensabili l’adeguamento della normativa nazionale ed una collaborazione più stretta tra tutte le Istituzioni locali. Ad ogni tentativo di intervento normativo per limitare la proliferazione di fauna nociva, si contrappone regolarmente un ricorso amministrativo che generalmente ottiene il risultato di aggiungere confusione ad una situazione già di per sé fuori controllo, bloccando qualunque iniziativa”.

Secondo le stime della Coldiretti su dati regionali, sono circa 400 gli incidenti stradali provocati dai cinghiali in Lombardia dal 2013 a oggi. Con oltre un milione di esemplari diffusi in Italia. la presenza dei cinghiali nei centri abitati e sulle strade è ormai un rischio concreto per la sicurezza dei cittadini. Negli ultimi dieci anni – secondo stime della Coldiretti – il numero dei cinghiali presenti sul territorio nazionale è praticamente raddoppiato. In terra cremonese le segnalazioni si susseguono a partire dai comuni rivieraschi, da Casalmaggiore fino a Cremona. Segnalazioni sono giunte dai comuni di Casalmaggiore, Martignana, Gussola, Torricella, San Daniele, Pieve D’Olmi, Stagno Lombardo. Altri avvistamenti a Torre de Picenardi, Scandolara, Solarolo, Casteldidone, San Giovanni in Croce, San Martino del Lago, Grumello Cremonese.

“Non oso pensare – conclude Voltini – al rischio della diffusione di peste suina africana negli allevamenti di maiali, visto che il nord-Europa sta già facendo i conti con i gravi problemi dovuti a questa patologia, propagata proprio dai cinghiali”. “Controllare la diffusione degli animali selvatici – ribadisce il presidente di Coldiretti Cremona – è un imperativo per la tutela della salute dei cittadini, e nel contempo per la difesa dell’ambiente e del territorio. Chiediamo con forza alla Regione, così come al Ministero per le politiche agricole, efficaci interventi di controllo della fauna selvatica nociva, per la tutela delle imprese agricole ma anche dei cittadini e del territorio”.

 

AREZZO, QUESTION TIME: A SCUOLA DI “CIBO SENZA RISCHI”

“Il cibo deve essere senza rischi” il messaggio che arriva dal Question Time organizzato dalla Coldiretti di Arezzo nella Sala Conferenze dell’AC Hotel cittadina è chiaro e coinciso. L’associazione di categoria ha voluto fortemente questo momento volto alla formazione delle imprese associate che hanno partecipato in massa alla riunione dedicata all’approfondimento su temi di grande importanza quali la vendita diretta, l’etichettatura e la sicurezza alimentare. A parlarne è stato invitato il Dott. Ermanno Coppola, Responsabile Ufficio Qualità e Certificazione Confederazione Nazionale Coldiretti.

I lavori sono stati aperti dal Direttore Mario Rossi che ha scelto due immagini simbolo della battaglia di Coldiretti sull’etichettatura per il suo intervento, quella della campagna nazionale lanciata nel dicembre 2000 intitolata “Giù le mani dalla qualità italiana” e quella della petizione “Stop cibo Anonimo” attualmente in corso, con la quale si chiede all’Europa di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti “Dal 2000 ad oggi, sono passati quasi 20 anni di impegno continuo e costante. Non dobbiamo mai dimenticarci del volto di questo ragazzino e di quello che rappresentava nei primi anni 2000, dove eravamo in tutti questi anni, dove siamo stati?

Non ci siamo mai fermati, percorrendo l’Italia da nord a sud, dal Brennero al porto di Bari per passare da quello di Ancona, sempre in prima linea per smascherare le frodi alimentare e rimettere sempre al centro il nostro agroalimentare, provando ogni giorno a tutelarlo e a difenderlo con forza, gli unici che abbiamo fatto capire ai consumatori le nostre battaglie mettendoli nelle condizioni di farli decidere. Da quell’espressione contrariata di quel bambino, alla raccolta firme attiva in questi ultimi mesi per richiedere l’obbligo di origine in etichetta alla Ue, noi ci siamo per tutelare il lavoro delle aziende agricole, proteggere la salute dei cittadini, per prevenire le frodi alimentari e garantire i diritti dei consumatori – il Direttore ha poi ricordato come l’impegno dell’associazione non si esaurisce – Coldiretti non è mai arrivata appena mette un tassello, riparte subito e la vittoria della battaglia iniziata nel 2000, sarà nel raggiungere l’obiettivo di un milione di firme dei cittadini europei con la petizione Scegli l’Origine ed ecco perché il Question Time, un momento di approfondimento con la consapevolezza di dare reale supporto alle nostre imprese”.  Grandissimo interesse dimostrato dalle aziende agricole presenti che hanno partecipato con molta attenzione e grande partecipazione alla lezione.

“Non solo buoni da mangiare, il cibo deve essere sicuro e senza rischi e l’etichettatura è la naturale carta d’identità del prodotto – ha esordito il Responsabile Confederale Coldiretti della Qualità e Certificazione Ermanno Coppola – un consumatore ben informato è un consumatore che spreca di meno e che si mette nel solco dell’economia circolare e corretta. E’ nostro dovere, fornirgli tutte le informazioni di cui necessità. E’ opportuno essere aggiornati in materia di vendita diretta ed i primi a doverlo fare in maniera impeccabile siete proprio voi aziende”.

Il Dott. Coppola è stato letteralmente travolto delle decine e decine di domande che gli sono arrivate dagli imprenditori agricoli sui temi trattati e non sono mancati momenti di confronto ed esercitazioni.

“La sicurezza alimentare parte proprio da voi – ha proseguito Coppola – dall’analisi dei rischi e dalle azioni preventive per essere in regola con la normativa vigente, l’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti”.

E’ stato affrontato poi l’argomento della conservazione del raffreddamento del prodotto, quello della somministrazione, e fatto un focus specifico sull’origine igienico sanitaria, tutti aspetti di grande utilità ed attualità.

“La risposta delle nostre aziende a questo momento di confronto è stata chiara e ci fa capire che stiamo andando nella giusta direzione – illustra il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci – oggi parlare di sicurezza alimentare, etichettatura e tracciabilità è indispensabile ed è doveroso farlo come abbiamo fatto in questa sede, garantendo un colloquio continuo con i nostri soci. Siamo soddisfatti – ha proseguito il Presidente – dei risultati che le nostre battaglie ci hanno portato, da ultimo il voto di fiducia alla Camera sul Dl Semplificazioni facendo così diventare legge, l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti i prodotti, ponendo il nostro paese all’avanguardia in Europa nelle politiche per la trasparenza dell’informazione ai consumatori

Dare la possibilità di conoscere finalmente la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fin ad ora nascosta ai consumatori, ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro è un obiettivo di civiltà che abbiamo raggiunto”.

 

TOSCANA, ELENA BERTINI NUOVA LEADER DI COLDIRETTI DONNE IMPRESA

Viene dal Casentino l’aretina Elena Bertini eletta oggi nuova responsabile di Coldiretti Donne Impresa della Toscana che ha raccolto il testimone dalla fiorentina Monica Merotto chiamata nei mesi scorsi a guidare il movimento nazionale delle donne Coldiretti. Ad eleggere la leader per i prossimi 5 anni delle imprenditrici agricole l’assemblea regionale radunata a Firenze. Affiancano Bertini nel coordinamento regionale la stessa Monica Merotto (Firenze), Francesca Coppini (Livorno), Sabrina Cortazzo (Pisa), Michela Nieri (Pistoia), Marina Fruzzetti (Massa Carrara), Maria Cristina Rocchi (Siena) e Francesca Buonagurelli (Lucca).

Elena Bertini conduce a Castel San Niccolò, con passione e impegno, l’azienda ereditata dal nonno che ha come particolarità la coltivazione di alberi di Natale. Questi vengono prodotti in terreni ed aree marginali e rappresentano nel loro insieme una difesa del territorio dall’alto rischio di dissesto idrogeologico. Altre produzioni di una tipica azienda di montagna sono le mele, le patate e i seminativi con foraggere.

“Assumo questo incarico con grande senso di responsabilità in una regione straordinaria come la Toscana – ha dichiarato la neo eletta Elena Bertini – Insieme alle altre colleghe imprenditrici del coordinamento regionale, saremo attive nella promozione di un’agricoltura legata al territorio. Vengo da una zona di montagna, il Casentino, dove abbiamo creato un distretto agro-forestale di alta qualità per la produzione di abeti che da qui, da questo spicchio di toscana, arrivano attraverso i garden e la grande distribuzione in tutta Italia”.

L’agricoltura toscana si tinge sempre di più di “rosa”. Secondo dati forniti di recente da Inps in Toscana dei 28.600 imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti ben 11.300 sono donne, quindi il 39.45%. Quindi più di una azienda agricola su tre è al femminile.

“Nella loro attività imprenditoriale – ha detto Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – le agricoltrici hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi: dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino agli orti didattici, mercati di Campagna Amica ed agriturismo”.

“Le quasi 12mila aziende agricole guidate da donne in Toscana – commenta Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – sono un patrimonio per tutto il sistema economico regionale con un peso nel mondo produttivo che non è dato solo dal numero delle titolari, ma anche da una capacità di innovazione che è stata in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte in termini di multifunzionalità dalla legge di orientamento, fortemente voluta da Coldiretti, innescando processi di innovazione e distintività in ambito economico, ambientale e sociale”.

Obiettivo del nuovo coordinamento di Donne Impresa di Coldiretti Toscana sarà anche quello di assicurare ancor maggior impulso alla proposta di l’iniziativa Europea EatORIGINal – Unmask your food promossa da Coldiretti insieme ad altre nove organizzazioni per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti. Le occasioni di sottoscrizione la petizione popolare non mancano da tutti i mercati di Campagna Amica, alle sedi Coldiretti su tutto il territorio e in alternativa anche online sul sito: http://sceglilorigine.coldiretti.it”.

 

Appuntamenti

 

LOMBARDIA: MERCATO COPERTO DI C.A.: ARRIVA LA ‘MERENDA CONTADINA’.

Sabato 23 febbraio

Ti va di fare merenda con noi? È questo lo slogan usato per l’evento che si terrà sabato mattina al mercato coperto di Campagna Amica nel quartiere Tassina. L’appuntamento è alle 10:30 all’infopoint per fare merenda tutti assieme con i prodotti omaggiati dalle aziende presenti al mercato.

“Il mercato coperto di Campagna Amica di Rovigo – spiega il direttore provinciale di Coldiretti Rovigo, Silvio Parizzi – da mesi propone l’abbinamento della spesa con eventi che possano coinvolgere i nostri clienti. L’obiettivo è quello di rendere il mercato un luogo di incontro dove il consumatore può conoscere meglio il produttore e quello che offre. Il mercato della Tassina, infatti – prosegue Parizzi –  è nato per essere qualcosa di più della semplice vendita diretta dal produttore al consumatore. Le nostre aziende vengono al mercato non solo per avere una vetrina per i loro prodotti, ma anche per parlare della loro storia e delle particolarità del loro lavoro e per mantenere fede ai concetti della filiera corta e della stagionalità. I nostri clienti sanno che non troveranno le fragole a dicembre, ad esempio; si tratta di consumatori attenti, che hanno sposato il progetto generale di questo mercato dove vigono regole diverse dai mercati eterogenei”.

Il mercato coperto del sabato mattina è divenuto un luogo di scambio di buone pratiche. In questi mesi sono stati promossi eventi per informare come fare la spesa contro lo spreco alimentare, quella per prevenire i malanni di stagione o quella giusta per contrastare il freddo dell’inverno. Il mercato coperto è divenuto anche luogo di promozione, a esempio, di trasformati fatti con la frutta e la verdura dei nostri soci che ora si trovano nei più grandi supermercati del Paese, piuttosto che altri prodotti che abbiamo solo noi in Polesine. 

Sabato mattina i produttori metteranno a disposizione tutto quello che serve per fare una merenda a tutti gli effetti. Non mancherà nulla, ci saranno biscotti, pane e pane biscotto, salame, vini vari, olio, composte e confetture, miele, formaggi, verdure e frutta di stagione. Ogni prodotto sarà contrassegnato con il cartellino dell’azienda in modo che i partecipanti possano identificare la provenienza.

“Stiamo trasformando il mercato in un momento di condivisione – conclude Parizzi – faremo uno spuntino tutti assieme a metà mattina. Presto lanceremo i nuovi eventi, tra i quali la festa di Carnevale sincronizzata in tutta Italia per tutti i mercati di Campagna Amica; stessa formula sarà adottata per la festa di benvenuto della primavera. Un po’ alla volta scoprirete cosa stiamo organizzando”.

 

MANTOVA: CUCINA, AL VIA A MARZO IL CORSO AGRICHEF DI TERRANOSTRA MANTOVA

Da lunedì 4 a mercoledì 6 e da lunedì 11 a martedì 12 marzo

Terranostra Mantova, l’associazione degli agriturismi aderente a Coldiretti, organizzerà un corso per gli agrichef, i cuochi contadini che sono allo stesso tempo imprenditori agricoli e promotori di cibo a chilometri zero e ricette del territorio e della tradizione. A Mantova sono già otto gli agrichef che operano in agriturismi su tutto il territorio della provincia ed è fra le prime in Lombardia per numero di operatori.

L’appuntamento è per lunedì 4, martedì 5 e mercoledì 6 marzo e, la settimana successiva, lunedì 11 e martedì 12 marzo. Il corso avrà una durata complessiva di 40 ore e riguarderà sia lezioni teoriche che pratiche. Fra i temi trattati, in particolare, ci saranno le tecniche per la valorizzazione dei prodotti del territorio, le informazioni sulla corretta predisposizione di un menu, i punti cardine sulla sicurezza alimentare, la realizzazione di uno show-cooking, le nuove tendenze in cucina (dalla gestione delle intolleranze agli ospiti vegani), la carta dei vini, l’importanza della comunicazione e una prova pratica di valutazione. Per informazioni e iscrizioni: Fabio Malavasi, 0376/375421, fabio.malavasi@coldiretti.it.

 

CALABRIA: CORSO GESTIONE CHIOMA DELL’OLIVETO A LAMEZIA TERME E CASTROVILLARI

Giovedì 21, venerdì 22 febbraio, giovedì 7 e venerdì 8 marzo marzo

La potatura dell’olivo è sempre un aspetto da non sottovalutare poiché migliora la competitività del comparto, lo modernizza e soddisfa le esigenze di reddito degli olivicoltori e parallelamente quelle fisiologiche dell’albero che naturalmente desidera crescere e produrre. Va in questa direzione il “Corso sulla gestione della chioma dell’oliveto” che grazie ad una campagna dell’Unione Europea e organizzato in collaborazione tra Agea, l’associazione olivicola Assoproli Calabria, l’Unaprol con il patrocinio dell’ordine dei dottori agronomi e forestali di Cosenza. Giovedì 21 febbraio p.v. il corso, con inizio alle 9,30 si svolgerà, per la parte di didattica in aula, a Lamezia Terme Sant’Eufemia nella sede della Coldiretti Calabria in via M. D’Antona; il giorno successivo venerdì 22 febbraio la prova dimostrativa in campo sulla cultivar “carolea” si terrà nell’azienda di Foderaro Antonio a Cortale.

Il secondo corso, si svolgerà giovedì 7 marzo p.v. a Castrovillari (CS) nell’agriturismo Ariete e venerdi 8 marzo la prova in campo sulla cultivar “Roggianella” ci sarà nell’azienda Agricola Santagada Antonio a Castrovillari. Il docente è il prof. Rocco Mafrica del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria che sarà coadiuvato dai tecnici specializzati dell’OP Assoproli Calabria. E’ una occasione importante – comunica Coldiretti – e perciò invitiamo gli olivicoltori a partecipare.

 

MILANO: AGRICOLTORI CUSTODI TERRA: COLDIRETTI INCONTRA ARCIVESCOVO DELPINI

Venerdì 22 febbraio

Coltivare e custodire la terra: la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza incontra l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini che interverrà con una riflessione concernente “La spiritualità dell’agricoltore”. L’appuntamento è per venerdì 22 febbraio alle ore 10 presso la Società Umanitaria, in via San Barnaba 48 nel capoluogo lombardo. Al centro il ruolo degli agricoltori come custodi del territorio e della biodiversità, ma anche come promotori di progetti educativi e di utilità sociale.

Tra gli ospiti della giornata anche suor Vera D’Agostino, fondatrice della Comunità delle Figlie dell’Amore di Gesù e Maria che, oltre a operare in ambito sociale, gestisce un’azienda agricola in provincia di Chieti. Previsti inoltre gli interventi di: Alessandro Rota, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza; Rachele Cipolla, Responsabile interprovinciale di Donne Impresa Coldiretti; Pierluigi Nava, Presidente dei Senior Coldiretti; Davide Nava, delegato di Coldiretti Giovani Impresa Milano, Lodi, Monza Brianza; don Walter Magnoni, consigliere ecclesiastico della Coldiretti interprovinciale.

 

PADOVA: BIOLOGICO, CHE PASSIONE. I PRODUTTORI SI RACCONTANO

Giovedì 21 febbraio

Ormai un’azienda agricola su dieci si è convertita al biologico ho ha intrapreso ex novo questa strada, sulla spinta di una domanda in continua crescita da parte di consumatori più attenti e di una maggior consapevolezza della necessità di tutelare l’ambiente con sistemi di coltivazione sempre più responsabili e attenti. Anche nella nostra provincia l’agricoltura bio continua a crescere, a partire da settori chiave come l’ortofrutta, il vino, gli allevamenti.  L’esperienza di alcuni agricoltori che da tempo hanno abbracciato il biologico è al centro del nuovo incontro cultural gastronomico “Senza nulla di troppo – Campagna Amica in Tavola” promosso da Coldiretti Padova in collaborazione con il ristorante “N’altraroba” di Rubano.

Giovedì 21 febbraio, alle 19.30 spazio dunque al racconto di imprenditori e imprenditrici quotidianamente impegnate sul fronte della coltivazione biologica. Intervengono i titolari dell’azienda agricola Aidi di Flavio Sartore, specializzata in formaggi e latticini, dell’azienda ortoflorovivaistica Tezzon Nazario e dell’agriturismo Bacco e Arianna. Oltre a portare la loro esperienza gli agricoltori presenteranno anche alcune tipicità “bio”, protagoniste poi nel piatto, grazie agli originali abbinamenti ideati dallo chef Angelo Pisano che ad ogni incontro firma il menù della serata, partendo per l’appunto dalle proprietà e dalle virtù dei prodotti del territorio.

“Campagna Amica in tavola” è un viaggio tra le tipicità padovane in compagnia degli agricoltori, pronti a raccontare nel dettaglio come nascono i prodotti che arrivano sulle nostre tavole, come scegliere il meglio e come riconoscerne l’origine e la qualità. Ciascuno di loro presenta i propri prodotti poco prima dell’ora di cena, soffermandosi sulle caratteristiche e le qualità, ma anche sulla storia dell’azienda, che spesso coincide con quella di una o più famiglie che hanno scelto di dedicarsi all’agricoltura.

Per informazioni e prenotazioni telefonare allo 049 631466 o scrivere a info@naltraroba.com. Sulle pagine Facebook di Campagna Amica Padova e del ristorante è pubblicato anche il calendario dei prossimi appuntamenti.