COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 17 luglio 2018

17 Luglio 2018
News La Forza del Territorio del 17 luglio 2018

Primo piano

PUGLIA

CONSUMO SUOLO: IN FUMO IN 1 ANNO 410 ETTARI

Nella regione, nel 2017, sono andati in fumo altri 410 ettari di suolo, pari all’8,35% della superficie territoriale, con un aumento di suolo consumato in 1 anno dal 2016 al 2017 dello 0,25%, passati da 161.606 ettari consumati nel 2016 a 162.016 nel 2017, secondo i dati del Rapporto sul consumo del suolo dell’Ispra.

“E’ molto grave che all’appello manchino 162mila ettari di suolo consumato sulla totale della superficie territoriale pugliese. I cambiamenti in atto riguardano contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67%, perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi, a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate, per non parlare della criminalità sempre più dilagante. Ciò fa emergere la necessità di monitorare e prevenire i loro effetti per pianificare e programmare le politiche territoriali nei prossimi anni”, commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele.

Proprio nell’ottica della prevenzione è urgente l’applicazione della legge regionale sul consumo del suolo – secondo Coldiretti Puglia – utile ad arrestare la pericolosa avanzata della copertura artificiale del nostro territorio. Con il dispositivo legislativo dovranno essere valorizzati i terreni agricoli e promossi l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente, per impedire che il suolo – bene comune e risorsa non rinnovabile – venga sottratto alla sua utilizzazione agricola e stravolto nelle sue connotazioni naturalistiche attraverso l’eccessivo consumo.

“L’indice di dispersione delle acque che tocca in Puglia l’83,4% – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – la dice lunga sulla necessità di riavviare una seria e organica attività di bonifica e irrigazione.  Il Consorzio del Centro – Sud deve attuare senza indugio un piano organico pluriennale per gli interventi di manutenzione straordinaria della rete di scolo, riavviare a pieno regime l’attività di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali”.

La mappa della Puglia parla del consumo di suolo procapite – riferisce ancora Coldiretti Puglia – di 302 metri quadrati per abitante a Bari, 287 nella provincia di Barletta-Andria-Trani, 492 metri quadri a Brindisi, 470 a Foggia, 500 metri quadri per abitante a Lecce e 402 a Taranto, con una media procapite regionale di 399 metri quadri per abitante.

Per questo è stata lanciata l’iniziativa “People4Soil”, a nome delle 500 organizzazioni che hanno aderito al network europeo (www.salvailsuolo.it). Al presidente della CE si chiede di fermare il consumo di suolo sviluppando un quadro legislativo vincolante per gli Stati Membri, che riconosca al suolo lo status di “bene comune” proprio come l’aria e l’acqua. In Italia la task force formata da Coldiretti, ACLI, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food e WWF punta il dito anche sulla grave impasse del progetto di legge nazionale contro il consumo di suolo.

La Puglia convive, tra l’altro, con un vero e proprio paradosso idrico. Se da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi – aggiunge Coldiretti Puglia – dall’altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l’aggravante che l’acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e/o mancanza di infrastrutture ad hoc. L’andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica.  Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

 

Provincia

Consumo di suolo 2017 %

Consumo di suolo procapite (mq/ab)

Consumo di suolo incremento in ettari 2016/2017

Bari

10,0

302

115

BAT

7,3

287

13

Brindisi

10,6

492

44

Foggia

4,2

470

104

Lecce

14,5

500

105

Taranto

9,6

402

29

Puglia

8,4

399

409

Dal territorio

 

MANTOVA, MALTEMPO: ALMENO 60 LE DENUNCE RICEVUTE DAGLI UFFICI DI COLDIRETTI

Al momento sono almeno 60 le denunce ricevute dagli uffici di Coldiretti Mantova dagli imprenditori agricoli colpiti dalla grandine e dalla tromba d’aria che ha colpito la notte scorsa l’Altor Mantovano e la zona a sinistra del fiume Mincio. Di questi, circa la metà avevano sottoscritto una polizza assicurativa e tra questa mattina e i prossimi giorni riceveranno le visite dei periti per la stima effettiva dei danni. Il conto, secondo le prime stime di Coldiretti Mantova, potrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni di euro.

 

PESARO-URBINO, GRANDINE COME PALLINE DA TENNIS: DANNI FINO ALL’80%

Una grandinata record che ha fatto strage di vigne, orti e alberi da frutta quella registrata ieri sera attorno alle 19.30 tra Pesaro e il suo hinterland. Con chicchi di ghiaccio grandi come palline da tennis, il maltempo si è abbattuto devastando le colture. Oltre al capoluogo di provincia colpite anche le zone di Gradara, Tavullia, Vallefoglia e Montelabbate dove si riscontrano perdite alla produzione di frutta, siamo in piena zona della rinomata Pesca di Montelabbate, fino all’80% e danni agli ortaggi di stagione come cetrioli, zucchine, pomodori e lattuga fino al 70%. Si registrano danni anche alle strutture: capanni, silos di stoccaggio dei cereali, serre.

Danni molto più contenuti, con punte del 30%, sono stati segnalati anche nella zona di Fano. “Chiediamo alle Istituzioni di attivarsi – commentano Tommaso Di Sante e Paolo De Cesare, presidente e direttore di Coldiretti Pesaro – per richiedere lo stato di calamità di fronte a una situazione a dir poco drammatica. Contro i cambiamenti climatici è necessario incentivare le assicurazioni a difesa delle produzioni agricole. Esistono già strumenti che posso mettere fin da subito gli agricoltori al riparo dall’incertezza meteorologica dovuta ai cambiamenti climatici”.

 

CUNEO: VIOLENTE GRANDINATE IN TUTTA LA PROVINCIA: COMPROMESSI I RACCOLTI

Sono gravissimi i danni alle coltivazioni in tutta la Provincia, dopo le grandinate che negli ultimi giorni hanno colpito a macchia di leopardo i principali centri del Cuneese. A farne le spese noccioleti, vigneti, i campi non ancora trebbiati di grano e quelli di mais prossimi alla fioritura, ma anche le produzioni frutticole e orticole.

Gli eventi temporaleschi sono stati più circoscritti nell’area di Cuneo e zone limitrofe, dove si registrano comunque segnalazioni di danni in località San Rocco Castagnaretta.

Nell’Albese, le grandinate hanno interessato alcuni Comuni del Roero, i Comuni dell’asta del Tanaro – Guarene, Magliano Alfieri, Castagnito e, passando oltre il Tanaro, parzialmente i Comuni di Neive, Barbaresco e Mango. Grazie alla concomitanza con le piogge e all’assenza di vento, i danni, che hanno interessato le viti e le nocciole, risultano contenuti.

Nel Braidese, il temporale di sabato sera ha colpito una parte di territorio a sud del Comune di Cervere, in particolare le frazioni di Montarossa e Grinzano. Qui la grandine ha danneggiato con gravità le coltivazioni di mais prossime alla fioritura, noccioleti, foraggere di secondo taglio e alcuni appezzamenti dove si coltiva il pregiato porro Cervere. La percentuale di danno varia dal 30% al 75%.

Dal fine settimana i tecnici dell’Agenzia 4A sono al lavoro per monitorare la situazione e salvare il salvabile con situazioni particolarmente gravi nel Monregalese e Saviglianese. Nelle località di Piozzo e Carrù, la tempesta di grandine di alcuni giorni fa ha letteralmente imbiancato i campi, come una nevicata. Nei noccioleti, la grandine ha provocato il distacco anticipato dei frutti e ha lacerato sia le foglie che il legno, rendendo indispensabili interventi cicatrizzanti: il 50- 60% del raccolto è compromesso. Anche per le viti i danni sono pesantissimi. Ci vorranno alcuni giorni per stabilire l’esatta entità, ma calcolando che la produzione è di circa 80 quintali ad ettaro, oltre la metà è andata persa. Nel Saviglianese, due eventi tra giovedì e sabato scorso hanno colpito l’area con danni ai frutteti, ai cereali e alle coltivazioni di pomodoro, con danni dal 50 al 70%. Oltre alle colture in campo, sono stati fortemente danneggiati anche gli impianti di rete antigrandine.

I potenziali raccolti erano già compromessi da una primavera eccessivamente piovosa e ora è alta la preoccupazione per i possibili rovesci che le previsioni meteorologiche annunciano già nelle prossime ore e indicano come probabili anche nel prossimo fine settimana.

“Sono gli effetti – sottolineano Bruno Rivarossa e Tino Arosio di Coldiretti Cuneo – dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. In questa fase stagionale è la grandine l’evento più grave per i nostri agricoltori perché causa danni irreversibili e provoca la perdita dell’intero raccolto dopo un anno di lavoro. I nostri tecnici continuano a monitorare la situazione al fine di valutare e pianificare con immediatezza gli interventi sulle colture. Lo sconvolgimento dei normali cicli stagionali impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio ma anche per i consumatori nella scelta dei prodotti da mettere nel carrello della spesa”.

 

VENETO, SICUREZZA LAVORO: COLDIRETTI VENETO FIRMA IL PIANO STRATEGICO 2018-20

Sulla piattaforma della Regione Veneto in materia di scurezza sul lavoro non è mancato il contributo di Coldiretti che ha fornito osservazioni puntuali per la costruzione del documento. Coldiretti presente oggi a Venezia a Palazzo Balbi per la firma del protocollo, primo e unico in Italia, valuta positivo il rafforzamento degli Spisal se compreso come ausilio alle imprese più che di servizio sanzionatorio, ritiene utile una regia regionale e una procedura condivisa per l’assistenza e la vigilanza, rilevanti anche le risorse economiche messe a disposizione. 

“Un dialogo – sottolinea Martino Cerantola presidente regionale – va avviato con le associazioni dei costruttori e commercianti di macchine agricole. Ricordo – continua – che gli in agricoltura gli infortuni coinvolgono lavoratori dipendenti e pure imprenditori. Buono l’operato del comitato veneto di coordinamento, in particolare per quanto riguarda i soggetti pubblici, quanto esposto deve coincidere anche in applicazione pratica locale e non con personalismi differenti”. Gli incidenti mortali in agricoltura sono una spina nel fianco per il settore, nonostante siano comunque in calo rispetto al 2015. Il primario è sotto la lente di ingrandimento per i numeri negativi anche se le statistiche dell’Inail segnalano che, in generale, il quadro degli infortuni è sensibilmente migliorato passando in quasi 15 anni da oltre 5mila casi ad esattamente la metà.

“L’impegno formativo in questo senso – sottolinea Cerantola – è orientato alla sensibilizzazione degli imprenditori tramite modalità moderne come lezioni on line.  Sono14 mila gli imprenditori che hanno aderito ai percorsi di aggiornamento per i quali sono state impiegate pure le risorse del Programma di Sviluppo Rurale”.

Tra i punti dolenti ci sono gli episodi di ribaltamento del trattore, mentre calano le casistiche legate alle malattie e agli incidenti ai lavoratori dei campi per operazioni manuali o con strumentazione basica. “Ci conforta – continua – la crescita culturale verso un approccio sulla prevenzione da considerare non come norma cogente ma come modus operandi al servizio della persona e delle aziende al fine di garantire la salute degli operatori. Per tali ragioni, e per rispondere alle esigenze degli associati, Coldiretti ha messo in campo anche una programmazione continua di corsi obbligatori”.

 

PIEMONTE, DA REVISIONE PIANO TUTELA ACQUA NOVITA’ IN ARRIVO PER L’AGRICOLTURA

Coldiretti Piemonte ha preso parte alla presentazione, organizzata dalla Regione, della revisione del Piano di Tutela delle Acque, in adempimento alla normativa nazionale e comunitaria. Tale percorso nasce dall’esigenza di allineare l’impianto di gestione delle acque piemontesi alle significative evoluzioni normative degli ultimi dieci anni. Presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università degli Studi di Torino, Coldiretti Piemonte è intervenuta alla tavola rotonda “Tutela e usi delle acque in uno scenario di cambiamenti”.

“La nostra volontà è quella di ricordare come l’utilizzo dell’acqua in campo agricolo non sia da vedere come uno spreco, bensì come una risorsa da valorizzare e riutilizzare in modo appropriato – affermano Fabrizio Galliati vice presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. In relazione al Piano di Tutela delle Acque è necessario tener presente quali sono le caratteristiche morfologiche del territorio piemontese; per questo sarà opportuno un dialogo continuo tra le realtà politiche e quelle tecniche, con lo scopo di individuare, rispetto alle diverse misure, una posizione di equilibrio.

Ci proponiamo, quindi, come parte attiva nell’ambito dei tavoli di confronto tra i vari attori, come già abbiamo fatto nei mesi scorsi quando la Regione accogliendo una nostra richiesta, ha aperto i lavori sul tema acqua ed agricoltura. In questo scenario, un ruolo di fondamentale importanza, è quello ricoperto dai Consorzi irrigui che gestiscono la rete idrica e che, con il loro lavoro, tutelano il nostro territorio non solo dal punto di vista agricolo ma anche urbanistico; per tale motivo rappresentano un interlocutore di primo piano. L’acqua, infatti, è una risorsa importante non solamente per l’agricoltura, ma per l’intera società piemontese a tal fine è importante adottare comportamenti e modalità di utilizzo efficienti, nonché pianificare misure ed interventi strutturali idonei a garantirne una corretta gestione così da creare le condizioni che permettano di limitare le emergenze ed evitare criticità”.  

 

FRIULI-V.GIULIA, PRIMI EFFETTI NEGATIVI DEL CETA: LA REGIONE PRENDA POSIZIONE

“Come rilevato più volte da Coldiretti, il Ceta si rivela un provvedimento devastante per l’agricoltura italiana”. Dario Ermacora, presidente regionale di Coldiretti, rilancia l’allarme per l’applicazione del trattato di libero scambio con il Canada, entrato in vigore provvisoriamente nel settembre dell’anno scorso. Con il Ceta si è tra l’altro verificata una brusca inversione di tendenza nel settore vinicolo: nel primo quadrimestre 2018 le bottiglie di vino made in Italy esportate in Canada sono calate del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (che aveva segnato un +15%). L’accordo – denuncia anche Coldiretti Fvg – non protegge dalle imitazioni e non prevede nessun limite per i wine kit che promettono di produrre in poche settimane le etichette più prestigiose che il Canada produce ed esporta in grandi quantità in tutto il mondo.

Ermacora si dice per questo “stupito” che altre associazioni di categoria contestino la mancata ratifica parlamentare del Ceta, “un’intesa penalizzante per il Friuli Venezia Giulia pure sulle Dop San Daniele e Montasio. Nel primo caso l’inserimento del prodotto tra quelli tutelati ha legalizzato il nome San Daniele anche per un salume prodotto in Canada, che può tranquillamente essere esportato anche in Europa, mentre il Montasio, unica nostra Dop nel formaggio, non essendo inserito nel Ceta, non riceve alcuna tutela”. Con conseguenze che sono testimoniate dai dati su base Istat resi noti da Coldiretti a livello nazionale: le esportazioni di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano in Canada sono crollate del 10% in valore e del 6% in quantità nel primo trimestre del 2018 rispetto al primo trimestre 2017. Ma, a diminuire in Canada, sono anche le esportazioni dall’Italia dell’intera categoria formaggi e latticini: -2% sempre nel primo trimestre.

“Siamo fiduciosi dunque – conclude Ermacora – che il Parlamento non ratifichi il trattato, come del resto comunicato dal vicepremier Di Maio all’assemblea nazionale di Coldiretti. Facciamo anche appello alla Regione a prendere una posizione contraria come da impegno del presidente Fedriga in un incontro con Coldiretti Fvg in campagna elettorale”.

 

EMILIA-ROMAGNA, ONU: GRASSI E ZUCCHERI, ATTACCO A PRODUZIONI DI QUALITÀ

Ancora una volta a finire sotto scacco sono i prodotti principe del made in Italy e della dieta mediterranea. È questo il commento di Coldiretti Emilia Romagna all’annuncio che L’Onu e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) vogliono tassare i prodotti alimentari contenenti grassi insaturi, sale e zuccheri per combattere le malattie cardiovascolari, il diabete, il cancro. Ad essere messi sotto accusa ci sono anche prodotti tipici dell’Emilia Romagna, dal Parmigiano Reggiano al prosciutto di Parma, dall’olio d’oliva al vino. L’assurdità di questa guerra santa – commenta Coldiretti Emilia Romagna – è che ad essere colpiti sono quei prodotti della Dieta Mediterranea, riconosciuta proprio dall’Oms come dieta “allunga-vita”, che ha reso l’Italia uno dei Paesi con la popolazione più longeva al mondo e che ha conquistato il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco.

Si tratta – accusa Coldiretti Emilia Romagna – di un altro pesante attacco la made in Italy, come è già avvenuto in Francia e in Inghilterra con le etichette a semaforo. Il fatto più preoccupante è che si crea allarmismo presso i consumatori con il rischio concreto che vengano percepiti come salutari prodotti di scarsa qualità come bibite gassate prive di zucchero, mentre vengono bocciati prodotti ricchi di elementi fondamentali per una dieta equilibrata (vitamine, minerali), come l’olio extravergine, il Parmigiano Reggiano o il prosciutto di Parma. Si rischia – prosegue Coldiretti regionale – che venga messo in discussione non solo un importante costume alimentare, ma anche un sistema produttivo di qualità che genera in Emilia Romagna un volume d’affari di 14,8 miliardi di euro con 70 mila occupati.

 

LAZIO, DAVID GRANIERI CONFERMATO ALLA GUIDA DELLA COLDIRETTI REGIONALE

Al termine dell’assemblea elettiva che si è svolta questa mattina a Palazzo Rospigliosi, i delegati territoriali hanno confermato David Granieri presidente di Coldiretti Lazio. L’incontro si è svolto alla presenza del direttore Coldiretti Lazio Sara Paraluppi, dei vertici regionali e del Consigliere ecclesiastico Nazionale Don Paolo Carlotti. “Desidero innanzitutto ringraziare per la fiducia accordatami – ha spiegato Granieri – L’obiettivo è quello di diventare un sindacato imprenditoriale di filiera per costruire opportunità per i nostri soci. Il Lazio ha grandi potenzialità e settori di eccellenza, purtroppo spesso viene penalizzato dalle carenze a livello legislativo o dalle lentezze burocratiche. Finora abbiamo ottenuto risultati importanti, ma ci sono ancora tanti fronti aperti e c’è molto lavoro da fare. La sfida del futuro passa per due parole chiave: qualità e distintività”.

Al termine dell’assemblea si è svolta una tavola rotonda sull’evoluzione della Co/ultura del cibo nel Lazio per esaminare dal punto di vista economico e sociale il ruolo e le mutate esigenze del consumatore e confrontarsi sui fattori che posso incidere in maniera determinante sullo sviluppo del settore agroalimentare, a partire dai contratti di filiera. All’incontro, moderato dal prof. Felice Adinolfi, hanno partecipato: David Granieri, presidente Coldiretti Lazio; Sonia Ricci, DG Coop. OP Agrinsieme; Wanda Hager, managing director agriculture & processing and procurement; Gianluca Lelli, capo area economica Coldiretti; Alessandro Meozzi, responsabile delle Relazioni di rete GDO Pac 2000A – Conad. Ha concluso la tavola rotonda Vincenzo Gesmundo, segretario generale Coldiretti”. – Lo comunica in una nota Coldiretti Lazio.

 

CAGLIARI, CONFERME PER I PRESIDENTI DI SEZIONE DI CARBONIA E SANTADI

 

Si avviano a conclusione i rinnovi delle cariche sociali nelle sezioni della Federazione interprovinciale di Coldiretti Cagliari. Ieri è stata la volta di Carbonia e Santadi dove sono stati confermati i due presidenti uscenti. Si tratta rispettivamente di Virgilio Lai e di Massimo Impera, vice presidente provinciale uscente.

 

ORISTANO, COLDIRETTI PLAUDE AL RITORNO DEI VOUCHER IN AGRICOLTURA

La notizia del possibile ripristino dei voucher nelle campagne da parte del nuovo Governo nazionale è stata accolta con estremo favore dai quadri dirigenti e dalle aziende agricole di Coldiretti Oristano. Si riattiva uno strumento che si è dimostrato, nel recente passato, utile e funzionale in vari comparti produttivi. Una provincia quella di Oristano (se pur limitata rispetto al passato da una crisi che diventa strutturale) che annovera una agricoltura e zootecnia attiva in svariati settori produttivi con un ruolo economico ed occupazionale rilevante.

Soprattutto per alcune lavorazioni agricole stagionali e concentrate in brevi periodi di tempo – afferma l’allevatore e presidente provinciale Coldiretti Giovanni Murru – rappresentano un aiuto funzionale con un costo equo per le aziende, altrimenti difficilmente sostenibile, anche in virtù della bassa remunerazione del prodotto all’origine. Per la vendemmia, raccolta olive e ortive (dai carciofi ai meloni), frutticoltura, cerealicoltura, risicoltura e la raccolta del foraggio, c’ è necessità di manodopera mirata e flessibile. I voucher sono una risposta pratica utilizzata negli scorsi anni anche nella nostra provincia   pur se in misura contenuta. 

Si riconosce così la specificità del lavoro agricolo – sostiene il vice direttore Coldiretti Emanuele Spanò – va inoltre considerato che ultimamente le aziende agricole riscontravano non poche difficoltà a trovare personale funzionale ad alcune mansioni. I voucher possono contribuire a sopperire la carenza.  Nei campi i voucher coinvolgevano disoccupati, studenti, pensionati o cassintegrati, limitando gli abusi avuti in altri settori e rappresentando un valido apporto alla emersione del lavoro nero. Ora bisogna affrettarne i tempi di attivazione, considerando che molte lavorazioni sono già in piena stagione e, a breve, si avviano vendemmia e poi olivicoltura che rappresentano nel territorio i due settori dove i voucher sono stati maggiormente utilizzati.

 

EMILIA R., OCCUPAZIONE: CRESCITA RECORD + 4,8% AZIENDE GIOVANI NELLE CAMPAGNE

Crescita record di aziende giovani nell’agricoltura, silvicoltura e pesca dell’Emilia Romagna. Nel primo trimestre 2018 hanno raggiunto il numero di 2.199 imprese con un aumento del 4,8% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, raddoppiando perfino la crescita del 2,3% fatta registrare in tutto il 2017. È quanto emerge dalla analisi di Coldiretti Emilia Romagna sui dati del registro delle imprese di Unioncamere e diffusa in occasione del premio per l’innovazione di Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna, che ha selezionato tra centinaia di aziende le esperienze imprenditoriali più innovative del 2018, dall’allevamento di animali da lana anallergica alle feste nei campi di canapa, dagli orti coltivati via internet alla bava di lumache per produrre creme per la salute e la cura del corpo, dal food truck per cucinare il pesce in diretta nelle piazze di paese alle erbe infestanti per lenire artriti e artrosi.

Nel primo trimestre di quest’anno– rileva Coldiretti regionale – le imprese under 35 totali in Emilia Romagna sono risultate 27.681, con un calo di 1.125 aziende (–3,9%) rispetto allo stesso periodo del 2017. I cali maggiori si sono avuti nel settore delle costruzioni (–681 unità, –11,1%) dei servizi (–473 imprese, –2,6%) e dell’industria (–72 unità, –3,4%). In controtendenza rispetto all’andamento prevalente sono cresciute solo le imprese giovani dell’agricoltura, silvicoltura e pesca con 101 imprese in più (+4,8%), a conferma dell’attrazione che le opportunità offerte dal settore esercitano sui giovani. L’apertura di aziende – specifica Coldiretti Emilia Romagna – riguarda l’agricoltura e la silvicoltura (+74 imprese, +4,4%), ma anche la pesca e l’acquacoltura (+32 imprese, +9,1%).

Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita scommettendo sulla campagna con passione e professionalità – informa Coldiretti Emilia Romagna – la metà è laureata e mediamente i giovani possiedono una superficie agricola superiore del 54% e un fatturato più elevato del 75% rispetto alla media con il 50% in più di occupati per azienda. A caratterizzare le imprese giovanili del settore – ribadisce Coldiretti regionale – è anche il fatto che a quasi 20 anni dall’approvazione della legge che ha rivoluzionato le campagne, la 228 del 2001 (conosciuta come legge di Orientamento) fortemente sostenuta da Coldiretti, i giovani hanno interpretato in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale, avviando attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dall’adottare un albero o un animale all’agricoltura sociale, dalla cura di parchi e giardini ai prodotti per il benessere e la cura della persona.

“Abbiamo messo a disposizione dei giovani la grande esperienza di Coldiretti – ha detto il responsabile regionale di Coldiretti Giovani Impresa, Andrea degli Esposti – per sostenere chi è interessato a impegnare il proprio futuro in agricoltura e cogliere tutte le opportunità che la legge di Orientamento offre alle aziende agricole per l’accesso ai finanziamenti e consentire di superare le tante difficoltà burocratiche nell’avviare una propria impresa”.

“I numeri in costante crescita dei nuovi ingressi ci dicono che l’interesse dei giovani verso la scelta imprenditoriale in agricoltura è un fatto quasi epocale e non certo occasionale – ha detto il direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Marco Allaria Olivieri – per questo occorrono politiche da parte delle istituzioni, in primis della Regione, che possano sostenere queste scelte e consolidare le aziende giovani e innovative che costituiranno il futuro produttivo ed ambientale del nostro territorio”:

Alle aziende innovative è dedicato il premio per l’innovazione promosso da Coldiretti i cui vincitori finali sono stati premiati presso l’azienda Bertinelli a Noceto (PR). Il premio “Creatività” è andato a Gloria Merli di Marano di Ziano (Piacenza) che ha portato dalle Ande all’Appennino piacentino l’alpaca, un camelide che produce lana anallergica, perché priva di lanolina, dai cui produce guanti, cuffie e maglioni sfruttando i 22 colori naturali di questa lana. A Mosé Padoan di Comacchio (Ferrara) è stato assegnato il premio “Campagna Amica” perché vende direttamente vongole, anguille e pesce azzurro, girando per città e paesi con il suo food truck che gli consente di cucinare sul momento il pesce freschissimo pescato nella notte. Sabrina e Massimiliano Zanelli sono stati premiati per la “Sostenibilità” del loro bosco officinale, dove coltivano ai margini dell’antico Bosco della Mesola di Ferrara piante normalmente ritenute infestanti, che, grazie ad una sapiente distillazione, diventano creme cosmetiche per neonati, sciroppi per il benessere della persona, confetture, il tutto senza chimica, ma solo con il pieno di natura. Il premio “Impresa3.terra” è andato a Sebastiano Tundo di Argenta (Ferrara), ingegnere, figlio di un ingegnere e un medico, tipico esempio di una new entry in campagna che ha scelto la Quinoa, pianta originaria dell’America Latina, parente di spinaci e barbabietola, ricca di proteine vegetali, fibra, antiossidanti e soprattutto gluten free per entrare nel mercato dei superfood, cibi orientati al benessere, sempre più richiesti dai consumatori. Con i suoi asini co-terapeuti a fianco di dottori e infermieri, Gioele Chiari di San Giorgio di Piano (Bologna) ha conquistato il premio “Noi per il sociale”; nella sua azienda intervengono operatori sanitari, educatori, psicologi che utilizzano gli asini e altri animali a sostegno di terapie verso malati psichiatrici e della sfera emozionale. Realizzare orti con dimensioni e prodotti che i clienti scelgono su internet è la geniale trovata di Emanuele Rubinetti di Cesena che si è aggiudicato il premio “Fare Rete”. Attraverso il sito internet “Ortiamo”, Emanuele dà ai clienti la possibilità di realizzare un orto che possono coltivare insieme o farselo coltivare interamente dal titolare, ottenendo in cambio i prodotti coltivati con la sicurezza di consumare alimenti freschi, di stagione e sicuri.

Le sei categorie del premio non sono bastate per riconoscere la fantasia e la capacità di innovazione dei giovani perciò sono state assegnate anche cinque menzioni speciali. La menzione “Innovazione di prodotto” è andata Luca Ricci di Faenza (Ravenna) per l’allevamento di chiocciole da cui ricava oltre ai prodotti gastronomici anche creme cosmetiche e sciroppi pediatrici con metodi soft che non stressano le lumache. Sara Ramazzotti di Neviano degli Arduini (Parma) con la produzione di gelato e yogurt ottenuto dal latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano ha ottenuto la menzione speciale “Qualità”. Menzione speciale “Ambiente” per Pietro Campani e Paolo Berretti di Montefiorino (Modena) che pensano in grande sul lungo periodo ed hanno in progetto di piantare 300 mila piante micorrizate per la prodizione di tartufi. Recuperando la Spergola, antico vitigno delle colline reggiane amato da Matilde di Canossa, la Compagnia della Spergola di Reggio Emilia si è aggiudicata la menzione “Valorizzazione economica” per aver riunito cantine ed enti pubblici per la promozione economica, ambientale e turistica del prodotto. Alle cene nel campo di canapa di Marco Bianchi di Coriano (Rimini) è andata la menzione speciale “Marketing”.

 

PIACENZA, ALPACA ALLEVAMENTO CREATIVO: PREMIATA LA PIACENTINA GLORIA MERLI

La giovane piacentina Gloria Merli è un’allevatrice da Oscar. Ha infatti conquistato ieri sera, lunedì 16 luglio, il Premio per l’innovazione promosso da Coldiretti i cui vincitori finali sono stati premiati all’azienda Bertinelli a Noceto (PR). A Gloria (l’azienda è della madre “Giuseppina Penna”) – laureata in architettura e viceresponsabile di Coldiretti Donne Impresa Piacenza – è andato il premio “Creatività” per aver portato dalle Ande a Marano di Ziano nel Piacentino l’alpaca, un camelide che produce lana anallergica, perché priva di lanolina, dai cui la stessa Gloria produce guanti, cuffie e maglioni sfruttando i 22 colori naturali di questa lana.

Un progetto decisamente innovativo, che vede Gloria impegnata in prima linea anche per far sì che l’alpaca venga riconosciuto come animale da reddito. Gloria è segretaria e vicepresidente nazionale della Sia, Società Italiana Alpaca e l’associazione è impegnata proprio nella procedura per il riconoscimento dell’alpaca come animale da reddito su tutto il territorio nazionale e per raggiungere questo obiettivo ha messo a disposizione un servizio di deposito e analisi del Dna per tutti gli alpaca iscritti al registro anagrafico, grazie al prezioso supporto del laboratorio dell’Associazione Italiana Allevatori.

Insieme alla madre, Gloria, oltre a coltivare la vite, alleva quindi nove alpaca (dei quali uno, Perseo, di poche settimane), mammiferi della famiglia dei camelidi originari del Sud America grazie ai quali si produce la famosa lana soffice e anallergica.

La premiazione di Gloria rappresenta un successo per il movimento giovanile e per quello femminile. Soddisfazione è stata espressa dal delegato provinciale Davide Minardi (che ha consegnato il riconoscimento) e dalla responsabile di Donne Impresa Piacenza Francesca Bertoli Merelli, che ha sottolineato la dinamicità del settore agricolo.

A guidare la delegazione piacentina c’erano il presidente Marco Crotti, il direttore Giovanni Luigi Cremonesi e il segretario dei Giovani Valerio Galli. E’ stata l’occasione anche per diffondere i dati, molto positivi, delle aziende guidate da giovani nell’agricoltura, silvicoltura e pesca dell’Emilia Romagna. Nel primo trimestre 2018 le imprese hanno raggiunto il numero di 2.199 imprese con un aumento del 4,8% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, raddoppiando perfino la crescita del 2,3% fatta registrare in tutto il 2017. Emerge dalla analisi di Coldiretti Emilia Romagna sui dati del registro delle imprese di Unioncamere. Un trend confermato nel Piacentino, dove nel 2017 le imprese giovanili in agricoltura sono cresciute di 13 unità rispetto al 2016, salendo a quota 234.

Selezionate tra centinaia di aziende, ieri sono state premiate, insieme a quella di Gloria, le esperienze imprenditoriali più innovative del 2018, dalle feste nei campi di canapa agli orti coltivati via internet fino alla bava di lumache per produrre creme per la salute e la cura del corpo. Prima delle premiazioni è stato presentato il libro di Nunzio Primavera “La gente dei campi e il sogno di Bonomi – la Coldiretti dalla fondazione alla Riforma Agraria”, con l’autore intervistato dal giornalista Andrea Gavazzoli.

 

RAVENNA, LE CHIOCCIOLE TRA LE ESPERIENZE IMPRENDITORIALI PIU’ INNOVATIVE

Crescita record per le aziende giovani in agricoltura in provincia di Ravenna. Nel primo trimestre 2018, mentre a livello globale si registra una diminuzione del 4% delle imprese under 35, quelle agricole hanno raggiunto le 200 unità con un aumento del 7% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso (il più elevato tra tutti i settori produttivi), di poco inferiore alla crescita fatta registrare nell’intero 2017 che era stata pari al 7,9% e nettamente superiore all’aumento registrato nel trimestre su scala regionale (+4,8%).

È quanto emerge dalla analisi di Coldiretti Ravenna sui dati del registro delle imprese della Camera di Commercio diffusa nell’ambito della finale regionale del 12° Premio per l’Innovazione di Coldiretti promosso da Giovani Impresa Emilia-Romagna. A conferma dell’attrazione che le opportunità offerte dal settore esercitano sui giovani, le centinaia di candidature giunte a Coldiretti che ieri sera, all’azienda agricola Bertinelli di Noceto di Parma ha premiato le esperienze imprenditoriali più innovative del 2018.

Ebbene, la creatività ravennate è salita sul podio, ottenendo una menzione speciale nella categoria “Innovazione di Prodotto”, grazie alla società agricola Luca Ricci di Pieve Cesato (Faenza) dove si allevano chiocciole da cui l’imprenditore, insieme al fratello, ricava oltre ai prodotti gastronomici anche creme cosmetiche e sciroppi pediatrici con metodi soft che non stressano le lumache. Dal 2017 Luca Ricci, 36 anni, diplomato all’Istituto Alberghiero, ha avviato l’allevamento di lumache a ciclo biologico completo nella campagna faentina. L’azienda ha ricevuto il marchio d’origine e garanzia di qualità “Chiocciola Metodo Cherasco”, assegnato dall’Istituto Internazionale di Elicicoltura. Le chiocciole di Luca si nutrono solo di vegetali selezionati e sono allevate in condizioni igienico-ambientali controllate. Parallelamente Luca ha creato il marchio registrato “La Chiocciola Romagnola” e diversificato la produzione con due linee, una gastronomica (chiocciole vive, patè, ragù di chiocciola) e una cosmetica/benessere (a base di bava di lumaca purissima) con creme e sciroppi pediatrici contro tosse, gastrite e problemi di stomaco.

Oltre alla vendita diretta presso l’azienda e attraverso la rete di Campagna Amica, il giovane imprenditore ha attivato un portale per vendita online (www.lachiocciolaromagnola.it), sia dei prodotti gastronomici (destinati a consumatori, chef e ristoranti) sia degli sciroppi pediatrici e delle creme che raggiungono tutta Italia.

 

PARMA, PREMIO COLDIRETTI INNOVAZIONE GIOVANI 2018 AL “PARMIGIANO GELATO”

Le finali regionali del Premio Coldiretti Innovazione Giovani 2018, rivolto ai giovani imprenditori con progetti innovativi in agricoltura, si è tenuto quest’anno presso l’azienda agricola Bertinelli a Noceto (Parma), un esempio emblematico di innovazione, multifunzionalità e avanguardia. A salire sul podio per ricevere la menzione speciale “Qualità” è stata la Società agricola Casello di Neviano Degli Arduini (Parma) per il Parmigiano gelato.

Lo comunica Coldiretti Parma nel ricordare che la società agricola Casello da sempre coltiva cereali e foraggere e alleva bovini con latte destinato prevalentemente alla produzione di Parmigiano Reggiano. Ed è a partire da questa tradizione di qualità che la giovane Sara Ramazzotti, qualche anno fa, ha deciso di diversificare e innovare la produzione aziendale destinando parte del latte di alta qualità prodotto alla trasformazione in gelato e yogurt. Apre, così, un’agrigelateria (“Il Settimo Gelo”) a Langhirano (Parma) con l’obiettivo di far gustare ai clienti gelati e yogurt di altissima qualità perché ottenuti da latte per Parmigiano Reggiano.

 

FORLI’-CESENA-RIMINI: DA AZIENDA COLLE DEL RIO DI CESENA GLI ORTI IN AFFIDO VIA WEB

Realizzare orti con dimensioni e prodotti che i clienti scelgono su internet. Questa la geniale trovata che ha consentito ad Emanuele Rubinetti, titolare della società Colle del Rio di Cesena di aggiudicarsi il Premio per l’Innovazione in agricoltura (sezione ‘Fare Rete’) promosso da Coldiretti Giovani Impresa Emilia-Romagna. L’idea dell’imprenditore agricolo 30enne è stata selezionata tra le centinaia di candidature giunte da tutta la regione entrando di diritto tra le sei premiate ieri sera, all’azienda agricola Bertinelli di Noceto di Parma, nell’ambito della finale del concorso regionale, giunto alla 12esima edizione.

Attraverso il sito internet “Ortiamo”, Emanuele dà ai clienti la possibilità di realizzare un orto che possono coltivare insieme o farselo coltivare interamente dal titolare, ottenendo in cambio i prodotti coltivati con la sicurezza di consumare alimenti freschi, di stagione e sicuri. Gli orti messi ‘in affido’ da Emanuele, tutti compresi nella rete degli orti urbani di Campagna Amica, vengono letteralmente ‘adottati’ dai clienti ortisti che possono sceglierne le dimensioni e il periodo di coltivazione con le verdure e gli ortaggi da seminare. Il tutto avviene attraverso internet, a parte la fase finale, quella più interessante in cui il cliente riceve i suoi prodotti ‘certificati’ direttamente a casa.

Partito da solo, Emanuele oggi ha due soci, Giovanni e Luana e gli orti da 20 sono diventati 60. Luana, che ha ritirato il premio insieme al fondatore, è la testimone diretta di un’idea che piace, funziona e cresce. Tecnico in un laboratorio analisi, la giovane cesenate è stata la prima ad ‘adottare’ uno degli orti di Emanuele per poi sposare a tal punto il progetto da abbandonare il suo lavoro sicuro per entrare in società e dedicarsi anima e corpo allo sviluppo dell’azienda. Tra gli obiettivi futuri della società Colle del Rio – che tutti i mercoledì d’estate già propone agri-aperitivi tra gli orti di via Rio Marano tra birra agricola e buona musica – avviare un allevamento di polli legati agli orti (alimentati con i residui della produzione) e sviluppare un percorso didattico che coinvolga scuole, famiglie e aziende.

Sono le buone idee come quelle di Emanuele e soci ad alimentare, senza dubbio, quella voglia di ritorno alla terra che è carburante della crescita record di aziende giovani in agricoltura: nel primo trimestre 2018 le imprese under 35 hanno raggiunto in Emilia-Romagna le 2.199 unità, con un aumento del 4,8% rispetto al primo  trimestre dell’anno scorso, raddoppiando perfino la crescita del 2,3% fatta registrare in tutto il 2017 (analisi di Coldiretti Emilia Romagna sui dati del registro delle imprese di Unioncamere).

“Abbiamo messo a disposizione dei giovani la grande esperienza di Coldiretti – ha detto il delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa Forlì-Cesena e Rimini, Andrea Alessandri – per sostenere chi è interessato a impegnare il proprio futuro in agricoltura e cogliere tutte le opportunità che la legge di Orientamento, fortemente voluta dalla nostra associazione, offre alle aziende agricole per l’accesso ai finanziamenti e consentire di superare le tante difficoltà burocratiche nell’avviare una propria impresa”. “I numeri in costante crescita dei nuovi ingressi ci dicono che l’interesse dei giovani verso una scelta imprenditoriale in agricoltura è un fatto quasi epocale e non certo occasionale – ha affermato il Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena Andrea Ferrini premiando Emanuele Rubinetti – per questo occorrono politiche da parte delle istituzioni, in primis della Regione, che possano sostenere queste scelte e consolidare le aziende giovani e innovative che costituiranno il futuro produttivo ed ambientale del nostro territorio”.

 

CALABRIA, A COSENZA ASSEGNATI I PREMI REGIONALI 2018 PER LE AZIENDE INNOVATIVE 

La premiazione della finale regionale del premio “Oscar Green” per l’innovazione in agricoltura promosso da Coldiretti Giovani Impresa, è avvenuta nella splendida e superba “location” del Castello Svevo di Cosenza.  L’’evento ha visto la presenza di tanti giovani provenienti da tutta la regione. “Volti, storie e racconti imprenditoriali di giovani determinati e decisi che vogliono bene alla Calabria” ha commentato Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria. Una selezione che ha visto competere diverse aziende condotte da giovani, con idee e prodotti innovativi, originali, moderne e competitive oltre che rispettose dell’ambiente e senso di appartenenza al territorio. Sei le aziende agricole regionali premiate nelle categorie del concorso oltre due menzioni speciali.

“Aziende e prodotti – ha introdotto il Direttore di Coldiretti Calabria Francesco Cosentini che ha moderato l’evento – che confermano le opportunità di successo individuale dei giovani che sempre di più, valorizzano le tipicità e tradizioni ma con lo sguardo fermo e risoluto sull’innovazione e sulle nuove tecnologie e tendenze”.

Insieme ai dirigenti Coldiretti di tutta la regione, hanno voluto esserci tra gli altri il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e l’Assessore alle Attività Produttive Loredana Pastore, il Presidente e Segretario Generale della Camera di Commercio Klaus Algieri ed Erminia Giorno. Per la categoria Sostenibilità è stata premiata l’azienda Agricola Fangiano di Marco Ferrini a Nocera Terinese (Catanzaro). L’azienda multifunzionale provvede all’estrazione di sostanze bioattive dalle acque di vegetazione olearie e al trattamento delle stesse. Si tratta di un processo di trattamento per la valorizzazione delle acque di vegetazione olearie per il recupero di sostanze nobili e nel rispetto dell’ambiente Per la Categoria Campagna Amica il premio l’ha ricevuto Placidia Guerrera – Azienda Agricola Scriva di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria). Un progetto aperto alle colture esotiche mediterranee che sono coltivabili in alcune aree del territorio reggino. Una sperimentazione colturale che dà vita a prodotti agroalimentari ricercati da altri popoli. L’esperienza nei mercati di Campagna Amica ha portato l’azienda a relazionarsi con l’interculturalità. Prodotti agroalimentari con i colori, i sapori e gli odori dell’Oriente: Ocra, Melanzana Thai, Fagiolini Thai, Ampalaya, Morning glori, Pachcoi che hanno subito riscosso successo su una clientela etnicamente diversificata. Per la categoria Fare rete è stata premiata Francesca Coricello – Soc. Agricola Cuore Verde Siberene di Santa Severina (Crotone). Produce Bacche di Goji Italiano e di zafferano bio. La società collabora con varie Università (Urbino, Napoli, Reggio Calabria) e realizza progetti di cooperazione interregionale e internazionale nel campo della nutraceutica, dei functional food e dei superfood. Tra le mission vi è quella di restituire dignità alle piccole aziende agricole, anche in aree marginali e svantaggiate.  Per la categoria Creatività a ricevere il premio è stato Glauco Gallo – Medi Mais Calabria SrL di Corigliano Calabro (Cosenza) che parteciperà alla finale nazionale. Per dare valore aggiunto alle clementine, ha creato “Clemì”, la bibita gassata al gusto di clementine e anche il primo museo delle clementine. La bibita è senza conservanti, coloranti né aggiunta glutine e, soprattutto, contiene il 20% di vero succo di clementina. Il riconoscimento per la sezione Impresa3. Terra è andato all’azienda agricola Michele Crudo di Briatico (Vibo Valentia). Il progetto “Crudo Italian Essence”, in collaborazione con la start-up Phytocal srl valorizza, da un lato, la filiera delle piante officinali ed alimurgiche calabresi e, dall’altro, gli scarti di produzione della filiera agricola. In azienda è attivo un laboratorio di ricerca e trasformazione che si distingue per l’utilizzo di processi eco-compatibili di ultima generazione.  La categoria Noi per il Sociale ha visto premiato il Comune di Longobardi (Cosenza) e il sindaco Giacinto Mannarino. Per la riduzione dei rifiuti organici, in aggiunta alle compostiere, ha donato alle famiglie che hanno un giardino una coppia di galline. L’iniziativa è stata chiamata “gallina Vecchia fa buon brodo”.  Ciò permette la riduzione dei rifiuti organici: infatti, in un anno la coppia di galline mangia circa 300 kg di rifiuti alimentari e produce circa 400 uova e una discreta quantità di pollina, concime per gli orti. Sono state assegnate anche due menzioni speciali.

La prima menzione speciale è andata Terre Jonico-Silane di Rossano (Cosenza). Quattro professionisti (un agronomo, una redattrice editoriale, un esperto marketing e un esperto di turismo), hanno dato vita ad un’attività di rete per fornire servizi di innovazione alle aziende agricole di Campagna Amica di Rossano iniziando con un progetto di birra aromatizzata agli agrumi e alle erbe. La seconda menzione speciale è andata a Francesco Gabriele Bafaro – Azienda Archeo Eenologica di Acri (Cosenza).  Un archeologo- agricoltore, che ha dedicato la ricerca agli antichi impianti di vinificazione usati nell’Enotria, l’attuale Calabria, terra da sempre vocata alla produzione di vini, producendo il vino Acroneo, che nasce dall’unione di due grandi passioni: l’archeologia e l’enologia. “I premi di oggi come negli undici anni precedenti – ha concluso Molinaro – diventano impresa e quindi economia ed occupazione e danno fiducia ai nostri giovani”.

 

MODENA, AD AZIENDA TARTUFI MENZIONE SPECIALE AMBIENTE DEL PREMIO INNOVAZIONE

Produrre 300mila piante per reimpiantare boschi di piante autoctone sull’Appennino modenese: è l’obiettivo di Paolo Beretti e Pietro Campani, titolari dell’azienda agricola Modena Tartufi che ieri sera ha ricevuto la menzione speciale “ambiente” nell’ambito del premio innovazione di Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna nato per valorizzare le esperienze imprenditoriali più innovative del 2018. Il riconoscimento è stato consegnato ieri sera durante la cerimonia che si è tenuta nell’azienda agricola Bertinelli di Noceto (Parma) alla presenza dei giovani provenienti da tutta l’Emilia Romagna.

Pietro Campani e Paolo Berretti, titolari della società agricola Modena Tartufi di Montefiorino (Mo), nascono dall’esperienza di tre generazioni di tartufai – rende noto Coldiretti Modena. Oltre a produrre e vendere direttamente il loro tartufo stanno sviluppando un progetto di lunga gittata, che prevede di realizzare, a partire dal seme, 300 mila piante micorrizzate per reimpiantare boschi di piante autoctone sull’Appennino modenese. L’obiettivo – informa Coldiretti – è impiantare aree verdi, dando un nuovo volto ambientale e paesaggistico al territorio, creando nello stesso tempo tartufaie che diano ai proprietari la possibilità di ottenere un reddito integrativo anche in queste zone svantaggiate.

Per realizzare il progetto – continua la Coldiretti modenese – hanno adottato i progressi scientifici più recenti, le tecnologie all’avanguardia e non ultimo la sicurezza data dal nuovo disciplinare dell’Emilia Romagna che prevede a garanzia dei clienti una doppia certificazione, rilasciata nel loro caso dall’Università di Perugia e dalla stessa Regione Emilia Romagna. I clienti al momento dell’acquisto delle piante ottengono contemporaneamente la consulenza gratuita necessaria per realizzare e portare a produzione la propria tartufaia.

A fianco di questo progetto – informa Coldiretti – l’azienda sta anche realizzando il primo “Parco del tartufo” in collaborazione con il Gal “Antico Frignano”. Nell’area di Montefiorino lavorano per realizzare tartufaie con i tartufi locali protetti dal disciplinare dei prodotti tipici della Camera di Commercio di Modena come “tartufi delle valli Dolo e Dragone”.

“Ci complimentiamo con Berretti e Campani – ha detto il Direttore di Coldiretti Modena, Giovanni Duò – perché a partire da una loro passione sono stati in grado di dare vita ad un’azienda che guarda all’ambiente con l’intenzione di valorizzare il loro territorio di origine.

“Come Coldiretti – ha continuato Duò – mettiamo a disposizione dei giovani la nostra esperienza per sostenere chi è interessato a impegnare il proprio futuro in agricoltura e cogliere tutte le opportunità che la legge di Orientamento offre alle aziende agricole per l’accesso ai finanziamenti e consentire di superare le tante difficoltà burocratiche nell’avviare una propria impresa. L’interesse crescente dei giovani verso la scelta imprenditoriale in agricoltura è un fatto che non si può più definire occasionale – ha concluso il direttore di Coldiretti Modena – per questo occorrono politiche da parte delle istituzioni, in primis della Regione, che possano sostenere queste scelte e consolidare le aziende giovani e innovative che costituiranno il futuro produttivo ed ambientale del nostro territorio”.

 

REGGIO E.: CON COMPAGNIA DELLA SPERGOLA TORNA IL VINO DI MATILDE DI CANOSSA

Crescita record di aziende giovani nell’agricoltura, silvicoltura e pesca dell’Emilia Romagna. Nel primo trimestre 2018 hanno raggiunto il numero di 2.199 imprese con un aumento del 4,8% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, raddoppiando perfino la crescita del 2,3% fatta registrare in tutto il 2017. È quanto emerge dalla analisi di Coldiretti Emilia Romagna sui dati del registro delle imprese di Unioncamere e diffusa in occasione del premio per l’innovazione di Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna, che ha selezionato tra centinaia di aziende le esperienze imprenditoriali più innovative del 2018, dall’allevamento di animali da lana anallergica alle feste nei campi di canapa, dagli orti coltivati via internet alla bava di lumache per produrre creme per la salute e la cura del corpo, dal food truck per cucinare il pesce in diretta nelle piazze di paese alle erbe infestanti per lenire artriti e artrosi.

Nel primo trimestre di quest’anno – rileva Coldiretti regionale – le imprese under 35 totali in Emilia Romagna sono risultate 27.681, con un calo di 1.125 aziende (–3,9%) rispetto allo stesso periodo del 2017. I cali maggiori si sono avuti nel settore delle costruzioni (–681 unità, –11,1%) dei servizi (–473 imprese, –2,6%) e dell’industria (–72 unità, –3,4%). In controtendenza rispetto all’andamento prevalente sono cresciute solo le imprese giovani dell’agricoltura, silvicoltura e pesca con un +4,8%, a conferma dell’attrazione che le opportunità offerte dal settore esercitano sui giovani.

Alle aziende innovative è dedicato il premio per l’innovazione promosso da Coldiretti i cui vincitori finali sono stati premiati ieri sera, lunedì 16 luglio, presso l’azienda Bertinelli a Noceto (Parma). Recuperando la Spergola, antico vitigno delle colline reggiane amato da Matilde di Canossa, la Compagnia della Spergola si è aggiudicata la menzione “Valorizzazione economica” per aver riunito cantine ed enti pubblici per la promozione economica del sempre più apprezzato vino ed anche promozione ambientale e turistica della zona di coltivazione.

Ha ritirato il premio consegnato da Luciana Pedroni, neo responsabile regionale Coldiretti Donne Impresa, una rappresentanza della Compagnia della Spergola costituita da Chiara Fantesini, Giorgio Monzali e Bellelli Loretta.

“È un ottimo lavoro quello che sta venendo avanti da parte della Compagnia della Spergola – commentano i vertici della Coldiretti reggiana Eugenio Torchio e Assuero Zampini, presenti alla premiazione. La promozione di questo vitigno ritrovato è un’opportunità irrinunciabile per i produttori e per il territorio e ci troverà sempre in prima linea per sostenerla”.

“La valorizzazione delle specificità territoriali rappresenta il futuro per il settore viticolo – concludono dalla Coldiretti reggiana – e la Spergola è una importante direttrice per la crescita della nostra realtà. È un vino che risponde agli attuali trend dei consumi italiani e stranieri e – concludono torchio e Zampini – è un importante patrimonio locale grazie alla cui promozione si aggancia un intero territorio di grande valore storico, culturale e gastronomico”.

 

FERRARA, PREMI INNOVAZIONE GIOVANI: I PROFILI DELLE AZIENDE FERRARESI VINCENTI

Categoria “Campagna Amica” – Filiera trasparente come l’acqua – Comacchio (Fe) – Fisherman – Mosè e B. società cooperativa di Mosè Padoan – Quella della cooperativa Mosè e B. è una storia di passione. La società ha sede a Comacchio, regno della pesca e dell’anguilla e Mosè Padoan ha seguito il richiamo del territorio e si è dedicato anima e corpo a questa antica attività. Vongole veraci, anguille e pesce azzurro vengono pescati e venduti direttamente in una filiera cortissima e trasparente nei punti vendita aziendali e nei mercati di Campagna Amica. Mosè in breve tempo si è ritagliato uno spazio di assoluto rilievo nello scenario ittico ferrarese e questo gli ha permesso di ampliare l’attività e dedicarsi anche allo street food. Con il proprio food truck, camioncino che oltre a vendere pesce è attrezzato anche per la cottura, gira per la Provincia proponendo pesce fresco già cucinato secondo la tradizione e pronto al consumo, facendo conoscere a tutti i prodotti tipici e le ricette del suo territorio.

Categoria “Sostenibilità” – Le infestanti che fanno bene – Mesola (Fe) – Il Bosco Officinale di Sabrina e Massimiliano Zanelli – Il Bosco Officinale si trova ai margini di uno dei boschi più antichi d’Italia, il bosco della Mesola. Qui Sabrina e Massimiliano Zanelli, con l’appoggio della madre, coltivano le piante officinali di una volta, quelle che erano quasi scomparse, come ad esempio la camomilla romana. La riscoperta è avvenuta anche grazie al nonno che queste piante conosceva bene e che è vissuto fino a 106 anni senza mai prendere una medicina. Sono ben diciassette le specie officinali coltivate tra cui l’Erigeron Canadensis una pianta originaria del Canada, ma che da secoli ha colonizzato il mondo: è una infestante resistente ai diserbanti, ricca però di sostanze benefiche soprattutto come prodotto drenante che giova anche per artrosi e artriti. L’azienda si è dotata di distillatori di ultima generazione che consentono di ricavare olii essenziali che mantengono tutte le caratteristiche del prodotto originario. Da qui nascono creme cosmetiche per neonati e adulti, sciroppi per il benessere della persona, creme anche per gli animali domestici. L’azienda dispone anche di un laboratorio dove vengono preparate confetture e altri prodotti alimentari di altissima qualità. Il tutto viene venduto online e direttamente nel negozio aziendale, mentre tra i progetti futuri c’è l’apertura di negozi in franchising. L’amore per le piante gli Zanelli amano trasmetterlo. Per questo organizzano corsi di formazione e informazione in azienda e spesso vengono chiamati anche dall’Università per lezioni agli studenti.

Categoria “Impresa 3.Terra” – Superfood made in italy – Argenta (Fe) – azienda agricola di Sebastiano Tundo – Ingegnere edile, figlio di un ingegnere e di un medico, Sebastiano Tundo ha avviato un’azienda agricola un po’ per passione, un po’ per desiderio di avere subito una occupazione tutta sua. Per i suoi terreni seminati a cereali (grano, mais) e oleaginose (soia) aveva bisogno di una coltura in rotazione. Ha scelto la Quinoa, una pianta originaria del Sud America che ormai si sta diffondendo in tutto il mondo per le sue peculiarità: è una pianta erbosa, lontana parente di spinaci e barbabietola, ricca di proteine vegetali, fibra e antiossidanti e soprattutto gluten free, insomma in linea con i cosiddetti superfood, cibi orientati al benessere sempre più richiesti dai consumatori. La sua scelta però è stata fatta “scientificamente”, quasi da ingegnere. Sebastiano infatti con una oculata attività di ricerca e selezione ha scelto il tipo di seme più adatto ai terreni del ferrarese. Poi è partito con la coltivazione (tutta biologica), organizzando la sua filiera, a partire dal marchio (Quin), passando per il packaging, fino alla vendita diretta in azienda e online.

 

EMILIA-R., PREMIO INNOVAZIONE GIOVANI: LA GENTE DEI CAMPI E IL SOGNO DI BONOMI

Quando nel 1944 rinascono partiti e sindacati, un giovane partigiano cattolico di famiglia contadina fonda la Coldiretti. È così che Paolo Bonomi realizza il sogno di dare dignità economica, politica e sociale alle famiglie coltivatrici: oltre otto milioni di italiani senza diritti e tutele sociali, considerati giuridicamente ed economicamente come categoria lavoratrice, si trasformano in piccoli proprietari. È una svolta epocale, che cambia completamente il volto dell’Italia rurale.

È questa svolta che ha raccontato il giornalista Nunzio Primavera, con piglio da storico, nel libro “La gente dei campi e il sogno di Bonomi” (edizioni Laurana) presentato in occasione della serata finale del premio Innovazione Giovani di Coldiretti Emilia Romagna a Noceto di Parma, presso l’azienda Bertinelli.

Intervistato dal giornalista parmigiano Andrea Gavazzoli, Primavera ha ricordato gli avvenimenti che hanno portato Bonomi a fondare nel 1944 la Coldiretti per dare rappresentanza ai contadini, dall’ispirazione a don Sturzo, fino all’appoggio di De Gasperi, di cui sposa la linea politica.

L’intuizione di Bonomi, osteggiata da comunisti e latifondisti, si trasforma ben presto nella più grande redistribuzione di ricchezza mai attuata in Italia, che troverà la sua realizzazione nella Riforma Agraria.

Il libro si concentra sulla storia tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni Sessanta e si conclude con un’appendice che ricorda e racconta tutti gli uomini di Bonomi che hanno contribuito a rendere Coldiretti la principale organizzazione agricola italiana.

 

MODENA, GRASSI E ZUCCHERI: ATTACCO ONU, A PRODUZIONI DI QUALITÀ MODENESI

Ancora una volta a finire sotto scacco sono i prodotti principe del made in Italy e della dieta mediterranea. È questo il commento di Coldiretti Modena all’annuncio che L’Onu e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) vogliono tassare i prodotti alimentari contenenti grassi insaturi, sale e zuccheri per combattere le malattie cardiovascolari, il diabete, il cancro. Ad essere messi sotto accusa ci sono anche prodotti tipici modenesi, come il Parmigiano Reggiano, e le eccellenze dell’Emilia Romagna: dal prosciutto di Parma, all’olio d’oliva fino al vino. L’assurdità di questa guerra santa – commenta Coldiretti Modena – è che ad essere colpiti sono quei prodotti della Dieta Mediterranea, riconosciuta proprio dall’Oms come dieta “allunga-vita”, che ha reso l’Italia uno dei Paesi con la popolazione più longeva al mondo e che ha conquistato il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco.

Si tratta – accusa la Coldiretti modenese – di un altro pesante attacco la made in Italy, come è già avvenuto in Francia e in Inghilterra con le etichette a semaforo. Il fatto più preoccupante è che si crea allarmismo presso i consumatori con il rischio concreto che vengano percepiti come salutari prodotti di scarsa qualità come bibite gassate prive di zucchero, mentre vengono bocciati prodotti ricchi di elementi fondamentali per una dieta equilibrata (vitamine, minerali), come l’olio extravergine, il Parmigiano Reggiano o il prosciutto di Parma. Si rischia – prosegue Coldiretti – che venga messo in discussione non solo un importante costume alimentare, ma anche un sistema produttivo di qualità che genera in Emilia Romagna un volume d’affari di 14,8 miliardi di euro con 70 mila occupati.

 

MANTOVA, PAOLO CARRA CONFERMATO PRESIDENTE COLDIRETTI FINO AL 2023

“Ringrazio il consiglio direttivo per la fiducia che mi ha nuovamente accordato e auguro a tutti noi un buon lavoro e anni prosperi, alla luce delle sfide che l’agricoltura mantovana dovrà sostenere nel prossimo quinquennio e che vedono Coldiretti fortemente impegnata a difendere il reddito delle imprese agricole e ad affermare la forza di un brand come il Made in Italy riconosciuto in tutto il mondo e al cui prestigio contribuisce grandemente anche l’economia mantovana”.

Così Paolo Carra, 50 anni, allevatore con un’azienda agricola di 140 ettari e una stalla di oltre 300 capi a Suzzara, è intervenuto ieri sera al termine dell’assemblea di Coldiretti Mantova, che ha visto tutta la platea dei presidenti di Sezione della provincia dare piena fiducia a Carra, presidente dal 2011, rinnovandogli l’incarico fino al 2023, secondo il nuovo regolamento confederale, che ha prolungato a cinque anni la durata del mandato.

“Per la Federazione provinciale di Coldiretti sono stati anni di forte impegno – ha esordito il presidente Carra -. Innanzitutto per riportare in attivo il bilancio, che oggi vede un’organizzazione ben assestata sul piano patrimoniale. Sull’onda dei successi ottenuti dalla Confederazione nazionale in termini di esenzione da Imu, Tasi e Irap, di tassazione a regime su base catastale, sul sostegno al Made in Italy e di etichetta più trasparente, abbiamo conseguito risultati di successo anche sul nostro territorio”.

A livello provinciale Carra, affiancato dal direttore Erminia Comencini, ha toccato gli argomenti relativi al “rinnovo dei Consorzi di Bonifica, che hanno visto Coldiretti Mantova protagonista delle nuove governance che si sono costituite, dando ampia rappresentanza ai territori che presentano le maggiori criticità. Non solo: è approdata a Mantova la Commissione unica nazionale dei suini e dei suinetti, tappa fondamentale per un comparto che esce da una crisi pesante e che avrebbe bisogno di stabilità economica per pianificare un riammodernamento del comparto”.

Ancora. “È in corso la definizione del processo di regionalizzazione dell’Associazione mantovana allevatori, indispensabile per garantire il giusto sostegno in termini di contributi pubblici e di assistenza ai produttori nell’ottica di un miglioramento ulteriore della qualità”.

Sfide che si giocano contemporaneamente a livello internazionale. “L’agricoltura mantovana dovrà fare i conti con i profondi mutamenti che stanno accompagnando il settore a livello europeo – ha specificato Carra –. Il modello di convergenza irlandese dovrebbe essere applicato anche con la prossima Politica agricola comune, in discussione proprio in questi giorni al Consiglio dei ministri europei dell’Agricoltura. Questo significa che per le imprese agricole italiane i contributi Pac diminuiranno, con tagli anche fino al 15%, se dovesse essere attuata la proposta della Commissione europea, contro la quale Coldiretti ha già espresso la propria contrarietà”.

Sul piano dell’internazionalizzazione, che Coldiretti Mantova auspica di poter incrementare negli anni futuri così come è avvenuto in periodi recenti, Paolo Carra non dimentica gli aspetti più delicati legati ai dazi (“minaccia per l’export”), agli accordi internazionali (“Sono molto utili, quando non penalizzano le esportazioni italiane, come sta avvenendo con il Ceta”), all’embargo con la Russia (“ha penalizzato anche l’export dell’agroalimentare mantovano in termini di lattiero caseario, ortofrutta e carne suina”). Ma anche ai consorzi di tutela, che “purtroppo oggi in parte non sembrano dare risposte adeguate ai prodotti che rappresentano, frenando così la vocazione all’export del nostro sistema produttivo”.

Una riflessione anche sulla burocrazia in chiave territoriale. “Purtroppo la Regione Lombardia risulta essere anacronistica rispetto alla velocità dell’economia delle nostre aziende agricole, ai difetti di sostegno all’agroalimentare, all’eccessivo impatto burocratico che si declina anche attraverso controlli-fotocopia – ha stigmatizzato il presidente -. Sia in Regione sia al Governo abbiamo nuovi interlocutori: le imprese agricole chiedono alle istituzioni rapidità di analisi, di decisione e di esecuzione, senza peraltro disperdere i risultati positivi ottenuti con chi li ha preceduti”.

Per tutti questi motivi, ha richiamato Carra, “il nuovo consiglio direttivo di Coldiretti Mantova, che esprime tra le proprie fila molti giovani, dovrà mettere in campo le azioni necessarie per consolidare i risultati ottenuti e per dare una prospettiva di futuro alle aziende associate. L’età media del consiglio è di 45 anni e mezzo e questo certifica come Coldiretti sia un’associazione che investe nei giovani e in una classe dirigente che guardi al futuro in termini di crescita e di competenza professionale”.

Presenti gli onorevoli Baroni e Zolezzi. All’assemblea elettiva hanno preso parte anche gli onorevoli Anna Lisa Baroni, componente della Commissione Agricoltura alla Camera e Alberto Zolezzi, commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici.

Difesa della Politica agricola comune dai tagli proposti dal commissario europeo Hogan e lotta alla burocrazia sono le priorità illustrate da Anna Lisa Baroni. “Come Forza Italia abbiamo sostenuto l’introduzione dei voucher, strumento utile per contrastare l’illegalità”, ha chiosato l’onorevole azzurra.

Anche l’onorevole Zolezzi ha condiviso le battaglie di Coldiretti contro il Ceta, l’accordo di libero scambio fra Ue e Canada. “Penalizza la qualità delle produzioni agroalimentari italiane e come Movimento 5 stelle siamo contrari alla sua ratifica in Parlamento”, ha assicurato.

La promozione del made in Italy, per Zolezzi passa attraverso la cultura. “Ho discusso col ministro Bonisoli di come promuovere le produzioni agroalimentari anche dal punto di vista culturale – ha raccontato -. Perché è estremamente importante allontanare il cibo spazzatura dalle nostre tavole e sostenere i consumi di cibi di qualità”.

Gli eletti – Presidente: Paolo Carra; Vicepresidente: Fabio Mantovani. Consiglieri: Claudio Grazioli, Enrico Treccani, Fabio Perini, Mauro Boselli, Simone Minelli, Aristide Minelli, Cristiano Negro, Pier Paolo Morselli, Paolo Rosa, Gabriele Gorni Silvestrini, Sandro Franzini. Componenti di diritto: Giovanni Bellei (delegato Giovani Impresa), Vittorio Valente (delegato Senior), Camilla Destro (movimento Donne Impresa). Componenti di diritto senza voto: Giuseppe Groppelli (Terranostra); Fabio Paloschi (Istituto Adamo Carantani). Revisori dei conti: Ennio Rimo (presidente), Primo Cortelazzi, Graziano Ronca.

 

COSENZA, FRANCO ACETO ELETTO PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE

È giunto al termine il rinnovo delle cariche per Coldiretti Cosenza, iniziato nei mesi scorsi con l’elezione dell’Ingegnere Franco Aceto, imprenditore agricolo di Montalto Uffugo, quale nuovo Presidente Federazione Provinciale.E’ stato eletto, nella sala del trono del Castello Svevo di Cosenza, dall’assemblea della provincia bruzia. Aceto succede a Pietro Tarasi che con saggezza, lungimiranza e intraprendenza ha guidato l’Organizzazione per diversi anni ponendola sempre al centro delle dinamiche economiche e sociali e che ha saputo accompagnare la fase di costruzione della “nuova Coldiretti” che trova proprio la sua forza nel rinnovarsi facendo tesoro del passato, concentrandosi sul presente e tenendo uno sguardo al futuro.

A testimonianza dell’affetto dell’assemblea nei confronti di Pietro Tarasi c’è stato un sincero e lunghissimo applauso a conclusione dell’intervento di commiato. Lo stesso Presidente Regionale Pietro Molinaro, rivolgendosi a Tarasi, lo ha voluto ringraziare per il contributo dai forti connotati sindacali e del grande lavoro svolto con passione ed energia facendo diventare Coldiretti sempre più punto di riferimento per cittadini e Istituzioni.

All’assemblea hanno partecipato il sindaco Mario Occhiuto, l’assessore alle attività produttive Loredana Pastore, il presidente e il segretario generale della Camera di Commercio di Cosenza Klaus Algierie Erminia Giorno. Franco Aceto, gestisce insieme al fratello, il più grande allevamento di bovini da latte calabrese oltre che una estesa superficie investita a kiwi e vite da vino, oltre che a foraggere. “Sono lusingato – ha affermato il neo Presidente– della fiducia che mi è stata accordata. Amo il mio territorio e conosco le problematiche che bisogna affrontare quotidianamente. Svolgerò – ha proseguito – con il massimo impegno l’attività politico sindacale che il mio ruolo richiede: Il principio che deve guidarci è tutelare e valorizzare al massimo le nostre imprese e il loro reddito e, di conseguenza, il nostro territorio”.

La squadra che collaborerà con il nuovo presidente è composta dai consiglieri: Vincenzo Abbruzzese – vice presidente, Fiore Gagliardi, Antonio Genovese, Francesco Graziani, Lorenzo Pupo, Pietro Molinaro, Giuseppe Perri, Antonino Fonsi, Ugo Amato, Enrico Parisi – delegato Giovani Impresa, Tiziana Calabrese – responsabile Donne Impresa, Carlo Spizzirri – presidente pensionati, don Fabio De Santis – consigliere ecclesiastico.

 

PADOVA, ULIVI AMMALATI: AL VIA LE ANALISI CON L’UNIVERSITA’ SUI COLLI EUGANEI

Monitoraggio degli uliveti dei Colli Euganei attaccati da alcuni funghi patogeni. Dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi dai produttori, Coldiretti è subito passata alla fase operativa coinvolgendo l’Aipo Veneto, il servizio Fitosanitario Regionale e l’Università di Padova. Durante l’incontro a Padova tra rappresentanti dei produttori ed esperti è emersa la necessità di procedere da subito con le analisi delle piante colpite da alcuni funghi patogeni per individuare in tempi brevi una cura efficace che permetta di contenere i danni. I primi campionamenti partiranno già nei prossimi giorni in quattro zone del Veneto, tra cui i Colli Euganei, in collaborazione con il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro Forestali dell’Università di Padova. Le altre aree coinvolte da questo problema sanitario sono la pedemontana vicentina e trevigiana e le colline veronesi. L’attacco fungino è segnalato anche nell’Alto e Basso Garda, Montecchio, Colli Berici e Vittorio Veneto.

“Dall’incontro è emerso che vi sono varietà di ulivi che si dimostrano abbastanza resistenti e altre invece che ne risentono maggiormente. – spiega Paolo Minella, responsabile ambiente di Coldiretti Padova – Le piante più colpite sono quelle che presentano lezioni e ferite da potatura ma anche dalla grandine. E’ stata segnalata anche la presenza della cimice asiatica che potrebbe complicare la situazione. Abbiamo riscontrato l’attacco di funghi patogeni della famiglia botryosphaeria, della quale fanno parte quasi 200 specie; tra cui il neofusicoccum parvum, individuato fra i responsabili del disseccamento degli ulivi. C’è un complesso di specie coinvolte, tra le quali, potenzialmente, potrebbe essercene una dominante. Probabilmente anche i vigneti potrebbero essere a rischio, soprattutto con questo clima caratterizzato da frequenti e intense piogge. Ecco perché e necessario partire da subito con i campionamenti e i prelievi sulle piante, a cui seguirà l’identificazione molecolare in laboratorio delle diverse specie di fughi e dei loro effetti, in modo da individuare rapidamente una cura efficace”. Si tratta però di analisi molto costose, almeno 200 euro per ogni campionatura, pertanto Coldiretti e i produttori si sono attivati con la Regione Veneto per individuare le risorse necessarie alla ricerca, alla cura e alla prevenzione.

La preoccupazione è altissima fra gli olivicoltori, ricorda Coldiretti Padova, reduci dalla predicente annata in forte flessione e ora alle prese con questo nuovo allarme che rischia di avere delle ripercussioni sulla produzione dell’olio extravergine dei Colli Euganei, sempre più richiesto e ricercato per le sue pregiate caratteristiche organolettiche.

La provincia di Padova conta oltre 450 ettari di ulivi e 80 mila piante circa, coltivate sui Colli Euganei. La produzione lo scorso anno è stata di circa 12-15 mila quintali di olive da cui si sono ricavati intorno ai 2 mila quintali d’olio. Olio di alta qualità, in ogni caso, perché le olive erano perfettamente sane. In provincia di Padova gli olivicoltori, per professione o per hobby, sono circa 900. Ovviamente sono determinanti per la resa finale la tecnica di coltivazione, di raccolta e di spremitura.

 

NOVARA-VCO, VENDEMMIA 2018: BENE IL RITORNO DEI VOUCHER IN AGRICOLTURA

“Bene il ritorno dei voucher. Uno strumento che ridarà ossigeno alla richiesta di lavoro per le operazioni colturali stagionali delle campagne e che potrà giungere a recuperare circa 50mila posti di lavoro occasionali per giovani studenti e pensionati, centinaia anche nelle nostre province specie nel prossimo periodo della vendemmia o negli agriturismi nel periodo di alta stagione estiva”. Lo afferma il presidente di Coldiretti Novara Vco Sara Baudo nel commentare positivamente le parole del vice premier e ministro Luigi Di Maio sulla reintroduzione dei voucher per l’agricoltura e il turismo presentando le linee guida dei suoi dicasteri al Senato.

La riforma aveva ingiustamente azzerato di fatto questa opportunità in agricoltura che “consente di integrare il reddito solo delle categorie più deboli e avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti o mantenere attivi anziani pensionati, senza gli abusi che si sono verificati negli altri settori”.

“L’impiego dei voucher non si limita alla sola vendemmia” continua Baudo “La cancellazione dei voucher ha inciso su un gran numero di produzioni agricole. Il settore primario, infatti, è condizionata dagli andamenti climatici sempre più imprevedibili e per diverse attività, quali ad esempio la preparazione dei terreni, delle semine e la raccolta di ortaggi, frutta e uva, ha bisogno di strumenti che tengano conto di queste caratteristiche e che non aggravino le imprese di burocrazia”.

Nel corso degli anni successivi all’introduzione nel 2008 è stato allargata la possibilità di utilizzo alle altre attività di agricole ma il settore è rimasto fedele all’originaria disciplina ‘sperimentale’ con tutte le iniziali limitazioni e il numero di voucher impiegati in agricoltura è praticamente rimasto stabile dal 2011 senza gli abusi che si sono verificati in altri comparti.

In agricoltura ne sono stati venduti nei cinque anni prima dell’abrogazione poco più di 2 milioni, più o meno gli stessi dei 5 anni precedenti, pari a circa a 350mila giornate/anno di lavoro. Il valore complessivo delle integrazioni di reddito ammonta a circa 22 milioni di euro all’anno mentre la regione dove sono stati più impiegati è il Veneto con poco più di un quarto del totale. Secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’ il 68% dei giovani italiani sarebbe disponibile a partecipare alla vendemmia o alla raccolta della frutta.

 

 

Appuntamenti

VALLE D’AOSTA, GRAZIE A COLDIRETTI ESTATE RICCA DI MERCATINI E DI PRODOTTI LOCALI

Sabato 28 e domenica 29 luglio, sabato 4, domenica 5, mercoledì 8, venerdì 10, lunedì 20 e mercoledì 22 agosto

Nell’estate 2018 residenti e turisti, appassionati di buon cibo, di enogastronomia e di tradizioni, avranno numerose opportunità di incontrare e degustare i prodotti Made in Valle d’Aosta ascoltando anche le storie e le peculiarità delle aziende valdostane che li producono.

Su tutto il territorio regionale, nel periodo estivo, si moltiplicano, infatti, le iniziative e gli eventi per far conoscere ai consumatori la qualità proposta dalle aziende agricole che aderiscono a Coldiretti Valle d’Aosta. “Sono eventi sempre più apprezzati – spiega Richard Lanièce, direttore di Coldiretti Valle d’Aosta – perché capaci di avvicinare e quindi di far dialogare produttore e cittadino trasmettendo le qualità, la stagionalità dei prodotti del nostro settore agroalimentare”.

Alcune aziende aderenti a Coldiretti saranno tra le protagoniste di “Non solo show cooking”, un’iniziativa, promossa dagli Assessorati regionali al Turismo e all’Agricoltura in collaborazione con l’Office du Tourisme e Coldiretti.

Si tratta di mercatini di prodotti agroalimentari e vitivinicoli della Valle d’Aosta con focus tematico e esibizione di uno chef che, utilizzando i prodotti del territorio, realizzerà finger food e piatti di eccellenza.

Il primo è in programma sabato 28 luglio a Etroubles dove alle 17 lo Chef Ilaria Pilone darà vita a piatti capaci di valorizzare i salumi e gli insaccati in abbinamento alla birra al génepy della Saint-Roch. Stessa formula il giorno successivo, domenica 29 luglio, a Torgnon quando lo chef Aldrin Chatrian proporrà piatti a base di carne con erbe officinali, aceti e condimenti in abbinamento ai vini dell’Azienda La Source.

La manifestazione proseguirà con focus su latte vaccino e derivati in abbinamento ai vini della Società Grosjean Vins (l’8 agosto a Cogne), con gli ortaggi degustati con les Bières d’Ayas (il 20 agosto ad Ayas) e, infine, con i prodotti da forno, confetture e miele insieme al succo di mela della Società Il Frutteto (il 22 agosto a Pré-Saint-Didier). Il mercato Lo Tsaven Campagna Amica proseguirà poi per tutti i mesi estivi ed oltre: le aziende agricole e i produttori locali saranno presenti tutti i martedì e i sabati in Via Vevey ad Aosta e tutti i venerdì a Saint-Pierre.

Tra fine luglio ed agosto i produttori con i loro stand di prodotti tradizionali e biologici (Fontina, formaggi caprini, confetture di frutta, succhi di frutta, prodotti da forno, prodotti per la cura del corpo, aceti, salse per formaggi, piante, …) toccheranno poi diverse località turistiche della Valle d’Aosta: da Breuil-Cervinia, ad Ayas, da Champorcher ad Arvier passando per i portici di Piazza Chanoux ad Aosta (il 4 e 5 agosto) e contribuendo ad animare la notte bianca di Ayas il 10 agosto. 

 

SICILIA: A BRUCOLI, NEL SIRACUSANO, APRE IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA

Tutti i martedì

Brucoli è una delle mete del siracusano preferite dai turisti. Al mare splendido e all’accoglienza, da oggi e per tutti i martedì mattina, si potranno acquistare i prodotti direttamente dagli agricoltori Campagna Amica. Al taglio del nastro di stamani a Piazza Belvedere, proprio per attestare l’importanza del cibo sano e della tutela economica della provincia, hanno partecipato il Sindaco e l’assessore alle Attività produttive e ambiente di Augusta, Cettina Di Pietro e Danilo Pulvirenti, con il presidente regionale Agrimercati Giovanni Pappalardo e il responsabile provinciale Campagna Amica, Alessio Fasciana.

 

RAVENNA: L’AGRICOLTURA E’ ROSA SOTTO LE STELLE DEL CANALE NAVIGLIO

Giovedì 19 luglio

Le eccellenze agricole prodotte e firmate dalle imprenditrici di Coldiretti Donne Impresa-Campagna Amica Ravenna saranno protagoniste, giovedì 19 luglio, dalle ore 20,00 a Bagnacavallo, nell’ambito della passeggiata sotto le stelle del Canale Naviglio. Nell’aia dell’azienda Terra Aguta-Frutti Nostri (via Canale Naviglio 26, Bagnacavallo) Coldiretti ripropone l’evento ‘L’agricoltura rosa sotto le stelle’, quest’anno tappa speciale del Festival Itinerante del Cibo Contadinopromosso da Campagna Amica. La serata è una vetrina del gusto e della grande innovazione e fantasia portata dalle donne in agricoltura. In programma picnic a km zero e degustazioni curate nei dettagli dalle agrichef degli agriturismi di Campagna Amica. Il tutto, ovviamente, all’insegna della qualità, tipicità e tradizione. I piatti saranno accompagnati dai vini delle aziende vitivinicole Coldiretti condotte da donne, mentre i dolci saranno tutti a base della frutta regina dell’estate, la pesca nettarina. Non mancherà, ovviamente, un mercato delle eccellenze a km0 coltivate dalle donne imprenditrici.

Secondo elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere, nel Ravennate più di 1 azienda agricola su 5 è guidata da donne con l’agricoltura che è il settore più “rosa” subito dopo il commercio.

L’ingresso progressivo delle donne alla guida delle aziende agricole è stato favorito dalla Legge di Orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti, che ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali. La presenza innovativa delle donne è infatti più diffusa nelle attività connesse a quella agricola come la trasformazione dei prodotti, il settore dell’agribenessere, le fattorie sociali, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy fino al protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici della nostra agricoltura.

“La presenza delle donne nell’agricoltura Ravennate ha certamente dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore con una crescente attenzione al rispetto dell’ambiente e della sicurezza alimentare – commenta Laura Cenni, responsabile provinciale vice-delegata regionale di Donne Impresa, presentando la serata di giovedì. Gli esempi di questa imprenditoria virtuosa tutta al femminile – conclude – saranno protagonisti dell’appuntamento da noi promosso nell’aia di Tenuta Aguta, vi aspettiamo!”.

 

UMBRIA: PREMIO INNOVAZIONE, DA ORTO BIO IN ABBONAMENTO, A CACTUS CHE ARREDA

Mercoledì 18 luglio

C’è l’orto biologico in abbonamento, ma anche la fattoria didattica rivolta al sociale; chi produce cactus di “tendenza” che arredano, e chi, dall’olio extravergine, ricava una linea cosmetica. E inoltre: la scuola che valorizza il made in Umbria agroalimentare e il pioniere vignaiolo della Valnerina. Sono le idee, le attività e i vincitori dei Premi per l’Innovazione in agricoltura che verranno consegnati domani 18 luglio a Santa Maria degli Angeli, presso il centro congressi del “Valle di Assisi” (via San Bernardino da Siena, 116) dalle ore 18,00, nel corso di un’iniziativa promossa da Coldiretti Giovani Impresa Umbria.

Durante l’appuntamento – spiega Coldiretti – saranno raccontate le esperienze innovative e originali dei giovani vincitori. A seguire gli interventi, tra gli altri, del Delegato Coldiretti Giovani Impresa Umbria Francesco Panella, del Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti e dell’Assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini. A fare da cornice all’evento, un allestimento dei prodotti delle aziende agricole vincitrici e un “agriaperitivo” musicale, promosso dal gruppo Giovani Impresa di Coldiretti Umbria.

 

FERRARA: IN CITTÀ E AL MARE TROVI LA FILIERA CORTA NEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA

Tutti i mercoledì                                                            

Coldiretti Ferrara ricorda che ogni mercoledì è possibile fare acquisti direttamente dai produttori di Campagna Amica, oltre che presso i propri punti vendita aziendali, anche nei Mercati organizzati a Ferrara, con l’Agrimercato di Grisù, presso l’ex caserma dei vigili del fuoco di Viale Poledrelli, con entrata da via Ortigara, dalle 8 alle 13 e anche con Spiaggia e Sapori a Lido degli Estensi, nel tratto finale di Viale delle Querce (verso Porta Ravenna), sempre di mercoledì, ma dalle 17 alle 23.

Sono occasioni interessanti per approvvigionarsi di frutta e verdura fresca, che aiuta il nostro fisico a sopportare meglio le alte temperature e la perdita di sali minerali, senza rinunciare alle altre tipiche produzioni del nostro territorio, come il riso, il miele, i salumi, i formaggi (compresi quelli di bufala), il vino del Bosco Eliceo, le confetture, le conserve. Tutto a filiera corta, dalla terra alla tavola per preservare le caratteristiche nutrizionali dei propri prodotti e garantirne la salubrità, la sicurezza, la bontà, al giusto prezzo.