COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 17 aprile 2018

17 Aprile 2018
News La Forza del Territorio del 17 aprile 2018

Primo piano

 

PUGLIA

LEGGE KM0: ATTO RESPONSABILE E CONDIVISO DA FAMIGLIE

“L’approvazione definitiva in Consiglio regionale della cosiddetta legge sul Km0 con un solo astenuto – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – è riuscita di fatto a raccogliere il consenso bipartisan sul delicato tema delle mense scolastiche, della sicurezza alimentare, della nutraceutica e della salute dei bambini e non solo”.

 

“La legge presentata dal consigliere Colonna che abbiamo accompagnato e sostenuto in tutte le fasi – prosegue Cantele – ha riservato una rinnovata attenzione a come si alimentano i ragazzi al di fuori delle mura domestiche è un preciso dovere degli enti locali che dovrebbero garantire l’assoluta sicurezza alimentare e l’utilizzo di prodotti tipici e tradizionali non solo per i pranzi somministrati agli alunni, ma anche per i brevi momenti di ristoro. L’obiettivo è anche quello di modificare abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque e formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno”.

Il provvedimento, già finanziato nel bilancio regionale, disciplina la complessità di azioni previste che intendono incentivare nuove forme di scambio – spiega Coldiretti Puglia – capaci di veicolare e promuovere le filiere corte limitando il numero degli intermediari, a partire da opportunità di incontro e da strumenti di cooperazione basati sul rapporto diretto tra chi produce e chi consuma e ha introdotto, inoltre, le modalità di concessione del marchio di filiera denominato “chilometro zero”.

“E’ una risposta responsabile all’83 per cento dei genitori pugliesi – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – convinto che le mense pubbliche debbano offrire cibi più sani anche per educare le nuove generazioni alla sana e corretta alimentazione e tutelare la salute dei bambini. L’effetto nefasto di una cattiva alimentazione non è solo l’obesità perché il 35% dei tumori, secondo i dati della Lilt, si sviluppa a seguito di una alimentazione scorretta. Ciò dimostra l’importanza prioritaria di formare una vera e propria cultura della ‘buona e sana tavola’, educazione che deve partire necessariamente dall’età scolare per vivere meglio e più a lungo. I prodotti tradizionali e tipici rispondono all’esigenza di garantire sicurezza alimentare, tutela ambientale e salvaguardia della storia e del patrimonio di tradizioni del territorio”.

Un segno distintivo ed una garanzia certificata che rappresentano un riconoscimento formale – conclude Coldiretti Puglia – della provenienza e della qualità dei prodotti da utilizzare sia sui banchi alimentari che sui menù degli esercizi di ristorazione e nelle mense pubbliche.

 

 

Dal territorio

 

VENETO, SVOLTA GREEN: NEL 2020 IL 75% DEI VIGNETI SARA’ BIO. IL PIANO DI COLDIRETTI

 

In tre anni almeno il 75% della superficie agricola veneta sarà bio. Lo ha annunciato ieri al Vinitaly Coldiretti che ha presentato il Piano operativo per una viticoltura green. Sono 4mila gli ettari vocati alle colture seguite con metodi alternativi alla chimica mentre 86mila sono coltivati secondo metodi tradizionali comunque attenti all”ecosostenibilita’. La viticoltura regionale produce 9 milioni di ettolitri di cui il 70% e’ a denominazione di origine controllata.

Coldiretti registra un indubbio salto di qualità compiuto negli ultimi dieci anni dagli imprenditori andato di pari passo alla crescita culturale tra i consumatori che manifestano forti preoccupazioni sull’impatto ambientale e della salute che un’espansione di vigneti così organizzata può comportare.

Per testimoniare questa scelta convinta Coldiretti ha chiamato alcuni rappresentanti dei consorzi di tutela, della cooperazione e privati che in ogni provincia hanno avviato percorsi virtuosi in merito. In cinque hanno portato il loro contributo per divulgare un’esperienza positiva che da reddito e consenso sui mercati internazionali.

 

TOSCANA, PATRIA DEL VINO DEI VIP: ECCO CHI HA SCELTO LE DOLCI COLLINE TOSCANE

 

La Toscana del vino seduce il mondo dello spettacolo e non solo. Un numero crescente di Vip, dagli attori ai cantanti, dagli sportivi agli stilisti fino ai grandi imprenditori passando per i maestri della fotografia hanno scelto il settore vitivincolo regionale per stare a contatto con la natura, esprimere creatività, confrontarsi con nuovi stimoli e garantirsi in generale una più elevata qualità della vita. Al Vinitaly di Verona Coldiretti ha messo in scena la prima rassegna delle bottiglie Vip tra le quali molte provenienti dalla Toscana.

“Il vino sta vivendo un periodo di forte crescita – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – sui mercati nazionali ed internazionali. Queste presenze vanno a consolidare questa assoluta eccellenza toscana che rende famosa la nostra regione nel mondo”.

Uno dei precursori – ricorda la Coldiretti – è stato il cantante Sting che, alla fine dello scorso secolo, ha acquistato una tenuta di trecento ettari, con tanto di villa e collina boscosa, a Figline Valdarno in Toscana, dando così lustro all’azienda agricola “Il Palagio”, un tempo del marchese di San Clemente, che oggi produce, tra gli altri, un ottimo Chianti classico. Grandi rossi toscani, dalle colline a ovest di Siena, sono il tesoro vinicolo della Certosa di Belriguardo, risalente al 1300, 75 ettari di tenuta, di cui 8 vitati, rilevati dalla cantante Gianna Nannini, che – informa la Coldiretti – ha ritrovato l’antica passione di famiglia, sulle colline dove è cresciuta da bambina. Sessantamila le bottiglie prodotte all’anno con Sangiovese, Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon. Nelle Cantine Lunae di Diego Bosoni a Castelnuovo Magra in Lunigiana – ricorda la Coldiretti – si trova il vino del cantante Adelmo Fornaciari in arte Zuchero. Si tratta di vini ottenuti da vitigni autoctoni e commercializzati, in produzione limitata, con tre etichette: un rosso un bianco e un rosé.

Andrea Bocelli, il più popolare cantante d’opera di tutti i tempi (secondo il New York Times) è anche un grande produttore di vini di eccellenza, con il fratello Alberto, in quel di Lajatico, nel cuore della Val d’Era, in provincia di Pisa – sostiene la Coldiretti – con sette Igt, il cui top è un Sangiovese in purezza ricavato dalle vigne più vecchie.

Nell’azienda a conduzione familiare del padre Vincenzo, ai piedi della Rocca di Castiglioncello di Bolgheri (Livorno), Sara Di Vaira, la ballerina professionista nota per la partecipazione al talent-show di Rai 1 “Ballando con le stelle” produce cinque tipologie di vino tra cui Bolgheri Doc e Vermentino Bolgheri Doc. Neppure tra gli imprenditori mancano gli appassionati produttori di vino. Visitare le Cantine de “Il Borro”, il resort agrituristico di Salvatore Ferragamo a San Giustino Valdarno (Arezzo) – afferma la Coldiretti – e? un percorso nel cuore della tradizione vinicola toscana, mentre il legame che unisce Tommaso Cavalli alla sua terra affonda le radici in una passione autentica, consolidata da più di trent’anni di lavoro dedicati, insieme al padre Roberto, a un progetto – precisa la Coldiretti – che si chiama Tenuta degli Dei, proprietà di famiglia fin dai primi anni Settanta, a San Leolino presso Panzano in Chianti.

La holding di famiglia di Riccardo Illy ha acquisito una prestigiosa azienda senese, l’Azienda Agricola Mastrojanni di Montalcino, con l’obiettivo di creare un polo del gusto. Nei 90 ettari di terreno coltivati, 24 sono a vigneti che producono 80.000 bottiglie l’anno, tra cui un noto cru Brunello di Montalcino Docg, prodotto in sole 6.000 unità circa. L’Azienda Agricola di Oliviero Toscani, fotografo di fama mondiale, sorge sulle colline di Casale Marittimo (Pisa), dove si produce un vino composto da Shirah (50%), Cabernet Franc (35%), Petit Verdot (15%).

Tra i calciatori appassionati di vino – spiega la Coldiretti – c’è anche Alessandro Gamberini, roccioso difensore centrale in forza al Chievo Verona. La sua azienda si chiama Casariccio ed è situata a San Leolino, nel comune di Bucine. Tre le etichette prodotte: un sangiovese in purezza d’annata, un Chianti Docg, e un Igt che prende il nome dal numero di maglia di Gamberini al Chievo.

“Queste presenze giocano una grande importanza nel fondamentale ruolo di raccontare attraverso il vino anche le altre eccellenze prodotte dal nostro territorio – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – tenendo alto il brand Toscana. Ricordiamo che la nostra regione – conclude De Concilio –  vanta le più prestigiose denominazioni di origine di vini, conta 11 Docg, 41 Doc e 6 Igt. Ciò che oggi abbiamo la necessità di intensificare è l’azione tesa a tutelare e valorizzare ancor più efficacemente queste denominazioni nel mondo, gratificando il lavoro di una straordinaria filiera di un territorio intriso di bellezza, storia, arte, cultura e….sapienza degli uomini che son capaci di mettere insieme tutto questo”.

 

BRESCIA, VINITALY: OLTRE 38 MILIONI LE BOTTIGLIE PRODOTTE DALLA LEONESSA

 

Più di un lombardo su due beve vino. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Istat, in occasione di Vinitaly 2018 in corso alla Fiera di Verona. Dalle Alpi al Po – spiega la Coldiretti regionale – sono 4 milioni e 763 mila le persone con 11 anni o più (pari al 53,3% del totale) che consumano il nettare di Bacco. Quasi 2 milioni lo bevono tutti i giorni.

Nel 2017 nel bresciano – spiega Coldiretti – sono stati oltre 38 milioni le bottiglie prodotte tra Franciacorta, Curtefranca, Lugana, area Valtenesi Garda bresciano, Capriano del Colle, Botticino, Valcamonica e Cellatica. 6.000 ettari a vigneto della Provincia di Brescia producono vini a DOCG, DOC e IGT di elevatissima qualità con un totale di circa 500.000 quintali di uva prodotta.

Oltre 2.800 ettari sono dedicati alla produzione della prestigiosa DOCG Franciacorta che ha fatto segnare nel 2015 incrementi positivi delle vendite, + del 7.1% in Italia e + 7.5% all’Estero (Regno Unito, Giappone, Svizzera, Usa e Germania).

Più di 1800 gli ettari che producono il vino bianco DOC “Lugana” con oltre 14 milioni di bottiglie prodotte ogni anno. I dati dell’Export 2015, (va all’estero il 75% del totale del prodotto), indicano che, oltre alla Germania, che assorbe il 40% della produzione altri sono i mercati interessati; Belgio, Paesi Bassi, Usa e Regno Unito.

La restante superficie vitata bresciana produce gli storici vini a DOC del “Garda”, il “Chiaretto” ed il “Groppello” in particolare, vini estremamente caratteristici e ricercati. Infine 400 ettari producono i restanti vini a DOC della Provincia il “Curtefranca”, il “Botticino” il “Cellatica” sui terrazzamenti delle colline adiacenti alla Città, il “Capriano del Colle” ed “San Martino della Battaglia”. Per quanto riguarda l’export bresciano (principalmente verso Germania, Giappone, Svizzera, Stati Uniti e Gran Bretagna) assistiamo ad un incremento rispetto all’anno scorso del +18% con un valore di 100 milioni di euro.

In Lombardia vengono prodotti 1 milione di ettolitri di vino, di cui circa il 90% di qualità grazie alle 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Denominazioni che contribuiscono al successo dell’export regionale, che lo scorso anno ha superato i 270 milioni di euro con un aumento del 62% rispetto al 2007. Il Franciacorta è tra le bollicine italiane più consumate nel mondo, dopo il Prosecco, l’Asti e il Trento Doc.

Tra chi degusta vino – spiega la Coldiretti – cresce l’attenzione alla qualità, una tendenza confermata dall’aumento del numero di enoteche che solo in Lombardia sono passate da 806 nel 2012 a 986 nel 2017 (+22%), secondo i dati della Camera di Commercio Milano, Monza Brianza, Lodi. La provincia con la maggior concentrazione di “oasi del vino” è quella milanese con 264 realtà, seguono Brescia (170), Bergamo (107), Varese (101), Monza e Brianza (74), Como (66), Pavia (59), Mantova (49), Lecco (31), Cremona (30), Sondrio (27), Lodi (8). Ma il vino è anche un mezzo di scoperta del territorio, visto che in Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – si contano oltre mille chilometri di sentieri del vino.

I numeri parlano chiaro, oltre il 95% delle superfici vitate nella nostra provincia sono destinati a produzione di vino DOCG, DOC e IGT, quasi 500.000 quintali di uva prodotta, oltre 38 milioni di bottiglie, con una percentuale importante che viene destinata al mercato estero.

In Lombardia – conclude la Coldiretti – ci sono oltre 20mila ettari a vigneto: le province più “vinicole” sono Pavia e Brescia con oltre 6000 ettari, seguite da Mantova, Sondrio, Bergamo, Milano e Lodi (con le colline fra San Colombano e Graffignana). Zone viticole con piccole produzioni si contano anche fra Como, Lecco, Varese e Cremona.

 

VICENZA, VINITALY: MIRCO GOTTARDI DI BASSANO DEL GRAPPA TESTIMONIAL VINO BIO

 

In tre anni almeno il 75% della superficie agricola veneta sarà bio. Lo ha annunciato al Vinitaly Coldiretti, che ha presentato il Piano operativo per una viticoltura green. Sono 4mila gli ettari vocati alle colture seguite con metodi alternativi alla chimica, mentre 86mila sono coltivati secondo metodi tradizionali, comunque attenti all’ecosostenibilità. La viticoltura regionale produce 9 milioni di ettolitri, di cui il 70% a Denominazione di origine controllata.

Coldiretti registra un indubbio salto di qualità compiuto negli ultimi dieci anni dagli imprenditori andato di pari passo con la crescita culturale tra i consumatori, che manifestano forti preoccupazioni sull’impatto ambientale e della salute che un’espansione di vigneti così organizzata può comportare.

Per testimoniare questa scelta convinta Coldiretti ha chiamato alcuni rappresentanti dei consorzi di tutela, della cooperazione e privati, che in ogni provincia hanno avviato percorsi virtuosi in merito. In cinque hanno portato il proprio contributo per divulgare un’esperienza positiva che da reddito e consenso sui mercati internazionali. Tra questi Mirco Gottardi, senior della Cantina Contra’ Soarda di Bassano del Grappa, presente in degustazione con un Breganze Vespaiolo Doc. L’azienda in questione ha sfondato in Giappone con il vino da sushi, ovviamente biologico certificato. Da un contatto commerciale ad Helsinki per la ristorazione nipponica, dove le bottiglie di “BassanoShiro”, un mix di Vespaiolo e Garganega, trionfano sui tavoli tra pesce crudo e salse di soia. Nulla è lasciato al caso, persino il packaging, appositamente studiato per i giapponesi, con l’immagine dell’airone, animale portafortuna, etichetta e confezioni dedicate allo straordinario bianco.

 

VICENZA, VINITALY: TRA LE BOTTIGLIE DEI VIP ANCHE LE ETICHETTE DI RENZO ROSSO

 

“Etichette prestigiose e costose, fatte da personaggi famosi, che contribuiscono a puntare i riflettori sull’immagine e vocazione vitivinicola del nostro territorio. D’altronde, chi non ha sognato, almeno una volta, di poter creare un proprio vino, da proporre ad amici e conoscenti, se non, addirittura, da mettere nel mercato”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù evidenziamo come l’82% degli italiani sogna di possedere una vigna e produrre il proprio vino, come fa un numero crescente di Vip, dagli attori ai cantanti, dai politici ai giornalisti, dagli sportivi agli stilisti, fino ai grandi imprenditori che hanno investito nel settore per stare a contatto con la natura, esprimere creatività.

È quanto emerge da un sondaggio online su www.coldiretti.it che ha organizzato al Vinitaly la prima rassegna delle bottiglie Vip nello stand della Coldiretti nel Centro Servizi Arena – stand A, tra il padiglione 6 e 7. Due i veneti prestigiosi che non hanno mancato di consegnare le proprie migliori bottiglie: Renzo Rosso ed Alberto Malesani. Sorge a pochi chilometri da Bassano del Grappa (VI) la “Diesel Farm” dell’imprenditore Renzo Rosso, fondatore ed azionista di Diesel, azienda di abbigliamento di rilevanza mondiale.

Nella tenuta nata “per pura passione del mondo rurale” – fa sapere la Coldiretti – si producono 15 mila bottiglie l’anno suddivise in tre tipologie di vino bio e di altissima qualità: il “Bianco di Rosso” (Chardonnay), il “Rosso di Rosso” (Merlot e Cabernet Sauvignon) ed il Pinot “Nero di Rosso”. Alberto Malesani, tecnico del calcio di fama internazionale, produce a Trezzolano, piccolo insediamento dell’alta Val Squaranto (VR) – aggiunge Coldiretti – un vino che “da sempre è nel cuore, è ricordo d’infanzia”. L’azienda “La Giuva” (acronimo che unisce Giulia a Valentina Malesani, sorelle che hanno deciso di intraprendere insieme al papà Alberto questa straordinaria avventura) produce vini da vitigni autoctoni della Valpolicella il “Valpo” Doc, il “Rientro” Doc, l’”Amarone” Docg e il “Recioto” Docg. A questi si aggiungono numerosi altri Vip, che in ogni luogo d’Italia hanno creato il proprio vigneto con produzioni di nicchia. “Un contributo d’immagine – concludono Cerantola e Palù – che avvalora le piccole produzioni e stimola ad appassionarsi al mondo del vino, che è ricco di cultura e tradizioni da conservare e tramandare”.

 

CUNEO, ETICHETTA: IN EUROPA STESSA SICUREZZA ALIMENTARE CONQUISTATA IN ITALIA

 

Sicurezza alimentare, tracciabilità e difesa del Made in Italy: grazie all’impegno profuso da Coldiretti per ottenere una etichetta trasparente sull’origine degli ingredienti impiegati, il nostro Paese si è dotato di una legislazione nazionale di avanguardia, che sarà ancora rafforzata  – a partire dal 9 maggio – dal nuovo decreto legislativo sulle sanzioni che prevede multe da 2 mila a 16 mila euro, per chi non ottempera all’obbligo dell’ indicazione dell’origine, ma la battaglia va portata avanti anche in Europa, perché le tante conquiste fatte fino ad oggi a livello nazionale non perdano il grande valore che hanno, appena girato l’angolo, superati i confini nazionali.

Bruxelles ha infatti perso un’importante occasione per combattere il “fake” a tavola, poiché si è pronunciata a favore dell’etichettatura volontaria, rimessa all’arbitraria decisione degli operatori alimentari.  Si tratta di un compromesso al ribasso che favorisce gli inganni, impedisce scelte di acquisto consapevoli e amplia i margini di incertezza interpretativa, costituendo l’occasione per promuovere contenziosi e ridurre le legittime aspettative di trasparenza dei consumatori.

 “Il provvedimento europeo – commentano Bruno Rivarossa e Tino Arosio di Coldiretti Cuneo – entrerà in vigore nell’aprile 2020, ma Coldiretti non ci sta e da qui ai prossimi due anni ha già avviato insieme a Fondazione Campagna Amica una vera e propria mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea”.

“Nella sola provincia di Cuneo – proseguono Rivarossa e Arosio – in un mese e mezzo abbiamo già raccolto oltre 9.000 firme per fermare il cibo falso e bloccare le speculazioni a danno dell’agricoltura italiana. I consumatori sono i primi ad essere al nostro fianco e il nostro obiettivo è proseguire la battaglia, coinvolgendo l’opinione pubblica, sia nei mercati di Campagna Amica, sia invitando tutti i cittadini ad aderire alla mobilitazione on line, sui siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it”.

Grazie all’azione portata avanti dall’Organizzazione, sono importanti i risultati raggiunti. Le norme italiane prevedono l’obbligo di indicare l’origine in etichetta dei derivati del latte, del grano nella pasta, nel riso e nei derivati pomodoro e si aggiungono a quelle europee, dove il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina, dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è obbligatorio indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca.

Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. “Grazie al nostro esempio – concludono i vertici della Federazione provinciale – si è innescato un meccanismo virtuoso e anche Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania, Romania e Spagna hanno adottato norme nazionali per garantire la trasparenza dell’informazione in etichetta. Il percorso è tracciato: non possiamo fermarci adesso”.

 

ASCOLI-FERMO, GLI STUDENTI NELLE AZIENDE AGRICOLE: TAPPA BONIFICHE FERRARESI

 

Gli studenti del Montani di Fermo accompagnati dagli agricoltori in visita all’azienda agraria Bonifiche Ferraresi a Jolanda di Savoia (Ferrara). Una visita di istruzione che nasce nell’ambito del progetto di Coldiretti Ascoli Fermo, patrocinato e cofinanziato dalla Camera di Commercio di Fermo, che ha come fine quello di orientare professionalmente gli studenti. In questo caso quelli della sezione Agraria dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Montani” di stanza a Montegiorgio (FM). Con loro, oltre al presidente di Coldiretti Ascoli Fermo Paolo Mazzoni e al direttore Alessandro Visotti, anche alcuni rappresentanti il consiglio direttivo della Federazione, del coordinamento Donne Impresa, del comitato Giovani Impresa e del consiglio pensionati.

La visita nel Ferrarese è solo una tappa del percorso educativo dal titolo “Progettare il futuro, spunti concreti per una scelta consapevole. Quanto vale l’agricoltura oggi e quanto potrà valere domani” e avviato lo scorso 3 febbraio a Tipicità, quando gli studenti parteciparono al convegno su contratti di filiera e trasparenza sul cibo. Sono previsti per il prosieguo anche interventi in classe da parte degli agricoltori di Coldiretti, visite alle aziende agricole della provincia e ai mercati di Campagna Amica.

 

FORLI’-CESENA, PERSA DA UE ENNESIMA OCCASIONE PER COMBATTERE I FALSI IN TAVOLA

 

La Commissione Europea ha perso l’occasione per combattere il fake a tavola con una etichetta trasparente che indichi obbligatoriamente l’origine degli ingredienti impiegati in tutti gli alimenti come chiede la stragrande maggioranza dei cittadini europei e l’82% degli italiani, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole. E’ quanto afferma Coldiretti Forlì-Cesena in riferimento al regolamento esecutivo approvato dal Comitato tecnico che entrerà in vigore nell’aprile 2020.

Il Comitato UE, esprimendosi a favore dell’etichettatura di origine rimessa, di fatto, all’arbitraria decisione degli operatori alimentari, ancora una volta ha scelto un compromesso al ribasso che favorisce gli inganni e impedisce scelte di acquisto consapevoli per i consumatori europei.

In sostanza, la scelta volontaria di etichettatura lascia spazio a margini di incertezza interpretativa costituendo l’occasione per promuovere molteplici contenziosi e ridurre le aspettative di trasparenza dei consumatori. Grazie all’azione di Coldiretti, l’Italia si è dotata di una legislazione nazionale di avanguardia che sarà peraltro rafforzata a partire dal 9 maggio dal nuovo decreto legislativo sulle sanzioni che prevede multe da 2 mila a 16 mila euro in caso di mancata indicazione dell’origine.

Le norme italiane, che prevedono l’obbligo di indicare l’origine in etichetta dei derivati del latte, del grano nella pasta, riso e nei derivati pomodoro, si aggiungono a quelle europee dove il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca, al primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Un percorso scelto anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania e per ultimo anche dalla Spagna che, come l’Italia, hanno adottato norme nazionali per garantire la trasparenza dell’informazione in etichetta. Nei due anni che mancano all’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario la Coldiretti si impegna a dare battaglia con l’avvio di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. La raccolta di firme ‘Stop al cibo falso’ è stata avviata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica in ogni mercato contadino d’Italia e on line sui siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it

La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari tipici dell’Emilia Romagna costano solo alla nostra regione circa trentamila posti di lavoro, con ‘l’industria del falso made in Emilia Romagna che fattura, solo nell’agroalimentare, oltre 8 miliardi di euro (60 miliardi per l’agroalimentare nazionale). La lotta al cibo “fake” nel piatto rappresenta, dunque, ormai un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e per generare occupazione. A tal fine, anche Coldiretti Forlì-Cesena invita tutti i consumatori ad aderire alla petizione firmando non solo presso tutti gli uffici Coldiretti, ma anche nei Punti Campagna Amica. In particolare è possibile aderire presso il Punto Campagna Amica dell’azienda agricola Bertozzi, in via Santa Croce a Bertinoro.

“Bisogna combattere l’inganno globale che causa danni economici e di immagine alle nostre produzioni – afferma il presidente di Coldiretti Forlì-Cesena Andrea Ferrini – per questo è necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo estendendo a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti alimentari”.

Ecco i principali uffici Coldiretti della provincia dove è possibile firmare: Forlì – via E. Forlanini 11; Cesena – via M. Angeloni 507; Meldola – via Goldoni 9/B; Savignano – via G. Donizetti 11; San Piero in Bagno – via A. Battistini 31.

 

PIEMONTE, UN’OCCASIONE PERSA PER DARE IDENTITA’ CHIARA AL MADE IN PIEMONTE   

 

La Commissione Europea ha perso l’occasione per combattere il fake a tavola con una etichetta trasparente che indichi obbligatoriamente l’origine degli ingredienti impiegati in tutti gli alimenti, come chiede la stragrande maggioranza dei cittadini europei e l’82% degli italiani, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento al regolamento esecutivo approvato dal Comitato tecnico in riferimento al regolamento (UE) n. 1169/2011, che entrerà in vigore nell’aprile 2020.

“La Commissione – sottolineano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – ha scelto un compromesso che favorisce gli inganni ed impedisce ai consumatori di poter acquistare in modo consapevole, conoscendo l’origine degli ingredienti. Ora l’etichettatura d’origine viene rimessa alla scelta volontaria e questo lascia margini di incertezza interpretativa. Grazie all’azione della nostra Organizzazione, l’Italia – proseguono Cabiale e Rivarossa – si è dotata di una legislazione nazionale di avanguardia, che sarà oltretutto rafforzata a partire dal 9 maggio dal nuovo decreto legislativo sulle sanzioni che prevede multe da 2 mila a 16 mila euro in caso di mancata indicazione dell’origine. Continueremo, quindi, nei due anni che mancano all’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario, ad impegnarci nella battaglia per fermare l’arrivo di cibo falso, a tutela della salute dei consumatori e a difesa dell’economia agricola dei nostri territori. Si tratta di una vera e propria battaglia di civiltà a favore della trasparenza”.

Coldiretti Piemonte porta avanti la raccolta firme per la petizione #stopcibofalso che è possibile sottoscrivere sul sito www.stopcibofalso.coldiretti.it oltre che presso i mercati di Campagna Amica (per l’elenco consultare il sito www.campagnamica.it) e gli uffici Coldiretti diffusi su tutto il territorio piemontese.

 

REGGIO EMILIA, ACQUA IN VAL D’ENZA: BASTA CALCOLI, PASSIAMO AI FATTI  

 

Coldiretti Reggio Emilia: tutti i Sindaci delle amministrazioni coinvolte dovrebbero intervenire giovedì 19 aprile ore 16.30 al tavolo di confronto convocato dal Commissario della Bonifica dell’Emilia Centrale e al quale parteciperanno le organizzazioni agricole e i consorzi irrigui, istituito per confermare il calcolo dei fabbisogni idrici della Val D’Enza e dare finalmente soluzioni concrete alle necessità del territorio.  

Se la Val d’Enza è il cuore del Parmigiano Reggiano, se è la terra delle essenze erbacee e dei prati stabili, se è il luogo dei foraggi per l’alimentazione delle bovine da latte, se la viticoltura affonda le radici nelle sue colline, se sono i paesaggi intrisi della storia di Canossa, allora la Val d’Enza è un territorio che va difeso e sostenuto soprattutto nella risoluzione del suo storico problema idrico.

Ed oggi più che mai, occorre il definitivo impegno di tutte le amministrazioni coinvolte, affinchè lo storico modus operandi “piuttosto che niente, meglio piuttosto” lasci spazio a soluzioni concrete per le reali necessità emerse nei tavoli tecnici costituiti in regione che hanno quantificato in 74 milioni di metri cubi d’acqua il fabbisogno idrico della Val D’Enza.

“Come Coldiretti Reggio Emilia – commentano i vertici Assuero Zampini e Vitangelo Tizzano – riteniamo opportuno che al tavolo di lavoro partecipino anche tutti i Sindaci delle amministrazioni coinvolte, al fine di concordare che il compito del Tavolo Tecnico è finalmente concluso e che la capienza dell’invaso è stata definita in modo chiaro e “cristallino”, pertanto ulteriori dilazioni o temporeggiamenti risultano inutili sprechi di risorse che invece potrebbero essere impiegate nella progettazione e realizzazione dell’invaso.”            

Anche la sensibilità ambientale dei cittadini ha compreso l’importanza della gestione irrigua quale strumento per difendere il territorio, migliorare le produzioni agricole e tutelare la biodiversità ed è ormai verità condivisa che l’opera degli imprenditori agricoli, che gestiscono il 75% del territorio reggiano e che vivono e lavorano su un territorio con cui producono beni alimentari per la società, è importante anche per la difesa dei beni ‘locali’ di tutti.

Ora rimane da comprendere se, alla luce di quanto è emerso, l’intenzione della politica è quella di dare soluzioni al fabbisogno idrico del territorio aprendo un confronto per la realizzazione di un invaso che porterebbe soluzioni concrete, oppure tentare di logorare ulteriormente la determinazione degli agricoltori e la disponibilità delle risorse pubbliche.

 

GROSSETO, GAETANO ZAMBRINI NUOVO PRESIDENTE PENSIONATI COLDIRETTI

 

Nuovo Presidente per l’Associazione Pensionati Coldiretti di Grosseto. L’assemblea ha eletto nuovo rappresentante Gaetano Zambrini che raccoglie il testimone del presidente uscente Loriano Moraldi. Zambrini, 66 anni, produttore cerealicolo e olivicolo, conosce molto bene l’organizzazione agricola di via Roccastrada visto che per tanti anni ha lavorato in Coldiretti ed ha portato avanti le tante battaglie per sostenere il mondo agricolo. “La nostra categoria: ha ancora tanto da offrire alla società – ha detto il neo eletto presidente Zambrini – i pensionati sono diventati in molti casi il vero sostegno delle famiglie sia per quanto riguarda la cura dei figli ma spesso anche, purtroppo, per l’aspetto economico. Per questo assicuro fin d’ora il mio impegno per cercare risposte alle necessità dei tanti pensionati che dopo una vita dedicata al lavoro meritano attenzione e rispetto. Con tutto il consiglio mi metto inoltre a disposizione dell’Organizzazione per continuare nella costruzione del rapporto con la società civile a favore dei pensionati, delle aziende agricole e dei cittadini”.

Una prima risposta alle necessità della categoria è arrivata con lo stop al pagamento dell’Imu sui terreni per gli agricoltori pensionati dopo che il Dipartimento delle Finanze ha accolto le richieste dell’organizzazione di garantire l’esenzione dalla tassa anche per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali (Iap) pensionati iscritti alla previdenza agricola che continuano a condurre le loro aziende.

All’assemblea oltre ai delegati dei pensionati hanno partecipato il vicepresidente di Coldiretti Grosseto, Massimo Neri, il direttore di Coldiretti Grosseto, Paolo Giannini e la responsabile del Patronato Epaca di Grosseto, Gabriella Camilli. L’assemblea ha poi rinnovato l’intero consiglio che è così composto: Governatori Mario, Bertaggia Santino, Gigli Loreto, Micheli Generoso, Diacinti Vito, Salusti Erino, Moraldi Loriano, Piras Lorenzo.

 

SIENA, PER LE API UNA PRIMAVERA DA DIMENTICARE: -50% DI MIELE

Le bizze del tempo di questa pazza primavera sconvolgono anche le api che restano nelle arnie per effetto della pioggia durante la fioritura senza riuscire a svolgere il prezioso lavoro di trasporto del polline da una pianta all’altra ma in forte ritardo è anche la produzione di miele con cali fino al 50% per i primi raccolti di stagione, a seconda delle zone. È la Coldiretti a lanciare l’allarme sugli effetti del maltempo che sta ostacolando il lavoro delle api disturbate dalle piogge che a marzo sono state addirittura superiori del 74% la media dopo che il gelo di inizio anno aveva causato la regressione dello sviluppo delle famiglie e ulteriori perdite di quelle già deboli e debilitate per via dalla siccità della scorsa estate, con forti aumenti dei costi di produzione per l’alimentazione delle api.

“Questa primavera instabile – sottolinea Tulio Marcelli presidente di Coldiretti Toscana – sta creando grossi problemi agli alveari in alcune aree perché il maltempo ha compromesso le fioriture e le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e quindi non stanno riuscendo a produrre miele ma difficoltà si registrano anche per l’impollinazione delle piante da frutto, con la prevedibile conseguenza di una minore disponibilità di prodotto, senza una decisa inversione di tendenza”.

Nelle campagne della Toscana e di Siena si producono mediamente 23mila quintali di miele, circa il 10% della produzione nazionale, per un valore di circa 16milioni di euro. Gli apicoltori nella nostra regione sono circa 4700 e sebbene sia un settore dove è sviluppato l’hobbismo, una buona parte di questi sono veri e propri imprenditori agricoli. L’anagrafe regionale ad oggi censisce oltre 98.000 arnie.

Gli effetti del clima – rileva la Coldiretti – rischiano di aggravare una situazione già difficile dopo che la produzione di miele nel 2017 si è ridotta a meno di 10 milioni di chili, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni, mentre le importazioni hanno superato i 23 milioni di chili con un aumento di quasi il 4% rispetto all’anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 8 milioni e mezzo di chili e la Cina con quasi 3 milioni di chili ai vertici per l’insicurezza alimentare.

“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità – consiglia Coldiretti – occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”. Invitiamo gli appassionati di questo salutare alimento a visitare i nostri mercati Campagna Amica trovando luoghi ed orari sul sito www.campagnamica.it”.

 

 

Appuntamenti

 

PUGLIA: CON VILLAGGIO CONTADINO PER 3 GIORNI BARI CAPITALE AGRICOLTURA ITALIANA

Da venerdì 27 a domenica 29 aprile

 

Per tre giorni Bari sarà la capitale dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano, perché rappresenta la culla della dieta mediterranea con la produzione al top in Italia di olio extravergine di oliva, pomodoro e grano. Il Villaggio contadino della Coldiretti sarà inaugurato alle ore 9,30 di Venerdì 27 aprile sul Lungomare Imperatore Augusto e Piazza del Ferrarese, dove rimarrà per tutto il week end, con un’area dedicata all’agricoltura sociale, con esempi dal vivo di solidarietà e agri welfare per stare al fianco dei più svantaggiati.

Spazio al più grande mercato a chilometri zero di Campagna Amica con un’area dedicata alla solidarietà ma anche alla scoperta di piatti da gourmet con tutti i menu a 5 euro. Un ritorno alle radici del Made in Italy, con i sapori antichi della tradizione, dalla pasta di grano Senatore Cappelli al riso Vialone nano, senza dimenticare l’innovazione con la tagliata 100% italiana servita nelle bracerie e pizza, panzerotti e focaccia autenticamente tricolori, dalla farina all’olio, dal pomodoro alla mozzarella ma anche lo street food green, dal pesce al galletto fino al gelato di latte d’asina ed i dolci, dalla popizza alla pitta ‘mpigliata.

Un appuntamento per vivere una esperienza unica nell’autentica campagna italiana con la presentazione di indagini, ricerche ed esposizioni in anteprima assoluta e qualificati ed autorevoli interventi nazionali ed internazionali, ma #STOCOICONTADINI è anche una occasione unica per scoprire la Fattoria italiana, dalla mucca frisona alla podolica, dai teneri asini di Martina Franca, dal cavallo murgese alla pecora ‘gentile’ patrimonio della biodiversità a rischio di estinzione, dalla pregiata capra garganica al suino apulo calabrese, fino ai conigli nani e colorati e ancora oche, galline, tacchini, pavoni che animano la campagna.

C’è anche l’agriasilo che accoglierà famiglie e gite scolastiche con laboratori, percorsi sensoriali, prove del gusto attraverso l’incontro con il mondo animale e vegetale, lo spazio dell’economia domestica e dell’agricosmetica con i frutti della terra, ma anche i trattori storici e quelli dell’ultima generazione, gli antichi mestieri dei nonni e il villaggio delle idee con i giovani che discuteranno sul tema cibo e immigrazione in collaborazione con l’Università di Pollenzo e gli studenti dell’Istituto Alberghiero Perotti di Bari che animeranno l’intera area in cui sono previste le presenze di esponenti Istituzionali, rappresentanti della società civile, studiosi, sportivi ed artisti.

 

FERRARA: RIUNIONE TECNICO INFORMATIVA SULL’USO DEI DRONI IN AGRICOLTURA.

Giovedì 19 aprile

 

Una serata rivolta agli imprenditori agricoli ferraresi per capire meglio opportunità e sviluppo di nuove tecniche “in campo” con l’utilizzo dei droni. Questi strumenti sono diventati ormai familiari per gli svariati utilizzi in diversi campi di applicazione, dalla sorveglianza a distanza, alle foto e riprese aree, agli interventi in zone inaccessibili, sino agli impieghi nel settore agricolo, che da un uso razionale e mirato dei droni e dall’elaborazione dei dati che questi possono fornire, possono ottenere interessanti metodi di gestione agronomica, fitosanitaria, colturale.

Con l’intento di approfondire questi aspetti e stimolare anche per le imprese agricole ferraresi l’approccio a queste nuove metodiche di lavoro, Coldiretti Giovani Impresa, ha quindi organizzato in collaborazione con Geofin ed Airservice, un incontro specifico, presso la sala conferenze della sede Coldiretti di Ferrara a Chiesuol del Fosso, Via Bologna, 637, alle ore 20.30 di giovedì 19 aprile, nel corso del quale saranno affrontati alcuni aspetti quali fotografia multispettrale, fotogrammetria area, rilievi tridimensionali, mappe di piante e terreni, trattamenti biologici alla piralide del mais, ispezione agli impianti fotovoltaici, video aziendali e quant’altro l’interesse degli agricoltori potrà suscitare.

 

CAMPANIA:  “L’ISOLA DEL BENESSERE”, FOCUS SU AGRICOLTURA DELLE ISOLE DEL GOLFO

Giovedì 19 e venerdì 20 aprile

 

Si terranno giovedì 19 e venerdì 20 aprile presso la Torre di Sant’Anna gli “Stati Generali dell’Agricoltura nelle isole del Golfo”, una due giorni di conferenze, degustazioni, workshop e incontri a tema con il coinvolgimento della Città Metropolitana di Napoli e di docenti della Università degli studi Federico II. L’evento, realizzato dal Comune d’Ischia in collaborazione con la Coldiretti Campania, intende promuovere la valorizzazione dei prodotti agricoli, il rapporto diretto con il consumatore e la sinergia con il settore turistico e termale.

Si comincia giovedì 19, dalle ore 9 alle 13 nel piazzale delle Alghe a Ischia Ponte, con il mercato “Campagna Amica” e la vendita di prodotti agricoli a km 0 ischitani e campani. Alle 16, presso la Torre di Sant’Anna, il convegno di apertura, con i saluti istituzionali dei sindaci di Ischia, Capri, Procida. Ospite speciale il Comune di Cetara.

Venerdì 20 aprile dalle 9.30 alle 12.30, nei giardini della torre di Sant’Anna, il percorso didattico per le scuole ischitane sulla biodiversità e l’agricoltura delle isole. In contemporanea alle 10.30 si apre il convegno sul tema “Il fagiolo zampognaro diventa PAT, prodotto agroalimentare tradizionale”, con gli interventi del professore Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Filadelphia, e del professore Rocco di Prisco del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Alle ore 15 la presentazione del libro di Elisabetta Donarono, “Il Grand Food”. Alle ore 16 il workshop conclusivo “Ben’essere a Km Zero: agricoltura, turismo e terme” con l’intervento di Gionata De Vico, direttore scientifico del Consorzio per la tutela della lumaca italiana (Coteli) e docente del Dipartimanto di Biologia dell’Università Federico II di Napoli. Infatti tra i temi c’è proprio l’allevamento delle lumache nelle isole, sia per la gastronomia che per la cosmesi. Prevista la partecipazione anche di Alfonso Pecoraro Scanio, coordinatore scientifico della fondazione Campagna Amica.

“Agli Stati Generali dell’Agricoltura delle isole – dichiara l’assessore Anna Maria Chiariello – i protagonisti sono la terra e ovviamente gli agricoltori, uomini e donne che in tempi difficili, di crisi economica globale, sono riusciti a tenere la barca, a non farla affondare, nonostante il mare in tempesta. L’agricoltura, settore mortificato economicamente e normativamente dall’Unione Europea e dalla politica nazionale e locale, ha retto l’urto ed è, oggi, uno dei comparti vivaci per produzioni, esportazioni e creazione di posti di lavoro, nascita di nuove imprese, molte delle quali create da giovani, giovanissimi che tornano alla terra”.

“Stiamo lavorando da tempo ad un progetto di valorizzazione dell’agricoltura delle isole – spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – che rappresenta uno straordinario concentrato di storia e biodiversità. Sull’isola d’Ischia l’agricoltura è presente da oltre duemila anni e costituiva la principale attività economica fino all’arrivo del turismo. Oggi questa agricoltura eroica va custodita e salvata dal rischio di estinzione, sia per i prodotti unici sia per la tutela del paesaggio. Un’agricoltura che può allearsi con il turismo ed in particolare con le strutture termali, offrendo ai visitatori di tutto il mondo esperienze uniche che passano attraverso il cibo autentico, i grandi vini e la cosmesi da filiera agricola”.

 

CALABRIA: INAUGURAZIONE DI PECCO: RISTORAZIONE CON I PRODOTTI DI C.A.

Mercoledì 18 aprile

 

Siamo sempre più convinti che è una giornata storica e lo è! Finalmente domani mercoledì 18 Aprile alle ore 12,00 con l’inaugurazione prenderà il via il “servizio bar, ristorazione veloce e ristorante della Cittadella Regionale”. Sono stati necessari 25 mesi e 18 giorni dal DDG n°1816 risalente al 1 marzo 2016, del “Dipartimento 3 –  Organizzazione, Risorse Umane-Controlli” della Giunta Regionale che, approvando la documentazione tecnica di gara per la concessione del servizio, di fatto avviava l’iter burocratico di affidamento poi aggiudicato all’azienda Ristorart.

Siamo grati all’azienda toscana Ristorart, con cuore e mente calabrese, che ha condiviso con Coldiretti Calabria e Campagna Amica questa innovativa scommessa imprenditoriale che assicura un servizio di ristorazione di qualità con la presenza dei veri prodotti di filiera corta ed a Km zero della Rete Campagna Amica-Coldiretti e con un servizio pensato ed organizzato, utilizzando il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa a tutela del cittadino-consumatore.

“Senza alcun dubbio – afferma Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – è un esempio virtuoso di scelta politica e visione strategica della Regione, che Coldiretti aveva chiesto, che nei fatti ha anticipato le previsioni del D.Lgs 50 (Nuovo Codice dei Contratti, Appalti, sevizi e forniture) del 18-4-2016; infatti non è stato utilizzato il criterio del minor prezzo o massimo ribasso. Una “buona pratica” che guarda si ai costi ma che sono contemperati alla qualità – prosegue – che vorremmo fosse applicata in tutte le mense pubbliche della Calabria. 

La partnership tra Campagna Amica – Coldiretti e Ristorart ha consentito di allestire un servizio di qualità e garantito. Infatti Pecco (Piazza Etica Calabria Contadina) è stata accreditata dalla Fondazione Campagna Amica e contestualmente si realizza un’offerta enogastronomica con il miglior cibo Made in Calabria: DOP-IGP, Tipico e Tradizionale, Biologico, Ogm Free e Glifosate Zero.  Sono più di 250 le aziende agricole di Campagna Amica coinvolte, con oltre 540 referenze che possono essere acquistati dagli utenti di Pecco.

 

FERRARA: ALUNNI A SCUOLA DI STAGIONALITÀ ALL’AGRIMERCATO DI GRISÙ.

Mercoledì 18 aprile

 

Saranno due classi della scuola primaria di Copparo a visitare l’Agrimercato di Grisù, l’unico mercato contadino coperto a Ferrara, nella ex caserma dei vigili del fuoco di Ferrara in Via Poledrelli, che si tiene ogni mercoledì mattina.

Nell’ambito del progetto di educazione a Campagna Amica, i giovanissimi studenti, mercoledì 18 aprile potranno vedere sui banchi di vendita i prodotti di stagione e attraverso attività di animazione ed interazione con i produttori stessi affrontare il tema della stagionalità, delle produzioni a km zero, dei sapori e dei colori della primavera, con i prodotti che fanno bene alla salute e che arrivano sulla tavola direttamente dalla campagna. Saranno presenti i responsabili di Campagna Amica Ferrara ed una rappresentanza di Coldiretti Donne Impresa, che sta curando anche per questo anno scolastico il progetto didattico di Coldiretti, con incontri presso scuole di ogni ordine e grado, sia in città che in diverse località della nostra provincia, affrontando il tema dei ritmi dell’agricoltura, della corretta alimentazione e del rispetto dell’ambiente