COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 16 settembre 2019

16 Settembre 2019
News La Forza del Territorio del 16 settembre 2019

Primo piano

 

CAMPANIA

VENDEMMIA 2019: COLDIRETTI-ASSOENOLOGI, -6% MA UVE BUONE

L’annata 2019 in Campania non ha presentato particolari problematiche, ma complessivamente si stima una produzione in calo del 6%. Nel 2018 in Campania sono stati prodotti quasi 1,4 milioni ettolitri. Ad affermarlo la Coldiretti Campania in base ai dati prodotti dalla sezione regionale di Assoenologi.

L’inverno ha registrato temperature di poco più alte rispetto alla media stagionale e precipitazioni inferiori. Un andamento climatico che si è protratto nei mesi di marzo e aprile. A fine primavera un periodo di circa 15 giorni di freddo ha rallentato e riportato in linea con gli altri anni la fase fenologica del germogliamento. Le abbondanti piogge primaverili, concentrate soprattutto nel mese di maggio, hanno garantito una importante riserva idrica per i suoli, fondamentale per fronteggiare le difficoltà dovute alle scarse precipitazioni dei successivi mesi di giugno e luglio.

“Le temperature particolarmente basse – spiega Roberto Di Meo, presidente di Assoenologi Campania – rispetto alla media di questo periodo, hanno contenuto la crescita vegetativa, impedendo anche lo sviluppo di fitopatie. L’irregolare andamento termico da fine maggio ha influenzato la fioritura, che è iniziata con circa 10/15 giorni di ritardo, ed ostacolato l’allegagione che per alcune varietà è stata piuttosto irregolare, determinando numerosi fenomeni di acinellatura. Ad oggi in generale la gestione delle vigne non ha evidenziato criticità, le uve sono tutte perfettamente sane. Le temperature degli ultimi giorni, con buone escursioni termiche giorno/notte, stanno favorendo la maturazione. In parte dei territori vitivinicoli della regione, la vendemmia sta cominciando in questi giorni con la raccolta delle uve destinate all’elaborazione delle basi spumante”.

“Occorre tutelare i nostri vini – afferma Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente regionale – di fronte ai numerosi tentativi di speculare sulle nostre produzioni vitivinicole. Oltre alla perdita economica, è soprattutto grave il danno di immagine che mette a rischio ulteriori e nuove opportunità di penetrazione dei mercati. I dati dell’export ci dicono che i territori vocati alla viticoltura segnano balzi in avanti significativi, a conferma delle enormi potenzialità del comparto, che ha bisogno di qualità e di tracciabilità”.

In provincia di Avellino si registrano rimarcate situazioni di eterogeneità che da sempre caratterizzano il territorio. I processi di maturazione delle uve riportano un ritardo di circa 10 giorni rispetto alla media degli ultimi anni. Al momento le condizioni climatiche sono molto favorevoli, con giornate soleggiate ma non troppo calde e importanti escursioni termiche tra giorno e notte, facendo prevedere una vendemmia di ottima qualità. Si stima una produzione inferiore allo scorso anno di circa un 15%.

Nella provincia di Benevento, è molto difficile stimare le quantità di uva prodotte, in quanto una zona di produzione importante nelle ultime vendemmie è stata colpita da gelate primaverili e violente grandinate che avevano in parte compromesso le produzioni, ma quest’anno ritornano in produzione. Il resto dell’area vede invece un leggero calo rispetto all’annata precedente. Pertanto il bilancio produttivo risulta comunque essere più che positivo per il ritorno in piena produzione dei vigneti danneggiati nel 2018. Ciò fa stimare una produzione potenziale in linea con quella dell’annata passata. In questi giorni sta cominciando la raccolta della Falanghina, destinata all’elaborazione delle basi spumante, con un ritardo rispetto lo scorso anno di circa dieci giorni.

Nei Campi Flegrei le uve al momento sono tutte molto sane. Le temperature degli ultimi giorni, con buone escursioni termiche giorno/notte, stanno favorendo la maturazione. Per la Falanghina c’è più o meno un ritardo rispetto lo scorso anno di circa una settimana (in media si sta ritornando ai tempi di raccolta classici attorno alla terza decade di settembre). Anche se la raccolta non è ancora cominciata, le rese sono paragonabili a quelle dello scorso anno. Per il Piedirosso, che sta recuperando sui tempi di maturazione, se si protrarranno le attuali condizioni meteo, sarà raccolto nella prima decade di ottobre. Sul Piedirosso è prevista una resa del –15% a causa di diffusi fenomeni di acinellatura proprio a seguito dei disturbi climatici.

Nell’area del Vesuvio, la raccolta è cominciata con una decina di giorni di ritardo rispetto alla vendemmia 2018. Da qualche giorno infatti si è partiti con le uve a bacca bianca di Caprettone e Falanghina per le basi spumante, che stanno facendo registrare una resa più bassa del 10%.

Per quanto concerne la Penisola Sorrentina, per le uve di Gragnano e Lettere, la raccolta dovrebbe cominciare con qualche giorno di ritardo rispetto lo scorso anno (non prima di fine settembre-inizi di ottobre) con una resa di un –10%.

In provincia di Caserta, nell’agro-aversano da qualche giorno è iniziata la raccolta dell’Asprinio, destinato alle basi spumante, con un ritardo di circa 8-10 gg rispetto lo scorso anno. La resa si attesta su un –10% in media.

 

Dal territorio

 

ABRUZZO, FINE FERMO BIOLOGICO, IL PESCE FRESCO DELL’ADRIATICO TORNA IN TAVOLA 

Martedì 17 settembre ritorna il pesce fresco sui banconi delle pescherie e sulle tavole degli abruzzesi per effetto della fine del fermo pesca che, dalla metà di agosto, ha bloccato le attività della flotta italiana lungo l’Adriatico. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca Abruzzo in occasione della scadenza del provvedimento mirato a risparmiare le risorse del mare. Dalla mezzanotte di domenica via libera quindi, dopo un mese di fermo, alle attività dei pescherecci nel tratto da San Benedetto a Termoli, oltre naturalmente a quelle delle barche della piccola pesca che hanno potuto normalmente operare anche durante il fermo biologico. Insomma una buona notizia per gli amanti del prodotti ittico – in un Paese come l’Italia che importa dall’estero 8 pesci su 10 – che stempera anche il rischio di ritrovarsi nel piatto grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, di prodotto straniero o congelato.

“Per non cadere in inganni pericolosi per la salute occorre tuttavia garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria ‘carta del pesce’” – dice Coldiretti Abruzzo sottolineando che “passi in avanti sono stati fatti sull’etichettatura nei banchi di vendita, ma devono ora essere accompagnati anche dall’indicazione della data in cui il prodotto è stato pescato”.

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è comunque sempre lo stesso, a prescindere dalla fine del fermo biologico: verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

“Nonostante la riduzione del periodo fisso di blocco delle attività, l’apertura alla tutela differenziata di alcune specie e la possibilità per le imprese di scegliere i restanti giorni di stop, come richiesto da Coldiretti Impresapesca, il giudizio sull’assetto del fermo pesca 2019 non può essere positivo poiché la misura continua a non rispondere alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale – dice Coldiretti Impresa Pesca Abruzzo – basta pensare che lo stato delle risorse nei 33 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle imprese e dei redditi. Questo ha determinato nel periodo un crollo della produzione – spiega Coldiretti Impresapesca – a livello nazionale la perdita di oltre 1/3 delle imprese e di 18.000 posti di lavoro. L’auspicio è che dal 2020 si possa partire dalle novità positive per mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie”.

 

FERRARA, GIOVANI IMPRESA: WORK IN PROGRESS PER IL FUTURO 

Continuano le attività di Giovani Impresa Ferrara, l’associazione degli under 30 di Coldiretti che con impegno e passione stanno progettando il loro futuro ed il futuro delle nostre campagne.

In un partecipato incontro presso l’Agriturismo La Bozzola, Filippo Pallara, delegato provinciale, coadiuvato da Giulio Magri e da Sabastiano Tundo, vice delegati, alla presenza anche del segretario Stefano Menegatti, dei segretari di zona e dei funzionari che ogni giorno sono al servizio delle imprese agricole, hanno illustrato la progettazione dei prossimi incontri di approfondimento sui temi dell’innovazione e digitalizzazione delle imprese agricole, sull’accesso al credito e sulla gestione di particolari infestanti, manifestando il desiderio di essere protagonisti del proprio futuro e non soggetti passivi degli eventi, anche e soprattutto in un anno travagliato come il 2019.

“A chi dubita del nostro futuro – evidenzia Filippo a nome di tutto il gruppo ferrarese – rispondiamo con il nosto entusiasmo e con la consapevolezza che dobbiamo conquistarci il nostro spazio, mettendo da parte le cose del passato che non ci servono, avendo una visione ed un progetto come quello di Coldiretti, da far crescere, senza il timore di esplorare strade nuove. Noi ci siamo e siamo pronti a fare la nostra parte!”.

 

PUGLIA, BREXIT, EXPORT +41,5% IN 5 ANNI; A RISCHIO SCAMBI CON UK SENZA ACCORDO 

Le esportazioni di prodotti agroalimentari dalla Puglia al Regno Unito sono aumentate del + 41,5 % negli ultimi 5 anni, un valore che rischia di essere pesantemente colpito dalle barriere tariffare e dalle difficoltà di sdoganamento che potrebbero nascere da una Brexit senza accordo. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, diffusa in occasione del confronto organizzato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli alla Fiera del Levante.

“Su un valore totale di 139 milioni di prodotti agroalimentari pugliesi esportati, oltre il 70% dell’export riguarda l’ortofrutta, pari a 97,5 milioni di euro, mentre si assiste ad un calo del 31% negli ultimi 5 anni delle importazioni dal Regno Unito. Per sostenere crescita e nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’agroalimentare che è un elemento di traino per l’intera economia in Italia e all’estero”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

“A decorrere dal 1º novembre 2019 le merci provenienti dall’Ue che entrano nel Regno Unito potrebbero essere soggette a dazi doganali che per i prodotti agricoli ammontano in media all’8,1%”, ha insistito Muraglia.

La preoccupazione è peraltro che – aggiunge Coldiretti – si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), compresi prodotti simbolo del Made in Italy dall’extravergine di oliva.

I dazi applicabili – afferma Coldiretti Puglia – saranno gli stessi di quelli cui sono soggette le merci provenienti da paesi 3^ con cui l’UE non ha concluso accordi commerciali che sono in media del 44,8% per i prodotti lattiero-caseari, del 17,8% per la carne e dell’11,4% per il pesce, secondo l’elaborazione della Commissione UE.

“Parallelamente sui mercati ci troviamo ad arginare iniziative come quella dell’etichetta a semaforo inglese – ha concluso il presidente Muraglia – legata principalmente all’azione di 4 grandi multinazionali del cibo come Coca cola, Pepsi Co, Mars e Nestlè, colossi che dispongono di risorse e leve pubblicitarie e commerciali finalizzate ad influenzare i comportamenti e gli orientamenti all’acquisto del consumatore medio”.

Per spingere l’Unione Europea verso un percorso di tutela delle richieste dei cittadini consumatori Coldiretti ha contemporaneamente promosso un fronte europeo per la trasparenza in etichetta con la raccolta di un milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione (www.eatoriginal.eu).

D’altronde, in tema di trasparenza, è arrivata una sentenza storica del Consiglio di Stato, il cui pronunciamento è stato sollecitato proprio dalla Coldiretti, che dà atto della palese insussistenza dei motivi di riservatezza circa la provenienza delle materie prime agricole importate.

Sul terreno della trasparenza resta di fondamentale importanza – conclude Coldiretti Puglia – modificare la norma relativa all’ultima trasformazione sostanziale che consente di nascondere dietro il paravento di una singola, e magari minima, lavorazione un cambio di voce doganale che consente di scrivere made in Italy.

 

COMO-LECCO, ANNATA STORICA FUNGHI: +50% SUL 2019, BOOM PORCINI IN MONTAGNA                                                                                                                            

“A livello europeo sono censite oltre 5000 specie di funghi, alcune molto simili e, com’è noto, non tutte commestibili. Occorre fare attenzione, scegliere solo quanto si conosce bene. E in caso di dubbio farli controllare. Andate nel bosco usando i giusti accorgimenti e, per il resto… buona raccolta a tutti, perché questo è davvero un anno da incorniciare!”. Gianni Giana e Silvano Ghidelli del Gruppo Micologico Cantù e Como confermano le stime della Coldiretti interprovinciale che, per il 2019, indicano un anno-record. E la loro conferma è di prima mano, dato che nelle ultime settimane, hanno avuto modo di sondare i principali boschi delle due province dove vi è stata una vera e propria “esplosione” di funghi di ogni varietà. “Soprattutto i porcini, quelli più amati dal pubblico e dai gourmet: ma l’incremento è palpabile per tutte le varietà, quindi anche per canterelli, chiodini eccetera. Però attenzione, perché insieme ai funghi “buoni”, nei boschi si trovano quelli tossici, compresi quelli potenzialmente mortali. Mai raccogliere ciò che non si conosce e, in caso di dubbio, portarli ai micologi dell’Asl per un controllo”.

La Coldiretti interprovinciale, attraverso il presidente Fortunato Trezzi e i propri tecnici, spiega le ragioni del boom: “Prevedere l’andamento di un’annata non è mai facile, ma in quest’ultimo scorcio d’estate si sono verificate le condizioni ideali per la classica “buttata”, come si dice in gergo. Ed è stata super. Merito della giusta alternanza di sole e pioggia, con escursioni termiche che non sono state troppo marcate e mai sotto i 10 gradi notturni. Solo negli ultimi giorni, le spruzzate di neve in alta quota hanno frenato lo sviluppo dei funghi che, in ogni caso, hanno iniziato a fare la loro comparsa ad altezze più basse, come da prassi”.

E così l’areale lariano con le province di Como e Lecco, si sta confermando ai vertici dell’intera Lombardia: +50% contro una media regionale del +30%. Lo conferma Giana: “Anche il periodo di permanenza dei funghi aumenta, come si sta vedendo nel caso dei porcini: quest’anno, addirittura fino a venti giorni. Se le cose procederanno così, ci aspetta un lungo periodo di raccolta, potenzialmente sino a fine ottobre”.

Nelle nostre province, gli ambiti di raccolta privilegiati sono i boschi di faggi e castagni, dove è già in pieno corso la raccolta di porcini e finferli. E’ importantissimo badare innanzitutto alla sicurezza: il cercatore di funghi che decide di raccogliere in zona di montagna dev’essere ben allenato e preparato, in primis allo sforzo fisico: da ricordare anche che il rischio di cadute è concreto, anche quest’anno già più volte sono dovuti intervenire i soccorsi per il recupero di cercatori incappati in un incidente. Altra cosa importante: mai distruggere i funghi, anche se non si conoscono: la loro presenza è importante, ed è un ottimo indice di “salute” del bosco”.

“Buone notizie anche per gli agriturismi, che hanno modo di prolungare, di fatto, la stagione estiva: le belle temperature di questi giorni incoraggiano turisti e cercatori a programmare una permanenza anche di più giorni. Va da sé – riprende Trezzi – che le nostre strutture agrituristiche di Terranostra e Campagna Amica rappresentano il luogo ideale dove gustare porcini & co., declinati sia in ricette di tradizione, sia in prelibate creazioni gourmet a cura degli agrichef”.

L’attività di ricerca non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi vacanzieri e svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. E’ necessario tuttavia evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, ai micologi delle ATS/ASL o agli esperti dei Gruppi micologici e utilizzare cestini aerati e si rammenta che è vietato l’tilizzo delle buste di plastica per questioni igieniche

Riguardo ai funghi acquistati nei tradizionali canali distributivi, Coldiretti invita “a verificare l’indicazione il luogo di raccolta o coltivazione, dell’origine in etichetta o su appositi cartellini che deve essere riportato obbligatoriamente. Le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei”.

 Una garanzia – continua Coldiretti Como-Lecco – per sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. I funghi sono ricchi di proteine e fibre, poco calorici, poveri di sodio e ricchi di potassio e in Italia durante l’anno se ne consuma in media circa un chilo a testa.

Il decalogo di coldiretti Como-Lecco per il “cacciatore” di funghi”

– Documentarsi sull’itinerario e scegliere i percorsi adatti alle proprie condizioni fisiche

– Comunicare a qualcuno il proprio tragitto evitando le escursioni in solitaria

– Attenzione ai sentieri nel bosco che possono diventare scivolosi a causa della pioggia

– Consultare i bollettini meteo e stare attenti al cambio del tempo

– In caso di rischio fulmini non fermarsi vicino ad alberi, pietre e oggetti acuminati

– Usare scarpe e vestiti adatti con scorte di acqua e cibo.

– Non raccogliere funghi sconosciuti

– Verificare i regolamenti delle zone ove si effettua l’escursione sia per i limiti alla raccolta di funghi e sia per gli eventuali permessi

– Pulire subito il fungo da rami, foglie e terriccio

– Per il trasporto è obbligatorio usare contenitori rigidi e areati che proteggono il fungo

 

PUGLIA, GOVERNO: BUON LAVORO A SOTTOSEGRETARIO GIUSEPPE L’ABBATE 

“Una straordinaria e irripetibile opportunità di riaffermare la centralità dell’agricoltura pugliese e risolvere finalmente gli spinosi nodi della Xylella e della semplificazione del mercato del lavoro con ministro e sottosegretario entrambi pugliesi ed entrambi impegnati nella risoluzione delle numerose e complicate vertenze che affliggono gli agricoltori pugliesi”. E’ quanto commenta il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, nel porgere i migliori auguri di buon lavoro a Giuseppe L’Abbate, neosottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole.

Per Coldiretti è necessario investire in Puglia sul futuro competitivo delle imprese agricole, tenendo conto dello scenario europeo, dando una forte spinta alle esportazioni, attraverso il superamento del gap della logistica, del peso della burocrazia, di costi di produzione decisamente più alti, con l’aggravante dell’assillo della criminalità nelle campagne.

 

CUNEO: IL LUPO COLPISCE ANCORA NELL’INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI 

Sbranati bovini in alpeggio in alta valle Varaita. Dal Piano Lupi al risarcimento danni, continua il pressing di Coldiretti a tutela degli allevatori

A poco più di una settimana dagli ultimi attacchi registrati in Alta Langa, tra Camerana e Murazzano, il lupo è tornato a colpire. Questa volta in alta valle Varaita, a Pontechianale, dove ne ha fatto le spese un allevamento di bovini di razza piemontese. Tre i capi uccisi, due vitelli e una vacca.

E non è la prima volta qui. L’allevatore colpito denuncia di aver subìto solo quindici giorni fa un attacco che gli è costato un vitello; l’ennesimo duro colpo e l’impossibilità di difendere dai predatori il proprio bestiame in alpeggio lo costringono a meditare l’abbandono anticipato dei pascoli.

“La sopportazione delle aziende che, con tanti sacrifici, hanno investito nella zootecnia sulle nostre montagne ha raggiunto il limite. Sale lo sconforto e vince il senso di impotenza nella sostanziale indifferenza delle Istituzioni” commenta Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.

Per questo, dichiara Moncalvo, “al nuovo Governo e alla Regione Piemonte ribadiamo per l’ennesima volta che non c’è più tempo da perdere. La questione lupi è ferma da ormai troppi anni e urgono soluzioni per contrastare in concreto una situazione inaccettabile per gli allevatori cuneesi che si impegnano a presidiare le nostre montagne e a garantire la bellezza del paesaggio”.

Dal Piano di gestione dei lupi alle risorse per il risarcimento dei danni, Coldiretti non smetterà di sollecitare i necessari interventi istituzionali finché non saranno trovate risposte adeguate ad un convivenza tra uomo e lupo che non costringa più gli allevatori a fuggire dai pascoli.

 

ROVIGO, TORNA IL CALDO: TAVOLO VERDE PER ALLARME PROLIFERAZIONE CIMICE 

Martedì mattina (17 settembre) si terrà un tavolo tecnico in Regione al quale parteciperà anche Coldiretti. Il “tavolo verde” è stato convocato per fare il punto della situazione sulla cimice asiatica, l’insetto che più sta facendo preoccupare l’agricoltura sia in termini di produzione che di redditi.

Alla situazione già disastrosa, con la cimice che impera nei nostri frutteti e tra i seminativi, si aggiunge il fatto che le condizioni climatiche di questi giorni creano le condizioni utili la proliferazione indisturbata dell’insetto. Con il ritorno del grande caldo fuori stagione, che in alcuni casi ha fatto schizzare le temperature fino ai 30 gradi, non solo si moltiplicano le fastidiose zanzare ma è allarme cimice nei campi. Questa specie di cimice prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta; anche un solo punto di cimice rende inutilizzabile e incommerciabile il frutto colpito, compromettendo seriamente il raccolto. L’insetto sta devastando meli, peri, kiwi come ha fatto, nei mesi precedenti, con i peschi, ciliegi, albicocchi con danni alle produzioni e un pesante impatto occupazionale. Fino a ora i danni stimati superano i 250 milioni di euro in tutta Italia, più di 100 solo in Veneto.

A rischio non c’è solamente la produzione di questo 2019 perché il danno non è solo quello diretto. Se il fenomeno non sarà controllato, alcune aziende hanno già comunicato che chiuderanno, alcune colture potrebbero essere abbandonate e pagherà le conseguenze non solo il comparto agricolo, ma anche quello sociale, con calo del lavoro e delle economie che girano grazie alle filiere. Inoltre, tutto questo si trasformerà in pericolo ambientale, in quanto, una volta finita la stagione calda, le cimici cercheranno riparo nei centro abitati infestando i nostri paesi e le nostre case.

 

PADOVA, VENDEMMIA NOTTURNA E SUGOLI A MEZZANOTTE SUI COLLI EUGANEI 

In molti hanno partecipato sabato sera alla vendemmia notturna organizzata a Baone nella tenuta ‘Maeli’ di Elisa Dilavanzo che ha voluto vicino per l’evento anche le imprenditrici agricole di Coldiretti Donne Impresa Padova dando così una sfumatura rosé alla raccolta dell’uva dopo il tramonto.

L’atmosfera suggestiva coi vigneti illuminati da fiaccole e candele ha richiamato molti cittadini che hanno potuto vivere uno dei momenti più attesi dai produttori vitivinicoli. Tra i tanti intervenuti, almeno un centinaio di persone, anche lo scrittore di origine polesana Matteo Signorini che incuriosito dalle testimonianze femminili sulle tradizioni rurali ha potuto degustare sul posto i “sugoli” l’antico budino che i contadini preparavano un tempo col mosto facendolo bollire aggiungendo pezzi di frutta e spezie. La ricetta, definita la marmellata dei poveri, è stata improvvisata dalle agricoltrici di Coldiretti Donne Impresa Padova che, indossato il grembiule d’ordinanza hanno coinvolto l’autore nell’operazione culinaria con spiegazioni e gesti tramandati da generazioni.

iInsieme ai sugoli anche molti altri prodotti dell’agricoltura padovana al femminile, presentati dalle imprenditrici che vi lavorano ogni giorno. Silvia Girotto ha presentato la confettura di Patata Americana e curato l’allestimento delle tavole con i fiori coltivati nella sua azienda, Assunta ed Elisabetta della Fattoria Crivellaro hanno preparato i formaggi mentre Cinzia Calaon dell’agriturismo Bacco e Arianna ha fatto assaggiare i salumi e altre bontà di stagione. Luana Carmignotto dell’agriturismo l’Alveare, ha proposto per l’appunto i sugoli insieme ad altre squisitezze della sua azienda. Infine Marina Bonetti di “Forno a Legna” ha preparato una gustosa focaccia con l’uva.  Per tutti il brindisi finale obbligatoriamente con un vino rosato e la soddisfazione delle organizzatrici che già pensano alla prossima edizione.

 

VENETO, EMERGENZA CIMICE: TAVOLO VERDE, IL PIANO DI AZIONE DAI CONDIVISO SINDACI 

Si terrà domani alle ore 10.00 a Mestre in Via Torino 110 negli uffici del Dipartimento Agroalimentare, il tavolo verde convocato per l’emergenza cimice in Veneto che ha provocato in tutta la regione danni alle colture per un valore di 100milioni di euro. Il piano di intervento di Coldiretti prevede una serie di azioni prima tra tutte l’adozione del provvedimento per l’introduzione della vespa samurai, a seguire l’esonero contributivo Inps tramite la decretazione dello stato di calamità, gli indennizzi alle aziende frutticole e, allargando la prospettiva, l’avvio di una attività di monitoraggio combinata con la ricerca per definire programmi di lotta fitosanitaria e biologica, nonché il  finanziamento delle reti antinsetto con misure ad hoc e percentuali di aiuto rafforzate.  Infine la costituzione di un Fondo di solidarietà nazionale per le fitopatie.

“La piattaforma di Coldiretti è stata condivisa dall’Anci – sottolinea il Presidente Daniele Salvagno – L’associazione ha da subito sollecitato le amministrazioni comunali che stanno inviando le delibere alla nostra segreteria. Una risposta corale – conclude Salvagno – che testimonia non solo un atto di responsabilità ma pure la preoccupazione dei Sindaci per il destino delle coltivazioni agricole”.

 

EMILIA ROMAGNA, LAVORO: CON CIMICE A RISCHIO 40 MLN DI INVESTIMENTI GIOVANI 

“Nel 2018 ci sono stati 270 nuovi insediamenti in agricoltura in Emilia Romagna, con un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro. Quelle scommesse sul futuro oggi sono messe in pericolo da flagelli come la cimice asiatica e l’alternaria”. Con queste parole il delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa, Andrea Degli Esposti, ha dipinto la situazione degli under 35 che hanno scelto l’agricoltura e che oggi vedono i loro investimenti messi in pericolo dall’impatto devastante della cimice marmorata asiatica che, solo quest’anno, ha causato in Italia oltre 250 milioni di euro di danni.

“In Emilia Romagna abbiamo aziende che hanno perso fino al 100% della produzione delle pere” ha continuato Degli Esposti “quello dei giovani è un settore in continua crescita per quanto riguarda l’agricoltura e mettere in pericolo gli sforzi di chi ha deciso adesso di intraprendere questa strada è un delitto”.

“È necessario che arrivi quanto prima il via libera del Ministero dell’Ambiente che, sentiti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della salute, deve emanare le linee guida per il via libera alla vespa samurai nemica naturale della cimice” ha continuato il delegato di Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna, “mentre la gravità della situazione impone che venga al più presto dichiarato lo stato di calamità e vengano messi in campo interventi finanziari e agevolativi per far fronte al mancato reddito delle imprese, attraverso convenzioni con le banche, l’intervento dei Consorzi Fidi, la sospensione di mutui, pagamenti, tasse, contributi per compensare e non appesantire il bilancio delle aziende gravato dalle spese colturali sostenute per una produzione che rischia di venire azzerata e di non produrre quindi alcun reddito”. 

Intanto le Coldiretti delle province colpite da cimice e alternaria hanno avviato una serie di incontri con i Prefetti e le istituzioni per portare il problema alla loro attenzione e chiedere interventi immediati a tutela del reddito delle aziende. Dopo l’incontro dello scorso 9 settembre con il Prefetto e il Presidente della provincia di Ferrara, il 16 le delegazioni di Coldiretti Bologna e Coldiretti Modena incontreranno i Prefetti delle rispettive province.

 

PUGLIA, FIERA DEL LEVANTE: A ‘CASA COLDIRETTI’ IL MINISTRO BELLANOVA SU XYLELLA 

Interventi tempestivi e determinati per ricostruire la filiera olivicola salentina e del lavoro, con i decreti attuativi per l’emergenza Xylella, il sostegno ai frantoi e il via libero definitivo ai reimpianti, ridando speranza al territorio salentino gravemente compromesso dalla Xylella. E’ l’importante annuncio del Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, in visita ai padiglioni di Coldiretti Puglia alla Fiera del Levante, dove il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele e il direttore regionale, Angelo Corsetti, hanno presentato al ministro Bellanova i prodotti delle aziende agricole di Campagna Campagna.

“Dobbiamo recuperare i gravi ritardi della Regione Puglia rispetto alla gestione del dramma Xylella che ha lasciato 21 milioni di ulivi secchi in provincia di Lecce – ha spiegato al Ministro il presidente Cantele – ha annientato  il reddito di migliaia di agricoltori, oltre 100 frantoi non apriranno i battenti nel 2019, mentre molti stanno svendendo a pezzi le proprie linee produttive in Grecia, Marocco e Tunisia e ha fatto perdere 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva”.

Il ministro Bellanova, già in piena operatività con la struttura ministeriale da ieri sostenuta anche dal sottosegretario pugliese L’Abbate, ha annunciato di essere al lavoro sui provvedimenti attuativi del Decreto Emergenze, dando disponibilità assoluta ad un confronto a breve con olivicoltori e frantoiani di Coldiretti in Puglia.

Nel corso dell’incontro sono stati affrontati anche i temi del Made in Italy e della necessità di tutelare le produzioni agroalimentari pugliesi dalle importazioni massicce di prodotti provenienti dall’estero e della necessaria semplificazione del mercato del lavoro di cui si parlerà alla Fiera in un confronto di Coldiretti con i sindacati dei lavoratori.

 

MANTOVA, RIMBORSI AVIARIA: IN ARRIVO OLTRE UN MILIONE DI EURO 

Coldiretti Mantova informa che nel giro di un paio di settimane dovrebbero essere liquidate le richieste di aiuti da parte degli avicoltori per i danni indiretti da aviaria notificati dall’Italia tra il 1 ottobre 2017 e il 30 giugno 2018.

Una boccata di ossigeno per il settore, che vede Mantova tra le prime province in Italia per numero di capi: oltre 8 milioni tra ovaiole (4,8 milioni), polli da carne (2,2 milioni) e tacchini (710mila), allevati in 425 siti produttivi, secondo le elaborazioni di Coldiretti Mantova su dati di Regione Lombardia.

A Mantova sono circa una quarantina le domande inoltrate per un ammontare complessivo di indennizzi che supera il milione di euro, calcola Coldiretti Mantova.

Gli importi previsti per gli avicoltori colpiti da aviaria dovranno essere liquidati entro il 30 settembre 2020.

 

TREVISO, COLDIRETTI ONORA LA PRIMA VENDEMMIA SULLE COLLINE UNESCO 

La prima vendemmia sulle colline riconosciute dall’Unesco festeggia l’aumento del 50% delle vendite in Francia che spinge l’export del Prosecco al record storico di sempre sui mercati mondiali, per un valore complessivo di ben 458 milioni nel primo semestre del 2019. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat presentata in occasione del distacco del primo grappolo di uva Glera dell’anno per il Prosecco nella Tenuta Astoria a Refrontolo (TV), dopo l’avvenuta iscrizione del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’UNESCO.

“Oggi è una vendemmia ancora più emozionante perché finalmente si è svolta nelle colline del Conegliano valdobbiadene riconosciute dall’Unesco come patrimonio dell’umanità – spiega Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – Dobbiamo pensare a un’annata davvero positiva per la quantità equilibrate di uve, ma anche per un prodotto sano e sicuramente capace di trasformarsi in un vino d’eccellenza. Devo dire bravi a tutti i viticoltori di queste splendide colline che con la loro competenza e passione riescono a lavorare dei vigneti certamente più difficili di altri. Grazie a loro di cuore per quello che sanno esprimere ogni giorno in questa terra che merita di essere valorizzata per la sua identità e specificità”.

Concetti quelli espressi da Polegato che trovano concorde Giancarlo Vettorello, responsabile ufficio viticolo di Coldiretti Veneto: “Questo territorio è un patrimonio che vede la nostra organizzazione impegnata per una continua tutela e valorizzazione in quanto per la sua conservazione, ma anche per la sua positiva evoluzione, richiede impegno e grande attenzione”.          

Con un aumento del 17% delle esportazioni il Prosecco conquista nel 2019 il primato di vino italiano più consumato all’estero grazie all’alta qualità e capacità produttiva con le pregiate bollicine che – sottolinea la Coldiretti – sono protagoniste di un vero a proprio boom negli Usa. Gli Stati Uniti, con un aumento in valore del 41%, diventano il principale cliente davanti alla Gran Bretagna e alla Francia mentre al quarto posto si piazza la Germania dove l’aumento è più contenuto (+7%). Ma un incoraggiante aumento del 66% del valore delle vendite si registra anche in Cina dove però la domanda è ancora molto contenuta per la tradizionale preferenza accordata nel gigante asiatico ai vini rossi.

Il gradimento dei cugini d’Oltralpe è significativo del successo conquistato anche nei confronti della concorrenza dello champagne. A pesare sul successo mondiale del Prosecco – spiega la Coldiretti – è però il proliferare nei diversi continenti di falsi di ogni tipo con le imitazioni diffuse in tutti i Paesi, dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata le vendita anche del Whitesecco e del Crisecco.

Occorre tutelare le esportazioni di vino Made in Italy di fronte ai numerosi tentativi di banalizzazione delle produzioni nazionali”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “oltre alla perdita economica, è soprattutto grave il danno di immagine che mette a rischio ulteriori e nuove opportunità di penetrazione dei mercati”.

 

LIGURIA, LA PIZZA: IL PRODOTTO POPOLARE PER ECCELLENZA VINCE ALL’IG NOBEL 2019 

Grande must culinario che genera, a livello nazionale, un business di 12 miliardi di euro e dove sono almeno 100mila i lavoratori fissi nel settore, ai quali se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana: è proprio la pizza ad aggiudicarsi il premio IG NOBEL 2019 per la Medicina, il riconoscimento dedicato a ricerche “strane” che “prima fanno ridere e poi danno da pensare”. Che si scelga al trancio o in pizzeria anche in Liguria è l’alimento che spopola tra turisti e cittadini locali 365 giorni l’anno, soprattutto nelle forme Sardenaira, la “cugina” ligure della pizza e nell’intramontabile Focaccia di Recco IGP: è però importante per garantire la qualità del prodotto che esso venga realizzato con prodotti tracciabili, possibilmente provenienti dal territorio.

Non solo quindi è importante il forte legame cultuale della tradizione con l’Italia, suggellata nel 2017 con l’iscrizione dell’“Arte dei Pizzaiuoli napoletani” nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco, ma il valore nutrizionale messo a fuoco dalla bizzarra ricerca che è stata premiata per “aver fornito l’evidenza che la pizza può proteggere da malattie e morte, purché fatta e mangiata in Italia”. Ad oggi però quasi due pizze su tre servite in Italia sono ottenute purtroppo da un mix di ingredienti provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori, fatto che ne compromette il gusto e, senza dubbio, la qualità di questo grande tesoro del Made in Italy, che affonda le sue radici nella storia culinaria del Paese dove ogni giorno si sfornano circa 5 milioni di pizze nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio, e dove si lavorano in termini di ingredienti annualmente 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.

“E’ un piatto sano e genuino – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –  che riesce a declinarsi in tante varianti diverse a seconda della regione d’appartenenza, dove anche con condimenti locali si mantiene inalterata la tradizione di questa ricetta 100% italiana. Nata a Napoli, è da considerarsi tra i simboli del successo della dieta mediterranea nel mondo, che ha abbattuto ogni confine arrivando in America, dove i suoi abitanti ne sono diventati i maggiori consumatori con 13 chili a testa, mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui. In Liguria è famosa la pizza al pesto di Basilico genovese DOP e quella realizzata con le verdure locali di stagione, ma soprattutto la Sardenaira una base di focaccia su cui viene stesa un abbondante strato di salsa di pomodoro crudo, cipolle rosse, olive taggiasche, capperi, aglio, origano e filetti di acciughe. Il grande successo della pizza, però, moltiplica i rischi di utilizzo d’ingredienti che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy ed è per questo importante portare la trasparenza e tracciabilità dai banchi dei supermercati ai menù delle pizzerie: solo così sarà possibile evitare di ritrovarsi nel piatto pizze non cucinate con i prodotti tricolore, e allo stesso tempo sostenere con il proprio acquisto le imprese agricole locali, che con il loro lavoro sono in grado di fornire ingredienti d’eccellenza per tutte le stagioni ”.

 

REGGIO EMILIA, PREMIATE LE SCUOLE DEL PROGETTO EDUCAZIONE CAMPAGNA AMICA 

Nella splendida cornice della Reggia di Rivalta, ieri mattina, sono state premiate le classi delle scuole reggiane che hanno partecipato al progetto educazione Campagna Amica, promosso da Donne Impresa e Coldiretti Reggio Emilia.

Il progetto dal tema Biodiversità contro Omologazione ha visto la partecipazione di oltre 500 studenti che hanno lavorato in modo interdisciplinare su tematiche ambientali, sociali e climatiche.

Le classi che hanno ricevuto ieri il riconoscimento si sono distinte per gli approfondimenti legati alla biodiversità locale.

Il primo premio è stato assegnato alla Scuola secondaria di primo grado E. Fermi di Rubiera, il secondo premio alla scuola primaria di Brescello, il terzo premio alla scuola secondaria di primo grado di casina e Carpineti e premio speciale alla scuola secondaria di primo grado A. Fontanesi di Reggio Emilia.

Al termine della premiazione i ragazzi presenti hanno visitato i sotterranei della Reggia e il giardino segreto, guidati dai volontari di Insieme per Rivalta.

Al via il progetto per l’anno scolastico 2019/2020 che sarà presentato durante il Villaggio di Coldiretti a Bologna dal 27 al 29 Settembre.

In occasione del mercato di Campagna Amica i numerosi visitatori hanno avuto la possibilità di firmare la petizione Stop Cibo Anonimo che sta volgendo al termine.

Per chi ancora non l’avesse fatto l’invito di Coldiretti Reggio Emilia è di sottoscrivere, presso gli uffici, la proposta di legge per poter raggiungere il numero di firme necessarie alla presentazione formale alla Commissione Europea e quindi avviare l’iter legislativo.

L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica di Coldiretti, condivisa dai cittadini consumatori che ritengono necessario superare l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea sull’origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all’Italia costa oltre 100 miliardi di euro all’anno nel mondo.

 

MANTOVA, POMODORO: STAGIONE IN CHIAROSCURO, RESE SCARSE, BUONA QUALITÀ 

Una stagione in chiaroscuro per il pomodoro, la cui raccolta è ancora in corso e – a causa di semine ritardate per il maltempo di aprile e maggio – dovrebbe protrarsi almeno fino all’inizio di ottobre, informa Coldiretti Mantova. In provincia di Mantova sono stati seminati nel 2019 oltre 3.700 ettari con l’oro rosso (quasi la metà delle superfici lombarde), che rimane un ingrediente fondamentale per paste, passate e pizza.

“La produzione è buona, con rese per ettaro che sono arrivate anche agli 850.900 quintali – dichiara Antonio Paganini di Piubega, 300 ettari fra conduzione propria e in conto terzi -. Facciamo parte di un gruppo di agricoltori che commercializza complessivamente 250mila quintali nell’area dell’Alto e Medio Mantovano, con un contratto che stabilisce un prezzo minimo garantito. La stagione ha dato risultati a macchia di leopardo e sembra che alle industrie del Nord Italia verrà a mancare circa il 20%-25% di prodotto, ma la qualità è mediamente buona. Avremmo sperato in prezzi rivisti al rialzo, stante appunto la carenza di materia prima”.

Ne avrà ancora per una decina di giorni Marco Zardi, che coltiva 70 ettari di pomodoro, estendendosi fino al Reggiano. “La qualità non è male, a dispetto di una stagione che è partita male per un clima impazzito – spiega -. Alla vigilia del raccolto siamo stati colpiti da una bomba d’acqua che ha fatto cadere in due round 130 millimetri di acqua, compromettendo una parte del prodotto. Indicativamente la resa è stata inferiore del 20% rispetto alla media”.

Anche Zardi parla di prezzo di conferimento da migliorare per assicurare una giusta remunerazione ai coltivatori. “Siamo al di sotto di un euro al quintale, tendenzialmente – osserva -. Da un pagamento medio intorno agli 8,30 euro al quintali dovremmo arrivare sui 9,20-9,30 euro, anche perché sembra che man chi pomodoro da lavorare”.

Guido Cecchin coltiva direttamente e per conto terzi oltre 110 ettari a pomodoro e tratteggia una stagione – ancora in fase di completamento – a macchia di leopardo, “ma con una qualità buona, anche la quantità non è stata eccessiva”.

Solamente la fase centrale della raccolta ha regalato un raccolto abbondante, “fino a 900 quintali per ettaro e con una qualità superiore; le varietà precoci non hanno superato i 600 quintali e quelle tardive arrivano al massimo a 700 quintali”.

Il meteo della stagione è stato penalizzante. “Maggio ha fatto slittare tutti i piani di semina – ammette Cecchin – al punto che gli ultimi trapianti di pomodoro che abbiamo fatto sono arrivati al 18 giugno. Il quadro complessivo, però, rimane moderatamente positivo”.

Il comparto del pomodoro mette in moto, in Italia, una filiera di eccellenza del made in Italy che coinvolge circa 7.000 imprese agricole, oltre 90 imprese di trasformazione e 10.000 addetti, con un export vicino a 2 miliardi di euro di derivati del pomodoro in tutto il mondo.

L’Italia è il secondo produttore mondiale di pomodoro dopo la California e prima della Cina, ma ha il primato dell’Unione Europea davanti a Spagna e Portogallo. Secondo le stime di Coldiretti oggi in Italia si consumano conserve di pomodoro per circa 30 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria.

 

ALESSANDRIA, NEI CAMPI È DEFLAZIONE PROFONDA: LA FRUTTA PAGATA IL 30% IN MENO 

Nei campi infatti è deflazione profonda con gli agricoltori che si vedono oggi pagare la frutta pochi centesimi, circa il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al di sotto dei costi di produzione.

Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione in questo momento di difficoltà, il consiglio è quello di verificare l’origine nazionale e acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprandoli direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria.

“Per potersi permettere un caffè gli agricoltori devono vendere tre chili di frutta sulla quale pesano quest’anno i drammatici attacchi della cimice asiatica che non ha risparmiato la provincia di Alessandria dove, in alcune aree, si registrano danni ingenti. – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – Gli italiani sempre più spesso vanno a caccia dei prezzi più bassi, anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount, ma anche sperimentando canali alternativi come gli acquisti di gruppo, quelli on line o dal contadino. Il dato la dice lunga: un prodotto alimentare su quattro viene acquistato in promozione con l’obiettivo di cercare il risparmio e ridurre i costi del carrello della spesa, con effetti evidenti sul contenimento dell’inflazione”.

Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente ci sono quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare sulla tavola e hanno quindi un effetto calamita sui clienti: dall’olio di oliva alla pasta, dalle conserve di pomodoro al vino fino alla frutta.

Un onere che spesso ricade sui fornitori per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale.

“Serve intensificare l’attività di controllo e vigilanza anche per evitare che vengano spacciati come nazionali prodotti importati ma è anche necessario al più presto il recepimento della direttiva europea 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 per ristabilire le condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori” ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.

 

TORINO, CAMPAGNA AMICA SOSTIENE IL PROGETTO “FA BENE” 

A partire dal 22 settembre, nei mercati domenicali di Campagna Amica di Torino sarà possibile regalare un prodotto oppure fare una donazione in favore delle famiglie in difficoltà del territorio e nuovi cittadini che metteranno a disposizione tempo a favore della comunità. Volontari e volontarie Fa Bene raccoglieranno le donazioni da parte di consumatori e produttori insieme all’invenduto di fine giornata. Tutto il ricavato verrà utilizzato per acquistare sul mercato prodotti freschi da ridistribuire a persone che attraversano un momento di fragilità economica.

Il Cibo Civile è il prodotto di processi di coltivazione e allevamento che generano valore economico e sociale. Si tratta di cibo che viene prodotto creando posti di lavoro per persone a bassa contrattualità per ragioni quali disabilità mentale o fisica, vissuti traumatici o violenti, dipendenze, fragilità ed esclusione. Il lavoro garantisce il re-inserimento in reti sociali e l’acquisizione (o riacquisizione) di autonomia economica. Produrre Cibo Civile è un’occasione tanto per i produttori quanto per i consumatori: infatti, attraverso la filiera corta e la vendita diretta, l’azienda si assicura tutto il valore prodotto e l’acquirente ha garanzia dell’alta qualità e bontà di ciò che mangerà. Il Cibo Civile è, infine, una risorsa per la comunità intera grazie all’inserimento al lavoro delle persone più fragili e alla creazione di nuovi servizi per il territorio. Coldiretti Torino è da anni impegnata nella promozione di Cibo Civile, sensibilizzando i consumatori in scuole, fiere ed eventi, e sostenendo la vendita diretta e la disintermediazione della filiera.

Fa Bene è un progetto lanciato nel 2014 da Snodi Caritas, sostenuto dal 2018 dai fondi di “AxTO”, il programma per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie. Si tratta di un’esperienza di welfare circolare unica in Italia che dimostra come il capitale sociale di una città possa diventare risorsa economica a favore del bene comune. Il progetto è già attivo in sette mercati torinesi sensibilizzati e coinvolti da Coldiretti Torino: piazza Madama Cristina, piazza Foroni, corso Spezia, via Onorato Vigliani, via don Grioli, tettoia dei contadini di Porta Palazzo e corso Svizzera.

Da settembre anche i produttori della Rete di Campagna Amica saranno coinvolti nella raccolta di cibo per il progetto Fa Bene Cibo Civile. Ogni domenica, recandosi al mercato, sarà possibile donare o regalare dei prodotti freschi destinati a chi è più in difficoltà. In alcuni appuntamenti specifici, elencati di seguito, inoltre, Coldiretti Torino promuoverà l’animazione del mercato con informazioni e attività:

-domenica 22 settembre 2019, mercato di Campagna Amica di piazza Bodoni;

-domenica 20 ottobre, Fiera del Bollito di Moncalieri;

-domenica 27 ottobre, mercato di Campagna Amica di piazza Bodoni;

-domenica 24 novembre, mercato di Campagna Amica di piazza Bodoni;

-domenica 8 dicembre, mercato di Campagna Amica di piazza Cavour;

-domenica 15 dicembre, mercato di Campagna Amica di piazza Vittorio.

In quattro anni di attività, Fa Bene ha raccolto e donato 100 tonnellate di cibo fresco, per un valore di circa 200.000 euro, consegnate in 7.500 pacchi da 15 chili, contenenti frutta, verdura, ortaggi, legumi, pesce, carne, prodotti da forno, uova e latticini per un totale di 12.000 calorie per pacco. Sono circa 200 i commercianti aderenti e 250 le famiglie beneficiarie, coinvolte in oltre 7.000 ore di attività sociale di restituzione e reciprocità, per un valore economico di 70.000 euro. Attraverso il coinvolgimento di Campagna Amica saranno inclusi nel progetto gli stessi produttori a garanzia della qualità del cibo donato e del chilometro 0.

Fa Bene mostra che è possibile dare vita a un ‘welfare circolare’, dove tutte le persone coinvolte sono protagoniste interne del processo. Beneficiari dell’aiuto, volontari e commercianti, insomma, diventano fondamentali per generare valore economico e sociale e ridare vita alla comunità.

 

VARESE, ANNATA SUPER PER I FUNGHI: RACCOLTA +50% RISPETTO LO SCORSO ANNO                                                                                                                             

Il 2019 sarà ricordato come un’annata-super per i funghi nel Varesotto, dove l’alternanza di sole e pioggia, insieme a un sensibile abbassamento delle temperature hanno creato le condizioni favorevoli alla crescita dei funghi. La raccolta si sta confermando da record, con stime di incremento tra le più alte in Lombardia (+50% nell’areale di Varese/Como/Lecco rispetto a un generale +30% su base regionale).     

Le perturbazioni che hanno provocato danni nelle campagne dove è in piena attività la vendemmia, hanno invece favorito la nascita dei funghi che – sottolinea la Coldiretti – per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco.

“Nel Varesotto, gli ambiti di raccolta privilegiati sono i boschi di faggi e castagni, dagli areali a nord di Varese ai boschi tra il Verbano e l’alta provincia” sottolinea Coldiretti Varese. “Qui è già in pieno corso la raccolta di porcini e finferli. E’ importantissimo badare innanzitutto alla sicurezza, sia recandosi nel bosco, sia raccogliendo solo i funghi di cui si conosca bene l’identità: occorre fare attenzione, perché unitamente ai funghi commestibili sono già comparsi quelli tossici e, potenzialmente, mortali. Va sottolineato anche che il cercatore di funghi che decide di raccogliere in zona di montagna dev’essere ben allenato e preparato, in primis allo sforzo fisico: da ricordare anche che il rischio di cadute è concreto, anche quest’anno già più volte sono dovuti intervenire i soccorsi per il recupero di cercatori incappati in un incidente. Altra cosa importante: mai distruggere i funghi, anche se non si conoscono: la loro presenza è importante, ed è un ottimo indice di “salute” del bosco”.

L’attività di ricerca non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi vacanzieri e svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. E’ necessario tuttavia evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche e utilizzare cestini di vimini ed evitare le buste di plastica.

Riguardo ai funghi acquistati nei tradizionali canali distributivi, Coldiretti invita “a verificare l’indicazione il luogo di raccolta o coltivazione, dell’origine in etichetta o su appositi cartellini che deve essere riportato obbligatoriamente. Le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei”.

Una garanzia – continua Coldiretti Varese – per sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. I funghi sono ricchi di proteine e fibre, poco calorici, poveri di sodio e ricchi di potassio e in Italia durante l’anno se ne consuma in media circa un chilo a testa.

 Il decalogo di Coldiretti per il “cacciatore” di funghi”

– Documentarsi sull’itinerario e scegliere i percorsi adatti alle proprie condizioni fisiche

– Comunicare a qualcuno il proprio tragitto evitando le escursioni in solitaria

– Attenzione ai sentieri nel bosco che possono diventare scivolosi a causa della pioggia

– Consultare i bollettini meteo e stare attenti al cambio del tempo

– In caso di rischio fulmini non fermarsi vicino ad alberi, pietre e oggetti acuminati

– Usare scarpe e vestiti adatti con scorte di acqua e cibo.

– Non raccogliere funghi sconosciuti

– Verificare i limiti alla raccolta di funghi con i servizi micologici territoriali

– Pulire subito il fungo da rami, foglie e terriccio

– Per il trasporto meglio usare contenitori rigidi e areati che proteggono il fungo

 

CALABRIA, PONTE CROPANI: MAGISTRATURA AUTORIZZA RIPARAZIONE DELLA CONDOTTA

Quello che ormai è passato agli annali come il “crollo del Ponte di Cropani” che dieci giorni fa ha isolato alcune famiglie e interrotto la fornitura di acqua per l’irrigazione in un comprensorio di circa mille ettari in una importante fase di piantumazione e coltivazione da parte degli agricoltori per quanto riguarda il ripristino della condotta principale dell’impianto irriguo gestito dal Consorzio di Bonifica di Catanzaro ha trovato soluzione. “Infatti – riferisce Fabio Borrello Presidente della Coldiretti Interprovinciale di Catanzaro – Crotone – Vibo – la magistratura ha autorizzato la riparazione della condotta pur facendo rimanere inalterato lo stato dei luoghi per consentire ulteriori valutazioni tecniche e l’accertamento delle eventuali responsabilità. E’ stata un’azione sinergica condotta insieme al Consorzio di Bonifica, la Coldiretti sin dal primo minuto ha seguito costantemente la situazione proponendo soluzioni sia per le famiglie isolate che per gli agricoltori che, alla luce dei fatti, si sono dimostrate efficaci, anche denunciando la grave situazione cui poteva andare incontro il comparto agricolo, in mancanza dell’acqua di irrigazione. La struttura ed i tecnici del Consorzio di Bonifica – continua Borrello – hanno lavorato alacremente e senza risparmio, coadiuvati dall’apporto costruttivo della Coldiretti, e questo è sintomo di applicazione di buone pratiche. Un ringraziamento va alla Procura di Catanzaro che, capendo le difficoltà degli agricoltori e i problemi che avevamo evidenziato circa la perdita degli investimenti, in tempi veloci ha autorizzato la riparazione della condotta irrigua. Adesso – conclude Borrello – nel giro di pochi giorni la situazione dovrebbe ritornare alla normalità”.

 

MODENA, CIMICE: COLDIRETTI PRESENTA PROPOSTE PER “EMERGENZA AGRICOLTURA” 

Vigilanza di porti e dogane su merce in ingresso nell’Unione Europea, avvio celere della introduzione in campo dell’insetto antagonista; supporto alla ricerca sulle strategie di lotta e contenimento della cimice, rifinanziamento straordinario del fondo di solidarietà nazionale, moratoria di rate di mutui o prestiti e condizione agevolate per credito di liquidità alle imprese, anche attraverso il sistema dei consorzi fidi. Queste in sintesi le proposte illustrate questa mattina dai vertici di Coldiretti Modena al Prefetto di Modena, Maria Patrizia Paba, e al Presidente della Provincia, Gian Domenico Tomei, per far fronte all’emergenza delle cimice asiatica che sta flagellando le campagna mettendo a serio rischio i reddito delle imprese agricole.

Nel corso degli incontri, il Presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari, il vicepresidente Francesco Vincenzi e il Direttore, Giovanni Duò, hanno presentato quella che ormai si può definire una vera “emergenza agricoltura”.

“I danni da cimice arrivano a superare il 70% della produzione della pere con l’Abate tra le varietà più colpite, ma non sono state risparmiate ciliegie, kiwi, albicocche e piante da vivai – ha detto Borsari. Oltre a questo l’agricoltura ha dovuto subire gli effetti di un andamento climatico caratterizzato da una distribuzione anomala delle piogge e l’alternarsi di temperature non in linea con le medie stagionali, che hanno quasi azzerato la produzione delle varietà precoci di ciliegie o i fenomeni estremi di grandinate e vento fino alla diffusione del fungo dell’Alternaria che colpisce sempre le pere e le altre piante da frutto. Una situazione grave – ha sottolineato il Presidente di Coldiretti Modena – che mette a serio rischio i redditi delle nostre imprese, per questo non è eccessivo parlare di emergenza agricoltura”.

Il recente via libera all’introduzione della Vespa samurai, insetto antagonista naturale della cimice asiatica – hanno sottolineato i vertici di Coldiretti – è il primo passo. Servono adesso una serie di interventi urgenti a diversi livelli che consentano alle aziende di affrontare l’emergenza: a livello europeo è necessario rafforzare la vigilanza di porti e dogane sulla merce in ingresso nell’Unione Europea per evitare la diffusione di vegetale infetto e parassiti vari; la costituzione di fondi mutualistici ad hoc per compensare i danni del crescente numero di patologie che colpiscono l’ortofrutta; il finanziamento di progetti di ricerca di portata internazionale per mettere a frutto le esperienze e gli studi sulla cimice. A livello nazionale servono il rifinanziamento straordinario del Fondo di Solidarietà Nazionale; l’avvio celere della introduzione in campo dell’insetto antagonista accompagnato da misure per compensare il mancato reddito delle aziende colpite fino al raggiungimento dell’efficacia dell’intervento. A livello regionale, infine, bisogna delimitare le aree colpite, attivare una serie di strumenti finanziari e agevolativi per far fronte al mancato reddito delle imprese, attraverso convenzioni con le banche, l’intervento dei Consorzi Fidi, la sospensione di mutui, pagamenti, tasse, contributi per compensare e non appesantire il bilancio delle aziende gravato dalle spese colturali sostenute per una produzione che rischia di venire azzerata e non produrre quindi alcun reddito.

Da parte loro il Prefetto Paba e il Presidente Tomei hanno assicurato il loro sostegno e l’impegno a presentare al Governo e agli enti preposti le proposte di Coldiretti.

 

VENEZIA, BIODIVERSITA’ E PASSIONE PER LA VITICOLTURA VENEZIANA 

Grazie alle meravigliose condizioni meteo che dovrebbero riproporsi anche per tutta la prossima settimana, la vendemmia procede con grande tranquillità e questo consente di lavorare bene in campagna ma soprattutto in cantina. Sono un migliaio le aziende vitivinicole nel veneziano impegnate in vendemmia per far fronte ai 3000 ettari complessivamente coltivati con uva da vino dove senza dubbio predominano le varietà a bacca bianca: il glera la fa da padrone con quasi 900 ettari dedicati, seguita dal Pinot grigio con 813 ettari, Chardonnay con 111 ettari, Tocai con 81 ettari e verduzzo con oltre 50 ettari.

I rossi invece occupano un terzo della produzione totale con principalmente il Merlot che occupa oltre 250 ettari, il cabernet con 200 ettari seguiti da raboso e refosco. Altre varietà minori quali l’Incrocio Manzoni, le malvasie, il carmenére sono considerati peculiarità del territorio meno diffusi ma comunque caratterizzanti. La maggior parte degli ettari sono rivendicati a Denominazione di Origine Controllata (DOC) o Indicazione Geografica Tipica (IGT) e solo una piccola parte venduta come vino da tavola.

Rispetto alla vendemmia 2018 che era stata generosissima sotto il profilo produttivo, quella di quest’anno, presenta produzioni che rientrano nella norma di valori statistici di lungo periodo.

Entro martedì le varietà a bacca bianca saranno tutte raccolte, fa eccezione il Prosecco che per sua caratteristica presenta una maturazione tardiva e quindi proprio in questi giorni è iniziata la raccolta. “Lo stato delle uve è perfetto sia sotto il profilo della maturazione sia sotto quello fitosanitario, quindi si preannuncia una qualità eccellente” afferma il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla.

Va specificato che nel Veneto Orientale, che rappresenta la più importante zona viticola della provincia di Venezia, il 12 luglio purtroppo c’è stata una grandinata che ha interessato un territorio vasto provocando danni che, in alcuni casi, hanno determinato la perdita del 100% della produzione.

Il ridimensionamento delle produzioni d’uva sta anche vivacizzando il mercato del vino che, a causa dell’abbondante produzione dello scorso anno, era un po’ fiacco.

“Io punto tutto sulla qualità- afferma Bragato Vittorino, produttore di Ceggia – “Per soddisfare il consumatore italiano dal palato fino è necessario puntare sulla biodiversità facendo notare e risaltare i profumi del territorio, facendo diversificazione varietale mettendoci creatività coinvolgendo i clienti in serate di degustazione, studiando anche il packaging accattivante-  continua Bragato che non trascura comunque di evidenziare i costi legati agli adempimenti amministrativi che caratterizzano i trasporti verso l’estero: “non c’è giorno in cui i turisti vengano in cantina con il desiderio di ricevere  il nostro vino direttamente a casa ma per chi desidera piccole quantità i costi di tasse e spedizione incidono notevolmente”.

Un dato che non può essere trascurato è la presa di coscienza da parte dei nostri viticoltori dei temi legati alla sostenibilità ambientale. Le aziende con superfici importanti si sono dotate di modernissime stazioni meteo che oltre a monitorare le condizioni del tempo elaborano schemi per la difesa della vite che consentono di ridurre e ottimizzare gli interventi di difesa.

Nel Veneto Orientale la viticoltura biologica ha fatto breccia da trent’anni e le aziende che praticano questa forma di coltivazione sono numerose.

Nell’ultimo biennio si vanno diffondendo forme di certificazione volontaria, ad esempio quella che consente di utilizzare in etichetta il marchio SQNPI che certifica le produzioni da agricoltura integrata.

Interessante vedere come recentemente vengano riscoperte tecniche agronomiche relegate a vecchi testi di agronomia: ad esempio la tecnica del sovescio che consiste nel seminare un mix di essenze (soprattutto leguminose) che, a maturazione, vengono sfalciate e interrate per apportatore al terreno sostanza organica ed azoto senza usare concimi chimici.

Vi è poi un argomento ancora misconosciuto: quello dei vitigni resistenti o comunque tolleranti, alla peronospora, all’oidio malattie che troppo spesso insidiano le coltivazioni. Nulla di transgenico. Si tratta di incroci di decima generazione con viti selvatiche che donano il loro patrimonio genetico di resistenza. “Dobbiamo guardare avanti” afferma il viticoltore Andrea Gasparini che insieme ai figli giovani ventenni ma già “del mestiere” Erika e Marco stanno seguendo con passione 20 ettari di vigneto nel Meolese. “La nostra forza consiste nel coltivare vitigni autoctoni e guardare al futuro preservandole da insidie e malattie con l’aiuto della ricerca”. Queste viti, molte delle quali già iscritte a catalogo nazionale e regionale, richiedono solo tre – quattro trattamenti di difesa e quindi quasi a zero impatto ambientale. L’esito è di vini buoni e la loro coltivazione si sta diffondendo. “Ora è necessario generare una massa critica che ne permetta la promozione e la diffusione” aggiunge Giovanni Pasquali direttore di Coldiretti Venezia – presto ne parleremo diffusamente anche grazie ad una specifica collaborazione della nostra associazione con il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) con cui si approfondiranno questi temi innovativi per le aziende vitivinicole e non solo.”

 

FRIULI VENEZIA GIULIA, MARCIO AMOROSO ALLA CENA FRIULI DOC DELLA COLDIRETTI 

Seconda cena Friuli Doc con sorpresa per la Coldiretti del Friuli Venezia Giulia. Ad assaggiare i piatti degli Agrichef formati da Campagna Amica anche Marcio Amoroso, asso brasiliano dell’Udinese di fine anni Novanta. La proposta della Coldiretti, in collaborazione con l’Università, continua negli spazi di Palazzo Florio con la cena di sabato, prima della gran chiusura di domenica. Alle 17 l’incontro “Conosciamo la Biodiversità contadina” la prima esposizione dei Sigilli Fvg di Campagna Amica, quindi la cena finale, alle 20, con insalatina con le mele e salame all’aceto (Pinot grigio), vellutata di fagioli borlotti con gocce di Montasio Dop (Pinot grigio), coniglio alle erbe aromatiche e patate cojonarie (Schioppettino), cjarsons dolci con pere al Refosco.

 

Appuntamenti

 

LOMBARDIA: GIOVANI, LE IDEE INNOVATIVE CHE NASCONO DALLA TERRA

Mercoledì 18 settembre 

Dai prodotti fatti con il latte d’asina di montagna al gelato alla bava di lumaca fino alla bottega solidale che vende prodotti alimentari biologici, a Km 0 e sfusi, gestita da persone svantaggiate. Sono solo alcune delle innovazioni che verranno presentate mercoledì 18 settembre 2019 alle ore 18.00 al salone della creatività agricola allestito presso la Terrazza 12 in via Durini 28 a Milano per la consegna degli Oscar Green 2019 della Lombardia, i premi all’innovazione giovane che la Coldiretti regionale assegna alle idee imprenditoriali più interessanti e curiose sviluppate su tutto il territorio.

Alla giornata interverranno: Ettore Prandini, Presidente Nazionale di Coldiretti; Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia; Fabio Rolfi Assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi di Regione Lombardia; Pierfrancesco Maran, Assessore all’Urbanistica, verde e agricoltura del Comune di Milano; Veronica Barbati, Presidente Giovani Impresa Coldiretti; Carlo Maria Recchia, Delegato Coldiretti Giovani Impresa Lombardia.

In occasione della settimana della moda, Pasqualina Tripodi giovane imprenditrice agricola calabrese presenterà i suoi agri-gioielli realizzati con l’utilizzo di materiali di riciclo, tessuti grezzi naturali e con l’aggiunta in alcuni casi di metalli e pietre semipreziose.

 

VENETO: ASSEMBLEA DEI SENIOR COLDIRETTI A PORTO TOLLE

Mercoledì 18 settembre 

L’annuale giornata del pensionato Coldiretti si terrà in provincia di Rovigo. L’appuntamento per oltre cento dirigenti dell’associazione regionale guidata dal polesano Marino Bianchi è per Mercoledì 18 Settembre alle ore 9.00 a Porto Tolle, con ritrovo in Municipio e partenza in battello per il Delta del Po’.

Sull’imbarcazione si terrà la Santa Messa celebrata dal Vescovo della Diocesi di Chioggia Mons.Tessarollo e Don Carlo Marcello assistente ecclesiastico della Coldiretti provinciale.

Al pranzo sociale in programma al ristorante “Marina 70” in via Belvedere, 2 saranno presenti le autorità locali e il Presidente nazionale Giorgio Grenzi.

 

ORISTANO: I MARTEDÌ DEL MERCATO CONTADINO

Martedì 17 settembre 

Si avviano le iniziative della rassegna “I martedì del mercato Contadino”. Martedì 17 settembre nel Mercato coperto di Campagna Amica in Via degli Artigiani prendono avvio numerose attività rivolte ai consumatori e alle scuole. Con il titolo “La campagna in Tavola”, i consumatori potranno fruire di scontistiche, promozioni e informazioni   sui prodotti in vendita al mercato il martedì. Si inizia con le patate, prodotte dall’ azienda Loru di San Nicolò D’ Arcidano, un kg verrà offerto (fino a esaurimento scorte) ai consumatori che faranno la spesa, a prescindere dall’ importo. L’omaggio verrà accompagnato da una scheda descrittiva del prodotto, con i valori nutrizionali e una ricetta. Martedì 24 settembre un nuovo prodotto. A breve verranno avviati anche laboratori e degustazioni sui prodotti stagionali.

Ricco e articolato il calendario degli eventi dedicato alle scolaresche oristanesi. Con il titolo “Le stagioni del cibo“, educazione alla Campagna Amica, si terranno continui laboratori sui prodotti stagionali, tesi alla conoscenza del lavoro nelle campagne, dei produttori e dei prodotti. Prima iniziativa martedì 24 settembre dalle ore 10.00 alle ore 11.30. Ospiti 48 ragazzi delle seconde classi della scuola secondaria. L’ azienda agricola F.lli Cuscusa di Gonnostramatza, attraverso l’ausilio del casaro Enrico Iriu, realizzerà un laboratorio sulla filatura delle mozzarelle che i ragazzi e i loro genitori e gli insegnanti potranno degustare. Questo il calendario degli eventi: dal latte alla ricotta (con filatura mozzarelle o caciocavallo).

I cibi del buonumore: incontri di educazione alimentare con produttori e Nutrizionista – scuole primarie. Le piante officinali endemiche della Sardegna: qualità e caratteristiche e laboratori per la realizzazione di prodotti – scuole infanzia – primaria. L’ olio d’ oliva: qualità e benefici, laboratori – scuole primarie e secondarie. Laboratorio di educazione all’ ambiente sulla pesca con ausilio pescatori di Cabras e Santa Giusta, scuole primaria. La via del Miele: programma e laboratori alimentari sul ruolo delle api e produzione miele, scuola infanzia e primarie. “Le mani in pasta”, tra pizzos e cannisones: laboratorio paste artigianali a cura degli Agriturismo: scuole primarie. Chef per un giorno: giornate di educazione alimentare e laboratori con l’Associazione Provinciale cuochi, Agrichef, scuole primarie.  A tutta frutta”, stagionale, locale e di qualità, Benefici di una sana alimentazione: laboratori di educazione alimentare con le scuole secondarie. “Rispetta l’ambiente “, laboratori di educazione Ambientale con tecnici, esperti, produttori: scuola infanzia e secondarie. “For Maggio 2020“: la magia della caseificazione.  Laboratori Scuole infanzia e prime classi primaria. I pani della Sardegna, dalla lavorazione dei pani di consumo quotidiano, a quelli celebrativi ed artistici, laboratori con produttori, agriturismo, esperti.

 

RIMINI: ALLE CELLE TORNA IL MERCATO DEGLI AGRICOLTORI ‘CAMPAGNA AMICA’

Martedì 17 settembre 

Nella piazza del Centro commerciale “I Portici” in vendita da domani, martedì 17 settembre (e per tutti i martedì fino al 24 dicembre), ortofrutta, marmellate, miele, vini, olio di oliva e formaggi ad origine garantita

Dopo il successo delle edizioni precedenti, riparte da domani, martedì 17 settembre, alle Celle di Rimini il mercato esclusivo di ‘Campagna Amica’, la più vasta rete italiana di aziende agricole e mercati promossa da Coldiretti per consentire di accorciare la filiera e favorire l’acquisto di prodotti agroalimentari a KM0. Con l’obiettivo di valorizzare le produzioni agricole del nostro territorio, il mercato di Campagna Amica si svolgerà, fino al 24 dicembre, ogni martedì dalle 7,30 alle 13,30 nella piazza antistante la Coop Celle di via XXII Settembre (Centro Commerciale I Portici). Acquistare direttamente dall’agricoltore significa sia avere a cuore la propria salute, il proprio benessere, sia l’ambiente che ci circonda, ma anche contribuire al tempo stesso alla difesa dell’economia e quindi dell’occupazione del proprio territorio.

Gli agricoltori di Campagna Amica – afferma il Presidente di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazzi – al fine di garantire al massimo il consumatore e per contrastare le inefficienze e le distorsioni di una filiera agricola che spesso, dal punto di vista reddituale, penalizza proprio loro stessi, ci mettono la faccia e scelgono la vendita diretta offrendo ai consumatori prodotti buoni, sani e 100% locali”. Sui banchi delle Celle sarà, infatti, possibile trovare il meglio delle produzioni agricole di stagione tipiche del nostro territorio: frutta e ortaggi, succhi di frutta, marmellate, vini, formaggi, olio extravergine e tanto tanto altro.

 

CREMONA: LE RICETTE DEI CUOCHI CONTADINI E IL ‘GIOCO DEI SAPORI’

Martedì 17 settembre 

C’è la ricetta, rigorosamente cremonese, dei “marubini ai tre brodi” e quella, ugualmente irrinunciabile, dei “tortelli cremaschi”. Dalle altre province lombarde arrivano, ad esempio, le ricette del risotto giallo con asparagi e robiola (da Pavia), dalla minestra d’orzo (Como-Lecco), dell’ossobuco (da Milano), del  bruscitt con polenta (da Varese), del bossolà da Brescia, della frittata alle erbe (da Monza-Brianza)…e tante altre proposte, dedicate ai sapori tipici della Lombardia, raccolte in una serie di schede – a cura dei cuochi contadini di Campagna Amica e Terranostra Lombardia – che gli agricoltori offriranno in dono a tutti i cremonesi che trascorreranno il martedì mattina al Mercato di Campagna Amica, che da domani (martedì 17 settembre) prende avvio presso il portico del Consorzio Agrario di Cremona, in via Monteverdi.

#facciamocosebuone è lo slogan con cui le aziende agricole della Coldiretti danno avvio ai “martedì al Mercato di Campagna Amica”, tutte le settimane presso il portico del Consorzio Agrario, dalle ore 8 alle 12.

“Aspettiamo tutti gli appassionati del vero Made in Italy – sottolineano gli agricoltori della Coldiretti –. Il mercato di Campagna Amica è il luogo ideale di incontro tra gli interessi degli agricoltori e quelli dei cittadini, uniti nella passione per il nostro territorio, le nostre tradizioni, i nostri sapori.  Il punto di forza sarà rappresentato, come sempre, dalla bontà e genuinità dei cibi che porteremo presso il mercato. Nel contempo, vogliamo che questo diventi un luogo d’incontro per tutti: ci saranno momenti dedicati ai più piccoli, con l’impegno di accogliere presso il mercato le lezioni di educazione alimentare che da anni proponiamo alle scuole del territorio, e ci saranno sorprese speciali per gli anziani”. Già dalla prima giornata (domani) tutti gli over 75, insieme a tutti i cittadini che faranno la spesa, potranno partecipare al “gioco dei sapori” che regala alcuni zaini (con l’invito a riutilizzarli per la spesa) e un cesto carico di primizie.

Presso il mercato si avrà il rush finale della raccolta firme “Eat Original – StopCiboAnonimo”, l’Iniziativa dei Cittadini Europei che vuole rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’Unione Europea. Settembre è l’ultimo mese utile, per una firma per proteggere la salute dei cittadini, per combattere le frodi nell’agroalimentare e per garantire ai cittadini la libertà di scegliere il vero made in Italy.