COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 15 maggio 2019

15 Maggio 2019
News La Forza del Territorio del 15 maggio 2019

Primo piano

 

PIEMONTE

NOCCIOLE TURCHE: SFRUTTAMENTO E MANCANZA TUTELE

La Coldiretti regionale esprime le sue preoccupazioni da un lato per la quantità di prodotto importato nel nostro Paese che fa concorrenza alle nocciole piemontesi e dall’altra per la condizione in cui vengono prodotte.

 

La nocciola, ingrediente principe di svariate preparazioni dolciarie, è spesso coltivata all’estero in condizioni lavorative di sfruttamento e una grande quantità viene importata in Italia.  E’ quanto avviene in Turchia, patria delle nocciole che fornisce il 70% della produzione mondiale coltivate in 600 mila piccole fattorie sparse lungo la costa del paese, dove c’è un sistema di lavoro molto poco chiaro fatto di sfruttamento minorile e mancanza di tutele.

Della questione se ne stanno occupando diversi giornalisti stranieri, tra cui il New York Times che, in un articolo recente, ha fatto emergere come dietro ai dolciumi di numerose multinazionali ci sia effettivamente una situazione estremamente difficile, fatta di soprusi ai lavoratori che spesso sono i rifugiati siriani, persone che si trovano, quindi, in una condizione di vulnerabilità e ricattabilità.

“La preoccupazione è duplice: da un lato per la quantità di nocciole importate nel nostro Paese che fanno concorrenza a quelle piemontesi e dall’altra per la condizione in cui vengono prodotte. Proprio nell’articolo del New York Times, infatti, è riportato come il lavoro venga svolto senza protezioni, senza contratto ed in condizioni di sostanziale schiavitù – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -.

La nostra regione tra le sue eccellenze, soprattutto nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, ma anche nel torinese e nel nord della regione, vanta la Nocciola Piemonte Igp, coltivata su una superficie complessiva di quasi 20 mila ettari di cui 15 mila sono impianti attivi e la produzione totale è di 240 mila quintali di cui 103 mila certificati Igp.

Oltretutto, la Nocciola Piemonte Igp, ad esempio, è indicata, rispetto ad altre tipologie, per la preparazione di pregiati cioccolatini la cui ricetta prevede che rimanga intera. Proprio per sostenere e valorizzare il comparto chiediamo all’agroindustria di investire sul nostro territorio. Siamo pronti, quindi, a lavorare a nuovi progetti di filiera, come ad esempio quello già realizzato con il gruppo dolciario Novi-Elah-Dufour di Novi Ligure, che possano dare opportunità economiche per la nostra regione ma che siano anche esempi di trasparenza ed eticità”.

 

Dal territorio

 

LOMBARDIA, LATTE: TUTELARE SETTORE CHE VALE 40% PRODUZIONE ITALIANA

“Lavoriamo per tutelare il lavoro degli allevatori lombardi che garantiscono oltre il 40% della produzione italiana”. È quanto afferma Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia, dopo la partecipazione al tavolo regionale sul latte convocato dall’assessore lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi.

“Ringrazio l’assessore Rolfi per l’impegno messo in campo per trovare soluzioni condivise in un comparto strategico per l’agricoltura lombarda e italiana – continua Voltini – Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare, fermo restando che i contratti sottoscritti dalle parti vanno rispettati”.

“Riconoscere il lavoro degli allevatori è fondamentale – conclude il Presidente Voltini – Senza un giusto prezzo le stalle rischiano la chiusura e ogni volta che questo accade si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado”.

 

SARDEGNA, FINALMENTE IL DECRETO PER L’ORGANISMO PAGATORE SARDO

Finalmente abbiamo il Decreto per l’organismo pagatore sardo. È da oltre 4 anni che Coldiretti Sardegna ne chiedeva l’istituzione. Infatti, partiti in solitaria l’associazione ha nel frattempo trovato tanti alleati. E dopo tante promesse finalmente si taglia il traguardo. “Uno strumento importante per accorciare i tempi di erogazione dei premi comunitari – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – come dimostrano le altre regioni in cui è presente. Ma è fondamentale renderlo operativo e strutturarlo adeguatamente, anche perché adesso non ci sono più alibi”.

 

PUGLIA, CON L’ETICHETTA PASTA SALE GRANO ITALIANO (+20%)

A poco più di un anno dall’etichettatura d’origine per il grano della pasta cresce del 20% il valore del frumento duro in Italia. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti in relazione all’accordo siglato da Filiera Agricola Italiana e il pastificio Casa Milo di Bitonto per la fornitura già da quest’anno di grano 100% pugliese, che permetterà di produrre pasta secca e fresca certificata da FDAI (Firmato dagli Agricoltori Italiani).

L’accordo triennale tra Fai e pastificio Casa Milo – spiega la Coldiretti – prevede per il grano duro un prezzo minimo garantito che tiene conto dei costi di produzione e un premio qualità per i coltivatori per arrivare a coprire un fabbisogno di oltre 7 milioni di chili. Le migliori varietà di grano duro selezionate dalla Società Italiana Sementi (SIS) dei Consorzi Agrari d’Italia, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix, verranno coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che – spiega Coldiretti – produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.

“Va sfruttato al massimo lo strumento dei contratti di filiera che possono riportare in trasparenza i passaggi dal grano alla pasta, supportati oggi dall’etichettatura dell’origine obbligatoria del grano per la pasta. Al contempo sta riscuotendo molto successo in Puglia la coltivazione di grani antichi, come il ‘Cappelli’, che nella campagna 2018 ha quintuplicato le superfici coltivate, passando dai 1000 ettari del 2017 ai 5000 attuali, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità, grazie al lavoro di selezione e promozione svolto da SIS”,dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Nella sola provincia di Foggia la superficie coltivata a frumento duro è pari a 240.000 ettari e una produzione media di grano duro di 7.200.000 quintali. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%.

Aggiornare i parametri qualitativi per questa materia prima strategica e garantire il rispetto alla lettera dei contratti di filiera – aggiunge Coldiretti Puglia – non può che rendere il grano sempre più forte nelle fasi di contrattazione con gli industriali.

A sostenere le quotazioni è il boom delle paste 100% di grano italiano ma anche – sottolinea la Coldiretti – il crollo delle importazioni dal Canada per le preoccupazioni relative all’uso del glifosato in preraccolta secondo modalità vietate in Italia. Una tendenza che ha provocato il crollo delle semine di grano duro in Canada dove gli agricoltori hanno deciso di coltivare il 18,8% in meno di terreno a grano duro rispetto allo scorso anno, secondo l’Istituto di Statistica canadese che certifica comunque il primato produttivo planetario del Paese.

La Puglia che è il principale produttore italiano di grano duro, con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto ed era paradossalmente – denuncia Coldiretti Puglia – anche quello che ne importava di più, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione.

Il risultato è quest’anno – precisa la Coldiretti – mancheranno all’appello oltre un milione di tonnellate di frumento duro nel bilancio produttivo mondiale secondo le previsioni del ministero dell’Agricoltura canadese che si attende, per la campagna 2019/2020 un raccolto mondiale di 36,7 milioni di tonnellate, il 3,5% in meno rispetto al dato di produzione dell’ultima annata (38 milioni).

L’Italia – continua la Coldiretti – è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con un raccolto previsto di 4 milioni di tonnellate nel 2019 in calo rispetto all’anno scorso su una superficie coltivata – spiega Coldiretti su dati Crea – scesa a 1,2 milioni di ettari concentrati nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale. Intanto crescono del 5% la superfici a grano bio.

Il progetto – evidenzia Coldiretti – nasce sotto la spinta del crescente interesse per la pasta 100% di grano italiano grazie all’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta. Un elemento di trasparenza che ha portato – sottolinea la Coldiretti – ad un profondo cambiamento sullo scaffale dei supermercati dove si è assistito alla rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine italiana al 100% del grano impiegato. Da La Molisana ad Agnesi, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, dai prodotti certificati FdAI – Firmato dagli agricoltori italiani fino al gruppo Barilla con il marchio “Voiello” e la linea Integrale 100% italiano, sono sempre più numerosi i brand che garantiscono l’origine nazionale del grano. Gli italiani – conclude la Coldiretti – sono i maggiori consumatori mondiali di pasta con una media di 23 chili all’anno pro-capite ma l’Italia si conferma leader anche nella produzione industriale con 3,2 milioni di tonnellate, davanti a Usa, Turchia e Brasile.

 

VENETO/VERONA, SONO VENETE LE PRIME GIOVANI ASTROAZIENDE ITALIANE

Debutto “spaziale” per Alex Vantini, delegato provinciale di Giovani Impresa Coldiretti e neo vice delegato nazionale dei giovani eletto ieri dal Comitato riunitosi a Roma. In questo ruolo sarà affiancato dal collega umbro Francesco Panella, entrambi a sostegno della presidente di origini campane Veronica Barbati.  Alex Vantini, insieme alla delegazione di under 30 veneti, ha visitato la sede di Thales Alenia Space in Italia nello stabilimento che si trova proprio nella capitale, dove vengono progettati e realizzati i sistemi e le infrastrutture per lo spazio, tra cui alcuni dei satelliti che la Comunità Europea prevede di impiegare per gli utilizzi in agricoltura. Il gruppo di dirigenti di Coldiretti ha avuto modo di comprendere, in un confronto con gli ingegneri di Thales Alenia Space, sia la realtà della manifattura italiana che la valorizzazione delle tecnologie satellitari, oltre che la comprensione delle necessità del territorio che dovranno contraddistinguere – in un progetto win-win – parte dello sviluppo strategico dell’ecosistema agroalimentare nei prossimi anni.

“Coldiretti Veneto – spiega Alex Vantini alla guida provinciale e regionale degli imprenditori di nuova generazione –  punta alla costruzione di nuovi modelli di gestione, capaci di valorizzare nuovi principi di azione quali il perfezionamento costante dell’agricoltura di precisione e le certificazioni connesse allo sviluppo della blockchain in agricoltura. L’interesse manifestato – ha detto –  ha già attivato idee per modelli di sviluppo, che vedrà Giovani Impresa nel ruolo di coprotagonista delle scelte che si compiranno nei tempi prossimi riguardo le necessità di conoscenza di una sempre maggiore quantità di tecnologie e informazioni utili a meglio gestire i sistemi complessi nei quali sono posizionate le giovani imprese agricole”.

 

FIRENZE-PRATO, HA PRESO IL VIA GO CARD, VALORIZZA LE AREE MARGINALI TOSCANE

20 imprenditori agricoli a lezione di cardo in Sardegna (visita appena conclusa), a vedere come ricavare reddito dai semi e dal fusto ‘virtuoso ’ del cardo, pianta rustica che cresce anche nei terreni più marginali. Inizia così l’attività di innovazione agricola che intende trasferire anche in Toscana, a cominciare dal Mugello e dall’area geotermica tra Pisa e Grosseto, l’esperienza della Sardegna (che oggi si estende su 800 ettari di terreni ad alta marginalità economica). “Go Card, progetto del sistema Coldiretti, presentato alla ‘Settimana dell’innovazione nello sviluppo rurale di Regione Toscana’ –spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Firenze-Prato- mette in campo 363 mila euro di investimenti” (324 mila euro il contributo Ue e regionale). Coinvolte aziende agricole, università ed altri enti di ricerca che lavoreranno insieme nel Gruppo Operativo coordinato da Impresa Verde Toscana (società di servizi di Coldiretti).

“Il progetto valorizzerà il cardo, coltura a basso impatto ambientale a triplice attitudine: olio, biomassa e farina proteica – continua Ciampoli -. Go Card si muove nell’ottica della bioeconomia, con un approccio circolare e integrato al territorio, “per fornire risposte all’uso di terreni divenuti improduttivi anche a seguito dei danni da fauna selvatica”. Laddove le produzioni tradizionali non sono più redditizie, “questa coltivazione è in grado di ripristinare la qualificazione economico-ambientale del territorio, rispettando le vocazioni agricole locali ma con uno sguardo verso innovazione e sostenibilità”.

La visita appena conclusa in Sardegna ha permesso ad un nutrito gruppo di agricoltori toscani (20 le aziende presenti) di conoscere la filiera integrata tra industria e agricoltura già operante in Sardegna (coinvolte Coldiretti e Novamont), dove i vari prodotti e sottoprodotti di trasformazione del cardo sono stati valorizzati a beneficio dell’integrazione del reddito degli agricoltori e dell’ambiente.

“I prodotti ottenuti dalla coltura (semi e biomassa) possono essere valorizzati infatti –spiega Ciampoli- su diverse filiere”: i semi per l’estrazione di un olio dalle caratteristiche favorevoli per i processi industriali di bioraffinerie (per ottenimento di monomeri e biochemicals); il panello di estrazione per l’alimentazione zootecnica e le biomasse per usi energetici.

Il Gruppo Operativo Go Card coinvolge: Coldiretti-Impresa Verde Toscana, 5 aziende agricole e 1 azienda zootecnica, Novamont S.p.A Novara, Center for generative communication – Unifi, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, Consorzio Re-Cord di Scarperia e San Piero (Fi), Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ‘M. Aleandri’.

 

VICENZA, ASSEMBLEA TERRANOSTRA: CON GLI AGRITURISMI RIVIVE IL TERRITORIO

Cibo e territorio, connubio perfetto. E legame indissolubile, da preservare per tutelare il territorio e garantire l’economia locale. Questo, in estrema sintesi, il quadro emerso nel corso dell’assemblea provinciale di Terranostra Vicenza, svoltasi ieri sera nella sede dell’agriturismo Al Ciliegio a Vallonara di Marostica, alla presenza di Diego Scaramuzza, presidente nazionale Terranostra, Riccardo Lotto, presidente provinciale Terranostra e Martino Cerantola, presidente provinciale Coldiretti Vicenza.

I rappresentanti dell’Associazione hanno ascoltato i suggerimenti dei soci dei 130 agriturismi Terranostra della provincia di Vicenza, realtà che lavorano con amore per la tradizione e la ruralità, ma anche con un occhio di riguardo all’innovazione, reputando importante aggiornare sempre la proposta e la capacità di accogliere il consumatore e l’ospite.

Molto gradito l’intervento in assemblea del presidente nazionale Scaramuzza, che ha evidenziato ai presenti l’esigenza di dare valore all’agriturismo. “Dobbiamo far rivivere a chi si rivolge alle nostre strutture le emozioni che proviamo quando svolgiamo il nostro lavoro, che è anzitutto passione. Sia dal punto di vista dell’ospitalità che della ristorazione – commenta Sacaramuzza – è fondamentale riuscire a trasferire, infatti, i nostri sentimenti. Cibo, ruralità e territorio sono i nostri elementi ispiratori. Dobbiamo preservarli e trasmetterli alle generazioni. Per fare tutto ciò, evidentemente, è importante fare squadra, essere coesi e lavorando portando avanti anche importanti battaglie, come quella contro il cibo anonimo ed il falso made in Italy”.

Concetti cari e ribaditi anche da Lotto e Cerantola: “attraverso i nostri agriturismi vogliamo continuare a trasmettere messaggi forti di tutela del territorio e di salvaguardia delle produzioni. Gli agrituristi di Terranostra ed i produttori di Coldiretti sono convinti ed orientati in questa direzione, ritenendo fondamentale offrire ai consumatori prodotti e cibi del territorio e la cui origine sia certa. Con i fatti contribuiamo a contrastare il falso made in Italy”. Al termine dell’assemblea è stata condivisa una cena realizzata dall’agrichef Roberto De Marchi dell’agriturismo Gruuntaal e Loris Bisatta dell’agriturismo Al Ciliegio.

 

PUGLIA, XYLELLA: VIA LIBERA DL EMERGENZE AL SENATO, ORA BASTA RITARDI REGIONALI

“Con il via libera al Senato, si chiude l’iter di approvazione del Decreto Emergenze, profondamente modificato rispetto all’impostazione iniziale. Serve ora un deciso cambio di passo per sostenere gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, a pochi minuti dall’approvazione in Senato del Decreto Emergenze.

“Non esiste cura per la Xylella, così come affermato dai due pareri dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Si può solo intervenire per fermare il dilagare della malattia e nelle aree infette trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti. E’ mancato finora un piano straordinario d’intervento per fermare il contagio che è avanzato inesorabilmente verso nord della Puglia ad una velocità di più 2 chilometri al mese che ha già provocato con 21 milioni di piante infette”, continua Muraglia. L’Efsa chiarisce che non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale Xylella fastidiosa che minaccia non solo i Paesi mediterranei ma la maggior parte del territorio Ue. Si deve quindi intervenire – sostiene la Coldiretti – per fermare il dilagare della malattia mentre nelle aree infettate occorre trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti. La strage di ulivi lascia un panorama spettrale mentre si continua a perder tempo con annunci, promesse ed inutili rimpalli di responsabilità della politica regionale.

“Quanto sta avvenendo circa l’ulivo di Monopoli, prima risultato infetto, con tutto quello che ha comportato, e nelle ultime ore dichiarato negativo ai test da Xylella – insiste il presidente Muraglia – fa emergere in maniera prepotente per l’ennesima volta la necessità che sia convocato immediatamente e a ritmo costante il tavolo istituzionale istituito dopo la nostra manifestazione del 9 marzo a Lecce che prevede la partecipazione degli enti di ricerca, per affrontare in maniera compatta tutte le problematiche che oggi ricadono esclusivamente sulla pelle delle imprese delle aree infette, contenimento e cuscinetto. L’assessorato regionale all’Agricoltura non può fare finta di nulla”.

Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – sottolinea Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione. Il conto dei danni sul patrimonio olivetato causati dalla Xylella in Puglia è salito secondo la Coldiretti a 1,2 miliardi di euro, per colpa di errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio mentre si assiste a giorni alterni a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori, con complotti utili a bloccare le attività di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate da parte di personaggi in continua ricerca di autore che vivono di bugie e falsità.

“Su Xylella la macchina burocratica dell’Assessorato regionale all’Agricoltura è in narcosi. E’ fermo da 1 anno il pagamento degli indennizzi per gli espianti obbligatori già effettuati per ordinanza, sono al palo i bandi del PSR Puglia. E’ un disastro su tutta la linea – conclude il presidente Muraglia – e anche i tanto attesi provvedimenti contenuti nel Decreto Emergenze e nel Piano Centinaio con questa gestione regionale pachidermica ed esitante, se non si provvede ad un radicale cambio di passo, correranno il rischio di rimanere lettera morta e restare inapplicati”.

 

MOLISE, CINGHIALI: AGRICOLTORI ESASPERATI, “PIANO DI GESTIONE” STRAORDINARIO

“I danni alle colture provocati dai cinghiali sono considerevolmente aumentati nell’ultimo decennio e, senza misure straordinarie, questi ungulati sono destinati a crescere ulteriormente, a maggior danno degli agricoltori”. Ad affermarlo è Giuseppe Spinelli, delegato confederale di Coldiretti Molise che sottolinea anche come “la presenza abnorme di questa specie causa danni anche alla stessa biodiversità, venendo oramai considerata una propria e vera emergenza ambientale”. Nella Regione Molise i cinghiali producono danni al patrimonio agricolo e zootecnico per un ammontare stimato nell’ordine di 500 mila euro l’anno, per un totale, a partire dal 2013 di oltre 3 milioni di (in gran parte ancora da liquidare), con oltre 200 sinistri stradali.

“Purtroppo – gli fa eco il direttore regionale di Coldiretti, Aniello Ascolese –  si deve prendere atto del fatto che la normativa nazionale che disciplina il settore e, in particolare, le previsioni contenute nella legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, che avrebbero dovuto contenere il fenomeno, non risultano efficaci, né sul piano della prevenzione, né sotto il profilo del controllo numerico degli animali o del risarcimento dei danni”.

In proposito Coldiretti è da tempo impegnata a livello parlamentare per giungere ad una modifica della normativa in questione, al fine di renderla più attuale alle mutate situazioni territoriali ed ambientali che hanno profondamente condizionato la crescita incontrollata della fauna selvatica nel nostro Paese.

Coldiretti Molise – sottolinea ancora Giuseppe Spinelli –  da parte sua, ha provveduto fin dallo scorso anno, in concomitanza con il rinnovo degli organi regionali a proporre delle misure straordinarie in merito alla gestione faunistico-venatoria, con particolare riferimento alla specie cinghiale (Sus scrofa), al fine di assicurare che la densità della specie sia proporzionata alle caratteristiche del territorio, al fine di salvaguardare le colture agricole e la biodiversità.

Trattasi di uno specifico Piano di Gestione e Controllo del cinghiale che prevede interventi molto più incisivi di quelli fin qui adottati.

“E’ necessario, quindi – conclude il delegato confederale –  che la Regione rompa gli indugi e realizzi uno strumento normativo funzionale all’avvio della soluzione della problematica su tutto il territorio, per dare una risposta concreta e non aleatoria agli imprenditori agricoli il cui grado di esasperazione è giunto oramai ai massimi livelli”. Coldiretti ribadisce, inoltre, la richiesta che gli agricoltori, muniti di licenza di caccia, debbono essere legittimati a difendersi personalmente ed immediatamente dall’attacco degli ungulati nel momento in cui le proprie produzioni sono messe a rischio.

 

PESARO-URBINO, FACCIA A FACCIA COI CANDIDATI SINDACO: LE IDEE DEGLI AGRICOLTORI

Aziende agricole e amministrazioni comunali possono collaborare insieme per una migliore gestione del territorio e per erogare servizi sempre migliori ai cittadini? La risposta è affermativa secondo Coldiretti Pesaro Urbino che, in vista delle prossime elezioni amministrative, ha redatto la sua Agenda Programmatica 2019 con proposte concrete da rivolgere alla politica locale. È stata organizzata una fitta rete di incontri sul territorio per chiedere direttamente un parere ai candidati sindaci su questi temi che Coldiretti ritiene fondamentali sia per le aziende agricole ma, più in generale, per le comunità. Dai servizi pubblici come la gestione del verde o lo spazzamento delle strade dalla neve, dalle forniture per mense centralizzate di scuole e strutture sanitarie ai servizi dedicati ai bambini, agli anziani o ai diversamente abili, l’azienda agricola può interpretare una parte importante nel settore dei servizi alla collettività.

Si vota in 40 Comuni su 53 compresi i maggiori come popolazione: Pesaro, Fano e Urbino. “Uno specifico approfondimento – spiegano il presidente di Coldiretti Pesaro Urbino, Tommaso Di Sante, e il direttore Paolo De Cesare – lo stiamo riservando al Regolamento di Polizia Rurale, in particolare alle recenti modifiche riguardanti l’utilizzo di prodotti fitosanitari che, senza ottenere alcun beneficio ambientale, introduce oneri burocratici a carico delle imprese”.

 

PIACENZA, CLAUDIO BRESSANUTTI NUOVO DIRETTORE DELLA COLDIRETTI PROVINCIALE 

Claudio Bressanutti sarà il nuovo direttore di Coldiretti Piacenza. Subentrerà, dal primo di giugno, a Giovanni Luigi Cremonesi, chiamato a dirigere le Federazioni provinciali lombarde di Como, Lecco e Varese. A formalizzare all’unanimità la nomina ieri, martedì 14 maggio, è stato il Consiglio direttivo della Federazione provinciale, riunitosi alla presenza del dott. Antonio Biso dell’area organizzazione e servizi della Federazione Nazionale Coldiretti, del direttore della Federazione regionale Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri e del presidente provinciale Marco Crotti. Claudio Bressanutti, friulano di 49 anni, laureato in Scienze Agrarie e sposato con due figli, dal 2015 ad oggi ha guidato la Federazione provinciale di Ferrara. Prima aveva diretto la Federazione di Pordenone. “Un nuovo incarico in un territorio importante – ha affermato Bressanutti – ricco di aziende straordinarie e di eccellenze, che mi riprometto di visitare prima possibile”.

Il passaggio del testimone ha rappresentato anche un momento di bilancio per il direttore Cremonesi: “Sono stati anni intensi, pieni di esperienze, lotta sindacale e novità professionali. Sotto quest’ultimo aspetto la partita più importante è stata indubbiamente quella delle fatturazioni elettroniche, affrontata con un approccio che ha dato risultati molto positivi. Ringrazio tutti i consiglieri, preziose sentinelle del territorio e tutti i collaboratori della struttura che ogni giorno svolgono con dedizione e professionalità il loro lavoro al servizio dei nostri associati”.

 

SICILIA, GRANO, DA CALO IMPORT DA CANADA AD ACCORDI DI FILIERA POLITICHE VINCENTI

Negli ultimi 5 anni in Sicilia la superficie seminata a grano duro è rimasta costante a differenza del quinquennio precedente in cui si assisteva ad un crollo continuo. Il terreno seminato si attesta infatti su circa 285 mila ettari, ma nel 2018 si è registrata la perdita di oltre 12 mila ettari probabilmente a causa del maltempo. Stabile, tranne che per il 2018, anche la produzione raccolta, circa 8 milioni di quintali.

Lo rileva Coldiretti Sicilia su dati Istat che mostrano come il quadro di questa situazione sia frutto delle politiche Coldiretti che vanno dagli accordi di filiera attivati e che garantiscono un prezzo congruo, al calo delle importazioni del Canada per le preoccupazioni legate al glifosate, alla consapevolezza spinta anche dal potenziamento della vendita diretta nei mercati Campagna amica, della qualità del grano siciliano.

Farina, biscotti, pane spiccano tra le preferenze dei consumatori che nella vendita diretta ottengono quel valore aggiunto indispensabile. Negli ultimi anni – rileva ancora Coldiretti Sicilia – sono più che triplicati i produttori che trasformano il grano vendendo direttamente in un paniere di offerta sempre più ampio.

 

PIEMONTE, GUERRA COMMERCIALE USA-CINA FAVORISCE EXPORT MADE IN PIEMONTE

Il vino Made in Piemonte, ma anche altri prodotti come la carne, le marmellate e le pesche potrebbero avvantaggiarsi della guerra commerciale tra Usa e Cina.  E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo mese dell’anno, divulgata in occasione dell’annuncio dei superdazi cinesi nei confronti di beni importati dagli Stati Uniti. Una risposta alla “mossa protezionistica” decisa dal presidente Usa Donald Trump su merci cinesi per 200 milioni di dollari.

“La vendetta della Cina contro i dazi di Trump sta certamente provocando lo sconvolgimento dei mercati mondiali – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – con il rischio di innescare una guerra planetaria che va attentamente monitorata dall’Unione Europea. Dall’Oriente abbiamo già avuto dei segnali positivi riguardo al Made in Piemonte: dalla frutta, i kiwi in particolare, al vino, fino al latte in polvere. Questo perché il mercato cinese fa molta attenzione alla qualità e, per quanto riguarda il vino, si è registrata una forte crescita che si attesta sul 75% in Cina e sul 15% in Giappone.  Auspichiamo che l’accordo sulla Via della Seta possa rafforzare, quindi, l’export dei prodotti piemontesi ed essere strategico per aprire ulteriori canali a nuovi prodotti e a dare stimoli al tessuto imprenditoriale del nostro territorio”.

 

VARESE, I BIMBI CREANO UN ORTO IN CITTÀ CON LA VERDURA DI STAGIONE

La valorizzazione di uno spazio verde della città di Varese con un “orto urbano” gestito dai giovani allievi di una scuola primaria con il supporto di Coldiretti: un’idea innovativa che si è concretizzata ieri, con i bambini che hanno piantumato in campo i vari ortaggi di stagione. L’orto (un appezzamento di pertinenza comunale affidato alla scuola IV Novembre di San Fermo come “patto di orto urbano”) verrà curato da loro stessi e sarà perpetuo: anche in estate, infatti, il lavoro di coltivazione e cura proseguirà grazie all’impegno dei bimbi e dei loro genitori.

I giovanissimi allievi si sono dimostrati provetti agricoltori… in erba, seguendo scrupolosamente le indicazioni di Luca Ricci, imprenditore agricolo, e delle componenti di Coldiretti Donne Impresa che hanno preso parte alla giornata.

“L’iniziativa si affianca ad un progetto di ampio respiro, che porta l’agricoltura a contatto con gli istituti scolastici e le giovani generazioni” dice Luana Tosarello, responsabile di Coldiretti Donne Impresa Varese. “L’entusiasmo dei nostri giovani interlocutori ci dimostra continuamente che siamo sulla strada giusta e che il ruolo della didattica agricola ha un ruolo molto importante nella loro formazione. Negli ultimi anni, inoltre, è cresciuto il numero delle fattorie didattiche nella provincia prealpina: si tratta di strutture che “aprono le porte” ai bimbi, alle scolaresche e alle loro famiglie con l’obiettivo di promuovere la conoscenza diretta della realtà agricola territoriale”.

“Per noi è molto importante dialogare con la società civile, e di essa fanno parte anche le giovani generazioni” commenta il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori. “Fornire ai giovani allievi gli strumenti per conoscere e divenire i consumatori consapevoli di domani è per noi un impegno. Ed è importante farlo con la giusta modalità, attraverso un linguaggio e un approccio comprensibile e formativo: ciò comporta impegno e dedizione, e questo evidenzia ancor più il buon lavoro delle nostre imprenditrici agricole, che a questa iniziativa donano tempo ed energie”.

 

CALABRIA, PER LA DOMANDA UNICA 2019 MISSIONE COMPIUTA: RISPETTATI I TEMPI

E’ arrivata con Decreto Ministeriale la proroga al 15 giugno prossimo per la presentazione della Domanda Unica 2019 per gli agricoltori ma il CAA (Centro Assistenza Agricola) Coldiretti ha fatto fino in fondo il proprio dovere: ha rispettato, anche in considerazione del grande numero di domande, i tempi di elaborazione e presentazione della domanda al 15 maggio offendo agli agricoltori un servizio puntuale ed impeccabile sia sotto il profilo tecnico/amministrativo che organizzativo. Insomma missione compiuta! “Un risultato, afferma con orgoglio Giovanni Cipolla, responsabile regionale del CAA, che è coerente con lo stile di Coldiretti, con la cultura del fare bene, con la volontà di riuscirci con un gioco di squadra che ha visto impegnati tutti i colleghi funzionari degli uffici territoriali di Coldiretti che con dedizione e passione hanno lavorato sin dai primi di gennaio, a pieno ritmo, con costanza e senza sosta, per assicurare il rispetto della scadenza, consolidando cosi, con un anticipo di due giorni, tutte le domande ammissibili anche quelle di conferma del PSR e questo nonostante i bandi siano  stati  emanati  lo scorso 19 aprile. 

L’attività dei servizi della Coldiretti – aggiunge –  è ambiziosa e impegnativa ma il nostro filo conduttore che ci appassiona è quello di eliminare tempi morti e attese per gli agricoltori e dare testimonianza di una Calabria normale che rispetta tempi e realizzazioni.” Il Presidente regionale Franco Aceto ha espresso soddisfazione per questo significativo risultato che si è realizzato anche grazie ad una forte sinergia con la struttura nazionale. Ciò dimostra – ha concluso – che la sussidiarietà fa bene e vi è la consapevolezza del ruolo cruciale di strumenti e professionalità di qualità che sempre di più vogliamo assicurare agli agricoltori”.

 

CUNEO, REGIONALI: SOTTOSCRITTO DECALOGO PER AGROALIMENTARE PIEMONTESE

Ci vuole coraggio. Coraggio per semplificare e sburocratizzare, coraggio per programmare un nuovo, innovativo PSR, vicino alle concrete esigenze delle nostre aziende. Coraggio per costruire legalità, per promuovere filiere virtuose, difendere con lungimiranza suolo e paesaggio, per sostenere le nuove frontiere della nostra agricoltura, comparto strategico per l’intera economia piemontese.

È quanto emerso ieri al Teatro Regio di Torino all’evento “Dalla nostra terra, l’economia del futuro” che Coldiretti Piemonte ha organizzato per incontrare i candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, Giorgio Bertola, Valter Boero e Alberto Cirio.

Oltre 600 gli imprenditori agricoli che hanno preso parte all’incontro, molti dei quali cuneesi, guidati dal Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo e dal Direttore Tino Arosio.

“Dieci le priorità che abbiamo esposto ai candidati – spiega Roberto Moncalvo -. Dall’Assessorato al cibo alla gestione del territorio, dalla semplificazione burocratica al Programma di Sviluppo Rurale, dalle filiere all’educazione alimentare fino alle politiche a favore dell’imprenditoria giovanile, sono diverse le questioni su cui, fin da subito, sarà opportuno lavorare”.

 “Tutti i candidati – aggiunge Moncalvo – hanno voluto sottoscrivere il nostro decalogo, prendendosi così un impegno a supporto dell’agricoltura piemontese e firmando la petizione Eat Original, anche a favore dell’etichettatura obbligatoria di tutti gli alimenti. L’agricoltura e l’agroalimentare in Piemonte, il cui export vale oltre 3 miliardi di con una crescita superiore all’8% nel 2018, in questi ultimi dieci anni, grazie alla progettualità della nostra Organizzazione, hanno svolto una cruciale funzione anticiclica”.

“Auspichiamo – conclude Tino Arosio – che chi governerà la nostra Regione non inverta questa tendenza bensì attivi politiche per aumentare il trend positivo che ha intrapreso questo settore, continuando ad incentivare anche l’imprenditoria giovanile. Abbiamo creato le condizioni per monitorare, dal 27 maggio, il lavoro sia della maggioranza sia della minoranza nei prossimi 5 anni”.

A trionfare ieri a Torino è stato il Made in Piemonte: esposte, tra prodotti Sigillo di Campagna Amica, le produzioni provenienti da progetti di filiera attivati negli anni e da esperienze di agricoltura sociale, presentate nei gustosi piatti preparati dalla squadra di agrichef capitanata dalla Presidente regionale degli agriturismi di Campagna Amica Stefania Grandinetti.

 

AREZZO, LUPO NEL CORTONESE: UNA STRAGE SENZA SOSTA, IMPRESE IN GINOCCHIO

Il lupo torna ad aggredire nel cortonese, non è una visita di cortesia ma l’ennesimo attacco ad una delle tante aziende agricole che quotidianamente sono costrette a fare i conti con quello che è diventato un problema reale dell’agricoltura di oggi.

“Sono anni che il lupo ci tormenta, tre per l’esattezza, qualche giorno fa, l’ultimo drammatico episodio che ha sconvolto il nostro gregge di pecore – a parlare è Lorella Casucci dell’omonima Società agricola con sede nelle colline sopra il comune di Cortona dove alleva agnelli, suini, polli, conigli e faraone e dove si occupa dell’agriturismo – “Ero stata fino a qualche minuto prima con il gregge, a poche centinaia di metri di distanza dalla nostra abitazione, è da lì nel cuore del pomeriggio, dalle finestre di casa che mi sono accorta che stava accadendo qualcosa di anomalo. Le pecore erano letteralmente impazzite e stavano correndo da una parte all’altra, inseguite da due lupi.

Ho chiamato mio figlio che si è potuto precipitare nel posto, nonostante i nostri rumori i due lupi non desistevano e nel giro di pochi minuti avevano già sbranato per metà una pecora, la nostra presenza alla fine li ha allontanati e siamo riusciti in questo modo a scongiurare il peggio per il gregge anche se un agnello non lo abbiamo più ritrovato”.

Lorella che dal 2009 fa i mercati di Campagna Amica proponendo al consumatore un prodotto di grande eccellenza è veramente disperata “La forza delle nostri carni risiede proprio nel nostro allevamento che viene fatto all’aria aperta, in un ambiente bellissimo ed incontaminato, io devo provare a salvaguardare con tutte le mie forze questa peculiarità, ma anche oggi che siamo tutti impegnati fuori azienda, ho dovuto lasciare una persona a sorvegliare il gregge, e questo per noi è un costo in più, per non parlare poi degli animali che dopo l’attacco subito sono sotto shock, e di come questo influenzerà anche la produzione. Non solo – si avvia a concludere l’imprenditrice – pensate a come devo sentirmi quando accolgo gli ospiti dell’agriturismo, spiego subito loro di non avventurarsi troppo in passeggiate lungo il bosco, avevo definito un percorso di escursione che ho dovuto cancellare dalle attività della nostra struttura agrituristica. Voglio che i turisti che fanno visita al nostro territorio siano sicuri, non solo loro anche le persone che lavorano in azienda, a cominciare da quelle della mia famiglia”.

Nelle campagne assistiamo quotidianamente a episodi di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate con stragi negli allevamenti che si sono moltiplicate negli ultimi anni, come dimostrano le richieste per i risarcimenti che nel 2017 hanno raggiunto in Toscana, la soglia di 457mila euro per le domande di indennizzo presentate relative a 590 attacchi denunciati nell’anno.

“Occorre superare la politica degli indennizzi che non rappresentano la soluzione del problema ma un semplice e parziale palliativo per danni spesso permanenti – spiega il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi – vogliamo che le nostre aziende siano tutelate, per questo continuiamo a batterci affinché le attività imprenditoriali degli allevatori possano svolgersi senza l’incubo delle predazioni. Tuttavia quando i danni ci sono, sia riferiti ai capi predati che alla diminuzione di natalità e produzione di latte, è necessario che siano disponibili risorse per risarcirli in modo totale. Questo problema riguarda ogni angolo della nostra provincia con situazioni particolarmente gravi in alcune aree a causa della proliferazione dei predatori, con un crescendo di attacchi che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di molte imprese zootecniche, con danni irreversibili all’economia, all’ambiente ed alla tenuta idrogeologica dei territori”.

 

LIGURIA, EXPORT: CON LA VIA DELLA SETA NUOVE OPPORTUNITA’ PER IL MADE IN LIGURIA

Vino, olio e molti altri prodotti Made in Liguria trovano terreno fertile nel commercio con il Gigante Asiatico, dove il valore dell’export ha toccato i 17milioni di euro nel IV semestre 2018, +30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: la parabola crescente ha la possibilità di continuare a crescere avvantaggiata anche della guerra commerciale tra Usa o Cina, ma bisogna porre attenzione ai possibili sconvolgimenti dei mercati mondiali che da essa può derivare.

Lo rende noto Coldiretti Liguria, su dati Istat, in occasione dell’annuncio dei superdazi cinesi nei confronti di beni importati dagli Stati Uniti per un totale di 60 miliardi di dollari, tra i quali una lunga lista di alimentari e bevande compreso il vino. È un piano strategico avanzato dal colosso asiatico in risposta alla “mossa protezionistica” decisa dal presidente Usa Donald Trump su merci cinesi per 200 milioni di dollari. E mentre va avanti la lotta tra le due potenze, l’Italia continua ad importare l’agroalimentare di qualità in Cina, dove, ad esempio, per il vino si conta nel 2018 un commercio per 127 milioni di euro, valore che le ha permesso di collocandosi al quarto posto tra i principali fornitori dopo Francia, Australia e Cile che godono di intese commerciali a dazi zero.

“Quello cinese è un mercato molto attento alla qualità dell’agroalimentare italiano – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – e nel quale anche le nostre produzioni locali, in special modo l’olio extra vergine d’oliva e il vino, hanno la possibilità di farsi largo, in un commercio strategico, che può essere rafforzato grazie all’accordo sulla Via della Seta. Tuttavia è importante che dell’Unione Europea monitori lo scontro tra Cina e USA che rischia di provocare lo sconvolgimento dei mercati mondiali anche delle materie prime agricole e verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie anche a livello comunitario per favorire i nostri imprenditori e in generale l’agroalimentare italiano”.

 

VENEZIA, I CANDIDATI VENEZIANI ALLE EUROPEE CONDIVIDONO DOCUMENTO COLDIRETTI

Si è riunita ieri sera l’assemblea di Coldiretti Venezia presso la sede dell’associazione a Mestre in Via Torino 180/a, ospiti d’eccezione i candidati veneziani alle elezioni europee ormai alle porte.  E’ stato Andrea Colla, presidente di Coldiretti Venezia  ad introdurre la serata illustrando ai candidati Rosanna Conte, Antonio Candiello detto “Anthony” e Valerio Zoggia i cinque punti cardine del documento che contiene la visione europea per il sistema agricolo e agroalimentare predisposto da Coldiretti “Difesa delle risorse per l’agricoltura, a partire dalla Pac; obbligo dell’origine in etichetta; eliminazione del codice doganale per identificare il made in Italy; revisione degli accordi di libero scambio; standard produttivi uguali per tutti.

“L’Europa è sempre più importante per noi agricoltori – sottolinea Colla – La madre di tutte le battaglie – è l’etichettatura d’origine. Abbiamo infatti promosso la raccolta firme “Stop al cibo anonimo” per arrivare entro il 2020 all’effettivo obbligo per tutti gli stati europei di indicare l’origine in etichetta. Gli europarlamentari, a prescindere dal colore politico, quando arrivano in Europa devono fare squadra e tutelare l’Italia. Sulla Pac riteniamo debba esserci una forte attenzione per valorizzare le nostre produzioni, la cui qualità è indubbia. È indispensabile eliminare il codice doganale. L’ultima trasformazione del prodotto continua ad essere quella che ne definisce la provenienza, ma ciò è inconcepibile. Sugli accordi bilaterali, poi, vogliamo chiarezza e trasparenza, consapevoli che saranno il futuro. Al contempo, però, servono standard uniformi di produzione. E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”.

La sala era gremita dei dirigenti Coldiretti interessati a capire il punto di vista dei candidati intervenuti che hanno puntualmente esposto il loro pensiero sposando in pieno il documento di Coldiretti. In particolare i Cinquestelle sono vicini alle realtà di piccola dimensione, appoggiando l’agricoltura a km zero e rivolgendo molta attenzione ai giovani. “E’ indispensabile – spiega il candidato Antonio Candiello –  introdurre la loro abilità e innovazione consentendo al nostro Paese di distinguersi ed evolversi”. Il candidato per forma mentis dettata dalla sua professione di fisico e consulente sottolinea un punto su cui concentrare l’attenzione in Europa. “E’ necessario premiare chi fa qualità: le nostre imprese sono tra le più qualificate riguardo le competenze di processo con un rispetto attento delle norme, meccanismo il più delle volte non preso in considerazione, anzi vediamo entrare e premiamo concorrenti sleali. Questo non deve più accadere”.

Propenso alla sburocratizzazione con regole uniformate per tutti, il candidato di Forza Italia Valerio Zoggia commercialista con una sensibilità agricola dettata dalle sue origini. L’attenzione della candidata leghista Rosanna Conte, avvocato di Caorle con un’esperienza famigliare alle spalle molto vicina al turismo, è orientata alla salvaguardia del territorio attraverso la valorizzazione del nostro patrimonio che non deve essere affossato da normative troppo stringenti. Appoggia in pieno la battaglia contro l’anonimato “conosciamo la marca delle scarpe che portiamo ai piedi ma non conosciamo la provenienza dei prodotti che ci vengono serviti in piatto” afferma la Conte.

Tra le voci della sala emerge quella dell’agricoltore nonché consigliere regionale Fabiano Barbisan che esorta i candidati ad essere determinati a valorizzare le ricche peculiarità di cui gode il nostro Paese in particolare riferimento al patrimonio agroalimentare.

Tra gli interventi del pubblico molto incisivo quello di Giorgio Piazza presidente del Consorzio di Bonifica del Veneto Orientale che fa riflettere sull’importanza dell’acqua nel nostro Paese. “L’Europa può rappresentare un buon viatico anche di risorse inserite con un concetto diverso da quello attuale ovvero per aree più vaste: per migliorare il nostro territorio dal punto di vista irriguo si deve mirare a progetti ambiziosi di riqualificazione con risorse adeguate con destinate cifre ad 8 zeri. Altro tema caro agli agricoltori che impatta anche con l’utilizzo dell’acqua è la fertilità dei suoli- “dobbiamo mirare ad un terreno con una buona dotazione organica almeno del 5% mentre guardando i dati dell’Arpav scopriamo un Veneto in cui la sostanza organica è stata utilizzata e depauperata”.

Si richiede ai candidati grande attenzione alla futura politica comunitaria premiando gli agricoltori che decideranno di investire riportando sostanza organica al suolo con diverse tecniche agronomiche, dal sovescio che prevede di seminare le leguminose e poi interrarle migliorando la fertilità del terreno, a chi invece pratica la raccolta differenziata con l’utilizzo dell’umido. La sostanza organica ha la caratteristica di gonfiarsi trattenendo l’acqua, migliorando il suolo dove crescono le nostre produzioni consentendo di far fronte anche a periodi di siccità. La sostenibilità – conclude Piazza – è un concetto veramente caro agli agricoltori veneti e italiani che possono vantarsi del valore aggiunto per ettaro più alto al mondo: da un ettaro portiamo fino a quattro volte il valore aggiunto, aspetto che ancora una volta deve essere considerato e che sarà determinante per le sorti dell’agricoltura italiana”.

A conclusione dell’incontro i candidati intervenuti compreso il Popolo della Famiglia che ha fatto pervenire la firma di condivisione nell’impossibilità di partecipare all’assemblea, hanno sottoscritto il documento proposto da Coldiretti, ad eccezione di Antonio Candiello che pur condividendolo, in conformità con le usanze del Movimento 5 stelle, non aveva facoltà di firma.

 

FRIULI-V.G., DA ASSESSORE ZANNIER DISPONIBILITÀ A RISOLVERE QUESTIONE CINGHIALI

“Abbiamo riscontrato una apprezzabile disponibilità dell’assessore Stefano Zannier. Ora sappiamo che la Regione ha ben chiara la gravità del problema e si impegnerà a risolverlo”. Michele Pavan, presidente regionale della Coldiretti Fvg, commenta con soddisfazione le tre ore di visita ad alcune aziende delle province di Gorizia e Udine colpite dai danni da fauna selvatica, in primis dai cinghiali. Con accanto presidenti e direttori delle Federazioni provinciali, Pavan ha illustrato all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari una criticità che dura ormai da anni, più volte denunciata dalle aziende agricole.

La visita è partita dalla Murgut Fabiano di Medea. A seguire la tappa alla Bais Orietta di Chiopris e infine alla Gregorat di Campolongo Tapogliano, dove erano presenti oltre 200 agricoltori a testimoniare un quadro preoccupante, in cui titolari e lavoratori delle imprese non possono seminare causa devastazione, passano le notti in bianco, temono addirittura di dover chiudere l’azienda. “L’assessore Zannier – spiega Pavan – ha mostrato attenzione alla questione e conseguente volontà di intervenire, per prevenire anche risvolti sanitari, come la peste suina, e di sicurezza, visto che i cinghiali mettono a rischio automobilisti, ciclisti e pedoni”. Il nodo, prosegue Pavan, “sono normative superate che impediscono di ridurre la popolazione dei cinghiali, e dunque ben comprendiamo che si tratta di agire a monte. Come da impegno sottoscritto in campagna elettorale al punto del nostro documento in cui si segnalava il caso dei danni da fauna selvatica, ci attendiamo ora che la Regione dia concrete risposte a coltivatori che hanno le necessità di lavorare in tranquillità sui propri terreni”.

Al capitolo “Prevenzione selvaggina” del documento pre-elettorale di Coldiretti, ricorda Pavan, si legge: “La presenza incontrollata di cinghiali, ungulati, corvidi, colombi e altro è ormai diventata insopportabile. E non possiamo permetterci di aspettare che ci scappi il morto, come è successo in altre parti della nostra penisola, per poi intervenire. Non è più il caso di vedersi riconosciuti i danni, ormai le imprese agricole neanche li chiedono più. Ma non è neanche più possibile, ad esempio, seminare, vedersi invasi dai cinghiali e dover riseminare un’altra volta. Vanno trovati strumenti nuovi ponendosi l’obiettivo dell’eradicazione totale di alcune specie anche, se del caso, modificando la legge regionale sulla caccia, non avendo paura degli animalisti e di quanti, per partito preso, mettono sullo stesso piano persone ed animali”.

 

MACERATA, VOLLEY: COLDIRETTI AL FIANCO DELLE LICEALI AI CAMPIONATI STUDENTESCHI

La schiacciata sotto rete e la sfogliata nel piatto. Parte oggi la fase nazionale dei Campionati sportivi studenteschi e la squadra di volley femminile del liceo Da Vinci di Civitanova è già a Bari, sede della manifestazione, pronta a rappresentare le Marche. Esordio contro la Sicilia nel gruppo che vede contrapposte anche Veneto e Molise. Ma oltre la parte prettamente sportiva l’agonismo si trasferirà anche a tavola. Già perché l’evento prevede anche un momento conviviale dove ogni regione porterà a conoscenza delle altre i propri prodotti dell’enogastronomia locale.

E i civitanovesi non si sono fatti scappare l’occasione di incontrare i vertici di Coldiretti Macerata alla recente Raci. I prof Stefano Pavoni e Fabia Mariani, che accompagnano le ragazze – tutte atlete tra i 15 e i 17 anni – hanno incontrato domenica scorsa Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata, e il direttore Giordano Nasini che hanno “pescato” nel paniere di Campagna Amica ciauscolo, vino cotto, vino di visciole, crescia e altri prodotti che riempiranno lo stand delle Marche alla manifestazione nazionale.

 

Appuntamenti

 

ALESSANDRIA: IL NOCCIOLO, L’UOMO E LA SOSTENIBILITÀ DELL’ECOSISTEMA

Sabato 18 maggio 

Il valore attuale della nocciola si aggira fra i 300 e i 400 euro al quintale per una quantità in provincia di Alessandria di circa 5.000 quintali, un dato destinato a crescere, valutando la fioritura spettacolare e i presupposti di un ottimo raccolto per il 2019, anche se gli sbalzi termici delle ultime settimane stanno creando qualche preoccupazione.

Grazie all’accordo rinnovato sino al 2023 con l’industria dolciaria Novi-Elah-Dufour che ritira direttamente e valorizza economicamente, nell’ambito di un accordo di filiera agro-industriale con Coldiretti, partite di nocciole di qualità provenienti esclusivamente dalle aree produttive piemontesi, non ci sono dubbi: la nocciola è ormai una protagonista importante dell’economia agricola del territorio alessandrino, con ottime prospettive di sviluppo.

Territorialità, qualità e rintracciabilità delle produzioni rigorosamente a km.0 identità di una terra, quella monferrina, ricca di iniziativa che vede premiato questo suo coraggio imprenditoriale grazie ad un continuo aumento delle superfici interessate alla corilicoltura.

Saranno queste le tematiche protagoniste della dodicesima “Sagra della Nocciola” in programma nella Sala Cinematografo a Lu Monferrato sabato prossimo, 18 maggio, nella quale è inserito il convegno dal titolo “Il nocciolo, l’uomo e la sostenibilità dell’ecosistema. Coltivare oggi per continuare a produrre domani” al quale prenderanno parte il presidente provinciale Coldiretti Mauro Bianco e il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.

Apertura lavori, alle 10, affidata al Commissario del Comune di Lu e Cuccaro Paolo Ponta. Seguiranno gli approfondimenti tecnici di Alberto Pansecchi, agronomo Coldiretti e responsabile del settore corilicolo, di Giuseppe Concaro di Sata Srl e Ferdinando Trisoglio della Cooperativa Corilu. 

“Accanto alla parte tecnica verrà illustrato lo stato dell’arte dell’accordo con la Novi non limitandoci a pronunciare numeri ma con riconoscimenti agli imprenditori che si sono contraddistinti nella scorsa campagna corilicola grazie alla consegna Premio Qualità Novi” – ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco. 

Un territorio che manda segnali di estrema vitalità, di voglia di crescere, di saper guardare al futuro con fiducia e con la convinzione di riuscire a realizzare sempre nuovi progetti.

“La qualità della Tonda Gentile è assoluta, le sue caratteristiche ne fanno un prodotto di pregio apprezzato e ricercato, il nostro impegno deve essere quello di offrire l’eccellenza. – ha aggiunto il direttore provinciale Roberto Rampazzo – Coldiretti sa quanto possano essere importanti per il futuro gli accordi di filiera, per l’economia agricola e per l’ambiente, ecco perchè ha scelto di tutelare e “combattere” la concorrenza, in questo caso corilicola, non firmata Made in Italy”,

A questo proposito sarà possibile sostenere l’iniziativa europea dei Cittadini EatORIGINal – #stopciboanonimo proprio per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti: una battaglia a favore della trasparenza in tutta la catena alimentare.  E in piazza Gherzi mostra della meccanizzazione con le ultime novità per il settore corilicolo.

 

LOMBARDIA: L’AGRICOLTURA È DONNA CON LE “DOMENICHE ROSA IN CASCINA”

Domenica 19 maggio

Un viaggio itinerante tra le province lombarde per raccontare ai cittadini il ruolo sempre più importante svolto dalle donne nelle nostre campagne. È quello promosso da Donne Impresa Coldiretti Lombardia, l’associazione che raggruppa le imprenditrici agricole associate a Coldiretti, dal titolo “Domeniche rosa in cascina”. Il primo appuntamento è in programma per domenica 19 maggio a Bormio, dalle ore 10 alle 17 in piazzale Fogaroli, in concomitanza dell’iniziativa “Street food” organizzata dall’Istituto d’Istruzione Superiore Statale Alberti in collaborazione con Coldiretti Sondrio e l’Accademia del Pizzocchero di Teglio.

In questa giornata dedicata al cibo italiano – spiega la Coldiretti Lombardia – sarà possibile degustare i prodotti tipici locali e regionali, e fare la spesa al mercato agricolo di Campagna Amica con protagoniste le imprese a guida rosa. Oltre a presentare le loro produzioni, le imprenditrici agricole organizzeranno laboratori didattici per i più piccoli dedicati al mondo delle campagne.

“Con le domeniche rosa in cascina – spiega Wilma Pirola, responsabile Donne Impresa Coldiretti Lombardia – attraverseremo tutta la nostra regione per raccontare il profondo apporto, in termini di innovazione e sostenibilità, che le donne stanno portando all’agricoltura lombarda e italiana”. In calendario diversi appuntamenti nelle varie province – spiega la Coldiretti regionale – In ognuno di essi, all’interno di un’azienda agricola gestita da una donna saranno ospitate altre imprese rosa dello stesso territorio: durante la domenica i consumatori potranno fare la spesa direttamente dalle produttrici, degustare i tesori enogastronomici del territorio, partecipare a iniziative ed eventi di volta in volta diversi. Già fissati i seguenti appuntamenti, successivi a quello di Bormio: 30 giugno Malagnino (CR); 14 luglio Rodengo Saiano (BS); 22 settembre Ponti sul Mincio (MN); 6 ottobre Truccazzano (MI).

Nelle campagne lombarde – spiega la Coldiretti regionale su dati della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi – in tutto sono circa 10mila le imprese a conduzione femminile, oltre una su cinque delle aziende agricole totali. La provincia che ha la maggior incidenza delle quote rosa in agricoltura è Sondrio (quasi 4 su 10), seguita da Lecco, Como, Bergamo, Pavia, Varese e Brescia tutte sopra il 20%.

Nella loro azione – spiega Coldiretti – le imprenditrici agricole hanno dimostrato una grande capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi: dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino agli orti didattici, mercati di Campagna Amica e l’agriturismo.

“Oggi l’agricoltura è donna – conclude Wilma Pirola – grazie alle grandi opportunità offerte dall’agricoltura sociale, dall’agriturismo e dalla vendita diretta. Riuscire a collegare in forma responsabile attività produttiva e servizi alla persona, visione imprenditoriale e progetti di filiera, azioni imprenditoriali e bene comune è il progetto ambizioso che Coldiretti sta contribuendo a realizzare, mettendo a sistema le esperienze delle imprenditrici agricole sul territorio lombardo e italiano”.

 

MANTOVA: FORMAZIONE, CON COLDIRETTI 1° CORSO SU SICUREZZA NEI LUOGHI CONFINATI

Venerdì 24 e lunedì 27 maggio

Coldiretti Mantova potenzia ulteriormente la formazione e organizzerà il primo corso sulla sicurezza nei luoghi confinati, come impianti di biogas, cisterne, silos, vasi vinari, tipici delle cantine. L’appuntamento è per venerdì 24 e lunedì 27 maggio, dalle 8,30 alle 12,30. La prima lezione, teorica, si terrà nella sede centrale della Federazione, in via Pietro Verri (località Boma). In base alle normative vigenti il corso è obbligatorio per tutte le persone che accedono in luoghi chiusi, sia che si tratti dei datori di lavoro (titolari, soci, coadiuvanti) che dei dipendenti.

“In generale il comparto dell’agricoltura rimane critico in chiave di sicurezza sul lavoro – commenta Alberto Righi, dirigente tecnico del servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro per ATS Valpadana -. In questi anni si è avuto sicuramente un miglioramento, tanto che oggi le situazioni più critiche sono riconducibili alle aziende che non si sono strutturate e che spesso hanno un solo lavoratore, magari anziano”.

“Sugli ambienti confinati – prosegue Righi – non c’è stata una grande attenzione fino ad oggi, ma sta aumentando la sensibilità sul tema, anche perché le tecnologie che caratterizzano il comparto necessitano della presenza di operatori sempre più esperti nella pulizia e nella manutenzione. Ben vengano, dunque, iniziative di formazione come quella organizzata da Coldiretti Mantova”. Per informazioni e iscrizioni: Elena Poltronieri (0376/375382, elena.poltronieri@coldiretti.it), Claudia Boni (0376/375426, claudia.boni@coldiretti.it).

 

VAL D’AOSTA: SI MOLTIPLICANO GLI APPUNTAMENTI CON I MERCATI DI CAMPAGNA AMICA

Domenica 19, martedì 21 maggio e domenica 9 giugno 

Le prime giornate di sole e caldo moltiplicano gli appuntamenti all’aperto con i mercati di Coldiretti. Tante nuove possibilità per scoprire e degustare i prodotti enogastronomici valdostani e per incontrare i produttori locali, che si aggiungono al tradizionale mercato Lo Tsaven – Campagna Amica, in programma per domenica 9 giugno e per tutte le seconde domeniche del mese in Piazza Chanoux, ad Aosta. La prima novità si inserisce nell’ambito di Herbarium, manifestazione dedicata alle piante officinali, che proporrà, per tutta la giornata di domenica 19 maggio a Jovençan, anche una mostra-mercato di prodotti della filiera delle piante officinali e delle eccellenze del settore enogastronomico in collaborazione con Coldiretti.

A partire dal 21 maggio, torna Lo Tsaven – Campagna Amica al mercato del martedì ad Aosta, con le aziende agricole presenti in via Vevey (zona Nord). L’appuntamento proseguirà, tempo permettendo, fino a dicembre, e raddoppierà dal 7 giugno con la presenza anche al mercato del sabato mattina.

“In attesa delle tante iniziative estive, crescono gli appuntamenti per promuovere i prodotti agricoli valdostani e per far conoscere le nostre aziende, la loro storia e il loro duro lavoro”, dichiara Richard Lanièce, Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.