COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 15 luglio 2022

15 Luglio 2022
News La Forza del Territorio del 15 luglio 2022

Primo piano

 

LOMBARDIA, FRUTTA E VERDURA USTIONATE

Colpi di calore per peperoni, zucche, meloni

Il grande caldo sta ustionando frutta e verdura nei campi assediati dalla siccità. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti Lombardia mentre tutta la regione si appresta a vivere giorni torridi con le temperature minime e massime previste costantemente al di sopra delle medie di almeno 3-5 gradi e con punte vicine ai 40 gradi.

In particolare – precisa la Coldiretti Lombardia – tra Brianza, Bergamasca e Bresciano si segnalano casi di peperoni, zucche e meloni scottati dal caldo con gli agricoltori che cercano di correre ai ripari ombreggiando i prodotti, anche attraverso erba e foglie come barriere naturali. Le scottature da caldo – spiega la Coldiretti – danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili.

Una situazione che si somma agli altri danni provocati all’agricoltura dagli eventi estremi e dalla siccità, in un 2022 che in Italia si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola. La tendenza al surriscaldamento è evidente nel nostro Paese, dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e – precisa la Coldiretti – comprende nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

Il cambiamento climatico è stato accompagnato da un’evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. A cambiare significativamente in Italia è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti.

 

Dal Territorio

 

PUGLIA, SOSTENERE RICAMBIO GENERAZIONALE GREEN; IN 10 ANNI IL 19% IN FUGA

In 10 anni il 19% dei giovani ha lasciato la Puglia che ha perso così risorse essenziali per mantenere vitali anche i territori rurali in termini economici e sociali, per cui serve il sostegno al ricambio generazionale green con i giovani che risultano i più propensi ad investire in idee innovative e progetti di lungo respiro. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della Gionata internazionale della capacità dei giovani che si festeggia il 15 luglio, istituita nel 2014 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per celebrare l’importanza di dotare i giovani delle competenze necessarie per trovare un impiego, un lavoro dignitoso e per lo sviluppo dell’imprenditorialità.

“Il tema del ricambio generazionale è una priorità del Piano strategico dell’Italia che individua un insieme di strumenti per sostenere ed attrarre i giovani in agricoltura agevolandone l’accesso ai fattori di produzione, quali il credito ed al capitale fondiario, e offrendo opportunità di formazione volte ad accrescere le capacità professionali e imprenditoriali. In continuità con la programmazione precedente, quindi, la strategia per i giovani in agricoltura e il ricambio generazionale sarà realizzata attraverso una quota di pagamenti diretti e nell’ambito dello sviluppo rurale”, afferma Benedetta Liberace, leader dei giovani di Coldiretti della Puglia.

L’identikit del giovane agricoltore 4.0 con la guerra e dopo due anni di emergenza sanitaria causata dal Covid fotografa una crescita esponenziale dell’attitudine alla multifunzionalità in agricoltura, con il 44% dei giovani imprenditori agricoli pugliesi concentrati sulla diversificazione aziendale, con particolare attenzione alla vendita diretta (35%), alla trasformazione agroalimentare (51%) e all’agriturismo (28%), secondo la rilevazione di Coldiretti Giovani Impresa Puglia.

“La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo” insiste Liberace nel sottolineare che “occorre ora sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne, abbattendo gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono”. La burocrazia – conclude la Coldiretti Puglia – sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa contrastando anche le opportunità che possono generarsi attraverso i Bandi del Programmi di sviluppo rurale (Psr).

La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – continua Coldiretti Puglia – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.

La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale – continua la Coldiretti regionale – porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato – conclude Coldiretti Puglia – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione.

Per favorire il dialogo tra i giovani in agricoltura è nata l’Academy di Giovani Impresa, la scuola strategico-politica diretta agli imprenditori under 30, pensata per sostenere la crescita dirigenziale delle nuove generazioni di agricoltori. 

Nel 2022 il programma formativo dell’Academy propone una azione di on boarding, di primo avvicinamento e inserimento di nuovi giovani imprenditori in Coldiretti Giovani Impresa attraverso le cinque lezioni sul futuro, una serie di incontri sia on line che in presenza, organizzati in tutte le regioni. 

L’esigenza di una riqualificazione delle capacità analitiche e decisionali dei giovani imprenditori e degli occupati, del capitale umano, dalla sua capacità progettuale e dall’innovazione – aggiunge Coldiretti Giovani Impresa Puglia – sono necessarie ad affrontare i mutamenti sociali ed economici indotti dai nuovi modelli di regolamentazione internazionale e dalla profonda revisione della politica agraria europea.

Coldiretti per i giovani lancia una proposta ampia per la ripresa del settore attraverso formazione, semplificazione, strumenti flessibili di accesso al lavoro, incentivi per poter operare in velocità e promuovere investimenti in innovazione con un vero e proprio rilancio economico e sociale dell’agricoltura regionale, perché l’emergenza causata dal Covid ha fatto emergere la consapevolezza che l’agricoltura è legata non solo alla tutela della salute e dell’ambiente, ma anche alla sicurezza degli approvvigionamenti per la popolazione e alla difesa della sovranità alimentare dei Paesi.

 

 

CALABRIA, CAUSA L’INFLAZIONE + 150 MILIONI PER SPESA ALIMENTARE FAMIGLIE

Caldo e siccità spingono aumenti a doppia cifra di frutta e verdura

La galoppata inarrestabile dell’inflazione pesa sul carrello della spesa alimentare dei calabresi per circa 150 milioni in più nel 2022 mentre nei campi i compensi per i raccolti decimati da caldo e siccità sono sotto i costi di produzione in forte aumento, costringendo molte imprese agricole a lavorare in perdita. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a giugno che evidenziano un aumento complessivo del 9% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

La siccità con il taglio dei raccolti – sottolinea la Coldiretti – spinge l’inflazione nel carrello della spesa con aumenti che vanno dal +11,7% della verdura al +10,8% per la frutta segnata da pezzature più piccole per la mancanza di acqua e gli agricoltori costretti al diradamento dei raccolti sulle piante per salvare il salvabile. L’estate 2022 si classifica infatti fino ad ora come la seconda più calda mai registrata in Italia con una temperatura media a giugno superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che effettua rilevazioni in Italia dal 1800.

A spingere i prezzi è il fatto che in Italia – spiega Coldiretti – si registrano cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 della produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi. Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta, secondo il Crea, in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

La Coldiretti insiste che serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione. Vi è poi – aggiunge – la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingerci ed incoraggiare a difendere la sovranità alimentare.

 

 

PUGLIA, IL 2022 È IL VI ANNO PIÙ CALDO DI SEMPRE

Sos siccità e oltre 70 incendi da mappa nasa in 2 giorni

La tendenza al surriscaldamento è evidente quest’anno che si classifica fino ad ora al sesto posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,85 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, con la morsa della siccità che stringe i campi e gli incendi che stanno facendo bruciare la Puglia. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base della mappa del FIRMS (Fire Information for Resource Management System) della Nasa con oltre 70 roghi scoppiati in 2 giorni, con il vasto incendio divampato nel bosco a poche centinaia di metri da Castel del Monte.

Nelle campagne e nei boschi le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni – sottolinea Coldiretti Puglia – con aree sempre più esposte al divampare delle fiamme. Ogni rogo – sottolinea la Coldiretti – costa ai cittadini oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici in un arco di tempo che raggiunge i 15 anni. Una situazione che aggrava il conto dei danni causati dalla siccità con la mancanza di precipitazioni che in Puglia – evidenzia la Coldiretti regionale – sono le più basse d’Italia, una vera e propria emergenza per coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole.

La situazione è molto preoccupante con il 2022 che si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che effettua rilevazioni in Italia dal 1800. L’anomalia climatica più evidente quest’anno si è avuta a giugno che ha fatto registrare una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003.

In Puglia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma – ricorda la Coldiretti regionale – la tendenza al surriscaldamento è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che – continua la Coldiretti Puglia – sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa, con la siccità che taglia rese e raccolti.

Enorme lo sforzo di vigili del fuoco, protezione civile e delle forze dell’ordine per arginare le fiamme che interessano aree a volte vaste di pregio naturalistico, paesaggistico e turistico, oltre che produttivo, con soccorsi e interventi che raggiungono – aggiunge Coldiretti Puglia –  anche le zone più impervie per spegnere altri focolai, dove le fiamme mandano in fumo interi campi di grano, alberi, colture, un situazione angosciante aggravata dalla mancata opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio.

Le conseguenze sono drammatiche in termini ambientali a causa delle fiamme che fanno salire la temperatura fino ad oltre 750 gradi, provocando effetti devastanti come il deterioramento del suolo, la scomparsa della biodiversità, il degrado ecologico, la perdita di produzioni legnose e non legnose, il disordine idrogeologico, i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di anidride carbonica, l’inquinamento da fumi e la distruzione della fauna.

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti regionale – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti regionale – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. La pioggia – sottolinea la Coldiretti regionale – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, come quelle che sono avvenute al nord, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.

Accanto a misure immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione è necessario coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica per una gestione unitaria del bilancio idrico perché è evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo visto che viene raccolto solo l’11% dell’acqua piovana e si potrebbe arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che si sta verificando anche quest’anno.

La tendenza alla tropicalizzazione – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. A cambiare significativamente in Italia è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti.

 

 

LAZIO, BENE DELIBERA GIUNTA PER INCENTIVARE EFFICACIA PIANO DI CONTENIMENTO 

“Un provvedimento fondamentale. Abbiamo chiesto sin da subito di procedere in maniera spedita con gli abbattimenti dei cinghiali in collaborazione con gli Atc, gli Ambiti Territoriali di Caccia, per raggiungere subito obiettivi che bisogna raggiungere con urgenza”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, sulla delibera approvata oggi pomeriggio dalla Giunta regionale del Lazio su proposta dell’Assessorato all’Agricoltura, un atto concordato con il Commissario Straordinario per la Peste Suina africana, Angelo Ferrari, e conseguente alla circolazione della pesta suina in alcune aree e in modo particolare di Roma Capitale.

“Sono state aperte le liste di selecontrollori – prosegue Granieri – e invochiamo l’aiuto delle associazioni venatorie per l’inserimento del maggiore numero di persone nelle liste”. 

Le risorse stanziate finora sono di 250mila euro. 

La delibera prevede che gli ATC vengano dotati di specifiche risorse finanziare per svolgere attività di smaltimento delle carcasse dei cinghiali abbattuti durante le attività di caccia, di selezione e di controllo di questi animali. Stabilito un rimborso spese forfettario. Previsto poi dalla delibera il riconoscimento di un rimborso spese forfettario ai ‘selecontrollori’, saranno pagati direttamente dagli ATC per le eventuali operazioni effettuate.

“Questa delibera attribuisce maggiore incisività all’attività degli Atc – aggiunge Granieri – che hanno un ruolo strategico nella lotta alla peste dei cinghiali che sta causando danni enormi al settore suinicolo del Lazio, dove sono a rischio oltre 50 mila capi. Un settore che conta un giro di affare, solo nella nostra regione di oltre un miliardo di euro”. 

Agli ATC, inoltre, il compito di individuare ditte autorizzate alla ricezione e allo smaltimento delle carcasse di cinghiali abbattuti durante gli interventi. Le risorse stanziate finora sono di 250mila euro. Resta l’urgenza di prevedere degli indennizzi per le aziende. “Serve un immediato sostegno economico – conclude Granieri – per gli allevamenti suinicoli colpiti dalla peste dei cinghiali. La priorità ora deve essere la loro salvaguardia, altrimenti rischiano di chiudere”. 

 

 

ALESSANDRIA, PREZZI: DA GRANO A PANE AUMENTANO 10 VOLTE

Dal grano al pane i prezzi aumentano anche di dieci volte a causa di speculazioni e distorsioni all’interno delle filiere che impoveriscono le tasche dei cittadini e danneggiano gli agricoltori, strozzati dai rincari record di energia, mangimi e fertilizzanti.

Il risultato è che, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea, per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi. Il pane è uno degli esempi più significativi.

“Nei campi i compensi sono ormai scesi sotto i costi di produzione, costringendo molte imprese a lavorare in perdita – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. La guerra ha, di fatto, moltiplicato manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino al taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori al di sotto dei costi di produzione”.

Un chilo di grano viene pagato agli agricoltori intorno ai 35/40 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto a consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città, secondo Coldiretti. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale pari a circa il 10% in media. Ma, c’è anche il caso del pomodoro. In una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.

Per riequilibrare la distribuzione del valore lungo la filiera tutelando cittadini e agricoltori, è entrato in vigore il 15 dicembre il decreto legislativo in attuazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti.

Contro il caro prezzi una soluzione strutturale è rappresentata anche dalla diffusione dei contratti di filiera per l’equa distribuzione del valore lungo la filiera e per tutelare il reddito degli agricoltori. Per affrontare questa emergenza causata da guerra e siccità Coldiretti, insieme a Filiera Italia, è pronta a presentare progetti operativi, stiamo progettando investimenti di sistema per il 100% italiano, dalla zootecnia al vino, dal grano alla frutta secca, dall’olio all’ortofrutta. Dobbiamo puntare ancora di più su qualità, sostenibilità, innovazione e ricerca per rafforzare il Made in Italy sui mercati esteri.

“A livello regionale, insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, è stato lanciato il progetto di filiera Gran Piemonte, tramite il quale sono già stati seminati oltre 6 mila e 500 ettari, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Al fine di implementare la progettualità per essere sempre più autosufficienti, vogliamo ricordare all’agroindustria virtuosa la disponibilità ad incrementare i quantitativi prodotti per poter anche garantire prezzi equi alle imprese, che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

I contratti di filiera, partendo dalla produzione agricola, si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, intesa come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari.

 

 

PARMA, EMERGENZA SI ALLARGA A ½ AGRICOLTORI ITALIANI

Con l’estensione dello stato di emergenza per la siccità ad altre quattro regioni è di fatto a rischio quasi la metà (46%) delle imprese agricole italiane con le colture devastate dalle piogge dimezzate e dal caldo record. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’audizione alla Camera del Ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, sulle misure per contrastare la crisi idrica con Lazio, Umbria, Liguria e Toscana che andranno ad aggiungersi a Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna tra i territori più in crisi.

Nelle nove regioni operano – spiega la Coldiretti – 332mila imprese agricole che rischiano di chiudere i battenti sotto i colpi della siccità, con i danni che hanno già superato i tre miliardi di euro, secondo Coldiretti. Il dimezzamento delle piogge nel 2022 ha avuto un impatto devastante sulle produzioni nazionali favorito dal caldo record con il 2022 che si classifica nel primo semestre in Italia come l’anno più bollente di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica.

Una situazione sulla quale pesa in maniera determinante la mancanza di una rete di invasi capace di trattenere l’acqua della pioggia. Ogni anno, secondo Coldiretti, l’Italia perde 500mila metri cubi di acqua al minuto che potrebbero invece garantire una riserva idrica a cui attingere nei momenti di siccità, con più di ¼ del territorio nazionale (28%) che è a rischio desertificazione.

 

TORINO, DUE ALLEVATRICI SU PODIO CONCORSO INNOVAZIONE GIOVANI IN AGRICOLTURA

Serena e Rachele sono due giovani donne, tutte e due allevano bovini, tutte e due hanno idee nuove che condividono con la famiglia e i colleghi. Tutte e due sono salite sul palco dei finalisti piemontesi degli Oscar green, il premio che Coldiretti Giovani impresa assegna ai giovani imprenditori agricoli Coldiretti che si sono distinti per innovazione e visione del futuro.

Serena Vanzetti lavora nell’azienda zootecnica di famiglia insieme al padre Carlo e ai fratelli Paola, Marco, Davide. L’azienda Vanzetti Holstein è situata nella pianura di Candiolo ed è socia della cooperativa Speranza. Alleva vacche da latte e da carne, ma alla finale regionale degli Oscar Green è arrivata per il grande investimento nella produzione di biometano liquido da autotrazione e di anidride carbonica dalle deiezioni animali e dagli scarti della lavorazione del mais. I soci della cooperativa Speranza, conferiscono i liquami generati da oltre 2.500 vacche nell’impianto di biogas dell’azienda Vanzetti che con i suoi digestori produce metano e anidride carbonica medicale e alimentare. I due prodotti sono separati mediante refrigerazione e venduti in forma liquida. Quel che rimane è “digestato”, concime pronto per i campi che viene distribuito nei campi dei soci alla semina mediante interramento.

Il piazzamento in finale regionale è stato ottenuto nella categoria “Energie per il futuro e la sostenibilità” per “la lungimiranza nell’aver investito creando una perfetta economia circolare”

Rachele Chiaberto ha invece ritirato il riconoscimento per conto del marito Manuel Giovale dell’omonima azienda zootecnica. Insieme gestiscono la parte agricola di uno dei monumenti medievali più importanti della provincia di Torino: la certosa di Montebenedetto nel cuore del Parco Orsiera-Rocciavrè in valle di Susa, tra i boschi di Villarfocchiardo. Anche in questo caso si tratta di giovani allevatori di bovini ma nella forma dell’alpeggio. Qui, tra i bramiti dei cervi e il fresco della faggeta, Rachele produce gelato dal latte fresco e Manuel si occupa del pascolo e della produzione del formaggio che si fregia anche del marchio del Parco della Alpi Cozie di cui l’area protetta dell’Orsiera-Rocciavrè fa parte. L’azienda agricola gestisce la foresteria e apre la certosa alle visite. Si tratta, quindi, di allevatori che hanno sposato la filosofia del parco e l’idea di sviluppo turistico legato alla storia, alla natura e ai prodotti tipici. Infatti, in finale sono arrivati nella categoria “Campagna Amica” per “aver voluto mantenere vivo il territorio, le sue tradizioni e valorizzare le produzioni agricole di montagna”.

«Questi due riconoscimenti dimostrano quanto sia forte la voglia di futuro tra i giovani imprenditori agricoli torinesi – afferma Giovanni Benedicenti, delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa, Torino – Si tratta di giovani che hanno scelto di lavorare con la terra e con gli animali avendo la piena consapevolezza di operare in un settore fondamentale per il nostro Paese. I giovani portano nel nostro mestiere antico nuove idee e investimenti. E non chiedono nulla in cambio. Chiedono solo di non essere ostacolati nei loro progetti da una politica e da una burocrazia che, a parole si dicono sempre a favore dei giovani e a favore dell’agricoltura, ma che spesso rappresentano il problema più grande da affrontare per un giovane, che cerca solo di realizzare i propri sogni ricavandone il giusto reddito».

 

PARMA, UN SACERDOTE PER CONSIGLIERE

Si è tenuto il Consiglio ecclesiastico regionale di Coldiretti Emilia Romagna alla presenza della dirigenza regionale e in collegamento video con Nunzio Primavera e il Consigliere nazionale Monsignor Maculli. È stata un’occasione per rafforzare il confronto sulle modalità con cui i consiglieri del territorio accompagnano il cammino spirituale di Coldiretti.

All’incontro era presente anche il Consigliere Ecclesiastico di Coldiretti Parma Don Giancarlo Reverberi.

Nel corso dell’incontro il consigliere regionale dell’associazione Don Roberto Mastacchi ha accolto l’importanza del desiderio da parte degli altri consiglieri e della dirigenza di Coldiretti di individuare iniziative comuni di crescita spirituale valorizzando quanto già esistente con attenzione ai punti fondanti della Dottrina sociale della Chiesa.

“La figura del Consigliere ecclesiastico – ha detto Don Mastacchi – ha una grande responsabilità in quanto le viene affidato l’importante compito di tutelare il carattere cristiano dell’organizzazione e di continuare ad ascoltare il nuovo che proviene dal mondo vitale dell’agricoltura”.

Il Direttore regionale Marco Allaria Olivieri ha portato il suo saluto agli intervenuti e ha sottolineato come Coldiretti da sempre si ispiri ai principi sociali e cristiani della Chiesa Cattolica. Nel mondo contadino valori come il rispetto della vita, della solidarietà e dell’amicizia, la speranza e la fede in Cristo sono sempre state caratteristiche fondati di una categoria che per il suo naturale contatto con la terra li ha sempre vissuti in prima persona.

Numerose le testimonianze sulle varie attività svolte dalle federazioni provinciali durante il periodo di pandemia per essere vicini ai più bisognosi. La spiritualità – come ci insegnava il compianto Don Bonetti – quale valore portante della biodiversità e risorsa per le generazioni passate e indispensabile per quelle future, per la sua funzione dinamica a servizio dello sviluppo della vita. L’agricoltura circolare al fine di estendere e riutilizzare il più possibile il ciclo della vita per un consumo che evita gli sprechi e rifiuti. Sono solo alcuni dei temi toccati durante l’incontro assieme ad altri quali la difesa del suolo, la siccità che sta colpendo l’intera Nazione e che mette a rischio il reddito delle imprese agricole oltre a minacciare la nostra biodiversità.

Nunzio Primavera e il Consigliere nazionale hanno affrontato il tema dell’Agricoltura sociale intesa come innovazione sociale, nuovo modello di welfare sostenibile inclusivo e flessibile e massima espressione della nuova multifunzionalità delle imprese agricole

 

 

Appuntamenti

 

ASCOLI-FERMO, SAN BENEDETTO: OLTRE 50 AGRICOLTORI DA 7 REGIONI

2022: il pesce fritto a miglio zero per valorizzare un settore in forte crisi

La filiera corta per contenere i costi. L’acquisto a km zero permette di risparmiare risorse energetiche. Il “dal campo alla tavola” per contare su cibo di qualità, difesa delle biodiversità, degli ambienti naturali e della salute. Insomma, l’agricoltura come risposta di temi di strettissima attualità e protagonista del weekend con Coldiretti Ascoli Fermo pronta a tingere, domani e domenica, San Benedetto di giallo per la nona edizione di Campagna Amica on the beach. La grande kermesse del cibo di qualità sulla Riviera delle Palme con 53 aziende agricole da Marche, Abruzzo, Umbria, Puglia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio: le tavole d’Italia con il meglio dell’agroalimentare delle varie regioni dalla Rotonda Giorgini lungo viale Moretti. Stand al via dalle 14 di sabato 16 fino a mezzanotte e dalle 10 alle 24 di domenica 17. Tante novità quest’anno con il pesce fritto a miglio zero, in un anno davvero tribolato per le marinerie, e un’esposizione di mezzi e attrezzi della tradizione contadina locale. Dalle 16.30 alle 18.30 saranno attive anche le fattorie didattiche di Coldiretti Giovani Impresa e Coldiretti Donne Impresa dove i bambini potranno frequentare laboratori per imparare, giocando, la stagionalità dei prodotti e l’importanza di un’alimentazione sana e variegata. Concetti che saranno ripresi domani dalle 16.30 alla Rotonda Giorgini nel corso della tavola rotonda “Io mangio a km zero e tu?”. Insomma, un weekend nel segno del gusto, delle tradizioni, del Made in Italy di qualità che è divenuto un appuntamento tradizionale e imperdibile per la Riviera delle Palme.

 

VERONA, 161° FIERA AGRICOLA E FESTA PATRONALE SANT’ANNA D’ALFAEDO

Al via la 161° Fiera agricola e Festa patronale di Sant’Anna d’Alfaedo che si svolgeranno dal 21 al 26 luglio.

Le numerose iniziative in programma e le novità della manifestazione saranno presentate alla stampa.

Sabato 16 luglio alle 11

Mercato Coperto di Campagna Amica Verona

Via Macello 5/A, Galleria Filippini

Saranno presenti:

Raffaello Campostrini, Sindaco di Sant’Anna d’Alfaedo

Marcella Marconi, Presidente Pro Loco Sant’Anna d’Alfaedo

Daniele Marconi, Presidente Coldiretti di Sant’Anna d’Alfaedo

Franca Castellani, Vicepresidente Coldiretti Verona

 

 

VERONA, LA RINASCITA DELLA PESCA

La pesca di Verona IGP necessita di un disciplinare di produzione rinnovato sia per le esigenze di mercato che per le tipologie varietali. Coldiretti Verona ha organizzato un gruppo di lavoro che sta studiando le modalità per aggiornare il disciplinare anche al fine di incrementare la produzione di pesche e nettarine nella provincia veronese calata di oltre 3000 ettari in vent’anni. Le Indicazioni geografiche sono rilevanti per le produzioni perché generano un valore economico e fiducia nei consumatori.

Le attività in corso saranno illustrate alla stampa in occasione della mostra concorso della Pesca di Verona IGP

Sabato 16 luglio alle 10.30

Mercato Coperto di Campagna Amica

Via Macello 5/A Verona – Galleria Filippini

Saranno presenti:

Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti Verona

Giorgio Girardi, responsabile settore ortofrutta Verona

Franca Castellani, vice presidente Coldiretti Verona