COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 15 gennaio 2019

15 Gennaio 2020
News La Forza del Territorio del 15 gennaio 2019

Primo piano

 

ASCOLI – FERMO

STRAGE DI PECORE: “I RIMBORSI SONO ANCORA INSUFFICIENTI”

E’ necessario maggior impegno delle Istituzioni per permettere la coesistenza tra allevatori e lupi 

L’ennesima incursione dei selvatici è costata la morte a 22 agnelli e 2 pecore mentre altri 13 capi risultano dispersi. È successo nella notte tra lunedì e mercoledì in un allevamento di via Salaria Inferiore, ad Ascoli Piceno. Il servizio veterinario, arrivato sul posto, ha decretato un attacco di lupi. Si tratta dell’ennesimo episodio che porta alla ribalta l’annoso problema delle perdite degli allevatori. La recente delibera di giunta (n° 850 del 15/07/2019) e i relativi atti applicativi non sono pienamente condivisibili e Coldiretti ha già proposto diversi emendamenti perché, se da una parte si può essere soddisfatti per quanto riguarda i fondi dedicati alla prevenzione (destinati a investimenti su recinti, cani da guardia, eccetera) molta strada c’è ancora da fare per quel che concerne la voce rimborsi. Vanno migliorate le tempistiche e compresi anche i danni indiretti visto che, tuttora, i capi dispersi o morti nella calca non sono compresi tra quelli rimborsabili. L’entità del rimborso, per altro, non si occupa nemmeno della perdita di reddito e spesso non arriva a coprire nemmeno le spese di smaltimento delle carcasse. “Chiediamo maggior impegno alle Istituzioni per permettere la coesistenza tra allevatori e lupi – commentano Armando Marconi e Alessandro Visotti, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – quello degli attacchi al bestiame è l’allarme continuo di un settore che è presidio di territori che altrimenti sarebbero abbandonati”.

 

Dal territorio

 

SICILIA, BLITZ DEI NEBRODI: OLTRE 5,5 MILIONI SOTTRATTI AGLI IMPRENDITORI ONESTI 

I fondi europei devono andare ai veri agricoltori. Ai giovani che vogliono rimanere e investire in quest’Isola, agli imprenditori onesti di questa Regione. E’ il commento di Coldiretti Sicilia al blitz dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Messina nell’ambito di un’indagine della direzione distrettuale antimafia coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, che stamani ha portato all’arresto di 94 persone ritenute responsabili di vari reati tra cui falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Da quanto è emerso dall’inchiesta del Ros e della Finanza gli arrestati avrebbero intascato indebitamente fondi europei per oltre 5,5 milioni di euro, mettendo a segno centinaia di truffe all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), l’ente che eroga i finanziamenti stanziati dall’Ue ai produttori agricoli.

L’area di Nebrodi, una delle più vocate per produzioni di grande pregio e per il patrimonio paesaggistico, era strozzata da attività criminali con forti limitazioni all’imprenditoria – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia -. Negli ultimi anni migliaia di giovani hanno scelto di riattivare le aziende dei propri avi ma spesso proprio la criminalità organizzata limita l’attività. E’ proprio l’agricoltura che pone un freno all’emigrazione, piaga che ancora troppo ampia. Restare nell’isola e investire in agricoltura è una scommessa che si vince con maggiori controlli, con infrastrutture e con la ricerca di mercati nazionali e internazionali che valorizzano il Sicilian Sounding.

In Italia – commenta ancora Coldiretti – il giro d’affari dell’agromafia ha superato i 24 miliardi di euro, cifra raggiunta anche con furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine.

 

PISTOIA, SMOG: COLDIRETTI, SERVONO PARCHI MANGIA POLVERI IN CITTÀ 

Nella lotta allo smog occorre favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento. E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione al nuovo allarme inquinamento nelle principali città italiane dove sono scattate le misure di limitazione del traffico. Non si può continuare a rincorrere le emergenze, – sottolinea la Coldiretti Pistoia, evidenziando come il polo vivaistico di piante ornamentali pistoiesi è pronto a fare la sua parte-. Siamo interlocutori privilegiati per gli enti locali sia per una consulenza qualificata, sia per la fornitura delle migliori specie di alberi ‘mangia-smog’”.

 “Bisogna intervenire in modo strutturale con la programmazione promuovendo la diffusione del verde pubblico e privato –precisa Coldiretti- sperimentando anche nuove soluzione innovative come i giardini e gli orti verticali. Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. A provocare lo smog nelle città – continua la Coldiretti Pistoia– è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi ma in Italia ogni abitante dispone in città di appena 32,8 metri quadrati di verde urbano, e la situazione peggiora per le metropoli con valori con valori che vanno dai 6,3 di Genova ai 16,5 a Roma, dai 18,1 di Milano ai 22,6 di Torino fino ai 22 metri quadrati a Bologna. In questo contesto è positiva la conferma il manovra per il 2019 del bonus verde fortemente sostenuta dalla Coldiretti che prevede attualmente una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili”.

 

PUGLIA, MAFIA: BUSINESS DA 24,5 MLD; PUGLIA 9,5% TERRENI ANCORA IN MANI CRIMINALI 

Dal latte ai fondi comunitari, dall’agricoltura all’allevamento, dalla distribuzione alimentare alla ristorazione, il volume d’affari complessivo annuale delle agromafie vale 24,5 miliardi di euro. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base delle analisi dell’“Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, in occasione degli Stati Generali Antimafia Sociale a Foggia.

“Dei 26.200 terreni su tutto il territorio nazionale nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano, tra l’altro, l’associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione, ben 2.489 (il 9,5%) in Puglia sono in mano alla mafia, anche perché il processo di sequestro, confisca e destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lungo e farraginoso, spesso non efficace e sono numerosi i casi in cui i controlli hanno rilevato che alcuni beni, anche confiscati definitivamente, sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy. I poteri criminali si “annidano” nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione.

“Si assiste alla ‘stagionalità’ delle attività criminose in campagna perché squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo e aprile, rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. Si susseguono sabotaggi alle cantine, atti intimidatori con decapitazione di ulivi e sabotaggi alle cantine, con perdite di piante e prodotto, assalti armati e raid notturni di bande criminali”, denuncia il presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo.                                                                                                        

Le mafie – sottolinea Coldiretti – operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea. Ma – continua Coldiretti  – viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguite con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penalI. La Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promossa ed istituita da Coldiretti nel febbraio 2014, opera secondo le direttrici cultura della legalità, tutela del Made in italy agroalimentare e difesa della sua reputazione, trasparenza informativa al cittadino e studio e monitoraggio delle penetrazioni della criminalità organizzata nel mercato agroalimentare, nonché dei fenomeni distorsivi della concorrenza lungo la filiera agroalimentare, con particolare riferimento alla contraffazione, adulterazione, imitazione del Made in Italy. A tracciare le linee strategiche è il Comitato Scientifico, punto di incontro e confronto tra mondi istituzionali e privati, presieduto da Gian Carlo Caselli.

 

BERGAMO, CINGHIALI: BENE OSSERVATORIO REGIONALE CONTROLLO FAUNA SELVATICA 

Coldiretti Bergamo accoglie positivamente la notizia diffusa dalla Regione Lombardia circa la creazione dell’Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche, un organismo che avrà sicuramente un ruolo importante nella annosa vicenda della gestione della fauna selvatica, in quanto operando direttamente sul territorio avrà maggiori possibilità di elaborare un quadro preciso del numero di questi animali che ogni giorno devastano campi e coltivazioni, provocano incidenti e rappresentano un rischio dal punto di vista sanitario.

Per Coldiretti Bergamo grazie al lavoro del nuovo organismo sarà possibile adottare strumenti e azioni efficaci per rispondere alle reali necessità del territorio provinciale e al tempo stesso essere di supporto ai cacciatori impegnati nell’azione di contenimento dei danni provocati dall’eccessiva presenza di questi animali.

Coldiretti Bergamo conclude evidenziando che il via libera all’Osservatorio rappresenta una ulteriore dimostrazione della concreta volontà della Regione Lombardia di affrontare con determinazione il fenomeno dei cinghiali e delle sue conseguenze nonché di mettere in campo un’attenzione sempre più marcata verso la gestione della fauna selvatica in generale.

 

RAVENNA, NUOVO DECRETO PER FILIERA SUINICOLA PIU’ TRASPARENTE 

Una filiera suinicola più forte e trasparente a tutto vantaggio degli allevatori e dei consumatori. Questo l’obiettivo cui tendono i recenti provvedimenti licenziati da Governo e Ministero dell’Agricoltura, ossia il Decreto sul prosciutto del 5 dicembre scorso e i nuovi Disciplinari dei Consorzi San Daniele e Parma.

Il Decreto firmato dalla Ministra Bellanova spinge molto sul concetto di trasparenza, prevedendo sia un fondo da 5 milioni per garantire massima equità e chiarezza nella formazione dei prezzi nelle Cun, sia l’introduzione dell’obbligo di etichettatura d’origine per tutti i salumi, quindi con ampia tutela del consumatore finale e dell’intera filiera suinicola made in Italy, nella quale operano allevatori e produttori che investono quotidianamente in qualità.

Il fondo, entrando nel dettaglio, oltre ad incentivare i contratti di filiera e promuovere il consumo delle carni suine informando il consumatore, prevede anche contributi per acquistare e installare macchine di valutazione automatica delle carcasse (3 milioni), campagne di comunicazione e valorizzazione della filiera con particolare attenzione al prosciutto Dop (1,5 milioni) e trasparenza nella determinazione dei prezzi con analisi dei dati di mercato e utilizzo di software avanzati (0,5 milioni). Fondamentale, per Coldiretti, anche il via libera all’obbligo dell’etichettatura e quindi dell’indicazione della provenienza per le carni suine trasformate, provvedimento atteso dal 93% degli italiani che ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti e dire finalmente basta all’inganno di prosciutti e salami fatti con carne straniera ma spacciati per made in Italy. Secondo il testo del decreto, i produttori devono indicare in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a “Paese di nascita degli animali, paese di allevamento e di macellazione.

La dicitura “100% italiano” è utilizzabile solo se la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. 

Il settore della produzione di salumi e carne di maiale – ricorda Coldiretti – in Italia, dalla stalla alla distribuzione, vale 20 miliardi.

“Il provvedimento sull’etichettatura – commenta il Direttore Coldiretti Ravenna Assuero Zampini – fa finalmente chiarezza rispetto a una situazione che vede oggi tre prosciutti sui quattro venduti in Italia fatti con cosce di maiali provenienti dall’estero, all’insaputa dei consumatori e facendo concorrenza sleale ai nostri allevatori”. L’etichettatura dei salumi è l’ultimo capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa.

 

PUGLIA, XYLELLA: AVANTI TUTTA SU PIANO RIGENERAZIONE VS SBUROCRATIZZAZIONE 

Serve un impegno risoluto perché il Piano per la rigenerazione del Salento vada senza inutili e pretestuosi ritardi in Conferenza Stato – Regioni, attivando la necessaria sburocratizzazione a livello regionale affinché le risorse arrivino subito ad agricoltori, frantoiani e vivaisti. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, che torna a chiedere alla Regione Puglia di attivare tutti gli strumenti utili ad utilizzare con tempi e modalità celeri i 300 milioni di euro per la ricostruzione dell’economica agricola salentina, non appena sarà approvato il Piano proposto dal Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova.

“Le risorse del Piano destinate alla riconversioni colturali devono servire a far scorrere la graduatoria della sottomisura 4.1C del Piano di Sviluppo Rurale – afferma il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele – perché delle 770 domande presentate, con i 32 milioni di euro del PSR, risultano finanziabili solo 277 imprese agricole, un numero troppo basso che va sostenuto con adeguati fondi a disposizione. Inoltre, gli agricoltori saranno destinatari dei benefici con gli interventi compensativi sulle calamità naturali e con la sottomisura 5.2 del PSR, mentre sono stati raddoppiati i fondi a disposizione dei frantoi per consentire una adeguata ripartenza e non è ipotizzabile alcun ritardo o rinvio, perché il Salento ha già pagato a caro prezzo gli anni di errori, incertezze e scaricabarile della Regione Puglia nella gestione della malattia”.

Al rallentatore istruttorie e pagamenti delle domande del PSR per l’espianto e il reimpianto di ulivi resistenti nell’area infetta da Xylella – denuncia Coldiretti Puglia – per cui sono stati pubblicati decreti di pagamento per soli 3 milioni di euro, contro i 50 milioni di euro a disposizione.

“I ritardi nella gestione del PSR hanno come effetto che i rimpianti stanno procedendo col contagocce. Tempi celeri e determinazione sono i due imperativi assoluti perché anni di errori, incertezze e scaricabarile hanno creato in provincia di Lecce il disastro colposo che è sotto gli occhi di tutti”, insiste il presidente Cantele. 

L’avanzata della malattia ha lasciato 21 milioni di ulivi secchi dietro di sé, man mano che la Xylella avanzava sul territorio spostandosi verso nord a una velocità di più 2 chilometri al mese con conseguenze economiche, produttive, occupazionali e sociali con un danno stimato di 1,6 miliardi di euro, denuncia Coldiretti Puglia.

“Resta la vitale necessità di liberalizzare tutte le pratiche agronomiche, non condizionando i reimpianti alle sole specie olivicole resistenti, per non vanificare progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere”, conclude il presidente Cantele.

La deroga ai vincoli è indispensabile – aggiunge Coldiretti Puglia – per liberalizzare i reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo Leccino e FS17, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee come il mandorlo o il fico, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio.

 

LIGURIA, INFLUENZA: I MALANNI DI STAGIONE SI SCONFIGGONO A TAVOLA 

Raffreddore, febbre e mal di gola: anche in Liguria, parte della popolazione, è costretta a letto con i sintomi dell’influenza, male classico di stagione che ha fatto registrare, a livello nazionale, il primo brusco aumento nella seconda settimana di gennaio, con circa 374.000 casi, che fanno salire quasi i 2,268 milioni il conto totale degli ammalati dall’inizio della sorveglianza. Validi alleati, per prevenire o facilitare la guarigione, si trovano proprio a tavola, dove se frutta e verdure forniscono le vitamina e sali minerali utili al buon funzionamento del sistema immunitario, aglio, alloro, basilico e bacche di eucalipto sono gli ingredienti di “rimedi contadini” che tengono lontani mal di gola e raffreddori.

Con la discesa del termometro è utile inoltre aumentare le calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola soprattutto zuppe, verdure, legumi e frutta, in diete “antigelo” che ci accompagneranno fuori dall’inverno indenni. E se la dieta non bastasse, ai primi sintomi si può provare uno degli antichi rimedi della nonna, dal classico latte e miele per dar sollievo alla gola irritata, ai gargarismi con succo di limone, sciacqui con infuso di foglie di basilico fresco, oppure aceto di mele aggiunto a mezzo bicchiere di acqua, con i quali si ottiene il medesimo risultato. Per la raucedine il toccasana è un centrifugato di carote fresche e un cucchiaino di miele da bere durante la giornata. Per liberare le vie respiratorie si possono provare, poi, i suffumigi con bacche di eucalipto o alloro che alleviano la congestione e il muco.

“Per combattere il freddo e lo stress degli sbalzi termici – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è fondamentale avere una dieta equilibrata a base di verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A, frutta, legumi, carne, latte e pesce che forniscono tutte le sostanze nutritive necessarie per mantenerci in salute. Per fare qualche esempio cipolle e aglio, possibilmente consumati crudi, hanno una valenza antibatterica non indifferente, che li fa rientrare tra i disinfettanti naturali per eccellenza, mentre fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche) contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a difendersi smaltire i sovraccarichi. E allora invece di abusare di sostanze multivitaminiche che vanno tanto di moda oggi, è meglio rivolgersi ai mercati di vendita diretta di Campagna Amica Liguria che possono fornire, sia tutti gli ingredienti per preparare spremute e centrifugati, sia i preziosissimi consigli delle nonne antinfluenza.”

 

SARDEGNA, NUORO OGLIASTRA: BAMBINI A LEZIONE DI STAGIONALITA’ 

Settanta bambini a lezione di stagionalità per capire che fin da piccoli le scelte alimentari pesano sull’ambiente intorno a noi molto più di quello che crediamo. Così ieri mattina nelle aule della scuola dell’Infanzia di Funtana Buddia i piccoli hanno partecipato a una lezione e laboratorio sugli agrumi, frutti principi dell’inverno, colorati e gustosi, oltre che ricchi di vitamina C, indispensabile per affrontare al meglio le basse temperature. Campagna Amica e Coldiretti Nuoro Ogliastra hanno avviato ieri, in collaborazione con le autorità scolastiche e la fattoria didattica Camisadu di Oliena, il primo di una lunga serie di appuntamenti che punta a instillare nei piccoli “la consapevolezza sulle scelte che facciamo quando appunto ci mettiamo a tavola, in particolare quando decidiamo cosa mangiare sapendo quale viaggio ha fatto quell’alimento, e da chi è stato prodotto e con quali metodi” dice il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis. Un viaggio anche attraverso le biodiversità, grazie alla presenza delle diverse varietà locali di agrumi, a partire dalle arance e mandarini, per finire con la pompia, i limoni. “I bambini sono gli adulti di domani – spiega Alessandro Serra direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra -, in un mondo dove pare quasi oltrepassato il limite di tolleranza climatica ambientale, e che ora, con i cambiamenti climatici sta pagando la superficialità umana in tema soprattutto alimentare. Per questo è necessario guardare dentro casa nostra e cercare anche di porre rimedio attraverso il coinvolgimento dei piccoli che hanno apprezzano tantissimo questo l’approccio”.

 

ALESSANDRIA, DIETA ANTIGELO: TUTTI I CONSIGLI PER CONTRASTARE L’INFLUENZA 

L’influenza sta per raggiungere il suo picco stagionale massimo, riuscire a contrastarla e aumentare le difese immunitarie senza ricorrere a medicinali è possibile grazie alla dieta antigelo.

Oltre a frutta a verdura ricca di antiossidanti non devono mancare latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione.

Al mattino è consigliato latte, miele o marmellata e proseguire durante la giornata portando in tavola zuppe, verdure, legumi e frutta che aiutano a rafforzare, con l’apporto di vitamine, le difese immunitarie dal rischio dell’insorgenza dell’influenza favorita dal freddo.

“Fondamentale – sottolinea il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina “A” come spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente, perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti che sono di grande aiuto per combattere le conseguenze dello stress del cambio di stagione sull’organismo”.

Nella dieta non vanno poi trascurati piatti a base di legumi perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali. Per la frutta, di grande importanza per il grande contenuto di vitamina C, è il consumo di frutta di stagione come i kiwi, clementine e arance rigorosamente italiane per evitare che i trasporti ne riducano il contenuto vitaminico. Va anche ricordato che in un soggetto normale l’assunzione di proteine deve essere compresa tra 0,8- 1,3 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per cui una buona dose di carne nella dieta non può fare che fare bene.

“Con la discesa del termometro arriva anche il “permesso” ad aumentare le calorie consumate in relazione ad attività, sesso, età e necessità personali. Invece di abusare di sostanze multivitaminiche che vanno tanto di moda oggi, è meglio preferire gli agrumi e tutta la frutta e verdura di stagione, preparando spremute e centrifugati, che il nostro Bel Paese ci offre in questo momento con benefici per il portafogli e il palato. – ha aggiunto Roberto Rampazzo, Direttore Coldiretti Alessandria – Importante è sempre la provenienza, preferire il prodotto vero Made in Italy per essere sicuri di ciò che portiamo in tavola. Nei nostri mercati di Campagna Amica si possono trovare tutti i prodotti di stagione per un’ottima dieta antigelo”.

 

CUNEO, L’ATTIVISMO DEI PENSIONATI PROTAGONISTA SUL TERRITORIO 

Sono oltre 28.000 i cuneesi che, pur avendo maturato il diritto alla pensione, restano protagonisti attivi nelle aziende agricole di Coldiretti dando un contributo importantissimo alla crescita dell’agricoltura nella Granda.

Secondo una recente indagine Ixè commissionata dal Patronato EPACA di Coldiretti, in più di un’impresa agricola su quattro lavorano in modo continuativo oppure occasionale degli ultrasettantenni che, con la loro esperienza, arricchiscono di insegnamenti utili le giovani generazioni chiamate a prendere in mano le redini dell’agricoltura di domani.

Il loro è un bagaglio di valori insostituibile e irrinunciabile: secondo il 69% degli intervistati nell’indagine EPACA-Ixè, gli anziani sono ambasciatori di cultura contadina, secondo il 64% insegnano e danno consigli su come lavorare la terra e allevare gli animali. Gli stessi pensionati delle nostre campagne – il 69% tra gli over 65 intervistati – sentono di avere un ruolo rilevante.

E proprio l’attivismo dei “senior” è al centro dei nuovi incontri organizzati sul territorio provinciale dall’Associazione Pensionati Coldiretti Cuneo, aperti a tutti i pensionati e soci Coldiretti.

Si discuterà principalmente di cambio generazionale con analisi e riflessioni su PSR tra passato e futuro, gestione del patrimonio aziendale (testamento, eredità, successioni) e coperture assicurative in un contesto di passaggio aziendale.

Si inizia oggi, mercoledì 15 gennaio a Cuneo, si prosegue venerdì 17 gennaio a Mondovì in un incontro rivolto alle Zone di Ceva e Mondovì, poi mercoledì 22 gennaio a Saluzzo. Venerdì 24 gennaio sarà la volta di Alba e si chiuderà mercoledì 29 gennaio a Cherasco con un incontro dedicato alle Zone di Bra, Fossano e Savigliano.

 

CAMPANIA, A SCUOLA DI OLIO EVO, PRIMI VINCITORI AL CAVALCANTI DI NAPOLI 

Il primo team finalista regionale per il progetto “A Scuola di Olio Evo”, organizzato da Coldiretti e Aprol Campania, si è diplomato questa mattina all’Istituto Alberghiero Cavalcanti di Napoli. All’Istituto superiore di San Giovanni a Teduccio. Dopo una straordinaria gara di cucina con abbinamento di olio extravergine di oliva, vince la squadra composta dagli studenti Luca Pietropaolo, Daniele Lauro, Mario De Luca, Carmine Scialò, che hanno presentato alla giuria una Millefoglie di baccalà e carciofo abbinato con Olio Evo Cilento Dop dell’azienda agricola Monzo (Casalvelino, Salerno). Gli altri piatti presentati in gara sono stati: filetto di spigola su letto di patate e pomodorini abbinato con Olio Evo dell’azienda Galano (Sorrento, Napoli); crema di Zucca con crostini abbinata con Olio Evo Sacrum Ortice dell’azienda de Martini Sas (Fragneto l’Abate, Benevento); zuppetta con baccalà alla frantoiana abbinata con Olio Evo Dop Irpinia del frantoio FAM (Venticano, Avellino); caprese abbinata con Olio Koinè dell’azienda agricola Cipriano (Piedimonte Matese, Caserta). Gli altri studenti partecipanti sono stati Ylenia Meilak, Antonio Paradiso, Mario Bachetti, Augusto Esposito, Piero Rota, Giuseppina Versi, Vincenzo Esposito, Emanuele Paparo, Luigi Finiello, Giovanni D’Errico, Sara Di Marzo, Dario Raiola, Giovanna Fiume, Francesco Nocerino, Antonio Onesto, Salvatore Basso, Sara Maione, Lucia Morra, Simone Amoroso, Miriam Plini.

“A Scuola di Olio Evo” è dedicata agli Istituti Alberghieri della Campania, grazie al protocollo d’intesa tra Coldiretti Campania e Ufficio Scolastico Regionale. La prossima tappa dal 20 al 22 gennaio il De Gruttula di Ariano Irpino (Avellino), dal 27 al 29 gennaio Le Streghe di Benevento, dal 3 al 5 febbraio il Marconi di Vairano (Caserta), dal 10 al 12 febbraio al Virtuoso di Salerno. Il corso è diretto e curato dalla capo panel Maria Luisa Ambrosino. Ogni team vincitore concorrerà alla finale regionale.

L’obiettivo del progetto di Coldiretti e Aprol Campania è far crescere la cultura della qualità. Il percorso di degustazione guidato dura tre giorni, di cui due dedicati alla scoperta del processo produttivo, della degustazione e delle tecniche di conservazione. La terza giornata si conclude con una gara di cucina tra gli studenti, suddivisi in squadre, proponendo un piatto in abbinamento ad un olio extravergine regionale: fruttato leggero, medio o intenso.

Ai primi vincitori gli auguri del presidente e del coordinatore di Aprol Campania, Francesco Acampora e Roberto Mazzei, e del presidente e del direttore di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello e Salvatore Loffreda.

 

VERONA, RECORD DI FATTORIE SOCIALI ISCRITTE AL REGISTRO REGIONALE                                                                                                                                 

Buone notizie per le fattorie sociali, ovvero quelle aziende che hanno sperimentato una nuova frontiera dell’agricoltura multifunzionale come accoglienza, inclusione, inserimento di persone in difficoltà. A fronte di un contesto che segnala presenze in crescita di nuove povertà, disagio minorile con frequenti casi di bullismo ed emergenze familiari, la Regione Veneto risponde inserendo le aziende solidali nella programmazione sanitaria riconoscendone l’importanza strategica nel terzo settore assistenziale.

L’emendamento presentato dall’Assessore alla sanità Manuela Lanzarin e votato ieri all’unanimità dal Consiglio regionale soddisfa Coldiretti che negli ultimi anni ha sostenuto con azioni e attività formativa centinaia di operatori agricoli vocati ai servizi verso l’altro. “Il Veneto primo in Italia per aver legiferato sull’agricoltura sociale – precisa Coldiretti Verona – ha istituito un albo professionale al quale fa riferimento un grande potenziale di imprese. Il provvedimento odierno colma un vuoto sulla legalità di alcuni servizi rivolti in particolare a soggetti deboli, svantaggiati, carcerati e diversamente abili”.

Per l’operatività ufficiale occorre attendere l’istituzione di un tavolo tecnico al fine di discutere le modalità e i criteri atti ad evidenziare le caratteristiche uniche del settore primario. Coldiretti vede positivamente il dialogo tra le varie materie coinvolte come lavoro, sociale, salute, agricoltura ritenendole tutte insieme una delle espressioni di una politica d’avanguardia. Bene, inoltre per Coldiretti, il coinvolgimento dell’Anci in rappresentanza delle amministrazioni comunali che per prime intercettano le esigenze delle famiglie e dei cittadini.                                                                                                                        

Verona detiene il record di fattorie sociali iscritte al registro regionale, sette su 26, ma ci sono altre imprese agricole che stanno avviando l’istruttoria per essere riconosciute come tali.

 

Appuntamenti

 

FERRARA: GIOVANI IMPRESA: INCONTRO TECNICO SULL’INFESTANTE “CIPOLLINO”

Sabato 18 gennaio

È in programma per sabato 18 gennaio alle 10:00 presso la Sala della Cultura di Mesola un incontro tecnico organizzato da Coldiretti Giovani Impresa, sulla problematica della repentina proliferazione sui terreni del basso ferrarese del Cyperus, comunemente chiamato “cipollino”, un infestante rizomatosa che sta arrecando parecchi danni alle coltivazioni di un territorio che vede negli ortaggi, quali carote, radicchio, asparagi, patate, il proprio punto di eccellenza.

“Come Giovani Impresa di Ferrara – ricorda il delegato provinciale degli under 30 di Coldiretti, Filippo Pallara – ci stiamo impegnando per costruire un percorso di crescita per i giovani imprenditori, sviluppando alcuni temi che passano sia da momenti di confronto interno sulle problematiche più specifiche di noi giovani, sia da altri spunti di approfondimento che toccano tutte le imprese agricole. Abbiamo affrontato nei mesi scorsi le problematiche del settore ortofrutticolo, della digitalizzazione delle imprese, al come fare rete, abbiamo partecipato al Villaggio Coldiretti a Bologna, ed ora desideriamo affrontare un tema molto particolare, che riguarda in particolare il basso ferrarese e che rischia di mettere in crisi l’orticoltura di questo territorio. Tutte le imprese agricole interessate sono invitate a partecipare per acquisire conoscenze e fare tesoro di esperienze maturate ad alto livello”.

Il convegno vedrà come relatori il dott. Marco Milan del Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Torino, coadiuvato dal dott. Tiziano Pozzi esperto in campi sperimentali e saggi di prova in campo.

Il dott. Milan insieme al proprio staff da anni sta facendo ricerca e sperimentazione sulle tecniche di controllo del Cyperus, infestante particolarmente diffusa anche nei terreni umidi delle risaie del Vercellese e Pavia.

 

AREZZO: COLDIRETTI AREZZO PRESENTE AGLI OSCAR DELLA CREATIVITA’ GREEN

Venerdì 17 gennaio 

Non solo fuga all’estero, i giovani cervelli che restano in Italia sono una realtà da primato nell’inventarsi il lavoro come dimostrano le straordinarie innovazioni per il 2020 nate dall’ingegno delle nuove generazioni che saranno presentate per la prima volta venerdì 17 gennaio all’Oscar Green, il salone della creatività Made in Italy. L’appuntamento è dalle ore 9,00 in via XXIV Maggio 43 al Centro Congressi Rospigliosi a Roma dove giungeranno centinaia di ragazzi da tutta Italia.

Presente anche la Coldiretti di Arezzo con Francesca Lombardi, Delegato Provinciale di Coldiretti Giovani Impresa “Quella dell’Oscar Green è una grande opportunità per le giovani imprese agricole che hanno la possibilità di mostrare il meglio delle loro competenze attraverso il concorso messo in atto dal nostro sistema nazionale – commenta Francesca Lombardi – anche nella nostra provincia negli ultimi anni abbiamo avuto riconoscimenti significativi, a partire da chi ha puntato tutto sul web e sui social quando ancora nessuno lo faceva e chi ha scelto di fare della “sostenibilità”, la sua missione quotidiana. In provincia di Arezzo abbiamo molte aziende che partendo dalla tradizione, dalla terra, dal cibo e dalla cultura contadina hanno dato vita ad un’impresa innovativa, solidale, attenta all’ambiente e rispettosa delle comunità alle quali si rivolgono. Questo premio, dunque, non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza per tanti che desiderano investire il proprio futuro in agricoltura”.

Sarà possibile toccare con mano le invenzioni delle nuove start up, scelte dopo una lunga selezione territoriale, destinate a portare profondi cambiamenti nell’alimentazione quotidiana ma anche nei più diversi ambiti, dall’ambiente all’energia, dalla salute alla moda. Una testimonianza tangibile dell’eccezionale talento dei nuovi imprenditori che con coraggio e passione sfidano la crisi creandosi il lavoro.

All’appuntamento ci saranno tra gli altri Teresa Bellanova (Ministro delle Politiche Agricole) e Vincenzo Spadafora (Ministro delle Politiche giovanili e dello Sport) assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini e alla delegata nazionale dei giovani agricoltori Veronica Barbati.

Per l’occasione sarà presentata la prima indagine Coldiretti-Ixe’ sulla “Svolta green delle nuove generazioni” che fotografa il profondo cambiamento nelle abitudini dei giovani italiani con un focus dedicato allo storico ritorno alla terra che non avveniva dalla rivoluzione industriale.

“Siamo da sempre a fianco dei giovani che intendono investire in agricoltura – spiega Lidia Castellucci Presidente di Coldiretti Arezzo – il 23 gennaio prossimo, incontreremo presso la nostra sede provinciale tanti ragazzi che sono interessati ad avviare un’impresa agricola e con loro parleremo del bando ”Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori” pubblicato dalla Regione Toscana nell’ambito del PSR 2014-2020, finalizzato a promuovere il ricambio generazionale con l’obiettivo di aumentare la redditività e competitività del settore agricolo attraverso l’insediamento di giovani agricoltori, fornendo loro, insieme ai nostri tecnici, le migliori linee guida per concretizzare il proprio sogno”.

 

MANTOVA: TERRANOSTRA, IL CORSO AL “CARANTANI” PER I DIPENDENTI IN AGRITURISMO

Da lunedì 20 a mercoledì 22 gennaio

L’Istituto Adamo Carantani, ente di formazione professionale per aziende agricole e cittadini, organizza per i dipendenti addetti all’agriturismo un corso in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’appuntamento è per i giorni 20, 21 e 22 gennaio nella sede dell’istituto a Mantova (via Pietro Verri, 33, località Boma, Mantova) e il corso è aperto a tutte le sigle sindacali agricole e professionali. Per informazioni: Per informazioni, Claudia Boni, segreteria Istituto Carantani: 0376/375426, claudia.boni@coldiretti.it.

 “Le normative sempre più stringenti, la maggiore consapevolezza della necessità di formazione dei titolari e dipendenti, una rete di controlli incrociati sempre più puntuale e il crescente sviluppo di tale attività connessa all’azienda agricola, hanno fatto evolvere negli anni l’esigenza di creare percorsi di formazione qualificati e specifici anche per il comparto agrituristico, a partire dalla sicurezza sui luoghi di lavoro”, dichiara Claudio Piva, direttore dell’Istituto Carantani.

Il programma prevede la trattazione di argomenti specifici per le mansioni svolte dai dipendenti degli agriturismi, dal lavapiatti alla segreteria, dal cameriere in sala all’addetto alle pulizie, all’aiuto cuoco.

Il corso risponde ad un obbligo di legge dei datori di lavoro e dei lavoratori dipendenti e, inoltre, adempie ad un requisito sempre più richiesto dagli organi di controllo (Inps, Ats Valpadana, Ispettorato del Lavoro) in sede di accertamento dell’attività di impresa.

Mantova, con 236 strutture, è la seconda provincia della Lombardia dopo Brescia per numero di agriturismi, ricorda Terranostra Mantova, l’associazione degli agriturismi legati a Coldiretti.

 

CATANZARO: INIZIATIVA A SOSTEGNO DEL DOTT. GRATTERI E DELLE FORZE DELL’ORDINE

Sabato 18 gennaio 

Dopo aver partecipato alla manifestazione di Vibo Valentia dello scorso 24 dicembre di sostegno alla magistratura e alle forze dell’ordine Coldiretti Calabria annuncia l’adesione alla manifestazione di sabato 18 gennaio p.v. promossa davanti agli uffici della Procura di Catanzaro, a sostegno dell’azione del Procuratore Nicola Gratteri, dei suoi stretti collaboratori e delle forze dell’ordine.  Parteciperemo-  continua Coldiretti– perché siamo convinti che una primavera di rinascita e riscatto etico e morale per la Calabria è possibile anche attraverso una forte testimonianza di impegno e responsabilità nelle associazioni e nelle Istituzioni. I tentacoli criminali si infiltrano nel tessuto economico e – prosegue – per l’enorme capacità di denaro, si allungano anche sui campi per un business anche nella filiera del cibo che va dalla produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita soffocando inevitabilmente l’imprenditoria agricola e agroalimentare onesta e virtuosa. 

 

MASSA CARRARA: FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE, PATRONO DEGLI ANIMALI

Domenica 19 gennaio

Una famiglia apuana su tre ospita in casa almeno uno o più animali da compagnia, che in molti casi diventano veri e propri componenti del nucleo familiare, tanto da rinunciare a uscire la sera o ad andare in vacanza per non lasciarli soli o permettere loro addirittura di dormire nella camera da letto. È quanto emerge dal dossier di Coldiretti Massa Carrara in vista della tradizionale ricorrenza della Festa di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, che viene celebrata domenica 19 gennaio al Santuario della Madonna dei Quercioli a Massa (Ms). Sarà il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci insieme al parroco Mario Amadi a celebrare la Santa Messa (ore 10.00) e benedire gli animali da compagnia (ore 11.00) nel parco all’esterno del Santuario. Come ogni anno alla tradizionale ricorrenza sono attesi centinaia di amici animali con i loro patroni: cani e gatti ma anche pappagalli, pesciolini, galline, conigli, pecore, asini e capre. E come ogni anno ad accompagnare la festa ci sarà uno speciale mercato straordinario di Campagna Amica con i principali prodotti del paniere agroalimentare apuo-lunigianese. La festa è organizzata dal Consiglio Parrocchiale del Santuario in collaborazione con Coldiretti. “Il ruolo degli animali nella storia dell’umanità e nella nostra quotidianità è insostituibile. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara – Sono compagni straordinari nella vita e compagni di lavoro indispensabili in ambito agricolo. Questa celebrazione, soprattutto in un momento difficile come questo di fragilità del comparto zootecnico, è una rappresentazione devozionale nei confronti del Santo Patrono, che significa anche la conferma della nostra testimonianza a favore dell’ambiente e del territorio. In effetti gli animali custoditi negli allevamenti italiani – continua – rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali”.

Secondo gli ultimi dati disponibili sono oltre 14 milioni i cani e i gatti in Italia, ai quali si aggiungono 3 milioni di conigli e tartarughe, 13 milioni di uccelli e 30 milioni di pesci. Il 19,3% delle famiglie italiane possiede un solo animale, mentre il 7,1% ne ospita due, il 3,7% ne ha tre e nel 2,3% dei casi ce ne sono addirittura quattro o più. Il mantenimento di un animale ha un costo che in oltre la metà delle famiglie (57,7%) è sotto i 50 euro al mese, mentre in un altro 31,4% si colloca tra i 51 e i 100 euro al mese. L’8,1% degli italiani arriva a spendere fino a 200 euro, un 2,2% a 300 e uno 0,6% si spinge addirittura oltre. Un ruolo importante quello degli animali che all’interno della società è cresciuto ed è stato anche riconosciuto a livello giuridico da norme e regolamenti come la legge sull’agricoltura sociale fortemente sostenuta dalla Coldiretti che valorizza gli effetti positivi della pet-therapy, entrata prepotentemente tra le nuove attività previste. Un’attività che la Coldiretti sostiene attraverso l’iniziativa educazione alla Campagna Amica che coinvolge oltre centomila alunni delle scuole.

 

VENETO: A ROMA PER L’OSCAR GREEN CONTADINI NUOVI INFLUENCER

Venerdì 17 gennaio 

A pochi giorni dall’apertura del nuovo bando del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto, i giovani di Coldiretti, in rappresentanza dei neo imprenditori agricoli interverranno al meeting degli under 30 in programma a Roma nella sede di Palazzo Rospigliosi Venerdi 17 gennaio alle ore 9.30. Con l’occasione saranno presentate le massime espressioni dell’innicazione in agricoltura con esempi provenienti da tutta Italia. L’appuntamento prevede anche le premiazioni dei finalisti del concorso Oscar Green, il trofeo che Coldiretti dedica alla creatività green. “La campagna attrae sempre piu’ le nuove generazioni – spiega Alex Vantini delegato regionale – i nuovi contadini sono tecnologici, digitali, guidano astroaziende e sanno combinare le attività aziendali con i social cosi che un mestiere antico come questo affascina ancora migliaia di schiere di ragazzi e ragazze veri talenti in campo e abili nella comunicazione di rete. Penso al profilo del bellunese Simone Bazzali di Sospirolo che coinvolge le sue galline in video messaggi seguiti da followers da ogni parte: forse la tendenza ora non è piu’ solo cinguettare in twitter ma fare anche coccodè in instagram”.

 

VARESE :SANT’ANTONIO ABATE: ALLA MOTTA IL FALÒ, MA FESTA IN TUTTA LA PROVINCIA

Giovedì 16 e venerdì 17 gennaio 

Una ricorrenza cara al mondo agricolo, ma non solo. La festa di Sant’Antonio Abate, infatti, è entrata da tempo immemorabile nel cuore dei varesini che ne mantengono intatte le tradizioni, come quella del falò. E così anche domani sera, la città Varese attende per domani l’inizio delle celebrazioni dedicate a Sant’Antonio Abate nella chiesa a lui dedicata.

Il tradizionale “falò” della Motta è uno degli eventi più importanti e noti tra le celebrazioni in onore del santo nato in Egitto, che si susseguono in tutta Italia: la ricorrenza cade il 17 gennaio, ma a Varese il calendario degli eventi inizia domani (giovedì 16) con la prima Messa alle 10.30 e la benedizione delle candele, seguita alle 21 dall’accensione del falò di Sant’Antonio alla presenza delle autorità cittadine.

Giovedì 17, nel giorno dedicato al Santo, il programma è ancora più intenso: messa alle 8, 9, 10 e 18, oltre alla celebrazione eucaristica solenne delle ore 11 alla quale farà seguito (intorno a mezzogiorno) la Benedizione degli animali e dei Pani e il lancio dei palloncini.

“E’ una festa che ogni paese rurale, dalle Prealpi alla pianura, vivrà con la Messa e la partecipazione degli agricoltori, con i loro mezzi agricoli e i loro animali” dice il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori.

Agricoltori e allevatori si ritroveranno quindi nei rispettivi paesi e parrocchie per celebrare una festa di antica origine e ancor oggi celebrata come un tratto d’unione tra le generazioni che operano nel settore primario: molte, infatti, sono le chiese dedicate a Sant’Antonio Abate in tutta la provincia, da Olgiate Olona a Saronno, da Gallarate a Cuasso al Monte, e ancora Busto Arsizio, Sesto Calende, Ferno, ecc.                                                                                                      

L’iconografia raffigura sempre un porcello munito di campanella a fianco del santo egiziano: la leggenda vuole che il porcellino sia stato “complice“nell’aiutare Sant’Antonio a rubare il fuoco degli inferi per donarlo al popolo, che soffriva il freddo.

La storia, invece, ricorda che i canonici di Sant’Antonio avevano ottenuto il permesso di allevare i maiali all’interno de centri abitati: il grasso di maiale era infatti utilizzato come emolliente per le piaghe provocate dal “fuoco di S. Antonio”, che l’ordine curava negli hospitii od ospedali che era deputato a gestire.

L’Ordine antoniano lasciò, dunque, traccia del suo passaggio attraverso una serie pressoché infinita di ospedali (tutt’oggi dedicati al Santo) presenti anche sul territorio della nostra provincia.

 

COMO-LECCO: SANT’ANTONIO ABATE, NEL LARIO SI FESTEGGIA IL “PATRONO RURALE”

Venerdì 17 gennaio 

Anche nelle province di Como e Lecco l’agricoltura è in festa per Sant’Antonio Abate, che si celebra dopodomani (venerdì 17 gennaio): e ciò non solo nei luoghi dove sorgono chiese dedicate al Santo, come Cantù, Bellagio, Parlasco, Vezio di Perledo o Valmadrera, ma in tutte le parrocchie che domani, in tutto il comprensorio lariano, celebreranno la memoria del protettore delle campagne, dell’agricoltura e degli animali.

FESTA RURALE TRA CAMPAGNA E CITTA’

Le tradizioni legate alla festa sono molte: la benedizione degli animali, dei pani, delle campanelle, l’accensione dei grandi falò nei paesi e, un tempo, nelle cascine più grandi, nonché manifestazioni come la tradizionale Fiera di Sant’Antonio che si svolge ogni anno a Crevenna di Erba: la tradizionale iconografia di Sant’Antonio Abate, lo presenta sempre con un piccolo maialino e una campanella al suo fianco, da qui la tradizione).

In ogni caso, l’occasione vuol essere una giornata speciale, per festeggiare l’agricoltura e gli animali di fattoria, ma anche quelli d’affezione presenti nelle case dei cittadini.

Non si tratta di una festa solo italiana o lombarda, ma di carattere molto più ampio e molto sentita nel confinante Canton Ticino, dove si contano moltissime chiese dedicate al Santo.

“La festa di Sant’Antonio Abate – sottolinea il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi – è altresì utile a comprendere l’importanza del lavoro degli allevatori nel preservare la biodiversità, salvando quelle razze animali che, altrimenti, rischierebbero l’estinzione: tra esse ci sono anche le capre di razza Verzaschese e di Livo, identitarie di un patrimonio zootecnico di grande tradizione che contraddistingue le terre lariane, risorse preziose per il territorio, il cui allevamento va tutelato per continuare una tradizione che affonda nei secoli le proprie radici”.

SANT’ANTONIO ABATE

Non a Como, ma a Coma, in Egitto: è qui che nacque il protettore delle campagne, si presume nell’anno 251. Sant’Antonio, racconta la tradizione, distribuì ai poveri la cospicua eredità paterna e intraprese una vita di riflessione come eremita.

 

CALABRIA, IL DIRETTORE GENERALE DELL’ANBI INCONTRA I CONSORZI CALABRESI

Giovedì 16 gennaio 

Promosso dall’Anbi (Associazione Nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) insieme a Coldiretti Calabria, si terrà domani 16 gennaio alle ore 17.00 al Miramare Palace Hotel a Trebisacce (CS) un meeting su:”Sostenibilità ambientale, sociale ed economica nel tempo dei cambiamenti climatici. Il ruolo dei Consorzi di Bonifica e le opportunità per la Calabria”. Questo è il primo degli incontri che il Direttore Generale dell’Anbi Massimo Gargano svolgerà in Calabria con i Consorzi di Bonifica. In questa prima tornata incontrerà dirigenti e amministratori dei Consorzi della Provincia di Cosenza che hanno rispettivamente sede a Cosenza (bacini Meridionali del Cosentino), Trebisacce (Bacini dello Ionio Cosentino), Mormanno (bacini Settentrionali del Cosentino) e Scalea (Bacini del Tirreno Cosentino già valle Lao). Sono incontri operativi molto attesi per confermare la capacità progettuale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione che sempre di più vogliono sviluppare cultura ed azioni per la prevenzione dalle calamità naturali. Occorre superare la logica degli stati d’emergenza con una grande azione collettiva fatta di politiche di prevenzione dalle calamità naturali oggi accentuate dai cambiamenti climatici. Il programma prevede gli interventi di: Marsio Blaiotta presidente Anbi Calabria, Franco Aceto presidente Coldiretti Calabria e dei Direttori dei Consorzi Maria De Filpo e Rocco Leonetti. Concluderà i lavori Massimo Gargano DG Anbi Nazionale. 

 

Brevi

PIEMONTE – Evento “Polvere di latte – Esperienze di futuro verso il 2030” – Lunedi’ 20 gennaio 2020 ore 10:00 – Hotel NH, Torino centro.