COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 14 gennaio 2020

14 Gennaio 2020
News La Forza del Territorio del 14 gennaio 2020

Primo piano

VENETO

FATTORIE SOCIALI NELL’ ORDINAMENTO SANITARIO

La Regione pioniere dell’economia solidale nella programmazione sanitaria                                                                       

Buone notizie per le fattorie sociali, ovvero quelle aziende che hanno sperimentato una nuova frontiera dell’agricoltura multifunzionale come accoglienza, inclusione, inserimento di persone in difficoltà. A fronte di un contesto che segnala presenze in crescita di nuove povertà, disagio minorile con frequenti casi di bullismo ed emergenze familiari, la Regione Veneto risponde inserendo le aziende solidali nella programmazione sanitaria riconoscendone l’importanza strategica nel terzo settore assistenziale.

L’emendamento presentato dall’Assessore alla sanità Manuela Lanzarin e votato oggi all’unanimità dal Consiglio regionale soddisfa Coldiretti che negli ultimi anni ha sostenuto con azioni e attività formativa centinaia di operatori agricoli vocati ai servizi verso l’altro.

“Il Veneto primo in Italia per aver legiferato sull’agricoltura sociale – spiega Coldiretti – ha istituito un albo professionale al quale fa riferimento un grande potenziale di imprese. Il provvedimento odierno colma un vuoto sulla legalità di alcuni servizi rivolti in particolare a soggetti deboli, svantaggiati, carcerati e diversamente abili”.

Per l’operatività ufficiale occorre attendere l’istituzione di un tavolo tecnico al fine di discutere le modalità e i criteri atti ad evidenziare le caratteristiche uniche del settore primario. Coldiretti vede positivamente il dialogo tra le varie materie coinvolte come lavoro, sociale, salute, agricoltura ritenendole tutte insieme una delle espressioni di una politica d’avanguardia.

Bene, inoltre per Coldiretti, il coinvolgimento dell’Anci in rappresentanza delle amministrazioni comunali che per prime intercettano le esigenze delle famiglie

Dal territorio

PUGLIA, SMOG: IN COMUNI PUGLIESI VERDE PUBBLICO -1%; SOLO BARI SUPERA 2% 

E’ allarme smog nelle città, dove in Puglia a peggiorare la condizione di inquinamento è la scarsità di aree verdi, con Barletta che registra una percentuale di verde pubblico dello 0,2%, Foggia, Andria e Brindisi dello 0,3%, Lecce e Trani dello 0,4%, Taranto inferiore all’1%, solo Bari supera il 2%. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia che segnala come in molte città della Puglia la dotazione di verde pro capite non superi i 10 metri quadrati per abitante, secondo i dati ISPRA, con il valore più basso registrato a Barletta pari a 3,9 metri quadri per abitante.

“In quest’ottica abbiamo accolto senza indugio l’invito del Comune di Bari di prendere in custodia una delle rotatorie cittadine, dove abbiamo piantumato ulivi e melograni, in modo da abbellire e al contempo regalare uno spazio verde ai cittadini”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Intanto, da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione dell’allargarsi dell’emergenza smog con lo stop diffuso in molti capoluoghi, è merso che più di 7 cittadini su dieci (72%) sono disposti a rinunciare o a ridurre drasticamente l’utilizzo dell’auto per tutelare l’ambiente, diminuire il livello di inquinamento nelle città e migliorare la qualità della vita.

A favorire lo smog nelle città – sottolinea la Coldiretti – è, infatti, un inverno senza pioggia, con l’ultimo mese di dicembre che è risultato il secondo più caldo dal 1800 e una temperatura superiore addirittura di 1,9 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento 1981-2010, combinato al traffico e alla ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi.

Non si può però continuare a rincorrere le emergenze, ma – continua la Coldiretti – bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato sperimentando anche nuove soluzione innovative come i giardini e gli orti verticali. Una pianta adulta – precisa la Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.

In Italia però – aggiunge la Coldiretti – ogni abitante dispone in media nei capoluoghi di provincia di appena 31 metri quadrati di verde urbano, e la situazione peggiora per le metropoli con valori che vanno dai 6,3 di Genova ai 15,9 a Roma, dai 17,9 di Milano ai 22 di Torino fino ai 29 metri quadrati a Bologna.

In questo contesto è positiva la conferma il manovra per il 2019 del bonus verde fortemente sostenuta dalla Coldiretti che prevede attualmente una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.

 

MARCHE, AGRICOLTURA E STAGIONALITÀ, BOOM DEL FRESCO NEL CARRELLO: +6,5%

 La crescente attenzione per l’ambiente. Ma anche per l’alimentazione. Nel carrello dei marchigiani vince sempre di più la stagionalità grazie a una maggior attenzione al cibo, meglio se a chilometro zero e acquistato direttamente dagli agricoltori che fanno la vendita diretta. Lo afferma Coldiretti Marche nel commentare il Rapporto Coop 2019 che mette in evidenza un aumento del settore del fresco rispetto all’intero comparto alimentare. Volano le vendite nelle Marche che hanno registrato un aumento del 6,5% nel primo semestre 2019 rispetto a un anno prima. Quella marchigiana è una delle migliori performance italiane, dietro solo a Basilicata, Abruzzo e Sardegna. In termini di incidenza sulle vendite il primato assoluto va a frutta e verdura che rappresentano quasi il 30% del totale, seguite da macelleria e polleria (21,9%), formaggi (17,0%) e salumi (15,5%). Un fenomeno legato alla dieta alimentare e ai nuovi trend nutrizionali che premiamo frutta e verdura. Nelle Marche, secondo una rielaborazione Coldiretti su dati Istat, la percentuale delle persone che mangiano almeno una volta al giorno frutta o verdura è aumentata: il 57% mangia almeno un frutto al giorno (era il 56% nel 2009) mentre il 48% fa altrettanto con la verdura (45% nel 2009). “Le buone abitudini a tavola si incontrano con le buone pratiche di produzione tipiche degli agricoltori dei mercati di Campagna Amica – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Appuntamenti di economia e socialità che stanno prendendo sempre più piede nelle nostre città in virtù del loro essere garanzia di qualità, salubrità e di tutela ambientale”.

 

ALESSANDRIA, SMOG: NUOVA ALLERTA, 7 SU 10 SENZA AUTO PER TUTELARE L’AMBIENTE 

Si allarga l’emergenza smog e più di sette persone su dieci (72%, indagine Coldiretti/Ixe’) sono disposte a rinunciare o a ridurre drasticamente l’utilizzo dell’auto per tutelare l’ambiente, diminuire il livello di inquinamento nelle città e migliorare la qualità della vita.

In base del “Protocollo operativo per l’attuazione delle misure urgenti antismog” Alessandria, Tortona, Novi e Casale si trovano posizionate al 1° livello di allerta, quello arancio, da oggi sino a giovedì 16 gennaio 2020 compreso, giorno in cui è in programma il prossimo controllo da parte di ARPA Piemonte.

“La disponibilità della maggioranza dei cittadini verso una misura che crea comunque dei disagi a chi deve recarsi al lavoro è l’indice – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Banco – di una nuova sensibilità verso le tematiche della sostenibilità e della lotta ai cambiamenti climatici”.

A favorire lo smog nelle città è un inverno senza pioggia, con l’ultimo mese di dicembre che è risultato il secondo più caldo dal 1800 e una temperatura superiore addirittura di 1,9 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento 1981-2010, combinato al traffico e alla ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi.

“A favorire lo smog – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi con effetti rilevanti sull’ambiente dove sono stati sconvolti i normali cicli stagionali con le viole sbocciate nei prati e agricoltori che hanno raccolto broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente”.

Non si può quindi continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.

“La situazione è grave. Basti pensare che negli ultimi venti anni è sparita una pianta da frutto su quattro con un gravissimo danno produttivo ed ambientale per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10. – concludono Bianco e Rampazzo –  Non a caso recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento. Le emissioni inquinanti, infatti, se non verranno ridotte entro la fine del secolo, potrebbero causare un calo del 20% della produzione di grano, del 40% di quella della soia e addirittura del 50% di quella del mais”.

PUGLIA, INFLUENZA: AUMENTANO CASI A GENNAIO; PIU’ COLPITI BAMBINI TRA 5 E 14 ANNI 

Cresciuti i casi di influenza in Puglia con un tasso di incidenza maggiore per i bambini tra i 5 e i 14 anni e con particolare intensità in provincia di Foggia con una percentuale superiore al 15% degli assistiti in cura. E’ quanto riferisce Coldiretti Puglia, sulla base dei dati InfluNet, sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinata dal Ministero della Salute.

“In Puglia risulta superiore alla media nazionale la copertura vaccinale antinfluenzale secondo l’Osservatorio Passi dell’Istituto Superiore di Sanità che va accompagnata da una alimentazione adeguata, con l’aumento delle calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola soprattutto zuppe, verdure, legumi e frutta, perché aiutano a rafforzare, con l’apporto di vitamine, le difese immunitarie dal rischio dell’insorgenza dell’influenza”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Per combattere l’epidemia – evidenzia la Coldiretti – oltre alle normali regole di igiene e ai farmaci in caso di necessità, anche la tavola gioca un ruolo strategico: oltre a frutta a verdura ricca di antiossidanti non devono mancare – continua la Coldiretti – latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione.  Con la discesa del termometro arriva anche il “permesso” ad aumentare le calorie consumate in relazione ad attività, sesso, età e necessità personali. Fondamentale – sottolinea la Coldiretti – è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A (spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente) perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti che sono di grande aiuto per combattere le conseguenze dello stress del cambio di stagione sull’organismo.

“Il succo di agrumi e melegrane – aggiunge Muraglia – e i legumi come lenticchie, ceci e cicerchie sono i migliori rimedi naturali contro le malattie stagionali. Dato che ad essere i più colpiti sono proprio i bambini, sane e corrette abitudini alimentari devono diffondersi nelle famiglie che già hanno aumentato il ricorso alle vaschette di frutta già tagliata e sbucciata, pronta all’uso senza doversi “sporcare le mani” e da gustare come snack rompi-digiuno durante la giornata o come risparmia-tempo. Tutti gli agrumi sono ricchi di vitamine, innanzi tutto quelle dei gruppi C e P, i legumi sono una fonte preziosa di proteine e sali minerali come ferro e calcio, ma il più gettonato al momento resta il succo di melegrane”, conclude il presidente Muraglia.

Nella dieta – prosegue la Coldiretti – non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali. Per la frutta – evidenzia la Coldiretti – di grande importanza per il grande contenuto di vitamina C, è il consumo di frutta di stagione come i kiwi, clementine e arance rigorosamente italiane per evitare che i trasporti ne riducano il contenuto vitaminico. Va anche ricordato che in un soggetto normale l’assunzione di proteine deve essere compresa tra 0,8- 1,3 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per cui – conclude la Coldiretti – una corretta dose di carne nella dieta non può fare che bene.

PIEMONTE, SMOG: OK STOP AUTO MA SERVONO INTERVENTI STRUTTURALI 

Più di sette italiani su dieci (72%) sono disposti a rinunciare o a ridurre drasticamente l’utilizzo dell’auto per tutelare l’ambiente, diminuire il livello di inquinamento nelle città e migliorare la qualità della vita. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione dell’allargarsi dell’emergenza smog con lo stop diffuso in molti capoluoghi da Roma, dove scatta il blocco alla circolazione per tutti i veicoli diesel a Torino fino all’Emilia Romagna. Ancora una settimana da bollino rosso per lo smog a Torino, infatti, dove le limitazioni del traffico in vigore in questi giorni sono state confermate fino a giovedì 16 gennaio compreso.

A favorire lo smog nelle città è un inverno senza pioggia, con l’ultimo mese di dicembre che è risultato il secondo più caldo dal 1800 e una temperatura superiore addirittura di 1,9 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento 1981-2010, combinato al traffico e alla ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi.

“A Torino ogni abitante dispone di appena 22 metri quadrati di verde urbano e questo problema è diffuso soprattutto nelle metropoli del nord Italia a causa delle sempre più scarse piogge – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Assistiamo ormai da tempo ai continui cambiamenti climatici per cui non possiamo più rincorrere solo le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato che concorre a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. Una pianta adulta, infatti, è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. In questo contesto è positiva la conferma il manovra per il 2019 del bonus verde fortemente sostenuta dalla Coldiretti – continuano Moncalvo e Rivarossa – che prevede detrazioni del 36% per la cura di terrazzi e giardini, sia privati sia condominiali. Oltretutto offre anche un importante sostegno al settore florovivaistico Made in Piemonte che genera una produzione lorda vendibile di oltre 130 milioni di euro di cui con più di 1100 imprese diffuse sul territorio, una superficie complessiva di 1300 ettari, una produzione di piante ornamentali di oltre 10 milioni ed un totale di circa 3500 addetti”.

 

PUGLIA, XYLELLA: SERVE STRETTA SU PIANO RIGENERAZIONE SALENTO 

Serve una stretta sul Piano di rigenerazione del Salento che deve essere discusso in Conferenza Stato – Regioni il 16 gennaio prossimo. E’ quanto dichiara Coldiretti Puglia che ritiene inopportuna e dannosa ogni ipotesi di slittamento della discussione del Piano di riparto dei 300 milioni di euro che consentiranno alla più grande fabbrica green del Sud Italia di ricominciare a lavorare e a produrre dopo 6 anni di attesa.

“Il Piano di rigenerazione per l’area infetta del Salento, così come proposto e concordato al tavolo con il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, assegna maggiori risorse agli agricoltori con gli interventi compensativi sulle calamità naturali e sulla sottomisura 5.2 del PSR e raddoppia i fondi a disposizione dei frantoi per consentire una adeguata ripartenza e non è ipotizzabile alcun ritardo o rinvio, perché il Salento ha già pagato a caro prezzo gli anni di errori, incertezze e scaricabarile della Regione Puglia nella gestione della malattia. Il Presidente Emiliano, in qualità di Assessore all’Agricoltura della Puglia che coordina la Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni, non usi alcuna ragione pretestuosa per rinviare la discussione di un provvedimento vitale per il territorio salentino”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Nel Salento gli agricoltori sono senza reddito da 6 anni, si contano milioni di ulivi secchi, i frantoi sono stati svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, sono andati persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile – ricorda Coldiretti Puglia – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento.

“Abbiamo bisogno di un impegno risoluto per salvare la filiera dell’olio extravergine di oliva, consentendo agli agricoltori di espiantare e reimpiantare sbrurocratizzando le procedure così come previsto dal Decreto Emergenze, sostenendo i frantoi salentini in grave crisi di liquidità e accompagnandoli nel percorso di dismissione parziale o totale degli impianti e nella riconversione eventuale delle attività. Inammissibile qualunque ipotesi di rinvio della discussione perché gli agricoltori hanno bisogno di ricostruire il proprio futuro imprenditoriale, anche attraverso la diversificazione colturale, attraverso la immediata spesa delle risorse con una governance pressante a regia Ministeriale”, conclude il presidente Muraglia.

EMILIA ROMAGNA, CARABINIERI: A TAVOLA AFFARI CRIMINALI PER 24,5 MLD 

Dall’agricoltura all’allevamento, dalla distribuzione alimentare alla ristorazione, il volume d’affari complessivo annuale della criminalità dal campo alla tavola è salito a 24,5 miliardi di euro. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del convegno organizzato dall’Arma dei Carabinieri sul tema “Salute e Agroalimentare: dalla sicurezza più qualità”. 

La criminalità organizzata – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea e caporalato. Ma – ha continuato Prandini – viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria – ha spiegato il Presidente della Coldiretti – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. 

Non è un caso che di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare quasi due italiani su tre (65%) hanno paura delle frodi e contraffazioni a tavola perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. La contraffazione alimentare – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – è un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza.

“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” ha affermato Coldiretti Emilia Romagna nel sottolineare che “l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguite con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali”. L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti ha concluso il presidente della Coldiretti nel sottolineare che “va anche tolto in Italia il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero come peraltro sancito dalla storica sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto le richieste di Coldiretti sulla desecretazione dei flussi delle importazioni dei prodotti lattiero caseari provenienti dall’estero e destinati alla trasformazione, affermando che per tutelare la qualità e la sicurezza del cibo italiano è necessario sapere da dove proviene la materia prima agricola”.

SICILIA, CONSUMI: 3 PIATTI DI FAGIOLI SU 4 STRANIERI, +46% IN 10 ANNI

Tre piatti di fagioli, lenticchie e ceci su quattro che si consumano in Italia sono in realtà stranieri provenienti soprattutto dagli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare con l’utilizzo in pre-raccolta del glifosato secondo modalità vietate sul territorio nazionale. A denunciarlo è la Coldiretti nel sottolineare che si tratta di un inganno per i consumatori favorito dalla mancanza dell’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta.

La crisi e le importazioni non risparmiano la Sicilia – sottolinea la Coldiretti regionale -. Il calo maggiore riguarda i fagioli. Lo scorso anno se ne sono prodotti poco più di 1.700 quintali e solo 2.600 quintali circa di lenticchie anche se ultimamente si stanno riattivando le produzioni locali come la lenticchia nera.

Per contrastare questa situazione – suggerisce Coldiretti Sicilia – si possono scegliere le produzioni dell’Isola che rappresentano la storia agricola della Regione. Dal fagiolo “badda” al cece nero fino alla lenticchia di Ustica, i legumi sono dei veri e propri scrigni di sostanze salutari.

Le importazioni di legumi secchi da spacciare come nazionali – precisa la Coldiretti – hanno superato i 405 milioni di chili, con un aumento record del 46% negli ultimi dieci anni, secondo una analisi su dati Istat. Ma se si torna indietro agli anni ‘60 le importazioni – continua Coldiretti – erano pari ad appena 4,5 milioni di chili, praticamente un centesimo di quelle attuali. 

Tra i paesi che esportano i loro prodotti in Italia ci sono anche il Messico, molti paesi del Medio Oriente e la Turchia attraverso la quale avvengono spesso triangolazioni.

Per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy acquistando un prodotto importato secco, reidratato e poi messo in scatola, il consiglio della Coldiretti è di privilegiare legumi in vendita direttamente dagli agricoltori, anche nei mercati di Campagna Amica, dove è garantita la provenienza.

VARESE, AGROALIMENTARE: FIDUCIA NEL MADE IN MA I “FALSI” A TAVOLA SPAVENTANO   

Cresce la fiducia e la consapevolezza nel valore del “made in Varese” agroalimentare in una platea sempre più attenta di cittadini consumatori, per cui la sicurezza a tavola rappresenta una “priorità” da tutelare con ogni mezzo. Le frodi alimentari? Sono percepite come una pericolosa “stortura” della globalizzazione, e in provincia di Varese spaventano due consumatori su tre. I dati emerge dalle interviste svolte dalla Coldiretti provinciale presso gli AgriMercati, i cui esiti confermano quanto rilevato in parallelo dall’indagine Coldiretti/Ixe’, secondo cui il 65% dei consumatori italiani ha paura delle contraffazioni a tavola “perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute”. Non solo: l’acquisto dei prodotti direttamente dai contadini e presso i farmer’s market è visto come un’oasi di sicurezza e fiducia dalla quasi totalità dei consumatori che, periodicamente, vi si recano per fare la spesa.

“La contraffazione alimentare – sottolinea Fernando Fiori, presidente Coldiretti Varese – è un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza”.

Non è un caso che di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare più della metà dei consumatori (51%) chiedono che venga sancita la sospensione dell’attività. L’agricoltura e l’alimentare sono considerate – denuncia la Coldiretti prealpina – aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la vita quotidiana della persone in termini economici e salutistici.

L’ottima attività messa in campo dalla forze dell’ordine va accompagnata dalla revisione delle leggi sui reali alimentari con la proposta a costo zero elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso a livello nazionale da Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali adeguate a combattere le frodi agroalimentari diventate più pericolose con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali. Un impegno che deve riguardare anche l’estero dove è necessario che l’Italia e l’Europa tutelino dall’italian sounding l’identità dei prodotti alimentari riconosciuti dall’Unione Europea anche nei trattati di libero scambio. È salito ad oltre 100 miliardi il valore del falso made in Italy agroalimentare nel mondo con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Un fenomeno che rischia di moltiplicarsi con le nuove guerre commerciali a partire dai dazi Usa nei confronti dell’Unione Europea già colpita dall’embargo russo per una serie importanti di beni perché favorisce la produzione di imitazioni locali, dal parmesan statunitense alla mozzarella “Casa Italia” russa. 

“La presunzione di chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori sui mercati internazionali dove invece l’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo” afferma il presidente di Coldiretti Varese nel sottolineare che “tra le iniziative realizzate per contrastare i fenomeni della contraffazione e delle frodi nel settore agroalimentare, la Coldiretti prealpina ha fornito un contributo importante e convinto nella raccolta di 1,1 milioni di firme tra i cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti nell’ambito della petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo)”.

COMO-LECCO, AGROALIMENTARE: I “FALSI” A TAVOLA SPAVENTANO 2 CITTADINI SU 3                                                                                                         

Cresce la fiducia e la consapevolezza nel valore del “made in Lario” agroalimentare in una platea sempre più attenta di cittadini consumatori, per cui la sicurezza a tavola rappresenta una “priorità” da tutelare con ogni mezzo. Le frodi alimentari? Sono percepite come una pericolosa “stortura” della globalizzazione, e nelle province di Como e Lecco spaventano due consumatori su tre. I dati emerge dalle interviste svolte dalla Coldiretti interprovinciale presso gli AgriMercati, i cui esiti confermano quanto rilevato in parallelo dall’indagine Coldiretti/Ixe’, secondo cui il 65% dei consumatori ha paura delle contraffazioni a tavola “perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute”. Non solo: l’acquisto dei prodotti direttamente dai contadini e presso i farmer’s market è visto come un’oasi di sicurezza e fiducia dalla quasi totalità dei consumatori che, periodicamente, vi si recano per fare la spesa.

“La contraffazione alimentare – sottolinea Fortunato Trezzi, presidente Coldiretti Como Lecco – è un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza”.

Non è un caso che di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare più della metà dei consumatori (51%) chiedono che venga sancita la sospensione dell’attività. L’agricoltura e l’alimentare sono considerate – denuncia la Coldiretti lariana – aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la vita quotidiana della persone in termini economici e salutistici.

L’ottima attività messa in campo dalla forze dell’ordine va accompagnata dalla revisione delle leggi sui reali alimentari con la proposta a costo zero elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso a livello nazionale da Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali adeguate a combattere le frodi agroalimentari diventate più pericolose con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali. Un impegno che deve riguardare anche l’estero dove è necessario che l’Italia e l’Europa tutelino dall’italian sounding l’identità dei prodotti alimentari riconosciuti dall’Unione Europea anche nei trattati di libero scambio. È salito ad oltre 100 miliardi il valore del falso made in Italy agroalimentare nel mondo con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Un fenomeno che rischia di moltiplicarsi con le nuove guerre commerciali a partire dai dazi Usa nei confronti dell’Unione Europea già colpita dall’embargo russo per una serie importanti di beni perché favorisce la produzione di imitazioni locali, dal parmesan statunitense alla mozzarella “Casa Italia” russa. 

“La presunzione di chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori sui mercati internazionali dove invece l’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo” afferma il presidente di Coldiretti Como Lecco nel sottolineare che “tra le iniziative realizzate per contrastare i fenomeni della contraffazione e delle frodi nel settore agroalimentare, la Coldiretti lariana ha fornito un contributo importante e convinto nella raccolta di 1,1 milioni di firme tra i cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti nell’ambito della petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo)”.

 

 

Appuntamenti

 

CALABRIA: COLDIRETTI INCONTRA I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE

Mercoledì 15 gennaio 

In vista delle prossime elezioni regionali, Coldiretti Calabria incontrerà domani mercoledì 15 gennaio p.v.  i candidati dei vari schieramenti alla Presidenza della Regione Calabria.  Gli incontri, ai quali interverranno dirigenti e soci, coordinati dal Presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto e dal direttore Francesco Cosentini   si terranno nella sede della Coldiretti Calabria a Sant’Eufemia – Lamezia Terme in Via Massimo DAntona, 2.  Il programma prevede: alle   ore 10,00 Pippo Callipo; alle 11,00 Francesco Aiello; alle 14,00 Carlo Tansi e alle 15,00 Jole Santelli. “Nel corso dell’iniziativa – annuncia il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto –  Coldiretti Calabria illustrerà ai candidati un documento articolato in dieci punti “L’agricoltura e l’agroalimentare che vogliamo”. Sarà – prosegue – nello stile di Coldiretti un confronto stringente, autorevole e concreto e per i temi che si tratteranno sicuramente proficuo anche perché il protagonismo dell’agricoltura è un fatto reale.

 

VERCELLI – BIELLA: 69ESIMA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

Domenica 19 gennaio

“Il pane diventi alimento di vita, di dignità e di solidarietà”: così la Conferenza Episcopale Italiana si è espressa in occasione della 69esima Giornata nazionale del Ringraziamento. Una giornata di festeggiamenti e di riflessione, per ricordare il forte legame tra il pane e il lavoro, il rispetto della terra e di chi la lavora. 

La Federazione di Coldiretti Vercelli – Biella avrà il suo momento di celebrazione del “Grazie dei Campi”, domenica 19 gennaio 2020, a Gattinara, città del vino per eccellenza.

“Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita” è il titolo e il filo conduttore che lega tutte le Giornate del Ringraziamento che vengono celebrate sul territorio nazionale, perché il pane, come indicato nel messaggio dei vescovi, “sia accolto in stili di vita senza spreco e senza avidità, capaci di gustarlo con gratitudine, nel segno del ringraziamento, senza le distorsioni della sua realtà”.

“La Giornata del Ringraziamento è un momento importante per ritrovarsi, fare comunità, sostenerci, riflettere assieme ed essere grati di quanto siamo riusciti a fare finora, nei nostri campi, nella nostra vita. Continuiamo questa tradizione che esiste da sempre tra i contadini”, commenta Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella.

Il programma prevede alle 9.30 il ritrovo dei partecipanti davanti alla chiesa di San Pietro Apostolo, alle 10.30 la Santa Messa presieduta da S.E. Monsignor Marco Arnolfo Arcivescovo di Vercelli e celebrata con Don Franco Givone Parroco di Gattinara e i consiglieri ecclesiastici di Vercelli e Biella Don Gian Marco Isacco e Don Attilio Barbera. Seguirà offertorio dei doni della terra e la benedizione dei mezzi agricoli. Al termine è previsto un pranzo conviviale presso il ristorante “Il Vigneto”. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi agli Uffici Zona Coldiretti.

SICILIA: AGRIGENTO, LA GIORNATA REGIONALE DEL RINGRAZIAMENTO

Domenica 19 gennaio 

“Dalla terra e dal lavoro pane per la vita.” Questa la riflessione per la Giornata regionale del Ringraziamento che si svolgerà domenica 19 gennaio ad Agrigento. La Messa sarà celebrata alle 11.30 dal Cardinale S. E. Francesco Montenegro nella Cattedrale di San Gerlando e al termine, oltre alla benedizione delle macchine agricole sarà offerta anche una degustazione di prodotti. 

La Giornata del Ringraziamento – ricorda Coldiretti Sicilia –  è un’occasione per riflettere sulla realtà agricola e sulle sue relazioni con i cittadini consumatori. La tradizionale ricorrenza viene festeggiata dalla Coldiretti in tutta Italia che dal 1951, con una manifestazione promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per rendere grazie per il raccolto dei campi e chiedere la benedizione sui nuovi lavori.

Brevi

 

BRESCIA – Giovedì 16 gennaio alle ore 11.30 presso CSMT, via Branze 45, Brescia – Conferenza stampa di presentazione del progetto “AROUND THE GROUND”