COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 12 novembre 2019

12 Novembre 2019
News La Forza del Territorio del 12 novembre 2019

 

Primo piano

 

BASILICATA

MALTEMPO: NEL METAPONTINO DANNI A COLTIVAZIONI E RACCOLTI

Venti di burrasca e forti piogge provocano ingenti danni alle strutture agricole 

L’abbondante pioggia accompagnata da venti fortissimi con raffiche che stanno superando i 100 km orari sulla fascia jonica e con fenomeni di tornado nei Comuni di Pisticci, Policoro e Scanzano sta generando enormi danni a strutture sia civili che agricole. E’ quanto fa sapere Coldiretti Basilicata. “Le serre per le colture di pregio del metapontino in queste ore sono messe a durissima prova, – evidenzia il presidente provinciale, Gianfranco Romano – in particolar modo nelle zone a ridosso della strada statale 106 jonica battute da venti di burrasca. Quasi tutte sono andate distrutte. Al momento è impossibile stimare i danni di questo ulteriore fenomeno meteorologico eccezionale, ma si teme che ancora una volta il settore agricolo sia costretto a ricostruire sulle macerie”. “Grazie alle segnalazioni fatte nelle settimane scorse agli organi competenti da parte di Coldiretti Matera, con la richiesta di attuare un piano straordinario di pulizia dei canali e di manutenzione e potenziamento delle idrovore presenti nel territorio provinciale in vista della stagione autunnale, la rete idrica del metapontino – continua Romano – sta reagendo discretamente alle piogge torrenziali di queste ore. Le bombe d’acqua che stanno interessando il territorio jonico vengono assorbite dai canali che stanno facendo defluire le acque e dalle idrovore che stanno pompando l’acqua in eccesso, a testimonianza del fatto che – conclude Romano – il mondo agricolo rappresenta la vera sentinella per la mitigazione del rischio idrogeologico”.

 

 

Dal territorio

 

 

UMBRIA, UE: NO A TAGLI PER 15 MLN AD AGRICOLTURA UMBRA

È inaccettabile un taglio di 370 milioni di euro all’agricoltura italiana – di cui quasi 15 milioni a quella umbra – che è diventata la più green d’Europa con primati nella qualità e nella sicurezza alimentare. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla riduzione del budget per la Politica agricola comune (Pac) dal 2020 al 2021, prevista dalla proposta di regolamento transitorio adottato dalla Commissione europea. Per l’Italia vengono stanziati 3,56 miliardi in pagamenti diretti e 1,27 per lo sviluppo rurale (Psr), rispettivamente 140 milioni (-3,9%) e 230 milioni in meno (-15,6%) rispetto al massimale 2020, per una riduzione totale di 370 milioni di euro, prevista nel 2021 con il passaggio dal nuovo al vecchio Quadro Finanziario Pluriannuale (QFP). In questo scenario l’Umbria non fa purtroppo eccezione con una possibile diminuzione di 3.360.000 euro per i pagamenti diretti e 11.412.492 sullo sviluppo rurale per una riduzione complessiva di risorse pari a 14.772.492 euro.

“È necessario garantire all’agricoltura le risorse necessarie per continuare a rappresentare un motore di sviluppo sostenibile per l’Italia e l’Europa” afferma il presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti, nel sottolineare che indebolire l’agricoltura che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione significa minare le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro.

Serve pertanto sempre maggiore rigore – ribadisce Agabiti – nelle prossime tappe del difficile negoziato tra i Capi di Stato e di Governo per salvaguardare le risorse finanziare ma anche per realizzare una riforma della Politica Agricola Comune (PAC) che  “riequilibri” la spesa facendo in modo di recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare in un momento in cui il cibo è tornato strategico nelle relazioni internazionali dagli accordi di libero scambio all’embargo fino ai dazi.

Con l’adozione dei regolamenti transitori la Commissione europea riconosce che, per il prolungarsi dello stallo sui negoziati paralleli sulla riforma e sul bilancio Ue 2021-2027, non ci sono i tempi per avviare la nuova Pac nel 2021 come previsto. Propone quindi una serie di aggiustamenti necessari a estendere l’attuale quadro legislativo e posticipare l’applicazione delle nuove regole di un anno, affinché la nuova Pac possa entrare in vigore il 1 gennaio 2022.

 

LIGURIA, PAC: NO A TAGLI PER 4 MLN DESTINATI AL MONDO AGRICOLO LIGURE  

Coldiretti Liguria: “Bisogna respingere la sforbiciata che a livello regionale favorirebbe l’abbandono e il dissesto idrogeologico del territori”

Non è tollerabile il taglio di 4 MLN di euro destinati all’agricoltura ligure, contenuto nelle riduzioni di budget previsto a Bruxelles per la Politica Agricola Comunitaria: la diminuzione andrebbe a colpire le imprese del territorio produttrici di grandi eccellenze Made in Liguria che, fino ad oggi, hanno permesso con il loro lavoro, la valorizzazione e lo sviluppo di vaste aree della regione.

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in riferimento alla proposta di regolamento transitorio adottato dalla Commissione europea, dove si stima che la riduzione a livello nazionale sarebbe di 370 milioni di euro, per il settore che conta importanti primati nella qualità e nella sicurezza alimentare. Per l’Italia vengono stanziati 3,56 miliardi in pagamenti diretti e 1,27 per lo sviluppo rurale (Psr), rispettivamente 140 milioni (-3,9%) e 230 milioni in meno (-15,6%) rispetto al massimale 2020, per una riduzione totale di 370 milioni di euro, prevista nel 2021 con il passaggio dal nuovo al vecchio Quadro Finanziario Pluriannuale (QFP).

“È sconcertante che l’Europa riduca i fondi pro-agricoltura ad un paese come l’Italia, leader mondiale per quanto riguarda il settore  agroalimentare – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – la nostra regione seppur piccola vanta grandi eccellenze quali olio, vino, frutta e verdura derivanti dalle numerose biodiversità salvaguardate e portate avanti grazie al lavoro dei nostri imprenditori, sui quali un simile taglio peserebbe enormemente. Infatti nella nostra regione la riduzione di 4 milioni di euro andrebbe a scalfire il ruolo che la PAC rappresentava per le imprese in materia di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola, permettendo la salvaguardia di un settore strategico per la tutela del nostro territorio e la valorizzazione delle grandi eccellenze locali, in un momento in cui il cibo è tornato protagonista nelle relazioni internazionali. È indispensabile garantire alla nostra agricoltura le risorse necessarie per continuare a rappresentare un motore di sviluppo sostenibile per l’economia del territorio: non deve essere l’agricoltura a pagare.”

 

PIEMONTE, ANNATA AGRARIA: SEGNO + PER QUALITÀ MA INFLUENZATA DAL MALTEMPO

Con l’11 novembre, la cosiddetta “estate di San Martino”, si chiude tradizionalmente l’annata agraria ed è tempo di bilanci.

Inevitabilmente il 2019 è stato caratterizzato e condizionato notevolmente dall’andamento climatico, in particolare, durante la primavera, caratterizzata da temperature elevate e dal ritorno del freddo, che ha gravato soprattutto sulla produzione di miele e nocciole, praticamente dimezzata rispetto allo scorso anno, ma di buona qualità. Annata positiva per i cereali, anche se le quotazioni di mercato sono ancora insoddisfacenti, e buoni i livelli di produzione del riso. La frutta estiva ha sicuramente risentito del maltempo, ma soprattutto delle storture della filiera, come Coldiretti Piemonte ha fatto presente con l’evento “Frutta e legalità –Operazione verità” dello scorso mese di giugno, mentre per il comparto vitivinicolo, per quanto abbia avuto una piccola diminuzione produttiva legata sempre alla questione climatica, la qualità si attesta su livelli ottimi. Per quanto riguarda la carne, in netta ripresa, nella parte finale dell’anno, il mercato dei maiali e del pollame, stabile quello della carne bovina ed in calo la razza Piemontese che, però, grazie alla piena operatività della certificazione Igp potrà avere un nuovo strumento per essere valorizzata.  Per il lattiero-caseario, le quotazioni del latte vaccino alla stalla hanno registrato una risalita e si sono poi mantenute stabili nell’arco dell’anno, in crescita le esportazioni, soprattutto del Gorgonzola, sul quale ora, però, gravano i dazi imposti dagli Stati Uniti. Segno + per le castagne rispetto alla pezzatura e alla qualità, anche se la produzione segna un -10/15%. Le condizioni climatiche hanno pesato anche sul comparto florovivaistico, in particolare la pioggia abbondante ha creato problematiche sia nella gestione sia nella vendita di alcune tipologie di piante e fiori.

“Una situazione produttiva, quindi, con alti e bassi proprio a causa del clima le cui manifestazioni sono sempre più violente: forti grandinate, nubifragi, trombe d’aria anche fuori stagione – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa -. Il maltempo insieme ai parassiti alieni hanno causato alle colture, in Piemonte, danni fino a 200 milioni di euro.  Lo sconvolgimento dei normali cicli stagionali, infatti, impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia che ha effetti sulle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio, ma anche per i consumatori che devono saper scegliere cosa mettere nel carrello della spesa. In generale, la diminuzione produttiva non ha inciso sulla qualità che è di alto livello e che fa sì che il Made in Piemonte sia molto richiesto all’estero. Ad esempio, nonostante gli scenari globali, i dazi e la Brexit, il vino piemontese ha raggiunto buoni risultati per quanto riguarda l’export: la Gran Bretagna assorbe circa il 20% della produzione, ma anche dalla Cina e dal Giappone stanno arrivando dei forti segnali. Per il comparto florovivaistico, ribadiamo l’importanza che venga rinnovato anche quest’anno il bonus verde, una misura utile ad implementare l’attività delle nostre imprese, a qualificare le aree urbane ma anche a ridurre l’impatto degli inquinanti nelle città che è quindi strategica per sostenere il Green New Deal del Governo. Per quanto riguarda la carne di razza Piemontese, ricordiamo come il raggiungimento dell’Igp sia stato fortemente voluto da Coldiretti, quale strumento economico per valorizzare e sostenere la prima razza da carne italiana. In generale, il calo produttivo può far sì che arrivino prodotti di importazione, ma spacciati per Made in Italy – concludono Moncalvo e Rivarossa –  per questo consigliamo ai consumatori di fare attenzione alle etichette e di acquistare direttamente dai produttori presso la rete di Campagna Amica al fine di portare in tavola qualità, freschezza e genuinità, preservando la sicurezza alimentare”.

 

COMO-LECCO, AUTUNNO PAZZO: IN VALSASSINA IL “DOSSIER MALTEMPO”

Dall’inizio dell’autunno si contano 4 nubifragi al giorno con tempeste di pioggia, vento, trombe d’aria e grandine in Italia. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti su dati ESWD in relazione all’ultima ondata di maltempo da nord a sud della Penisola. Sono gli effetti di un clima pazzo in un autunno che, nelle province lariane, ha visto il termometro calare repentinamente negli ultimi giorni, dopo il caldo prolungato che ha ritardato la caduta delle foglie (ancora sugli alberi in questi giorni) e protratto la presenza delle fastidiose zanzare fino a pochi giorni fa.

Ma le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono anche su un territorio fragile e non preparato a fronteggiare la tropicalizzazione del clima, come ad esempio la Valsassina colpita la scorsa estate da ripetute e devastanti ondate di maltempo, con torrenti esondati, aziende e alpeggi isolati, paesi sfollati e gravi danni alle attività produttive.

Il maltempo in Valsassina è stato al centro del Dossier presentato domenica da Coldiretti Como Lecco, in occasione della Giornata interprovinciale del Ringraziamento: “I cambiamenti climatici – si legge nel documento – hanno causato danni per 14 miliardi all’agricoltura italiana nell’ultimo decennio per l’alternarsi di eventi estremi, dai prolungati periodi di siccità alle violente ondate di maltempo che hanno devastato coltivazioni, strutture e infrastrutture.

Nel prossimo periodo, come testimonia il rapporto Onu su Cambiamenti climatici e territorio, il riscaldamento globale causato dall’uomo farà aumentare la siccità e le piogge estreme in tutto il mondo, pregiudicando la produzione agricola e la sicurezza delle forniture alimentari, mentre l’area del Mediterraneo diventa ad alto rischio di desertificazione e incendi”.

Il documento della Coldiretti lariana evidenzia come “il dissesto idrogeologico è un fattore di rischio fortemente legato all’evoluzione dei cambiamenti climatici. La relazione è particolarmente accentuata soprattutto nelle aree soggette all’aumento dei fenomeni meteorologici violenti (erosività, aggressività climatica dovuta alla azione battente e al ruscellamento, variazioni anomale della temperatura). Si segnala come, con l’intensificarsi dei fenomeni meteorologici violenti e dei disastri si determinano danni permanenti alle strutture aziendali, sempre più in grado di alterare le caratteristiche di un territorio, spezzandone il legame identitario con le produzioni agro-alimentari locali. In un contesto montano, per di più, appare evidente il problema dell’abbandono dell’attività agricola, specie in aree interne e di quota: ciò attualmente, rappresenta un fenomeno che, per quanto legato, soprattutto, a difficoltà di tipo economico/reddituali da parte delle imprese agricole, costituisce una delle principali concause dei fenomeni di dissesto idrogeologico, a fronte della conseguente carenza manutentiva e di presidio del territorio, esercitata storicamente dagli agricoltori”.                                                                                                                                                                                          

Ancora, sottolinea Coldiretti Como Lecco “l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

La vulnerabilità del settore agricolo rispetto al clima, insieme alle potenzialità positive in termini di mitigazione (produzione di fonti energetiche rinnovabili e sequestro del carbonio nel suolo e nelle piante), conferisce al comparto una ruolo centrale nell’ambito delle strategie climatiche.  Da sempre, infatti, l’efficienza del modello di produzione agricola, pur dipendendo in misura consistente dalle capacità di gestione e di pianificazione dell’imprenditore agricolo, risulta fortemente legata agli elementi caratterizzanti il luogo di produzione, quali la fertilità del suolo ed il clima. Oggi, questa efficienza è sotto la minaccia degli effetti negativi dei cambiamenti climatici, che, rispetto al passato, si stanno diffondendo con una rapidità non compatibile con i ritmi naturali di adeguamento degli ecosistemi e degli stessi sistemi economici come, appunto, quello agricolo.

Gli effetti negativi dei cambiamenti climatici impattano sulle attività agricole in modo diretto, attraverso variazioni qualitative e quantitative delle produzioni ed influenzando le colture con una alterazione degli stadi fenologici, del sistema fitopatologico e delle esigenze in termini irrigui e di lavorazioni. Altre conseguenze riguardano lo spostamento degli areali produttivi e la modifica di alcune vocazionalità d’area, con il rischio di vanificazione di ingenti investimenti da parte delle imprese agricole, che, specie nel nostro Paese, mirano ad una sempre maggiore identificazione delle produzioni agroalimentari con il loro territorio di origine, come nel caso della Valsassina”.

Si rendono pertanto urgenti – rimarca Coldiretti Como Lecco nel Dossier – tutte quelle azioni utili a tutelare i territori più fragili e minacciati, e con essi le imprese e i cittadini che in esso vivono: oltre alle necessarie opere di prevenzione e protezione del territorio dal dissesto idrogeologico, è importante favorire le azioni di presidio montano da parte delle imprese agricole, particolarmente dei giovani imprenditori, favorendone l’insediamento; risulta particolarmente strategico preservare, nell’assetto territoriale, le zone suscettibili di utilizzazione agricola  e promuovere l’introduzione o il mantenimento di pratiche agricole che contribuiscano a mitigare i cambiamenti climatici o che favoriscano l’adattamento e che siano compatibili con la tutela e con il miglioramento dell’ambiente, del paesaggio, delle risorse naturali, del suolo e della biodiversità; infine, è altresì utile a livello più generale assicurare il sostegno alla promozione di modelli di consumo caratterizzati dalla riduzione dei trasporti della materia prima (“chilometro zero”), alla diffusione della filiera corta (concetto legato alla diffusione del consumo dei prodotti stagionali e territoriali) e della vendita diretta, riducendo le emissioni.

 

PUGLIA, MALTEMPO: IN POCHE ORE SCOPPIATO INFERNO NEI CAMPI

Una violentissima ondata di maltempo ha investito la Puglia con trombe d’aria e nubifragi con campi allagati da oltre 2 metri d acqua, alberi sferzati dalle forti raffiche di vento, spezzati e sradicati, olive a terra, canali esondati, serre e tendoni distrutti, fiumi di fango che stanno coprendo campi e strade rurali, circolazione stradale interrotta e scuole chiuse. E’ il drammatico bollettino di guerra in continuo aggiornamento dell’inferno meterologico che a partire dalla notte si sta verificando in Puglia in tutte le province, per cui Coldiretti Puglia chiede di verificare le condizioni per lo stato di calamità nelle zone colpite dal maltempo che ha danneggiato duramente i raccolti autunnali a macchia di leopardo e provocato frane e smottamenti.

“Raffiche di vento fino ad oltre 100 chilometri orari stanno sferzando la Puglia, distruggendo serre, tendoni, teli, strutture, abbattendo gli alberi, con le olive a terra, sono solo l’ultimo effetto della tropicalizzazione del clima che si abbatte su un territorio fragile, per cui chiederemo la dichiarazione di stato di calamità naturale. Nessuna provincia si sta salvando dal clima impazzito, dove improvvisamente la Puglia è passata da scenari primaverili a panorami da inverno pieno con fenomeni estremi, come ad Altamura, Putignano, Gioia del Colle, Santeramo, Mesagne, Francavilla, Fasano, Taurisano, Gallipoli, Maglie, Poggiardo, Nociglia, Spongano, Veglie, Manduria, Martina Franca. Gli agricoltori si sono ritrovati a vivere scene da film spaventose con cascate d’acqua e canali esondati, oltre a campi di ortaggi invernali come cavoli, cime di rape, finocchi, broccoli, piantine di fragole distrutti e uliveti spazzati dalla violenza del vento”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Dal 1° agosto ad oggi si sono verificati 36 eventi estremi, nel dettaglio 16 nubifragi a Monte Sant’Angelo, San Severo e a Foggia, a Toritto, Ruvo di Puglia e a Gravina in Puglia, a Martina Franca, a Francavilla Fontana e Villa Castelli, a Leverano, Lizzanello, 2 a Nardò, Galatina, Casarano e Ruffano, 2 trombe d’aria a Ruvo di Puglia e a Nardò, 8 tornado di cui 1 a Galatina, 2 a Castrignano del Capo e 2, a Porto Cesareo, Melendugno, Otranto e Lizzano e 10 grandinate a Martina Franca, Castellaneta, Palagianello, Manduria, Melendugno, Bitritto, Binetto, Palo del Colle, Grumo Appula e Bari, a cui vanno ad aggiungersi i fenomeni che si stanno registrando in queste ore, aggiunge Coldiretti Puglia, sulla base della Banca dati europea sugli eventi estremi ESWD.

“Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali – aggiunge Muraglia – sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Anche il consumo del suolo è avvenuto per il 67,5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese”.

Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia sulla scorta dei dati ISPRA.

“Servono intervertenti infrastrutturali per non disperdere l’acqua piovana e manutenzione ordinaria e straordinaria di canali di scolo, invasi e reti irrigue, abbandonati a se stessi da decenni”, conclude il presidente Muraglia.

 

LIGURIA, AGROALIMENTARE: VOLA LA PRODUZIONE CON +7,8% 

In controtendenza con l’andamento generale vola la produzione alimentare, che fa segnare un aumento del 7,8% a settembre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: si tratta di un segnale positivo nella preparazione delle scorte per il Natale, in cui tradizionalmente si verificano i valori più elevati di consumi alimentari di tutto l’anno, con l’acquisto di grandi eccellenze Made in Liguria, dal vino all’olio, dal miele al Basilico Genovese DOP, fino al pesce della costa.

È quanto afferma Coldiretti Liguria, in riferimento all’analisi di Coldiretti sulla produzione industriale (dati Istat), dalla quale emerge che l’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è, infatti, la voce più pesante del budget, che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, dal Natale al Capodanno, e che nei mesi precedenti condiziona il buon andamento della produzione.

“La spesa agroalimentare – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –  è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale, e i risultati positivi che si riscontrano sul piano industriale devono trasferirsi anche alle imprese agricole ed ittiche dei territori, con una adeguata remunerazione dei prodotti. Alla base della filiera ci sono infatti le nostre imprese che con il loro lavoro salvaguardano l’ambiente, creano occupazione, valorizzano le numerose biodiversità presenti e che possono rappresentare un importante volano economico per il territorio. Per le prossime festività natalizie consigliamo di scegliere sempre prodotti locali, o comunque italiani, verificando attentamente l’origine nazionale in etichetta e quando possibile, per ottenere il miglior rapporto qualità prezzo, di fare i propri acquisti direttamente dagli agricoltori nei mercati Campagna Amica Liguria o presso le aziende”.

 

ALESSANDRIA, LINEA VERDE, È SDEGNO: “SPOT” SU GRANO CANADESE OFFENDE MADE IN 

Anche a livello provinciale non si placano le polemiche dopo quanto mandato in onda da RaiUno domenica scorsa durante la trasmissione Linea Verde.

“E’ inaccettabile che una trasmissione del servizio pubblico Rai dedicata all’agricoltura e al cibo italiani si trasformi in uno “spot” a favore della pasta svizzera fatta con grano canadese trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità che sul territorio nazionale sono addirittura esplicitamente vietate. – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – I contenuti della puntata di Linea Verde andata in onda domenica 10 novembre dal territorio elvetico della Valposchiavo tradisce l’impegno quotidiano e le tante battaglie portati avanti dalla Rai e dalla Rete ammiraglia in favore della produzioni Made in Italy”.

Uno dei servizi della trasmissione dedicato a un mulino industriale ha finito per rappresentare una vera e propria campagna promozionale per un tipo particolare di pasta fatta in Svizzera con grano importato dal Canada, per ammissione del titolare dello stabilimento.

“Non dimentichiamo che la provincia di Alessandria è a forte vocazione cerealicola, questo è un vero e proprio insulto al prodotto simbolo del Made in Italy giustificato nel servizio addirittura dalla falsa pretesa che – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – il grano straniero sarebbe di maggiore qualità. Si tratta di un’offesa per gli italiani che pagano il canone e, soprattutto, per le oltre trecentomila aziende agricole nazionali che, con enormi difficoltà e spesso in aree interne, continuano a coltivare il grano in Italia dove matura grazie al sole, e non per effetto di sostanze chimiche accusate peraltro di essere cancerogene, come accade per quello canadese”.

Occorre difendere e promuovere le realtà produttive nazionali in una situazione in cui negli ultimi dieci anni è scomparso in Italia un campo di grano su cinque con la perdita di posti di lavoro e il rischio concreto della desertificazione, che lascia il campo libero al degrado e al dissesto idrogeologico.

 

 

Appuntamenti

 

SICILIA: MIGLIAIA DI AGRICOLTORI A PALERMO PER LA MANIFESTAZIONE DI COLDIRETTI

Giovedì 14 Novembre 

Migliaia di imprenditori agricoli siciliani si sono dati appuntamento a Palermo giovedì 14 novembre alle 9.00 in Piazza Marina per sfilare in corteo fino a Piazza Indipendenza davanti alla Presidenza della Regione per la manifestazione organizzata da Coldiretti Sicilia. Ci saranno anche il presidente nazionale Ettore Prandini e il Segretario generale Vincenzo Gesmundo.

La manifestazione riguarda il fallimento delle politiche agricole giovanili regionali, i ritardi burocratici, la mancanza di una strategia di sviluppo, la crisi dei comparti vitali tra cui la zootecnia, la cerealicoltura nonché il costo dell’acqua alle stelle. Il Programma di Sviluppo Rurale – anticipa Francesco Ferreri – è all’anno zero. Il nostro dossier mostra chiaramente i ritardi, le modifiche alle graduatorie e le tante incongruenze che stanno determinando una crisi senza precedenti del settore.  Il comparto zootecnico è allo stremo per via delle incertezze della movimentazione degli animali. Gli aiuti europei ci sono ma restano nel cassetto della Regione e questo è davvero inconcepibile.

Mentre da un lato abbiamo imprenditori che scommettono nella qualità, dall’altra ancora una volta ci troviamo di fronte ad istituzioni preposte lentissime, che non rispondono più alle esigenze di chi vuole investire. In un anno – aggiunge il presidente Ferreri – più di 150 giovani in attesa del Psr hanno lasciato le campagne dove avevano già iniziato a lavorare perché stanchi di aspettare. C’è poi la vertenza infrastrutturale, ogni temporale dissesta la viabilità interna isolando le aziende. Manca un piano contro gli incendi estivi e non c’è alcuna programmazione per far fronte a quello che è sotto gli occhi di tutti: il cambiamento climatico. Se non si pulisce il territorio sarà sempre peggio – conclude Francesco Ferreri.

A testimoniare la crisi del primario siciliano le nuove generazioni che sono tornate a coltivare la terra dei nonni pur di non emigrare, le imprenditrici che hanno creato strutture ricettive per incrementare l’offerta turistica, gli allevatori costretti a fare i conti con la burocrazia lentissima e l’incertezza delle norme del loro comparto.  I cittadini lungo le vie centrali del capoluogo potranno incontrare i produttori di arance, grano, olio, uva, vino, ortofrutta e cioè le specialità agricole che hanno fatto grande la Sicilia.

 

 

ROVIGO: 69A GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO AD ADRIA

Domenica 17 novembre

L’edizione numero 69 della Festa provinciale del Ringraziamento si terrà ad Adria il 17 novembre 2019. Sarà una giornata che vedrà la collaborazione tra l’associazione polesana Coldiretti Rovigo, l’amministrazione locale e l’istituto alberghiero Cipriani. Saranno presenti tantissime figure istituzionali, politiche e del territorio.

Il programma. Si inizierà con un momento di accoglienza alle 9,30 a palazzo Tassoni in sala giunta, alla presenza delle autorità e i dirigenti delle associazioni; alle 9,45 ci saranno i saluti del presidente di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan e del sindaco di Adria Omar Barbierato. Alle 10.30 si terrà la santa messa nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Adria in piazza Garibaldi, alla presenza di Mons. Pierantonio Pavanello, vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo. Alle 11.30 si terrà la consegna del premio San Martino 2019; il presidente Carlo Salvan, a nome del consiglio provinciale di Coldiretti Rovigo, consegnerà il riconoscimento per l’impresa, l’ente o l’associazione che si è particolarmente distinta in campo sociale, sul modello di San Martino di Tours, soldato romano che tagliò il suo mantello per condividerlo con un mendicante seminudo incontrato durante la ronda notturna. Alle 12 si terrà la benedizione dei mezzi agricoli nella piazza antistante la chiesa. La giornata terminerà con un pranzo conviviale all’istituto alberghiero dove gli studenti prepareranno e porteranno in tavola solo prodotti dei soci di Coldiretti.

Un po’ di storia. Il “Ringraziamento” è un evento che segna la fine e l’inizio dell’annata agraria. È una festa nata per volontà degli agricoltori e che si è estesa su tutto il territorio nazionale come appuntamento fisso anche nei più piccoli paesi. È una giornata in cui si ringrazia, appunto, per il raccolto dei campi e si chiede la benedizione sui frutti della terra e sui mezzi agricoli. Il “Ringraziamento” è stato istituito storicamente in tutti i centri rurali nel 1951 per iniziativa della Coldiretti, perché si è voluto dare un nuovo vigore alla tradizionale festa di San Martino, che ha sempre segnato la fine dell’annata agricola. Questa festa è entrata ufficialmente anche nel calendario liturgico come ricorrenza a novembre. Nel 1973, con la pubblicazione del documento pastorale “La Chiesa e il mondo rurale italiano”, i vescovi italiani hanno assunto questa giornata come occasione di riflessione ed evangelizzazione della Chiesa locale ed ogni anno diffondono un messaggio dedicato. È una giornata in cui si prega per il dono che Dio ha fatto all’umanità, affinché continui a vegliare e custodire il suo Creato. Tra l’atto del ringraziamento e la benedizione si tratta di un momento importante che permette di portare avanti nel tempo il legame tra la terra, chi la lavora e Dio, dove l’agricoltore si fa custode responsabile della terra mediante la sua attività.

 

VERONA: LA FILIERA AVICOLA E VENETA AL CENTRO DI UN CONVEGNO

Giovedì 14 Novembre  

«Avicoltura: una filiera di successo?da difendere e rafforzare» è il convegno di giovedì 14 novembre alle 17 a Bonavicina nella Sala Polivalente di Piazza Guglielmo Marconi 26. L’incontro, è organizzato dal Comune e dalla Pro Loco di San Pietro di Morubio, Coldiretti Verona, A.V.A.- Associazione Veneta Avicoltori e Unaitalia.

«Il comparto avicolo in Veneto e nel veronese riveste un ruolo strategico. – evidenzia agricolo Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona e Veneto – rappresentando una tra le prime realtà produttive italiane con il 40% della produzione. In particolare, la provincia di Verona conta mille allevamenti su duemila a livello regionale. Il settore avicolo è una filiera di successo che va sostenuta e valorizzata».

L’incontro inizierà con i saluti introduttivi del Sindaco di San Pietro di Morubio, Corrado Vincenzi, del Presidente di Coldiretti Veneto e Verona Daniele Salvagno, del presidente di zona di Cerea Claudio Valente e del presidente Coldiretti della sezione di San Pietro di Morubio, Simone Bissoli. Seguiranno gli interventi di Lara Sanfrancesco, direttrice di Unaitalia, che parlerà de «La filiera avicola italiana: scenari e sfide» e del direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello che si focalizzerà su «Il ruolo di Ismea per l’avicoltura italiana». «ClassyFarm: un’opportunità per gli allevamenti» sarà il tema della relazione di Giovanni Loris Alborali dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (I.Z.S.L.E.R.), mentre Manuel Benincà di Coldiretti Veneto parlerà di «Valorizzazione della pollina tra aziende produttrici e aziende utilizzatrici». A seguire, l’allevatore Ezio Berti di A.V.A. racconterà la propria esperienza. E’ previsto intervento di Sergio Berlato, presidente della Commissione Regionale Agricoltura Caccia e Pesca. E’ stato invitato Giuseppe Pan, assessore all’agricoltura regionale. Le conclusioni saranno a cura di Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti. Moderatore sarà Pietro Piccioni, direttore regionale Coldiretti.

E’ consigliabile effettuare l’iscrizione a: www.festacarnibianche.it/convegno.

L’incontro ha ottenuto il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Verona e della Camera di Commercio di Verona.

 

CUNEO: WEEKEND DI CUCINA CREATIVA CON GLI AGRICHEF AL CAMPAGNA AMICA DAY

Sabato 16 e Domenica 17 Novembre 

Show cooking gratuiti nel cuore della città per conoscere materie prime, ricette e trucchi del mestiere. Posti limitati, prenotazioni aperte

Cucina creativa, frutti della terra a Km zero e tocco sapiente degli agrichef. È la ricetta vincente degli show cooking che sabato 16 e domenica 17 novembre andranno in scena ad Alba al Campagna Amica Day, la manifestazione che celebra la passione, la qualità e la sostenibilità del mondo contadino marchiato Coldiretti Campagna Amica.

In piazza Risorgimento, all’interno del padiglione allestito ai piedi del Duomo, gli agrichef piemontesi, “cuochi contadini” degli agriturismi di Campagna Amica, prepareranno stuzzicanti piatti a base di eccellenze agricole piemontesi, sapori autentici e curiosità svelate.

Sarà un tripudio di sapori, un collage di gusti e aromi dedicati agli estimatori dell’enogastronomia piemontese che, grazie al racconto degli agrichef, conosceranno storie e aneddoti legati alle ricette, alle materie prime utilizzate e ad un territorio ricco di tradizioni.

Partecipare agli show cooking di Campagna Amica – spiega Coldiretti Cuneo – significa poter ascoltare e osservare da vicino gli agrichef all’opera, dialogare con loro, scoprire “trucchi da maestro”, degustare le loro proposte. Ancor più, significa riflettere sull’importanza di consumare prodotti stagionali e genuini della nostra terra e confrontarsi con gli agrichef, ambasciatori di cultura contadina e di un’ospitalità rurale più attiva che mai, custode di un territorio ricco di biodiversità da raccontare, vivere e assaporare.

Due gli appuntamenti culinari da non perdere. Sabato 16 novembre alle ore 17.30 saranno protagonisti i ravioli di grano saraceno con sugo di funghi e castagne garessine. Domenica 17 alle ore 16.30 il sapore ricco e rustico della paniscia alla novarese incontrerà quello intenso ma elegante delle “cujette” della Valle Po con Castelmagno DOP d’alpeggio. Ai piatti proposti in assaggio saranno abbinati pregiati vini di produttori aderenti alla rete Campagna Amica.

Gli show cooking al Campagna Amica Day sono gratuiti e accessibili fino ad esaurimento dei posti disponibili. È possibile prenotarsi telefonando ai numeri 0173 292804 oppure 334 5386658.

 

ASTI: CONFERENZA STAMPA LE GIORNATE DEL GRAN BOLLITO MISTO

Giovedì 14 novembre 

Dall’1 al 15 dicembre “Il Bue incontra il Cappone” e quest’ultimo entra ufficialmente tra i sette ammennicoli del Gran Bollito Misto. Nascono così “Le Giornate del Gran Bollito Misto di Razza Piemontese”:

  • Domenica 1° dicembre a Nizza Monferrato: Fiera del Bue e del Manzo;
  • Domenica 8 dicembre a San Damiano d’Asti: Antica Fiera del Cappone;
  • Sabato 14 dicembre a Vesime: Fiera del Cappone;
  • Negli agriturismi Terranostra Campagna Amica e nei ristoranti aderenti.

La presentazione ufficiale della rassegna, con i programmi e i menù delle “Giornate” si terrà giovedì alle ore 12 nella sede di Coldiretti Asti.

Con il presidente e il direttore di Coldiretti Asti, Marco Reggio Diego Furia, interverranno:

  • Simone Nosenzo, Sindaco della Città di Nizza Monferrato;
  • Davide Migliasso, Sindaco della Città di San Damiano d’Asti;
  • Pierangela Tealdo, Sindaco del Comune di Vesime.
  • I rappresentanti degli allevatori di bue e di cappone e quanti stanno collaborando all’iniziativa.