COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 12 giugno 2019

12 Giugno 2019
News La Forza del Territorio del 12 giugno 2019

 

Primo piano

 

NUORO-OGLIASTRA

CAVALLETTE: SERVE PREVENZIONE E PROGRAMMAZIONE

Se al momento il contingente di insetti richiede particolare attenzione e monitoraggio, è ancor più vero che è inevitabile pensare a una seria campagna di prevenzione perché altrimenti il prossimo anno – denuncia la Coldiretti interprovinciale – si potrebbe verificare un’invasione senza precedenti che potrebbe interessare un territorio molto più ampio.

 

L’estensione e l’entità della invasione di cavallette che si sta registrando da oltre 20 giorni nel nuorese è circoscritta a oltre 2,5mila ettari e ad un territorio compreso tra Orani, Orotelli, Ottana e Bolotana, allargato verso Mamoiada, e riguarda circa 20 aziende.

Il territorio sta subendo dei danni di rilievo, poiché ad essere interessati sono soprattutto i pascoli di aziende che ora dovranno fare i conti con una maggiore necessità di scorte per l’alimentazione del bestiame. I tecnici di Coldiretti Sardegna assieme ai soci titolari delle aziende interessate stanno monitorando la situazione in modo da procedere, appena finita l’emergenza a una stima dei danni.

Gli insetti, come confermano i tecnici e gli esperti, sono giunti a uno stadio di maturazione tale che qualsiasi tipo d’intervento umano ora sarebbe inutile. “L’unica speranza la riponiamo nei predatori naturali, nell’avifauna in particolare che potrebbe rappresentare l’unico mezzo di contrasto al dilagare della infestazione – spiega Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra, specificando inoltre che -, si tratta di una invasione comunque contenuta, e le grosse quantità che abbiamo visto nei primi giorni, concentrate su case coloniche e diversi campi, ora sembrano essersi disperse su una fetta di territorio più vasto”.

Questo significa che l’invasione non si sta allargando a macchia d’olio, ma solamente che quella stessa popolazione di locuste si sta disperdendo.

E se al momento il contingente richiede particolare attenzione e monitoraggio, è ancor più vero che è inevitabile pensare a una seria campagna di prevenzione perché altrimenti il prossimo anno si potrebbe verificare un’invasione senza precedenti che potrebbe interessare un territorio molto più ampio. Serve subito anche una seria ed approfondita riflessione sui motivi che hanno portato a questo fenomeno di altri tempi. 

 

Le milioni di cavallette sono frutto dei cambiamenti climatici e delle terre incolte, due problematiche che Coldiretti denuncia da tempo e delle quali oggi viviamo e vediamo davanti ai nostri occhi le conseguenze di queste mancate risposte.

Da una parte le terre incolte sono frutto della crisi delle campagne. Le remunerazioni dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione costringono le aziende a dei tagli importanti nella voce spese (in questo caso la coltivazione delle terre, spesso lasciate a pascolo brado) ed altre volte anche all’abbandono dell’agricoltura. Questi diventano luogo ideale per i grillai delle cavallette. E’ qui che le locuste hanno potuto deporre le uova. L’indagine Coldiretti in cui emerge che per ogni euro speso dal consumatore per acquistare un alimento solo 15 centesimi vanno all’agricoltore, sono la testimonianza di un meccanismo distorto che taglia dalla filiera il primo e principale anello: il produttore.

L’altro fattore sono i cambiamenti climatici (le lunghe siccità e i prolungati e intensi periodi di piovosità) che stiamo vivendo da diversi anni e per i quali Coldiretti ha chiesto un forum permanente per programmare un’agricoltura adatta al nuovo clima. Solo negli ultimi tre anni stiamo assistendo a degli eventi estremi: siccità del 2017; piovosità del 2018 (ad agosto ha piovuto per 23 giorni contro una media di 5) e nei primi mesi del 2019 assistiamo a passaggi da siccità a piovosità, vento forte.

Questi sono tra i fattori principali che hanno creato le condizioni per lo sviluppo delle cavallette e per rivivere giornate di altri tempi con l’invasione di insetti. “Chi lavora la terra, la vive e la protegge, è la sentinella e il custode del territorio – afferma Leonardo Salis, presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra –, l’incuria porta queste conseguenze. Per questo è necessario, passata l’emergenza, fare una stima dei danni contingenti ma soprattutto cominciare un lavoro di programmazione che parte dal cogliere le ragioni di questi fenomeni e studi le soluzioni e le applichi, altrimenti ci ritroveremo a vivere fenomeni ben più consistenti di questo che faranno male non solo all’economia agricola ma anche all’ambiente e alla socialità (lo spopolamento delle zone interne è molto legato all’agricoltura)”.

“Per il contingente – sottolinea invece Alessandro Serra – in attesa che si placchi questa emergenza, con i tecnici e le aziende agricole stiamo già lavorando per redigere un dossier, che presenteremo alle istituzioni, sui danni causati ad un settore già in crisi e sugli interventi specifici necessari per evitare una nuova invasione il prossimo anno. Occorre per questo motivo mettere in atto serie campagne di prevenzione, incentivando gli imprenditori agricoli, uniche sentinelle dell’ambiente, a un puntuale monitoraggio dei terreni”.

 

 

Dal territorio

 

BRESCIA, IL MALTEMPO COLPISCE ANCORA: DANNI A MAIS, FORAGGIO, FRUTTA E VERDURA

Bomba d’acqua e violente grandinate si sono abbattute ieri intorno alle 19 in tutto il territorio bresciano. La nuova ondata di maltempo, caratterizzata da fenomeni estremamente intensi – 20 minuti di grandine e oltre 5 ore di pioggia ininterrotta– ha colpito diverse zone tra Brescia e provincia, danneggiando coltivazioni e campagne.

 I tecnici Coldiretti sono già all’opera nella raccolta delle segnalazioni e nella conta dei danni, particolarmente intensi nelle zone di Ghedi e Leno, dove la grandine ha colpito il mais con un danno rilevato per ora dal 70 all’80%.

In Valcamonica e Valsabbia risultano invece compromessi numerosi campi di erba medica a uso foraggio per l’alimentazione del bestiame, oltre alle coltivazioni ortofrutticole, soprattutto di zucchine e mirtilli. “Stamattina abbiamo purtroppo constatato che tutto il fieno ancora da tagliare è stato spianato dal vento e dalla pioggia – racconta Viviana Bonetti, imprenditrice agricola di Gianico in Valcamonica –. Inoltre, le nostre 300 piante di mirtilli hanno subito notevoli danni, tutti i frutti che non sono caduti sono segnati o rotti e anche le fragole danneggiate. Il raccolto di questa stagione è completamente compromesso e non sappiamo cosa accadrà negli anni a venire”.

 L’eccezionalità degli eventi atmosferici di questi ultimi mesi non sembra dare tregua alle campagne bresciane – commenta Coldiretti -, secondo un trend di maltempo e sbalzi termici già costato all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in dieci anni. In un contesto così segnato dagli effetti dei cambiamenti climatici su cicli delle colture e sicurezza del territorio, risulta particolarmente importante per le imprese agricole affidarsi a un’adeguata copertura assicurativa.

 

BERGAMO, VIOLENTE GRANDINATE SFERZANO LE MONTAGNE: PASCOLI DISTRUTTI 

Non solo bombe d’acqua, ma anche bombe di grandine ieri sera hanno interessato alcune zone montane della provincia di Bergamo. Ad essere colpite sono state soprattutto la Valle di Scalve, la Valle Seriana e la Valle Imagna. Secondo un primo monitoraggio realizzato dai tecnici di Coldiretti Bergamo, i danni sono gravi ed estesi.

Un temporale durato 4 o 5 ore si è abbattuto con violenza sulla Valle di Scalve. Una grandinata di oltre mezz’ora ha completamente distrutto il primo taglio di fieno. Negli alpeggi della zona di Schilpario la grandine, caduta abbondantemente ieri sera, imbianca i pascoli ancora questa mattina. Il foraggio è andato tutto distrutto e difficilmente si potranno caricare i bovini, un’operazione che era in programma per questa settimana e la prossima. 

 “Per noi allevatori – spiega Giovanni Giudici, allevatore di Vilminore di Scalve e vice presidente Coldiretti Bergamo- è un danno gravissimo. Dovremo riprogrammare tutta la stagione e saremo costretti ad acquistare il foraggio per alimentare il bestiame e questo comporterà un forte aggravio dei costi”

 Danni si registrano anche nella zona di Gazzaniga, in Valle Seriana, dove un forte vento ha allettato il frumento in campo e la violentissima grandinata che è seguita lo ha distrutto. 

Forti raffiche di vento, grandine e pioggia abbondanti, hanno causato gravi problemi anche in valle Imagna, in particolare a Fuipiano Brumano Rota d’Imagna e Sant’Omobono. il primo taglio di foraggio che era pronto per essere raccolto è andato totalmente perso. 

Queste manifestazioni climatiche sempre più estreme – sottolinea Coldiretti Bergamo – sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

 

LOMBARDIA, MALTEMPO: CAMPI DEVASTATI, LA MAPPA DEI DANNI PER PROVINCIA

Mentre la Valtellina sta facendo i conti con piogge intense che stanno provocando frane e smottamenti, è partita la conta dei danni delle bombe di grandine che nelle ultime ore si sono abbattute su buona parte della regione, dalla Bergamasca al Cremonese, dal Bresciano a Varese, Lecco e Como. Lo rende noto la Coldiretti Lombardia che ha disegnato la prima mappa regionale della devastazione provincia per provincia, sottolineando come i chicchi di ghiaccio abbiano colpito frumento, mais, orzo e ortaggi, mentre negli alpeggi è andato distrutto il foraggio per le mucche che dovevano salire sui pascoli.

In Valtellina le forti piogge stanno allagando campi e pascoli, ingrossando fiumi e torrenti. “Qui è un disastro – racconta Carlo Ratti, imprenditore agricolo di Gordona in Valchiavenna – Ci sono stati diversi smottamenti e piccole frane, che hanno invaso le carreggiate, rendendo difficile raggiungere i pascoli”, racconta Carlo Ratti, allevatore di Gordona in Valchiavenna – Intanto i campi si stanno riempiendo d’acqua”. “In valle i prati sono stati tutti colpiti – fa eco Massimo Involti, agricoltore di Tavano di Delebio (SO) – Il maggengo è messo male. La situazione è preoccupante, vediamo come si evolve”.

Nel Cremonese – precisa la Coldiretti – nelle ultime ore una violenta grandinata si è abbattuta sul territorio casalasco tra i comuni di Gussola, Torricella del Pizzo, Scandolara, Motta Baluffi, Cingia de’ Botti e Torre de’ Picenardi. I danni maggiori sulle coltivazioni prossime al raccolto come frumento, orzo e piselli. La tempesta ha spezzato anche le pianticelle di pomodoro e mais, le zucche e gli ortaggi in campo.

Nella Bergamasca – continua la Coldiretti Lombardia – la grandine ha colpito la Valle di Scalve, dove è andato distrutto il primo raccolto di fieno. Prati imbiancati nella zona di Schilpario, dove in questi giorni avrebbero dovuto pascolare le mucche che invece così non potranno trovare l’erba di cui cibarsi. “Per noi allevatori – spiega Giovanni Giudici, allevatore di Vilminore di Scalve – è un danno gravissimo. Dovremo riprogrammare tutta la stagione e saremo costretti a comprare il foraggio per dare da mangiare ai nostri animali, con un forte aumento dei costi”. Anche nella zona di Gazzaniga, in Valle Seriana, un forte vento ha spianato il frumento in campo e la violenta grandinata che è seguita lo ha distrutto. Problemi inoltre in Valle Imagna tra Fuipiano, Brumano, Rota d’Imagna e Sant’Omobono Terme, dove il primo taglio di foraggio che era pronto per essere raccolto è andato perso totalmente.

Danni si contano anche nel Bresciano: in Vallesabbia campi allagati e prati completamente distrutti. Grandine anche sulla zona di Brescia città e sul lago di Garda. In Vallecamonica, oltre all’erba medica, sono andati persi mirtilli e zucchine. A nord di Leno e di Ghedi colpito il mais.

Ortaggi in pieno campo, fiori e strutture danneggiati anche nelle province della Lombardia settentrionale: la grandine ha colpito l’arco alpino e prealpino, interessando le valli che collegano il Varesotto al Lecchese. “Stimiamo una perdita dell’80 per cento di piccoli frutti – spiega Chiara Canclini, produttrice agricola di Stazzona, in provincia di Como – Colpiti soprattutto lamponi, more e mirtilli”. Meli, peri e peschi vittime del maltempo nelle valli che collegano il Verbano al Varesotto, con perdite ingenti.

Nel Lecchese, a Merate la grandinata violenta ha stirato l’erba, abbattendosi anche su orzo e frumento. “Raffiche di vento fortissime e chicchi molto grossi hanno centrato il fieno nei prati – conferma l’allevatore meratese Alessandro Mapelli – compromettendo gran parte del raccolto. Il bel tempo di inizio giugno aveva fatto ben sperare, ma questa grandinata ci conferma che non si può stare tranquilli”.

Secondo un monitoraggio della Coldiretti nazionale le ultime tempeste di ghiaccio e acqua hanno fatto salire di un metro nelle ultime 24 ore il livello del Po al Ponte della Becca a Pavia ed esondare il lago di Como. Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare il livello di fiumi e gonfiato i grandi laghi verso valori massimi come quello Maggiore che secondo l’analisi della Coldiretti ha raggiunto un grado di riempimento al 111%, quello di Garda al 97% e quello di Como che è al 90% ha addirittura allagato una corsia del Lungolario.

 La grandine – continua la Coldiretti – è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché provoca danni irreparabili alle coltivazione mandando in fumo un intero anno di lavoro. Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti – in Italia sono state registrate ben 86 grandinate, più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

 

COMO-LECCO, ACQUA, VENTO E GRANDINE: NOTTE TERRIBILE PER L’AGRICOLTURA 

Non solo il lago di Como che raggiunge i livelli più alti e tracima invadendo le strade adiacenti: il maltempo della scorsa notte ha provocato danni gravi all’agricoltura, colpendo le due province lariane di Como e Lecco così come ampi areali del nord Lombardia, dalle valli del Varesotto fino alla Bergamasca, mentre la Valle Spluga e Valchiavenna in provincia di Sondrio sono sott’acqua e per le piogge torrenziali con frane e smottamenti.

“Bombe di grandine hanno colpito a macchia di leopardo il territorio devastando le coltivazioni agricole come frumento, orzo, mais, zucchine, zucche, ortaggi a foglia, mentre negli alpeggi è andato distrutto il foraggio per le mucche che dovevano salire sui pascoli di montagna” commenta Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti interprovinciale.

A questo proposito, è evidente la situazione, davvero critica, a Premana e in Val Varrone: l’esondazione del torrente ha provocato l’evacuazione dell’area industriale, mentre restano isolati o difficilmente raggiungibili alcuni pascoli storici dei “mont”, nel pieno della stagione della salita agli alpeggi: “Non so ancora se potrò salire nei prossimi giorni con i miei capi alle Alpi Ariale e Chiarino” commenta Roberta Tenderini, allevatrice.

Tutto è iniziato nel pomeriggio di ieri, quando una violenta bufera di vento si è abbattuta sulla zona dell’alto Lago, sopra Dongo, con tetti scoperchiati e piante cadute. Per ore, in alcune zone, è mancata anche la corrente elettrica, come nell’azienda di Chiara Canclini, produttrice di piccoli frutti a Stazzona: “Stimiamo una perdita dell’80 per cento di piccoli frutti, in particolare lamponi, more e mirtilli. Il vento è stato fortissimo, sino a far cadere le tegole del tetto”. Ortaggi colpiti un po’ ovunque: danneggiate colture come zucchine, zucche oltre agli ortaggi a foglia.

I tecnici di Coldiretti Como Lecco sono al lavoro per determinare l’incidenza delle perdite: dove la grandine ha colpito duro si parla dell’80-90%, in altri casi si spera in un recupero, tempo permettendo.

Alessandro Mapelli, allevatore del Meratese, una delle zone più colpite racconta di “un temporale fortissimo” che ha iniziato ad abbattersi ieri sera alle 21 circa: “Subito dopo è iniziata a cadere la grandine, con chicchi molto grossi: il fieno nei prati non falciati è stato completamente allettato e difficilmente potrà rialzarsi: ciò comprometterà gran parte del raccolto, per di più dopo una stagione difficile quanto alle piogge cadute copiose fino alla scorsa settimana. Il bel tempo di inizio giugno aveva fatto ben sperare, invece questa grandinata ci conferma che, purtroppo, non si può stare tranquilli”.

In Valsassina, invece, i guai più grossi sono iniziati nelle prime ore del mattino “quando verso le 5 ha iniziato a riversarsi una mole d’acqua impressionante, mai vista prima” come raccontano Simone Bergamini e Carlo Platti, allevatori di Pasturo. “Qui il foraggio non è ancora stato raccolto: il taglio è sicuramente compromesso nei prati in cui la fase di sviluppo è più avanzata, vedremo se sarà possibile recuperare quello ancora in fase di crescita”.

Le intense precipitazioni, inoltre, hanno fatto innalzare il livello dei corsi d’acqua e gonfiato i grandi laghi verso valori massimi: il lago di Como, in particolare, è al 90% e, come detto, è addirittura esondato allagando il Lungolario a Como: in città si è reso necessario il ricorso alle passerelle pedonali, con evidenti ripercussioni anche sul traffico veicolare dopo la chiusura delle corsie di transito.

“In attesa del grande caldo, gli ultimi temporali aggravano il drammatico conto dei danni nelle campagne lariane dove una pazza primavera rischia di farsi ricordare con un bilancio pesante” conclude il presidente Trezzi.

Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti – in Italia sono state registrate ben 86 grandinate, più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti, specie in un’areale delicato come quello lariano e prealpino, dove l’aria calda della pianura incrocia quella fredda delle vicine Alpi, provocando rapide inversioni termiche che aumentano la violenza delle precipitazioni.

 

MODENA, MALTEMPO: BOMBA DI GRANDINE SUI VIGNETI DI LAMBRUSCO

La grandinata che nel tardo pomeriggio di ieri ha colpito a macchie il territorio modenese, a partire dalla fascia ovest della città, ha sortito effetti devastanti sui vigneti della zona di Magreta. A darne notizia è Coldiretti Modena nel sottolineare come in poco più di 15 minuti siano caduti chicchi grandi quasi come una pallina da tennis che hanno colpito una delle zone della provincia vocata alla produzione del Lambrusco Grasparossa DOP.

La grandine – informa Coldiretti Modena – si è abbattuta sui vigneti provocando la rottura dei grappoli, che in questi giorni sono in fase di formazione, con danni che non potranno essere rimarginati e porteranno a fenomeni di marcescenza e conseguente minor produzione. Stessa sorte per foglie e tralci che sono state divelti. Danni si registrano anche sulle coltivazioni di frumento a pochi giorni dalla mietitura.

Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti – in Italia sono state registrate ben 86 grandinate, più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

 

VARESE, VENTO E GRANDINE NELLE VALLI DEL VERBANO, DANNI A COLTURE E FRUTTETI

L’ultimo colpo di coda del maltempo centra in pieno il settentrione lombardo e non risparmia il Varesotto: due notti di pioggia, grandine e precipitazioni violente hanno interessato il nord della Regione, proprio a partire dalla provincia prealpina, prima ad essere interessata dall’ondata di violente precipitazioni che si sono poi indirizzate a est, investendo il Comasco-Lecchese, la Bergamasca e provincia di Sondrio, dove Valle Spluga e Valchiavenna sono tuttora investite da frane e smottamenti.

Bombe di grandine hanno colpito a macchia di leopardo il territorio del settentrione lombardo, devastando le coltivazioni agricole come frumento, orzo, mais, zucchine, zucche, ortaggi a foglia, mentre negli alpeggi è andato distrutto il foraggio per le mucche che dovevano salire sui pascoli di montagna un po’ in tutta la Lombardia: nel Varesotto, i danni maggiori si concentrano nella zona tra Laveno e Gemonio, dove la grandine ha colpito gli alberi da frutto – come mele, pere o pesche – oltre ad alcune ortive e piccoli frutti. Nelle zone più interessate dalla bufera di vento e pioggia è andato allettato anche il fieno nei prati non ancora falciati.                                                                                                                   

Le intense precipitazioni, inoltre, hanno fatto innalzare il livello dei corsi d’acqua e gonfiato i grandi laghi verso valori massimi: il lago Maggiore, in particolare, marca un livello di riempimento pari 111%.

“In attesa del grande caldo, gli ultimi temporali aggravano il drammatico conto dei danni nelle campagne prealpine dove una pazza primavera rischia di farsi ricordare con un bilancio pesante, che si evidenza non solo per quanto riguarda le colture in campo, ma anche per la perdita del raccolto del miele di acacia, che ha provocato danni ingentissimi alle imprese” conclude il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori.

Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti Varese – in Italia sono state registrate ben 86 grandinate, più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti, specie in un’areale delicato come quello prealpino, dove l’aria calda della pianura incrocia quella fredda delle vicine Alpi, provocando rapide inversioni termiche che aumentano la violenza delle precipitazioni.

 

PARMA, VIOLENTO TEMPORALE E GRANDINE: DANNI A COLTURE E STRUTTURE

Il violento temporale con a tratti intense grandinate e tromba d’aria, che nel tardo pomeriggio di ieri ha colpito buona parte della Bassa est parmense, ha provocato ingenti danni a strutture agricole, sollevando il manto di copertura di stalle e capannoni, e alle colture agricole, devastando in particolare i campi di mais e frumento.

Lo comunica Coldiretti Parma, i cui tecnici stanno monitorando il territorio colpito, in particolare i Comuni di Sissa/Trecasali, per una prima stima dei danni. La grandine – aggiunge Coldiretti – è uno degli eventi più temuti dagli agricoltori in questo momento perché provoca danni irreparabili alle coltivazione mandando in fumo un intero anno di lavoro.

Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti – in Italia sono state registrate ben 86 grandinate, più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

 

REGGIO E., BOMBA DI GRANDINE A SALVATERRA: DANNEGGIATE PRUGNE E ALBICOCCHE

La grandinata che nel tardo pomeriggio di ieri ha colpito il territorio reggiano compreso tra il Secchia e a Salvaterra ha colpito in modo particolare gli alberi di albicocche e prugne con effetti devastanti sui frutti praticamente maturi e danni da conteggiare su pere e vigneti. Ne dà notizia Coldiretti Reggio Emilia evidenziando come seppur per un breve lasso di tempo siano caduti chicchi più grandi di una pallina da pingpong colpendo una delle zone della provincia vocata alla produzione di frutta e di Lambruschi, Malvasia e Spergola, Dop e Igp.

La grandine – informa Coldiretti Reggio Emilia – ha colpito in modo serio le varietà precoci di albicocche, prugne, pere e mele, mentre le varietà tardive, non ancora in maturazione, hanno subito meno danni. Anche sui vigneti i danni non sono ancora ben quantificabili anche se per ora appaio di moderata entità con la rottura di alcuni grappoli, che in questi giorni sono in fase di formazione, foglie e tralci divelti.

Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti – in Italia sono state registrate ben 86 grandinate, più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

 

PUGLIA, LAVORO: A FOGGIA 28MILA ADDETTI IN CAMPAGNA 28% TOTALE

In provincia di Foggia il 22% della forza lavoro è impiegata in campagna, quasi 28mila addetti sul totale di 125mila operai impegnati in tutti i settori economici. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro di Coldiretti Puglia sul lavoro in agricoltura, tra prevenzione, opportunità e sicurezza a Foggia, provincia in cui nel 2019 sono nate 363 nuove imprese nel settore agricolo.

“C’è grande attesa per l’approvazione del Decreto interministeriale per la semplificazione del mercato del lavoro, annunciato dall’onorevole Giuseppe L’Abbate all’incontro di Coldiretti con i parlamentari pugliesi, che è stato già condiviso e sottoscritto da tutte le parti in causa dopo un confronto serrato. La novità più rilevante riguarda le visite mediche che avranno valenza biennale e saranno fatte presso le ASL o gli enti bilaterali. Oggi un operaio agricolo, ingaggiato per la raccolta di produzioni diverse da più aziende, si sottopone ogni qualvolta cambia datore di lavoro ad una visita medica, paradossalmente numerose volte nel corso dell’anno. E’ un problema molto sentito sia dalle imprese che dagli operai, sia italiani che extracomunitari, per costi e peso burocratico”, ha spiegato il presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo, a margine dell’incontro. 

Intanto, continua il trend positivo del calo degli infortuni che in agricoltura in Puglia segna -11,16% dei casi denunciati, decisamente più alto anche del dato nazionale, segnala Coldiretti Puglia, con una riduzione delle denunce di infortunio in campagna da 2.831 del 2016 alle 2.515 del 2017 e sul fronte degli incidenti con esito mortale del 3,77% in provincia di Foggia.

“E’ il risultato del grande sforzo nell’ottica della formazione degli imprenditori agricoli – ha aggiunto De Filippo – sempre più coscienti del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e della difficoltà di adempiere all’importante compito di tutelare ambiente e salute pubblica. Importante, però, che vengano avviati reali sistemi di prevenzione degli infortuni, superando inutili vincoli burocratici e sostenendo le imprese, anche grazie alle risorse dei Bandi INAIL che hanno messo a disposizione delle imprese agricole risorse a fondo perduto per rinnovare ed ammodernare il parco macchine attualmente in circolazione. Il Decreto interministeriale servirà a dare una stretta anche alla semplificazione per la formazione degli operai agricoli, sia italiani che extracomunitari”, ha concluso il presidente De Filippo.

Un risultato che è frutto dell’impegno degli imprenditori e dei lavoratori per lo sviluppo di un’agricoltura al servizio della sicurezza della salute, dell’ambiente e dell’alimentazione che – conclude Coldiretti Puglia – vuole conciliare gli interessi delle imprese, degli occupati e dei consumatori.

 

BRESCIA, AGRITURISMI, APPROVATA LA LEGGE REGIONALE

Sono circa 8 milioni le persone che ogni anno scelgono di mangiare negli agriturismi lombardi. È quanto stima la Coldiretti Lombardia commentando positivamente le modifiche apportate alla legge regionale sull’agricoltura che mette al centro i sapori del territorio. Infatti, almeno 4 prodotti agricoli su 5 (pari all’80%) serviti negli agriturismi dovranno essere made in Lombardia.

“In questo modo le nostre aziende saranno ancora di più ambasciatrici delle tipicità locali – spiega Tiziana Porteri imprenditrice agricola di Bedizzole e presidente di Terranostra Brescia, l’associazione che raggruppa gli agriturismi di Coldiretti – inoltre, in generale, pesce e vini serviti dovranno essere solo di origine lombarda”.

Ma non solo, secondo la legge regionale approvata questa mattina, le principali modifiche apportate sono:

–           Aumento dal 30 al 35% la soglia minima di prodotti aziendali utilizzati nella somministrazione dei pasti, per arrivare all’80% di prodotti lombardi e solo il 20% di prodotti acquistati dalla grande distribuzione;

–           possibilità di aumentare i posti letto da 60 a 100 valorizzando e sviluppando l’ospitalità offerta dalle strutture agricole;

–           possibilità per gli agriturismi di somministrare alimenti e bevande al di fuori delle strutture aziendali, ma nel limite di venti giornate all’anno;

–           viene introdotta la nuova disciplina sull’enoturismo e istituito l’elenco regionale degli operatori;

–           la possibilità di organizzare attività agrituristico – venatorie e cinotecniche, ricreativo culturali, ludico didattiche, di rilevanza sociale nonché di ittiturismo e ippoturismo.

Sul podio con Brescia che conta 348 imprese agrituristiche di cui 155 associate a Coldiretti, Mantova con 236, Pavia con 224.

A seguire Bergamo (170), Como (166), Milano (133), Sondrio (121), Varese (90), Lecco (79), Cremona (72), Lodi (33), Monza e Brianza (16) per un totale di sono 1.688 strutture attive in Lombardia, di cui oltre mille offrono servizio di ristorazione.

Alle base del successo delle attività agrituristiche– sottolinea la Coldiretti – c’è la possibilità di mangiare i piatti della tradizione, i cui segreti sono conservati da generazioni nelle campagne. Il cibo – conclude la Coldiretti – rappresenta il vero valore aggiunto delle vacanze in Lombardia, regione che può contare su un’agricoltura in grado di produrre oltre trecento tesori della tavola certificati, con 34 tra DOP e IGP, 41 denominazioni vinicole tra DOCG, DOC e IGT e 251 prodotti tradizionali.

 

UMBRIA, NEL 2018 CALA LA SPESA MEDIA MENSILE FAMILIARE (-2,2%)

Nel 2018 le famiglie umbre hanno speso in media al mese 2282,75 euro, il 2,2 per cento in meno rispetto all’anno precedente. È quanto si evince dall’analisi Coldiretti sui nuovi dati Istat relativi ai consumi, con la nostra regione che si colloca al di sotto del trend nazionale, dove la media è stata di 2571,24 euro a famiglia con una crescita dello 0,3%, sul 2017. A calare, la spesa per la tavola (da 434,23 a 417,44 euro), e quella per l’abitazione da 817,99 euro a 740,55, che rappresentano le voci più importanti del budget familiare, con un’incidenza sul totale rispettivamente del 18,3% e del 32,4%. Segno meno anche per comunicazioni (da 60,11 a 56,21 euro) e per altri beni e servizi (cura persona, assicurazioni …) da 168,13 a 159,07 euro.

Si è speso di più per trasporti, ricreazione, spettacoli e cultura, così come per l’istruzione, per abbigliamento e calzature e servizi ricettivi e di ristorazione (da 110,12 a 122,62 euro). Incrementi di spesa anche per bevande alcoliche e tabacchi, mobili, articoli e servizi per la casa, servizi sanitari e spese per la salute. 

In particolare sul cibo in Italia si assiste – afferma Coldiretti – ad una polarizzazione nei consumi con un numero elevato di cittadini che si rifugia nei discount low cost mentre chi può cerca di dare un contenuto etico e salutistico ai propri acquisti con l’aumento nel carrello del biologico, del prodotto locale e a chilometri zero, magari acquistato direttamente dal produttore nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Occorre ora, secondo Coldiretti, incrementare gli sforzi affinché le famiglie recuperino potere di acquisto, anche per non far venire meno prodotti alimentari garanti della salute dei cittadini. 

 

 LA SPESA DELLE FAMIGLIE UMBRE

Tipo di spesa

Spesa 2017

in euro

Spesa 2018

in euro

Prodotti alimentari e bevande analcoliche

434,23

417,44

Bevande alcoliche e tabacchi

39,02

45,61

Abbigliamento e calzature

91,75

93,07

Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili

817,99

740,55

Mobili, articoli e servizi per la casa

91,82

100,61

Servizi sanitari e spese per la salute

91,79

96,54

Trasporti

290,76

307,17

Comunicazioni

60,11

56,21

Ricreazione, spettacoli e cultura

127,67

128,73

Istruzione

9,85

15,15

Servizi ricettivi e di ristorazione

110,12

122,62

Altri beni e servizi (cura persona, assicurazioni, ecc.)

168,13

159,07

Totale Umbria

2333,22

2282,75

Totale Italia                                               

2563,94

2571,24

Fonte: analisi Coldiretti Umbria su dati Istat

 

AREZZO, CAMPAGNA AMICA: ARRIVANO I CUOCHI AL MERCATO DEL GUSTO 

Cresce e si consolida la collaborazione tra la Coldiretti aretina e l’Associazione Cuochi di Arezzo, questa mattina è stato presentato in conferenza stampa al mercato di Campagna Amica di Piazza Giotto ad Arezzo, il nuovo progetto “Cuochi al mercato del gusto”.

“Nell’ambito del protocollo stipulato nel 2016 e volto a rafforzare la forte intesa tra i produttori agricoli locali e le imprese della ristorazione – ha commentato il Direttore di Coldiretti Arezzo Raffaello Betti aprendo l’incontro – abbiamo voluto realizzare questo progetto con l’obiettivo di consolidare una filiera agroalimentare di alta qualità e la valorizzazione del territorio che inizia con la produzione sostenibile di materie prime locali nelle campagne aretine e termina con lo sviluppo di piatti e ricette prelibate nei mercati, permettendo così sia di valorizzare i prodotti agricoli del luogo sia di esaltarne le caratteristiche enogastronomiche. Novità del format sarà quello di realizzare gli appuntamenti direttamente nei mercati di Campagna Amica”.

Ed i mercati saranno infatti la sede di tutti gli appuntamenti, 4 in programma, il primo proprio ad Arezzo, nel cuore di piazza Giotto mercoledì 19 giugno per la “Festa del grano: mietitura e pasta” ed a seguire il secondo lunedì 23 settembre al mercato di Camucia-Cortona in piazza Sergardi “Vendemmia e vino in festa”, Sansepolcro sarà il luogo del terzo evento dedicato ad Halloween – zucca, le feste d’autunno: castagne e frutta secca” al mercato di giovedì 24 ottobre in Largo Porta Tunisi e per finire, ad Arezzo ma questa volta di venerdì, il 22 novembre al mercato di Via Spallanzani per la “Festa dell’olio e molitura olive”. Quella di Campagna Amica è una rete in forte espansione, 7.357 fattorie, 2.303 agriturismi, 1.041 mercati, 569 ristoranti, 188 botteghe in tutta Italia.

“Siamo molto contenti di essere di nuovo partner di un progetto così importante per il territorio insieme a Coldiretti – ha detto il Presidente dell’Associazione Cuochi Arezzo Gianluca Drago – animare i mercati con la nostra presenza è il miglior modo per promuovere una nuova cucina sostenibile, realizzata nel pieno rispetto ambientale che lega i consumatori alle produzioni agroalimentari caratteristiche del territorio aretino, costruendo e mantenendo rapporti continuativi e stabili di collaborazione tra il mondo agricolo ed il nostro, quello della ristorazione. Tutti i cuochi che parteciperanno sono titolari di ristoranti accreditati alla rete di Campagna Amica, questo vuol dire che almeno un piatto nel loro menù è realizzato con i prodotti della rete”.

Alla conferenza stampa presente anche il Direttore Generale della Banca Popolare di Cortona Roberto Calzini che ha creduto fortemente in un progetto di promozione e valorizzazione del territorio “La Banca Popolare di Cortona ha nei propri cromosomi il concetto di Comunità, con tutte le sue massime espressioni. Oggi siamo a celebrarne tre: la prima è la grande varietà di produzioni agricole e agroindustriali portata avanti da imprese tradizionali, ma anche da una nuova generazione di imprenditori che riesce ad apportare il giusto punto di modernità nella tradizione secolare; la seconda è la valorizzazione del mercato come luogo fisico di scambio; la terza è un modo nuovo di valorizzazione della filiera attraverso la creazione di “esperienze”. Crediamo che la forte sinergia tra produttori agricoli e ristoratori, tutti del nostro territorio, sia un lampante esempio di come si possa creare del valore per gli operatori della nostra Comunità locale integrando dei mondi che fino ad oggi non sapevano di avere un legame così stretto e quasi simbiotico”.

Durante la mattinata sono stati presentati alla stampa anche i prodotti biodiversi del territorio provinciale, custoditi dagli agricoltori e allevatori del territorio dal Fagiolo Zolfino ai Salumi di Cinta Senese per passare dal Cece Cappuccio e al Fagiolo Piattello della Valtiberina e al Pecorino Abbucciato Aretino per ribadire ancora una volta l’importanza di un patrimonio unico al mondo.

“Il progetto si inserisce perfettamente nella mission di Coldiretti  – ha commentato la Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci –  ovvero sostenere un nuovo modello di consumo alimentare che nasce da una forte intesa tra i produttori agricoli locali e le imprese della ristorazione, i quali entrambi privilegiano l’impiego di materie prime genuine di esclusiva provenienza controllata al fine di diffondere una sana cultura alimentare e di trasmettere conoscenze legate alle origini e storia del prodotto. La nostra battaglia per il cibo sicuro è in campo da anni e in questi mesi siamo impegnati con la raccolta firme #Stopciboanonimo per difendere il vero Made in Italy e tutelare le imprese agricole. L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti – conclude il Presidente nel sottolineare l’importanza della trasparenza dell’informazione ai consumatori”.

 

MARCHE, VOLA IL CIBO MARCHIGIANO SULLE TAVOLE ESTERE: EXPORT +13%

Continua a crescere l’export agroalimentare marchigiano che conferma il segno positivo anche nel primo trimestre 2019. Superati i 90 milioni di euro di valore con un incremento, secondo un’elaborazione di Coldiretti Marche su dati Istat, di oltre il 13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La provincia di Pesaro fa segnare la crescita maggiore con il 22% in più di esportazioni del proprio patrimonio di produzioni agricole, sia fresche che lavorate.

Positivi tutti i principali settori dell’agricoltura marchigiana con l’ottima performance del vino che sfiora i 13 milioni e un aumento del valore delle vendite di quasi il 4%. In ripresa l’olio extravergine di oliva (+17,4%) mentre volano ortofrutta, quasi a 5,4 milioni, e la pasta marchigiana a quota 4,6 milioni. Aumenti consistenti: rispettivamente +21% e +18%. “L’agroalimentare fa da traino all’economia marchigiana che cresce di valore negli scambi con l’estero grazie alla qualità, alla distintività e grazie anche a un brand vincente come il Made in Italy. Dobbiamo continuare come Marche a far conoscere i nostri prodotti d’eccellenza e, come Italia, a combattere per difendere la trasparenza della filiera e contro il cibo estero che si spaccia per italiano” commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche.

 

TOSCANA, LIQUIDITÀ: POCHI GIORNI PER RICHIEDERE ANTICIPO CONTRIBUTI PAC

Entro il 20 giugno le aziende agricole possono chiedere l’anticipo dei contributi legati alla Politica agricola comunitaria (Pac), relativi alla Domanda Unica 2019. Il decreto è stato pubblicato sul sito del Mipaaft, il ministero delle politiche agricole, forestali e del turismo. Il presupposto per richiedere l’anticipo è il possesso dei titoli e la presentazione della domanda annuale. “La liquidità che entrerà nelle casse delle imprese agricole -commenta Coldiretti Toscana- è una boccata d’ossigeno che consentirà una migliore programmazione delle attività aziendali”.

In Toscana è già possibile presentare le domande sul portale dell’Organismo Pagatore Regionale Artea, le imprese possono rivolgersi agli uffici del CAA Coldiretti presenti su tutto il territorio regionale. “L’importo dell’anticipazione è pari al 50% dei pagamenti diretti –spiega Coldiretti Toscana-, ma ci sono delle limitazioni”. L’anticipo del contributo Pac, infatti, non viene erogato in questi casi: per importi inferiori a 750 euro, se il beneficiario abbia in essere situazioni debitorie o se abbia in corso cessioni di titoli non ancora perfezionate. Sono escluse dal calcolo per l’anticipazione le superfici dichiarate in domanda unica a pascolo.

 

REGGIO-EMILIA, MAESTRI DELLA TRADIZIONE: ORA TOCCA ALLA PANCETTA CANUSINA

Con un centinaio di prodotti agroalimentari tradizionali la provincia di Reggio Emilia rappresenta circa il 25% del patrimonio dell’Emilia Romagna, che è una delle regioni italiane con la più ricca e diversificata tradizione alimentare. Patrimonio di cui si sta occupando Coldiretti Reggio Emilia con il progetto di attestazione dei Maestri della Tradizione.

Con Graziano Rossi dell’Agriturismo Fattoria Rossi, di Campagna Amica, oggi è stato messo a custodia un altro prodotto tipico reggiano: la pancetta canusina.

La Pancetta Canusina è un salume tipico dei colli reggiani, dal sapore speziato, interamente prodotta con la pancia fresca del suino pesante, di 240 chilogrammi, alla quale si aggiungono dei condimenti naturali, in quantità ‘segrete’ e stagionata per almeno 18 mesi ma in grado di reggere un stagionatura anche lunga di oltre 3 anni.

«La presentazione di oggi è stata arricchita da un senso della tradizione – commenta il presidente di Terranostra Reggio Emilia Raffaello Landini. La pancetta canusina infatti è direttamente collegata alla cultura del maiale di cui Fattoria Rossi ne è una voce dal 1868».

L’azienda agricola e agrituristica Fattori Rossi ha ottenuto le certificazioni per l’allevamento suino antibiotic free e benessere animale oltre a quella di energia pulita per l’intera attività aziendale.

«Gli ospiti del nostro agriturismo possono degustare la pancetta canusina a colazione – commenta Graziano Rossi. Non è la colazione all’inglese o continentale ma la tradizionale colazione contadina che prevedeva pane e salume per sfamare l’agricoltore in piedi da ore per provvedere alla mungitura». La pancetta canusina è apprezzata anche da molti turisti stranieri, assaggiata ed acquistata direttamente in centro a Firenze, in un punto vendita aziendale.

«Crediamo che gli imprenditori agrituristici possano rappresentare i perfetti custodi della cucina tradizionale – continua il direttore Zampini. I piatti e le preparazioni tradizionali possono sicuramente intercettare consumatori e turisti. Gli agriturismi di Campagna Amica, che già si configurano in una rete, diventano da ora anche i Maestri della Tradizione, soggetti in grado di custodire le ricette, i luoghi e le storie del loro territorio pur tenendo conto dell’evoluzione dei nuovi metodi produttivi».

 

TARANTO, EXPORT: 69° POSTO IN ITALIA, GAP LOGISTICA E PROMOZIONE CHE NON C’E’

Nella classifica italiana delle province che esportano prodotti agroalimentari la provincia di Taranto si posiziona solo al 69esimo posto, pur segnando un aumento del 2,6% delle esportazioni, passate da 104 milioni di euro a 107 milioni di euro di valore di prodotti esportati nel 2018 rispetto all’anno precedente. E’ quanto ha denunciato il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, al tavolo operativo sull’export convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico a Palazzo Piacentini, per individuare insieme le migliori strategie e misure per supportare Taranto e la sua provincia sui mercati internazionali in settori “alternativi” alla produzione siderurgica.

“Il fallimento della politica economica in provincia di Taranto imperniata esclusivamente sull’industria è tangibile. Ciò che manca tuttora è una visione strategica del futuro dell’economia in provincia di Taranto, basata sull’accelerazione necessaria allo sviluppo dei comparti agricolo, agroalimentare e di tutto l’indotto. L’agricoltura jonica, con una superficie totale di 146.247 ettari, riesce a raggiungere mediamente una Produzione Lorda Vendibile di 470 milioni di euro e rappresenta una realtà economica importante per l’intera regione. L’assenza di una strategia di promozione e il gap della logistica sono non danno il giusto impulso di sviluppo e crescita all’agroalimentare jonico”, ha denunciato il presidente Cavallo al tavolo ministeriale.

La produzione del Primitivo di Manduria è in crescita – aggiunge Coldiretti Taranto – nel 2018 sono stati prodotti 15 milioni di litri per un totale di 20 milioni di bottiglie e un giro d’affari di 120 milioni di euro, con un +15% rispetto al 2017. “E’ il testimonial dei successi stellari del mondo del vino – ha insistito il presidente Cavallo – ottenuti però grazie al lavoro e alla buona volontà di aziende agricole che in solitudine hanno fatto conoscere questa eccellenza della provincia di Taranto a livello internazionale”. Destino ancor più a tinte fosche vive l’export dell’olio extravergine di oliva, rileva Coldiretti Taranto.

“La Puglia produce oltre il 50% dell’olio extravergine di oliva italiano che è il terzo prodotto pugliese più esportato e rappresenta il 9% dell’export di olio dall’Italia. Eppure la provincia di Taranto – ha aggiunto Cavallo – pur producendo oli di eccellente qualità, non riesce ad imporsi sui mercati internazionali. Lo stesso vale per l’ortofrutta”.

Le esportazioni di prodotti agroalimentari della provincia di Taranto pagano a caro prezzo il gap della logistica, denuncia Coldiretti, che scontano il peso della burocrazia, di prezzi decisamente più alti, di reti che non funzionano. “Sono necessari e urgenti investimenti mirati a potenziare i trasporti delle produzioni agroalimentari, sfruttando la base logistica di straordinaria valenza qual è il porto di Taranto. Nel 2018 le merci movimentate nel porto di Taranto sono state pari a 4.951.895 tonnellate con una flessione del 13,3% rispetto all’anno precedente, quando la movimentazione era stata pari a 5.711.268 di tonnellate. L’infrastruttura logistica ha perso 759.373 tonnellate, una performance negativa che l’agroalimentare jonico e soprattutto il segmento ortofrutticolo non può permettersi”, ha detto il presidente Cavallo dati alla mano. “Se l’Italia non investe nelle vie di trasporto, soprattutto su rotaia, l’ortofrutta spagnola continuerà ad arrivare, arrecando danno alle produzioni ortofrutticole tarantine. Un chilo di agrumi di Palagiano per arrivare a Bruxelles devono percorrere chilometri e da Murcia a sud della Spagna a Bruxelles 2000 Km. Dalla Puglia il viaggio dura 48 ore, da Murcia solo 36 ore”, ha insisto il presidente Cavallo.

Considerato che c’è già una differenza di 0,10 – 0,20 euro/kg a carico del prodotto di Palagiano, se si sommano le problematiche legate alla logistica, alle barriere fitosanitarie e alla burocrazia, la differenza di prezzo tra gli agrumi di Palagiano e quelli spagnoli raggiunge fino a 0,50 euro/kg in favore del prodotto spagnolo, dice ancora Coldiretti Taranto, perché tra l’altro l’Italia è il Paese con il record europeo del costo dell’autotrasporto su gomma. “Se si considera un autoarticolato con 5 assi che percorre 100mila chilometri all’anno, il costo al chilometro è di 1,6 euro, mentre in Spagna è di 1,22 euro. La cosiddetta velocità commerciale media, calcolata sulla base dell’adeguatezza della rete stradale e autostradale, in Italia è più bassa rispetto altri paesi europei di almeno 5-10 chilometri all’ora. Per non parlare del costo del carburante, che in Spagna costa 1,20 euro al litro in media, contro 1,60 con punte fino a 1,90 euro al litro sulla rete autostradale in Italia”, ha concluso il presidente Cavallo.

Il settore ortofrutticolo, oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania, deve essere aiutato ad imporsi in Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia, oltre ai Paesi extra Ue. La specializzazione strutturale dell’orticoltura della provincia di Taranto, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, conclude Coldiretti Taranto, consente di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive che vanno promosse sui mercati italiani e mondiali.

 

BASILICATA, LA TOP TEN FRUTTA E VERDURA CHE ABBRONZA, DA CAROTE A CILIEGIE

Con l’arrivo del bel tempo anche in Basilicata, dopo un maggio gelido con 1,58 gradi in meno e straordinariamente piovoso, anche i lucani si espongono ai raggi solari per ottenere la sospirata abbronzatura, dal mare alla montagna, lungo i fiumi o in campagna, ma anche in città fra piscine, parchi e balconi. E’ quanto afferma Coldiretti Basilicata.  Il consiglio per tutti è di esporsi gradualmente al sole evitando le ore più calde soprattutto in caso di carnagione chiara ma anche l’alimentazione – sottolinea la Coldiretti lucana– aiuta a “catturare” i raggi del sole ed è anche in grado di difendere l’organismo dalle elevate temperature e dalle scottature.

La dieta adeguata per una abbronzatura sana e naturale si fonda – precisa la confederazione agricola – sul consumo di cibi ricchi in Vitamina A che favoriscono la produzione nell’epidermide del pigmento melanina che protegge dalle scottature e dona il classico colore scuro alla pelle. Sul podio del “cibo che abbronza” secondo la speciale classifica stilata dalla Coldiretti Basilicata salgono carote, radicchi e albicocche, ma sono d’aiuto anche insalate, cicoria, lattughe, meloni, peperoni, pomodori, fragole o ciliegie. Il primo posto è conquistato indiscutibilmente dalle carote che contengono ben 1200 microgrammi di Vitamina A o quantità equivalenti di caroteni per 100 grammi di parte edibile. Al posto d’onore salgono gli spinaci che ne hanno circa la metà, a pari merito con il radicchio mentre al terzo si posizionano le albicocche seguite da cicoria, lattuga, melone giallo e sedano, peperoni, pomodori, pesche gialle, cocomeri, fragole e ciliege che presentano comunque contenuti elevati di vitamina A o caroteni. 

Con il caldo infatti è importante consumare frutta e verdura fresca, fonte di vitamine, sali minerali e liquidi preziosi per mantenere l’organismo in efficienza e per combattere i radicali liberi prodotti come conseguenza dell’esposizione solare. Antiossidanti “naturali” sono infatti le vitamine A, C ed E che – sottolinea Coldiretti Basilicata – sono contenute in abbondanza in frutta e verdura fresca. Alla buona alimentazione vanno accompagnate regole di buon senso nell’esposizione al sole soprattutto all’inizio della stagione. E’ quindi importante conoscere il proprio fototipo ed utilizzare creme adeguate alla propria pelle, soprattutto su bambini, ridurre al minimo le esposizioni ai raggi solari, specie nelle ore centrali della giornata, non esporsi al sole con profumi ed essenze e utilizzare indumenti adeguati (cappelli, magliette, occhiali). In caso di scottature o di disidratazione della pelle possono essere utili – conclude l’organizzazione agricola lucana – anche alcuni rimedi naturali come impacchi di yogurt bianco intero oppure maschere con fette di anguria oppure la polpa di mela grattugiata stesa sulle zone più arrossate.

 

GROSSETO, E’ POSSIBILE RICHIEDERE ENTRO 20 GIUGNO ANTICIPO DOMANDA PAC 

Entro il 20 giugno con Decreto del MIPAAFT del 3 Giugno 2019 viene data la possibilità alle aziende agricole di chiedere il pagamento del 50 % della PAC (Politica Agricola Comunitaria) 2019. Gli anticipi erogabili sono solo per importi superiori a 750,00 € (settecentocinquanta/00 euro). Non possono fare domande le aziende che abbiano una situazione debitoria con gli organismi pagatori o Inps e che abbiano in corso cessioni di titoli non ancora perfezionati. Il sistema previsto è rappresentato da un’anticipazione fatta attraverso liquidità messa a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze a luglio 2019 ed è proprio perché si tratta di anticipazione che scatta il sistema dell’aiuto de minimis. Infatti sulla cifra erogata in anticipo vengono calcolati gli interessi a decorrere dalla data di erogazione dell’anticipo alla data del 30 giugno dell’anno successivo.

Le domande come previsto nel Decreto del Ministero vanno presentate sul sistema Artea entro il 20 Giugno 2019. Chi è interessato può rivolgersi agli uffici di Coldiretti Grosseto presenti su tutto il territorio provinciale.

 

PIEMONTE, CALA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE, CRESCE SOLO L’AGROALIMENTARE 

Per il terzo trimestre la produzione industriale complessiva in Piemonte ha segno negativo. Il settore alimentare è l’unico in controtendenza e segna +2,4per cento. Sono dati evidenziati dalla 190esima indagine congiunturale sull’industria manifatturiera svolta da Unioncamere Piemonte, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, commenta: «Nel panorama economico piemontese fotografato da Unioncamere l’unico settore in crescita è quello agroalimentare. All’interno di questa positività vanno segnalate le sempre più evidenti difficoltà delle imprese agricole che non vedono riconosciuti gli sforzi fatti in tema di qualità e distintività delle produzioni agricole, tanto che in molti casi non vengono coperti neanche i costi di produzione. Ulteriori problemi arrivano dalla dilazione dei tempi di pagamento».

«Filiere agroalimentari di questo tipo – aggiunge Fabrizio Galliati – sono tali solo idealmente, in quanto mancano di veri contratti, tranne rari casi di eccellenza in grado di remunerare adeguatamente la parte agricola in termini di valore e tempistiche. Da alcuni comparti, come quello frutticolo, da anni arrivano segnali preoccupanti. Ad esempio, quanto succede con la campagna delle pesche è emblematico. Per il raccolto 2019 la previsione è di ricavare pochi centesimi per chilogrammo di pesche. Tutto questo mentre il raccolto 2018 non è ancora stato saldato».

Michele Mellano, direttore Coldiretti Torino, aggiunge: «Con il progetto Filiera Italia la Coldiretti e alcune fra le più importanti aziende del settore agroalimentare, hanno scelto di fare sistema per contrastare gli effetti delle storture economiche che penalizzano duramente gli imprenditori agricoli. Va innanzitutto rivista la ripartizione dei ricavi lungo le filiere. Anche per la piazza torinese Coldiretti Torino auspica maggiore coraggio da parte di alcune realtà agroindustriali che sono chiamate a trovare il coraggio di investire sul made in Piemonte per valorizzare le eccellenze agricole del territorio con benefici per il settore agricolo e per l’intera economia subalpina».

 

 

Appuntamenti

 

VENEZIA: LE PIANTE NEL LUOGO DI LAVORO, UN TOCCASANA PER IL BENESSERE

Venerdì 14 giugno

Si terrà Venerdì 14 giugno dalle ore 10.00 presso l’azienda associata a Coldiretti, Venice Green, a Tessera – Venezia in Via Piovega, 7 un momento di approfondimento dedicato al ruolo delle piante. Il convegno organizzato dall’azienda, toccherà diversi argomenti, uno tra questi, l’illustrazione del sistema di coltivazione in idroponica, ovvero tecnica che prevede la sostituzione del terreno con argilla espansa. 

L’azienda, leader di questo settore in Italia, sottolinea i vantaggi di questo tipo di coltura antichissima, la prima traccia risale al 2000 a.C. nell’antica Grecia e nella Babilonia con i suoi giardini pensili, come il migliore controllo dell’approvvigionamento idrico, grazie ai sistemi chiusi che recuperano la soluzione nutritiva non utilizzata dalle piante e la riciclano. “La pianta infatti “si nutrirà” solo con ciò che le serve per vivere, con un risparmio dell’acqua che può arrivare fino all’80-90% rispetto alla coltivazione tradizionale su suolo. Non ultimo il maggiore controllo delle condizioni fitosanitarie visto che la pianta non è a contatto con la terra diminuiscono anche le malattie che vengono diffuse dal suolo e i parassiti che sono presenti nel terreno”, spiega Sergio Pajola titolare dell’azienda.

La mattinata di venerdì sarà comunque ricca di spunti con la presenza di professionisti della associazione Architettura del Paesaggio che faranno un’analisi attenta su quanto la presenza delle piante nei vari ambienti compresi quelli lavorativi possa influenzare migliorando il microclima e di conseguenza il comfort e il benessere delle persone e dei lavoratori. Verranno analizzate le diverse soluzioni, all’aperto o al chiuso, in orizzontale o in verticale, sui tetti o in piccoli terrazzi, o nelle sale riunioni ipotizzando progetti versatili e originali.

Il verde infatti all’interno di un ambiente regala più salubrità diminuendo le polveri e le sostanze tossiche presenti nell’aria. “Il ruolo delle piante è sempre più determinante – commenta il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla- Di fronte all’evidente cambiamento del clima in atto – è auspicabile pensare ad ambienti più green, sia indoor ma anche all’esterno intervenendo in modo strutturale nelle città con la diffusione del verde pubblico e privato che concorre a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. Una pianta adulta – spiega la Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.

La Coldiretti ha stilato la prima top ten delle piante mangia smog, dall’Acero riccio alla Betulla verrucosa, dal Ginkgo Biloba al Bagolaro, dal Frassino comune all’Ontano nero, dal Tiglio selvatico all’Olmo che anche nel proprio giardino sono capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10 In questo contesto – ricorda la Coldiretti – è stata positiva l’introduzione in manovra del “bonus verde” con detrazioni del 36% per la cura del verde privato quali terrazzi e giardini, anche condominiali. “Con la speranza-  conclude il direttore di Coldiretti Venezia Giovanni Pasquali – che si generi da parte di tutti noi, una sensibilità più attenta per un futuro sempre più green del pianeta!

 

VAL D’AOSTA: LO TSAVEN – CAMPAGNA AMICA ALLA FESTA DEGLI ATLETI

Sabato 15 giugno

Per il mese di giugno, Lo Tsaven – Campagna Amica raddoppia: dopo l’appuntamento di domenica 9 giugno, infatti, l’Agrimercato di Coldiretti – grazie all’invito del Centro Sportivo Esercito – torna sotto i portici di Piazza Chanoux in occasione della Festa degli Atleti.

Sabato 15 giugno, a partire dalle 10.30, tanti atleti del Centro Sportivo Esercito e non solo, protagonisti della stagione degli sport di montagna da poco conclusa, saranno in piazza per una giornata ricca di appuntamenti ed incontri con tifosi e giornalisti. A fare da cornice, Lo Tsaven – Campagna Amica, che aggiunge questa giornata di sport ai tanti appuntamenti all’aperto di quest’estate.

“Con la Festa degli Atleti ci apriamo ulteriormente anche al mondo dello sport”, spiega il Direttore di Coldiretti, Richard Lanièce. “Un altro importante evento per far conoscere le nostre aziende e i loro prodotti ad un pubblico particolarmente attento al cibo di qualità e all’alimentazione sana ed equilibrata”.

 

ALESSANDRIA, L’ORTO DIDATTICO DELLA SCUOLA MORBELLI ARRIVA AL MERCATO DI C.A.

Sabato 15 giugno

A guardarlo si potrebbe dire che fanno concorrenza a chi l’imprenditore agricolo lo fa di mestiere. Zappette e rastrello accanto ai libri per un orto che è diventato il fiore all’occhiello dell’attività didattica della scuola materna ed elementare “Angelo Morbelli” ad Alessandria.

Grazie al supporto di Coldiretti, ma soprattutto all’impegno e all’entusiasmo di Cristina Ferrarino, insegnante referente del progetto “Facciamo un orto in giardino!”, coadiuvata dalle maestre Lina Basile e Silvia Bona, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E così da cinque anni l’orto didattico rappresenta un esempio virtuoso di produzione a Km0 dove qualità e conoscenza dell’importanza della stagionalità vanno di pari passo.

E non poteva esserci luogo migliore per acquistare e degustare i “frutti” di questo lavoro se non sabato prossimo, 15 giugno, nel nuovo Mercato Coperto di Campagna Amica che si trova in via Guasco ad Alessandria dove lo spazio riservato alle attività formative sarà tutto per loro, così i piccoli alunni-contadini potranno interagire con i consumatori e proporre assieme alle loro insegnanti il risultato di un anno di lavoro.

Oggi, accanto a Melo Carmelo e Balocco l’Albicocco donati da Giorgio Daffunchio, ci sono altri quattordici alberi da frutto, ognuno corrispondente ad un simpatico nome assegnato dai bambini, la serra costruita con Fabrizio Aggeri dell’Azienda Agricola “Della Valle”, le aiuole di sinergico realizzate con Elisa Gastaldi dell’azienda “Elilu” e la scacchiera di piante aromatiche che tradizionalmente vengono raccolte dai bambini per produrre il sale aromatico come insegnato loro da Stefania Grandinetti di “Le Piagge” di Ponzone.

“Un grazie speciale a tutte le insegnanti e al comitato genitori per un’esperienza didattica che sta entusiasmando quelli che saranno i consumatori di domani e che, al tempo stesso, li sta rendendo più consapevoli dell’importanza della stagionalità e della qualità di ciò che si mangia”, ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Obiettivo del laboratorio didattico è quello di avvicinare, in modo divertente, i bambini alla conoscenza dell’ambiente e della natura, un viaggio alla scoperta dei ritmi delle stagioni, della ciclicità della natura e delle caratteristiche dei suoi prodotti.

“Dall’orto al piatto passando per il Mercato Coperto di Campagna Amica, non solo chilometro zero ma la certezza di aver seguito passo passo tutte le fasi come suggerisce il progetto di “Educazione alla Campagna Amica” che Coldiretti Alessandria sta portando avanti da diverso tempo nelle scuole della provincia: un laboratorio didattico dedicato al giardino e alla coltivazione dell’orto nato in Coldiretti per far avvicinare, direttamente in campo, i bambini alla natura e all’ambiente” ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.

 

VENETO: AMBIENTE, GIORNATA DELLA SOSTENIBILITA’ A CONEGLIANO

Venerdì 14 giugno

Dopo mesi di lavoro, raccolta dati e incontri sul territorio il Comitato Scientifico sulla Sostenibilità promosso da Coldiretti organizza il primo focus sul modello di sviluppo rurale ecocompatibile.

Venerdì 14 giugno alle ore 10.30 in Aula Magna dell’Istituto “Cerletti” di Conegliano sarà presentata l’anteprima del dossier elaborato dai componenti del coordinamento circa una ventina di enti, associazioni e organismi di varia natura. Il programma dell’iniziativa prevede i saluti istituzionali del Prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà e l’introduzione ai lavori da parte del Presidente provinciale Coldiretti Giorgio Polegato.

Le relazioni, moderate da Pietro Piccioni Direttore di Coldiretti Veneto, sono affidate a Sandro Cinquetti Direttore U.O.C. del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss2, Gianluca Fregolent della Direzione Agroambiente Regione Veneto, Riccardo Velasco del Crea, Viticoltura Enologia di Conegliano, Stefano Vaccari Capo Dipartimento ICQRF del Mipaaf, nonché il contributo di Alfonso Pecoraro Scanio Presidente della Fondazione Univerde in videomessaggio. Le conclusioni saranno a cura di Daniele Salvagno Presidente di Coldiretti Veneto. Interverrà Giampaolo Bottacin Assessore regionale all’Ambiente. La manifestazione proseguirà il giorno successivo, 15 giugno, con una passeggiata ecologica e un brindisi da record condiviso da cittadini e produttori in Piazza Cima.

 

CALABRIA: CON ACCORDO DI FILIERA UN AIUTO CONCRETO AI PASTORI CALABRESI

Venerdì 14 e sabato 15 giugno 

Venerdì 14 e sabato 15 giugno p.v. nei supermercati calabresi di Conad ci sarà una speciale vendita e promozione del Pecorino Crotonese DOP. Un accordo di filiera che vede protagonisti l’Apocc (Associazione Produttori Ovini Caprini della Calabria) con Firmato dagli Agricoltori Italiani e Coldiretti Calabria. La vendita proseguirà anche dopo, ma in questi due giorni, la promozione prevede una degustazione guidata per i cittadini-consumatori, che possono scoprire e apprezzare la prelibatezza di questo formaggio a pasta dura, semicotta, prodotto esclusivamente con latte intero di pecora e che risponde alle condizioni e requisiti previsti da un rigido disciplinare di produzione.

La zona geografica di produzione è un’area omogenea sia dal punto di vista geografico che storico-culturale e coincide, sostanzialmente, con il territorio del Marchesato di Crotone. L’areale di produzione è caratterizzato dalle tipiche colline locali di argilla del Crotonese e dalla fascia montana confinante con la provincia di Crotone, che va dalla Sila Piccola alla Sila Grande, dove insiste la gran parte dei pascoli naturali estivi per le greggi.

“E’ una iniziativa e un accordo molto importate e significativo – sottolinea Francesco Scarpino presidente dell’Apocc. Gli allevamenti ovini sono un comparto di eccellenza del Made in Calabria agroalimentare che, con la pastorizia, garantisce un presidio socio-economico e ambientale dei nostri territori, in particolare nelle aree interne, e rappresenta anche un patrimonio ineguagliabile di biodiversità. I pastori, inoltre, svolgono un ruolo insostituibile per l’economia, il turismo, l’ambiente e la stabilità sociale del territorio”.

“Nei momenti di crisi di alcune produzioni – commenta Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – siamo pronti sempre a reagire con iniziative mirate. Con questa vendita vogliamo assicurare agli allevatori il pagamento del latte per la produzione del pecorino crotonese DOP ad un prezzo giusto ed equo che premi la qualità del lavoro, permetta investimenti e garantisca reddito e lavoro ad intere famiglie. Sostenere con i propri acquisti la produzione di Pecorino Crotonese DOP significa aiutare il proprio territorio e contrastare anche l’abbandono delle aree più difficili, dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio e tutela, senza dimenticare che l’origine dei prodotti agricoli è la migliore garanzia per il consumatore. Questa – conclude il Presidente di Coldiretti Calabria – è un’esperienza positiva di collaborazione tra agricoltori e distribuzione che punta a valorizzare le eccellenze calabresi che ci proponiamo di poter replicare per molti altri prodotti del made in Calabria che meritano di stare sulle tavole di tutti i consumatori”.

 

TREVISO: A CONEGLIANO KIT E PIT FANNO RIMA CON SOSTENIBILITA’

Venerdì 14 e sabato 15 giugno

Kit e Pit fanno rima con la prima Giornata della Sostenibilità promossa da Coldiretti Treviso che si svolgerà a Conegliano il prossimo sabato 15 giugno 2019. “Sarà una grande festa di tutti coloro i quali amano il concetto di sostenibilità declinato nelle varie modalità che interessano una persona nella sua giornata, dai sistemi produttivi ai sistemi burocratici, dai sistemi relazionali a quelli intellettuali – sottolinea Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – Sarà una festa che premierà lo stare insieme e che regalerà anche qualche riflessione utile per tutti e ancor più importante perché venerdì prossimo  presenteremo pubblicamente una anteprima del dossier sulla Sostenibilità creato dal Comitato scientifico che vede al suo interno numeri enti e organismi che hanno a cuore la salute dell’uomo e        dell’ambiente”.

L’accoglienza dei partecipanti avverrà nel piazzale del Campus universitario in via Dalmasso, 1 (sopra Istituto Cerletti). La partenza ufficiale della passeggiata sarà da Parco Mozart. In entrambi i luoghi ci saranno ad aspettare i numerosi amanti della Sostenibilità due postazioni di Coldiretti Treviso per la consegna di un Kit omaggio contenente una maglietta, un cappellino, il coupon necessario per partecipare in piazza Cima al brindisi più grande del mondo e delle note informativa sull’iniziativa.

Pit sta, invece, per Pit stop della salute che rinfrancheranno la Giornata della sostenibilità. Ce ne saranno due. Il primo, in partenza, servirà per dare una carica speciale a chi affronterà la breve passeggiata. Nel Parco Mozart il primo pit stop della salute proporrà frutta fresca di stagione a cura di Opo Veneto, degli estratti di frutta di Ortoromi e delle barrette energetiche della Cooperativa La Fiorita di Cesiomaggiore (Bl). In piazza Cima il secondo pit stop della salute che riproporrà l’offerta del primo più le produzioni tipiche, locali e certificate tutelati dai rispettivi Consorzi: Aspargo Badoere Igp, Radicchio di Treviso Igp, Casatella trevigiana dop, Piave Dop, Miele delle alpi bellunesi.

Il programma della Giornata della Sostenibilità prevede il ritrovo dei partecipanti presso il Campus universitario del Cerletti in via Dalmasso, 1, alle ore 9,30. L’avvio della passeggiata sarà alle ore 10,00 verso il centro città. Lungo il percorso ci saranno a dare conforto e informazioni ai partecipanti alcuni “Pit-stop del benessere” che offriranno estratti di frutta fresca e cicheti a base di produzioni tipiche e locali. Alle 12,00, infine, in piazza Cima si svolgerà il brindisi di Prosecco più grande e bello del mondo.

Il giorno prima, venerdì 14, proprio nell’aula Magna del campus universitario di via Dalmasso a Conegliano il Comitato scientifico sulla sostenibilità presenterà il primo Dossier frutto del lavoro coordinato da Coldiretti: “Coldiretti Treviso ha voluto questo comitato affinché tutelasse tutti noi in quanto consumatori con la volontà di aprire un percorso di condivisione e di confronto tra cittadini, istituzioni, organismi – spiega Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – E nelle prossime riunioni vogliamo pubblicamente invitare i rappresentanti dei comitati ambientalisti affinchè possano portare il loro contributo sul concetto di sostenibilità”.

Dal canto suo Coldiretti Treviso ha intrapreso nei confronti dei propri associati un percorso informativo e formativo per sostenere l’adesione al Sistema di Qualità Nazionale di produzione integrata (SQNPI) che si ben identifica grazie alla sua significativa Ape nel logo. Coldiretti Treviso da sempre ribadisce che i propri imprenditori agricoli vivono nelle loro campagne nutrendosi dei loro prodotti: prima garanzia di salubrità e sostenibilità.

 

BRESCIA: AGRICOLTURA, QUALITA’ DELL’ARIA E TUTELA AMBIENTALE

Venerdì 14 giugno 

La sensibilità del mondo agricolo bresciano in tema di qualità dell’aria e tutela ambientale è al centro dell’incontro organizzato da Coldiretti Brescia venerdì 14 giugno alle ore 11.00 presso l’azienda agricola Sturla Vittorio, a Manerbio (BS), strada per Cignano n. 1.

Un’importante occasione per approfondire soluzioni utili alla riduzione delle emissioni in agricoltura, ospiti di una realtà bresciana che vanta tecnologie “green” uniche in Italia. L’impianto di strippaggio che consente all’azienda Sturla di abbattere l’azoto presente nei liquami, rappresenta infatti un virtuoso esempio di sostenibilità in agricoltura pienamente condiviso da Coldiretti, da sempre attenta alle tematiche ambientali.

Insieme ai rappresentanti dell’azienda Sturla e all’ing. Diego Binaghi, che illustrerà l’impianto di strippaggio, interverranno durante l’incontro: il direttore di Coldiretti Brescia Massimo Albano, il vice presidente di Coldiretti Brescia Claudio Cestana, il direttore Massimo Ornaghi e il vice presidente Fabio Losio per ERSAF. La mattinata si concluderà con un rinfresco offerto dall’azienda agricola Sturla.

 

VICENZA: I SEGRETI DELLA VITICOLTURA DEL FUTURO IN UN CONVEGNO A BREGANZE

Giovedì 13 giugno

In terra di vino si parta di viticoltura. Proprio a Breganze, terra di importanti aziende vinicole, con una Cantina sociale di riferimento per il territorio, infatti, giovedì 13 giugno alle 20.30 la Coldiretti di Zona di Zanè propone un’interessante serata di approfondimento.

“Viticoltura: quale sostenibilità” è il tema della serata che avrà luogo nella sala riunioni della Cantina sociale Beato Bartolomeo di Breganze ed è volta ad individuare i metodi innovativi per una viticoltura sostenibile e le sue future prospettive.

Alla serata, coordinata dal direttore di Coldiretti Vicenza, Cesare Magalini, interverranno Domenico Bosco, responsabile del settore vitivinicolo della Coldiretti nazionale; Fabrizio Rapallino, responsabile del settore vitivinicolo della Coldiretti di Cuneo, che presenterà il progetto “The green experience” orientato ad una viticoltura green, ripensata e sostenibile.

Le conclusioni saranno affidate al presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed al presidente della Sezione di Breganze, Marco Rodighiero. Per informazioni: Ufficio Zona Coldiretti di Zanè – tel. 0445.069263 – roberto.garbin@coldiretti.it.

 

CAMPANIA: LA FATTORIA COLDIRETTI FA TAPPA A GIUGLIANO, TERZA CITTÀ CAMPANA

Da venerdì 14 a domenica 16 giugno

La fattoria Coldiretti arriva a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli. È il terzo Comune della regione per popolazione ed è la città non capoluogo di provincia più popolosa d’Italia. Qui i contadini animeranno piazza Gramsci da venerdì 14 a domenica 16 giugno. Ci sarà il mercato di Campagna Amica, la stalla con gli animali, lo spazio dedicato all’educazione alimentare per i più piccoli.

La campagna va in città in occasione dell’antica festa dedicata alla Madonna della Pace. Un culto che risale al XV secolo ed è legato ad un’antica leggenda popolare relativa al ritrovamento di una statua della Vergine. Secondo alcuni studiosi, infatti, il simulacro della Madonna fu uno dei tanti che nel 1453, all’indomani della caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi, vennero buttati in mare. Raccolto dagli angeli, esso sarebbe stato portato sulle sponde del lido di Cuma e, trovato da alcuni marinai, condotto poi a spalla in città. Caricata la statua su un carro per portarla a Giugliano, i contadini furono costretti dai buoi a fermarsi nell’attuale piazza Annunziata, dove sarebbe stato dedicato il Santuario omonimo. La Madonna viene portata in processone dai fedeli lungo le vie del centro storico, posta sulla sommità di un carro trainato da buoi. Uno dei momenti più sentiti della festività è il cosiddetto “Volo dell’Angelo”, quando in piazza Annunziata una bambina vestita da angelo, assicurata a dei robusti cavi, viene sospesa in aria tra due palazzi a circa trenta metri da terra.

La fattoria contadina di Coldiretti sarà ubicata in piazza Gramsci, dove sarà allestito uno spaccato del mondo agricolo della Campania, con il mercato di Campagna Amica, lo street food contadino, la stalla con gli animali, l’agriasilo dedicato ai più piccoli, i laboratori didattici e l’animazione. Un’iniziativa voluta da Coldiretti Campania e sostenuta dal Comune di Giugliano in Campania, insieme alla Pro Loco e al Comitato organizzatore della festa. Protagonista della quattro giorni sarà il cibo sano e autentico a km zero, raccontato ai fedeli che affollano ogni anno il suggestivo appuntamento.

Uno spazio speciale sarà dedicato all’educazione ambientale con l’agriasilo e i laboratori didattici, curati da Coldiretti Giovani Impresa e Coldiretti Donne Impresa, dove bambini e ragazzi potranno scoprire la ricchezza della biodiversità contadina, attraverso esperienze dirette con i prodotti della terra.

 

Brevi 

PIACENZA Solstizio d’estate con Ettore Prandini. Venerdì 21 giugno alle 18.00 nella sede di Terrepadane a Fiorenzuola si terrà un incontro con il presidente nazionale della Coldiretti. Alle ore 19,30 è prevista una “agrigrigliata a km 0” con gli agrichef della Coldiretti.