COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 12 gennaio 2021

12 Gennaio 2021
News La Forza del Territorio del 12 gennaio 2021

Primo piano

 

PADOVA

EFFETTO COVID SU ORTAGGI: QUOTAZIONI E PRODUZIONE IN CALO

Gli agricoltori si diversificano e puntano sulla vendita diretta

Effetto Covid sugli ortaggi padovani: bloccato il canale di vendita della ristorazione, la Gdo paga pochi centesimi agli agricoltori che riducono la produzione per non lasciare la merce invenduta nei campi e scommettono sulla vendita diretta per recuperare il reddito. A quasi un anno dall’inizio dell’emergenza l’agricoltura padovana fa i conti con gli effetti della pandemia sul mercato e sui prezzi e gli imprenditori intervengono sulla produzione per limitare le perdite e percorrere nuove strade. “Da marzo 2020, a parte una breve parentesi estiva – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – il canale Ho.Re.Ca., vale a dire la ristorazione e il circuito alberghiero, comprese le mense, è sostanzialmente chiuso e l’unico sbocco per le grandi quantità di prodotti ortofrutticoli resta la grande distribuzione organizzata, la quale però impone le sue regole con i suoi prezzi. La pandemia ma anche le nuove dinamiche commerciali hanno accentuato la crisi dei prezzi e accelerato le trasformazioni aziendali.

Ormai le grandi catene della Gdo saltano anche i mercati all’ingrosso e sono sempre più organizzate con le proprie piattaforme di acquisto. Ma il problema resta il medesimo, il margine di redditività per gli agricoltori è risicato, al punto che per evitare di lasciare prodotto invenduto nei campi e contenere le perdite molti imprenditori hanno scelto di ridurre sensibilmente la produzione e cambiare la propria strategia commerciale, puntando sulla vendita diretta, sia in azienda che attraverso i mercati di Campagna Amica sul territorio. In questi mesi di restrizioni infatti – conclude Bressan – sono sempre più numerosi i cittadini che preferiscono fare la spesa sotto casa o direttamente nelle aziende agricole, evitando così gli assembramenti nei grandi punti vendita e privilegiando il rapporto diretto con i produttori”.

Daniele Fincato, imprenditore orticolo di Conche di Codevigo, è specializzato nella coltivazione di radicchio e di patate. “Di fronte ai prezzi che ci vengono riconosciuti abbiamo scelto di ridurre le quantità e diversificare le produzioni per non rimetterci troppo e allo stesso tempo incrementare la vendita diretta, cercando un rapporto sempre più stretto con i consumatori. Abbiamo deciso di dimezzare la produzione di radicchio, in media in precedenza ne raccoglievamo circa 3 mila quintali l’anno, mentre per le patate la scelta è stata ancora più drastica: dai 9 mila quintali degli anni precedenti siamo scesi a circa mille quintali. Del resto –continua Fincato – con i 20 centesimi al chilo che ci vengono pagati per le patate non possiamo permetterci di trovarci con il prodotto invenduto perché le spese superano i ricavi. Intanto però il prezzo al dettaglio si moltiplica di due, tre, cinque e anche dieci volte, a seconda dei prodotti e delle stagioni.

Le patate, per fare un esempio, l’estate scorsa ci venivano pagate appena 12 centesimi al chilo per essere poi vendute al dettaglio ad 1,20 euro al chilo, dieci volte tanto. E’ un caso limite che però rende bene la situazione in cui siamo costretti a lavorare. Per il radicchio non va meglio: il rosso tondo lo vendiamo in beans (i contenitori da oltre 3 quintali) a 20 centesimi al chilo mentre al consumo il prezzo sale anche a 1,80 euro. Con il rosso lungo prendiamo un po’ di più, 35 centesimi, ma il consumatore paga quasi due euro al chilo. Il radicchio variegato lavorato ci viene pagato anche 1,30 euro al chilo ma qui ci sono diversi passaggi sia in campo che in azienda per l’imbianchimento, la toelettatura e l’apertura, e comunque al dettaglio il prezzo finale raddoppia come minimo. La chiusura del settore della ristorazione ha concentrato le vendite sulla grande distribuzione ma con questi prezzi rischiamo di lavorare in costante perdita. Da qui la scelta di ridurre la produzione e diversificare allo stesso tempo le coltivazioni. Inoltre stiamo investendo risorse e tempo sulla vendita diretta, sia in azienda che nei mercati agricoli, per rispondere alle richieste dei consumatori alla ricerca di prodotti a chilometri zero e di un rapporto più diretto con i produttori”.

 

Dal Territorio

 

PIEMONTE, COVID: SOS AUMENTO PREZZO SOIA PESA SU ZOOTECNIA GIÀ IN CRISI

Nell’arco di un anno si è impennato il prezzo della soia che ha fatto registrare un +30%, secondo i dati della Borsa merci di Torino. E’ quanto evidenzia Coldiretti Piemonte rispetto al primo listino del 7 gennaio 2021 che ha rilevato una quotazione di 450 euro a tonnellata per la soia.

“Le ripercussioni dell’aumento delle materie prime si stanno vedendo soprattutto negli allevamenti piemontesi di bovini e di suini che hanno già a che fare con la crisi che sta colpendo, in particolare, la razza Piemontese con i canali della ristorazione fermi e lo stop all’export in Cina di carne di maiale a causa della Peste Suina Africana e del pretesto rispetto ai rischi per il contagio da Covid – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. L’emergenza Corona virus sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime nel settore agricolo che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities. Attenzione, però, alle speculazioni, come avevamo già evidenziato nel precedente lockdown durante il quale, per quanto riguarda la soia, si era verificata una stortura delle contrattazioni che ha portato importanti ripercussioni sull’attività delle nostre imprese. Il Piemonte produce quasi 20 mila ettari di soia, impiegata soprattutto in ambito zootecnico e, ancora più alla luce di quanto sta accadendo in questo momento, ribadiamo l’importanza di incentivare la produzione di soia a livello territoriale, tenendo conto degli alti standard qualitativi che i nostri prodotti devono rispettare, attraverso l’implementazione di progetti di filiera,  in collaborazione con il Consorzio Agrario del Nord Ovest, per diventare sempre più indipendenti dall’estero e a garantire un’alimentazione sana e trasparente agli animali da allevamento”.

 

LIGURIA, GIANLUCA BOERI ALLA VICE PRESIDENZA DEL GRUPPO FLORICOLO EUROPEO

È Gianluca Boeri, classe ‘83, il vice presidente eletto, questa mattina, al gruppo floricolo del Copa-Cogeca, la federazione europea che comprende le associazioni di agricoltori e cooperative agricole. Una grande soddisfazione per l’attuale presidente di Coldiretti Liguria, che varca così le soglie dell’Europa per la tutela e valorizzazione del comparto florovivaistico, non solo italiano ma europeo.

“Alla dirigenza Nazionale della Coldiretti e al gruppo del florovivaismo nazionale che ha creduto in me, e ai membri del consesso europeo che mi hanno dato la loro fiducia, vanno i miei ringraziamenti – ha commentato il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri –. Abbiamo ora davanti a noi tante tematiche da affrontare. Penso anzitutto al ruolo che il settore florovivaistico potrà svolgere per guidare, non solo l’Italia ma l’Europa agricola, verso gli obiettivi del Green Deal Ue; questo prendendo atto però della crisi generata dal Covid in quest’anno di pandemia, dove ritardi, cancellazioni ordinativi e difficoltà nei commerci hanno pesato, e continuano a pesare, su numerose imprese, e alla quale si sommano problematiche legate a tensioni internazionali, come nel caso della Brexit. Per il settore è quindi necessario, a livello europeo, portare avanti non solo fondamentali aiuti per sostenere la tenuta economica delle aziende florovivaistiche e per rilanciarne export, superando inoltre il limite sugli aiuti di Stato, ma elaborare proposte concrete per la piena valorizzazione, ricerca e promozione delle grandi eccellenze prodotte nell’ottica della massima sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.

Il nuovo vice- Presidente del Copa-Cogeca, prosegue Coldiretti Liguria, è un giovane imprenditore agricolo, classe 1983, di Taggia (IM), laureato in Florovivaismo e titolare dell’azienda florovivaistica Boeri, specializzata nella coltivazione di fiori recisi, che vanta ad oggi circa tre ettari di coltivazioni protette destinate a varie tipologie di fronde verdi, e circa un ettaro di superficie con più di 80.000 piante di ranuncolo e 3.000 piante di Peonia erbacea da reciso. Il percorso all’interno dell’Organizzazione agricola è iniziato con la delega provinciale Giovani Impresa proseguendo poi, a partire dal 2015 con l’incarico di Vice Presidente di Coldiretti Imperia, la provincia ligure dove si concentra il massimo della produzione floricola di fiore reciso e fronde ornamentali, arrivando alla carica di Presidente Regionale dal 2018. Alla luce della sua esperienza in campo floricolo è diventato membro della consulta florovivaistica nazionale di Coldiretti.

 

VENETO, BREXIT: A RISCHIO 710 MLN CON CONFISCA CIBO IN DOGANA

C’è il rischio di una guerra commerciale con lo stop ai panini al prosciutto imposto ai viaggiatori provenienti dalla Gran Bretagna. La confisca di cibo ai camionisti e operatori in transito da parte dei funzionari doganali olandesi mette in pericolo 3,4 mld di esportazioni italiane in UK delle quali oltre il 20% è di provenienza veneta. E’ quanto afferma Coldiretti Veneto in base a quanto registrato in questi giorni relativamente alle norme post-Brexit che prevedono che dal 1° gennaio 2021 non sarà più possibile portare nell’UE i cosiddetti POAO (prodotti di origine animale) come quelli contenenti carne o latticini sulla base del rispetto delle elevate regole sanitarie e fitosanitarie (SPS) dell’UE.

L’export del Made in Italy nel Regno Unito (quarto Paese importatore dopo Germania, Francia e Stati Uniti) è l’unico settore cresciuto Oltremanica nel 2020 (+1%) nonostante la fase recessiva provocata dalla pandemia. A trainare il valore nazionale è la regione del Veneto – commenta Coldiretti – con il Prosecco Doc e Docg (al secondo posto tra i prodotti italiani più venduti) che fa la parte del leone con 410 mln di euro. Il totale regionale di 710 mln è dato dal contributo di altre specialità tra cui pasta, formaggi (Grana Padano e Parmeggiano Reggiano in testa) salumi, olio d’oliva oltre ai derivati del pomodoro.

Un flusso commerciale potrebbe essere compromesso – sostiene la Coldiretti – dalle tensioni alle frontiere che possono trasformarsi in ritardi, particolarmente dannosi soprattutto per i prodotti deperibili come gli alimentari. La mancanza nell’accordo sulla Brexit, come quello sull’equivalenza delle norme fitosanitarie per non parlare della tutela delle nuove produzioni a indicazioni geografiche dell’UE sono aspetti che potrebbero tradursi in pesanti penalizzazioni per l’agroalimentare italiano, che è leader in Europa per qualità.

Bisogna fare in modo che i prodotti più esportati Oltremanica non vengano penalizzati da una possibile deterioramento dei rapporti tra le parti, con inutili accanimenti burocratici a danno dei prodotti di alta qualità, in particolare quelli facilmente deperibili come frutta e verdura.

Il rischio è peraltro che – conclude la Coldiretti – si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia con bollino rosso ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), compresi prodotti simbolo del Made in Italy dall’extravergine di oliva al prosciutto di Parma, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano.

 

LAZIO, COVID: RIAPRONO OLTRE 18 MILA BAR, RISTORANTI E AGRITURISMI

Riaprono oggi con il servizio al tavolo oltre 18 mila bar, ristoranti e tremila agriturismi del Lazio. Un’apertura parziale, consentita solo dalle ore 5 alle 18, ma con la possibilità della consegna a domicilio e fino alle 22 l’asporto per i ristoranti. Limitazioni che rischiano di dare il colpo di grazia ad una settore già in crisi, che maggiormente ha subito l’effetto delle restrizioni imposte per limitare il contagio. Lo stop and go con le aperture e limitazioni, creano alle attività grandi difficoltà di programmazione.

<<Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – si ripercuotono sull’intera filiera agroalimentare. Le disdette di prodotti che come il vino, l’olio, ma anche la pesca i salumi, i formaggi, frutta e verdura, ha pesato fortemente sul calo dei consumi alimentari, causato dall’impossibilità di mangiare fuori casa. Alcuni di questi settori, come quello vitivinicolo e ittico, rappresentano, inoltre, il principale canale di commercializzazione per fatturato>>.

I consumi alimentari non hanno mai subito il calo registrato solo nel 2020 con un fatturato dimezzato per i ristoranti e praticamente azzerato per gli agriturismi che nel primo lockdown sono stati costretti alla chiusura.

<<Servono aiuti immediati ed adeguati per salvare l’occupazione e l’economia dell’intera filiera – aggiunge Granieri – che è stata fortemente penalizzata dalle limitazioni alle attività di impresa. Ribadiamo, inoltre, l’importanza di prediligere i prodotti Made in Lazio per sostenere il nostro mercato e aiutare le aziende locali, che contribuiscono a tramandare i sapori e le tradizioni della nostra regione>>.

 

MOLISE, COVID: ALIMENTARE ANCORA DI SALVEZZA PER ECONOMIA NAZIONALE E LOCALE

Rispetto alla débâcle generale di quasi tutti i settori dell’economia, l’alimentare tiene. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel mese di novembre 2020 che fa segnare, per l’alimentare, un aumento dell’1% anche rispetto ad ottobre. In netta controtendenza, dunque, rispetto all’andamento generale, nell’alimentare crescono le vendite al dettaglio facendo segnare un aumento del 2,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nei primi undici mesi del 2020 le vendite dei prodotti alimentari registrano così complessivamente un balzo del 3,3%, evidenziando chiaramente la tenuta del settore.

“Una situazione questa – osserva il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – che evidenzia ancora una volta come l’agricoltura, meglio l’agroalimentare, sia un settore trainante per l’economia nazionale oltre che regionale, una vera e propria ancora di salvezza in questi tempi segnati dall’emergenza “Covid” che per questo va sostenuto e incentivato. Gli imprenditori agricoli – prosegue Ascolese – non va dimenticato, sono gli unici che non si sono mai fermati in questi lunghi mesi di pandemia, continuando a produrre cibo per l’intera collettività, pur senza aver avuto dalle Istituzioni locali la giusta attenzione in termini di accesso a forme adeguate di sostegno”.

 “Scendendo più nel dettaglio non va tralasciato – aggiunge Asolese – che a spingere le vendite alimentari al dettaglio è stato anche il crollo dei consumi fuori casa: nei bar, ristoranti, mense e ovviamente agriturismi che non sono riusciti a compensare le ingentissime perdite con la vendita da asporto. Smart working e chiusure forzate hanno poi ulteriormente favorito l’acquisto di alimenti da consumare tra le mura domestiche”.

Da questo sintetico e sicuramente non esaustivo quadro della realtà socio-economica attuale emerge chiaro il ruolo e l’importanza che il settore agroalimentare riveste per l’economia del Paese come anche del Molise. “Una regione, la nostra – Conclude Ascolese – a chiara vocazione agricola dove produttori e consumatori sono sempre più legati da un rapporto fiduciario che spinge un numero sempre crescente di persone a recarsi nei mercati contadini, come quello di Campagna Amica a Campobasso, dove ogni giorno è possibile acquistare prodotti genuini di alta qualità e a km zero al giusto prezzo, sostenendo nel contempo le aziende agricole e zootecniche della regione e dunque una importante fattore dell’economia del nostro Molise”.

 

PUGLIA, BREXIT: CON GUERRA A PANINI AL PROSCIUTTO A RISCHIO 140MLN EURO

Lo stop ai panini al prosciutto ai viaggiatori provenienti dalla Gran Bretagna rischia di scatenare una guerra commerciale che mette a rischio oltre 140 milioni di euro di cibo e bevande Made in Italy che vengono esportate dalla Puglia, compromettendo l’unico settore cresciuto Oltremanica nel 2020 (+1%) nonostante la fase recessiva provocata dalla pandemia. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti regionali sui pericolosi effetti del “caso” della confisca da parte di funzionari doganali olandesi di panini al prosciutto e altro cibo a viaggiatori e camionisti provenienti dal Regno Unito sulla base delle norme post-Brexit le quali prevedono che dal 1° gennaio 2021 non sarà più possibile portare nell’UE i cosiddetti POAO (prodotti di origine animale) come quelli contenenti carne o latticini sulla base del rispetto delle elevate norme sanitarie e fitosanitarie (SPS) dell’UE.

“A rischio sono oltre 385mila euro di cibo e bevande Made in Italy che vengono esportate ogni giorno dalla Puglia in media in Gran Bretagna che è al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Su un valore totale di 140 milioni di prodotti agroalimentari pugliesi esportati, oltre il 70% dell’export riguarda l’ortofrutta, pari a 97,5 milioni di euro, numeri importanti che sostengono la crescita e nuove opportunità di lavoro grazie agli investimenti sulla competitività del Made in Italy a partire dall’agroalimentare che è un elemento di traino per l’intera economia in Italia e all’estero”, spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Le esportazioni di prodotti agroalimentari dalla Puglia al Regno Unito sono aumentate del 41,5 % negli ultimi 5 anni, aggiunge Coldiretti Puglia, un valore che rischia di essere pesantemente colpito dall’emergenza Covid.

Dopo il vino, che complessivamente ha fatturato nel 2019 sul mercato inglese quasi 771 milioni di euro, spinto dal Prosecco Dop, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono – continua la Coldiretti – i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva.

Basti pensare che quasi un barattolo di pomodori pelati Made in Italy su cinque esportati finisce in Gran Bretagna che è dipendente dall’estero per l’80% del pomodoro che consuma e rappresenta per l’Italia uno sbocco di mercato di vitale importanza per l’economia e l’occupazione che va difeso con forza anche dopo la Brexit. Coldiretti Puglia ribadisce la politica lungimirante e di visione adottata con l’accordo di filiera sottoscritto da Coldiretti e Princes che hanno unito gli sforzi per sostenere il “Made in Italy” della filiera del pomodoro, valorizzandone l’elevata qualità e l’identità nazionale, con una intesa che garantisce una remunerazione in campo che gli agricoltori non vedevano da 22 anni, dal lontano 1998

Le esportazioni agroalimentari italiane in Gran Bretagna sono in leggero aumento anche nel 2020 nonostante le difficoltà generate dalla pandemia per la tendenza ad accumulare scorte ed evitare – sottolinea la Coldiretti – l’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi e doganali per effetto della Brexit. Se complessivamente le esportazioni agroalimentari italiane hanno raggiunto nel 2019 il valore di oltre 3,4 miliardi di euro dopo il vino, che complessivamente ha fatturato sul mercato inglese quasi 771 milioni di euro, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti ci sono – continua la Coldiretti – i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell’olio d’oliva.

Un flusso commerciale che – sostiene la Coldiretti – rischia di essere messo a rischio dalle tensioni alle frontiere che possono trasformarsi in ritardi, particolarmente dannosi soprattutto per i prodotti deperibili come gli alimentari. La mancanza nell’accordo sulla Brexit, come quello sull’equivalenza delle norme fitosanitarie per non parlare della tutela delle nuove produzioni a indicazioni geografiche dell’UE sono aspetti che potrebbero tradursi in pesanti penalizzazioni per l’agroalimentare italiano, che è leader in Europa nella qualità alimentare.

Bisogna fare in modo che i prodotti più esportati Oltremanica non vengano penalizzati da una possibile deterioramento dei rapporti tra le parti, con inutili accanimenti burocratici a danno dei prodotti di alta qualità, in particolare quelli facilmente deperibili come frutta e verdura.

Il rischio è peraltro che – conclude la Coldiretti – si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia con bollino rosso ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), a aprtire proprio dall’olio extravergine di oliva fino al vino.

 

TRENTO, DAZI USA: SI SALVA IL VINO ITALIANO

Scattano i dazi Usa contro i prodotti dell’Unione Europea con nuove tariffe aggiuntive all’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che si tratta probabilmente dell’ultimo atto sugli scambi commerciali del presidente uscente Donald Trump responsabile dell’avvio della politica dei dazi anche nei confronti dei Paesi partner. «Si tratta – continua la Coldiretti – di un nuovo capitolo della guerra commerciale che contrappone l’Unione Europea agli Stati Uniti nella disputa sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli Usa e poi l’Ue ad applicare dazi». Salvo il vino italiano che, precisa la Coldiretti, «non è colpito neanche dalle tariffe aggiuntive in vigore al 12 gennaio che invece si accaniscono di nuovo nei confronti della Francia, che è il principale concorrente del nettare di bacco Made in Italy su quel mercato». Non si tratta comunque di un buon segnale, poiché a preoccupare, continua la Coldiretti, «è il contenzioso diretto tra Italia e Stati Uniti sulla digital tax, la tassa sui servizi digitali con un’aliquota del 3% sui ricavi dell’anno precedente sulle grandi imprese digitali con un fatturato di almeno 750 milioni e incassi on line in Italia di 5,5 milioni di euro. Si rischia infatti una ritorsione statunitense che potrebbe colpire l’export agroalimentari Made in italy in Usa che rappresentano il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari per un valore record vicino ai 5 miliardi nel 2020, secondo la proiezione Coldiretti su dati Istat». Per ora, dunque, per l’Italia (e ovviamente per il Trentino, grande esportatore di vino negli Usa) il pericolo sembra scampato. Ma all’orizzonte si addensano altre nubi, in particolare quelle legate alle incognite sul nostro export che deriveranno dalla definizione della Brexit, con l’addio di Londra all’Unione Europea.

 

LIGURIA, SOS BILANCIA: 1 SU 3 A DIETA DOPO FESTE

Non ci sono più scuse, finite le feste oltre un italiano su tre (36%) ha deciso di mettersi a dieta dopo il lungo periodo trascorso in casa, a causa del lockdown per contrastare la pandemia da Covid.

A livello nazionale, solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno, dalle tavole degli italiani sono spariti 67 milioni di chili tra pandori e panettoni, 63 milioni di bottiglie di spumante, 20mila tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci per un valore complessivo pari a 3,5 miliardi. L’effetto del maggior consumo di cibi calorici abbinato a bevande alcoliche è aggravato dal fatto che l’abbuffata per le festività è stata anche accompagnata, spesso, dalla sospensione delle attività sportive, con la chiusura di palestre e piscine, e da una maggiore sedentarietà che ha ridotto il movimento fisico e favorito l’accumulo di peso. Per questo alla fine si stima un aumento di peso fino a 2 chili per gli italiani, come emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’. 

“Per rimettersi in forma, ma allo stesso tempo combattere il freddo e lo stress degli sbalzi termici – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è fondamentale avere una dieta equilibrata a base di verdure di stagione, frutta, legumi, ma anche carne e pesce, che forniscono buona parte delle sostanze nutritive necessarie per mantenerci in salute. In questa stagione tra la frutta per disintossicare l’organismo e accompagnare il rientro in salute, ci sono arance, mele, pere e kiwi mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, finocchi e carote. Tutte le insalate e le verdure è meglio se vengono condite con l’olio DOP Riviera ligure, un antiossidante naturale che combatte l’invecchiamento dell’organismo e favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche, e con abbondante succo di limone, che purifica l’organismo dalle tossine, fluidifica e pulisce il sangue. Inoltre non dimentichiamo che le arance sono una notevole fonte di vitamina C, che migliora il sistema immunitario, favorisce la circolazione, ossigena i tessuti e combatte i radicali liberi. Quindi invece di ricorrere a sostanze multivitaminiche per difendersi dai malanni di stagione o di diete estreme per rimettersi in forma, è meglio rivolgersi ai mercati di vendita diretta di Campagna Amica Liguria che possono fornire, tutti gli ingredienti per una dieta salutare e a km 0, da accompagnare con un po’ di movimento, in casa o all’aperto, sempre evitando assembramenti”.

 

PIEMONTE, COMMERCIO: CRESCE SOLO L’ALIMENTARE AL TEMPO DEL COVID

In netta controtendenza rispetto all’andamento generale crescono le vendite al dettagli nell’alimentare che fanno segnare un aumento del 2,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel mese di novembre 2021.

“E’ il risultato della ristorazione ferma –spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –  però a far riflettere è il dato della crescita di acquisti nei discount che registrano un aumento del 10,7% a fronte dell’aumento del 3,2% nelle piccole botteghe alimentari e del +2,5% nella grande distribuzione. Una situazione che evidenzia le difficoltà in cui si trovano le famiglie che, per risparmiare, orientano le spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali come cibi e bevande. Nonostante l’agricoltura stia tenendo duro di fronte alla crisi generale, non si può negare che molte filiere siano in profonda difficoltà dalla quale occorre uscire con una robusta iniezione di liquidità, ma anche realizzando progetti di filiera virtuosi che, come abbiamo visto già in Piemonte con quelli che negli anni abbiamo realizzato ed ancora in ultimo con Gran Piemonte per il frumento tenero, consentono di valorizzare le produzioni ed di offrire una equa remunerazione alle imprese. Sicuramente l’emergenza globale provocata dal Coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza a tavola. Per questo ai consumatori consigliamo di scegliere prodotti locali, di cui è possibile tracciare la provenienza, sulla scia della campagna #MangiaItaliano per sostenere l’economia del nostro territorio”.

 

PISTOIA, EMERGENZA NEVE: LE DIFFICOLTÀ PER NUTRIRE BOVINI, OVINI E SUINI

Nonostante il miglioramento delle condizioni climatiche rimane delicata la situazione sulla montagna pistoiese. Il carico di neve su strade e strutture è ancora importante e, in alcuni casi, pericoloso. Con capacità e tenacia gli agricoltori stanno confermando il loro attaccamento al territorio, sopportando situazioni di disagio personale e prendendosi cura bovini, ovicaprini e suini che in gran numero sono allevati in altura. “Gli imprenditori agricoli stanno facendo fronte alle esigenze degli animali allevati attingendo alle scorte di mangimi e spalando con i propri mezzi pezzi di strade per assicurarsi un minimo di agibilità- dichiara Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia, che ha fatto visita ad alcune aziende agricole insieme a tecnici dell’associazione-. C’è necessità di tanto lavoro e mezzi per alleggerire dalla neve strade a strutture, recinzioni, impianti arborei, sistemazioni idrauliche e viabilità una volta sciolta la neve”.

“È il momento di valorizzare il ruolo imprescindibile svolto da donne e uomini che insieme alle loro famiglie scelgono di vivere e lavorare sulle nostre montagne, non per una questione bucolica –sottolinea Ciampoli-. Gli agricoltori sono i custodi del territorio che viene manutenuto e su cui creano sviluppo economico e sociale. Costa di meno incentivare la loro presenza in montagna, avere uno spazzaneve in più che rimediare ai disastri di nevicate o eventi atmosferici estremi. La permanenza in montagna va premiata perché conviene a tutti: una montagna più popolata riduce senz’altro i costi nelle emergenze all’intera collettività”.

  

SAVONA, LAVORO: L’AGRICOLTURA DEL TERRITORIO ATTRAE I GIOVANI

L’agroalimentare può essere leva per uscire dalla crisi, ma è fondamentale dare giusto rilievo al mondo agricolo locale ed investire sul territorio per superare le fragilità presenti

Settore ampio e diversificato, dove è possibile sviluppare competenze e che, da inizio pandemia ad oggi, ha mostrato tutta la sua centralità e capacità di adattamento agli scenari più complicati: è l’agricoltura il settore che attrae maggiormente i giovani savonesi, allineandoli alla percentuale nazionale del 32%, i quali la ritengono un buono sbocco lavorativo per la capacità di dare soddisfazioni e di trasformare una passione in professione. È quanto afferma Coldiretti Savona nel confermare che l’agroalimentare, rappresenta ormai la prima vera ricchezza del Paese, oltre ad una possibilità concreta di futuro per molti giovani, che può permettere di contrastare la fuga verso l’estero alla ricerca di un’occupazione. Attrattiva che, a livello nazionale trova conferma nel balzo del 14% registrato nel 2020 di imprese condotte da under 35 rispetto a cinque anni fa, in netta controtendenza con l’andamento generale (dati Coldiretti/Ixè) . Il risultato è che oggi, in Italia, 1 impresa su 10 condotta da giovani svolge una attività rivolta all’agricoltura e allevamento per garantire la disponibilità di alimenti sani e di qualità alle famiglie italiane in un momento drammatico per l’economia e l’occupazione.

“Anche nella nostra provincia – affermano il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna e il Direttore Provinciale Antonio Ciotta – è in atto un cambiamento epocale con il mestiere della terra che sta diventando la nuova strada del futuro per le giovani generazioni. La rinnovata attrattività della campagna per i giovani si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia il settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Infatti se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità. Per loro e per tutti quelli che hanno permesso di difendere e valorizzare al meglio la nostra agricoltura, è ora più che mai necessario investire in questo settore strategico per far ripartire l’Italia. Il Recovery Plan, ad esempio può rappresentare, anche per il nostro territorio, la decisa svolta per traghettare l’agroalimentare e il florovivaismo verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale, che rappresentano l’obiettivo degli stessi fondi comunitari. È necessario superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare italiana, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali, investire nelle infrastrutture e sostenere le imprese in difficoltà. Le nostre imprese anche in tempo di pandemia, non si sono mai fermate per continuare a garantire generi alimentari a tutti i cittadini, ma in un momento così difficile è fondamentale sostenerne il lavoro e con esso, l’economia e l’occupazione regionale. Serve senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche per continuare a dare un futuro alle nuove generazioni e uscire da una crisi sociale ed economica senza precedenti.”

 

CREMONA, MUCCA PAZZA: A 20 ANNI DAL PRIMO CASO L’ITALIA E’ LA PIU’ GREEN IN UE

“Dopo l’emergenza mucca pazza l’Italia è diventata il Paese più green d’Europa, con l’agroalimentare che è oggi la prima ricchezza del Paese, con 538 miliardi di valore dai campi agli scaffali fino alla ristorazione che garantisce 3,6 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil”. E’ quanto sottolinea Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona, nel ricordare che il 12 gennaio 2001 è stato individuato il primo bovino in Italia colpito dal cosiddetto morbo della mucca pazza, l’encefalopatia spongiforme bovina (Bse) diagnosticata per la prima volta in un allevamento in Gran Bretagna nel 1985 e poi diffusa in tutta Europa.

“Una dimostrazione oggettiva che – sottolinea Voltini – dalla shock dell’ultima grande epidemia, prima del Covid, impressa nella memoria collettiva è nata un’Italia migliore grazie alla scelta di investire su un progetto strutturale di rigenerazione che ha consentito al Paese di conquistare primati europei dal punto di vista quantitativo e qualitativo”. L’agricoltura italiana a distanza di 20 anni è prima in Europa per valore aggiunto – evidenzia Coldiretti Cremona – ma è anche la più green dell’Unione, con 311 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 70mila aziende agricole bio, oltre al primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.

“La nostra agricoltura, anche nei giorni più duri della pandemia dovuta al Covid, non si è mai fermata ed ha garantito l’approvvigionamento alimentare della popolazione non facendo mai mancare beni essenziali nonostante le molteplici criticità” sottolinea Paola Bono, Direttore di Coldiretti Cremona. “Bisogna dunque ripartire dai punti di forza dell’Italia, con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può offrire con la rivoluzione verde un milione di preziosi posti di lavoro green nei prossimi dieci anni, come dimostra il boom del 14% di nascite di nuove imprese agricole under 35 negli ultimi 5 anni, in netta controtendenza rispetto agli altri settori”. 

La scoperta del primo caso in un allevamento italiano ha dato il via all’emergenza nella Penisola dove – ricorda la Coldiretti – sono state adottate drastiche misure di prevenzione che hanno portato da oltre un decennio alla scomparsa della Bse dalle stalle nazionali. Efficaci misure sono state messe in atto per far fronte all’emergenza, come il monitoraggio di tutti gli animali macellati di età a rischio, il divieto dell’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame e l’eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. Ma soprattutto – precisa la Coldiretti – è cresciuta l’attenzione alla qualità, alla sicurezza alimentare e alla trasparenza dell’informazione.

Un cambiamento sostenuto anche dalla domanda degli italiani, che nel corso degli ultimi 20 anni hanno moltiplicato gli acquisti di prodotti tipici, di prodotti biologici e soprattutto di prodotti locali a chilometri zero direttamente dagli agricoltori. L’Italia è l’unico Paese del mondo che può contare su una rete organizzata di vendita diretta degli agricoltori, con Campagna Amica che mette a disposizione delle famiglie circa 1.200 mercati contadini a livello nazionale sia all’aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che – spiega la Coldiretti – vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall’olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori per una spesa annua che prima dell’emergenza ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro.

Dall’emergenza mucca pazza è emersa dunque – evidenzia la Coldiretti – un’agricoltura rigenerata attenta alla qualità delle produzioni, alla salute, all’ambiente e alla tutela della biodiversità come dimostra il fatto che i mentre consumi domestici di alimenti biologici raggiungono la cifra record di 3,3 miliardi mentre la cosiddetta #DopEconomy, sviluppa 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione.

“La mucca pazza è stata uno spartiacque tra un modello di sviluppo dell’agroalimentare rivolto solo al contenimento dei costi ed uno attento alla qualità, all’ambiente e alla sicurezza alimentare e alla trasparenza dell’informazione ai consumatori” rimarcano Paolo Voltini e Paola Bono, nell’evidenziare che proprio nel 2000 è iniziato un percorso, fortemente sostenuto dalla Coldiretti, per garantire la rintracciabilità delle produzioni dal campo alla tavola, con un adeguato sistema di etichettatura di origine. Oggi tre quarti della spesa degli italiani non è più anonima, dalla carne al latte, dalle uova al miele, dalla frutta alla verdura, dalla pasta al riso fino ai salumi che avranno l’indicazione di origine obbligatoria a partire dalla fine di gennaio. “La nostra battaglia per la trasparenza prosegue – assicura Voltini – poiché l’obiettivo è che l’obbligo di indicazione dell’origine sia esteso a tutti gli alimenti. Un’istanza che unisce cittadini e agricoltori. Da un lato si difende la salute dei cittadini, insieme al loro diritto ad essere pienamente informati in merito ai cibi che acquistano e portano in tavola. E, nel contempo, così si tutela il reddito delle aziende agricole, difendendole dalla concorrenza sleale di prodotti anonimi, che giungono da chissà dove, per poi essere spacciati per prodotti nazionali”.

 

ALESSANDRIA, COMMERCIO: IN CONTROTENDENZA CRESCE SETTORE ALIMENTARE +2,2%

In netta controtendenza rispetto all’andamento generale crescono le vendite al dettaglio nell’alimentare che fanno segnare un aumento del 2,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel mese di novembre 2020 che fa segnare per l’alimentare un aumento dell’1% anche rispetto ad ottobre.

Nei primi undici mesi del 2020 le vendite dei prodotti alimentari fanno registrare complessivamente un balzo del 3,3% che evidenzia la tenuta del settore rispetto alla debacle generale.

“E’ il risultato della ristorazione ferma – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo – però a far riflettere è il dato della crescita di acquisti nei discount che registrano un aumento del 10,7% a fronte dell’aumento del 3,2% nelle piccole botteghe alimentari e del +2,5% nella grande distribuzione. Una situazione che evidenzia le difficoltà in cui si trovano le famiglie che, per risparmiare, orientano le spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali come cibi e bevande. Nonostante l’agricoltura stia tenendo duro di fronte alla crisi generale, non si può negare che molte filiere siano in profonda difficoltà dalla quale occorre uscire con una robusta iniezione di liquidità, ma anche realizzando progetti di filiera virtuosi come, ad esempio, il Gran Piemonte per il frumento tenero, che consentono di valorizzare le produzioni ed di offrire una equa remunerazione alle imprese. Sicuramente l’emergenza globale provocata dal Coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza a tavola. Per questo ai consumatori consigliamo di scegliere prodotti locali, di cui è possibile tracciare la provenienza, sulla scia della campagna #MangiaItaliano per sostenere l’economia del nostro territorio”.

 

TRENTO, PERCORSO DI APPROFONDIMENTO SU “MARCHI TERRITORIALI E DI QUALITA’”

Coldiretti Giovani Impresa intende mettere a conoscenza i giovani associati under 35 in merito all’opportunità di prendere parte a due momenti informativi dedicati al tema dei “Marchi territoriali e di qualità: valorizzazione delle produzioni agricole e tipicità”.

L’attività si svolgerà a cavallo tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio 2021 e, viste le restrizioni Covid-19, in modalità web. I due webinar, della durata di 1,5 ore ciascuno, rientrano nell’ambito delle attività progettuali condivise dalla nostra componente Giovani Impresa con il Tavolo Pae – Piano Ambito Economico Giovanile sotto la supervisione del Servizio Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Trento.

Come interlocutori relazioneranno un rappresentante del Servizio Politiche Sviluppo Rurale (primo step) ed un rappresentante di Trentino Marketing.

I temi affrontati spazieranno su più fronti tra i quali quelli legati ai disciplinari a cui debbono sottostare le diverse categorie merceologiche agroalimentari per fregiarsi del marchio Qualità, in ottemperanza ai regolamenti comunitari e delle normative nazionali e provinciali, all’attività di vigilanza, e ancora al marketing territoriale e relazionale finalizzato al promuovere l’unicità di eccellenza gastronomica, di legame e riconoscimento di un territorio attraverso una produzione agricola o tipica locale.

Per segnalare preventivamente il proprio interesse a partecipare all’attività e poter usufruire di ulteriori e dettagliate informazioni: Segreteria Coldiretti Giovani Impresa Trentino Alto Adige – Ref. Luca Deavi (Mail: luca.deavi@coldiretti.it – Mob.: 335310733).

 

LIGURIA, ISTAT: CENSIMENTO AL VIA CON PRIMA VOLTA NEI CAA

Al via il settimo censimento generale dell’agricoltura che servirà a capire come sta cambiando il settore agricolo anche in considerazione dell’emergenza Covid e al suo impatto sull’economia italiana, raccogliendo i dati indispensabili alle future politiche di sviluppo di un comparto strategico per gli approvvigionamenti alle famiglie, per l’export e per la sovranità alimentare del Paese. E’ quanto spiega Coldiretti con riferimento al censimento che coinvolgerà le imprese agricole che per la prima volta potranno rivolgersi ai CAA (Centri di Assistenza Agricola) della Coldiretti per assistenza e supporto nella compilazione dei questionari Istat in formato esclusivamente digitale.

I dati richiesti serviranno per conoscere le caratteristiche generali delle aziende agricole italiane, l’utilizzo dei terreni, la consistenza degli allevamenti, la forza lavoro utilizzata ed eventuali attività connesse. La rilevazione è prevista dal Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018 relativo alle statistiche integrate sulle aziende agricole e Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1874 della Commissione del 29 novembre 2018 sui dati da presentare per l’anno 2020 a norma del Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018.

Il censimento dovrà concludersi entro il 30 giugno 2021 e tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia, tempi e modalità delle rilevazioni dovranno essere previamente concordati dagli imprenditori con gli operatori dei CAA. Per tutte le informazioni ci si può rivolgere alle sedi dei CAA Coldiretti distribuite su tutto il territorio ligure.

“Tale attività di assistenza è un ulteriore esempio di attività di affiancamento delle imprese che la legge assegna al CAA – spiegano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – in un’ottica di semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e di supporto per gli adempimenti burocratici. Grazie ad una profonda conoscenza della realtà agricola il CAA Coldiretti potrà contribuire, svolgendo le interviste che costruiscono il censimento, a realizzare la fedele fotografia del patrimonio agroalimentare del Paese. La panoramica sul settore che scaturirà dall’indagine permetterà di capire meglio l’evoluzione della nostra agricoltura nel tempo, e il lavoro messo in campo dai nostri imprenditori per tutelare e valorizzare le numerose biodiversità presenti nella nostra regione.”

 

PUGLIA, ISTAT: CENSIMENTO AL VIA CON PRIMA VOLTA NEI CAA

Al via il settimo censimento generale dell’agricoltura che servirà a capire come sta cambiando il settore agricolo anche in considerazione dell’emergenza Covid e al suo impatto sull’economia, raccogliendo i dati indispensabili alle future politiche di sviluppo di un comparto strategico per gli approvvigionamenti alle famiglie, per l’export e per la sovranità alimentare della Puglia e del Paese. E’ quanto spiega la Coldiretti Puglia, con riferimento al censimento che coinvolgerà le imprese agricole che per la prima volta potranno rivolgersi ai CAA (Centri di Assistenza Agricola) della Coldiretti in tutta la Puglia per assistenza e supporto nella compilazione dei questionari Istat in formato esclusivamente digitale.

Tale attività di assistenza è un ulteriore esempio di attività di affiancamento delle imprese che la legge – spiega Coldiretti – assegna al CAA in un’ottica di semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e di supporto per gli adempimenti burocratici. Grazie ad una profonda conoscenza della realtà agricola il CAA Coldiretti potrà contribuire, svolgendo le interviste che costruiscono il censimento, a realizzare la fedele fotografia del patrimonio agroalimentare del Paese.

I dati richiesti serviranno per conoscere le caratteristiche generali delle aziende agricole italiane, l’utilizzo dei terreni, la consistenza degli allevamenti, la forza lavoro utilizzata ed eventuali attività connesse. La rilevazione è prevista dal Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018 relativo alle statistiche integrate sulle aziende agricole e Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1874 della Commissione del 29 novembre 2018 sui dati da presentare per l’anno 2020 a norma del Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018.

Il censimento dovrà concludersi entro il 30 giugno 2021 e tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia, tempi e modalità delle rilevazioni dovranno essere previamente concordati dagli imprenditori con gli operatori dei CAA. Per tutte le informazioni ci si può rivolgere alle sedi dei CAA Coldiretti distribuite su tutto il territorio regionale.

 

VERONA, FORMAZIONE PROFESSIONALE SUL MONDO DEL VINO PER GIOVANI DONNE

Formazione professionale per giovani donne nel settore del vino organizzato Coldiretti Verona. Al via in questi giorni il corso “La brava cantiniera 5.0” promosso da Coldiretti Donne Impresa Verona, attraverso l’ente di formazione Impresa Verde Verona srl. Al percorso, finanziato dalla Regione Veneto, partecipano 14 donne con un’età media di 30 anni ed esperienze professionali diverse: dalle giovanissime appena diplomate, a laureate in psicologia con interessi verso i consumatori e le loro scelte decisionali, a chi ha vissuto all’estero per anni e ora vuole consolidare il proprio futuro nella commercializzazione del vino, a chi è orientato al marketing o preferisce dedicarsi alla vendita diretta.

La responsabile provinciale di Donne Impresa Chiara Recchia, produttrice di vino a Jago di Negrar (Vr), all’apertura del corso ha fatto gli onori di casa e ha evidenziato: “Sono tante le opportunità di lavoro nel mondo del vino sulla base delle proprie attitudini e interessi. Certamente è necessario ampliare le conoscenze e le competenze attraverso la formazione e le esperienze dirette di docenti e produttori, senza tralasciare la conoscenza sulle origini dei vini, sulla storia e geografia dei territori. Il vino, infatti, rappresenta non solo un prodotto ma anche il luogo in cui nasce, le sue tradizioni e peculiarità. E poi servono la tenacia e la passione di cui sono particolarmente dotate le donne”.

A tal proposito è stata molto apprezzata la testimonianza di Elisa Dilavanzo fondatrice insieme al socio Bisol della cantina Maeli a Baone, sui Colli Euganei in provincia di Padova. Dilavanzo, da finalista di Miss Italia e Miss Universo, è approdata al mondo del vino dopo corsi di formazione specifici e un’esperienza maturata in campo, dapprima in ambito commerciale e poi come produttrice. Negli anni ha saputo valorizzare il Moscato Giallo Fior d’Arancio, vitigno tipico del territorio. “La mia è diventata una vera passione per il vino, specie il Moscato Giallo Fior d’Arancio in più versioni che ho fatto conoscere anche all’estero. Quest’anno, nonostante la pandemia, abbiamo aperto un sito di e-commerce, acquistato altri ettari di terreno da destinare a vigneto e assunto personale. Abbiamo inoltre ottimizzato la comunicazione e la presenza sui social network”.

Il corso di formazione “La brava cantiniera 5.0” ha l’obiettivo di sviluppare competenze professionali in ambito nazionale e internazionale, anche attraverso l’uso degli strumenti digitali, per un approccio innovativo alla commercializzazione del vino, specie in questo periodo di crisi dovuto dalla Pandemia da Covid-19. Durante le 345 ore di formazione, dal lunedì al venerdì a tempo pieno, le corsiste apprenderanno, tra le altre materie, tecniche di marketing, comunicazione, degustazione del vino, conoscenze ambientali, naturali, artistiche e culturali del territorio vitivinicolo veneto. Completeranno il corso lezioni di Business English da parte di docenti di madre-lingua inglese. Previsto un tirocinio di due mesi in aziende vitivinicole o Consorzi di tutela del vino.

 

COMO-LECCO, DA “GUERRA AL PANINO” RISCHI PER 3,4 MLD EXPORT AGROALIMENTARE                                                                   

Lo stop ai panini al prosciutto ai viaggiatori provenienti dalla Gran Bretagna? Da non sottovalutare, perché può essere la punta di un iceberg molto pericoloso, “che rischia di scatenare una guerra commerciale che mette in pericolo 3,4 miliardi di esportazioni agroalimentari Made in Italy in Gran Bretagna che è l’unico settore cresciuto Oltremanica nel 2020 (+1%) nonostante la fase recessiva provocata dalla pandemia”. Lo rimarca il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi che interviene sui pericolosi effetti del “caso” della confisca da parte di funzionari doganali olandesi di panini al prosciutto e altro cibo a viaggiatori e camionisti provenienti dal Regno Unito sulla base delle norme post-Brexit le quali prevedono che dal 1° gennaio 2021 non sarà più possibile portare nell’UE i cosiddetti POAO (prodotti di origine animale) come quelli contenenti carne o latticini sulla base del rispetto delle elevate norme sanitarie e fitosanitarie (SPS) dell’UE.

La Gran Bretagna – sottolinea la Coldiretti – si classifica al quarto posto tra i partner commerciali italiani per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Dopo il vino, che complessivamente ha fatturato nel 2019 sul mercato inglese quasi 771 milioni di euro, spinto dal Prosecco Dop, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva. Importante anche il flusso di Grana Padano – prodotto anche con il latte made in Lario –  e Parmigiano Reggiano per un valore attorno ai 85 milioni di euro.

“Un flusso commerciale che rischia di essere messo a rischio dalle tensioni alle frontiere che possono trasformarsi in ritardi, particolarmente dannosi soprattutto per i prodotti deperibili come gli alimentari. La mancanza nell’accordo sulla Brexit, come quello sull’equivalenza delle norme fitosanitarie per non parlare della tutela delle nuove produzioni a indicazioni geografiche dell’UE sono aspetti che potrebbero tradursi in pesanti penalizzazioni per l’agroalimentare italiano, che è leader in Europa nella qualità alimentare. Ciò interessa anche le nostre province di Como e Lecco, che sono meta turistica per i turisti inglesi che qui hanno modo di conoscere anche le eccellenze made in Lario come formaggi, salumi e vino. Bisogna fare in modo che l’agroalimentare diretto Oltremanica non venga penalizzato da un possibile deterioramento dei rapporti tra le parti, con inutili accanimenti burocratici a danno dei prodotti di alta qualità”.                                                                                                                                                                                                       

Il rischio è peraltro che – conclude Coldiretti Como Lecco – si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari made in Lario come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia con bollino rosso ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), compresi prodotti simbolo del Made in Italy dall’extravergine di oliva al prosciutto di Parma, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano.

 

VENEZIA, ISTAT: CENSIMENTO AL VIA CON PRIMA VOLTA NEI CAA

Per il settimo censimento generale dell’agricoltura gli operatori agricoli potranno avvalersi degli sportelli CAA (Centri di Assistenza Agricola) per la compilazione assistita. Lo annuncia Coldiretti Venezia precisando che sono 7 le sedi presenti sul territorio provinciale (nelle sedi di Coldiretti Cavarzere, Chioggia, Dolo, Mirano, San donà di Piave, Cavallino Treporti e Portogruaro) con personale formato ad hoc per perfezionare l’istruttoria che servirà a capire come sta cambiando il settore agricolo anche in considerazione dell’emergenza Covid e al suo impatto sull’economia italiana. Gli agricoltori potranno rivolgersi agli uffici di Coldiretti per fornire i dati che andranno a comporre il quadro necessario alla definizione di future politiche di sviluppo di un comparto strategico per gli approvvigionamenti alle famiglie, per l’export e per la sovranità alimentare del Paese. Per la prima volta i questionari predisposti dall’Istat – commenta Coldiretti Venezia – potranno essere gestiti attraverso i tecnici Caa già operativi in un’ottica di semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e di supporto per gli adempimenti burocratici. Grazie ad una profonda conoscenza della realtà agricola il CAA Coldiretti potrà contribuire, svolgendo le interviste che costruiscono il censimento e concorrere a realizzare la fedele fotografia del patrimonio agroalimentare del Paese.

I dati richiesti serviranno, appunto, per conoscere le caratteristiche generali delle aziende agricole italiane, l’utilizzo dei terreni, la consistenza degli allevamenti, la forza lavoro utilizzata ed eventuali attività connesse. La rilevazione è prevista dal Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018 relativo alle statistiche integrate sulle aziende agricole e Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1874 della Commissione del 29 novembre 2018 sui dati da presentare per l’anno 2020 a norma del Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018. Il censimento dovrà concludersi entro il 30 giugno 2021 e tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia, tempi e modalità delle rilevazioni dovranno essere previamente concordati dagli imprenditori con gli operatori dei CAA.

 

VARESE, AL VIA IL NUOVO CENSIMENTO CON PRIMA VOLTA NEI CAA

Prende il via il settimo censimento generale dell’agricoltura che, come sottolinea il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori “sarà utile a capire come sta cambiando il settore agricolo anche in considerazione dell’emergenza Covid e al suo impatto sull’economia italiana”, in particolare raccogliendo i dati indispensabili alle future politiche di sviluppo di un comparto strategico per gli approvvigionamenti alle famiglie, per l’export e per la sovranità alimentare del Paese. E’ quanto spiega la Coldiretti provinciale con riferimento all’importante operazione statistica che coinvolgerà le imprese agricole che per la prima volta potranno rivolgersi ai CAA (Centri di Assistenza Agricola) della Coldiretti per assistenza e supporto nella compilazione dei questionari Istat in formato esclusivamente digitale.

“Sarà dunque di primaria importanza il contributo e l’azione del CAA di Coldiretti Varese: tale attività di assistenza è un ulteriore esempio di attività di affiancamento delle imprese che la legge assegna al Centro di Assistenza Agricola in un’ottica di semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e di supporto per gli adempimenti burocratici. Grazie ad una profonda conoscenza della realtà agricola il nostro CAA Coldiretti potrà contribuire, svolgendo le interviste che costruiscono il censimento, a realizzare la fedele fotografia del patrimonio agroalimentare del territorio e, in termini più ampi, del Paese”. I dati richiesti serviranno per conoscere le caratteristiche generali delle aziende agricole italiane, l’utilizzo dei terreni, la consistenza degli allevamenti, la forza lavoro utilizzata ed eventuali attività connesse. La rilevazione è prevista dal Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018 relativo alle statistiche integrate sulle aziende agricole e Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1874 della Commissione del 29 novembre 2018 sui dati da presentare per l’anno 2020 a norma del Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018. Il censimento dovrà concludersi, anche nel Varesotto, entro il 30 giugno 2021 e tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia, tempi e modalità delle rilevazioni dovranno essere previamente concordati dagli imprenditori con gli operatori dei CAA contattando la sede provinciale di Varese in via Piave 9.

 

PARMA, ISTAT: CENSIMENTO AL VIA CON PRIMA VOLTA NEI CAA

Al via il settimo censimento generale dell’agricoltura che servirà a capire come sta cambiando il settore agricolo anche in considerazione dell’emergenza Covid e al suo impatto sull’economia italiana raccogliendo i dati indispensabili alle future politiche di sviluppo di un comparto strategico per gli approvvigionamenti alle famiglie, per l’export e per la sovranità alimentare del Paese. E’ quanto spiega Coldiretti Parma con riferimento al censimento che coinvolgerà le imprese agricole che per la prima volta potranno rivolgersi ai CAA (Centri di Assistenza Agricola) della Coldiretti per assistenza e supporto nella compilazione dei questionari Istat in formato esclusivamente digitale.

Tale attività di assistenza è un ulteriore esempio di attività di affiancamento delle imprese che la legge – spiega Coldiretti – assegna al CAA in un’ottica di semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e di supporto per gli adempimenti burocratici. Grazie ad una profonda conoscenza della realtà agricola il CAA Coldiretti potrà contribuire, svolgendo le interviste che costruiscono il censimento, a realizzare la fedele fotografia del patrimonio agroalimentare del Paese.

I dati richiesti serviranno per conoscere le caratteristiche generali delle aziende agricole italiane, l’utilizzo dei terreni, la consistenza degli allevamenti, la forza lavoro utilizzata ed eventuali attività connesse.

Il censimento dovrà concludersi entro il 30 giugno 2021 e tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia, tempi e modalità delle rilevazioni saranno concordati dagli imprenditori con gli operatori dei CAA. Per tutte le informazioni ci si può rivolgere alle sedi dei CAA Coldiretti distribuite su tutto il territorio nazionale.

 

ASTI, PROROGA SCADENZA RATA INPS E ESONERO PARZIALE CONTRIBUTI

Anche gli agricoltori dell’Astigiano potranno usufruire della proroga della quarta rata contributiva dovuta all’Inps. “Stiamo avvisando tutti i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli a titolo principale – fa appello il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – di non versare la quarta rata all’Inps ma di sfruttare la proroga del 16 febbraio e usufruire dell’esonero parziale dei contributi attivato al Governo per l’emergenza Covid”.

La segnalazione arriva direttamente dal Patronato Epaca (l’Ente di Patrocinio e assistenza per i cittadini e l’agricoltura costituito da Coldiretti e presente capillarmente su tutto il territorio), in seguito all’introduzione, nel decreto Ristori quater, della riduzione dei contributi previdenziali dovuti per l’anno 2020 in favore dei coltivatori diretti e IAP sia per i titolari di impresa che per i propri coadiuvanti.

“Tale esonero parziale – sottolinea la Responsabile del Patronato Epaca di Asti Rosanna Porcellana – deve essere predisposto dagli uffici INPS in modo da poter essere fruito con il versamento della quarta rata 2020 la cui scadenza è fissata al 16 gennaio 2021. In considerazione dei tempi tecnici che ritarderanno tale adempimento, il decreto Milleproroghe approvato lo scorso 31 dicembre 2020 ha stabilito che la scadenza della quarta rata contributiva dovuta da coltivatori diretti e IAP sia prorogata al 16 febbraio 2021”.

Tutti gli interessati potranno quindi rivolgersi al Patronato Epaca per attivare lo “sconto” parziale dei contributi Inps.

Ricordiamo inoltre che il Patronato Epaca offre informazioni, consulenze e servizi in materia di assistenza previdenziale, diritto di famiglia, mercato del lavoro, assistenza sanitaria, prestazioni sociali legate al reddito e per facilitare l’accesso ai dati e ai servizi della Pubblica Amministrazione.

“Il patronato Epaca – sottolineano il Presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – rappresenta l’avanguardia del ruolo di forza sociale a tutto campo di Coldiretti, che è sempre più a servizio non soltanto del mondo agricolo, che ovviamente è, e resterà, centrale, ma che si propone anche come interlocutore affidabile a tutta la comunità. Garantendo assistenza e tutela per il conseguimento di benefici previdenziali, sociali, assistenziali, Naspi, invalidità, congedi parentali, indennità e molto altro”.

Per informazioni, tutti i giorni feriali, dalle ore 8.30 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.30, l’Epaca è disponibile e raggiungibile ai seguenti recapiti:

Ufficio Provinciale di Asti Tel. 0141 380.404 email epaca.at@coldiretti.it

Zona di Asti: C.so F. Cavallotti, 31/A – Tel. 0141.380.432

Zona di Canelli: V. Cassinasco, 11/13 – Tel. 0141.823.590

Zona di Castelnuovo Don Bosco: V.le Europa, 12/B – Tel. 011.9876.863

Zona di Moncalvo: P.zza C. Alberto, 25 – Tel. 0141.916100

Zona di Nizza Monferrato: C.so Acqui, 42/44 – Tel. 0141.721.117

Zona di San Damiano: V. Roma, 23 – Tel. 0141.971.000

Zona di Vesime: P.zza Vittorio Emanuele II, 3 – Tel. 0144.859.801

Zona di Villanova: Via Oddone Blandino, 19 – Tel. 0141.946.639

 

SONDRIO, AGRICOLTURA: AL VIA IL NUOVO CENSIMENTO, COINVOLTI ANCHE I CAA  

Prende il via il settimo censimento generale dell’agricoltura che, come sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini “sarà utile a capire come sta cambiando il settore agricolo anche in considerazione dell’emergenza Covid e al suo impatto sull’economia italiana”, in particolare raccogliendo i dati indispensabili alle future politiche di sviluppo di un comparto strategico per gli approvvigionamenti alle famiglie, per l’export e per la sovranità alimentare del Paese. E’ quanto spiega la Coldiretti provinciale con riferimento all’importante operazione statistica che coinvolgerà le imprese agricole che per la prima volta potranno rivolgersi ai CAA (Centri di Assistenza Agricola) della Coldiretti per assistenza e supporto nella compilazione dei questionari Istat in formato esclusivamente digitale.

“Sarà dunque di primaria importanza il contributo e l’azione del CAA di Coldiretti Sondrio: tale attività di assistenza è un ulteriore esempio di attività di affiancamento delle imprese che la legge assegna al Centro di Assistenza Agricola in un’ottica di semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e di supporto per gli adempimenti burocratici. Grazie ad una profonda conoscenza della realtà agricola il nostro CAA Coldiretti potrà contribuire, svolgendo le interviste che costruiscono il censimento, a realizzare la fedele fotografia del patrimonio agroalimentare del territorio valtellinese e chiavennasco e, in termini più ampi, del Paese”.

I dati richiesti serviranno per conoscere le caratteristiche generali delle aziende agricole italiane, l’utilizzo dei terreni, la consistenza degli allevamenti, la forza lavoro utilizzata ed eventuali attività connesse. La rilevazione è prevista dal Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018 relativo alle statistiche integrate sulle aziende agricole e Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1874 della Commissione del 29 novembre 2018 sui dati da presentare per l’anno 2020 a norma del Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 luglio 2018.

Il censimento dovrà concludersi, anche in provincia di Sondrio, entro il 30 giugno 2021 e tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia, tempi e modalità delle rilevazioni dovranno essere previamente concordati dagli imprenditori con gli operatori dei CAA contattando la sede provinciale o le unità locali presenti capillarmente sul territorio di Valtellina e Valchiavenna.

 

Appuntamenti

 

BRESCIA: CONVEGNO “DOVE STA ANDANDO LA PAC” – MODALITA’ ONLINE O IN PRESENZA

Venerdì 15 gennaio

Siamo lieti di invitarti al convegno “Dove sta andando la PAC, tra Green Deal e regolamento transitorio” che si terrà venerdì 15 gennaio alle ore 10.30 con la partecipazione del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e di:

  • Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont;
  • Angelo Frascarelli, professore Economia e Politiche Agricole, Università degli Studi di Perugia;
  • Felice Adinolfi, professore Economia ed Estimo Rurale, Università degli Studi di Bologna;
  • Fabio Rolfi, assessore Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia.

Il convegno si terrà in modalità digitale. Per i giornalisti è possibile la partecipazione, presso la sala congressi della sede di Coldiretti Brescia in via San Zeno 69 (dove è prevista la presenza del Presidente Prandini e dell’Assessore Rolfi), per un numero massimo di persone consentite nel rispetto delle disposizioni Anticovid.

Per seguire la diretta streaming dell’incontro, moderato dal giornalista Valerio Pozzi, è sufficiente collegarsi alla home page del nostro sito (brescia.coldiretti.it) oppure alla pagina Facebook o al canale YouTube di Coldiretti Brescia.L’appuntamento è patrocinato dal Comune di Lonato del Garda, nel solco della tradizione che registra il comune gardesano come apripista delle iniziative fieristiche del nuovo anno.

Porteranno i saluti il sindaco Roberto Tardani e l’assessore all’agricoltura Massimo Castellini.

 

MANTOVA: CONVEGNO ONLINE SU COVID E NUOVE POVERTÀ

Mercoledì 13 gennaio

“Quando l’agricoltura è anche solidarietà”. È il titolo del convegno digitale organizzato da Coldiretti Mantova e che sarà ospitato domani (mercoledì 13 gennaio) alle ore 10:30 in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’associazione agricola guidata da Paolo Carra.

Nel corso dell’appuntamento si affronteranno i temi della corretta lettura delle etichette quale strumento di informazione e di prevenzione in tema di spreco alimentare, ma allo stesso tempo si formuleranno nuove idee per iniziative in grado di contrastare situazioni di povertà attraverso la consegna di prodotti agricoli e alimentari.

In questi giorni Coldiretti Mantova sta ultimando la consegna di 100 “Pacchi della solidarietà” a famiglie in difficoltà, per un totale di 3.500 chilogrammi di cibo di qualità e 100% Made in Italy.

Allo stesso tempo, altre formule di aiuto possono essere messe in campo, dalla “Spesa sospesa” ai mercati di Campagna Amica, fino alla donazione di piatti pronti preparati dagli agriturismi di Terranostra Mantova, il circuito dell’ospitalità rurale di Coldiretti.

Dopo i saluti di Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova, interverranno al convegno Ermanno Coppola, responsabile ufficio Qualità e Certificazione dell’Area Sicurezza alimentare di Coldiretti, sul tema “Occhio all’etichetta, strumento di informazione”.

Prenderanno la parola Giuseppe Groppelli, presidente di Terranostra Mantova e Campagna Amica Mantova; Davide Boldrini, direttore dell’Associazione Agape Onlus Casa San Simone e responsabile dell’Osservatorio diocesano delle Povertà; Andrea Caprini, Assessore al Welfare, Terzo Settore, Immigrazione; Fabio Viani, vicepresidente di Confindustria Mantova con delega ai Servizi Associativi e Sviluppo; Giampietro Ferri, presidente di Fipe-Confcommercio Mantova.

 

TREVISO: LA VITICOLTURA TREVIGIANA 2021 IN 4 INCONTRI

Giovedì 14 gennaio

L’universo viticolo in 4 incontri di approfondimento, voluti da Coldiretti Treviso da vivere dalle proprie aziende per incontrare i massimi esperti del settore, dai rappresentanti del Consorzio di tutela del Prosecco doc a quelli di Avepa, da quelli di Condifesa a quelli dell’Ispettorato Centrale repressioni frodi. “Nei primi due incontri si parlerà di viticoltura sostenibile, di schedario vitivinicolo e di Ocm Vino – sottolinea Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – si affronteranno quindi dei temi fondamentali per le nostre imprese. Nel terzo seminario on line si affronteranno le tematiche delle assicurazioni e dei fondi mutualistici contro le calamità e nel quarto e ultimo incontro si incontrerà l’ICQRF”. Tutti gli incontri si svolgeranno di giovedì alle ore 17 e per parteciparvi basterà cliccare sul link che si trova anche sulle pagine face book di Coldiretti Treviso oltre che sul sito nella news degli eventi. Qui sotto ecco le specifiche di ogni incontro con gli ospiti relatori:

Giovedi 14 gennaio su Viticoltura Sostenibile

Indicazione produttive per la prossima campagna e andamento di mercato del Prosecco

A cura di:

Dr.Giovanni Pascarella – Extenda Vitis

Dr.Valerio Cescon – La Marca Spumanti

Dr.Stefano Zanette – Consorzio Prosecco DOC

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