COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 10 luglio 2019

11 Luglio 2019
News La Forza del Territorio del 10 luglio 2019

Primo piano

SICILIA

NELL’ISOLA IL 52% DEGLI INCENDI DEL 2019

A provocare il consistente incremento dei roghi è stata l’ondata di caldo africano delle ultime settimane, ma si stima che circa il 60% sia opera di piromani o della criminalità organizzata. La Sicilia – sottolinea la Coldiretti isolana – paga un prezzo altissimo a causa di carenze infrastrutturali e comportamenti delinquenziali

 

Dall’inizio del 2019 sono stati 103 gli incendi di grandi dimensioni (oltre i 25 ettari) che hanno colpito l’Italia, il 52% si sono verificati in Sicilia (54), con la provincia di Agrigento maglia nera (16). E’ quanto emerge dall’analisi di Unaprol – Consorzio olivicolo italiano, sulla base dei dati Effis (European Forest Fire Information System), aggiornati al 9 luglio 2019. Anche questa notte diversi incendi sono stati appiccati tra le province di Trapani e Palermo con l’evacuazione a San Vito Lo Capo di 750 persone che si trovavano nel villaggio turistico Calampiso a causa del fumo proveniente dall’adiacente costone montuoso. A provocare il consistente incremento degli incendi è stata l’ondata di caldo africano delle ultime settimane, ma si stima che circa il 60% sia opera di piromani o della criminalità organizzata. 

“Dati preoccupanti per la sicurezza dei cittadini e per il patrimonio ambientale – spiega David Granieri, presidente Unaprol – A farne pesantemente le spese sono anche migliaia di ettari di uliveti in una regione che è la terza in Italia sotto il profilo della produzione, alle spalle di Puglia e Calabria, con una superficie olivicola di circa 160mila ettari, 6 DOP e quasi 120 mila aziende impegnate nel settore. Un patrimonio di biodiversità e qualità che va tutelato, anche garantendo maggiore manutenzione del territorio, a poche settimane dall’inizio della raccolta delle olive che parte proprio dalla Sicilia ed è fondamentale per determinare il prezzo della nuova produzione”.

“Anche quest’anno – aggiunge Francesco Ferreri, presidente regionale Coldiretti – la Sicilia paga un prezzo altissimo a causa di carenze infrastrutturali e comportamenti delinquenziali. Al di là della temperatura è chiaro che il sistema di controlli dev’essere potenziato con tolleranza zero per chi mette a rischio il territorio, le colture e soprattutto la vita delle persone. Vanno ripopolate le aree abbandonate con politiche adeguate e potenziata l’attenzione delle istituzioni altrimenti ci ritroveremo ogni anno ad un impoverimento di cui paghiamo tutti le conseguenze – conclude il presidente”. 

 

 

Dal territorio

 

PUGLIA, VIOLENTA GRANDINATA A BARI, ALLUVIONE E TROMBA D’ARIA A BRINDISI

Violenta grandinata in provincia di Bari a Bitonto, Santo Spirito, Palese, Polignano Monopoli, Brindisi, Fasano, Pezze di Greco, Carovigno, aggravata da un alluvione e dalla tromba d’aria e la mappa dei comuni colpiti si sta allargando a macchia d’olio. E’ il bilancio delle prime segnalazioni raccolte da Coldiretti Puglia nell’ultima ora a causa della straordinaria ondata di maltempo che ha colpito a distanza di 24 ore nuovamente le campagne pugliesi, dopo le 2 trombe d’aria a Brindisi e Foggia di ieri.

Solo ad aprile sono stati 3 i tornado in Puglia, a Monopoli in provincia di Bari, Brindisi e Marina di Mancaversa in provincia di Lecce, 4 trombe d’aria su Bari e provincia, Sava, Manduria, San Pietro in Bevagna e a maggio sono stati 11 i violenti fenomeni di grandine grossa a Ginosa, Castellaneta Marina, Palagiano, Mottola, Castellaneta, Fragagnano, San Marzano di San Giuseppe, Guagnano, Salice Salentino, Poggiardo, Sternatia. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia su dati ESWD, l’anagrafe europea degli eventi meteo estremi, sul clima pazzo che ha caratterizzato la maledetta primavera 2019, iniziata a marzo con temperature massime in Puglia superiori di 5 gradi rispetto al mese precedente, secondo i dati UCEA, che hanno fatto fiorire mandorli, albicocchi e peschi, con la maturazione contemporanea degli ortaggi e le primizie di fave e piselli, e proseguita fino a giugno con l’alternarsi di bombe d’acqua, raffiche di vento fino a 120 chilometri orari, grandinate killer e piogge quotidiane che hanno spazzato le campagne di Puglia, danneggiando tendoni, teli, strutture e produzioni agricole.

Le grandinate killer si sono avvicendate tra aprile, maggio e i primi giorni di giugno, violente anche se con chicchi di dimensioni medie, a Crispiano, Grottaglie, Martina Franca, Castellaneta, Castellaneta Marina, Ginosa, Ginosa Marina, Palagiano, Palagianello, Mottola, Torricella, Maruggio, in provincia di Lecce di Campi Salentina, Nardò, Salice Salentino e Guagnano, in provincia di Bari ad Alberobello, Gioia del Colle, Bitetto, Bitritto, Conversano, Turi, Monopoli, Grumo Appula, Monteroni, Galatina, Sternatia, Poggiardo, Surano, Ruffano, Parabita e Matino. A luglio – prosegue Coldiretti Puglia – il caldo torrido ha determinato lo shock termico per le colture in pieno campo, nelle serre e nei frutteti.

Dall’inizio dell’estate 2019 si conta una media di sei grandinate al giorno, esattamente in doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con effetti devastanti sulle coltivazioni agricole colpite. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati ESWD in occasione dell’ultima ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Penisola. Manifestazioni temporalesche violente accompagnate da chicchi di ghiaccio anche di grandi dimensioni – sottolinea la Coldiretti – sono caduti a macchia di leopardo lungo la Penisola provocando gravissimi danni alle coltivazioni in campo, dal pomodoro alle pesche, dai meloni alle mele, dal grano al mais ma anche alle serre.

Dal Veneto all’Emilia Romagna, dalla Toscana fino alle Marche è già partita la conta dei danni che potrebbero ammontare a milioni di euro secondo la Coldiretti con la perturbazione in rapida estensione. La grandine – precisa la Coldiretti – è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questo momento perché i chicchi si abbattono su verdure, frutta e cereali prossimi alla raccolta provocando danni irreparabili alle coltivazioni mandando in fumo un intero anno di lavoro. Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – sottolinea la Coldiretti – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi.

 

MARCHE, CAMPAGNE DOPO L’URAGANO: SCENARIO APOCALITTICO, ORA STATO CALAMITA’

Alberi abbattuti, capannoni distrutti, serre scoperchiate, danni ingenti alla colture di mais e girasole, all’ortofrutta. L’uragano che ieri pomeriggio si è abbattuto all’improvviso sulle Marche ha attraversato la regione da nord a sud lasciando dietro di sé una scia di devastazione nelle campagne. Soprattutto sulla costa ma danni ingenti sono stati registrati anche nelle aree collinari. Più contenuti i disagi nell’area montana. Dall’inizio dell’anno, in Italia, sono stati registrati oltre 2 eventi meteorologici straordinari e distruttivi al giorno tra grandinate, trombe d’aria, nubifragi e tempeste di neve. Fenomeni in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo una rielaborazione di Coldiretti Marche su dati Eswd.

L’evento di ieri arriva al termine di un giugno dal caldo record che ha registrato temperature di due gradi superiore rispetto alla media degli ultimi 20 anni, a sua volta anticipato dal maggio freddo e piovoso. Una situazione disastrosa soprattutto nelle province di Ancona e Macerata. “Siamo in piena fase emergenziale – denuncia Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – poiché nelle campagne della nostra regione lo scenario è apocalittico. I danni riscontrati sono ingenti e hanno colpito in maniera trasversale tutte le province e ogni tipologia di realtà produttiva, dai frutteti agli oliveti, dalle aziende zootecniche a quelle a seminativi, senza risparmiare le strutture di vivai ed agriturismi.

La nostra agricoltura sta vivendo delle ore di indicibile difficoltà con la compromissione non solo del raccolto di stagione ma di tutte le attività future. È necessario che venga richiesto lo stato di calamità e che ogni organo di competenza si adoperi affinché nessuno degli imprenditori e dei cittadini colpiti rimanga solo”. L’area più colpita è quella del Conero dove tra Osimo, Numana, Castelfidardo e Camerano si sono registrati danni ingenti alle colture da orto come meloni e pomodori (già in ritardo per via del freddo di maggio) ma anche alberi abbattuti. In zona Coppo, a Sirolo, sono rimasti a terra olivi secolari e querce. A Filottrano la furia del vento ha scoperchiato diverse serre. In Vallesina danni negli orti, ad albicocchi e peschi. A Monte San Vito la caduta di alberi ha danneggiate le coperture di serre. Nel Maceratese, tra Recanati e Porto Recanati, interi campi di mais e girasole sono rimasti allettati dopo il passaggio della burrasca che ha anche distrutto un capannone agricolo.

 

ABRUZZO, CAMPAGNE DEVASTATE DA GRANDINE E ACQUA 

Anche le campagne sono state distrutte dalla grandine e la pioggia che questa mattina si sono abbattute sull’Abruzzo con particolare riferimento alle zone costiere, soprattutto Pescara e Francavilla fino a Vasto, ma senza risparmiare il Fucino e le aree piu’ interne, devastando alberi da frutta, capannoni e serre, ortaggi in campo e serre, lasciando una scia di devastazione per tante aziende agricole in un momento delicato per le colture.

Danni sulla costa ma anche nelle aree collinari della regione, in linea purtroppo con un clima sempre più anomalo e imprevedibile. Dall’inizio dell’anno, in Italia, sono stati registrati oltre 2 eventi meteorologici straordinari e distruttivi al giorno tra grandinate, trombe d’aria, nubifragi e tempeste di neve, ben sei al giorno le grandinate dall’inizio dell’estate 2019. Fenomeni in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, come rileva Coldiretti Abruzzo evidenziando che la grandinata di oggi arriva al termine di un giugno dal caldo record che ha registrato temperature superiori rispetto alla media degli ultimi 20 anni, a sua volta anticipato dal maggio freddo e piovoso. 

“Stiamo verificando la situazione ma i danni sono sicuramente ingenti soprattutto sulla costa e hanno colpito ogni tipologia di realtà produttiva con la compromissione non solo del raccolto di stagione ma delle attività del prossimo futuro – dice Coldiretti Abruzzo –  È necessario che le autorità competenti valutino il danno e si chieda lo stato di calamità. Quello che è successo è purtroppo il risultato di un clima impazzito che nuoce in modo disastroso e pesante sull’economia agricola e la sopravvivenza di tante imprese, soprattutto le più piccole’.

 

PIACENZA, IL MALTEMPO NON DA’ TREGUA

Il maltempo non dà tregua al territorio piacentino. Nel pomeriggio di oggi, martedì 9 luglio, un violento temporale si è abbattuto su città e provincia e nelle zone di Ziano, Borgonovo, Castelsangiovanni e Sarmato è scesa anche la grandine. Matteo Mazzocchi, presidente della sezione di Coldiretti a Borgonovo, commenta al riguardo: “Il fenomeno è stato particolarmente violento, per un quarto d’ora sono caduti chicchi grossi come noci e purtroppo i danni a mais e pomodoro sono già evidenti. Nei prossimi giorni valuteremo l’entità di questi danni. Fortunatamente nella zona, in quasi tutti i campi di frumento era già stata terminata la trebbiatura. Come Coldiretti insistiamo sull’importanza delle assicurazioni, un percorso necessario nell’ottica di proteggere le nostre produzioni”.

Lo conferma anche Condifesa Piacenza, con il presidente Gianmaria Sfolcini e il direttore Stefano Cavanna. “Le avversità sono sempre più improvvise e frequenti – affermano – per questo la copertura assicurativa è molto importante per ottenere un risarcimento del danno subito. E’ importante tutelarsi – proseguono – considerati i grossi investimenti fatti dagli agricoltori per produrre colture di pregio”.

Sul territorio di Piacenza Condifesa ha circa 1.500 agricoltori associati.

Purtroppo la grandinata di oggi è la terza che si abbatte nel Piacentino negli ultimi otto giorni. Siamo di fronte ad eventi climatici sempre più estremi. Basti pensare che in alcune zone della provincia, la scorsa settimana, sono scesi oltre 90 millimetri di pioggia in un’ora.

 

PUGLIA, MALTEMPO: 2 TROMBE D’ARIA A FOGGIA E BRINDISI, CRESCE CONTA DANNI

Due trombe d’aria hanno spazzato via produzioni e sradicato alberi a Fasano in provincia di Brindisi e tra San Severo e San Marco in Lamis in provincia di Foggia, oltre all’alluvione che ha creato vere e proprie cascate d’acqua a San Giovanni Rotondo. E’ il bilancio dell’ultima ondata di maltempo, segnala Coldiretti Puglia, che si manifesta con una tendenza alla tropicalizzazione e una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 2 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola regionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

“E’ da rivedere a fondo il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi ma anche il meccanismo assicurativo”, ribadisce Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Solo ad aprile sono stati 3 i tornado in Puglia, a Monopoli in provincia di Bari, Brindisi e Marina di Mancaversa in provincia di Lecce, 4 trombe d’aria su Bari e provincia, Sava, Manduria, San Pietro in Bevagna e a maggio sono stati 11 i violenti fenomeni di grandine grossa a Ginosa, Castellaneta Marina, Palagiano, Mottola, Castellaneta, Fragagnano, San Marzano di San Giuseppe, Guagnano, Salice Salentino, Poggiardo, Sternatia. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia su dati ESWD, l’anagrafe europea degli eventi meteo estremi, sul clima pazzo che ha caratterizzato la maledetta primavera 2019, iniziata a marzo con temperature massime in Puglia superiori di 5 gradi rispetto al mese precedente, secondo i dati UCEA, che hanno fatto fiorire mandorli, albicocchi e peschi, con la maturazione contemporanea degli ortaggi e le primizie di fave e piselli, e proseguita fino a giugno con l’alternarsi di bombe d’acqua, raffiche di vento fino a 120 chilometri orari, grandinate killer e piogge quotidiane che hanno spazzato le campagne di Puglia, danneggiando tendoni, teli, strutture e produzioni agricole.

Le grandinate killer si sono avvicendate tra aprile, maggio e i primi giorni di giugno, violente anche se con chicchi di dimensioni medie, a Crispiano, Grottaglie, Martina Franca, Castellaneta, Castellaneta Marina, Ginosa, Ginosa Marina, Palagiano, Palagianello, Mottola, Torricella, Maruggio, in provincia di Lecce di Campi Salentina, Nardò, Salice Salentino e Guagnano, in provincia di Bari ad Alberobello, Gioia del Colle, Bitetto, Bitritto, Conversano, Turi, Monopoli, Grumo Appula, Monteroni, Galatina, Sternatia, Poggiardo, Surano, Ruffano, Parabita e Matino. A luglio – prosegue Coldiretti Puglia – il caldo torrido ha determinato lo shock termico per le colture in pieno campo, nelle serre e nei frutteti.

“Purtroppo, rispetto alle assicurazioni i dati della Puglia sono al di sotto della media in termini di valori assicurati rispetto alle potenzialità della regione, ma nella media in termini di costi per gli agricoltori, con 3,4 milioni di premi pagati in media, al netto del contributo pubblico nel 2018, a fronte di oltre 10 milioni di risarcimenti pagati dalle compagnie”, precisa il presidente Muraglia. “Dovrebbero essere maggiormente agevolate e diffuse polizze di area – insiste il presidente Muraglia – che costano meno, perché riducono i costi di valutazione dei danni, utilizzando strumenti tecnologicamente avanzati, come rilevazioni satellitari, modelli matematici, ecc.) quindi applicando indici di danno e di produzione riducono i costi assicurativi rendendo più convenienti le coperture”.

Inoltre è indispensabile una capillare azione di informazione e comunicazione poiché i dati riferiti – aggiunge Coldiretti Puglia – mostrano come il mancato ricorso a questi strumenti di difesa del reddito a fronte dei cambiamenti climatici è una grande occasione persa per le imprese agricole pugliesi.

“Dovrebbe essere prevista la possibilità di sospensione anche delle rate dovute per l’acquisto dei terreni con intervento di ISMEA, considerando in particolare la situazione legata al ripetersi di eventi dannosi sulla stessa azienda, garanzie agevolate sempre tramite ISMEA per le imprese danneggiate da eventi atmosferici, anche per facilitare l’utilizzo delle misure creditizie già previste, come la proroga delle scadenze dei mutui e le erogazioni di mutui agevolati”, conclude il presidente Muraglia.

 

UMBRIA, MALTEMPO: SOS GRANDINE SU RACCOLTI

La grandine è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questo momento perché i chicchi si abbattono su cereali prossimi alla raccolta, su girasole, mais, frutta e verdura, provocando danni irreparabili alle coltivazioni mandando in fumo un intero anno di lavoro. È quanto sottolinea Coldiretti Umbria in riferimento alle forti grandinate di ieri su alcune zone della regione, a cominciare dall’eugubino, Fossato di Vico e Alto Tevere.

La grandine, con chicchi grandi quasi come noci, accompagnata dal vento – riferisce Stefano Casoli, presidente di sezione della Coldiretti Gubbio – ha imperversato per lunghi minuti su buona parte del territorio comunale. Da un primo monitoraggio in alcuni terreni, risultano danni ingenti sul grano con perdite che potranno arrivare anche oltre il 50% del prodotto, ma c’è preoccupazione anche per mais e girasole, con caduta di foglie e piante compromesse.

Dall’inizio dell’anno sono oltre 200 le grandinate violente che hanno flagellato l’Italia con un aumento del 68% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo una analisi della Coldiretti su dati ESWD.

La nuova ondata di maltempo, tra l’altro – afferma Coldiretti – aggrava il conto dei danni nelle campagne in un 2019 segnato da forti anomalie con i primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato ed un mese di giugno tra i più caldi di sempre.

Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – riferisce Coldiretti – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

 

EMILIA ROMAGNA, MALTEMPO: METEO FOLLE CREA DANNI ALL’AGRICOLTURA

Pomodoro e mais nel piacentino, cereali nel bolognese pesche e nettarine in Romagna.

Sono queste le colture più danneggiate dalla serie di grandinate che hanno colpito l’Emilia Romagna fra ieri pomeriggio e questa mattina. Lo dice Coldiretti Emilia Romagna nel riferire riguardo l’ennesima manifestazione climatica anomala di questo inizio estate caratterizzato da ribaltamenti della situazione meteo da un estremo all’altro che non fanno che danneggiare il comparto agricolo. A Loiano, in provincia di Bologna, i danni maggiori li hanno subiti i cereali non ancora trebbiati, mentre nel cesenate i frutteti sono stati bersagliati da chicchi di grandine grandi come uova.

La grandine – precisa Coldiretti regionale – è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questo momento perché i chicchi si abbattono su verdure, frutta e cereali prossimi alla raccolta provocando danni irreparabili alle coltivazioni mandando in fumo un intero anno di lavoro. Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Una anomalia evidente nel corso del 2019 che – conclude Coldiretti regionale – è stato segnato dai primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato ed un mese di giugno tra i più caldi ed ora dalle tempeste di luglio.

 

NUORO-OGLIASTRA, ENOTURISMO: NUOVA OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE TERRITORIO

Fare rete, mettere a sistema il patrimonio enogastronomico con le bellezze del territorio e del paesaggio. E’ quanto è stato detto ieri nel corso del convegno “Enoturismo, una opportunità per il territorio”, promosso da Coldiretti e Terranostra Nuoro Ogliastra dopo l’approvazione della nuova legge e delle linee guida che “assegna all’enoturismo un ruolo decisivo in termini di supporto allo sviluppo rurale anche attraverso strumenti di vero e proprio marketing territoriale” come ha sottolineato Fabrizio Mureddu (presidente provinciale Terranostra).

L’obiettivo è stato quello “non solo di presentare la nuova norma ma anche quella di aprire un dibattito all’interno dell’associazione tra i soci intorno alle nuove opportunità e prospettive che ora si aprono” hanno spiegato in apertura il presidente regionale e provinciale di Coldiretti Battista Cualbu e Leonardo Salis.

L’iniziativa si è tenuta nella cantina sociale di Dorgali dove a fare gli onori di casa è stata la nuova e prima donna presidente, Claudia Secci.

Nel corso della mattinata, con il coordinamento del giornalista Pasquale Porcu, si è discusso quindi della nuova norma “sulle visite ai vigneti, della possibilità di abbinare alle degustazioni del vino i prodotti agroalimentari” presentate dal direttore provinciale Coldiretti Alessandro Serra e dalla consulente Antonella Concas che si è soffermata soprattutto sulle normative igienico sanitarie. Ma la discussione si è allargata anche al turismo esperienziale e alla possibilità-necessità di fare rete con gli agriturismo e con le aziende agricole per presentare al meglio la cultura del vino e le tradizioni gastronomiche presenti nel territorio.

“Un esempio da seguire – ha detto il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – è sicuramente quello del Prosecco, il vino made in Italy più esportato che da pochi giorni è stato insignito del riconoscimento di patrimonio mondiale dell’Unesco”.

Per questo occorre fare squadra è stato il leitmotiv della mattinata “abbinando le eccellenze dell’agroalimentare con il turismo – ha detto il direttore nazionale di Terranostra, l’associazione degli agriturismo Campagna Amica Toni De Amicis -. Oggi la società è più attenta al modello di prossimità, è più consapevole e attenta alla distintività e alla sostenibilità”.

“Il turista ed il consumatore in generale oggi vanno alla ricerca di una esperienza, non si limitano al semplice consumo ma vogliono conoscere i processi ed il saper fare che ci sono dietro quel prodotto e quel territorio, e lo vogliono provare”.

Una testimonianza virtuosa e concreta è arrivata dall’agronomo Niola Garippa, titolare insieme a Giovanni Porcu della cantina Silattari di Bosa che ha parlato del progetto di valorizzazione del territorio che stanno portando avanti anche grazie alla costituzione del Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei vini Malvasia di Bosa DOC. E di esempi virtuosi ha parlato anche il direttore commerciale della Cantina di Dorgali Antonio Posadino che ha citato l’esempio Campagna Amica come modello di rete che valorizza agroalimentare e territorio.

 

MOLISE, EMERGENZA ACQUA: SI INVITANO LE ISTITUZIONI AD ATTUARE POLITICHE EFFICACI

In un Paese piovoso come l’Italia, che per carenze infrastrutturali trattiene solo l’11% dell’acqua, occorrono interventi strutturali per evitare di dover sempre rincorrere le emergenze legate alla carenza idrica specie in estate. Ad affermarlo è la Coldiretti Molise all’indomani della decisione del Sindaco di Larino, Pino Puchetti, che si è visto costretto, nei giorni scorsi, ad emanare un’ordinanza con cui vieta di utilizzare l’acqua potabile, proveniente dagli acquedotti comunali, per usi irrigui o non strettamente connessi agli usi civili, escludendo dal divieto le attività commerciali e artigianali.

Così, in poche settimane, il Molise è passato dalle emergenze legate al dissesto idrogeologico a quelle legate alla mancanza di acqua; problemi aventi ad oggetto un unico comune denominatore: la risorsa idrica.

Da tempo Coldiretti invita le Istituzioni, a tutti i livelli, ad adoperarsi per fronteggiare le problematiche connesse alla gestione delle risorse idriche e proprio nel corso del Villaggio Coldiretti, tenutosi a Milano nel fine settimana scorso, ha siglato tra la società Terna ed Anbi – Associazione nazionale delle bonifiche. La prima gestisce la rete di trasmissione dell’energia in Italia ed è impegnata nella trasformazione del mercato elettrico verso fonti eco-compatibili, quale appunto l’idroelettrico. L’intesa sottoscritta prevede la realizzazione di un sistema di invasi artificiali e laghetti da utilizzare per un duplice scopo, creazione di energia elettrica e raccolta di acqua da distribuire in modo razionale nei momenti di emergenza idrica, garantendo l’approvvigionamento alla cittadinanza, alle attività produttive tra cui l’agricoltura.

“Per questo – osserva Coldiretti Molise – bene ha fatto il sindaco Puchetti ad emanare l’ordinanza “anti spreco” dell’acqua potabile ma è altresì necessario che tutte le Istituzioni, ai vari livelli, superino il momento della denuncia per passare ad una stagione del fare non più procrastinabile, nell’interesse della collettività molisana”. 

 

LIGURIA, MANDRIA IN ALPEGGIO ATTACCATA DAL LUPO

Monte Frontè: l’alpeggio dell’Allevatore Agostino Raviolo è stato preso di mira da un branco di lupi, che negli ultimi giorni, sistematicamente, ha attaccato sia vitelli sia bovini adulti: gravi difficoltà anche per portare a valle gli animali, a causa dell’interruzione della strada, mai riparata. 

È quanto riporta Coldiretti Imperia per denunciare la situazione che sta vivendo l’allevatore che ogni anno si reca con la sua mandria di più di 200 capi di razza piemontese sulla cima del monte, ma che, ad oggi, non riesce a contenere i ripetuti attacchi del lupo, riportando gravissime perdite. Solo negli ultimi giorni l’azienda ha perso circa 10 vitelli e purtroppo gli attacchi continuano: di alcuni animali non sono neanche stati ritrovati i resti quindi non potrà essere neppure percepito l’indennizzo. Quest’azienda, come altre della zona, versa in una grave e oggettiva difficoltà in quanto ad aggravare la situazione, si aggiungono spesso casi di cattiva burocrazia, con ad esempio intoppi e ritardi di finanziamenti sul PSR Ambientale. 

Dal 2015, sono aumentati nell’intero arco regionale, gli attacchi di questo animale arrivato da oltre Appennino e, per troppo tempo, scambiato per cane selvatico. Gli attacchi del lupo (documentati da perizie veterinarie), colpiscono principalmente gli esemplari ovini e caprini delle aziende agricole, ma non di rado, come in questo caso, approfittano della mandria al pascolo colpendo specialmente i vitelli, causando gravi perdite sia economiche che in termini di produzione futura.

“Gli allevatori come Agostino – affermano il Presidente di Coldiretti Imperia Gianluca Boeri e il Direttore Provinciale Domenico Pautasso – sono arrivati al limite della sopportazione, tra intoppi burocratici, che rendono ancora più dura l’attività, e attacchi della fauna selvatica, cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, che riduce vertiginosamente il numero di capi presenti in azienda: non si può far finta che il problema non ci sia e bisogna trovare delle soluzioni immediate per evitare che molte zone dell’entroterra vengano abbandonate con tutte le gravi conseguenze economiche, paesaggistiche e ambientali che ne deriverebbero. È indispensabile prima di ogni cosa che venga ripristinata la viabilità della zona, con la riparazione della tratta di strada di Mendatica-Triora. Come Coldiretti Imperia chiediamo, sia per il caso specifico del nostro allevatore sia per tutti gli altri, all’amministrazione Provinciale e a tutti gli organi governativi preposti, di portare avanti un impegno vero e non solo verbale che aiuti seriamente le imprese del territorio, le quali non riescono più a lavorare serenamente”.

 

VICENZA, FORMAZIONE IN MALGA PER LE DONNE IMPRESA DI COLDIRETTI 

Lezione in Malga Verde per le imprenditrici agricole vicentine di Coldiretti che oggi a Lusiana sull’Altopiano di Asiago hanno sostenuto il colloquio finale superando la prova che le consacra esperte in comunicazione del territorio. Il percorso formativo, organizzato da Impresa Verde Vicenza, ha coinvolto per circa quattro mesi tutte le componenti del coordinamento provinciale Donne Impresa che si sono misurate sui temi dello sviluppo rurale, della sostenibilità, delle varie forme di turismo, sulle conoscenze enogastronomiche e la capacità di raccontare il paesaggio attraverso la bellezza, il cibo buono, l’accoglienza in fattoria ed il coinvolgimento dei consumatori.

“Non ci sentiamo dei fenomeni – commenta Michela Menti, presidente di Donne Impresa Vicenza – ma abbiamo preso coscienza delle nostre abilità che, in sinergia con l’entusiasmo di ognuna, sono determinanti per una progettualità strategica. In un contesto dove ancora si vedono i segni dei cambiamenti climatici, degli equilibri naturali interrotti, la forza di volontà delle agricoltrici si è fatta sentire doppiamente”. L’azienda che ha ospitato le agricoltrici è condotta da Milady Cortese, giovane allevatrice che ha preferito la stalla ad un lavoro d’ufficio. Dalla finestra dell’aula il panorama offriva quella vista che nessuno vorrebbe più trovarsi davanti: gli alberi abbattuti nell’autunno scorso. “Il nostro orizzonte – sottolinea Michela Menti – è la rinascita ed il ripristino dei boschi, oltre al riordino dei pascoli. In questo senso va il contributo del mondo femminile che per primo vuole interpretare i messaggi positivi verso i cittadini ed i turisti, nonostante le difficoltà quotidiane”.

“A settembre – conclude Marica Sella, tutor dell’intervento formativo “PaesaggioBuono” DGR 1679/2018 – ci trasferiremo in Toscana per quattro giorni con un viaggio studio tra cascine, storiche pinete demaniali, cantine famose ed agriturismi, per migliorare le tecniche ed affinare i talenti fin qui maturati”.

 

PUGLIA, LAVORO: AL TOP PER AZIENDE UNDER 35; CRESCE MULTIFUNZIONALITA’ 42%

Puglia al top per numero di imprese giovani under 35 in agricoltura, si posiziona al secondo posto della classifica nazionale grazie alla spinta all’innovazione e alle opportunità offerte dalla Legge di Orientamento in agricoltura, segnala Coldiretti Puglia, con un aumento del 14% rispetto a tre anni fa.

Cresce l’attitudine alla multifunzionalità in agricoltura, con il 42% dei giovani imprenditori agricoli pugliesi concentrati sulla diversificazione aziendale, con particolare attenzione alla vendita diretta (31%), alla trasformazione agroalimentare (30%) e all’agriturismo (22%), secondo i dati dello studio di Coldiretti Puglia su ‘l’identikit del contadino 4.0’, presentati in occasione della premiazione dei vincitori dell’Oscar Green Puglia 2019. Decisamente poco sensibili alle certificazioni e marchi di origine e collettivi (28%), sono particolarmente attivi sui mercati locali (65%), su quelli nazionali e internazionali senza intermediazione (37,5). Molto attenti all’informatizzazione applicata per rendere più efficace ed efficiente la commercializzazione dei prodotti, la contabilità e la comunicazione esterna, i giovani imprenditori agricoli pugliesi scelgono in prima battuta di avviare l’attività facendo ricorso ai finanziamenti pubblici (73%). Molto grave la situazione del PSR in Puglia, con il bando per i giovani pubblicato a luglio del 2016 e una graduatoria bloccata da 3 anni.

“Occorre creare le condizioni per realizzare il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne”, ha detto Veronica Barbati, leader nazionale dei Giovani imprenditori di Coldiretti, dando lustro al grande sforzo creativo e di innovazione dei giovani agricoltori pugliesi in occasione della premiazione dei geni contadini pugliesi da Oscar che “in solitudine, senza l’aiuto di finanziamenti e sostegni regionali, stanno rivoluzionando la vita e il lavoro nelle campagne – ha aggiunto Veronica Barbati – con la passione, la fierezza e la lungimiranza di chi ha scelto un percorso lavorativo in agricoltura patriottico e complesso, dove non manca il sacrificio, ma abbondano anche le soddisfazioni”.

I giovani contadini ritengono, secondo lo studio elaborato da Coldiretti Puglia, che l’accesso al credito bancario (40%) e l’adeguamento alle norme sanitarie, alle normative per il benessere animale e alla condizionalità (35%) siano i principali ostacoli al pieno sviluppo delle proprie attività imprenditoriali. Per questo chiedono maggiori garanzie per l’accesso al credito bancario e una più adeguata formazione. Il 67% dei giovani imprenditori agricoli boccia la regione Puglia sulla politica ambientale, denunciando la condotta rispetto alla difficile verta dell’ILVA, l’aggressione che il territorio sta subendo a causa delle foreste di pali eolici e la mancanza di strategia contro i rifiuti abbandonati in campagna, conclude Coldiretti Puglia.

Scure anche dalla Corte dei Conti sull’avanzamento della spesa del PSR Puglia per i giovani in agricoltura, ferma al 3%, “dato che si traduce in lavoro negato per 5000 giovani pugliesi, a cui è stato spento il sogno di diventare agricoltori per colpa della macchina burocratica in avaria dell’Assessorato all’Agricoltura regionale, a causa dei ritardi e di un sistema in cortocircuito che ha bloccato i progetti di insediamento nelle campagne previsti dal Piano di Sviluppo Rurale”, ha denunciato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Se il bando per i giovani del PSR Puglia avesse già prodotto risultati – ha aggiunto Muraglia – il numero di giovani imprenditori agricoli sarebbe anche superiore. L’aumento record del 26 per cento delle iscrizioni all’Università nei corsi di laurea in scienze agroalimentari, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale nell’ultimo decennio, conferma la presenza di nuove ed interessanti opportunità di lavoro in campagna dove si stima che grazie alla green economy saranno disponibili centomila posti di lavoro per i prossimi tre anni”.

“Parlano il linguaggio dell’innovazione i dati relativi al lavoro nei campi pugliesi con numeri ragguardevoli – ha detto Benedetta Liberace, delegata di Coldiretti Giovani Impresa Puglia – per un settore che fino a pochi anni fa viveva un processo di invecchiamento che pareva inarrestabile. Dall’olio extravergine spalmabile con aggiunta di cera d’api al sidecar con minifrigo per le angurie, dall’agricoltura sociale con onoterapia, dall’agricosmesi e l’agrigelato a base di latte d’asina al fishburger a miglio0 con alta shelf life e antiossidanti a base di vegetali, sono alcune delle esperienze positive che il progetto intende moltiplicare sul territorio regionale dove le aziende agricole condotte da giovani hanno fame di innovazione. Le aziende condotte da giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, hanno il 50 per cento di occupati per azienda in più e un fatturato più elevato del 75 per cento della media”, ha concluso Liberace.

 

VERCELLI – BIELLA: I NOSTRI PRODOTTI TRA LE 342 BANDIERE DEL GUSTO PIEMONTESI

Oltre 700.000 persone in tre giorni hanno visitato, lo scorso fine settimana, il Villaggio Coldiretti, che ha coperto una superficie di 200mila metri quadrati attorno al Castello Sforzesco di Milano con la più grande fattoria mai realizzata in un centro storico di una città.

Anche i soci delle province di Vercelli e Biella hanno partecipato numerosi, con diversi autobus organizzati per l’occasione.

Il bilancio stilato dalla Coldiretti a conclusione di #Stocoicontadini è positivo, si è trattato di una rassegna che ha ospitato 400 stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, stalle, agriasili, fattorie didattiche, orti, antichi mestieri, pet therapy, agrichef, laboratori, trattori, nuove tecnologie e workshop, presso i quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di oltre diecimila agricoltori.

Tra le notizie di questa tre giorni c’è anche quella del numero record di 5155 “Bandiere del gusto” Made in Italy per il 2019. E’ quanto è emerso dal nuovo censimento 2019 delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti durante il Villaggio.

In Piemonte sono 342 le specialità, che ne fanno la sesta regione in Italia nella “classifica” di questi prodotti. Tra le “bandiere” piemontesi tanti anche i prodotti della provincia di Vercelli e Biella, come il Ratafià, liquore di ciliegie tipico del biellese o i Bicciolani, biscotti alla cannella del vercellese, oppure ancora la Toma e il Maccagno della Valsesia. Tra le specialità anche prodotti tipici come il Fagiolo di Saluggia e le Zucchine di Borgo d’Ale.

“Dietro ad ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà dei nostri territori – afferma Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella – La necessità è quella di continuare a difendere queste produzioni dall’omologazione. Si tratta di un patrimonio culturale per l’intera collettività che la nostra regione può oggi offrire con orgoglio sul palcoscenico mondiale contando 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc. I prodotti tipici, oltretutto, vengono acquistati come souvenir dal 42% degli italiani in vacanza: questo grazie al fatto che il nostro Paese può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare”.

 

VALLE D’AOSTA, BANDIERE DEL GUSTO: IN PRODOTTI VALDOSTANI SONO 36

Si confermano 36 i prodotti valdostani, sui 5155 nazionali, premiati da Coldiretti con le “Bandiere del gusto” per il Made in Italy a tavola nel 2019. Il nuovo censimento delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, è stato presentato dalla Coldiretti all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco il 5 luglio scorso.

Al primo posto la Campania che si piazza in testa alla classifica delle regioni con più specialità tipiche, ben 531, davanti a Toscana (461) e Lazio (428).

Tra i prodotti valdostani premiati figurano la Grappa, nella sezione bevande analcoliche, distillati e liquori; Boudin, Motzetta, Prosciutto alla brace Saint-Oyen, Saouseusse e Teteun tra le carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione.

Tra i formaggi troviamo la brossa, il formaggio di capra a pasta molle, il Reblec, il Salignoùn, il Séras e la Toma di Gressoney. Per quanto riguarda invece i prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, spiccano la Golden Delicious della Valle d’Aosta e la Renetta della Valle d’Aosta. Nutrita anche la sezione delle paste fresche e dei prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, con le bandiere assegnate a Flantse, Mécoulén, Piata di Issogne e Pan Ner-Pane nero.

Non potevano mancare, tra i grassi (burro, margarina, oli) i classici condimenti della cucina valdostana, dal Beuro coló fino all’olio di noci, mentre tra i prodotti d’origine animale (miele, prodotti lattiero caseari di vario tipo, escluso il burro), ci sono il miele di castagno (Mi de tsatagnì), il miele di rododendro (Mi de framicllo) e il miele millefiori di montagna (Mi de fleur de montagne). Infine, la “Seupa à la vapelenentze”, la cui sagra viene festeggiata verso la fine di luglio, spicca come unico prodotto della gastronomia.

“I prodotti tipici, insieme alle nostre DOP, sono figli della nostra tradizione e cultura contadina e non solo caratterizzano il nostro territorio, ma rappresentano sempre di più un’attrazione per i turisti desiderosi di scoprire nella loro vacanza sapori e tradizioni locali” è il commento di Alessio Nicoletta e Richard Lanièce Presidente e Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.

 

BASILICATA, RICETTA CONTRO CRISI CLIMATICA E COMMERCIALE DELL’ORTOFRUTTA

Un manifesto con delle proposte concrete per affrontare la crisi climatica e commerciale che da tempo sta interessando il settore ortofrutticolo della regione. E’ quello predisposto dalla Coldiretti Basilicata, inviato all’assessore regionale alle Politiche Agricole, Francesco Fanelli. “Gli agricoltori lucani stanno facendo i conti con difficoltà di natura produttiva a causa principalmente delle avverse condizioni climatiche – spiega il presidente di Coldiretti, Antonio Pessolani – sulla quale gravano fenomeni commerciali di natura speculativa e processi di dumping economico e sociale attraverso l’importazione di prodotti esteri con prezzi finali al di sotto dei costi di produzione dell’areale lucano. I dati Istat sull’inflazione a giugno evidenziano aumenti dei prezzi per gli alimentari freschi al consumo mentre nei campi c’è deflazione, dalle albicocche alle pesche pagate pochi centesimi”.  Per lo sviluppo sostenibile delle imprese e la competitività e per rimarcare l’orientamento delle stesse alla qualità ed al legame con il territorio, Coldiretti Basilicata ritiene indispensabile proporre al Governo regionale la definizione di politiche che supportino, anche finanziariamente, e indirizzino le scelte d’impresa.

“In particolare, la crisi climatica che sta interessando il nostro territorio e la crisi commerciale dei prodotti ortofrutticoli impongono una riflessione sul ruolo dell’imprenditore agricolo – evidenzia Pessolani – nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e nell’ambito della filiera, determinando conseguentemente scelte programmatiche lungimiranti e risolutive”. Di qui un invito alla Regione Basilicata a sbloccare con estrema urgenza i pagamenti delle misure a superficie del PSR, ad attivare interventi per favorire la prevenzione contro le calamità attraverso lo sviluppo di sistemi di protezione delle colture e misure per favorire un più facile accesso delle imprese agricole al mercato assicurativo, a rafforzare il ruolo del Consorzio di Bonifica della Basilicata, della rete di stazioni e colonnine per il rilevamento dei dati meteorologici, de Consorzio di Difesa delle produzioni agricole della Basilicata, a programmare la realizzazione di infrastrutture logistiche di trasporto e distribuzione che facilitino la movimentazione dei prodotti agricoli lucani verso i mercati nazionali e internazionali. Necessarie sono anche politiche nazionali e comunitarie che prevedano l’attivazione di un sistema costante di monitoraggio istituzionale che riguardi i prezzi alla produzione, all’ingrosso e al consumo in Italia e per il prodotto italiano nei principali Paesi Europei, il rafforzamento del sistema dei controlli dei prodotti ortofrutticoli importati dall’estero, una vigilanza sugli Accordi commerciali tra l’Unione Europea e gli altri Paesi, non ultimo quello con i Paesi del Mercosur. Da Coldiretti Basilicata, infine, l’invito a bloccare le aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione e alimentano nelle campagne la dolorosa piaga del caporalato, sostenendo l’approvazione della proposta di legge del Parlamento italiano (in attesa di definitiva approvazione al Senato) che introduce il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agroalimentari e in particolare delle aste elettroniche a doppio ribasso.

 

SARDEGNA/ORISTANO, LEADER DI ULTRACENTENARI, SOLIDARIETÀ INTERGENERAZIONALE

La Sardegna è in percentuale, tra centenari e abitanti, tra le Regioni più longeve del mondo. Nella nostra Regione abbiamo costantemente in vita 370 ultracentenari. E ci difendiamo pure per quanto concerne i supercentenari (chi ha superato i 110 anni) con circa il 14 % di quelli certificati in tutto il mondo.

Un tema centrale quindi per la nostra regione che sarà affrontato venerdì 12 (a partire dalle 9,30 a Oristano nell’agriturismo Archelao) nel corso di un convegno promosso da Federpensionati Coldiretti Sardegna.

Il tema sarà, come recita il titolo del convegno, “Invecchiamento attivo e solidarietà tra generazioni”. Ne parleranno, dopo i saluti del direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba, gli assessori regionali alla Sanità Mario Nieddu, all’Agricoltura Gabriella Murgia e al Lavoro Alessandra Zedda, la docente universitaria dell’Università di Parma Sara Tagliaferri e i presidenti regionali di Coldiretti Donne Impresa Elisabetta Secci e di Giovani Impresa Angelo Cabigliera e il segretario nazionale Federpensionati Danilo Elia. Le conclusioni saranno affidate al presidente nazionale di Federpensionati Coldiretti Giorgio Grenzi e al presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu.

 

BRESCIA, ENERGIA PULITA E IRRIGAZIONE: BENE IL SOSTEGNO DA REGIONE LOMBARDIA 

“La produzione di energia e la razionalizzazione dell’acqua sono temi di fondamentale importanza per l’agricoltura bresciana. Ringraziamo l’assessore Fabio Rolfi per l’attenzione rivolta ad un settore sempre più sensibile all’impatto ambientale e agli interventi di economia circolare”, commenta Massimo Albano, direttore di Coldiretti Brescia, a seguito dell’annuncio da parte di Regione Lombardia dei due nuovi bandi rivolti agli investimenti in energia pulita e impianti di irrigazione.

La prima iniziativa dedicata alle rinnovabili, nell’ambito del PSR, mette 8 milioni di euro a disposizione delle aziende agricole “green” che presenteranno la domanda tra il 10 luglio e il 5 settembre 2019, mentre dal 12 luglio al 14 ottobre sarà possibile accedere ai 3,5 milioni stanziati per la ristrutturazione o la riconversione dei sistemi di irrigazione.

“L’obiettivo è stimolare la competitività del settore primario garantendo la gestione sostenibile delle risorse naturali e la razionalizzazione dell’acqua, per guardare al futuro dell’agricoltura lombarda – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi – vogliamo contribuire a tutelare l’ambiente attraverso lo sviluppo di attività complementari a quella agricola, affiancando le imprese nei processi di innovazione”.

 

PIEMONTE, CONSUMI: “SPESA SOSPESA” PER CHI VIVE SOTTO LA SOGLIA DI POVERTÀ

Sono 2,7 milioni le persone che in Italia sono state addirittura costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare. E’ quanto emerge dal rapporto Coldiretti “La povertà alimentare e lo spreco in Italia”. Ad avere problemi per mangiare sono dunque oltre la metà dei 5 milioni di residenti che, secondo l’Istat, si trovano in una condizione di povertà assoluta. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Infatti sono appena 113mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,36 milioni che invece hanno accettato l’aiuto delle confezioni di prodotti sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea).Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano – continua la Coldiretti – 453mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 197mila anziani sopra i 65 anni e circa 103mila senza fissa dimora.

In Piemonte le famiglie in condizioni di povertà assoluta, cioè che non possono permettersi spese essenziali, come l’acquisto dei farmaci, sono quasi duecentomila, pari al 5,9%. Una percentuale inferiore alla media italiana del 6,2%, ma che fa della nostra regione la maglia nera del nord Italia industriale. Per le famiglie piemontesi, ancor più che per quelle del resto d’Italia, la crisi del 2008 ha rappresentato davvero uno spartiacque storico. Il reddito netto è sceso di circa il 12% tra il 2007 e il 2016, ricominciando a crescere solo a partire dal 2013, ma con una variazione inferiore sia alla media nazionale (+1,6% contro +3,2%) sia a quella delle ripartizioni Nord Ovest e Nord Est (rispettivamente +2,0% e +5,8%). In valori assoluti e al netto dell’inflazione, il livello del reddito medio è calato di circa 4.200 euro in Piemonte contro i 3.600 euro nella media italiana (valore che scende a 2.600 euro considerando solo il Nord Ovest).

“Di fronte a questa situazione, ci sono varie organizzazioni attive nella distribuzione degli alimenti e le aziende di Campagna Amica, in occasione dei Villaggi Coldiretti, hanno contribuito con il progetto della Spesa Sospesa, nato proprio nell’edizione del Villaggio di Torino, realizzato lo scorso anno a giugno – raccontano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Si tratta della possibilità di fare una donazione libera presso i banchi del mercato per fare la spesa a favore dei più bisognosi. Frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare raccolto vengono consegnati alla Caritas che si occupa della distribuzione alle famiglie in difficoltà. Certo – concludono Moncalvo e Rivarossa – è necessario intervenire a livello strutturale per rompere questa spirale negativa, dare nuovi stimoli ed impulsi alla nostra regione e generare percorsi economici che possano aumentare il reddito di chi oggi vive sotto la soglia di povertà. Da qui deriva la nostra disponibilità ad implementare gli accordi di filiera con quell’agroindustria virtuosa far sì che si unisca veramente il territorio al mondo economico”.

 

NOVARA-VCO, LE NOSTRE BANDIERE DEL GUSTO PER UNA TAVOLA DI ECCELLENZE 

Oltre 700.000 persone in tre giorni hanno visitato, lo scorso fine settimana, il Villaggio Coldiretti, che ha coperto una superficie di 200mila metri quadrati attorno al Castello Sforzesco di Milano con la più grande fattoria mai realizzata in un centro storico di una città. Anche i soci delle province di Novara e Vco hanno partecipato numerosi, con diversi autobus organizzati per l’occasione.

Il bilancio stilato dalla Coldiretti a conclusione di #Stocoicontadini è positivo, si è trattato di una rassegna che ha ospitato 400 stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, stalle, agriasili, fattorie didattiche, orti, antichi mestieri, pet therapy, agrichef, laboratori, trattori, nuove tecnologie e workshop, presso i quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di oltre diecimila agricoltori.

Tra le notizie di questa tre giorni c’è anche quella del numero record di 5155 “Bandiere del gusto” Made in Italy per il 2019. E’ quanto è emerso dal nuovo censimento 2019 delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti durante il Villaggio.

In Piemonte sono 342 le specialità, che ne fanno la sesta regione in Italia nella “classifica” di questi prodotti. Tra le “bandiere” piemontesi tanti anche i prodotti della provincia di Novara e del Vco, come il Salame d’la doja, tipico insaccato sotto grasso prodotto con carni suine di prima scelta condite con aglio e vino rosso, oppure il Fidighin o Fideghina, mortadella di fegato, oppure ancora, tra i formaggi, il Bettelmatt della Val D’Ossola o il Caprino della Val Vigezzo, senza dimenticare i dolci come i Biscottini di Novara, il Gramolino galliatese o il Pane di San Gaudenzio.

“Dietro ad ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà dei nostri territori – afferma Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara – Vco – La necessità è quella di continuare a difendere queste produzioni dall’omologazione. Si tratta di un patrimonio culturale per l’intera collettività che la nostra regione può oggi offrire con orgoglio sul palcoscenico mondiale contando 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc. I prodotti tipici, oltretutto, vengono acquistati come souvenir dal 42% degli italiani in vacanza: questo grazie al fatto che il nostro Paese può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare”.

 

MANTOVA, VINO: 43 NUOVI ETTARI DESTINATI ALLA VITICOLTURA

Sono 43 i nuovi ettari destinati al vigneto in provincia di Mantova, 29,5 dei quali destinati ad imprese agricole iscritte a Coldiretti Mantova. È la stima del sindacato guidato a livello provinciale da Paolo Carra, sulla scorta delle autorizzazioni ai nuovi impianti pubblicati con decreto di Regione Lombardia lo scorso 4 luglio.

“Esprimiamo soddisfazione per l’esito dell’istruttoria – commenta il presidente Carra – che non solo evidenzia la vivacità delle nostre imprese agricole, ma anche riconosce superfici medie per azienda superiori rispetto al resto della regione, seppure di poco”.

Cifre alla mano, infatti, la Lombardia ha assegnato a livello regionale una media di 0,34 ettari a domanda, contro una media a Mantova di 0,4 ettari per domanda.

I viticoltori lombardi hanno presentato 694 domande, richiedendo l’autorizzazione per nuovi vigneti pari a 891,6 ettari, ottenendo però un’assegnazione di 239,7 ettari. In provincia di Mantova sono state presentate complessivamente 110 domande, delle quali 75 da associati a Coldiretti, a conferma di una vitalità del comparto.

“Il meccanismo di assegnazione delle nuove superfici a vigneto andrebbe ripensato – sostiene Coldiretti Mantova -. Ad oggi è l’unico modo per avere nuove autorizzazioni all’impianto, ma con l’attuale sistema non vi è mai la certezza di ottenere le superfici richieste. Questo mortifica l’iniziativa aziendale e limita fortemente la programmazione e gli investimenti, in un settore che garantisce un buon valore aggiunto della materia prima”.

La superficie vitata in provincia di Mantova supererà, con le nuove assegnazioni, 1.740 ettari, con una produzione di vini di qualità riconosciuti dalla denominazione di origine protetta quali il Lambrusco Mantovano, il Garda Doc e Garda Colli Mantovani. Referente provinciale del settore per Coldiretti Mantova è Gianni Rondelli (tel.: 0376/375380, gianni.rondelli@coldiretti.it).

 

 

Appuntamenti

 

PUGLIA: A BARI APRE IL SALONE DELLA CREATIVITÀ DEI GIOVANI GENI CONTADINI

Oggi 

Sarà aperto oggi 10 luglio 2019, alle ore 17,00, nella sala delle feste del Palace Hotel di Bari, il ‘Salone della creatività’, dove sarà consegnato l’Oscar Green 2019, premio per l’innovazione di Coldiretti sostenuto da Campagna Amica, ai 6 giovani geni contadini che con talento, tenacia, lungimiranza e originalità hanno inventato prodotti e servizi innovativi rigorosamente made in Puglia.

Sarà presentato lo studio di Coldiretti Puglia su ‘l’identikit del contadino 4.0’ con profili, attitudini, sogni, spirito patriottico, interessi dei giovani agricoltori ed il loro giudizio sulle politiche agricole ed economiche portate avanti dalle Istituzioni.

Insieme a Benedetta Liberace, delegata Coldiretti Giovani Impresa Puglia e Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia, oltre a rappresentanti istituzionali, sui risultati dall’indagine si confronterà con i giovani agricoltori di Puglia la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Veronica Barbati. 

 

CALABRIA: A LAMEZIA AL VIA IL CORSO DI SOCIAL WEB MARKETING PER L’AGRICOLTURA

Venerdì 12 luglio 

Organizzato da Coldiretti Calabria, Donne Impresa, si svolgerà venerdì 12 luglio p.v. a partire dalle 10,30 nella Sala Eventi di Coldiretti in via Massimo D’Antona,2 a Sant’Eufemia di Lamezia Terme (Catanzaro), il corso di formazione “La comunicazione Social”. Le lezioni, introdotte dalla dr.ssa Rita Licastro responsabile Donne Impresa Coldiretti Calabria, saranno tenute da esperti di web marketing che daranno tutte le informazioni utili per curare e gestire le aziende sui social maggiormente utilizzati. Il corso, molto richiesto dagli imprenditori agricoli calabresi, riguarda il mondo del social web marketing applicato alla realtà rurale e vedrà impegnati i partecipanti nelle lezioni di: di web, Facebook e Instagram, interazione utenti e piccoli influencer, la creatività, l’advertisig e prevede una interazione con i partecipanti che si cimenteranno in esempi concreti.

“I nuovi metodi di comunicazione servono per crescere – spiega Francesco Cosentini direttore Coldiretti Calabria – possono risultare un valido supporto per la promozione dell’impresa agricola e dei prodotti agroalimentari; è – prosegue –  una opportunità alle aziende di comprendere e sperimentare i meccanismi e le potenzialità che il web può offrire ma anche le insidie che da esso possono scaturire se non si utilizza un approccio professionale nella gestione”.

“La comunicazione online – afferma la responsabile delle donne Coldiretti Rita Licastro – è di fondamentale importanza, per cercare di andare oltre il mercato di riferimento ed espandersi e questo è di una importanza cruciale per la nostra regione. Parlando nella rete si parla al mondo, le opportunità si moltiplicano e si riesce non solo a informare il pubblico del proprio progetto, ma anche a comunicare con lo stesso, irrobustendo il dialogo con il consumatore”.

 

TREVISO: ASSEMBLEA ANNUALE, POLEGATO TRACCIA IL PRIMO BILANCIO

Oggi 

Il riconoscimento Unesco e la Giornata della Sostenibilità sono solo due dei temi che oggi faranno da sfondo all’assemblea annuale di Coldiretti Treviso. Come di consueto un appuntamento atteso e molto sentito dai dirigenti dell’Organizzazione agricola più rappresentativa della Marca trevigiana che da poco più di un anno è presieduta da Giorgio Polegato. Per lui l’occasione di tracciare un primo bilancio e soprattutto il desiderio di guardare anche ai prossimi mesi ricchi di iniziative e sfide. Guardando, invece, alle attività recenti c’è da essere soddisfatti: dal primo corso trevigiano con il diploma a 14 agrituristi trevigiani diventati Agrichef alla splendida esperienza durante lo scorso week end a Milano al Villaggio di Coldiretti con circa 800 trevigiani presenti.

Ma stasera si respirerà anche la storia dell’Organizzazione grazie alla presentazione del libro “La Gente dei campi e il sogno di Bonomi”. A relazionare, raccontare e approfondire ci sarà l’autore Nunzio Primavera.

 

Brevi 

MARCHE – Sabato 13 Luglio alle ore 18.30 sul Molo Tiziano di San Benedetto Del Tronto Coldiretti Marche terrà la premiazione della fase regionale degli Oscar Green 2019. Sempre sabato, attorno alle 17, le autorità presenti saranno impegnate alla Rotonda Giorgini per l’inaugurazione di Campagna Amica on the beach, il tradizionale appuntamento della Riviera delle Palme, 13 e 14 luglio, con oltre 50 aziende agricole e la vendita diretta dei prodotti del territorio marchigiano e non solo.