COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 10 dicembre 2018

10 Dicembre 2018
News La Forza del Territorio del 10 dicembre 2018

Primo piano

CREMONA

PAC E PSR, L’IMPATTO SULL’AGRICOLTURA LOMBARDA

Numerosissimi agricoltori hanno presto parte all’incontro “L’impatto della Pac e del Psr sull’agricoltura lombarda: imprese ed Istituzioni di fronte alla sfida della nuova programmazione”, organizzato dalla Coldiretti provinciale a Malagnino, presso la sede del Consorzio Agrario

Hanno preso parte all’iniziativa Fabio Rolfi Assessore Regionale all’Agricoltura, Paolo Voltini Presidente di Coldiretti Cremona e del Cap Cremona, Ermes Sagula responsabile Caa Coldiretti Lombardia e Angelo Frascarelli esperto di politiche comunitarie e docente all’Università degli Studi di Perugia. 

Ad aprire l’incontro, introdotti dal Direttore di Coldiretti Cremona Mauro Donda, sono stati gli interventi tecnici di Sagula (che ha fatto il punto sulla Pac com’è attualmente, in termini di regole e contributi, calati sul territorio) e Frascarelli (che in un’ampia riflessione ha introdotto la Pac che verrà, cogliendo l’occasione per rendere noti gli esiti di una pubblica consultazione in merito agli obiettivi della politica comunitaria, evidenziando il valore che i cittadini europei oggi danno ad aspetti come la qualità del prodotto, l’occupazione in agricoltura, il tema dell’acqua). L’intervento dell’assessore regionale Rolfi è stato preceduto da quello di Andrea Azzoni, funzionario dell’assessorato all’agricoltura, che ha spiegato contenuti, finalità e tempistiche della misura 4.1.01 (“Incentivi per investimenti per la redditività, competitività e sostenibilità delle aziende agricole”), riaperta nei giorni scorsi, con pubblicazione del bando sul bollettino ufficiale di Regione Lombardia in data sabato 1 dicembre.

L’intervento dell’assessore Rolfi ha dapprima evidenziato quelli che sono “i punti di forza, i fattori più competitivi della nostra agricoltura, sui quali dobbiamo essere performanti e vincenti”. “Noi siamo attrattivi per la qualità e la distintività dei prodotti che offriamo, per l’aspetto della sicurezza alimentare che garantiamo” ha detto Rolfi. “Queste sono le leve su cui dobbiamo puntare e che ci vedono vincenti”. L’assessore ha parlato dei tagli che si prospettano (rimarcando che “non sono accettabili”) ed ha evidenziato l’importanza di salvaguardare la gestione “regionalizzata” di alcune misure del Psr, di quelle per le quali risulterebbe molto complicata, se non impossibile, una sintesi in un’unica misura “nazionale”. Tra le sfide da cogliere, ha definito positivo il fatto che si contempli “che gli Stati membri abbiano obiettivi nazionali in campo agricolo” legati alla Pac. “L’idea che il Paese abbia una strategia su alcuni settori e su quelli concentri le risorse, puntando sulle realtà che possono far vincere l’agricoltura nazionale, per me è una sfida da accettare” ha detto. “Significa avere una visione di futuro, investire sulle realtà più attrattive, che possono guardare all’estero”.

Nel suo intervento l’Assessore regionale è andato oltre il tema proposto. Ha parlato delle scelte legate al bilancio regionale (come quella di mettere in campo nuove risorse per i distretti agricoli), del tema della semplificazione (“Chiedo di farmi avere le vostre indicazioni su cosa si può semplificare. Spetterà poi a noi verificare dove si può intervenire e, laddove possibile, si farà”), del problema della fauna selvatica, della direttiva nitrati.

Anche il Presidente Voltini, nella conclusione della mattinata di lavoro, ha toccato molteplici temi particolarmente cari alla platea degli agricoltori presenti. Voltini ha ringraziato l’assessore Rolfi per la collaborazione dimostrata in questi mesi e per aver scelto di presentare in casa di Coldiretti Cremona i nuovi bandi del Psr sugli investimenti aziendali. Voltini ha quindi parlato della necessità di difendere il vero Made in Italy da accordi quali il Ceta (“che già ora sta producendo gravi effetti, favorendo la falsificazione dei nostri prodotti” ha detto), delle aspettative degli agricoltori rispetto alla Pac (“La Pac per noi deve difendere l’agricoltore attivo”), fino al ruolo del credito (“C’è bisogno di una vera agevolazione nell’accesso al credito” ha detto Voltini, evidenziando che “mai come oggi registriamo una scarsità di erogazioni al settore agricolo da parte di un sistema creditizio che al momento detiene significative masse monetarie in giacenza”. “Nelle maglie della Pac – ha concluso – questo aspetto non può mancare”).

 

 

Dal territorio

 

PUGLIA, MALTEMPO: VIOLENTA GRANDINATA ‘IMBIANCA’ CAMPI DA POLIGNANO A FASANO

Una grandinata improvvisa e di violenta intensità ha coperto i campi da Polignano a Fasano, imbiancando i terreni anche a Monopoli, a causa del forte e repentino abbassamento della temperatura, accompagnato da gelate che mettono a rischio verdure e ortaggi coltivati in pieno campo e richiedono un maggiore riscaldamento delle serre. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia per l’abbassamento repentino della colonnina di mercurio, che ricorda gli effetti disastrosi di 12 tornado e trombe d’aria che sino abbattuti da marzo a novembre del 2018, a marzo a Lecce, ad aprile a Lequile, a giugno a Santo Spirito di Bari e a San Foca, a settembre a Salice Salentino, a novembre a Taurisano, Martina, Manduria e in provincia di Brindisi e a Parabita, secondo i dati ESWD, l’anagrafe europea degli eventi meteo estremi come tornado, bombe d’acqua, trombe d’aria, tempeste di fulmini.

“Sono eventi estremi per cui il meccanismo della declaratoria di calamità naturale e del Fondo di solidarietà naturale, così com’è strutturato, non funziona”, denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Le gelate che hanno falcidiato l’olivicoltura pugliese a febbraio e marzo scorsi – aggiunge il Presidente Muraglia – hanno avuto effetti devastanti sulla produzione olivicola e olearia, soprattutto nelle province di Bari, BAT e Foggia, e nubifragi e trombe d’aria nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce hanno lasciato le campagne devastate con una conta dei danni che supera i 600 milioni di euro”.

Nelle produzioni orticole di pieno campo, con temperature sotto lo zero sono a rischio le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie e broccoli. Lo sbalzo termico – conclude la Coldiretti – è l’ennesima anomalia di un 2018 segnata da un andamento climatico anomalo con caldo, siccità alternati a violenti temporali che hanno causato danni di oltre un miliardo e mezzo all’agricoltura.

“Nel corso del 2018 sono stati registrati almeno 30 nubifragi e bombe d’acqua, di cui l’ultimo più grave in Capitanata – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – oltre a violente grandinate a Casamassima, Sannicandro di Bari, Putignano, Turi, Palo del Colle a luglio, a settembre a Orta Nova e a Carapelle e ad ottobre a Melpignano. Tutti i comparti hanno subito danni ingenti senza alcuna esclusione, dal frutticolo all’orticolo, dal vitivinicolo all’olivicolo ed è assolutamente indispensabile intervenire per aiutare le imprese agricole in crisi di liquidità”.

 

ORISTANO, MALTEMPO: SUBITO ASSEGNAZIONI SUPPLEMENTARI DI GASOLIO AGRICOLO

Le continue piogge, come Coldiretti ha già rimarcato in diverse occasioni, hanno messo in ginocchio il settore agricolo, causando ingenti danni alle produzioni ma anche un aumento dei consumi di carburante, necessario per far fronte alle lavorazioni straordinarie.

“Siamo fortemente preoccupati – evidenziano il vicedirettore e il presidente di Coldiretti Oristano Emanuele Spanò e Giovanni Murru – in quanto a distanza di un mese circa dalla richiesta presentata da Coldiretti Sardegna alla Regione, ad oggi ancora nessuna risposta è pervenuta. E’ necessario che la Regione intervenga immediatamente – proseguono i dirigenti – perché il tempo stringe e mancano oramai pochi giorni alla chiusura dell’anno solare. Le circostanze eccezionali che hanno caratterizzato questa annata richiedono un indifferibile intervento a sostegno del settore agricolo. Il comparto non è più in grado di sostenere né gli ulteriori costi, derivati dall’acquisto di carburante al distributore, né eventuali indolenze di chi continua a indugiare in tal senso”.

 

PUGLIA, GELATE: FUORI LA PUGLIA DA DECRETO CALAMITA’. SUBITO PRESSING AL SENATO

Fuori la Puglia dal Decreto per le calamità 2018, serve un pressing urgente al Senato, denuncia Coldiretti Puglia, per far rientrare le aziende olivicole pugliesi colpite dalle gelate di febbraio e marzo scorsi. “Abbiamo scritto ai Senatori pugliesi affinché vengano presentati al Senato gli emendamenti alla Legge di Bilancio per consentire alle imprese olivicole ubicate nei territori della regione Puglia che hanno subito danni dalle gelate eccezionali verificatesi dal 26 febbraio al 1 marzo 2018 di ottenere il riconoscimento della calamità e di accedere agli interventi del Fondo di Solidarietà Naturale, perché impossibilitate a sottoscrivere polizze assicurative a copertura dei rischi”, ribadisce il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.  

“Nel corso dell’incontro di Coldiretti con il Ministro Lezzi, abbiamo ribadito la necessità che vengano ricomprese quelle aziende, la cui produzione olivicola è stata falcidiata – aggiunge il Presidente Muraglia – nelle province di Bari, BAT e Foggia, riproponendo al Senato gli emendamenti proposti alla Camera dall’Onorevole L’Abbate, presente all’incontro”.

Nel 2017 con un emendamento al DL Mezzogiorno del 20 giugno 2017, n. 91 (convertito in Legge 3 agosto 2017, n. 123), approvato in commissione bilancio al Senato – spiega Coldiretti Puglia – le aziende colpite dalla prolungata siccità che non avevano sottoscritto polizze assicurative hanno potuto accedere ai benefici per favorire la ripresa dell’attività produttiva previsti dalla legge 102 del 2004.

“Il bilancio dell’annata olivicola e olearia in Puglia è il peggiore che si possa ricordare – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e le polizze multirischio, spesso eccessivamente onerose, non possono essere accese durante l’intero arco dell’anno, ma solo in periodi limitati, come per esempio per l’olivicoltura possono essere sottoscritte solo da marzo a maggio. Per questo abbiamo chiesto agli Onorevoli e Senatori pugliesi di fare pressing affinché, come avvenuto per la siccità 2017, vengano estese a tutte le colture, anche a quelle assicurabili, le misure previste dalla declaratoria di stato di calamità naturale”.

 

ROVIGO, È POLESANO L’ALBERO DI NATALE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

C’è un po’di Polesine anche a Venezia. È di Villadose, infatti, l’abete rosso regalato anche quest’anno secondo una consolidata tradizione dall’azienda agricola Vivai de Sero di Filippo De Sero, a nome di Coldiretti Rovigo e dell’Associazione Florovivaisti del Veneto, consegnato nei giorni scorsi al Consiglio regionale del Veneto. “Anche quest’anno – racconta Filippo De Sero, presidente di Zona Coldiretti di Rovigo esterno – sono stato contattato dal Segretario generale del Consiglio, Roberto Valente, per consegnare l’albero di Natale, come avviene da ormai diverso tempo”.

Una richiesta precisa da soddisfare nel rispetto di rigorosi accorgimenti. “Mi è stato chiesto un albero trasportato in zolla, che non fosse più alto di tre metri – spiega De Sero – che ha dovuto però essere adeguatamente riparato per affrontare la laguna veneziana. L’acqua salata, anche in quantità minima, avrebbe potuto danneggiare irrimediabilmente la pianta”. Il trasporto su ruote, infatti, per raggiungere Palazzo Ferro Fini, ha dovuto lasciare il passo a quello su barca, non senza difficoltà. L’esperienza e la professionalità dell’azienda agricola polesana, però, prediletta per la fornitura a titolo assolutamente gratuito dal 2010 fino ad oggi, non ha deluso nemmeno questa volta le aspettative, riuscendo nell’operazione.

L’abete rosso, il classico albero di Natale, nato e cresciuto in Polesine, decorerà dunque il palazzo del Consiglio regionale del Veneto durante tutte le festività natalizie. “Sono orgoglioso che una pianta del nostro territorio sia stata scelta ancora una volta dal Consiglio regionale del Veneto – conclude Filippo De Sero – si tratta di un gesto che faccio sempre con piacere e riconoscenza a nome di Coldiretti Rovigo”.

 

VENETO, UN ALBERO DI NATALE RIGENERATO E SCOLPITO DA UN’AGRICOLTRICE DI ASIAGO

Un albero schiantato e rigenerato grazie alle mani della ‘donna del bosco’, Cristina Panozzo operatrice didattica nonché vice responsabile delle imprenditrici di Coldiretti Vicenza è stato consegnato oggi a Roma dalla presidente di Donne Impresa Veneto Chiara Bortolas in occasione del coordinamento nazionale convocato a Palazzo Rospigliosi per avviare una riflessione sulle conseguenze dei cambiamenti climatici. 

Mentre la Regione Veneto presentava l’instant book stampato in tempo record per divulgare le foto del disastro regionale suddivise per provincia e contemporaneamente ufficializzava la somma raccolta pari a due milioni di euro versati nel conto corrente solidale, nella capitale Coldiretti omaggiava le partecipanti provenienti da tutta Italia con un cesto di prodotti bellunesi appoggiando inoltre l’iniziativa vicentina di adottare un albero dell’Altopiano. Commossa Chiara Bortolas orticoltrice d’alta montagna ha ricordato quei giorni sottolineando la grande dignità della gente che nonostante le strade da rifare, i boschi da ripristinare ha ripreso le attività quotidiane. ‘Accolgo questa generosità con l’umiltà di un popolo laborioso – ha detto Bortolas – la gente dei campi non si abbatte e ringrazia per ogni piccolo gesto’.

Attorno a lei si sono strette la neo delegata Monica Merotto, la coordinatrice Silvia Bosco e tutte le rappresentanti presenti. I lavori sono proseguiti secondo programma toccando temi quali la formazione, le tappe del progetto di educazione alla Campagna Amica e le iniziative sul territorio non ultima la petizione StopCiboAnonimo.

L’intervento del Segretario Generale Vincenzo Gesmundo ha introdotto temi di discussione su innovazione imprenditoriale, rappresentanza e politiche di filiera contribuendo così allo spessore dei contenuti all’odg della giornata.

 

GROSSETO, CRISI DEL LATTE OVINO: COLDIRETTI INCONTRA IL PREFETTO

Il Prefetto di Grosseto, Cinzia Teresa Torraco, ha incontrato i vertici di Coldiretti per analizzare la crisi del comparto latte ovino che si è aggravata nelle ultime settimane, e che sta colpendo gli allevatori maremmani specialmente in alcune aree della Provincia.

“Il settore ovi-caprino sta attraversando un periodo di profonda crisi – afferma Paolo Giannini, direttore di Coldiretti Grosseto– infatti, ai continui attacchi dei predatori e all’aumento dei costi di produzione si sono aggiunte le disdette dei contratti di fornitura di latte che alcuni caseifici hanno comunicato ai pastori con l’intenzione di cessare il ritiro del latte con l’inizio del nuovo anno. L’entrata sul mercato di alcuni milioni di litri di latte in Toscana non più ritirati dagli attuali trasformatori, rischia di compromettere la vita a diverse decine di aziende”.  Più volte Coldiretti si è fatta carico delle legittime istanze del mondo degli allevatori ovini portando sui tavoli istituzionali un pacchetto di proposte per dare vita ad un piano di rilancio del settore.

“Abbiamo trovato anche la piena disponibilità della presidenza della Regione sulla necessità di definire un programma finalizzato alla valorizzazione della filiera ovi-caprina  – continua Giannini – che necessita di una seria politica di rilancio, che vada anche a favore di una corretta gestione del territorio, alla sua conservazione e preservazione. I tanti problemi del settore, a partire dal fenomeno della predazione, hanno portato tanti allevamenti a cessare le attività, soprattutto nelle aree marginali.

Ringrazio il Prefetto – continua Giannini – per la disponibilità e le rassicurazioni avute circa l’intervento nei confronti del Ministero dell’Agricoltura per arrivare alla riapertura di un tavolo nazionale sulla questione latte ovino, che interessa particolarmente le regioni Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia. La sinergia tra istituzioni è basilare e lo è ancor di più in relazione a quanto si possa sensibilizzare il Governo per modificare atteggiamenti e orientamenti che purtroppo ad oggi penalizzano gli allevatori”.

 

LUCCA, COLDIRETTI METTE SOTTO L’ALBERO PETIZIONE E FILIERA CORTA

Stop al cibo anonimo. Anche il Sindaco di Capannori e Presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini firma la petizione di Coldiretti promossa insieme ad altre nove organizzazioni per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti. L’occasione è stato il convegno organizzato in collaborazione con l’associazione comitato crescita sociale Verciano e Comune di Capannori che si è tenuto domenica 9 dicembre presso la Chiesa Monumentale di Santo Stefano a Capannori (Lu). Menesini si aggiunge all’adesione di altri sindaci, amministratori e cittadini, migliaia fino ad oggi, che hanno aderito all’iniziativa.

La principale organizzazione agricola della provincia di Lucca proseguirà, per tutte le festività tra mercati, punti Campagna Amica ed uffici zona, a raccogliere le firme per arginare la diffusione, sulle nostre tavole, di alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano gli scandali alimentari globali dell’ultimo decennio che si sono propagati rapidamente a livello planetario per la mancanza di trasparenza, dal latte alla melamina dalla Cina del 2008 che ha provocato vittime tra i bambini allo scandalo mondiale sulla carne avariata esportata dal Brasile nel 2017. Coldiretti chiede semplicemente trasparenza e tracciabilità, elementi che i prodotti a marchio Campagna Amica e a filiera corta garantiscono: “A Natale non facciamo errori – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – ed acquistiamo solo prodotti sicuri, trasparenti, con etichetta, magari dai produttori agricoli, magari nei mercatini degli agricoltori a marchio Campagna Amica. E’ l’unico modo per avere la certezza matematica di mettere nel piatto prodotti locali ed italiani e nel caso delle festività confezionare cesti e cadeau agroalimentare del territorio”.

Le maggiori preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro. L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. Secondo una ricerca di Beuc (l’organizzazione europea dei consumatori) il 70% dei cittadini europei (82% in Italia) vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90% nei casi di derivati del latte e della carne.

“L’obiettivo della petizione – spiega ancora Elmi – è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania, Romania e Spagna, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso. La petizione chiede infine – conclude il Presidente di Coldiretti – di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell’intera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare”.  Il sito per sottoscrivere l’iniziativa è: www.eatoriginal.eu. La petizione può essere firmata anche negli uffici Coldiretti in provincia di Lucca ed in tutta la Toscana.

 

TORINO, LA FILIERA DEL GRANO DELLA COLLINA CHIVASSESE COMPIE UN ANNO

Gran dij bric: è il nome, in dialetto piemontese, della Filiera del grano della collina chivassese. Una filiera con il 100 per cento di grani della collina chivassese.  Un progetto per la valorizzazione del territorio e la riscoperta dei sapori e delle tradizioni locali. Un progetto che, in questi giorni, ha compiuto un anno di storia.

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, informa: “La filiera è nata dall’incontro tra Coldiretti Torino e il Molino di Casalborgone, accumunati dall’idea di valorizzare una tradizionale coltura dell’oltre Po chivassese, ‘l gran dij bric, il grano delle colline, con l’intento di farne un volano di crescita per l’intero territorio. Nel settembre 2016 è stato firmato un accordo di filiera, che vede oggi coinvolte 20 azienda agricole di 12 comuni collinari che, rispettando un rigoroso disciplinare di coltivazione, nell’anno 2018 hanno seminato 108 ettari e raccolto 630 tonnellate di frumento tenero, che nelle antiche e sapienti macine del Molino di Casalborgone si è trasformato nella farina della Filiera”.

Ornella Cravero, membro di Giunta di Coldiretti Torino e presidente della sezione Coldiretti di Casalborgone, aggiunge: “Dopo un anno di esperienza il paniere aumenta, forte di altri 5 prodotti agroalimentari tipici: alla Grissa e al Brichet, si aggiungono la Sfarinata naturale, il Grissino stirato, il Novellone, il Torcetto alla nocciola e la Torta di nocciole.  La filiera era una scommessa sul fatto che il territorio fosse in grado di produrre grano di buona qualità. Costruendo una filiera territoriale sono arrivati sviluppi positivi per le aziende agricole, in buona parte condotte da giovani. Si produce grano tradizionale panificabile e, grazie al molino e ai panificatori, con la farina combinata all’esperienza dei panificatori locali si sono riscoperti prodotti della tradizione locale”.

Fabrizio Galliati chiude: “Una Filiera che, piano piano, si espande nel chivassese e anche fuori. Ora l’obiettivo è far conoscere, agli utilizzatori di vario tipo, la farina della filiera anche al di fuori dell’area chivassese. Una scommessa l’abbiamo già vinta: con tipologie di grani storici e coltivati nel territorio si possono preparare buoni prodotti, di qualità. Ancora una cosa: nei 12 comuni del chivassese sono rimasti appena 5 panificatori, gli altri sono tutti rivenditori – chiude Fabrizio Galliati –. A oggi tre panificatori hanno aderito alla filiera e utilizzano la farina della filiera. Questo ci fa ben sperare…”.

La filiera – Coldiretti Torino e il Molino di Casalborgone hanno stipulato un accordo di filiera che riguarda 12 comuni della collina Chivassese e 20 imprenditori agricoli che hanno seminato 108 ettari a frumento, producendo 630 tonnellate di granella di frumento tenero.

La riscoperta dei prodotti tipici – A distanza di un anno dalla sua nascita, la Filiera del grano della collina Chivassese, ha arricchito di nuovi prodotti il suo paniere. Accanto alla Grissa e al Brichet si sono aggiunti la Sfarinata naturale, il Grissino stirato, il Novellone, il Torcetto alla nocciola e la Torta alle nocciole.

I prodotti della filiera del grano della collina chivassese – La grissa, pagnotta a pasta dura. Prodotta con farina di tipo 0 e 1, in due pezzatura, grande 300-350 grammi e piccola 150-200 grammi. E’ prodotta da: Panetteria-pasticceria Fratelli Capone, di Casalborgone; Pane&Dolci, Zannol & C, di Cavagnolo; Panificio italiano Fratelli Blanco, di Lauriano Po; Il brichet, grissino a pasta dura. Prodotto con farina di tipo 0,1 e integrale. Forma cilindrica, lungo 20 centimetri e diametro tra i 2 e 2,5 centimetri. E’ prodotto da: Panetteria-pasticceria Fratelli Capone, di Casalborgone; Pane&Dolci, Zannol & C, di Cavagnolo; Panificio italiano Fratelli Blanco, di Lauriano Po; sfarinata naturale – Pagnotta da 350 grammi, prodotta con farina di grano della filiera tipo 0 e lenta lievitazione con pasta madre. E’ prodotta da Pane&Dolci, di Zannol & C. di Cavagnolo; grissino stirato. Classico grissino stirato, tradizionale, con farina di grano della filiera Tipo 0 e olio extra vergine di oliva. Prodotto da Pane&Dolci, Zannol & C, di Cavagnolo; novellone. Biscotto al latte da prima colazione, prodotto con farina di grano della filiera tipo 0, di lunghezza 10-12 centimetri. E’ prodotto da Pane&Dolci, Zannol & C, di Cavagnolo; torcetto alla nocciola. Biscotto dalla forma classica, prodotto con farina di grano della filiera tipo 0 e farina di nocciole della collina chivassese. E’ prodotto dall’azienda agricola La Peracca, di Casalborgone; torta di nocciole. Torta di nocciole tradizionale prodotta con farina di grano della filiera tipo 0, burro e farina di nocciole della collina chivassese. Prodotta dall’azienda agricola La Peracca, di Casalborgone.

I 12 comuni della filiera – Questi sono i 12 Comuni della filiera: Brozolo, Brusasco, Casalborgone, Castagneto Po, Cavagnolo, Lauriano, Monteu da Po, Rivalba, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Sciolze, Verrua Savoia.

I 4 panificatori e trasformatori della filiera – I 4 panificatori e trasformatori della filiera sono: La Panetteria pasticceria dei Fratelli Capone, di Casalborgone; il Panificio italiano dei Fratelli Blanco, di Lauriano; Pane&dolci di Zannol & C, di Cavagnolo; Dolci & nocciole dell’azienda agricola La Peracca, di Casalborgone.

Le 20 aziende agricole della filiera – Queste le venti aziende agricole della filiera. Francesco Bastianini, Bruno Borri, Ermes Camino, Felice Camino, Fernando Dughera, Franco Luison, Mirella Musso e Renzo Roggero, imprenditori agricoli di Casalborgone. Società agricola Agricornaglia di Silvio e Gianni Borca, di Castagneto Po. Andrea Brasso di Cavagnolo.  Cascina Vaj e Adriana Garola, di Lauriano. Domenico Bracco di Monteu da Po. Riccardo Emanuel, Sergio Emanuel, Dario Savio, Renata Seglie e Graziano Viano di San Sebastiano da Po. Massimo Caula e Vincenza Del Duca di Verrua Savoia.

La farina nelle mani degli artigiani – La farina della Filiera  del grano della collina chivassese prende vita nelle mani di abili artigiani che la trasformano in pane, biscotti, torte, pasta fresca, pizza e tante altre specialità dell’arte bianca e della gastronomia. Tali prelibatezze si possono trovare in questi esercizi: Pigs & Cows, di Bruno Piero e Gian, a Casalborgone; ‘Na Focaccia, di Christian Maletta, a Chivasso, Pasticceria Bonfante, a Chivasso; Forno Caresio, di Massimo Bianco, a Cirié; Reordino, a Crescentino; Le magie del Forno, di Patrizia Talpo, a Gassino Torinese; Pizzeria La strepitosa, a Gassino Torinese; L’antico forno a legna, di Luigi Vanzo, a Marentino; Mauro Bollero, di Montanaro; Antica Osteria  dell’abate, a San Sebastiano da Po; Pasticceria cioccolateria di Fabrizio Galla, a San Sebastiano da Po; Il Fornaio di Armando Pricoli, a Torino; Ettore Zarattini, a Torino; ATD, di Sonia Burgio & c., di Verolengo.

 

MOLISE, RINGRAZIAMENTO: GRANDE PARTECIPAZIONE AD ISERNIA PER LA 68MA GIORNATA

E’ stata la Cattedrale di San Pietro Apostolo ad Isernia a fare da cornice domenica 9 dicembre alla 68ma Giornata regionale del Ringraziamento della Coldiretti Molise. Tanti gli imprenditori agricoli presenti che unitamente ai vertici regionali di Coldiretti e a tantissimi fedeli intervenuti hanno partecipato ad un appuntamento particolarmente sentito per il mondo agricolo che, in questa occasione, rende grazie al Signore per il raccolto dell’annata agraria terminata e chiede la benedizione su quella che comincia.

A celebrare la Santa Messa, alle ore 10.30, il Vescovo della diocesi di Isernia-Venafro S.Ecc. Mons. Camillo Cibotti. Numerose le autorità civili intervenute, fra cui il sindaco di Isernia, Giacomo D’Apollonio, l’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, oltre che i consiglieri regionali Michele Iorio e Cosmo Tedeschi. Nel corso della Celebrazione Eucaristica un momento particolare è stato dedicato all’offertorio quando sono stati portati all’altare i frutti della terra, provenienti da tutte le realtà produttive della regione. Al termine della Santa Messa il Vescovo Cibotti ha proceduto, come da tradizione, alla benedizione dei mezzi agricoli schierati sulla piazza dinanzi la Cattedrale. 

Un appuntamento, questo della Giornata del Ringraziamento, cui la Coldiretti tiene in maniera particolare, come ha sottolineato il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, che ha anche rimarcato l’importanza dell’agricoltura per l’economia della regione e dell’agricoltore quale “custode del territorio”.

“Viviamo in un periodo storico – ha rimarcato Ascolese – che vede le zone interne e rurali spopolarsi sempre più, spesso per insufficienza o addirittura mancanza di infrastrutture e servizi, indispensabili per la permanenza di aziende sul territorio. Qui in Molise – ha aggiunto il direttore – possiamo vantare una splendida natura incontaminata ed una biodiversità che va tutelata anche perché può e deve diventare volano di sviluppo per il comparto agricolo”.

Al termine della Santa Messa, dinanzi al sagrato della Cattedrale, le aziende aderenti a Campagna Amica Coldiretti, hanno offerto un agribuffet con gli ottimi prodotti a km 0 in vendita all’Agrimercato di Campagna Amica a Campobasso e nei mercati all’aperto che periodicamente vengono allestiti sul territorio regionale.

 

PUGLIA, CONSORZI BONIFICA: DOPO I NUMERI AL LOTTO, ANCHE QUELLI PER LA TOMBOLA

Si continua ‘a dare i numeri’ al lotto in Puglia sui Consorzi di Bonifica, mentre monta la tensione in campagna per le posizioni assunte da una parte della politica. “Ci aspettiamo a questo punto anche i numeri per giocare a tombola a Natale, data la facilità con cui, per sostenere un teorema utile a portare ad AQP l’acqua irrigua, si continua la manovra denigratoria sui Consorzi di Bonifica che, se versano nella condizione attuale, è solo ‘grazie’ alla decisione di non decidere di una parte della stessa politica che per anni non ha affrontato adeguatamente il problema del commissariamento e dei debiti che lievitavano, senza mettere argine alcuno”. E’ il commento canzonatorio del Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, alla campagna portata avanti quotidianamente contro solo uno dei servizi gestiti dai Consorzi di Bonifica.

“La nube tossica delle false verità interessa esclusivamente la presunta gestione fallimentare dell’acqua da parte dei Consorzi di Bonifica, mentre neppure una parola – denuncia il Direttore regionale, Angelo Corsetti – viene spesa sulla assoluta mancanza per 15 anni di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, per cui arrivano le cartelle agli agricoltori che sono chiamati a pagare per opere di cui non c’è traccia. A testimonianza di tale triste realtà, ad ogni pioggia o nubifragio le campagne si allagano inevitabilmente, perché reti e canali di scolo sono ‘impegnati’ da immondizia, arbusti e ogni altro genere di ingombro”.

Durante il presidio degli agricoltori di Coldiretti Puglia, concomitante alla seduta del Consiglio regionale che avrebbe dovuto discutere la cosiddetta ‘proposta Pentassuglia’, la riunione dei capigruppo ha deciso di congelare la Legge del 2017 che avrebbe fatto passare la gestione dell’acqua irrigua dei Consorzi di Bonifica ad AQP. La mobilitazione di Coldiretti Puglia continuerà ad oltranza per evitare che gli agricoltori si ritrovino a pagare il 10% in più di IVA sulla ‘risorsa acqua’ che non deve diventare un bene commerciale.

 

MANTOVA, MATTIA MINELLI NELLE PAROLE DEL PRESIDENTE COLDIRETTI MANTOVA

“Apprendiamo con profonda tristezza la scomparsa di Mattia Minelli. Siamo vicini al papà Aristide, nostro consigliere provinciale di San Benedetto Po, alla mamma Cesarina, al fratello Kristian, presidente della Latteria Novese e da molti anni consigliere dell’Associazione allevatori, a tutti i familiari. La famiglia Minelli da sempre incarna i valori di unità, amore, correttezza e laboriosità. Hanno saputo risollevarsi dal sisma del 2012, costruendo con impegno un’azienda agricola all’avanguardia, che hanno sempre aperto al pubblico e alle scuole”. Così il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra.

 

SARDEGNA, SELVATICI INCUBO PER AZIENDE AGRICOLE: SERVONO INTERVENTI TEMPESTIVI

La fauna selvatica rappresenta un problema per le aziende agricole. Per questo Coldiretti chiede da tempo un censimento come punto di partenza per adottare delle politiche serie e concrete per poter governare il fenomeno.

La situazione attuale è che molte aziende agricole (allevatori, contadini, pescatori), ubicate in diversi territori della Sardegna sono in balia dei selvatici. Altre, tante, subiscono dei danni “stagionali” non ingenti ma che comunque creano disagi e costi. Quelle che formalizzano la denuncia dei danni sono pochissime, anche perché vanno a scontrarsi con una sistema farraginoso e burocratico che non dà risposte.

La conseguenza che è che la mancanza di richieste di risarcimento porta alla ulteriore riduzione dei pochi fondi stanziati per indennizzare in parte i danni ed è dando motivo alle istituzioni per minimizzare il problema e relegarlo tra quelli insignificanti. La realtà però è un’altra. Coldiretti ha stimato un danno di oltre 100 milioni di euro (in tutta Italia) causato dai selvatici.

I cinghiali, in 15 anni dal 2005 al 2015, sono raddoppiati (dato nazionale), passando da 600mila a 1milione. In Sardegna l’esercito dei cinghiali è di oltre 90mila capi sparsi in tutto il territorio regionale, a differenza di circa 10 anni fa quando invece la sua presenza non era così massiccia ovunque.

Negli ultimi 5 anni la crescita è stata leggermente contenuta anche per via della pressione venatoria che si è concentrata molto sui cinghiali per via della peste suina e per la quasi assenza di altre specie, anche se sta crescendo anche la percezione di un aumento dovuto all’avvicinarsi sempre di più dei cinghiali alle aziende agricole e ai centri abitati e di conseguenza anche alle strade.

Dove arriva il cinghiale oltre ai danni alle colture si constatano anche dei danni ambientali con diminuzione della presenza delle altre specie. Questo avvicinamento è dovuto soprattutto alla ricerca di cibo. Le annate siccitose e l’abbandono da parte dell’uomo dei terreni per via dello spopolamento, con il conseguente aumento della superficie boschiva (negli anni ’40 occupava il 13 per cento, ed era la più bassa d’Europa, oggi siamo al 54 per cento) ha portato i cinghiali ma anche gli altri selvatici a spingersi verso nuovi pascoli e nuove riserve di cibo.

Questo sta comportando gravi danni alle aziende agricole. Recinzioni divelte, erbai arati, colture distrutte insieme alle attrezzatture (tubi dell’irrigazione ecc.). Danni consistenti per via dei quali viene a mancare la stabilità e la certezza delle produzioni: ai pastori mancano i pascoli e agli agricoltori i prodotti da portare nei mercati.

Contemporaneamente stanno aumentando anche i pericoli nelle strade. “Il problema dei selvatici è da tempo una delle priorità che stiamo segnalando alle Regione – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Un problema che si sta incancrenendo in alcuni territori ormai ossessionati dalla scorribande di cinghiali, cervi, cornacchie, nutrie ma anche dai cormorani per i pescatori, perché si distruggono le terre coltivate, si fanno razzia di pesci e prodotti oltre a travolgere recinzioni e diverse attrezzature. Credo che sia chiaro a tutti che si debba trovare una soluzione al fenomeno e che quelli adottati fino ad oggi hanno fallito o comunque non sono adeguati”.

“Per questo riteniamo che si debba partire da un censimento dei selvatici – sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – per avere un punto fermo dal quale partire e trovare le soluzioni. Siamo pronti al dialogo e aperti a tutte le soluzioni pur che si tutelino le aziende agricole che devono avere certezza e punti di riferimento fermi”.

 

VICENZA, OLTRE 300 ABETI DELL’ALTOPIANO DI ASIAGO HANNO CONQUISTATO I VICENTINI

Solidarietà ed amore sono sinonimi nel Vicentino. L’iniziativa di Coldiretti Vicenza “Adotta un albero”, messa a punto a seguito della drammatica devastazione verificatasi tra l’Altopiano di Asiago ed Enego, infatti, ha registrato un successo fuori del comune. “Abbiamo provato una forte emozione questa mattina – commentano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – quando, a meno di due ore dall’apertura dei mercati: coperto di Vicenza e di Malo, gli abeti caduti a seguito delle violente raffiche di vento verificatesi ai primi di ottobre nelle nostre montagne vicentine, erano già stati tutti venduti. Oltre 300 piante che hanno conquistato cuore e generosità dei vicentini”.

Complice il prezzo, soli 15 euro, ma sicuramente ancor di più l’amore per la propria terra, gli abeti dell’Altopiano di Asiago, contestualmente proposti anche a Milano ed al Villaggio della solidarietà a Verona, sono stati piazzati in tempo record.

“Sinceramente non pensavamo ad una simile risposta – aggiungono Cerantola e Palù – tanto che mentre caricavamo i pini, dell’altezza di 120 cm ciascuno, pensavamo che sarebbe stato difficile proporli, anche perché molti erano stati danneggiati a seguito della caduta. Ma, evidentemente, i vicentini hanno compreso il messaggio che sta dietro all’albero, ed il valore della loro solidarietà”.

Non finirà qua. I mercati di Campagna Amica e Coldiretti Vicenza, infatti, hanno in serbo altre iniziative, ancor più fantasiose, ma soprattutto segnate dalla volontà di ripopolare di abeti i boschi delle montagne vicentine, che in alcuni territori in particolare, sono state letteralmente rase al suolo.

I vicentini sono con Coldiretti e sposano la battaglia che l’Associazione vicentina ha intrapreso per restituire a chi lo vive ed al turismo un territorio straordinario.

“Passando per i territori colpiti dalla calamità, tra Enego ed Asiago, viene un gran magone – concludono Cerantola e Palù – poiché abbiamo impressa nella mente l’immagine di un territorio splendido e curato, mentre gli occhi ci fanno vedere solo distruzione, ovunque li volgiamo. Ripristinare questo territorio costerà moltissimo, non solo economicamente, ma anche in termini di tempo. E speriamo, un giorno, di poter rivedere i paesaggi ai quali c’eravamo abituati e che attiravano ogni anno migliaia di turisti”.

Sulla scia di questo messaggio, anche il prossimo weekend ai mercati di Campagna Amica sarà possibile esprimere la propria generosità e portare a casa un simbolo del territorio, che non sarà un albero di Natale, ma verrà presto svelato. Un progetto di solidarietà per il futuro.

 

BASILICATA, PARTITA DA MATERA LA CAMPAGNA “STOP CIBO ANONIMO”

Sono state quasi cinquecento le firme raccolte dalla Coldiretti e da “Campagna Amica” nel corso della prima giornata della campagna nazionale “Stop cibo anonimo” organizzata in piazza Vittorio Veneto a Matera per chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione al consumatore sulla provenienza di quello che mangia.  “Le maggiori preoccupazioni – ricorda il presidente regionale di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani – sono determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro.

L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. Secondo una ricerca di Beuc (l’organizzazione europea dei consumatori) il 70 per cento dei cittadini europei (82 per cento in Italia) vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90 per cento nei casi di derivati del latte e della carne”.

L’obiettivo della petizione è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania, Romania e Spagna, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso. “La petizione chiede anche – aggiunge il presidente provinciale di Matera, Gianfranco Romano – di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell’intera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare”. 

L’iniziativa proseguirà in diversi centri della regione fino alla fine dell’anno. In particolare, domenica prossima a Policoro, nell’ambito dell’iniziativa sportiva “Straherakleia”, e poi in occasione dei mercati di “Campagna Amica” organizzati in diversi centri della regione.

 

MANTOVA, VINO, AL VIA IL BANDO: CONTRIBUTI ALLE CANTINE FINO A 80.000 EURO

Coldiretti Mantova informa che Regione Lombardia ha aperto anche per la campagna 2018/2019 il bando relativo agli investimenti per le cantine, nell’ambito del Programma nazionale di sostegno per la viticoltura. Si potranno presentare le domande fino al 15 febbraio 2019.

La misura concede un sostegno per investimenti materiali e/o immateriali in impianti enologici di trattamento, in infrastrutture vinicole e in strutture e strumenti di commercializzazione del vino. Tali investimenti sono diretti a migliorare il rendimento globale dell’impresa e il suo adeguamento alle richieste di mercato e ad aumentarne la competitività.

Gli investimenti finanziati riguardano la produzione o la commercializzazione dei prodotti vitivinicoli anche al fine di migliorare i risparmi energetici, l’efficienza energetica globale, nonché i trattamenti sostenibili.

Beneficiari. L’aiuto viene concesso alle microimprese, piccole e medie imprese che dispongono di unità produttive sul territorio regionale e sono considerati soggetti ammissibili al sostegno comunitario gli imprenditori agricoli singoli o associati, le società di persone e capitali esercitanti attività agricola, le imprese di trasformazione che utilizzano materia prima di provenienza extra aziendale per più di 2/3, le cooperative agricole e le cooperative sociali che svolgono prevalentemente attività agricola e che commercializzano e trasformano prevalentemente materia prima conferita, per obbligo statutario, da produttori di base soci dell’impresa stessa.

Tra le domande ammissibili: la nuova costruzione, ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo di fabbricati adibiti alla trasformazione, alla commercializzazione e/o vendita diretta dei prodotti vinicoli, a magazzini di servizio alla produzione vinicola; a sale di degustazione; a uffici aziendali. È consentito l’acquisto di terreni fino all’occorrenza del 10% del totale delle spese ammissibili al netto dell’Iva e relative all’operazione considerata.

Sono ammissibili anche l’acquisto e/o realizzazione di impianti per produzione, lavorazione e conservazione dei prodotti vinicoli; trasformazione e commercializzazione e/o vendita diretta dei prodotti vinicoli; acquisto di macchine e/o attrezzature mobili innovative; allestimento di punti vendita al dettaglio; allestimento di sale degustazione. L’elenco completo è consultabile sul Burl di ieri, 6 dicembre. Importi, interventi e contributi. L’importo complessivo degli interventi ammessi, comprensivo delle eventuali spese generali, non può essere inferiore a 5.000 € né superiore a 200.000 €, pena la non ammissibilità della domanda.

Gli interventi devono essere iniziati e le relative spese sostenute dopo la data di presentazione della domanda. Il contributo è concesso in conto capitale ed è pari al 40% della spesa ammissibile effettivamente sostenuta, Iva esclusa: ne consegue che l’importo del contributo erogato è compreso tra 2.000 € e 80.000 euro. Le domande devono essere presentate unicamente per via telematica e tutte le azioni finanziate per una campagna devono essere concluse entro il 21 luglio 2019.

 

 

Appuntamenti

 

ABRUZZO: A CHIETI GENERAZIONI A CONFRONTO SUL VALORE ETICO DEL MADE IN ITALY

Giovedì 13 dicembre

Una tavola rotonda sull’importanza del cibo che vedrà protagoniste generazioni e prospettive diverse quella prevista giovedì 13 dicembre a Chieti – ore 10.30 nella sala Capozucco di Palazzo de’ Mayo, in Largo Martiri della Libertà – promossa da Coldiretti Abruzzo e intitolata “Il valore etico del made in Italy”.

L’incontro prevede i saluti istituzionali e la relazione del Dott. Romeo Pulsoni “Il cibo e il sacro” alla quale seguiranno gli interventi di Giuseppe Scorrano e Antonella Di Tonno, rispettivamente delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa e Coldiretti Donne Impresa. Sono previsti interventi dell’Arcivescovo Monsignor Bruno Forte, dell’assessore regionale Dino Pepe e del sindaco Umberto Di Primio, oltre al Presidente e al Direttore regionale di Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio e Giulio Federici e al presidente nazionale di Coldiretti Senior Giorgio Grenzi.

All’interno del momento convegnistico, verranno inoltre consegnati gli ‘oscar’ alle aziende agricole under 40 si sono maggiormente distinte nel 2018 apportando un contributo importante in termini di novità, spirito imprenditoriale e creatività.

 

CREMONA: A MALAGNINO, PAC E PSR, L’IMPATTO SULL’AGRICOLTURA LOMBARDA

Oggi

“L’impatto della Pac e del Psr sull’agricoltura lombarda: Imprese ed Istituzioni di fronte alla sfida della nuova programmazione”. E’ il tema dell’incontro organizzato da Coldiretti Cremona per stamattina – lunedì 10 dicembre – a Malagnino, alle ore 10 presso la sede del Consorzio Agrario (in via Giuseppina, 2), con Fabio Rolfi Assessore Regionale all’Agricoltura, Paolo Voltini Presidente di Coldiretti Cremona e del Cap Cremona, Ermes Sagula responsabile Caa Coldiretti Lombardia e Angelo Frascarelli esperto di politiche comunitarie e docente all’Università degli Studi di Perugia. 

L’appuntamento, rivolto a tutti gli imprenditori agricoli, vuole fare il punto – a partire dall’intervento di Rolfi, Assessore all’agricoltura, alimentazione e sistemi verdi di Regione Lombardia  –  sul tema della Politica agricola comunitaria e del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (con un particolare focus rivolto alla Misura 4.1.01 “Incentivi per investimenti per la redditività, competitività e sostenibilità delle aziende agricole”, riaperta nei giorni scorsi, con pubblicazione del bando sul bollettino ufficiale di Regione Lombardia in data sabato 1 dicembre).

“Stiamo affrontando gli ultimi anni di questa PAC e dell’attuale Piano di Sviluppo Rurale di Regione Lombardia, di cui riconosciamo i punti di forza ma anche alcune criticità che dovremo saper superare – sottolinea il Presidente di Coldiretti Cremona Paolo Voltini, nel dare appuntamento all’incontro di stamattina –. Con Fabio Rolfi, che da qualche mese ha in mano le deleghe all’Agricoltura regionale, ci vogliamo confrontare sui margini di manovra e sugli obiettivi per portare a termine al meglio il PSR vigente, ma anche sulle strategie e sulle idee di Regione Lombardia per quanto riguarda la nuova PAC e la prossima programmazione, visto che in Europa è già cominciata la discussione, a partire dalle risorse di bilancio da destinare al settore”.

I giovani agricoltori saranno i primi interlocutori dell’Assessore regionale e del Presidente Voltini in questo importante incontro. Per Coldiretti Giovani Impresa l’appuntamento è occasione per rafforzare l’impegno a sostegno dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “Eat original! Unmask your food”, tesa ad ottenere l’indicazione obbligatoria dell’origine per tutti i prodotti alimentari a livello europeo. L’iniziativa, coordinata da Coldiretti e Campagna Amica e sostenuta da varie organizzazioni in tutta Europa, costituisce una richiesta formale rivolta alla Commissione europea perché proponga un nuovo atto legislativo che renda trasparenti le filiere agroalimentari, al fine di prevenire le frodi, proteggere la salute dei cittadini e garantire una vera informazione sul cibo, a difesa sia dei consumatori che dei produttori. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme in almeno sette Paesi Europei.

 

VICENZA: GIOVANI DI COLDIRETTI IN PRIMA LINEA PER CONOSCERE L’ORIGINE DEL CIBO

Da martedì 11 al giovedì 20 dicembre

Tra le strenne più richieste per Natale, i prodotti enogastronomici, come avviene da alcuni anni, fanno la parte del leone. Questo è il momento giusto, quindi, per riflettere sul valore del nostro made in Italy e per salvaguardare le produzioni. E per farlo è necessario porre il consumatore nelle condizioni di scegliere ciò che desidera acquistare. “Solo con un’etichetta trasparente e chiara – commentano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – è possibile che il cittadino consumatore porti in tavola i prodotti che effettivamente desidera. Oggi, infatti, ancora troppi prodotti o lavorati sono di dubbia identità e gli ingredienti di partenza hanno provenienza ignota. Occorre modificare questa situazione, che ogni anno danneggià le nostre produzioni di qualità”.

Per dare questo colpo di reni, è stata ideata la petizione “Eat Original – Scegli l’origine”, una “Iniziativa dei Cittadini Europei” coordinata da Coldiretti e Campagna Amica e sostenuta da varie organizzazioni in tutta Europa. Una “ICE” costituisce una richiesta formale rivolta alla Commissione europea perché proponga un nuovo atto legislativo. Per essere considerata ammissibile, un’iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei. “Chiediamo alla Commissione europea di imporre una dichiarazione obbligatoria di origine per tutti i prodotti alimentari – aggiungono Cerantola e Palù – al fine di prevenire le frodi, proteggere la salute pubblica e garantire il diritto dei consumatori all’informazione”. La contraffazione e l’adulterazione di prodotti alimentari rappresentano un grave rischio per la salute, soprattutto quando vengono utilizzati ingredienti di bassa qualità o addirittura tossici, provenienti da altri Paesi.

Per questo i Giovani di Coldiretti Vicenza saranno in prima linea con un gazebo di raccolta firme a sostegno della petizione, a partire da domani, in centro storico, nelle seguenti giornate: martedì 11 dicembre dalle 8.30 alle 13; giovedì 13 dicembre dalle 8.30 alle 13; martedì 18 dicembre dalle 8.30 alle 13; giovedì 20 dicembre dalle 8.30 alle 13.

“Un’etichetta chiara che indichi l’origine degli ingredienti – concludono Cerantola e Palù – aiuta a prevenire e combattere gli scandali alimentari che mettono in pericolo la salute. I cittadini italiani ed europei hanno il diritto di essere protetti e di ricevere informazioni accurate sul cibo che scelgono di acquistare. Per fare scelte consapevoli, i consumatori devono conoscere il luogo di raccolta e trasformazione degli alimenti, l’origine degli ingredienti e maggiori informazioni sui metodi di produzione e di lavorazione. Il valore del falso made in Italy agroalimentare nel mondo ha superato i 100 miliardi di Euro, con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio. L’indicazione di origine degli ingredienti sull’etichetta consentirebbe di prevenire le falsificazioni e le pratiche commerciali sleali che danneggiano la nostra economia”.

 

SARDEGNA: PREMIO FÈMINAS PER DONNE CHE CONTRIBUISCONO A FARE GRANDE L’ISOLA

Martedì 11 dicembre

Féminas è il premio delle donne per le donne. Giunto alla seconda edizione, è promosso da Coldiretti Sardegna grazie al movimento Donne Impresa, che ha organizzato l’evento di premiazione per martedì 11 a Sassari, nella sede del quotidiano La Nuova Sardegna a partire dalla 10. 

“E’ un premio che va oltre il perimetro dell’agricoltura riservato alle donne sarde – spiega la responsabile regionale di Coldiretti Donne Impresa Elisabetta Secci – perché vuole essere un momento ed uno spazio in cui si riflette sull’evolversi e sul protagonismo delle donne nel mondo del lavoro, premiando persone semplici, che lavorano quotidianamente nel proprio campo a fari spenti ma portando tanto sia in termini di risultati che di immagine per la società e la Sardegna”.

Il premio è diviso in categorie. Lo scorso anno furono premiate le categorie impresa, sport, comunicazione, scienza, impresa e agricoltura: Pasqua Salis, pioniere e simbolo con l’hotel Su Gologone del turismo delle zone interne; Chiara Obino record del mondo in apnea; Francesca Columbu, direttrice del giornale online Donna Sarda; Lucia Gemma Delogu, la ricercatrice che ha scoperto il killer dei tumori; Marianna Virdis dell’azienda agricola Sa Laurera che custodisce i grani antichi. Cinque donne sarde, cinque storie diverse, ma che, ognuna nel proprio campo di competenza, hanno raggiunto importanti obiettivi a livello regionale, nazionale e internazionale.

“L’agricoltura oggi si sta rinnovando e sta allargando il suo ambito di competenza, è multifunzionale – sottolinea Elisabetta Secci -, si occupa di sociale, cosmetica, turismo, didattica. Le aziende sono sempre più attente alla sostenibilità sia nei metodi di produzione che di trasformazione e sia nelle nuove attività. Protagonisti di questo sono soprattutto le donne insieme ai giovani. Con Féminas allarghiamo il nostro orizzonte e apriamo la discussione a tutti i campi per un confronto di crescita reciproca”.

Insieme alle premiazioni ci sarà anche un momento di riflessione, anche questo multidisciplinare, al quale prenderanno parte la coordinatrice nazionale di Coldiretti Donne Impresa Silvia Bosco, il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese, il direttore de La Nuova Sardegna Antonio Di Rosa, il presidente e direttore di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e Luca Saba. Moderatore sarà il giornalista Pasquale Porcu.

 

CAGLIARI: FOTO E CONTADINI RACCONTANO 80 ANNI DI STORIA AGRICOLA DI CARBONIA

Martedì 11 e 18 dicembre

I contadini e allevatori di Coldiretti Pensionati raccontano i primi 80 anni di vita della Carbonia agricola. Lo faranno martedì prossimo supportati dalle testimonianze delle foto che mostrano come in 80 anni è cambiato il paesaggio del territorio della città del Sulcis, oltre alle tecniche di produzione agricole. Una storia affascinante, ancora di più perché raccontata di persona da chi quella storia l’ha vissuta e l’ha fatta attraverso il lavoro quotidiano.

E’ una delle iniziative promosse da Coldiretti e Campagna Amica Cagliari all’interno del calendario dell’amministrazione comunale per i festeggiamenti degli 80 anni della fondazione che ricorre il 18 dicembre prossimo. 

Martedì prossimo, 11 dicembre, a partire dalle 8 e fino alle 13 ci sarà il mercato di Campagna Amica in piazza Marmilla (appuntamento questo fisso da oltre un anno) con i prodotti locali e di stagione, dove sono state coinvolte anche alcune classi delle scuole di Carbonia.

Nel pomeriggio invece, dalle 16, nella sala polifunzionale in piazza Roma, si terrà il convegno “Carbonia agricola: oggi, ieri, domani” dove partendo da una riflessione sui cambiamenti che si sono avuti negli 80 anni di storia della città, grazie alla presenza dei testimoni diretti di questi cambiamenti (Antonello Pilloni, Giampiero Fenu, Grazia Atzori e Tonino Piredda) si discuterà sulla situazione odierna e sul futuro dell’agricoltura locale. Lo si farà con la sindaca e l’assessore alle Attività produttive Paola Massidda e Mauro Manca, il presidente e il vice direttore di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas e Sergio Lai e le relazioni di Tommaso Betza (Laore), Efisio Perra (Campagna Amica Cagliari), Andrea Mameli (CRS4). Contemporaneamente si potrà visitare la mostra fotografica che racconta le attività agricole e i paesaggi che sono cambiati nel tempo.

Martedì 18 invece l’attenzione sarà focalizzata sul cibo. Con gli agrichef che, all’interno del mercato di Campagna Amica di piazza Marmilla, proporranno i piatti della tradizione agricola di Carbonia accompagnati da dei laboratori didattici. Anche in questa occasione saranno coinvolti gli alunni delle scuole locali.

“L’agricoltura è storia, cultura, socialità e identità – sostiene il presidente di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas -, accompagna ed e protagonista del vissuto delle comunità. Lo è stato e lo è anche a Carbonia, dove ripercorreremo questi 80 anni di storia. I soci del movimento Pensionati sono i custodi del saper fare agricolo per questo sono uno dei perni della nostra associazione che fa del confronto generazionale uno dei punti fondanti”.

“Abbiamo promosso due giornate – spiega Sergio Lai, vicedirettore di Coldiretti Cagliari – all’insegna dei cambiamenti agricoli dal punto di vista metodologico, ambientale e culturale. Ripercorreremo questi anni con il racconto orale ma anche con quello sensoriale con i laboratori ed i piatti degli agrichef”.

 

REGGIO EMILIA: BASTA INGANNI DIETRO L’ETICHETTA, SERVE ORIGINE OBBLIGATORIA

Sabato 15 e domenica 16 dicembre

La battaglia di Coldiretti contro il cibo anonimo continua e si allarga con il fronte europeo per la trasparenza in etichetta con l’iniziativa dei Cittadini Europei “Scegli l’origine”. È una petizione per chiedere all’Europa di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti, per proteggere la nostra salute, prevenire le frodi alimentari e garantire ai consumatori il diritto a sapere, in modo chiaro e trasparente, cosa mettono in tavola; per fare chiarezza sull’origine del cibo, da applicare per tutti i prodotti alimentari ed in tutti i Paesi dell’Unione Europea.

“La lista dei prodotti la cui origine non è indicata in etichetta – commenta Assuero Zampini direttore della Coldiretti di Reggio Emilia – si va via via riducendo grazie alle battaglie di Coldiretti ma sono ancora molti i prodotti la cui etichetta non dice nulla riguardo la loro provenienza. Non c’è uniformità nei diversi Paesi europei, con l’evidenza di creare un mercato non trasparente e di non dare a tutti i cittadini le medesime informazioni per una scelta consapevole”.

L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica di Coldiretti, condivisa dai cittadini consumatori che ritengono necessario superare l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea sull’origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all’Italia costa oltre 100 miliardi di euro all’anno nel mondo. Il 42% degli italiani sono disponibili a pagare oltre il 10% in più pur di avere garantita l’origine Made in Italy del prodotto dal campo alla tavola secondo un’indagine Coldiretti/Ixe.

La petizione gode del sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza al fianco della Coldiretti. L’invito di Coldiretti Reggio Emilia è quindi di sottoscrivere la proposta di legge che in diversi Paesi europei è in via di predisposizione per poter raggiungere il numero di firme necessarie alla presentazione formale alla Commissione Europea e quindi avviare l’iter legislativo.

In occasione dei mercati di Natale di Campagna Amica saranno allestiti spazi istituzionali Coldiretti in cui tutti i cittadini potranno firmare e sostenere la petizione contro cibi “fake” e fare contemporaneamente acquisti dei prodotti di qualità e di stagione dei produttori agricoli, da mettere in tavola per il periodo natalizio.

“Si tratta di una raccolta di firme soggetta ai controlli dei comitati promotori e poi degli organi comunitari – chiarisce Zampini – e quindi dobbiamo utilizzare moduli predisposti e acquisire i dati della carta di identità dei firmatari”. Vieni a firmare anche tu per difendere la tua salute e prevenire le frodi alimentari: sabato 15 dicembre dalle 9 alle 13 piazza Fontanesi, Reggio Emilia Mercato del Contadino; Domenica 16 dicembre dalle 9 alle 18 piazza Prampolini, Reggio Emilia Mercato di Natale di Campagna Amica; Domenica 16 dicembre dalle 9 alle 18 piazza XXV Aprile, Cadelbosco di Sopra, Mercato di Natale di Campagna Amica.

 

MARCHE: IL CESTO NATALIZIO CON IL MEGLIO DELL’AGROALIMENTARE MARCHIGIANO

Da venerdì 14 a domenica 16 e da venerdì 21 a domenica 23 dicembre

Decorazioni natalizie fatto con pigne, ramoscelli e tappi di sughero. Materiali naturali e di riciclo nella fattoria didattica all’interno del Villaggio natalizio di Campagna Amica che ha aperto i battenti questa mattina in via Castelfidardo. Sono stati i ragazzi di Coldiretti Giovani Impresa a far divertire, incuriosire e imparare i circa 50 bambini della scuola Faiani che hanno visitato il Villaggio con i contadini a raccontare la loro attività e i loro prodotti che saranno sui banchi in questa prima tre giorni di mercato. Al taglio del nastro la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni, affiancata dalla vicepresidente regionale Anna Casini, l’assessore alle Attività Produttive della Regione Marche, Manuela Bora, il presidente del consiglio comunale di Ancona, Susanna Dini, e il vicesindaco di Ancona, Pierpaolo Sediari.

“Il Villaggio di Natale di Campagna Amica – spiega la Gardoni – nasce con la piena volontà di unire sempre di più il mondo della campagna con la città e anche di creare una comunità sempre più forte tra agricoltori e cittadini che insieme devono perseguire valori e obiettivi: Campagna Amica racconta un nuovo modo di fare agricoltura e, nel nostro caso, l’esperienza agricola marchigiana, per far capire il ruolo strategico del settore per i nostri territori”. Presenti una ventina di aziende da tutta la regione, zone terremotate comprese. Il meglio del paniere delle nostre eccellenze. Tra olio extravergine di oliva, vino, frutta e ortaggi a chilometro zero anche prodotti particolari come cosmetici alla visciola e, visto il periodo, anche panettoni e torroni alla visciola.

“Una bella iniziativa dove c’è anche la possibilità di verificare da dove vengono i prodotti – è il commento della vicepresidente regionale Casini – Il consumatore deve poter aumentare il livello di consapevolezza all’acquisto e la Coldiretti oltre che esporre prodotti di tradizione e di innovazione spiega anche come si può scegliere e come ci può difendere”. Prossimi appuntamenti del mercato nei giorni 14, 15, 16 dicembre (presenti anche gli studenti dell’istituto agrario Morea Vivarelli di Fabriano e uno stand dell’orto sociale del carcere di Barcaglione) e 21, 22, 23 dicembre. “Questo è il primo anno in pieno centro – conclude Adriano Galluzzi, presidente degli Agrimercati di Campagna Amica – e abbiamo cercato di allestire al meglio questa via. Non è vero che ci sono solo i mercatini fantastici di Bolzano e Bressanone: anche Ancona avrà il suo mercatino dove poter fare cesti e regali di Natale. Siamo tutti produttori e garantiamo la massima qualità al migliore prezzo”.

 

PADOVA: ARRIVA ANCHE LA RICETTA VETERINARIA ELETTRONICA

Oggi e mercoledì 12 dicembre

Non c’è solo la fattura elettronica che incombe, dal primo gennaio 2019 arriva anche la ricetta veterinaria elettronica che sostituirà la forma cartacea dell’attuale ricetta veterinaria sull’intero territorio nazionale. Per non far cogliere impreparati gli allevatori Coldiretti Padova organizza sul territorio, a partire da domani, alcuni incontri informativi con alcuni tecnici che daranno tutte le notizie utili per gestire al meglio questa ulteriore incombenza. Il primo appuntamento è oggi, 10 dicembre, dalle 10 alle 12 a San Giorgio in Bosco, per gli agricoltori dei comprensori di Cittadella, Camposampiero e Piazzola sul Brenta.

“La nuova ricetta veterinaria elettronica non è la semplice trasposizione della ricetta cartacea in un pdf – spiega Giovanni Roncalli, direttore di Coldiretti Padova – ma una modifica sostanziale del precedente modello organizzativo e operativo di gestione dei medicinali veterinari, attraverso la completa digitalizzazione della gestione della prescrizione e movimentazione dei medicinali veterinari. Il nuovo sistema non introduce nuovi obblighi o regole aggiuntive rispetto alle norme legislative attuali ma, dove possibile, riduce gli obblighi anche per gli allevatori recuperando le informazioni da dati già disponibili nei sistemi informativi ministeriali. La dematerializzazione delle prescrizioni dunque avrà dei benefici anche per le aziende. Il nuovo flusso di gestione dei medicinali tramite ricetta elettronica prevede la completa digitalizzazione. La ricetta non sarà più stampata, in più copie da conservare. Infatti, una volta emessa dal veterinario, la ricetta elettronica è disponibile online e rintracciabile tramite i rispettivi numero identificativo e codice pin che garantisce l’opportuno livello di privacy. Per l’allevatore vi sono dei vantaggi immediati perché verranno meno alcuni obblighi attuali come la conservazione di una copia della ricetta e la compilazione di registri aziendali. Negli incontri dei prossimi giorni daremo tutte le informazioni necessarie ad affrontare senza inutili perdite di tempo o eccessive preoccupazioni anche questa fase iniziale”.

Questi i prossimi appuntamenti: • mercoledì 12 dicembre dalle ore 15.00 alle 18.00 presso sala consigliare del Comune di Borgo Veneto per i comprensori di Este, Montagnana e parte di Saccolongo; • lunedì 17 dicembre dalle ore 10.00 alle 12.30 presso sede centrale BCC Patavina a Piove di Sacco (via Valerio) per i comprensori di Piove di sacco, Conselve, Monselice e parte di Saccolongo.

 

PUGLIA, NATALE: PARTITA LA LUNGA NON STOP DEI MERCATI CONTADINI

Fino a lunedì 24 dicembre

E’ partita l’8 dicembre, giorno in cui tradizionalmente si addobbano gli alberi natalizi, la lunga non stop dei Mercati contadini di Campagna Amica, a disposizione dei consumatori ogni giorno fino al 24 dicembre. A Bari su Largo 2 Giugno i gazebo gialli di Campagna Amica sono diventati polo di attrazione, arricchiti nel periodo natalizio anche dei profumi delle ‘popizze’, dolce tipico barese, fritte al momento. Sempre a Bari da lunedì prossimo suggestive e graziose casette in legno accolgono quotidianamente, a grande richiesta della stessa amministrazione comunale, in una lunga non-stop fino a Natale gli imprenditori agricoli della rete di Campagna Amica che portano direttamente dalla campagna in città verdura fresca, sottoli, frutta, formaggi, olio extravergine di oliva, vino, piante e fiori, ma soprattutto le ceste di prodotti agroalimentari a Km0, le strenne più gettonate degli ultimi anni e i dolci tipici castagnelle, sassanelli, paste tagliate, paste reali e lei, la regina, la cartellata, rigorosamente al vincotto.

Tripudio di ciclamini e stelle di Natale nei mercati all’aperto il mercoledì in zona Bozzano e in quello coperto a Brindisi in Via Appia 226, con gli immancabili appuntamenti per la spesa di qualità al giusto prezzo. Stessa scenografia a base di ciclamini e stelle di Natale al mercato di Taranto di Via Mignoagna e nella barocca Lecce, dove il rosso delle stelle di Natale danno la festosa nota di colore sia al Mercato di Campagna Amica di Piazza Bottazzi che di Ludovico Ariosto. A Foggia su Viale della Stazione per il ponte dell’Immacolata consumatori all’assalto di formaggi e salumi tipici per il ricco antipasto del pranzo di Natale.

Tra quanti frequenteranno i mercatini natalizi solo il 5% non farà alcun acquisto, mentre il 42% spenderà in prodotti enogastronomici, secondo Coldiretti/Ixe’, ma molti altri scelgono decori natalizi, prodotti per la casa, oggetti artigianali, capi di abbigliamento e giocattoli. Il week end dell’Immacolata è per molti italiani una occasione per lo shopping natalizio che conferma quest’anno la spinta verso spese utili.

Premiata l’enogastronomia – aggiunge Coldiretti Puglia – anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola e la migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita nei mercati è quella della presenza personale del produttore agricolo che può offrire informazioni diretta sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati. Un fenomeno che è sostenuto in Italia dalla presenza della rete dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, dove è possibile acquistare senza intermediazione direttamente dai produttori cibi locali a chilometri zero che non devono essere trasportati da migliaia di chilometri di distanza e garantiscono maggiore freschezza.

 

PADOVA: DON GIORGIO BOZZA NUOVO CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DI COLDIRETTI

Martedì 11 dicembre

Don Giorgio Bozza è il nuovo consigliere ecclesiastico di Coldiretti Padova: lo ha nominato nei giorni scorsi il Vescovo di Padova Claudio Cipolla e succede a don Galdino Canova, per anni a fianco degli agricoltori. Don Giorgio Bozza, parroco di Ronchi di Casalserugo e docente alla Facoltà Teologica del Triveneto, incontra i dirigenti di Coldiretti Padova domani, 11 dicembre, a Vigonza, al Centro parrocchiale San Sebastiano, dalle 18. L’appuntamento sarà un’occasione di riflessione e confronto sugli aspetti etici e culturali che distinguono e caratterizzano l’azione culturale di Coldiretti come forza sociale all’interno di un contesto economico sempre più competitivo che impone nuove sfide ma anche una approccio etico.

“Parleremo di futuro, di cultura, di sostenibilità e di etica – afferma Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – con l’aiuto di tre sacerdoti che seguono da vicino la nostra organizzazione e ci accompagnano nella riflessione sul ruolo dell’agricoltore nel contesto socio economico attuale.

Oltre ad incontrare per la prima volta don Giorgio, che ringraziamo per aver accettato di accompagnare Coldiretti come consigliere ecclesiastico, saranno con noi don Paolo Bonetti, consigliere ecclesiastico nazionale di Coldiretti e don Marco Cagol, vicario episcopale della Diocesi di Padova per le relazioni con il territorio. Siamo grati al Vescovo Claudio per la scelta del nuovo consigliere ecclesiastico, un prezioso segno di attenzione e di vicinanza alla nostra organizzazione e agli agricoltori padovani. Nel pieno del periodo natalizio l’incontro a Vigonza è un’occasione preziosa per incontrarci e riflettere sui valori fondanti della nostra Coldiretti”.

 

CALABRIA: FATTURA ELETTRONICA: INCONTRO TERRITORIALE AD ACRI

Oggi

Il prossimo appuntamento territoriale sulla fatturazione elettronica, che scatterà dal 1 gennaio 2019, è previsto per oggi lunedì 10 dicembre alle 17,00 nella sede dell’Ufficio Coldiretti di Acri (Cosenza) Via Suor Maria Teresa De Vincenti, 8/3. Gli esperti fiscali della Coldiretti con questi incontri formativi e informativi, corredati da simulazioni ed esempi concreti, stanno illustrando nel dettaglio gli adempimenti necessari mettendo a disposizione concretamente soluzioni e risposte alle imprese agricole ed agroalimentari sulla fatturazione elettronica e portale del socio.  Si tratta, in pratica, di un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che va a sostituire integralmente quelle cartacee e Coldiretti è da tempo pronta alla gestione di questa importante fase che consolida anche le scelte imprenditoriali. Nel corso dell’incontro – rende noto Coldiretti – saranno affrontate anche tematiche organizzative e sindacali di stretta attualità con particolare riferimento al PSR Calabria e agriturismo. 

 

MANTOVA: DONNE IMPRESA, CAMPAGNA AMICA E ABEO ONLUS INSIEME PER SOLIDARIETA’

Domenica 16 e 23 dicembre

Donne Impresa Mantova, Campagna Amica e Abeo Onlus insieme per la solidarietà. Le prime tre domeniche di dicembre (9, 16 e 23), nell’ambito di Mantova Capitale del Gusto in piazza Broletto, iniziativa finalizzata a mettere in contatto campagna e città, saranno consegnate piante aromatiche di cinque diverse tipologie (salvia, rosmarino, lavanda, timo, origano), con una descrizione delle peculiarità del prodotto. Le offerte raccolte andranno a favore di Abeo Onlus, l’Associazione bambino emopatico oncologico, per un progetto che partirà nel 2019.

“Le imprenditrici agricole di Coldiretti Mantova – dichiara la delegata provinciale, Camilla Destro – sono da sempre impegnate a sostenere progetti di beneficenza sul territorio, coniugando l’attività di impresa con il sociale, in particolare nel rapporto fra cibo e salute”.

Il presidente di Abeo Vanni Corghi ringrazia quanti sostengono e vorranno sostenere l’associazione. “AbeoHub è un progetto importante e abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Un sincero grazie per la vicinanza alle persone e agli enti che ogni giorno si ricordano di noi”.

Il presepe di Campagna Amica in cortile. Questa mattina, festa dell’Immacolata, è stato inaugurato nel cortile del palazzo del Consorzio di Bonifica Territori del Mincio il presepe di Campagna Amica, che rimarrà allestito fino all’Epifania, come da tradizione.

“Le feste natalizie sono per le imprese del circuito di Terranostra e Campagna Amica un periodo di lavoro e di opportunità per far conoscere i prodotti e le tradizioni gastronomiche del territorio – afferma il residente di Terranostra e Agrimercato Mantova, Giuseppe Groppelli -. Allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare gli aspetti spirituali che il Natale porta con sé e il presepe di Campagna Amica vuole essere uno dei simboli che invita alla riflessione e alla preghiera”.

La raccolta firme “Stop cibo anonimo”. Durante gli eventi di Mantova Capitale del Gusto i cittadini potranno firmare per la campagna “Stop cibo anonimo”, per chiedere all’Unione europea di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti. “L’etichettatura trasparente è un principio di civiltà, che va nell’ottica della trasparenza, informa i consumatori per una scelta alimentare consapevole e li tutela sul piano della salute”, dichiara il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra, invitando i cittadini a firmare la petizione che sarà poi inviata alle istituzioni comunitarie.

 

FERRARA: BASTA INGANNI, SERVE ORIGINE PER TUTTI I CIBI, IN TUTTA EUROPA

Sabato 15 dicembre

I Giovani di Coldiretti Ferrara in azione per raccogliere le firme di presentazione della legge europea contro il cibo anonimo: un provvedimento necessario per fare chiarezza sull’origine del cibo, da applicare per tutti i prodotti alimentari ed in tutti i Paesi dell’Unione Europea.

“La lista dei prodotti la cui origine non è indicata in etichetta – osserva Filippo Pallara, delegato Giovani Impresa Ferrara – si va riducendo grazie alle battaglie di Coldiretti, ma ancora molti sono i prodotti di uso comune che nulla dicono riguardo la loro provenienza, e soprattutto non c’è uniformità nei diversi Paesi europei, con l’evidenza di creare un mercato non trasparente e di non dare a tutti i cittadini le medesime informazioni per una scelta consapevole”.

Conoscere da dove nasce il cibo che acquistiamo e consumiamo è una informazione che può aiutare i consumatori nel fare scelte che siano più sicure sotto molti punti di vista: da quello della sicurezza alimentare, a quello della sostenibilità ambientale, sino al rispetto dei diritti umani.

L’invito di Coldiretti è quindi di sottoscrivere la proposta di legge che in diversi Paesi europei è in via di predisposizione per poter raggiungere il numero di firme necessarie alla presentazione formale alla Commissione Europea e quindi avviare l’iter legislativo.

“Si tratta di una raccolta di firme soggetta ai controlli dei comitati promotori e poi degli organi comunitari – chiarisce Marco Baldon, segretario provinciale dei Giovani di Coldiretti Ferrara – e quindi dobbiamo utilizzare moduli predisposti e acquisire i dati della carta di identità dei firmatari. Nonostante ciò stiamo riscontrando nelle nostre iniziative in piazza la condivisione da parte dei cittadini, che stanno appoggiando la proposta e che volentieri sottoscrivono per poter avere più trasparenza e chiarezza riguardo ciò che mangiano”.

Dopo l’iniziativa di venerdì scorso in Porta Paola a Ferrara, l’appuntamento che i Giovani lanciano sin d’ora è per sabato 15 dicembre in Piazza Municipale, per una giornata nel Villaggio di Natale dove nel gazebo Coldiretti si raccoglieranno altre importanti firme dei cittadini ferraresi.

 

CALABRIA: FATTURAZIONE ELETTRONICA E OLIVICOLTURA, DUE APPUNTAMENTI A LAMEZIA

Martedì 11 dicembre

Sono due gli appuntamenti che Coldiretti Calabria ha in programma domani martedì 11 dicembre e si terranno entrambi a Lamezia Teme – Sant’Eufemia, nella sala convegni dell’Ufficio Coldiretti in via M.D’Antona, 2. Il primo, alle ore 11,00, è un’altra tappa degli incontri territoriali sulla fatturazione elettronica che stanno riscuotendo notevole interesse su tutto il territorio regionale. Gli esperti fiscali della Coldiretti illustreranno nel dettaglio gli adempimenti necessari, mettendo a disposizione concretamente soluzioni e risposte alle imprese agricole ed agroalimentari su questo adempimento che scatterà il 1° gennaio 2019.

Il secondo incontro ci sarà alle ore 15.00 e tratterà su “L’olivicoltura in Calabria: fra deficit di conoscenza e prospettive di qualità” che sarà introdotto e moderato da Fabio Borrello Presidente Interprovinciale Coldiretti di Catanzaro-Crotone-Vibo, nonché conduttore di azienda a prevalente indirizzo olivicolo. Si susseguiranno gli interventi di Benito Scazziota divulgatore Arsac specializzato in olivicoltura, Pietro Giovazzini coordinatore del progetto Assoproli Calabria, Marco Ferrini imprenditore dell’azienda agricola Fangiano e Giuseppe Giordano capo panel Arsac specializzato in olivicoltura. Le conclusioni saranno a cura del Presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto.

La Calabria è la seconda Regione produttrice di olio in Italia e la terza in Europa. “In questa annata olearia, nella nostra Regione i dati di ISMEA attribuiscono un calo della produzione del 34%, dovuto alle condizioni climatiche che hanno permesso l’attacco della mosca, della tignola e in alcune zone il tripide. A tutto questo, in una fase decisiva – sottolinea il presidente Aceto –  si è aggiunto un eccesso di pioggia, quindi il calo produttivo prevedibilmente si aggirerà intorno al 50%.  Un danno economico – aggiunge – rilevante che potrebbe far lievitare l’importazione di olio extracomunitario che, sbucando dalle nebbie, diventa magicamente, solo sulla carta, olio calabrese e Italiano.

Il nostro impegno – conclude – è di potenziare la filiera puntando sempre di più sulla qualità: extravergine e biologico.  In Calabria l’olivicoltura può contare sull’olio extravergine con 3 DOP e l’IGP Calabria, su di un patrimonio di cultivar che rappresenta un vasto tesoro di biodiversità. Durante il seminario sull’olivicoltura è previsto anche l’assaggio di alcuni campioni di olio extra vergine della corrente annata di produzione.