COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 1° giugno 2021

1 Giugno 2021
News La Forza del Territorio del 1° giugno 2021

Primo piano

 

SAVONA

FLORICOLTURA: SOS REPERIMENTO VASI NELLA PIANA

Buona la stagione ma l’aumento dei costi rischia di minare il lavoro delle imprese

Le difficoltà a trovare i vasi di qualsiasi dimensione per la prossima stagione, sta già facendo preoccupare le imprese della Piana d’Albenga che, dopo l’anno di pandemia, ora si trovano a fare i conti con l’aumento dei costi unitari dei vasi, che oscilla dal 17 al 20%, per la scarsità di reperimento della materia prima a livello europeo: fondamentale riconoscere i maggiori costi di produzione e continuare a sostenere le imprese, scegliendo sempre la qualità del prodotto 100% italiano.

“L’emergenza Covid – affermano il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna e il direttore provinciale Antonio Ciotta – ha innescato un nuovo cortocircuito sul fronte del reperimento delle materie prime necessarie alla produzione e commercializzazione dei prodotti floricoli. Questo però non deve condizionare i commerci delle nostre eccellenze, e per riportare il settore su un percorso di crescita stabile e duraturo, è necessario che i prezzi di vendita dei prodotti finali non siano inferiori a quelli di produzione e che ci sia sempre un giusto margine di guadagno per l’impresa. È importante inoltre evitare, lungo tutta la filiera, speculazioni e commerci sleali che vanno a discapito delle nostre imprese, facendo in modo che i comportamenti scorretti di pochi, non compromettano il lavoro della maggioranza degli operatori che producono eccellenze conosciute e apprezzate anche all’estero. Le imprese del territorio stanno continuano a resistere alla situazione generata dalla pandemia: non si sono mai fermate e continueranno sempre a portare sul mercato un prodotto di eccelsa qualità.”

 

Dal Territorio

 

VENETO, 2 GIUGNO: FESTA DELLA REPUBBLICA IN AGRITURISMO, VINCE GITA FUORI PORTA

Giornata di svago all’insegna del verde. La maggior parte dei veneti ha scelto la gita fuori porta per trascorrere la Festa della Repubblica al mare, in campagna o in montagna con rientro in serata. Scampagnate all’aperto ma anche pranzi e cene all’interno dei 26mila locali che hanno ripreso l’attività di ristorazione con il servizio al tavolo all’interno aumentando così la capacità ricettiva con un incremento sostanziale degli incassi per realtà fortemente penalizzate dalle misure adottate per contenere l’emergenza Covid. A beneficiarne anche gli oltre mille agriturismi regionali – sottolinea Coldiretti Veneto – spesso situati in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e ampi spazi nel verde dove le distanze non si misurano in metri ma in ettari, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Non a caso quasi un italiano su cinque (17%) ha scelto di trascorrere le vacanze estive 2021 in campagna, parchi naturali e oasi, tra verde ed enogastronomia, coniugando la voglia di normalità con la garanzia di stare in sicurezza senza rischiare gli affollamenti, secondo l’indagine Coldiretti/Notosondaggi sui cittadini che hanno deciso la destinazione delle ferie. La campagna è diventata così la seconda meta delle vacanze subito dopo il mare – sottolinea Coldiretti – proprio per effetto dell’emergenza sanitaria che ha fatto cambiare i programmi di una fetta consistente della popolazione nazionale.

 

MARCHE, GIORNATA MONDIALE DEL LATTE: PRODUZIONE ED EXPORT IN AUMENTO

Oltre 28 milioni di valore e più di 30mila tonnellate di produzione. Sono i numeri della “white economy”, il settore lattiero caseario, resi noti da Coldiretti Marche in occasione della Giornata mondiale del latte istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e celebrata il 1° giugno. Un settore che per la maggior parte è occupato da latte di mucca: nel 2020 dalle stalle marchigiane è uscita una media di 2.200 tonnellate di latte al mese, in aumento del 3% rispetto al 2019 ma non ancora ai livelli pre sisma quando gli allevamenti contavano circa il 40% di animali in più. Questo per quanto riguarda il latte vaccino mentre resta stabile la quota di latte di pecora, capra e bufala, utile per la produzione di quasi 23mila tonnellate di formaggi e 1500 di burro. Tutti prodotti destinati al mercato interno, dove è possibile essere certi della provenienza grazie all’etichetta obbligatoria che indica il paese di mungitura e il paese di trasformazione (ad esempio “Origine del latte: Italia” oppure “Paesi Ue” o anche “Paesi non Ue”) ma che spesso finiscono anche sulle tavole all’estero. L’export 2020, nonostante tutte le difficoltà legate al Covid, è cresciuto del 20% sfiorando quota 16 milioni di euro. Quasi la metà sono scambi interni all’Unione Europea (soprattutto Austria e Francia) mentre circa un terzo approda in Albania. Il valore degli scambi è in aumento costante: +11% negli ultimi 20 anni. “Un comparto strategico che – precisa la Coldiretti – rischia di essere danneggiato dalle troppe fake news che vengono diffuse. In rete si trovano “falsi” di ogni tipo come la bugia che bere latte sarebbe dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione si basa sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Un altro grande falso che si può trovare in rete è che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa. Come è altrettanto falsa l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro infatti proprio i prodotti lattiero caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. I falsari dell’informazione sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete”.

 

PUGLIA, MILK DAY: TORNA CAPPUCCINO AL BANCO IN 5MILA BAR

Il ritorno del rito del cappuccino al bancone nei quasi 5mila bar in Puglia è festeggiato da residenti e turisti che si preparano alle prime vacanze 2021 con la riapertura dell’attività di ristorazione al chiuso e l’alleggerimento delle restrizioni dovute all’emergenza Covid. Lo rende noto la Coldiretti Puglia in occasione del Milk day, la Giornata mondiale del latte istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che si celebra il 1° giugno proprio in coincidenza con la riapertura del servizio al bancone a e al tavolo al coperto nella ristorazione in tutta Italia.

Una eccellenza del made in Italy rappresentata da 1400 aziende – aggiunge Coldiretti Puglia – con 60.000 vacche da latte che garantiscono latte di alta qualità, con una produzione lorda vendibile pari a 160 milioni di euro.

“Con il via libera al consumo di colazioni, apertivi e pasti al coperto a pranzo e cena riaprono 22mila ristoranti, pizzerie, gelaterie e mense non dispongono di spazi all’aperto, salvando oltre 80mila posti di lavoro,  e si prospetta una estate a tavola da 2,5 miliardi di euro spesi da italiani e stranieri con i 900 agriturismi pugliesi che finalmente potranno tornare a far gustare negli ami spazi all’aperto, ma anche nei locali al chiusi di straordinaria bellezza i piatti tipici della tradizione contadina”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Una nuova opportunità per italiani e turisti che sono tra i più entusiasti consumatori del cappuccino in tutte le ore della giornata durante le vacanze. Il latte fresco, intero di alta qualità, lavorato al vapore per creare la tradizionale schiuma cremosa che lascia i baffi bianchi sotto il naso, con la possibilità di creare anche vere e proprie creazioni artistiche è la base principale – afferma la Coldiretti – per un cappuccino all’italiana che sta vivendo un vero e proprio boom mondiale sulla scia anche dell’espansione delle grandi catene del caffè come Starbucks dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna dove la colazione all’italiana prende sempre più piede. Infatti nel corso del 2021 il consumo di caffè nel Regno Unito raggiungerà 91,1 mila tonnellate, superando il tè sotto la spinta del boom del cappuccino che sta modificando il tradizionale “English breakfast” a base di the, uova e pancetta, spiega la Coldiretti sulla base delle previsioni di Euromonitor. Inizialmente – continua la Coldiretti – il cappuccino era una bevanda consumata prevalentemente a colazione ma in Nordamerica e in molti paesi europei come la Germania, l’Olanda, il Belgio e il Regno Unito si è diffusa anche l’abitudine di consumare il cappuccino dopo i pasti e in altri momenti della giornata.

Un comparto strategico che – precisa la Coldiretti regionale – rischia di essere danneggiato dalle troppe fake news che vengono diffuse sul latte. La vulgata tra gli internauti vuole che il latte sia dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione poggia sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro

Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – aggiunge Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

“L’etichettatura obbligatoria è divenuta una infallibile cintura di sicurezza per i nostri allevatori – conclude il presidente Muraglia – che devono poter competere alla pari e per la salute dei nostri consumatori debbono poter scegliere in maniera consapevole quello che acquistano e mangiano”.

Un altro grande falso che si può trovare in rete è che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa. Come è altrettanto falsa – evidenzia Coldiretti – l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro infatti proprio i prodotti lattiero caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. I falsari dell’informazione – conclude Coldiretti – sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete.

 

LIGURIA, 2 GIUGNO: E’ BOOM SCAMPAGNATE E GITE IN CAMPAGNA

Con la festa della Repubblica che cade a metà settimana è boom di scampagnate e gite fuori porta per la giornata di domani, grazie anche alla ripartenza dei circa 600 agriturismi ed ittiturismi liguri, per il via libera ai pasti anche al coperto. Se 9 milioni di italiani più fortunati hanno approfittato del lungo ponte del 2 giugno per un primo momento di vacanza, la grande maggioranza, secondo Coldiretti, si accontenta di una scampagnata o di una gita fuori porta al mare o in campagna con rientro in giornata per la mancanza di tempo disponibile.

“Un’opportunità importante per l’attività di ristorazione liguri – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è anche il superamento del coprifuoco dal prossimo 7 di giugno con l’entrata della nostra regione in zona bianca, superamento che permetterà, per molte attività il doppio turno ed un incremento sostanziale degli incassi per realtà fortemente penalizzate dalle misure adottate per contenere l’emergenza Covid. La limitazione dell’orario di questi mesi, inoltre, ha colpito soprattutto gli agriturismi perché situati nelle aree rurali lontani dalle città e quindi raggiungibili in tempi più lunghi dagli ospiti provenienti dai centri urbani. Per il rilancio del turismo non bisogna dimenticare il ruolo strategico che possono svolgere queste strutture che spesso situate in zone tranquille dell’entroterra, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto, a tavola e ampi spazi nel verde, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Il nostro territorio – concludono Boeri e Rivarossa – possiede, a suo vantaggio, un binomio mare-entroterra senza eguali, che può rispondere a tutte le esigenze dei viaggiatori, fornendo una gamma completa di scelte turistiche, ma è necessario sostenere questo patrimonio risolvendo l’annosa questione legata alla raggiungibilità e viabilità ligure, problema che mina alla base il rilancio del nostro territorio e delle sue imprese”.

 

SICILIA, COVID: GLI AGRITURISMI META PREFERITA DI ITALIANI E STRANIERI

Segnali di rinascita anche per gli agriturismi dell’Isola: italiani e stranieri stanno prenotando le vacanze estive nelle oltre 750 strutture della Regione. Lo rileva Coldiretti Sicilia che sottolinea come proprio l’utilizzo degli spazi all’aperto rende appetibile la vacanza per chi vuole trascorrere giorni in serenità anche se non c’è ancora il trend degli anni prima della pandemia. Boom di prenotazioni anche per il pranzo di domani, 2 giugno. 

Gli agriturismi – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia –  sono spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto. Sono i luoghi più sicuri dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. E ancora, gli agriturismi – aggiunge Coldiretti Sicilia – svolgono un ruolo centrale per la vacanza post Covid perché contribuiscono in modo determinante al turismo di prossimità nelle campagne per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare l’affollamento. Resta comunque la preoccupazione per la situazione del sistema viario – conclude Coldiretti Sicilia -. Dalle autostrade alle arterie interne la manutenzione avviata proprio alla vigilia dell’estate, complica gli sforzi degli imprenditori agricoli.

Per conoscere gli agriturismi Terranostra basta andare su www.campagnamica.it/la-nostra-rete/gli-agriturismi/

 

PIEMONTE, COVID: RIAPRONO 25 MILA STRUTTURE RISTORATIVE AL CHIUSO IN REGIONE

Con l’avvio di giugno hanno riaperto anche al chiuso le 25 mila strutture ristorative del Piemonte con il servizio al bancone e al tavolo per bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi mettendo a disposizione un maggior numero di posti a sedere per accogliere residenti e turisti in arrivo per l’estate. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti delle riaperture dal primo giugno.

“Una boccata di ossigeno per la filiera della ristorazione che è stata tra le più colpite dalle misure restrittive e dalle chiusure a singhiozzo – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. Ora a beneficiarne è a cascata l’intero sistema dell’agroalimentare piemontese tra cibo e vino. Il via libera alla ristorazione all’interno dei locali aumenta l’ospitalità anche per sostenere il turismo nazionale e straniero con l’arrivo del green pass. Il ritorno degli stranieri in vacanza in Italia ed in Piemonte è strategico per l’ospitalità turistica e per la ripartenza concreta dell’economia dei nostri territori. Il cibo infatti – concludono – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche”.

 

SARDEGNA, PILLONI CAVALIERE DEL LAVORO: AMORE PER TERRITORIO E AGRICOLTURA

“Un prestigioso e meritato riconoscimento, un premio alla carriera per chi con il lavoro e il sacrificio ha saputo non solo creare economia ma valorizzare il suo territorio nella sua vera essenza”.

Coldiretti Sardegna attraverso il suo presidente e il direttore, Battista Cualbu e Luca Saba partecipa con orgoglio alla nomina del proprio socio Salvatore Pilloni Cavaliere del Lavoro da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Socio che negli anni scorsi aveva ricevuto dall’Organizzazione agricola il premio Sardo 100% “per le capacità e la passione dimostrate, dopo il successo in altri campi imprenditoriali, nel valorizzare l’ambiente e la cultura di un territorio attraverso produzioni vitivinicole di eccellenza portando in alto il nome della Sardegna nel mondo”.

Salvatore Pilloni è l’unico sardo tra i nuovi 25 Cavalieri del Lavoro nominati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su proposta del ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli.

“Un riconoscimento meritato per una persona geniale ma umile che con lungimiranza sempre accompagnata da spirito di sacrificio ha saputo non solo realizzare i suoi sogni ma dare opportunità di lavoro a tantissime persone e far crescere economicamente la sua terra” commenta il presidente Battista Cualbu.

“E seppur il riconoscimento gli è stato conferito per la sua lunga attività nel campo del commercio – aggiunge il direttore Luca Saba – per noi ha ancora più valore in quanto poteva investire i proventi delle sue attività in azioni, titoli e fondi, ma ha scelto di rischiare nella campagna, nel mondo del vino, dove i ricavi sono spesso vincolati non solo dal mercato ma da una variabile da non sottovalutare che è il clima. Le sue intuizione e la sua temerarietà hanno dato lustro alla viticoltura del Medio Campidano portandola nel mondo con un suo vitigno storico ma quasi dimenticato, il Bovale. Insomma è riuscito, da grande imprenditore, a dar vita ad una azienda modello, esaltando e promuovendo il suo territorio nella sua vera essenza”.

 

TARANTO, ILVA: RIPORTARE AGROALIMENTARE E TURISMO AL CENTRO ECONOMIA JONICA

Riportare l’agricoltura, l’agroalimentare e il turismo al centro delle politiche economiche e di sviluppo della provincia di Taranto. E’ quanto chiede Coldiretti Taranto, all’indomani delle sentenze emesse dalla Corte di Assise nel processo “Ambiente svenduto” sulla gestione dell’ex ILVA.

Negli anni fra il 2013 e il 2019, per le note vicende che hanno interessato l’ILVA, è stato perso PIL (Prodotto Interno Lordo) per 23 miliardi di euro, l’equivalente cumulato di 1,35 punti percentuali di ricchezza italiana, secondo l’analisi econometrica compiuta dalla Svimez per Il Sole 24 Ore, “una perdita gravissima per Taranto e per il Paese Italia che non è stata minimamente compensata dagli altri settori economici, lasciati al palo per decenni, anzi soccombenti a causa di presunti e mai chiariti riflessi ambientali, ma Taranto non è solo ILVA. Vigileremo affinché il piano di rilancio della provincia di Taranto passi realmente da una strategia concreta di promozione e pieno sviluppo dell’agroalimentare”, afferma il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo.

“Il peso dell’agricoltura è confermato dai numeri, con quasi 14mila aziende agricole iscritte nel registro della Camera di Commercio di Taranto, il 23,5% sul totale che danno lavoro ad oltre 14.399 operai agricoli. Per quanto riguarda l’industria alimentare – ricorda il presidente Cavallo – dal 1991 è stata importante la crescita della dimensione media in addetti, soprattutto nella lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, di prodotti lattiero caseari e di paste alimentari. L’agricoltura jonica, con una superficie totale di 146.247 ettari, riesce a raggiungere mediamente una Produzione Lorda Vendibile di 470 milioni di euro e rappresenta una realtà economica importante per l’intera regione. L’assenza di una strategia di promozione e il gap della logistica non danno il giusto impulso di sviluppo e crescita all’agroalimentare jonico”, insiste il presidente Cavallo.

Parla di fallimento della politica economica in provincia di Taranto imperniata esclusivamente sull’industria, il presidente Cavallo, a causa della cronica assenza di una visione strategica del futuro dell’economia in provincia di Taranto, che necessita dell’accelerazione necessaria allo sviluppo dei comparti agricolo, agroalimentare, del turismo e di tutto l’indotto.

“L’agricoltura, la pesca, il turismo e l’agroalimentare di qualità sono componenti fondamentali ed essenziali – continua Cavallo – per lo sviluppo della provincia Jonica. Coldiretti non accetta che si perseveri con strategie industriali che non tengano in dovuto conto esigenze e bisogni delle comunità interessate. Chiediamo che venga rispettato il modello di agricoltura costruito attorno al territorio e alla certezza di sicurezza alimentare e ambientale da garantire ai cittadini-consumatori e una presa di coscienza e una forte partecipazione ad un “problema” che condiziona non solo il reddito e lo sviluppo, ma pregiudica la vita stessa dell’individuo. Il territorio è lo strumento per offrire bellezze, bontà e genuinità, quindi, anche occasione di autentico miglioramento della qualità della vita, non sacrificabile sull’altare di uno sviluppo apparente e non sostenibile”, conclude il presidente Cavallo.

 

VERONA, MILK DAY: L’ORO BIANCO VALE 500MLN DI EURO, E’ CRISI NELLE STALLE

Oltre 3mila aziende con 262.500 capi totali che producono 10 milioni di quintali di latte all’anno e una  filiera regionale che sviluppa un valore che supera abbondantemente i 500 milioni di euro sono la punta di diamante di un comparto strategico per il Veneto che con un patrimonio regionale zootecnico di tutto riguarda che comprende anche ovi caprini  è ricordato da Coldiretti per qualità ed eccellenza casearia in occasione  della ricorrenza del Milk Day la Giornata mondiale del latte istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che si celebra oggi, 1° giugno, proprio in coincidenza con la riapertura del servizio al bancone a e al tavolo al coperto nella ristorazione in tutta Italia. L’oro bianco regionale – spiega Coldiretti Verona – è però minato dalle speculazioni: la razione alimentare di una bovina è aumentata del 30%, i costi di produzione di un litro di latte nell’ultimo semestre, secondo Ismea, sono cresciuti del 6%. Lo stesso litro di latte mediamente viene pagato dalle industrie di trasformazione all’allevatore 36/37 centesimi: si sta ancora una volta producendo sotto costo. E’ l’analisi di Coldiretti Verona che denuncia come l’emergenza Covid abbia innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono riconosciuti compensi per il latte piu’ bassi degli scorsi anni. Tutte le materie prime, in particolare le proteiche sono schizzate in alto – commenta Coldiretti Veneto – La soia da 33 euro il quintale ha raggiunto picchi di 60 assestandosi ora sui 55/56, il mais da 17 euro è passato a 28, il girasole da 17 a 27, anche la colza è aumentata del 60%, addirittura la paglia da 6/7 euro è passata a 12 euro.

Bene dunque la richiesta del presidente della Coldiretti Ettore Prandini di chiedere una immediata convocazione al Ministero delle Politiche Agricole del tavolo sul latte per affrontare una emergenza diventata insostenibile – commenta Coldiretti Veneto –  la situazione interessa direttamente il patrimonio zootecnico regionale. Il Veneto realizza un’eccellenza casearia di assoluto pregio visto che più del 60% del latte è impiegato per le pezze blasonate: ad esempio per il Grana Padano si impiegano più di 4 milioni di quintali di latte, per l’Asiago quasi 2 milioni, altrettanto significativa è il quantità per il Montasio, il Piave, il Provolone Val Padana. Chiudono la classifica il Monte Veronese e la Casatella Trevigiana.

Un settore importante – commenta Coldiretti Verona –minato anche dalle troppe fake news che vengono diffuse in rete dove si trovano “falsi” di ogni tipo come la bugia che bere latte sarebbe dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà – sottolinea la Coldiretti – il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione si basa – spiega la Coldiretti – sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Tra le trovate anche quella che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa. E’ altrettanto falsa – evidenzia Coldiretti – l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro infatti proprio i prodotti lattiero caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. I falsari dell’informazione – conclude Coldiretti – sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete.

 

TRENTINO ALTO ADIGE, COVID: RIAPRONO BAR E RISTORANTI AL CHIUSO

“Arriva anche in Trentino Alto Adige una boccata di ossigeno per la filiera della ristorazione che è stata la più colpita dalle misure adottate per combattere la pandemia con una perdita tra limitazioni e chiusure a singhiozzo stimata in 41 miliardi a livello nazionale nell’anno del Covid”.

Questo il commento del presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi nel giorno delle riaperture del servizio al bancone e al chiuso di bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi. “A beneficiarne –continua Barbacovi– è a cascata l’intero sistema agroalimentare con ben oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti”.

Il via libera alla ristorazione all’interno dei locali –sottolinea la Coldiretti- aumenta l’ospitalità anche per sostenere il turismo nazionale e straniero con l’arrivo del green pass.

1/3 del budget delle vacanze in Italia secondo la Coldiretti viene infatti destinato all’alimentazione che rappresenta il vero valore aggiunto della vacanza Made in Italy.

Oggi –continua la Coldiretti hanno riaperto per il servizio al bancone e al tavolo al chiuso circa 360mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi lungo tutta la Penisola con l’offerta di posti a sedere che è più che triplicata per accogliere residenti e turisti in arrivo per l’estate. E’ quanto emerge dall’analisi sugli effetti delle riaperture dal primo giugno 2021.

Complessivamente nell’attività di ristorazione – rileva la Coldiretti – sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che – conclude Coldiretti – vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e biodiversità a livello internazionale.

 

CALABRIA, CORSA DEI PREZZI PER ALIMENTAZIONE ANIMALI NELLE STALLE

Balzo di quasi il 70% nelle quotazioni mondiali dei principali prodotti agricoli per l’alimentazione degli animali dal mais alla soia che raggiungono picchi non sostenibili per gli allevatori. Gli aumenti dei cereali, sui mercati mondiali a cascata si riversano su quelli locali.  Questo quanto sostiene Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria nonché uno dei più importanti allevatori calabresi -commentando i dati che emergono dai contratti future alla chiusura annuale del Chicago Bord of Trade, punto di riferimento internazionale per il mercato delle materie prime agricole. La Calabria – aggiunge – paga poi un gap di un altro 20% poiché siamo penalizzati da uno svantaggio logistico, in quanto le materie prime arrivano prevalentemente nei porti del Nord e in particolare a Ravenna. Per non dimenticare – ricorda – che sono aumentati anche i costi per gasolio ed energia elettrica, conseguenze che scoraggiano gli investimenti.  La Coldiretti nazionale è molto attenta a quanto sta succedendo e ha richiesto la convocazione di un tavolo zootecnico presso il Ministero per individuare strumenti che consentano di fissare i prezzi su valori che non scendano a livelli inferiori ai costi di produzioni sostenuti dalle aziende. L’emergenza Covid – prosegue – ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono però riconosciuti in molti casi compensi per la carne e per il latte più bassi degli scorsi anni.  In gioco c’è il futuro dell’allevamento e nell’immediato bisogna garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell’intera filiera per non perdere capacità produttiva nella nostra regione, che è comunque deficitaria per i prodotti zootecnici. Cosa possiamo fare allora alle nostre latitudini? Sicuramente – spiega il presidente di Coldiretti Calabria – ridurre la dipendenza dall’estero potenziando le filiere locali delle colture proteiche per diventare più autonomi possibili. Dobbiamo – insiste – aprirci a queste colture prevedendo investimenti nel PSR. Per coltivare la soia occorre estendere la superficie irrigua, abbiamo terreni incolti e/o asciutti non irrigati, ma con adeguati investimenti sulla dotazione irrigua potremmo fare il salto di qualità, mettendo in atto strategie per incentivare la coltivazione delle materie prime nella nostra regione. Tutto questo – conclude – permette agli allevatori di recuperare competitività e assicurare gli investimenti”.

 

MASSA CARRARA, SI POSSONO ABBATTERE STORNI E PICCIONI IN VIGNETI E SEMINATIVI

Non solo i cinghiali. Gli agricoltori muniti di licenza di caccia e sotto la supervisione della polizia provinciale potranno intervenire direttamente per difendere le coltivazioni anche nei confronti degli storni, piccioni e nutrie. Lo ha chiarito Coldiretti in occasione del question time su Zoom con la Regione Toscana a cui hanno partecipato molte imprese anche della provincia di Massa Carrara. L’invasione di storni e piccioni rappresenta per orti, frutteti e seminativi in fase di semina e maturazione ma anche stalle e magazzini di granaglie una problematica quotidiana a cui fino ad oggi non è mai stata data una risposta risolutiva.

“La modifica della delibera 310/2016, approvata su proposta del vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, allarga il campo di azione anche a specie invasive come storni e piccioni che in molte aree della nostra provincia sono un flagello superiore addirittura ai cinghiali. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara – Molte imprese sono state costrette a rinunciare a diverse tipologie di coltivazione ed orientarsi su altre. I piani di contenimento adottati fino a qui non sono stati sufficienti a contenere un fenomeno che in particolari momenti della stagione è disarmante. Con uno strumento normativo, che ricordo Coldiretti ha sostenuto e voluto, finalmente si tenta di dare una risposta sul campo attraverso un approccio che pone oggi la Toscana all’avanguardia nei confronti di un meccanismo di riequilibrio, che coinvolge direttamente le imprese agricole, nei confronti degli ungulati. Questo nuovo strumento normativo mette finalmente in condizioni gli agricoltori di agire, in prima persona ed in tempi rapidissimi, previa comunicazione ad Artea e sotto la supervisione della polizia provinciale, sui propri terreni, anche nelle aree vocate, per tutelare raccolti, biodiversità e produzioni di qualità a denominazione. Gli agricoltori ora possono difendersi e difendere i loro raccolti ed il loro diritto di fare impresa”.

Il question time è stato utile per chiarire alcuni aspetti chiave nell’applicazione della delibera. Il canale di gestione degli interventi diretti da parte degli agricoltori è quello del portale di Artea che è già stato aggiornato per attivare questa procedura. La logica è quella della semplificazione con un ulteriore riduzione dei tempi di azione. L’agricoltore, una volta individuato il poligono colturale, deve richiede all’inizio dell’anno, la possibilità di fare gli interventi in controllo ed in maniera diretta. – è stato spiegato durante il question time – Lo potranno fare i proprietari e conduttori di fondo con porto d’armi. Il portale Artea fornisce un’autorizzazione, che altro non è che un numero identificativo della pratica, che sarà inviato alle polizia provinciali che dovranno coordinare l’intervento. La gestione post-abbattimento del cinghiale sarà in capo alle Atc con l’attivazione di un centro di sosta per una corretta e trasparente procedura di identificazione, anche sanitaria. Per informazioni www.massacarrara.coldiretti.it oppure pagina ufficiale Facebook

 

PUGLIA, 2 GIUGNO: TUTTO ESAURITO PER GITA FUORI PORTA

Tutto esaurito per la festa della Repubblica che cade a metà settimana con la grande maggioranza dei pugliesi che sceglie una scampagnata o una gita fuori porta al mare e in campagna con rientro in giornata per la mancanza di tempo disponibile. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, nel sottolineare il boom di prenotazioni per il pranzo del 2 giugno nei 900 agriturismi pugliesi, dopo il via libera ai pranzi e alle cene anche al coperto in tutte le realtà della ristorazione.

Nonostante il crack da oltre 100 milioni di euro causato dalla pandemia, non si sono arresi gli agricoltori che investono nel settore agrituristico con una crescita a 2 cifre del 17% in Puglia, sulla base dei dati di Terranostra regionale, associazione agrituristica di Coldiretti.

“Gli agricoltori stanno mostrando una grande voglia di affrontare il futuro con energia e competenza, convinti che saranno proprio gli agriturismi con l’accoglienza familiare nelle campagne e il cibo di straordinaria qualità a garantire la ripresa e a regalare ai consumatori sicurezza e al contempo la serenità del ritorno alla normalità, dopo oltre 1 anno di pandemia causata dal Covid”, afferma Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia.

Dal pranzo sul plaid con i piedi sull’erba, alle coking class, dall’agri-aperitivo a bordo piscina o tra i filari, ma c’è anche chi si è attrezzato per ospitare i commensali nel granaio, tra i vigneti. Sono molte le curiosità proposte negli agriturismi con distanziamento naturale, sicurezza e intraprendenza che sono le parole chiave del nuovo inizio ‘post Covid’ degli agriturismi aderenti a Campagna Amica-Terranostra, la rete degli agriturismi di qualità promossa da Coldiretti.

“L’agriturismo ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica – spiega De Miccolis – offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e, pertanto, lo sviluppo dell’agriturismo significa maggiore capacità di attrazione da parte della Puglia a beneficio dell’intera economia regionale. L’ospitalità nelle strutture agrituristiche assume una rilevanza fondamentale per la salvaguardia del patrimonio rurale che, oggi, è il fiore all’occhiello del turismo regionale”. Coldiretti Puglia auspica che con il green pass Ue possano arrivare in Puglia i quasi 11 milioni di presenze stimate per l’estate 2021 di turisti stranieri che prima della pandemia erano venuti in vacanza durante l’estate con una spesa turistica pari a 700 milioni di euro per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir

La Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con oltre 3,8 milioni di pernottamenti di turisti stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio. L’assenza di stranieri in vacanza in Puglia grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea Coldiretti Puglia – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa ma che adesso sono anche quelli che stanno procedendo velocemente nella campagna di vaccinazione.

Il ritorno dei vacanzieri dall’estero in Puglia è strategico per l’ospitalità turistica nelle mete più gettonate– conclude la Coldiretti regionale – e ad essere avvantaggiate saranno soprattutto le città d’arte, che sono le storiche mete del turismo dall’estero, ma anche gli agriturismi della Puglia dove gli stranieri secondo Campagna Amica rappresentano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti, con il cibo che è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.

 

FERRARA, DL SOSTEGNI BIS: PIU’ FONDI A CALAMITA CON FRUTTA DIMEZZATA

È necessario aumentare i fondi le calamità dopo che l’andamento climatico anomalo di quest’anno ha praticamente dimezzato i raccolti regionali con cali di produzione che vanno dall’80% per le pere, al 54% per le ciliegie, al 68 % per le pesche e nettarine fino all’82% per le albicocche, rispetto a un’annata normale. È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nell’apprezzare peraltro lo sforzo del Governo che ha introdotto molti degli interventi richiesti dalla principale Organizzazione agricola, in occasione dell’audizione del decreto Sostegni bis alla commissione Bilancio della Camera. L’esonero dei contributi Inps per il settore vitivinicolo e l’agriturismo, comprese le aziende produttrici di vino e di birra, l’incremento delle percentuali di compensazione IVA per il settore zootecnico, il sostegno all’occupazione per il settore degli agriturismi e le risorse finanziarie destinate al settore dello zucchero sono interventi che la Coldiretti ha sostenuto ed ottenuto. Positive anche le modifiche introdotte per l’imprenditoria femminile, fortemente volute da Donne Impresa della Coldiretti. Ora nel passaggio parlamentare è importante che vengano adeguatamente integrati i 105 milioni di euro stanziati per il Fondo di solidarietà per compensare le imprese colpite dalle avversità atmosferiche, se consideriamo che in regione negli ultimi due anni le perdite sono state superiori ai 450 milioni.

“Una richiesta particolarmente sentita nella nostra provincia – commenta il direttore di Coldiretti Ferrara, Alessandro Visotti – il cui comparto frutticolo rischia un pesante ridimensionamento a fronte delle ingenti perdite di produzione in conseguenza delle gelate della scorsa primavera. Un evento che si somma ad altre calamità che negli ultimi anni hanno flagellato in particolare la pericoltura, con enormi perdite economiche per le aziende frutticole e per tutto l’indotto che per il territorio ferrarese è di assoluto rilievo ed impatto economico e sociale e che necessita di un forte supporto”.

Ma occorre anche proteggere gli imprenditori che rischiano di perdere lo status di imprenditore agricolo a causa della perdita di prodotto per le calamità naturali. Si auspica anche – conclude Coldiretti regionale – che il Parlamento rafforzi gli interventi in favore dei piccoli birrifici indipendenti innalzando a 50.000 ettolitri il limite cui riferire la riduzione dell’accisa dovuta sulla produzione di birra artigianale.

 

COMO-LECCO, GIORNATA LATTE: COMPARTO D’ECCELLENZA PER LE PROVINCE LARIANE                                                        

“Il comparto lattiero caseario è strategico per le due province di Como e Lecco, con un valore aggiunto strategico e straordinario in termini di qualità, identità e importanza socioculturale: i formaggi che si producono partendo dal lavoro in stalla e in alpeggio dei nostri allevatori non sono solo buoni, ma racchiudono una memoria storica che racconta l’essenza stessa del territorio lariano”. Queste le parole di Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco, in occasione della Giornata mondiale del latte, il Milk-Day, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che si celebra il 1° giugno proprio in coincidenza con la riapertura del servizio al bancone a e al tavolo al coperto nella ristorazione in tutta Italia.

Il cosiddetto oro bianco – spiega Coldiretti Como Lecco – è però minato dalle speculazioni: la razione alimentare di una bovina è aumentata del 30%, i costi di produzione di un litro di latte nell’ultimo semestre, secondo Ismea, sono cresciuti del 6%.

La Coldiretti interprovinciale denuncia come l’emergenza Covid “ha peraltro innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle, problema generalizzato per l’intera Fattoria Italia. Tutte le materie prime, in particolare le proteiche sono schizzate in alto: la soia da 33 euro il quintale ha raggiunto picchi di 60 assestandosi ora sui 55/56, il mais da 17 euro è passato a 28, il girasole da 17 a 27, anche la colza è aumentata del 60%, addirittura la paglia da 6/7 euro è passata a 12 euro”.

Bene dunque la richiesta del presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini di chiedere una immediata convocazione al Ministero delle Politiche Agricole del tavolo sul latte per affrontare una emergenza diventata insostenibile – commenta Coldiretti Como Lecco –  la situazione interessa direttamente il patrimonio zootecnico regionale.

Un settore importante – commenta Coldiretti Como Lecco –minato anche dalle troppe fake news che vengono diffuse in rete dove si trovano “falsi” di ogni tipo come la bugia che bere latte sarebbe dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà – sottolinea la Coldiretti – il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione si basa – spiega la Coldiretti – sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Tra le trovate anche quella che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa.

E’ altrettanto falsa – evidenzia Coldiretti Como Lecco – l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro infatti proprio i prodotti lattiero caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. I falsari dell’informazione sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete.

 

MODENA, SOSTEGNI BIS: PIU’ FONDI A CALAMITA’ CON FRUTTA DIMEZZATA

È necessario aumentare i fondi le calamità dopo che l’andamento climatico anomalo di quest’anno ha praticamente dimezzato i raccolti regionali con cali di produzione che vanno dall’80% per le pere, al 54% per le ciliegie, al 68 % per le pesche e nettarine fino all’82% per le albicocche, rispetto a un’annata normale. È quanto afferma Coldiretti nell’apprezzare peraltro lo sforzo del Governo che ha introdotto molti degli interventi richiesti dalla principale Organizzazione agricola, in occasione dell’audizione del decreto Sostegni bis alla commissione Bilancio della Camera. L’esonero dei contributi Inps per il settore vitivinicolo e l’agriturismo, comprese le aziende produttrici di vino e di birra, l’incremento delle percentuali di compensazione IVA per il settore zootecnico, il sostegno all’occupazione per il settore degli agriturismi e le risorse finanziarie destinate al settore dello zucchero sono interventi che la Coldiretti ha sostenuto ed ottenuto. Positive anche le modifiche introdotte per l’imprenditoria femminile, fortemente volute da Donne Impresa della Coldiretti. Ora nel passaggio parlamentare è importante che vengano adeguatamente integrati i 105 milioni di euro stanziati per il Fondo di solidarietà per compensare le imprese colpite dalle avversità atmosferiche, se consideriamo che in regione negli ultimi due anni le perdite sono state superiori ai 450 milioni. Ma occorre anche proteggere gli imprenditori che rischiano di perdere lo status di imprenditore agricolo a causa della perdita di prodotto per le calamità naturali. Si auspica anche – conclude Coldiretti regionale – che il Parlamento rafforzi gli interventi in favore dei piccoli birrifici indipendenti innalzando a 50.000 ettolitri il limite cui riferire la riduzione dell’accisa dovuta sulla produzione di birra artigianale.

 

ALESSANDRIA, 2 GIUGNO: GITA FUORI PORTA E AGRITURISMO

Con la Festa della Repubblica che cade a metà settimana la grande maggioranza degli alessandrini sceglie una scampagnata o una gita fuori porta al mare, al lago e in montagna con rientro in giornata per la mancanza di tempo disponibile.

E’ quanto afferma Coldiretti Alessandria nel sottolineare che il 2 giugno saranno molti coloro che siederanno alla tavola di uno dei 70 agriturismi Terranostra Campagna Amica della provincia dopo il via libera ai pranzi e alle cene anche al coperto.

“Se quasi il 20% degli italiani più fortunati sarà in viaggio per il ponte del 2 giugno, la maggioranza si accontenta di una giornata di svago favorita dalle riaperture e dall’allentamento del coprifuoco – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Un’opportunità importante per il settore della ristorazione che, con le riaperture per il servizio al tavolo all’interno, può aumentare la capacità ricettiva e un incremento di reddito. Una boccata d’ossigeno, insomma, per realtà che sono state fortemente penalizzate dalle misure adottate per contenere l’emergenza Covid”.

Non è un caso, infatti, che quasi un alessandrino su cinque (17%) abbia scelto di trascorrere le vacanze estive 2021 in campagna, parchi naturali e oasi, tra verde ed enogastronomia, coniugando la voglia di normalità con la garanzia di stare in sicurezza senza rischiare gli affollamenti secondo l’indagine Coldiretti/Notosondaggi sui cittadini che hanno deciso la destinazione delle ferie.

“La campagna è diventata così la seconda meta delle vacanze subito dopo il mare – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – proprio per effetto dell’emergenza sanitaria che ha fatto cambiare i programmi di una fetta consistente della popolazione nazionale. Tutti gli sforzi fatti fino a qui ed il grande lavoro quotidiano dei nostri imprenditori agricoli, che non si sono mai fermati neanche durante la pandemia, sono alla base ora per far esplodere le enormi risorse che il territorio può offrire al rilancio dell’economia. Si tratta di una scelta strategica importante anche per promuovere nuovi flussi turistici nelle campagne offrendo allo sguardo del visitatore la bellezza del paesaggio, delle tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente”.

E’ necessario investire sulla distintività per valorizzare le produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo: il via libera alla ristorazione all’interno dei locali aumenta l’ospitalità e sostiene, grazie al green pass, il turismo nazionale e straniero, strategico per la ripartenza concreta dell’economia dei territori.

Il cibo, infatti, è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.

 

RAVENNA, DL SOSTEGNI BIS: PIU’ FONDI A CALAMITA’ CON FRUTTA DIMEZZATA

È necessario aumentare i fondi per le calamità dopo che l’andamento climatico anomalo di quest’anno ha praticamente dimezzato i raccolti con cali di produzione che nel Ravennate arrivano fino all’80% non solo per albicocche e pesche ma anche per le pere, percentuali che ovviamente prendono come riferimento un’annata normale.

È quanto afferma Coldiretti Ravenna nell’apprezzare peraltro lo sforzo del Governo che ha introdotto molti degli interventi richiesti dalla principale Organizzazione agricola, in occasione dell’audizione del decreto Sostegni bis alla commissione Bilancio della Camera.

L’esonero dei contributi Inps per il settore vitivinicolo e l’agriturismo, comprese le aziende produttrici di vino e di birra, l’incremento delle percentuali di compensazione IVA per il settore zootecnico, il sostegno all’occupazione per il settore degli agriturismi e le risorse finanziarie destinate al settore dello zucchero sono interventi che la Coldiretti ha sostenuto ed ottenuto. Positive anche le modifiche introdotte per l’imprenditoria femminile, fortemente volute da Donne Impresa della Coldiretti. “Ora – afferma Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – nel passaggio parlamentare è importante che vengano adeguatamente integrati i 105 milioni di euro stanziati per il Fondo di solidarietà per compensare le imprese colpite dalle avversità atmosferiche, se consideriamo che in Emilia-Romagna negli ultimi due anni le perdite sono state superiori ai 450 milioni, buona parte peraltro concentrate purtroppo nelle province romagnole. Ma occorre anche proteggere gli imprenditori che rischiano di perdere lo status di imprenditore agricolo a causa della perdita di prodotto per le calamità naturali”.

Si auspica inoltre che il Parlamento rafforzi gli interventi in favore dei piccoli birrifici indipendenti innalzando a 50.000 ettolitri il limite cui riferire la riduzione dell’accisa dovuta sulla produzione di birra artigianale.

 

ROVIGO, DL SOSTEGNI BIS: PIÙ FONDI PER I DANNI DA CALAMITÀ

Ci sono colture frutticole polesane che quest’anno non saranno presenti sul mercato. Non è una esagerazione, ma l’andamento climatico anomalo di quest’anno ha dimezzato, se non in alcuni casi azzerato, i raccolti con cali di produzione che vanno dal 40% per le pesche e nettarine fino al 90% per le ciliegie e kiwi, rispetto ad una annata normale. Non stanno meglio le pere, colpite anche le albicocche.

La frutta, in primis, ma anche ortaggi e grandi colture hanno risentito del meteo bizzarro che con grandine, fortunali e gelo non ha risparmiato nessuna provincia veneta. “Abbiamo fatto visita a molte aziende dedite alla frutticoltura – racconta Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo – e colpite dalle varie fasi del maltempo. Assieme ad altri dirigenti ci siamo recati direttamente nei campi per verificare lo stato in cui vertono gli alberi da frutta, ma anche le altre colture. Sapevamo già dai primi giorni, dopo l’ultima gelata di aprile, che purtroppo il danno era serio e nelle settimane successive abbiamo solo constatato la previsione”.

Solo il Veneto ha calcolato perdite per 300milioni di euro per le gelate di fine marzo e inizi di aprile. Coldiretti apprezza lo sforzo del Governo che ha introdotto molti degli interventi richiesti dalla principale organizzazione agricola, in occasione dell’audizione del decreto ‘Sostegni bis’ alla commissione bilancio della Camera. “Ma c’è bisogno anche di altro” commenta il presidente. Ora, nel passaggio parlamentare, è importante che vengano adeguatamente integrati i 105 milioni di euro stanziati per il ‘Fondo di solidarietà’ per compensare le imprese colpite dalle avversità atmosferiche, ma occorre anche proteggere gli imprenditori che rischiano di perdere lo status di imprenditore agricolo a causa della perdita di prodotto per le calamità naturali.

“Siamo di fronte a una situazione complessa e mai verificatasi prima – commenta Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo –; è appena terminata la conta dei danni dell’ultima gelata eccezionale subita dagli agricoltori della nostra provincia e non si può più parlare di sfortuna e nemmeno di caso. L’impatto devastante dell’improvviso rovescio climatico deve essere il trampolino per prevedere una gestione più oculata, per l’imminente futuro, che tenga conto del vero rischio di questa professione. I 105 milioni con i quali è stato incrementato il ‘Fondo di solidarietà’ nazionale possono solo essere un primo passo, auspichiamo che si trovino anche altre strade per sostenere questa caporetto della frutta”.

 

VICENZA, PACCHI SOLIDALI: CONSEGNA A DUEVILLE DEI PACCHI SOLIDALI AL CSV

“Il volontariato è una risorsa da valorizzare per il bene comune della comunità e per la sua capacità di intercettare i bisogni reali delle persone e delle famiglie”. Con queste parole il presidente della Sezione Coldiretti di Dueville, Gianni Milan, ha commentato la consegna di due pacchi a favore del Centro servizi volontariato di Dueville, avvenuta nei giorni scorsi.

“Solo nel Vicentino abbiamo consegnato centinaia di pacchi per le persone in stato di bisogno – spiega Coldiretti Vicenza – e questo semplice gesto di generosità, con prodotti rigorosamente made in Italy, ha consentito di alleviare un po’ la sofferenza di famiglia che, a seguito del Covid-19 hanno visto ulteriormente ridotto il proprio potere d’acquisto”.

Così nei giorni scorsi il presidente di Sezione Coldiretti di Dueville, Gianni Milan, ha consegnato al direttore del Centro servizi del volontariato della provincia di Vicenza, Maria Rita Dal Molin, due pacchi solidali contenenti prodotti alimentari di prima necessità, rigorosamente made in Italy.

Ogni pacco contiene oltre 50 kg di prodotti 100% Made in Italy, tra cui pasta e riso, Grana Padano, biscotti, sughi, salsa di pomodoro, tonno sott’olio, dolci, stinchi, prosciutti, carne, latte, panna da cucina, zucchero, olio extra vergine di oliva, legumi e formaggi.

“Abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà della filiera agroalimentare italiana verso le fasce più deboli della popolazione, più colpite dalle difficoltà economiche – conclude il presidente Milan – per far sì che questa esperienza diventi un impegno strutturale che aggiunge valore etico alla spesa quotidiana dei vicentini”.

 

VARESE, GIORNATA LATTE: COMPARTO STRATEGICO (E STRAORDINARIO) IN PROVINCIA                        

“Il comparto lattiero caseario è strategico per la provincia di Varese, con un valore aggiunto strategico e straordinario in termini di qualità, identità e importanza socioculturale: i formaggi che si producono partendo dal lavoro dei nostri allevatori non sono solo buoni, ma racchiudono una memoria storica che racconta l’essenza stessa del territorio”. Queste le parole di Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, in occasione della Giornata mondiale del latte, il Milk-Day, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che si celebra il 1° giugno proprio in coincidenza con la riapertura del servizio al bancone a e al tavolo al coperto nella ristorazione in tutta Italia.

Il cosiddetto oro bianco – spiega Coldiretti Varese – è però minato dalle speculazioni: la razione alimentare di una bovina è aumentata del 30%, i costi di produzione di un litro di latte nell’ultimo semestre, secondo Ismea, sono cresciuti del 6%.

Coldiretti Varese denuncia come l’emergenza Covid “ha peraltro innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle, problema generalizzato per l’intera Fattoria Italia. Tutte le materie prime, in particolare le proteiche sono schizzate in alto: la soia da 33 euro il quintale ha raggiunto picchi di 60 assestandosi ora sui 55/56, il mais da 17 euro è passato a 28, il girasole da 17 a 27, anche la colza è aumentata del 60%, addirittura la paglia da 6/7 euro è passata a 12 euro”.

Bene dunque la richiesta del presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini di chiedere una immediata convocazione al Ministero delle Politiche Agricole del tavolo sul latte per affrontare una emergenza diventata insostenibile – commenta Coldiretti Varese –  la situazione interessa direttamente il patrimonio zootecnico regionale.

Un settore importante – commenta Coldiretti Varese –minato anche dalle troppe fake news che vengono diffuse in rete dove si trovano “falsi” di ogni tipo come la bugia che bere latte sarebbe dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà – sottolinea la Coldiretti – il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione si basa – spiega la Coldiretti – sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Tra le trovate anche quella che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa.

E’ altrettanto falsa – evidenzia Coldiretti Varese – l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro infatti proprio i prodotti lattiero caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. I falsari dell’informazione sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete.

 

Appuntamenti

 

PARMA: CERIMONIA DI PREMIAZIONE SCUOLE PROGETTO “ALIMENTARSI BENE FA BENE”

Giovedì 3 giugno

L’iter pedagogico con relativo concorso sul tema “Alimentarsi bene fa bene” promosso da Coldiretti, in collaborazione con Donne Impresa e Coldidattica, nell’ambito del progetto Educazione alla Campagna Amica, vedrà il suo coronamento il 3 Giugno 2021 alle ore 16,30 con un incontro in videoconferenza aperto agli insegnati delle scuole iscritte al concorso. Verranno proclamati i vincitori tra gli oltre 1300 alunni iscritti e si potrà seguire la mostra virtuale di tutti gli elaborati prodotti dalle scuole.

Sarà un ulteriore momento di approfondimento del percorso fatto, di condivisione e confronto tra le varie esperienze degli istituti scolastici aderenti al concorso.

Il percorso educativo ha visto impegnate le scuole – comunica Coldiretti –  per tutta la durata dell’anno scolastico con la finalità di accompagnare i ragazzi alla scoperta dell’agricoltura e dei suoi servizi a favore della collettività, alla conoscenza del territorio coi suoi prodotti d’eccellenza, ad approfondire tematiche di rilievo come la sostenibilità, lo spreco alimentare, l’importanza dell’acqua, l’etichettatura dei prodotti, ed acquisire informazioni utili per una sana alimentazione, corretti stili di vita e rispetto dell’ambiente.

Numerosi i partner dell’evento: Consorzio Agrario di Parma, Consorzio Parmigiano Reggiano Sezione di Parma, Consorzio della Bonifica Parmense, Musei del cibo.

 

CREMONA: GRAN FINALE PER IL PROGETTO “CRESCIAMO SANI, MANGIAMO IL CIBO BUONO”

Giovedì 3 giugno

“Cresciamo sani, mangiamo il cibo buono” si appresta a vivere la sua giornata conclusiva. II progetto di educazione alimentare proposto da Coldiretti Cremona alle Scuole primarie della Provincia di Cremona, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, con l’impegno di promuovere sani stili di vita coniugati alla sostenibilità ambientale, si chiuderà giovedì 3 giugno 2021, dalle ore 9:30 presso la Sala dei Quadri del Comune di Cremona, con la cerimonia di premiazione dei migliori elaborati prodotti dalle classi a suggello dell’iniziativa. Coldiretti Cremona ha invitato tutte le classi che hanno aderito al progetto (sono ben settanta, per un totale di 1265 alunni) a collegarsi per una diretta on line, così da ammirare tutti i lavori e scoprire insieme gli elaborati vincitori del concorso legato all’edizione 2020-21.

Sarà una mattinata di festa, nei limiti imposti dalla situazione sanitaria, ma comunque tutta nel segno dell’allegria, della creatività che appartiene ai bambini, della passione per l’agricoltura e per il territorio. Accanto al Presidente di Coldiretti Cremona Paolo Voltini e al Direttore Paola Bono saranno presenti i Rappresentanti del Comune, della Provincia e CCIAA Cremona, dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, del Museo della Civiltà Contadina, che avranno il compito di proclamare e premiare (ancorché a distanza) tutti i vincitori. Con la Responsabile provinciale di Coldiretti Donne Impresa Maria Paglioli e il Delegato provinciale di Giovani Impresa Carlo Maria Recchia (che sarà anche il conduttore della diretta), sarà presente in sala anche una piccola rappresentanza del folto team di imprenditrici e giovani imprenditori agricoli protagonisti dei percorsi proposti dal progetto nell’anno scolastico 2020-2021, sui temi “Buono come il pane”; “Una mucca per amica”; “Dolce come il miele”; “L’acqua amica della natura” e “La nostra storia passa dal museo”.

“Siamo davvero colpiti dalla straordinaria adesione ricevuta dal progetto e, ora, dalla qualità e bellezza degli elaborati conclusivi. Scegliere è stata un’impresa ardua, perché tutti i lavori erano davvero belli, creativi, realizzati con intelligenza e grande cura. Tantissimi elaborati avrebbero meritato di vincere. Tutti certamente meritano il nostro plauso – sottolinea Paola Bono, Direttore di Coldiretti Cremona –. Consideriamo questo progetto una bellissima avventura, condivisa con alunni, insegnanti, agricoltori: attraverso il racconto della nostra agricoltura e delle nostre campagne abbiamo condotto i bambini alla scoperta delle aziende agricole e degli agricoltori del territorio, dei prodotti del loro lavoro e dei cibi che portiamo in tavola. Lo abbiamo fatto proponendo alle classi alcuni video realizzati presso le aziende e presso il Museo della Civiltà Contadina, arricchendo ogni lezione con le web-incursioni degli agricoltori, che hanno dialogato con i bambini”.

“Con grande soddisfazione ci avviciniamo al momento finale di questo prezioso progetto realizzato insieme a Coldiretti. “Cresciamo sani, mangiamo il cibo buono” è un percorso che ha sensibilizzato gli studenti attorno a temi sempre più all’attenzione della scienza e della popolazione come la dieta bilanciata, il cibo genuino e i salutari stili di vita. Bello, poi, che il progetto di educazione agroalimentare abbia intrecciato la creatività con la recente esposizione al Borsino degli elaborati creati da ben settanta classi della provincia di Cremona, con 1265 alunni. “Cresciamo sani, mangiamo il cibo buono” ha fatto incontrare l’attenzione per la salute con la conoscenza delle tecniche della produzione alimentare di qualità e delle eccellenze agricole” sottolinea il Dirigente uscente UST Cremona Fabio Molinari, che insieme a Coldiretti ha fortemente creduto nell’iniziativa.

L’appuntamento è dunque per giovedì mattina, con la cerimonia di premiazione degli elaborati (e l’annuncio finale di un super-premio particolarmente significativo). Coldiretti Cremona ricorda che i lavori realizzati dagli alunni sono esposti fino al 13 giugno presso la CCIAA Cremona, in sala Borsino, visibili dalla vetrina affacciata su via Solferino n.29.