ARTICOLO | Economia

Sisma: Coldiretti, prodotti salvati da macerie per 1 italiano su 3

22 Agosto 2017
Sisma: Coldiretti, prodotti salvati da macerie per 1 italiano su 3
 

?La tavola e’ stata la più diffusa forma di solidarietà degli italiani

 
Ha acquistato prodotti tipici del territorio piu’ di un italiano su 3 (36%) che ha deciso di fare visita alle aree colpite dal terremoto durante l’estate 2017. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa a distanza di un anno dalla prime scosse che conferma la decisa volontà degli italiani di continuare a sostenere i territori devastati dal sisma. Portare in tavola i prodotti alimentari salvati dalle macerie è stata – sottolinea la Coldiretti – la piu’ partecipata forma di solidarietà espressa nei confronti delle popolazioni terremotate. Se numerose e variegate sono state le iniziative di sostegno dell’amatriciana divenuta il piatto simbolo del terremoto, molte famiglie – sottolinea la Coldiretti – hanno scelto di servire le ricette tipiche locali, dalla zuppa con le Lenticchie di Castelluccio a quella con la roveja, ma anche la patata di Colfiorito, la Mortadella di Campotosto, il prosciutto di Norcia, il pecorino Amatriciano e quello dei Sibillini, lo zafferano, il tartufo o il ciauscolo. Un sostegno che ha aiutato agricoltori e allevatori a rimanere nelle proprie aziende a presidiare il territorio per difenderne le specialità. “Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare la necessità che “la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”. Nonostante le difficoltà – precisa la Coldiretti – agricoltori e allevatori sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità delle zone terremotate. Il caldo e la siccità hanno tagliato del 20% la produzione della lenticchia di Castelluccio seminata dopo le scosse che, salvata dalle difficoltà provocate dal terremoto, ha dovuto fare i conti con le bizzarrie del clima secondo la Coldiretti che stima, tuttavia, una produzione di ottima qualità per un totale stimato in circa 3.000 quintali. E sulle tavole rimane anche il ciauscolo, il caratteristico salame spalmabile marchigiano, seppur con un calo di produzione stimato nel 15%, a causa del crollo dei laboratori di trasformazione. Lo stesso discorso vale per il pecorino dei Sibillini, per il quale le quantità sono ridotte del 10-15% a causa soprattutto della diminuzione nella produzione di latte determinata dallo stress al quale sono stati sottoposti gli animali rimasti per lunghi mesi all’aperto. Ma non mancano all’appello neppure altre specialità, come la patata rossa di Colfiorito, lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la cicerchia mentre crolla del 15% il raccolto di grano per effetto congiunto delle condizioni climatiche e della riduzione dei terreni seminati dopo le scosse e la produzione di latte è calata addirittura del 20% anche per stress, decessi e chiusura delle stalle crollate. Per sostenere la continuità produttiva è partita per ultimo la piu’ capillare iniziativa di solidarietà mai realizzata fino ad ora con la consegna gratuita di 565.260 litri di gasolio alle aziende agricole grazie all’impegno di Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, Eurocap Petroli e del Consorzio Cooperativo Finanziario per lo Sviluppo, senza alcun contributo pubblico. Si tratta solo dell’ultimo progetto sostenuto dalla Coldiretti che assieme all’Associazione Italiana Allevatori e ai Consorzi Agrari ha consegnato durante l’anno mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi. Ma hanno avuto rilevanza anche le operazioni “adotta una mucca”, che ha già dato ospitalità ad almeno 2000 pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle, e “dona un ballone” di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame o la riscoperta dell’antica tradizione sarda agropastorale sarda della “paradura” con la quale vengono offerte in dono una o più pecore a chi cade in disgrazia per risollevarne le sorti che, grazie alla Coldiretti della Sardegna, ha portato in dono ai pastori terremotati di  Cascia un maxigregge di quasi mille pecore. Senza dimenticare la possibilità offerta dai mercati degli agricoltori di Campagna Amica che continuano ad ospitare, dalla Capitale a tutta la Penisola, gli agricoltori terremotati rimasti senza possibilità di vendita. Sono stati acquistati quasi diecimila cesti di Natale con i prodotti delle aree colpite dal sisma anche grazie all’enorme successo della vendita on line dal sito www.campagnamica.it mentre oltre 60mila italiani hanno assaggiato la caciotta della solidarietà, ottenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate di Norcia, Amatrice e Leonessa e il “cacio amico” fatto con il latte degli allevamenti marchigiani. Per aiutare le aree rurali è anche attivo uno specifico conto corrente denominato “COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi.