COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 23 gennaio 2018

23 Gennaio 2018
News La Forza del Territorio del 23 gennaio 2018

Primo piano

 

PIEMONTE

CIMICE ASIATICA: STUDIAMO COME COMBATTERLA

La Coldiretti regionale, insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino e al Gruppo Ferrero, ha istituito un osservatorio per allargare e approfondire la ricerca sulle strategie di lotta alla cimice asiatica.

 

L’insetto, con il nome scientifico di Halyomorpha halys, proveniente dall’estremo oriente ha trovato in Piemonte un ambiente favorevole alla sua diffusione. In questi ultimi anni si sono registrati danni ingenti su molte colture, con particolare criticità sul nocciolo.

“L’obiettivo ultimo è quello di mitigare e risolvere la criticità attraverso una serie di interventi che vanno dalla creazione di una rete di monitoraggio capillare sul territorio regionale, alla definizione di interventi di lotta integrata, fino alla possibile introduzione di agenti di biocontrollo – sottolineano Delia Revelli, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –  i lavori avviati lo scorso anno, finanziati dalla Fondazione CRC di Cuneo, proseguiranno fino al 2019.

Sicuramente ora è fondamentale la collaborazione di tutti, facendo sinergia, per mettere in campo studi e strategie appropriate, adottando i metodi più sostenibili, con una particolare attenzione all’ambiente e alla qualità dei prodotti. Debellare tale criticità consentirebbe alle nostre imprese di massimizzare le produzioni salvaguardando l’agricoltura Made in Piemonte”.

 

 

Dal territorio

 

PUGLIA, FAUNA SELVATICA: OLTRE 11MLN DI EURO DI DANNI ALL’AGRICOLTURA

 

“Abbiamo fatto pressing affinché si passasse dalle parole ai fatti sul delicato tema della fauna selvatica che mette a repentaglio l’incolumità pubblica e arreca danni al settore agricolo e le nostre istanze sono state accolte e fatte proprie del Presidente della IV^ Commissione consiliare che ha presentato una proposta di legge ad hoc che auspichiamo approdi senza indugio nella massima assise regionale per l’approvazione del Consiglio. Nel giro di dieci anni cinghiali e lupi sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti, come testimoniato dai frequenti incidenti stradali, anche con feriti gravi.

I numeri la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone.  Qualora le misure di prevenzione si rilevino inefficaci, dovrà, dunque, essere avviato un efficace controllo faunistico, tramite le attività di contenimento numerico, allontanamento e controllo della fauna selvatica, che si rendono necessarie per il soddisfacimento di un legittimo e primario interesse pubblico, tenendo conto, peraltro, dei principi di efficacia ed economicità delle modalità di attuazione, perseguendo il minimo impatto ecologico e prevedendo il ristoro dei danni”. E’ la posizione del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, sulla proposta di legge del consigliere Donato Pentassuglia su “Norme in materia di danni provocati dalla fauna selvatica, di tutela dell’incolumità pubblica e dell’ordine economico”, nel corso dell’audizione congiunta di IV e II Commissione consiliari permanenti.

La proposta di legge intende promuovere l’utilizzo di tutte le strategie venatorie ammesse dalla legge per una presenza delle specie compatibili con le esigenze ambientali, sociali ed economiche del contesto territoriale, con particolare riferimento alla salvaguardia delle colture agricole e forestali, prevenire i danni, riducendoli progressivamente – rileva Coldiretti Puglia – attraverso la fissazione di soglie massime di danno realistiche, garantire la pubblica incolumità, sia per chi pratica tali forme di caccia che per chi frequenta gli ambienti rurali, mediante la formazione dei soggetti abilitati al prelievo, effettuare le misurazioni biometriche sui capi abbattuti, anche al fine di valutare ogni anno il potenziale riproduttivo della popolazione locale.

“In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica. I cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali. Gli imprenditori agricoli, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati”.

Gli imprenditori agricoli vivono uno stato di malessere che cresce in misura esponenziale e la preoccupazione aumenta – denuncia Coldiretti Puglia – se si considera la capacità di adattamento di cinghiali e lupi ai cambiamenti ambientali, dato che sono comparsi anche in aeree da cui risultavano assenti da anni e stanno mettendo a rischio la stessa presenza e il lavoro degli agricoltori in molte zone della regione.

 

MOLISE, LEGGE SUL RIORDINO DEI CONSORZI DI BONIFICA: COLDIRETTI SODDISFATTA

 

Prime valutazioni di Coldiretti Molise in merito al riordino dei Consorzi di Bonifica molisani, che come noto è stato approvato grazie ad un emendamento presentato in sede di discussione della legge d bilancio. E sono tutte valutazioni positive. Coldiretti Molise, infatti, in questi ultimi anni ha sempre ritenuto che fosse necessaria la riorganizzazione dei consorzi, nonché la loro semplificazione sul piano numerico, al fine di renderli più efficienti e riducendone i relativi costi. La Regione Molise, nel procedere in questa direzione, peraltro concordata con l’Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane (Anbi), si è allineata alle altre Regioni italiane, le quali hanno tutte previsto la riduzione del numero dei consorzi di bonifica operanti sui loro rispettivi territori.

Nel caso della Regione Molise, inoltre, non solo detto provvedimento è stato previsto, ma è anche uno dei primi casi in cui è stato realizzato. I risultati saranno, come ci si auspica, sicuramente positivi. L’aver infatti riunificato i due consorzi operanti nel Basso Molise, più precisamente quelli di Termoli e di Larino, ha prodotto la creazione di un consorzio che, quando sarà nei prossimi mesi operativo, potrà finalmente avere le dimensioni territoriali ed organizzative di un medio consorzio di bonifica operante nel resto d’Italia.

Tutto ciò nell’ottica di una sensibile riduzione dei costi e di un più razionale utilizzo di risorse proveniente dal pagamento dei canoni a carico dei consorziati. Per non parlare poi di un più razionale utilizzo delle risorse pubbliche, che saranno ripartite per far fronte alle necessità organizzative del nuovo consorzio e di quello di Venafro, evitando lo spreco di una suddivisione del denaro pubblico tra le tre vecchie strutture con altrettanti livelli tecnico-burocratici.

I consorzi infatti devono, per essere veramente efficienti, essere concepiti in forma strettamente proporzionale alle effettive esigenze dei bacini territoriali in cui insistono, al fine di poter ridurre in modo significativo i costi di gestione che rimangono a carico dell’utenza e, indirettamente, della collettività.

In questi ultimi tempi pareva che l’attenzione fosse catalizzata soprattutto sulla localizzazione della sede amministrativa del nuovo costituendo organismo, e non piuttosto sulle funzioni che l’ente è chiamato a svolgere, ivi comprese quelle innovative previste dalla nuova norma. Coldiretti invece a partire dalle audizioni istituzionali a cui è stata invitata a partecipare, nonché nelle riunioni del tavolo verde appositamente convocate sulla materia, ha sempre posto l’accento sulla necessità di porre in essere una vera riorganizzazione dei consorzi che tenesse soprattutto presente il fine ultimo dato dalla necessità di offrire migliori servizi a costi possibilmente ridotti.

E questo nuovo strumento operativo evidenzia in maniera marcata, qualora ce ne fosse stato bisogno, il profilo imprenditoriale che deve necessariamente assumere la gestione di questi organismi. Coldiretti accoglie inoltre con soddisfazione la previsione della istituzione di un apposito fondo con il quale la regione si impegna ad intervenire per concorrere a coprire le perdite accumulate nelle ultime gestioni. Per tali motivi coldiretti Molise ringrazia personalmente gli 11 consiglieri che hanno messo direttamente la faccia nell’approvare con determinazione sabato scorso la legge.

 

MOLISE, LA TRECCIA DI SANTA CROCE DI MAGLIANO ALLA RIBALTA NAZIONALE

 

Sulla scia del grande successo riscosso dalla “Treccia di Santa Croce di Magliano” alla manifestazione nazionale sulle tipicità dei piccoli comuni d’Italia, organizzata dalla Coldiretti a Palazzo Rospigliosi a Roma, abbiamo incontrato Maria Antonietta Paladino, dell’azienda agricola Paladino di Santa Croce, artefice della splendida treccia di mozzarella per la quale anche il presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha avuto parole di elogio.

Trent’anni, laureata in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali, Maria Antonietta, dopo aver aderito ad un bando del Psr per il primo insediamento e l’ampliamento e miglioramento aziendale, è dal 2016 alla guida dell’azienda di famiglia che dirige con l’ausilio del fratello, della sorella e dei genitori.

Nello specifico Maria Antonietta si occupa della produzione e della commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari confezionati in azienda; un’azienda, quella dei Paladino, ubicata fra i comuni di Santa Croce di Magliano e San Giuliano di Puglia, con un’estensione di oltre 40 ettari coltivati a seminativi, tre a oliveto e con una stalla ci circa 30 capi da latte di razza “pezzata rossa”.

Tutti i capi vengono alimentati esclusivamente con le produzioni aziendali secondo la logica di una filiera a km zero. Il latte prodotto viene lavorato secondo la tecnica “a crudo” dando vita ad una variegata gamma di formaggi freschi, stagionati e a pasta filata, il cui fiore all’occhiello è la celebre “Treccia di Santa Croce”, saltata agli onori della cronaca nazionale grazie all’attenzione dedicatale da Coldiretti e dal presidente Moncalvo, che, alcuni giorni fa, in quei di Roma, intervistato da tutte le maggiori testate nazionali e locali ne ha tessuto le lodi anche per le sue peculiarità organolettiche. Peculiarità analizzate e divulgate dalla stessa Maria Antonietta nella sua tesi di laurea intitolata: “La Treccia di Santa Croce di Magliano: studio delle caratteristiche microbiologiche e tecnologiche di un prodotto tradizionale da valorizzare”.

Inserita nell'”Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise” la Treccia, vero e proprio prodotto autoctono, veniva anticamente preparata dalle donne del paese solo in occasione dei festeggiamenti della Madonna dell’Incoronata, l’ultimo sabato di Aprile. Oggi invece, grazie all’impegno ed alla caparbietà di Maria Antonietta e della sua famiglia, è possibile trovarla ogni giorno nel laboratorio caseario aziendale a Santa Croce, in molti punti vendita del basso Molise e ordinarla, nelle sue varie dimensioni, per farla giungere in ogni parte d’Italia, essendo il laboratorio di Santa Croce l’unico in paese ad aver valorizzato il prodotto commercializzandolo.

La tradizione vuole che la treccia venga portata a tracolla, come ornamento per i pastori e gli animali in procinto di ricevere la benedizione. Un rito di ringraziamento alla Vergine e di buon auspicio per l’andamento delle produzioni agricole e zootecniche di cui la treccia ne costituisce il simbolo e la sintesi.

Un esempio positivo, quello di Maria Antonietta, che fa riflettere su come i giovani possano sfruttare con passione e impegno le potenzialità dell’agroalimentare restando nella propria terra d’origine, riscoprendone le peculiarità e valorizzando antiche tradizioni. Prossimo passo dell’azienda Paladino, annuncia Maria Antonietta, sarà l’ampliamento dell’azienda con l’aumento di capi per avere una maggiore quantità di latte al fine di incrementare la produzione del laboratorio caseario.

 

TOSCANA; “MADE IN ITALY” CON ‘OCCHI A MANDORLA’

 

Ad aprire la strada è stato il Trattato di libero scambio con il Canada dove sono falsi quasi nove formaggi di tipo italiano in vendita su dieci. L’accordo con il Paese Nordamericano (CETA) ha legittimato per la prima volta nella storia dell’Unione Europea le imitazioni del Made in Italy che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele. L’accordo è già entrato in vigore a livello europeo il 21 settembre 2017, anche se in via provvisoria, ma il nuovo Parlamento italiano che uscirà dalle elezioni ha la possibilità di non ratificarlo. Un precedente che è stato subito recepito nell’accordo definitivo tra l’Unione Europea e Giappone che autorizza per i prossimi anni la produzione e vendita di Asiago, Fontina e Gorgonzola Made in Japan ma anche di copie locali con i nomi ”grana’, ”’padano”, ”romano’, “provolone”, “mortadella” e il preoccupante via libera totale al Parmesan dagli occhi a mandorla. Adesso è la volta dell’accordo con i Paesi del Mercosur di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay dove la produzione locale del falso è tra i più fiorenti del mondo Sulle 291 denominazioni italiane Dop/Igp riconosciute dall’Unione Europea è stata prevista una lista di appena 57 tipicità da tutelare.

“Con questi accordi stiamo svendendo il settore agroalimentare nazionale come merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale” ha affermato il presidente della Coldiretti Toscana Tulio Marcelli, nel sottolineare che “si rischia di svendere l’identità dei territori come quelli toscani che rappresentano un patrimonio di storia, cultura, e lavoro conservato nel tempo da generazioni di agricoltori”.

“Non siamo contrari ai trattati, ma occorre che in questi sia riservata alle produzioni agroalimentari una particolare attenzione che ne tuteli la distintività – dice Antonio De Concilio direttore regionale di Coldiretti Toscana – e possa garantirne la salubrità, la protezione dell’ambiente e la libertà di scelta dei consumatori. Il Ceta ed i successivi accordi non eliminano l’ambiguità in cui versano le indicazioni geografiche italiane – precisa De Concilio – al contrario intervengono a vantaggio delle lobby industriali”.

 

CALABRIA, FORUM BONIFICHE: SERVIZI, INVESTIMENTI E SOSTENIBILITÀ, SFIDE E PRIORITÀ 

 

Al Forum Regionale della Coldiretti Calabria che si e svolto a Campora San Giovanni – Amantea (Cosenza) l’ottava edizione del Forum Bonifiche e irrigazioni organizzata in collaborazione con Anbi Calabria ha proiettato lo sguardo in avanti. Già il tema “Servizi, investimenti e sostenibilità sono le sfide e le priorità” è indicatore di concretezza e così è stato.

Il Presidente Anbi Calabria Marsio Blaiotta, ha rivendicato l’azione dei Consorzi nella gestione dell’acqua in un periodo siccitoso. “L’impegno – ha affermato – deve indirizzarsi sul completamento delle opere ed invasi non completati e/o collaudati, il 2018 deve essere un anno importante. La sostenibilità economica dei Consorzi è un lavoro che sta proseguendo e su questo ci confronteremo con l’ANBI Nazionale. Sarà ancor più incentivata la collaborazione con l’Università per spingere ancor di più su ricerca e innovazione”. Il Presidente Blaiotta ha assicurato il massimo impegno per i crediti che i Consozi vantano dalla Regione sui quali non si esclude un’azione incisiva fatta insieme a Coldiretti.  Benito Scazziota, Coordinatore Area Agraria e tutela ambientale e Risparmio idrico dell’Anbi Calabria, in chiave tecnica ha rilevato che “l’acqua irrigua da spreco deve essere risorsa strategica. Poiché indicatore di vocazionalità e competitività sostenibile.  I canoni sono: la centralità dell’azienda agricola moderna, il monitoraggio della risorsa idrica, e quindi la sua ottimizzazione e risparmi e questo obbliga ad un regolamento regionale per l’utilizzo dell’acqua irrigua e alla tariffazione della stessa a consumo.

Oggi in Calabria la superficie irrigua dominata è di Ha 114.612, quella attrezzata: Ha 86.847 e la superficie irrigua servita: Ha 29.111. Quindi dobbiamo colmare questo gap muovendoci in un contesto normativo e tecnico-finanziario che intercetta le risorse del PSR, PSRN, Strategia Energetica Nazionale (SEN), #Salvaitalia e Piano Invasi. Le linee operative per il sistema irriguo – ha concluso – devono prevedere: aggiornamento dei fabbisogni irrigui delle aree agricole, l’aggiornamento della cartografia climatica della Calabria, la carta delle vocazionalità territoriali, il monitoraggio e verifica delle capacità di raccolta e invaso del ciclo dell’acqua e il catasto delle opere idrauliche”.

Giovanni Aramini Dirigente del Dipartimento Regionale Ambiente e Territorio, ha messo l’accento sul coordinamento e indispensabile dialogo tra Ambiente e agricoltura. “Le aree agricole sono un valore aggiunto all’interno dei 70 siti (178 in totale) di interesse comunitario – ha detto – che ci sono in Calabria. Le azioni di tutela possono svolgerle i Consorzi come previsto dall’art, 16 della l.R. 11/2003. Il Dipartimento ha emanato un bando rivolto specificatamente ai Consorzi di Bonifica che ha avuto successo”.

Roberto Torchia Vice Presidente regionale dell’ANBI, con un rigoroso intervento ha rivendicato la visione futura che in questi anni i Consorzi hanno portato avanti, con una approccio alla gestione dei beni collettivi responsabile ed incisiva che può essere presa come esempio. “Quello che è stato fatto si interseca in modo moderno con il Progetto che abbiamo delineato con Coldiretti. Cibo e cambiamenti climatici, ci impongono di gestire la risorsa idrica, di fare nuovi investimenti e rammodernare la rete irrigua ormai vetusta. La rivisitazione della gestione dei laghi silani, che risale al 1968 va rivista proprio alla luce che l’acqua è risorsa indispensabile per l’agricoltura.  Sulla sostenibilità dei Consorzi, siamo pronti a ragionare con dignità e cognizione con la Regione Calabria. Anche sul piano delle tecnicalità e procedure amministrative abbiamo fatto passi avanti ragionando in termini di sistema (Bilancio, trasparenza nelle varie accezioni, Piani di Classifica)”. 

Angelica Catalano Direzione Generale Dighe e infrastrutture idriche del MiT ha illustato il sistema delle dighe calabresi insistendo sulla sicurezza e sulla necessità di portare a termine il sistema autorizzatorio per le incompiute. Domenico Bevacqua presidente della commissione Consiliare Ambiente, ha evidenziato il grande lavoro sinergico fatto in commissione sui Piani di Classifica. Si è dichiarato estremamente d’accordo con Coldiretti che mette in campo strumenti di programmazione e non pensa solo all’emergenza. “I Consorzi – ha affermato – proprio alla luce delle cose che quest’oggi stanno emergendo, devono avere un nuovo ruolo e quindi la soluzione ad alcuni temi è anche la sfida di una riforma dei Consorzi di Bonifica per renderli protagonisti”.

Riconoscendo il significativo ruolo dei Consorzi calabresi e assicurando sempre il sostegno dell’ANBI, il Presidente Nazionale dell’ANBI Francesco Vincenzi ha definito l’azione dei Consorzi una sfida culturale poiché “è anacronistico sentire che l’agricoltura consuma acqua: è il contrario la riutilizza per il cibo e la preserva. Oggi il confronto con gli attori del territorio è essenziale. Territorio, cambiamenti climatici e agroalimentare di qualità – ha aggiunto – sono i punti di forza dei Consorzi di Bonifica testimonianza della modernità degli Enti di Bonifica che sono in sintonia con le esigenze degli agricoltori e dei cittadini nella salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità e del reddito delle imprese. 

Le due sfide che bisogna affrontare – ha proseguito il leader dell’ANBI – sono i cambiamenti climatici e la difesa del suolo con una rivisitazione della legislazione che è ormai datata.  Vincenzi ha affermato altresì “che le incompiute, sulle quali l’ANBI ha aperto il dibattito devono essere realizzate. Occorre implementare la rete irrigua, infrastruttura strategica per il futuro del Paese. Per questo, è necessario non solo rendere celermente operativi i 300 milioni del Piano Irriguo Nazionale, cui aggiungere i 295 in parte destinati dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (C.I.P.E.), ma destinare ulteriori investimenti, capaci di ampliare e ammodernare le reti secondo i principi dell’ottimizzazione d’uso della risorsa acqua. In questo quadro rientra anche il Piano Nazionale Invasi, proposto da ANBI ed assunto nella Legge di Stabilità. I Consorzi – ha proseguito- hanno le idee chiare e consapevoli delle sfide, con risorse proprie stanno progettando appunto le infrastrutture irrigue con impianti e sistemi di ottimizzazioni dell’uso dell’acqua all’avanguardia, sia in termini di invasamento dell’acqua che di ottimizzazione nella distribuzione. L’azione politica deve sostenere questa impostazione poichè la rete dei Consorzi calabresi, con i suoi validi dirigenti, è elemento cardine per lo sviluppo della Regione”.

“La sfida sui Consorzi è quella della concretezza e consapevolezza e noi l’abbiamo fatto – ha illustrato Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – l’autogoverno è una conquista e noi dobbiamo riempirlo sempre di grande significato. I dirigenti Coldiretti credono e sono impegnati in questo progetto che è chiaro e trasparente. Adesso è il momento di una visione strategica con una interlocuzione profonda, forte e continua perché il progetto di investimenti che proponiamo può creare 40mila posti di lavoro. Non ci basta quello che abbiamo fatto, dobbiamo continuare. Certo ci aspettiamo risorse importante da parte della Regione per i Consorzi di Bonifica.

Al Forum è intervenuto anche il Presidente della Regione Mario Oliverio che ha assicurato un confronto sul binario della positività e costruttività liberandosi da pregiudizi e atteggiamenti precostituiti. Un confronto nel merito sulle questioni aperte e anche per quanto riguarda le risorse idriche con il coinvolgimento di tutti i Consorzi. “L’incontro che si è svolto a Crotone il 31 luglio scorso “Aprire i cantieri dell’acqua e.riparte la Calabria” organizzato da ANBI e Coldiretti – ha affermato – è stato molto positivo poiché ha messo al centro la necessità di una programmazione, pianificazione e investimenti sulla risorsa idrica”. Il Governatore della Regione, ha riferito sulla riunione di qualche giorno fa al Ministero delle Infrastrutture specifica per la Calabria proprio sul Piano degli Invasi. Anche sulla difesa idrogeologica e difesa del suolo, Oliverio ha promesso attenzione per i Consorzi, alla luce anche dello sblocco dei fondi assicurato dal Ministro Martina. 

 

PIEMONTE, RISO: CONTRO IMPORT ETICHETTATURA D’ORIGINE PER SCELTE CONSAPEVOLI 

 

In Italia, nell’ultimo anno, sono aumentare del 736% le importazioni di riso dalla Birmania, paese dal quale la minoranza Rohingya è stata costretta a fuggire a causa della violenta repressione da parte del governo che ha causato 6.700 vittime secondo Medici senza Frontiere.

E’ quanto denuncia Coldiretti, alla vigilia dell’entrata in vigore a febbraio dell’etichetta di origine per il riso, sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2017 in occasione Forum sul Riso europeo che si è tenuto a Bruxelles.

“Come già abbiamo sollecitato più volte, chiediamo all’Ue l’immediata adozione di misure di salvaguardia nei confronti dell’importazione di riso greggio asiatico che gode del regime particolarmente favorevole praticato nei confronti dei Paesi Meno Avanzati (accordo EBA), che prevede la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero – spiegano Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo, Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -.

Il risultato di queste importazioni massicce è che un pacco di riso su quattro venduto contiene prodotto straniero con le quotazioni del riso italiano per gli agricoltori che sono crollate mentre al consumo i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili. Un inganno che sarà finalmente possibile smascherare, a partire da febbraio, con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza. Un provvedimento che consente, oltretutto, al consumatore di fare scelte di acquisto consapevoli e di decidere se comperare il riso ottenuto in Paesi lontani con lo sfruttamento delle persone e dell’ambiente o quello coltivato in modo sostenibile dai nostri risicoltori. Ricordiamo – concludono – che il Piemonte resta la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende”. 

 

NOVARA-VCO, MAI COSI’ TANTA FRUTTA E VERDURA IN TAVOLA: PIACE AI GIOVANI

 

Mai così tanta frutta e verdura sulle tavole dei consumatori. E’ record da inizio secolo con un aumento dei consumi per un quantitativo pari a circa 8,5 milioni di tonnellate nel 2017, superiore del 3 % all’anno precedente. Dati nazionali che trovano piena corrispondenza nelle nostre province, dove pure ha inciso il successo della rete dei Mercati Agricoli e punti di vendita diretta di Campagna Amica, che offrono ai cittadini la possibilità di approvvigionarsi di prodotti freschi e di stagione. E’ quanto stima la Coldiretti interprovinciale nell’evidenziare la decisa svolta salutistica favorita anche da nuove modalità di consumo.

I numeri dell’ortofrutta a Novara-Vco – In tutto, nelle due province le coltivazioni frutticole si estendono su 48 ettari nel Novarese e 7 nel Vco. Relativamente alle orticole, nel Novarese si contano 95 ettari di legumi (esclusa la soia) e 45 comprendenti orticole e patate: 3 in tutto nel Verbano Cusio Ossola. In Ossola si sta, peraltro, riprendendo la coltivazione delle varietà storiche di mele e patate, con diversi progetti in itinere.                                                                            

Frutta e verdura: piacciono anche ai giovani – Con una netta inversione di tendenza rispetto al passato, l’andamento positivo dei consumi è spinto soprattutto alle preferenze alimentari dei giovani che fanno sempre più attenzione al benessere a tavola. Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che la frutta e verdura è la principale voce di spesa degli italiani per un importo di 102,33 euro a famiglia che è pari a circa ¼ del totale (23%). Il cambiamento degli stili di vita ha fatto lievitare la domanda di cibi più genuini come l’ortofrutta, che ha conquistato la base della piramide alimentare, con un consumo consigliato di almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. A spingere la domanda è anche la rivoluzione in atto sulle tavole degli italiani dove l’affermarsi di smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o anche a casa grazie alla disponibilità di tecnologie casalinghe low cost, dalle centrifughe agli essiccatori. Una tendenza che però cambia anche i criteri di scelta degli acquisti: secondo lo studio del Crea, Alimenti e Nutrizione – riferisce la Coldiretti -, il 64% dei consumatori ritiene che la freschezza sia l’elemento principale nell’acquisto delle verdure, seguito dalla stagionalità (51,4%) e dal prezzo conveniente (31,7%).

Come acquistare frutta e verdura: i consigli di Coldiretti – Effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo,  scegliere i frutti con il giusto grado di maturazione, non appassiti, con aspetto turgido e non eccessivamente necrotizzati nei punti di taglio, verificare l’etichettatura e preferire le produzioni e le varietà locali da acquistare direttamente dai produttori o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica (sul territorio a Novara, Galliate, Nebbiuno, Oleggio e Trecate) che, non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto durano di più; ancora, preferire varietà di stagione che hanno tempi di maturazione naturali e  prediligere, compatibilmente con le esigenze, frutti interi che si conservano più a lungo. Questi alcuni dei consigli della Coldiretti che suggerisce anche a casa di porre la frutta lontana da fonti di calore e stesa sul contenitore per evitare ammaccature e sviluppo di marcescenze.

 

VICENZA, I PRODOTTI VICENTINI CONQUISTANO IL TRISTE PRIMATO DEI TAROCCHI DOC

 

Con gli accordi di libero scambio l’Unione Europea legalizza dal Canada al Giappone fino ai Paesi sudamericani del Mercosur, l’agropirateria internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro con i tarocchi dei prodotti alimentari Made in Italy. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della presentazione del XV Rapporto Ismea – Qualivita 2017 sui prodotti Dop/Igp dal quale si evidenzia che il sistema italiano di qualità “Food and wine” conta su 818 specialità tutelate che sviluppano un valore alla produzione di 14,8 miliardi con un aumento del 6% su base annua e del 70% in 10 anni. “Il valore delle esportazioni del sistema nazionale di qualità “Food and Wine” è pari a 8,4 miliardi, ma all’estero – spiegano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre, che utilizzano impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale”. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati c’è anche il formaggio Asiago, in buona compagnia con Parmigiano Reggiano e Grana Padano, Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano o la Fontina. Con i formaggi ci sono i salumi più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, spesso “clonati”, ma anche gli extravergini di oliva e le conserve come il Pomodoro San Marzano. “Ad aprire la strada – sottolineano Cerantola e Palù – è stato il Trattato di libero scambio con il Canada, dove sono falsi quasi nove formaggi di tipo italiano in vendita su dieci. L’accordo è già entrato in vigore a livello europeo il 21 settembre 2017, sebbene in via provvisoria, ma il nuovo Parlamento italiano che uscirà dalle elezioni ha la possibilità di non ratificarlo”. La situazione è ancor più preoccupante nel negoziato in corso con i paesi del mercato comune dell’America meridionale, di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur). Sulle 291 denominazioni italiane Dop/Igp riconosciute dall’Unione Europea è stata prevista una lista di appena 57 tipicità da tutelare, ma su 30 di queste sono state già presentate opposizioni, a partire dal Parmigiano Reggiano. “È inaccettabile che il settore agroalimentare sia trattato dall’Unione Europea come merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale ed ambientale – concludono Cerantola e Palù – al punto che si rischia di svendere l’identità dei territori che rappresentano un patrimonio di storia, cultura, e lavoro conservato nel tempo da generazioni di agricoltori”.

 

PUGLIA, LAVORO: + 7% GIORNATE LAVORATE IN 3 ANNI; TASSAZIONE PIU’ ALTA D’EUROPA

 

In Puglia in 3 anni sono aumentate, secondo i dati contenuti nel ‘Libro bianco sul lavoro’ elaborato da Coldiretti Puglia, del 7 percento le giornate di lavoro, passate da 14,6 milioni del 2014 a 15,7 milioni del 2016, mentre il numero delle aziende assuntrici di manodopera è aumentato di 182 unità.

“Ciò dimostra che – ha spiegato Responsabile Nazionale Lavoro e Relazioni Sindacali di Coldiretti, Romano Magrini – l’agricoltura nel Mezzogiorno è oggi capace di offrire prospettive di lavoro in un comparto strategico per l’economia del Paese. In uno scenario reso sfavorevole da crisi di mercato, accordi internazionali negativi, clima impazzito con bruschi cambiamenti delle condizioni meteorologhe, il mondo economico e lavorativo nel suo complesso va accompagnato da azioni concrete, perché le imprese agricole hanno bisogno dei lavoratori e di condizioni di mercato del lavoro che siano realmente sostenibili. Gli operai agricoli hanno bisogno di lavoro certo, salari realmente e correttamente retribuiti a condizioni eque”. Coldiretti sta cercando di creare una stretta connessione tra il contratto nazionale e il contratto provinciale di riferimento “perché rispetto al passato – ha aggiunto Magrini – è cresciuto il peso del secondo livello di contrattazione proprio per tenere conto dei diversi contesti di mercato del Paese e dei costi della vita sensibilmente diversi da una provincia all’altra. In Italia, poi, la tassazione sul lavoro stagionale è più alta di quella che esiste in Paesi come Francia e Spagna”.

E’ cresciuto, tra l’altro, nel primo semestre del 2017, di un ulteriore 6,6% in Puglia il numero delle imprese agroalimentari under 35 sul totale delle aziende agricole, secondo i dati di Unioncamere, con 5544 giovani ‘innovatori’ che in agricoltura sono riusciti a rappresentare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari e attivisti, alimentando una speranza rispetto ai tanti giovani costretti a cercare lavoro all’estero.

“Il risultato è che le aziende agricole dei giovani settore – ha aggiunto il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento rispetto alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento e il 50 per cento di occupati per azienda in più. A caratterizzare le imprese giovanili del è anche il fatto che a 15 anni dall’approvazione delle legge di orientamento in agricoltura, fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato le campagne, i giovani hanno interpretato in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale e oggi il 70 per cento delle imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili”.

La provincia di Bari, con una crescita del 7,2% rispetto al totale dell’agroalimentare pugliese e 2054 giovani agricoltori in più nel primo semestre 2017 e Foggia, con un aumento del 6,5% e una crescita in valori assoluti di 1713 imprese under 35, rientrano a pieno titolo nella top ten nazionale, a testimoniare il processo di svecchiamento che il settore agricolo sta vivendo da anni e tutto ciò – rileva Coldiretti Puglia – quando ancora non era operativo il Bando del PSR Puglia destinato alle giovani imprese agricole.

Le imprese condotte da donne in Puglia sono aumentate di 2.307 unità in 3 anni dal 2014 al 2017, secondo i dati dell’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere. In agricoltura le aziende rosa, più giovani di quelle condotte da uomini, superano il 24%, ossia 1 impresa su 4 è donna.

“Le imprese rosa in Puglia battono, dunque, la crisi con un andamento superiore alla media – ha incalzato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti –  perché risultano capaci di adeguarsi alla richieste del mercato e dei consumatori, cambiando, se necessario, addirittura attività produttiva. La riprova è nella presenza massiccia nei Mercati e negli Agriturismi di Campagna Amica, dove fanno la differenza in termini di accoglienza e capacità di vendita. Si tratta di esperienze nate autonomamente dietro forti personali motivazioni etiche, sociali, civili, di imprenditori che stanno portando avanti una funzione di interesse collettivo, assumendo manodopera, in uno scenario in cui spesso l’assenza di normative regionali di riferimento impedisce il loro riconoscimento e conseguentemente causa la difficile misurazione quantitativa di queste realtà”.

I dati statistici dimostrano che l’occupazione al femminile in agricoltura non è vista come la semplice perpetuazione di una tradizione o, peggio, come un ripiego occupazionale di scarso pregio, piuttosto come una scelta di lavoro ponderata.

 

EMILIA-ROMAGNA,SCUOLA DIGITALE: 3.000 KG DI PERE COLDIRETTI A RASSEGNA “FUTURA”

 

Tremila chilogrammi di pere di “FruttaAmica” sono fornite da Coldiretti Emilia Romagna ad alunni e insegnanti che sono intervenuti a “Futura”, la festa del Piano Nazionale per la Scuola Digitale, che si è svolta a Bologna lo scorso fine settimana, promosso dal Ministero dell’Istruzione per fare il punto sui temi del Piano nazionale scuola digitale e sulla sua attuazione, a due anni dall’introduzione con la legge 107 del 2015. In collaborazione con l’Istituto Alberghiero Scappi di Castel San Pietro le pere sono state distribuite nel packed lunch ai 2.400 alunni e ai professori impegnati nei lavori della tre giorni in cui sono state presentate e raccontate le migliori esperienze delle scuole italiane con l’intervento del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

La manifestazione è stata l’occasione per promuovere Coldidattica, l’associazione che raggruppa 25 aziende agricole, che attraverso il progetto #Ilcibogiusto4.0 vuole promuovere un percorso di crescita e specializzazione verso forme di pedagogia attiva sempre più attuali e innovative. È stata anche l’occasione per creare una community su supporti digitali provvisori del sito Coldiretti Emilia Romagna e su Facebook che poi verrà traslata sulla piattaforma digitale e social definitiva ad aprile.

 

UMBRIA, RAPPORTO QUALIVITA 2017 E IMPATTO TERRITORIALE DEL FOOD DOP E IGP

 

L’impatto territoriale del Food DOP e IGP in Umbria nel 2016, certificato con 9 filiere, ha generato un valore alla produzione di 42 milioni di euro (pari allo 0,6% del totale nazionale), che ricadono perlopiù nella provincia di Perugia (39 milioni di euro) e in misura minore in quella di Terni (3 milioni di euro), dodicesima regione per impatto economico.

Sono alcuni dei numeri delle produzioni di qualità in Umbria secondo l’analisi di Coldiretti sulla base del XV Rapporto Ismea – Qualivita 2017 sui prodotti Dop/Igp presentato oggi, dal quale si evidenzia che il sistema italiano di qualità “Food and wine” conta su 818 specialità tutelate che sviluppano un valore alla produzione di 14,8 miliardi di euro.

Come si evince dal Rapporto – spiega Coldiretti – l’Umbria conta 30 prodotti DOP IGP dei comparti Food (9) e Wine (21). Per il primo comparto, le denominazioni principali sono Prosciutto di Norcia IGP (con 26 milioni di euro di valore alla produzione), Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP (10 milioni di euro) e Olio extravergine Umbria DOP (5 milioni di euro).

Le 21 denominazioni del comparto Wine invece – riferisce Coldiretti – generano 29 milioni di valore del vino sfuso (pari allo 0,9% del totale nazionale), quasi equamente suddivisi fra le due province: Umbria IGP (13 milioni di euro), Orvieto DOP (8 milioni di euro) e Montefalco DOP (3 milioni di euro) sono i principali prodotti del comparto.

Nel Food di particolare rilievo il settore delle carni fresche, con Perugia prima nella classifica delle venti province del 2016 con il maggior impatto economico Dop-Igp, per un valore di 7,8 milioni di euro e Terni tredicesima con 2,2 milioni di euro.

Un’offerta – conclude Coldiretti – resa possibile anche grazie al lavoro degli agricoltori che hanno salvato dall’estinzione molti prodotti e li hanno riportati sulle tavole dei consumatori, grazie pure alla rete di vendita diretta dei mercati, delle botteghe e dei punti di Campagna Amica.

 

BERGAMO, DANIELE FILISETTI RICONFERMATO A GUIDA DI COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA

 

Daniele Filisetti, 26 anni, perito agrario, allevatore di Endine Gaiano (Bg) è stato riconfermato per il prossimo quinquennio alla guida di Coldiretti Giovani Impresa Bergamo. Appassionato alla produzione di formaggi, Filisetti con i suoi familiari gestisce un’azienda agricola zootecnica con un caseificio annesso e ogni giorno trasforma parte della produzione di latte in una vasta gamma di prodotti di qualità, dai formaggi agli yogurt fino al gelato in diversi gusti.

“Ringrazio per la fiducia che ancora una volta mi è stata accordata – afferma Filisetti – e mi impegnerò ancora di più per dare un seguito costruttivo al percorso che ho intrapreso con il precedente mandato. Coldiretti ha dimostrato più volte di credere nei giovani, sostenendoli e valorizzandoli in molti modi, sono orgoglioso di poter dare il mio contributo a questo processo che sta traghettando la nostra agricoltura verso il futuro”.

I Giovani di Coldiretti Bergamo sono sempre più attenti alla reinterpretazione in chiave moderna dell’attività agricola e in occasione dell’Assemblea Elettiva Provinciale si sono voluti confrontare con due temi di grande attualità, trasversali alla vocazione agricola del territorio bergamasco e agli interessi dei giovani che stanno ritornando alla terra. Da un lato l’attenzione alle nuove tecnologie in un settore tradizionale come quello della zootecnia da latte, dall’altro le opportunità legate alla coltivazione della frutta che sta riscuotendo un interesse sempre più marcato.

“Per quanto riguarda la zootecnia – sottolinea Filisetti –  abbiamo affrontato un argomento attuale e strategico, perché per gli allevatori è importante puntare verso una maggiore qualificazione delle comparto e proseguire il processo di rinnovamento che sta interessando una delle attività più significative del nostro territorio. La frutticoltura invece negli ultimi anni è stata riscoperta e si sta man mano sviluppando, coinvolgendo un numero crescente di giovani, complice anche il veloce cambiamento degli stili di vita che ha fatto lievitare la domanda di frutta. E’ importante però fare le giuste scelte di coltivazione per avviare attività competitive ed economicamente sostenibili”. 

E’ stato invece completamente rinnovato il Comitato Giovani Impresa Bergamo che affiancherà Daniele Filisetti per i prossimi 5 anni: sono stati eletti Adriano Galizzi, 28 anni di Leffe e Davide Facchinetti, 25 anni di Treviglio. Entrambi sono stati nominati anche vicedelegati. Completano la squadra Matteo Locatelli 27 anni di S. Omobono Imagna, Andrea Oberti 20 anni di Bracca, Cristian Ambrosini 21 anni di Romano di Lombardia, Rolando Personeni, 27 anni, di Brembate Sopra.

La “task force” dei giovani di Coldiretti Bergamo – Delegato – Daniele Filisetti, 26 anni, perito agrario, di Endine Gaiano. Con la sua famiglia conduce l’azienda agricola “Filisetti Dino” ad indirizzo lattiero-caseario e trasforma nel caseificio aziendale parte della produzione di latte. Da sempre la sua passione è la caseificazione, un’arte in cui si è preparato facendo diversi corsi di formazione. Realizza diverse tipologia di formaggio, yogurt e gelato che vende direttamente nello spaccio aziendale o nei mercati di Campagna Amica. Gli piace molto sperimentare, coniugando la tradizione con l’innovazione. L’ultima sua creazione è la formaggella aromatizzata al bambù.

Vicedelegato – Adriano Galizzi, 28 anni, ingegnere gestionale, di Leffe. Coltiva con metodo biologico il Mais Spinato di Gandino ed altre varietà antiche, che poi trasforma in gallette a chicco intero e con cui fa realizzare farina per polenta e vari prodotti da forno. Da poco coltiva anche le patate. Molto attento non solo alla qualità della produzione ma anche al marketing, vende i suoi prodotti nei mercati e anche attraverso l’ecommerce, mettendo a frutto una collaborazione con il Politecnico di Milano da cui è nata l’idea di presentarsi al consumatore legando il prodotto ad una ricetta specifica. 

Davide Facchinetti, 25 anni, perito agrario, di Treviglio. E’ coadiuvante nell’azienda agricola di famiglia “Az. Agr. Facchinetti Eliseo”, un allevamento di 800 bovini da carne che conta anche 80 ettari di terreno prevalentemente coltivato a mais, un impianto di biogas di 100 kw che ottimizza i reflui aziendali e un impianto fotovoltaico di 450 kw che sfrutta la superficie dei tetti degli edifici aziendali.

Cristian Ambrosini, 25 anni, perito meccanico, di Romano di Lombardia. Con i fratelli gestisce l’azienda agricola “Ambrosini Fratelli”, un allevamento di bovine da latte di razza frisona, di cui 200 in lattazione. Il suo ruolo in azienda è soprattutto quello di gestire l’impianto di biogas di 600 kw che raccoglie i liquami di 12 aziende agricole della zona riunite in cooperativa.

Rolando Personeni, 25 anni, perito agrario, di Brembate Sopra. E’ impegnato come coadiuvante nell’azienda agricola di famiglia “Agriturismo La Cascina” una realtà che propone la tradizionale cucina casalinga basata sulla produzione aziendale. L’attività è completata da 40 ettari coltivati a foraggere, un allevamento di circa 200 capi, di cui 80 bovine frisone in lattazione e 40 capi da carne.  

Andrea Oberti, 20 anni, diploma in enogastronomia, di Bracca. E’ titolare di un allevamento di 30.capre da latte di razza Camosciata delle Alpi. Nel suo caseificio aziendale produce una vasta gamma di formaggi a latte crudo che vende direttamente in azienda: caprini freschi e stagionati, formaggelle, stracchini, tomini, ricotta e blu di capra.

Matteo Locatelli, 29 anni, perito agrario, di S. Omobono Imagna. E’ titolare dell’azienda agricola “S. Anna” specializzata nella produzione di diverse varietà di frutta dalle pesche alle ciliegie fino alle albicocche. Coltiva in idroponica anche le fragole e ha un laboratorio di trasformazione della frutta. Possiede anche numerosi alveari per la produzione di miele, polline e propoli. E’ stato uno dei primi a livello provinciale a proporre l’esperienza dei frutteti aperti per la raccolta “fai da te” delle ciliegie (pik your own).

 

PISTOIA, CINGHIALI SUI BINARI: BLOCCATO TRENO TRA PISTOIA E MONTECATINI

 

Stanno anche sui binari, bloccando treni, rendendo pericolosa la circolazione e creando disagi a passeggeri e ferrovieri. I cinghiali sono sempre più un pericolo per i cittadini, oltre che una morbo per gli agricoltori che vedono vigneti, campi di mais e di patate, in pianura, collina e montagna devastati dalle incursioni di ungulati, cinghiali in primis. È la denuncia di Coldiretti Pistoia a commento dell’ennesimo fatto di cronaca che testimonia come il numero di cinghiali sia assolutamente fuori controllo. Stante alle testimonianze dei passeggeri – spiega Coldiretti Pistoia – due cinghiali sono stati investiti, bloccando la linea ferroviaria tra Pistoia e Montecatini. Lunedì 22 gennaio attorno alle 19 i pendolari del treno 3082, diretti verso Montecatini hanno sentito un gran botto a cui è seguita la lunga frenata del regionale. Allarme tra i passeggeri e gli operatori Trenitalia, che vedendo sangue sulla motrice del treno hanno bloccano il convoglio prima di Serravalle Pistoiese per verificare. Non si trattava di un uomo, per fortuna, ma di due cinghiali. Tutto è finito con un’arrabbiatura per il ritardo da parte dei passeggeri, un’ora e venti minuti per arrivare da Pistoia a Montecatini Terme.

“In questi anni i cinghiali – spiega Coldiretti Pistoia – hanno mangiato castagne e patate sulla montagna pistoiese, devastato campi di mais in Valdinievole, mangiato uva nelle vigne in collina. Ormai pascolano liberamente, insieme a caprioli ed altri ungulati nei vivai della piana pistoiese. E mettono in pericolo la vita di tutti noi, quando viaggiamo in macchina e pure in treno. La misura è colma. Le aziende agricole sono diventate dei ristoranti per cinghiali, daini e caprioli, di questo passo rischiamo l’estinzione dell’agricoltura: questo non lo permetteremo”.

 

 

Appuntamenti

 

BASILICATA: A POTENZA MOBILITAZIONE COLDIRETTI DAVANTI ALLA SEDE DELL’UECA

Mercoledì 24 gennaio

 

E’ in programma per domattina, 24 gennaio, a Potenza, a partire dalle 10, in corso Garibaldi, dinnanzi alla sede Ueca  (a pochi metri dal comando provinciale della Guardia di Finanza)  il presidio organizzato da Coldiretti Basilicata per chiedere all’Ufficio erogazioni comunitarie in agricoltura lo sblocco di ingenti risorse destinate agli agricoltori lucani. Al sit in, che andrà avanti ad oltranza fino a quando non arriveranno risposte realmente concrete, è prevista la partecipazione di numerosi coltivatori provenienti da tutta la Basilicata pronti a chiedere il rispetto di un loro diritto.

 

PUGLIA: PRESENTAZIONE DEL ‘LIBRO BIANCO’ SU LAVORO NELLE CAMPAGNE

Oggi

 

Le opportunità offerte dal lavoro agricolo in agricoltura e l’evoluzione dei rapporti lavoristici tra datori di lavoro e operai saranno oggi, 23 gennaio 2018, al centro del focus con le imprese agricole, organizzato da Coldiretti Puglia, in Via Amendola 205/3, alle ore 16,00.

Con un balzo del 5,1% delle ore lavorate è l’agricoltura a far registrare la maggiore crescita tra tutti i settori produttivi nel periodo fra il 2013 e il 2016. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti del Rapporto sul mercato del Lavoro messo a punto da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal che registra una crescita del 2,3% delle ore lavorate nel complesso dell’economia. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – della conferma della dinamicità del settore che è stato capace anche di attrarre moltissimi giovani sia per fare una esperienza di lavoro come dipendenti che per esprimere creatività imprenditoriale.

Alla presenza dei quadri dirigenti di Coldiretti Puglia, guidati da Direttore e Presidente regionali, Angelo Corsetti e Gianni Cantele, sarà il Responsabile Nazionale Lavoro e Relazioni Sindacali di Coldiretti ad illustrare prospettive e dati contenuti nel ‘Libro bianco’ sul lavoro nelle campagne pugliesi.

 

NORD SARDEGNA: OZZU SARDU 2018, ANCORA UNA SETTIMANA PER PARTECIPARE

Martedì 20 gennaio

 

I produttori di olio extravergine hanno ancora una settimana per partecipare al concorso Ozzu Sardu 2018: il termine per la consegna dei campioni è fissato per martedì 30 gennaio. La consegna di tre campioni da mezzo litro, da effettuarsi presso la federazione della Coldiretti a Sassari in via Budapest 10/A, consentirà ai produttori di partecipare al concorso Ozzu Sardu 2018 e di conoscere sia le caratteristiche chimico-fisiche sia le caratteristiche sensoriali del proprio olio extravergine. La valutazione chimico-fisica è diretta da due tecnici specializzati mentre quella sensoriale è affidata ad una giuria qualificata (Panel) costituita da assaggiatori di provata esperienza. La giuria è composta da un Capo Panel e da 8-12 assaggiatori iscritti nell’elenco regionale di tecnici ed esperti di oli di oliva extravergine.

I migliori oli extravergine di tutta la Sardegna saranno premiati nelle categorie: fruttato intenso, fruttato medio e fruttato leggero. Una menzione speciale sarà consegnata al miglior olio biologico e al miglior olio monocultivar.

Come per le precedenti edizioni del concorso Ozzu Sardu, alla selezione possono partecipare sia le aziende sia gli hobbisti. Al termine del concorso ogni partecipante riceverà, oltre alla scheda tecnica con i risultati delle analisi, anche un attestato di partecipazione.

 

LECCE: “PENNE A DENTE 2018”, GIORNALISTI PRONTI A DIVENTARE CHEF PER UN GIORNO

Giovedì 25 gennaio

 

Selezionate dalla giuria capeggiata dal cuoco Andrea Serravezza tutte le squadre e le ricette in concorso per la quinta edizione di “Penne al dente”, giornalisti chef per un giorno, la gara gastronomica organizzata da Coldiretti Lecce. Appuntamento giovedì il 25 gennaio, alle ore 17, al Bellavista Club di Gallipoli. Il concorso si svolgerà nella giornata d’apertura del “Figilo”, il Festival del giornalismo locale (il programma completo sul sito www.figilo.info).

A sfidarsi ai fornelli saranno i giornalisti Antonio Gnoni che propone “Torchetti limone e pepe (del duca) stracciatella e battuto di gamberi crudi di Gallipoli, Azzurra De Razza (in cucina assieme a Marco Mascellani) con “Asciutto di vinestrone con sagne ‘ncannulate di bianco”, Barbara Politi (assieme a Maurizio Colucci) con “Tagliolino al profumo di limone e rosmarino, con sgombro, olive Celline, pane tostato con tocchetto finale di burratina”, Fernando D’Aprile che propone “Orate in Aldomare di capperi”,  Davide Stasi (assieme a Maria Lotronico) con la ricetta “Sagne ‘ncannulate con pesto di rucola, pomodorini e burratina”, Diego Contino (e Samantha Centonze) con “Sagne ‘ncannulate al gratin con cozze e zucchine”, Fabiana Pacella (e Laura Stefanelli) con “Bruschetta scante di paparine e ruècculi in patè, con olive celline e pioggia d’arancia, a passeggio col polpetto nostrano in carpaccio”, Ilaria Lia (con Lucia Buttazzo) con “Samosa di verdure su un letto di pesto alla rucola”, Rosaria Bianco (in tandem con Leda Cesari) con “Maccheroncini con carciofo violetto e Capocollo di Martina croccante”, Valeria Blanco (in coppia con Antonella Margarito) con la ricetta “Pizzarieddhi Schiattarisciati”.

I dieci team saranno assistiti da altrettanti chef: Fabio Cosi (Caroli Hotels), Danilo De Matteis e Patrizia Taccone (Masseria Gianpaolo Rifugio Del Re), Antonio Campeggio (Arte Bianca), Massimo Vaglio (I Corsari), Maddalena Merico (Masseria Mongiò Dell’Elefante), Mimino Simmini (hotel Risorgimento Resort), Vincenzo Longo (Tenuta Monacelli), Danile Bascià (I Minuti Piaceri), Walter Cretì (Agriturismo Li Mori).

La gara durerà due ore, sarà condotta dal giornalista Pierpaolo Lala e dallo chef Fabiano Viva e sarà allietata da un agri-aperitivo offerto da Coldiretti Lecce a tutti i presenti. A fornelli spenti, una giuria di qualità decreterà il vincitore di “Penne al dente 2018” che si aggiudicherà una dispensa di prodotti di Campagna Amica Lecce.

 E dopo la divertente gara culinaria, a partire dalle ore 21.00, un tripudio di sapori e convivialità con la “Cena del giornalista”, organizzata da “Figilo” e con un menu firmato sempre da Campagna Amica Lecce (costo della cena: 20 euro a persona). Previsti anche sconti speciali per i giornalisti che decideranno di alloggiare presso il Bellavista Club in occasione dell’evento: 40 euro a persona pernottamento con prima colazione, 45 euro mezza pensione, 60 euro pensione completa. Per prenotazioni per la cena e/o il pernottamento telefonare al numero 0833.202536.

 

CREMONA: FIERA DI S.APOLLONIA, ANALISI E PROSPETTIVE SETTORE LATTIERO-CASEARIO

Lunedì 29 gennaio

 

“Analisi e prospettive del settore lattiero-caseario per il 2018”. E’ il tema dell’incontro organizzato da Coldiretti Cremona per lunedì 29 gennaio a Rivolta d’Adda, con Ettore Prandini, Presidente Coldiretti Lombardia e Vicepresidente nazionale, Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona e Paolo Carra, Presidente Consorzio Latterie Virgilio.

L’appuntamento – aperto a tutti gli imprenditori agricoli e ai cittadini – si tiene dalle ore 21 presso la sala Consiliare del Comune di Rivolta d’Adda ed è inserito nel calendario della Fiera regionale di Santa Apollonia 2018, giunta alla centonovantesima edizione. “In una zona fortemente vocata alla produzione di latte, con Ettore Prandini, Paolo Carra e con i nostri allevatori vogliamo fare il punto sulla situazione del comparto – sottolinea Paolo Voltini –. Il nostro settore non ha bisogno né di un ottimismo fuori luogo, né tantomeno di un pessimismo infondato. Una corretta informazione e un serio progetto di valorizzazione del Made in Italy sono le basi per affrontare con fiducia il futuro della filiera. Di questo intendiamo parlare nell’incontro di lunedì sera, occasione per fare il punto sull’azione messa in campo da Coldiretti. Continuiamo nel nostro lavoro, a partire, come sempre, dal dialogo aperto e franco con le nostre aziende”.

Tra i temi trattati, avrà spazio anche la forte denuncia, lanciata dal Presidente Ettore Prandini, contro “chi sfrutta il marchio e l’immagine del Grana Padano a spese degli altri produttori, contribuendo a deprimere mercato e quotazioni”. “Ci aspettiamo che vengano prese misure concrete contro il fenomeno dei formaggi similari che sta diventando il principale problema del comparto lattiero caseario italiano” ha evidenziato Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, rimarcando che ogni anno il danno provocato ai produttori dalle brutte copie del Grana Padano, solo in Italia, ammonta a circa 300 milioni di euro. Una situazione resa più pesante anche dall’impatto sul mercato estero per 700 milioni di euro all’anno. Alla fine il conto a carico del sistema di stalle e aziende che ruota attorno al Grana Padano ammonta a un miliardo di euro.

 

CUNEO: WELFARE SOCIALE, NUOVE PROSPETTIVE E OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO

Venerdì 26 gennaio

 

L’innovazione ha sempre più vocazione sociale. Nascono iniziative e nuove possibilità di investimento nel welfare capaci di rigenerare il tessuto sociale, di (ri)mettere in moto lo sviluppo socio-economico del nostro territorio e dare nuova linfa alle nostre aziende. Se ne discuterà venerdì 26 gennaio alla tavola rotonda “Welfare, nuove opportunità per investire nel sociale” organizzata nella suggestiva cornice del Castello di Racconigi, a partire dalle ore 9.30. Promotore dell’evento è la cooperativa sociale Linfa Solidale, espressione di Coldiretti Cuneo e aderente a UE.Coop.

Da anni Linfa Solidale sviluppa azioni concrete di nuovo welfare per fornire servizi di alta qualità e a Km zero nelle aree rurali che ne sono più carenti. Grazie all’operatività della sua cooperativa, Coldiretti Cuneo mette in atto progettualità di “agricoltura sociale” in sinergia con pubblico e privato sociale, a vantaggio delle zone marginali del Cuneese (vallate in primis) e delle fasce più deboli della popolazione, con rilevanti opportunità di integrazione del reddito per le imprese agricole.

La tavola rotonda del 26 gennaio farà luce su tali opportunità e sulle nuove possibilità di intervento nel sociale da parte di privati, sui ritorni attesi e sugli spazi e le risorse pubbliche disponibili per attività innovative, capaci di rispondere alle esigenze di una popolazione in profonda mutazione.

All’incontro, realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo, interverranno: Livio Tesio, Dirigente dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Piemonte; Giampiero Piola, Presidente del Consorzio Monviso Solidale; Aurelio Galfrè, Direttore del Consorzio socio-assistenziale del Cuneese; Beppe Benedetto, esperto in programmazione socio-economica; Mario Calderini, Professore ordinario al Politecnico di Milano e Direttore di Tiresia, Centro di Ricerca di Innovazione Sociale della School of Management del Politecnico. Condurrà il dibattito Giuliana Chiesa, referente per i progetti innovativi dell’ASL CN2.

Prenderanno parte alla tavola rotonda anche Delia Revelli, Presidente di Coldiretti Cuneo, e Andrea Launo, Presidente di Linfa Solidale, che dichiarano: “La Legge 141/2015 promuove l’agricoltura multifunzionale che si impegna a sviluppare da protagonista un nuovo modello di welfare sul territorio, affiancando alla tradizionale funzione produttiva, attività e servizi sociali, sanitari, assistenziali, educativi e occupazionali, in particolare nelle zone svantaggiate. Per questo mettiamo in campo iniziative di carattere sociale e il 26 gennaio presenteremo le possibilità aperte oggi nel sociale e i vantaggi per aziende, cittadini e territorio”.

 

TREVISO: PRENDE FORMA L’AGRITURISMO DEL FUTURO

Mercoledì 24 gennaio

 

Si svolgerà mercoledì 24 gennaio 2018, alle ore 10,00, nella sede provinciale di Coldiretti Treviso in Viale Sante Biasuzzi, 20 a Paese (appuntamento in sala Brotto) il convegno organizzato da Coldiretti Treviso intitolato “Agriturismo tra presente e futuro” che propone alle aziende agrituristiche un momento di riflessione sulla futura evoluzione del settore. I relatori invitati daranno notizie di nuove opportunità e tendenze del mercato agrituristico dando vita ad un dibattito.

Ecco il programma: saluti iniziali a cura di Loris De Miranda, Presidente Terranostra Treviso. Sul tema  “Il panorama nazionale sugli Agriturismi: le strategie future” interverrà Diego Scaramuzza, Presidente Nazionale Terranostra; su “ Il ruolo della Provincia e gli obblighi degli operatori agrituristici” Michela Costella, Ufficio Agriturismo Provincia di Treviso; su “Gli adempimenti igienico-sanitari: grandi novità nella Marca” a cura di Stefano De Rui – ULSS 2 Marca Trevigiana; su “La fiscalità negli agriturismi Carmine” Filippo Cellucci, Capo Ufficio IVA Ag. Entrate Nazionale Direzione Centrale (Normativa: Le Imposte Indirette) e Domenico Buono, Capo Servizio Tributario Fiscale Coldiretti Nazionale (Le Imposte Dirette); su “Le nuove tendenze dei mercati turistici” Alberto Zucchetta, esperto Marketing Turistico.  Modera il Direttore di Coldiretti Treviso, Antonio Maria Ciri.