COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 17 gennaio 2018

17 Gennaio 2018
News La Forza del Territorio del 17 gennaio 2018
Primo piano
 
PUGLIA
CLIMA: AUMENTA RISCHIO DESERTIFICAZIONE
Secondo uno studio del Ministero dell’Ambiente – rileva la Coldiretti regionale – vaste aree del foggiano, del leccese e del tarantino sono ad alto rischio desertificazione, il rischio medio è stato registrato in alcune zone della provincia di Bari.
 
“Oggi mancano nei 4 invasi foggiani di Occhito, Capaccio, Osento e Capacciotti 143,9 milioni di metri cubi d’acqua, rispetto al 17 gennaio 2017 – dice Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia – un deficit idrico che non riesce ad essere compensato evidentemente dalle piogge, divenute improvvise, spesso violente, ma troppo poco frequenti da poter sanare le perdite accumulate nei mesi. Dal 3 gennaio 2018 ad oggi, in soli 14 giorni mancano all’appello 41 milioni di metri cubi d’acqua, che se non vengono parzialmente recuperati nel periodo invernale, durante la prossima stagione estiva renderanno complicata la gestione del ‘bene acqua’ durante la stagione estiva.
Per questo va avviato un Programma di azione regionale, in linea con il Programma Nazionale, tenendo sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte), ma anche conoscere i flussi d’acqua che vanno all’industria, al potabile e all’uso irriguo, quelli che in emergenza possono essere prelevati ancora da falde e sorgenti, l’acqua che può essere resa disponibile dai dissalatori e dai depuratori urbani”.
Gli ultimi rapporti dicono che circa il 21% del territorio nazionale è a rischio desertificazione e circa il 41% di questo territorio si trova nel Sud. Sono numeri impressionanti che raccontano di un problema sempre più drammatico.
“In Puglia le aree affette dal rischio desertificazione sono il 57% – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e il conto pagato dall’agricoltura, soggetta ai cambiamenti climatici e alla siccità è salato. Solo nell’estate 2017 il danno ha superato in Puglia i 300 milioni di euro e il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo fanno il resto. Se dovessero permanere temperature minime troppo alte per la media stagionale, il rischio è che vigne, mandorli e ciliegi, impossibilitati a vivere appieno la fase di quiescenza, subirebbero un ‘risveglio’ anticipato, con fioriture anomale già a febbraio”.
Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – denuncia Coldiretti Puglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante.
Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili diventa sempre più strategico il ricorso all’assicurazione – conclude Coldiretti Puglia – quale strumento per la migliore gestione del rischio. E’ stato potenziato il servizio di assistenza tecnica alle aziende per la difesa delle colture dalle avversità meteoriche e per il supporto alle scelte operative aziendali. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e delle aree rurali.
 
 
Dal territorio
 
PIEMONTE, OPERAZIONE FERRERO NEGLI USA: INDUSTRIA VIRTUOSA IN CONTROTENDENZA
 
La Ferrero ha acquisito il business dolciario statunitense della Nestlé per 2,8 miliardi di dollari: un’operazione che segna una svolta per l’agroalimentare Made in Italy. “Negli ultimi anni si è verificato l’opposto, ovvero gli stranieri hanno acquisito prodotti italiani, dalla pasta all’olio, dagli spumanti ai gelati, dai salumi fino ai biscotti. Con questa operazione, invece, dell’azienda di Alba, che ha saputo guardare all’economia mondiale senza dimenticare le sue radici piemontesi che risalgono alla fine degli anni Quaranta e con la quale nel tempo abbiamo stipulato accordi virtuosi, assistiamo ad una importante inversione di tendenza che farà conoscere ulteriormente i valori del Made in Italy oltre i confini – sottolineano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. In questo modo la Ferrero conquisterà il terzo posto tra le aziende dolciarie del mercato statunitense dove saprà portare la qualità per i consumatori. Auspichiamo, quindi, che possano generarsi altri accordi che diano impulso all’economia agroalimentare piemontese e italiana”.
 
LOMBARDIA, MALTEMPO, TRATTORI IN AZIONE E AZIENDE ASSEDIATE DA BUFERE DI NEVE
 
I trattori della Coldiretti sono già in azione per contrastare i forti disagi causati dalla bufera di neve che sta interessando in queste ore la zona di Madesimo, in provincia di Sondrio. La copiosa coltre bianca che questa mattina si è abbattuta nella zona montana, accompagnata dal forte vento — spiega Coldiretti Lombardia — sta causando difficoltà alle vie di comunicazione e alla popolazione: è stato infatti chiuso un tratto della statale “del Lago di Como e dello Spluga” in entrambe le direzioni.
Assediate dalla neve — prosegue la Coldiretti regionale — ci sono anche alcune aziende agricole specializzate nell’allevamento ovicaprino. Al momento non si segnalano particolari danni alle strutture o problemi agli animali ma la situazione – conclude la Coldiretti – è tenuta in costante monitoraggio dai nostri tecnici sul territorio, visto che sono previste nevicate fino alle 21 di questa sera.
 
GROSSETO, GIORNATA DI S.ANTONIO ABATE FA RIFLETTERE SU IMPORTANZA ANIMALI
 
“Da un lato lanciamo il nostro Sos per gli allevamenti della Maremma dove, negli ultimi anni, sono scomparse centinaia e centinaia di animali, tra mucche, pecore e maiali con la chiusura di allevamenti ed aziende, con tutto ciò che ne consegue in termini di occupazione, anche nell’indotto, di spopolamento delle aree interne e montane, di rischi per il primato dell’enogastronomia del prodotto locale a causa dell’aumento della dipendenza dalle importazioni di carni, salumi e latte. Dall’altro ricordiamo il ruolo degli animali all’interno della società, che è cresciuto ed è stato anche riconosciuto a livello giuridico da norme e regolamenti come la legge sull’agricoltura sociale fortemente sostenuta dalla Coldiretti che valorizza gli effetti positivi della pet-therapy, entrata prepotentemente tra le nuove attività previste, così come per le pratiche di agricoltura sociale. Vi sono, infatti, i servizi di cura e assistenza terapeutica come l’ippoterapia o l’onoterapia senza dimenticare, infine, pero’ la funzione formativa e conoscitiva soprattutto nei confronti delle nuove generazioni svolta dalle fattorie didattiche con l’apicoltura e gli allevamenti di piccoli animali da cortile ma anche di mucche, maiali, pecore o capre. Un’attività che la Coldiretti sostiene attraverso l’iniziativa educazione alla Campagna Amica che coinvolge diverse scuole della provincia di Grosseto. Così Andrea Renna direttore della Coldiretti di Grosseto.
L’allarme – ricorda il presidente provinciale di Coldiretti, Marco Bruni – riguarda soprattutto le aree interne e montane, dove la scomparsa degli allevamenti comporta l’abbandono da parte dell’uomo e delle sue attività di sistemazione del suolo, con la conseguenza di un aumento del dissesto ambientale e idrogeologico. I numeri parlano chiaro – aggiunge il presidente del Consorzio Agrario del Tirreno, Massimo Neri – come i dati di flessione di approvvigionamento nelle località dove operiamo con le nostre filiali.
Nelle zone montane sono scomparsi percentuali a doppie cifre importanti dei prati pascoli, con un ritorno della macchia boschiva che ha determinato il proliferare incontrollato di animali selvatici che ormai invadono anche territori più a valle, comportando pesantissimi danni proprio sul fronte degli allevamenti, con i cinghiali che danneggiano i campi di foraggio rendendo impossibile agli allevatori l’utilizzo di fieno del territorio. La crescita numerica dei cinghiali ha comportato il proliferare anche di predatori, ma soprattutto di canidi ibridi tra lupi e cani, che rivolgono le loro attenzioni anche a pecore e vitelli. Ancora molto più pesanti sono i danni collaterali. Gli animali, infatti, a causa dello stress provocato dagli attacchi riducono drasticamente la produzione di latte, con pesanti tagli al fatturato aziendale.
Uno squilibrio tra animali allevati, animali selvatici e predatori, che sta esasperando gli agricoltori e gli allevatori. E’ evidente che le misure di controllo soprattutto nel caso delle zone di media montagna e di collina non sono sufficienti. Necessario crediamo – concludono i dirigenti di Coldiretti, da parte dell’ente pubblico, garantire il sostegno economico-finanziario per una adeguata attività di prevenzione (indispensabile per ottenere il risarcimento dei danni) e assicurare efficienza ed efficacia nel sistema di accertamento e risarcimento dei danni, in tempi certi, per garantire un completo reintegro della perdita di reddito affinché la convivenza tra animali e uomo non porti all’abbandono dell’attività di allevamento. Non sarebbero solo gli allevatori a perderci, ma l’intera comunità poiché i pastori attraverso la loro opera conservano e valorizzano la montagna e le sue tradizioni.
 
TORINO, SANT’ANTONIO ABATE: UNA RICORRENZA SENTITA DAGLI AGRICOLTORI
 
Oggi gli agricoltori festeggiano la giornata di sant’Antonio Abate, considerato il patrono e protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, spiega: “Tra gli agricoltori della provincia di Torino la tradizione della giornata di sant’Antonio Abate, come quella della Giornata del Rigraziamento, sono ben radicate e diffuse.  Infatti, da novembre e fino a inizio maggio, le 204 sezioni torinesi della Coldiretti celebrano queste due ricorrenze con una giornata di festa. Nel corso delle messe gli agricoltori, durante l’offertorio, portano all’altare cesti con i locali prodotti della terra. La messa si chiude con la lettura della preghiera del campagnin, opera di Mario Paris, compianto poeta dialettale valsusino, funzionario Coldiretti dal 1954 al 1987. Al termine della funzione i sacerdoti escono dal sagrato per impartire la benedizione ai coltivatori, ai trattori e agli animali presenti nelle cascine”.
Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino, aggiunge: “La giornata di festa per gli agricoltori delle sezioni è un momento di ritrovo e confronto. I dirigenti Coldiretti si confrontano con la base sui temi di attualità del settore primario, sulle iniziative sindacali che si stanno organizzando a livello nazionale e locale e sui principali problemi territoriali che investono il settore. In genere la giornata si chiude con un momento conviviale e le sezioni premiano i coltivatori che raggiungono il traguardo della pensione”.
Tutto questo a livello locale. A livello nazionale, oggi, nella giornata di sant’Antonio Abate, a Roma, la Coldiretti nazionale porta in piazza San Pietro una sorta di Arca di Noè con mucche, asini, pecore, maiali, capre, cavalli, galline e conigli delle razze più rare e curiose salvate dal rischio di estinzione dagli allevatori italiani. L’iniziativa nella capitale è opera congiunta di Coldiretti e dell’Aia, Associazione italiana allevatori. In piazza anche una rappresentanza degli animali salvati dalle aree terremotate. Per l’occasione sarà divulgato il Dossier “Gli animali nelle case degli italiani” alla presenza del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e del Presidente dell’Aia Roberto Nocentini.
 
UMBRIA, FESTA S. ANTONIO: A PIAZZA SAN PIETRO GLI ANIMALI “TERREMOTATI”
 
In occasione della festa di Sant’Antonio Abate, Patrono degli animali, a Piazza San Pietro a Roma presente, per la tradizionale benedizione, anche una “delegazione” di cavalli, muli, capre e asini salvati nelle aree colpite dal sisma. Lo riferisce Coldiretti Umbria nel ricordare come la maggioranza degli allevatori non abbia abbandonato il proprio territorio, seppur in queste aree ad esempio la produzione di latte sia calata anche del 20% in seguito alle scosse. A sostenere l’allevamento è stata pure la solidarietà degli italiani con le operazioni “adotta una mucca”, “dona un ballone” di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame o la riscoperta dell’antica tradizione agropastorale sarda della “paradura” con la quale sono state offerte in dono mille pecore dai pastori della Coldiretti Sardegna a quelli terremotati di Cascia, in collegamento con Piazza San Pietro.
Ma c’è stata pure – rileva Coldiretti – una richiesta senza precedenti dei prodotti tipici delle aree terremotate come la caciotta della solidarietà, anche sotto la spinta dell’esempio del Santo Padre che, attraverso l’Elemosineria Apostolica, ha acquistato diverse eccellenze del territorio.
Ma sono molti anche gli esempi di produzioni portate in piazza dalla Coldiretti e dalla Associazione Italiana Allevatori (AIA) ottenute dal grande patrimonio di biodiversità della Fattoria Italia, come le bellissime mucche Pezzata Rossa, Maremmana e Chianina, la Pecora Merinizzata, la Capra Girgentana, il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante rapido.
La tutela delle razze in via di estinzione e dell’importante patrimonio dell’allevamento italiano – afferma Coldiretti – è un risultato ottenuto grazie alla sapiente opera degli agricoltori che si sono profondamente impegnati nel recupero di questo tesoro della nostra biodiversità.  La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma – sottolinea Coldiretti – è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy.
Intanto, secondo quanto emerge dal Dossier “Gli animali nelle case degli italiani” presentato oggi da Coldiretti in occasione di Sant’Antonio Abate, una tradizione popolare che il 17 gennaio vede in tutta Italia parrocchie di campagne e città prese d’assalto per la benedizione dalla variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio nazionale, una famiglia italiana su tre (33%) ospita in casa almeno un animale da compagnia che nella metà delle volte arriva da strutture di ricovero (canili o gattili) o è stato salvato direttamente dalla strada, segnale di una sensibilità crescente contro gli abbandoni, fenomeno sempre più stigmatizzato dalle campagne di informazione.
 
NOVARA VCO, DALLA PIANURA ALLE ALPI, AGRICOLTURA IN FESTA PER S.ANTONIO ABATE
 
Da Cameri a Momo, da Granozzo con Monticello a Novara, e ancora su fino alle colline e alle montagne: tantissimi i borghi rurali che oggi hanno festeggiato Sant’Antonio Abate con gli imprenditori agricoli di Coldiretti, presenti con i loro mezzi agricoli alle innumerevoli celebrazioni del patrono dell’agricoltura e degli animali.
In diversi Comuni delle due province, Sant’Antonio Abate è addirittura patrono, come a Castelletto Sopra Ticino, Calasca Castiglione, Cursolo, San Bernardino Verbano e Toceno, mentre a Lesa è dedicata al santo la chiesa in frazione Solcio; in altri sono radicati i riti dei falò (come a Trecate), della distribuzione del pane (Oleggio, Galliate, Barengo e Caltignaga), della benedizione del sale e delle campanelle (Madonna del Sasso).
L’uso di accendere grandi falò nel giorno dedicato a Sant’Antonio era radicata, un tempo, in tutti i borghi e nelle cascine più grandi: anche nelle fattorie, infatti, in quel giorno di pausa dai lavori di preparazione dei campi era festa grande: al mattino passava il parroco a benedire lavoratori, stalla e animali, poi si faceva festa e si preparava alla sera l’accensione del fuoco.
Le celebrazioni oggi sul territorio – Una giornata iniziata di buon mattino, dunque: molto partecipata è stata la celebrazione eucaristica a Cameri, con una ventina di trattori che hanno raggiunto in corteo il sagrato della chiesa parrocchiale, attesi dalle autorità, dal parroco don Massimo Martinoli, dal presidente della Coldiretti interprovinciale Sara Baudo e dal presidente della sezione Coldiretti Mario Diana. Molto partecipata anche la Messa al Torrion Quartara celebrata da don Franco Finocchio: qui, al termine il presidente della Federpensionati Coldiretti Emilio Simonelli ha accolto sul sagrato antistante la parrocchiale i piccoli alunni della Scuola per l’Infanzia della frazione novarese, rimasti incantati dai trattori tutti imbandierati.
Il parroco di Granozzo con Monticello don Mauro Pozzi ha invece guidato la tradizionale processione della statua lignea di Sant’Antonio Abate che ha attraversato, con i trattori, le campagne fra i due borghi rurali che formano il Comune. Un percorso che si ripete ogni anno a itinerario alternato: oggi la statua è stata riposizionata in chiesa a Granozzo, dove resterà fino al 17 gennaio 2019. In molti anche a Momo: anche qui la benedizione dei trattori alla presenza del presidente di sezione Enrico Ferrari Coldiretti e del segretario di zona Aldo Isotta. Il calendario delle celebrazioni dedicate a Sant’Antonio si chiude domenica 21 alla chiesa della Bicocca di Novara.
La ‘pezzata rossa’ e gli animali in piazza San Pietro a Roma – Intanto, gli animali della fattoria hanno raggiunto anche la capitale. In particolare, Coldiretti ha portato a Piazza San Pietro a Roma una “delegazione” dei cavalli, muli, capre e asini salvati nelle aree colpite dal sisma per la tradizionale benedizione: tra essi, anche la ‘pezzata rossa’, razza tipica delle nostre zone alpine. “La festa di Sant’Antonio Abate è un momento importante per le nostre imprese agricole – commenta il presidente Baudo – ma anche un’occasione per ricordare il valore della biodiversità, la cui difesa non ha solo un valore naturalistico ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy. Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare i mercati, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore dell’agroalimentare”.                                                                                    
 
LOMBARDIA, CANI E GATTI IN 1 CASA SU 3. +18% BEAUTY FARM E ASILI PER FIDO
 
Cani e gatti per più di una famiglia lombarda su tre. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia in occasione della giornata di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, che si celebra il 17 gennaio quando in tutta Italia, parrocchie di campagna e città sono prese d’assalto per la benedizione di ogni specie di animali: dai cani ai gatti, dai cavalli ai furetti, dalle mucche alle capre. Per quanto riguarda la Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – sono più di un milione e mezzo i cani e i gatti che vivono in casa portando, secondo un’indagine GfK Eurisko, serenità e gioia (43%), allegria e divertimento (36%), pace e tranquillità (16%) e sicurezza (6%) ma contribuiscono anche a migliorare la qualità della vita stimolando a svolgere attività fisica (94%), favoriscono la socialità e la comunicazione (81%) e hanno effetti positivi sulla salute psicologica (95%).
Un ruolo sociale ormai riconosciuto e tutelato, tanto che negli ultimi cinque anni sono cresciute di quasi il 18% le aziende lombarde che si occupano di produzione di alimenti, commercio e servizi per la cura e la salute degli animali da compagnia, compresi beauty farm e asili, per un totale di oltre mille e duecento imprese. La gestione di un animale domestico – spiega Coldiretti Lombardia – comporta costi che cambiano a seconda della razza e delle dimensioni, in generale però per un cane bisogna tenere conto di una spesa media di 200 euro all’anno per vaccini e profilassi e fra i 200 e 400 euro all’anno per l’alimentazione. Per un gatto, invece, si spendono in media 250 euro all’anno fra alimentazione, farmaci e servizi veterinari. Oltre a tutti gli accessori, dalle cucce ai collari, dai giochi ai tappetini, che possono essere acquistati per il benessere e la sicurezza degli animali domestici.
Il ruolo degli animali all’interno della società è cresciuto ed è stato anche riconosciuto a livello giuridico da norme e regolamenti come la legge sull’agricoltura sociale fortemente sostenuta dalla Coldiretti che valorizza gli effetti positivi della pet-therapy che è entrata prepotentemente tra le nuove attività previste. Fra le pratiche di agricoltura sociale – spiega la Coldiretti – vi sono infatti i servizi di cura e assistenza terapeutica come l’ippoterapia o l’onoterapia senza dimenticare però la funzione formativa e conoscitiva soprattutto nei confronti delle nuove generazioni svolta dalle fattorie didattiche con l’apicoltura, gli allevamenti di piccoli animali da cortile ma anche di mucche, maiali, pecore o capre. Una attività che la Coldiretti sostiene attraverso l’iniziativa educazione alla Campagna Amica che coinvolge oltre centomila alunni delle scuole.
Senza dimenticare una recente legge di regione Lombardia – ricorda la Coldiretti – che permette l’ingresso degli amici a quattro zampe negli ospedali che vengano rispettati precisi criteri di sicurezza e igiene, oltre ad evitare l’accesso in situazioni particolari come i reparti di terapia intensiva, chirurgia ed emergenza. In alcuni ospedali della Lombardia che hanno già deliberato il proprio regolamento interno – spiega Coldiretti – viene chiesto anche il consenso agli altri pazienti ricoverati, se l’ambiente è condiviso con più persone. Misure che in ogni caso – conclude la Coldiretti Lombardia – riconoscono il contributo terapeutico e psicologico degli animali nel percorso di guarigione e sostegno agli ammalati.
 
SALERNO, ALLARME CINGHIALI NELLE AREE INTERNE. DEVASTATE RETI RACCOLTA OLIVE
 
E’ ancora allarme cinghiali nelle aree interne del Parco nazionale del Cilento e nell’entroterra della provincia di Salerno. Sono giunte svariate segnalazioni agli uffici Coldiretti di branchi di ungulati che nelle ultime settimane si sono spinti nelle campagne coltivate e a ridosso dei paesi. I danni maggiori, in questo periodo, riguardano le reti che vengono stese sotto gli ulivi dagli agricoltori per la raccolta delle olive: i cinghiali in cerca di cibo destavano tutto ciò che trovano sul loro cammino. Ogni rete ha un prezzo che varia, a seconda della grandezza e della qualità, dai 60 ai 160 euro: in molti casi i cinghiali creano danni così gravi alle reti che gli agricoltori sono costretti a sostituirle nell’impossibilità di ripararle.
Si tratta di una situazione insostenibile: gli imprenditori agricoli ma anche comuni cittadini segnalano con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali che vivono e si riproducono nelle aree naturali protette e in zone boschive, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe e in prossimità dei centri abitati. Le produzioni di grano, mais, orzo, patate, uva, ma anche di reti per le olive, muretti a secco, steccati ne fanno le spese, riportando danni incalcolabili. “In relazione al Piano sulla fauna selvatica – ribadisce il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio – va promossa e istituita una task force tecnica che si occupi del fenomeno fino all’obiettivo del contenimento.
Ogni iniziativa di lungo respiro sarà nulla se non affrontiamo la prima fase del problema ovvero la presenza oltre i limiti degli animali. Inoltre, attenzione al danno doppio: l’incontrollata diffusione degli ungulati avviene proprio in aree dove più si stanno investendo fondi Psr per l’agricoltura. Gli uffici Coldiretti sono disponibili per l’assistenza legale e le richieste di risarcimento danno anche perché ormai la singola denuncia non basta più”.
 
ORISTANO, COLDIRETTI RIBADISCE IL NO AL SOLARE TERMODINAMICO DI SAN QUIRICO
 
“Sono interventi speculativi che consumano e compromettono uno dei nostri beni più importanti: il suolo agricolo. Andrebbero invece realizzati in aree industriali se contemplano condizioni tecniche ed economiche a vantaggio delle comunità locali”. E’ il giudizio del presidente provinciale Coldiretti Giovanni Murru circa la realizzazione dell’impianto ibrido solare termodinamico in località San Quirico ad Oristano.  Non diciamo no al termodinamico in assoluto – afferma il dirigente Coldiretti – ma, a un progetto avulso e penalizzante per il territorio.
Per Coldiretti si tratta di un intervento che sottrae diversi ettari di suolo agricolo a quella che rimane in provincia una delle risorse reddituali più importanti: l’agricoltura! Dunque si ribadisce il “No” già manifestato in passato.
Oristano e la Sardegna possono costruire un futuro lavorativo per tanti operatori agricoli solo progettando uno sviluppo legato all’agroalimentare di qualità, che valorizzi le potenzialità e biodiversità dei territori. Appare dunque scontata l’opposizione ad un progetto ubicato in un’area di pregio agricola, estraneo all’agricoltura ed assolutamente incompatibile.  
Le produzioni agricole oristanesi hanno sempre avuto una forte connotazione verso la salubrità dell’ambiente abbinata alla sapidità dei prodotti.  Una peculiarità che Coldiretti Oristano difenderà con forza! Crediamo nell’ innovazione – prosegue Murru – posizionata però all’interno di una programmazione che tracci il futuro della Sardegna e della provincia di Oristano dove il tema delle energie rinnovabili sia coerente e non contrasti con lo sviluppo agricolo. 
L’intervento del termodinamico ad Oristano non è oggettivamente accompagnato da alcun vantaggio tangibile e condiviso per la comunità – conclude il Presidente Coldiretti – e lascia al territorio solo le briciole.  Ben altra dimensione economica e lavorativa possiedono le imprese agricole che si oppongono al progetto che, insieme a tanti cittadini oristanesi, hanno il nostro convinto sostegno.  
 
PISA, MARCHI STORICI E TRADIZIONE: MARCHESE DI CAMUGLIANO DICE “SI” A COLDIRETTI
 
Il Marchese di Camugliano entra nella famiglia di Coldiretti. La storica azienda agricola di Ponsacco, una delle più importanti ed antiche della Toscana, appartenente alla famiglia Camugliano dal 1634, da oggi è un socio di Coldiretti. “Per la nostra organizzazione – commenta Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa – è un grande onore. E’ un riconoscimento al lavoro sindacale ed organizzativo che stiamo portando avanti in questi anni con grande sforzo e con immensa passione a tutela delle imprese agricole e del nostro Made in Italy. L’azienda agricola del Marchese Niccolini porta in Coldiretti la storia della nostra agricoltura e della nostra terra”.
Il Marchese Niccolini è proprietario di una delle più importanti Tenute della Toscana che affonda le sue radici profonde nella storia della regione e del paese; un luogo in cui tutto è stato preservato e tramandato con passione. Il forte legame con il territorio che traspare all’interno della azienda e nel racconto che il titolare orgogliosamente narra, trova la massima espressione nella Villa Medicea mirabilmente inserita nel grande parco e nello straordinario complesso architettonico che la circonda. Alcuni antichi casali immersi nella natura sono stati restaurati con cura e trasformati in prestigiose strutture per vacanze. All’interno del complesso aziendale è presente una locanda dove piatti tradizionali sono preparati con i prodotti biologici dell’orto.
Il Marchese Niccolini ha voluto motivare la propria scelta ed il proprio sì a Coldiretti riconoscendo “la validità delle battaglie che essa mette in campo e per i fatti che realizza, distinguendosi positivamente per impegno e capacità all’interno del composito mondo della rappresentanza agricola. Coldiretti – spiega – è una grande organizzazione proprio grazie alla libera adesione delle migliaia di aziende agricole che in essa si riconoscono, dandole forza rappresentativa e piena autonomia da chiunque”. Per Filippi “il Marchese Niccolini saprà certamente portare un grande contributo per la crescita dell’organizzazione in comparti strategici per la nostra agricoltura, a partire dal biologico, per finire all’annoso problema, particolarmente presente in tutta la Toscana, della convivenza delle imprese agricole con una fauna selvatica fuori controllo. La sua adesione al nostro progetto è frutto di una sua scelta autonoma e consapevole, ma anche espressione della concretezza e della serietà dell’azione di Coldiretti. Ci sentiamo da oggi più forti e più motivati a continuare nell’impegno di fornire – sempre – risposte puntuali e qualificate alle esigenze delle imprese”.
 
MODENA, S.ANTONIO, CONSEGNATA A MONS. CASTELLUCCI FORMELLA DI ENIO MONARI
 
Si è svolto in un clima di cordialità e cortesia l’incontro di questa mattina in arcivescovado tra il direttore di Coldiretti Modena, Giovanni Duò, e l’Arcivescovo di Modena – Nonantola, Monsignor Erio Castellucci. L’appuntamento ha avuto luogo nella giornata dedicata dalla Chiesa a Sant’Antonio abate che rappresenta tradizionalmente un momento centrale per l’agricoltura e una momento di festa per la città di Modena.
Per l’occasione il direttore di Coldiretti ha consegnato a Mons. Castellucci una formella di terracotta smaltata ad opera di Enio Monari, agricoltore di Castelluccio di Montese, nella quale è rappresentata la figura del santo protettore degli animali che l’iconografia raffigura sempre accompagnato da animali e in particolare da un maiale.
Monari, socio di Coldiretti a artista per passione, realizza da tempo opere di terracotta a soggetto religioso (presepi, Via Crucis, figure di santi) esposte anche in diverse chiese dell’appennino modenese.
Nel corso del colloquio tra l’Arcivescovo e Duò sono stati affrontati diversi argomenti: dal bilancio dell’annata agraria e i progetti di Coldiretti per lo sviluppo della filiera italiana fino ad un’analisi più ampia della situazione economica e sociale del Paese.
 
RAVENNA, CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI EDGARDO ZOLI
 
Dirigenti, Soci e Personale esprimono profondo cordoglio per la scomparsa, avvenuta questa notte, di Edgardo Zoli, autorevole Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Coldiretti di Ravenna. Zoli era nato a Bagnacavallo nel 1951. Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere, ha lavorato dal 1973 al 1976 come dipendente della Copra, dal 1976 al 2004 nella Coop.va Centro Servizi per l’Agricoltura, dal 2005 al 2014 prima come dipendente e poi come responsabile amministrativo della Coop.va Agrisol. Dopo essere entrato nel Collegio dei Revisori dei Conti di Coldiretti Ravenna, da due mandati aveva assunto il ruolo di Presidente dell’Organo. Attualmente era anche revisore dei conti della coop.va Rose e Fiori di Bagnacavallo, della coop.va Bagnacavallo Energia, mentre, per lungo tempo, aveva ricoperto anche l’incarico di amministratore contabile presso la società agricola Quadrifoglio di Bagnacavallo.
Lascia la moglie Anna, i due figli e i due amati nipoti.
Il Presidente di Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli unitamente al Direttore Walter Luchetta ed ai Vicepresidenti Domenico Calderoni e Alessandro Lualdi, assieme all’intera Coldiretti Ravenna esprimono la più commossa e affettuosa partecipazione al dolore dei congiunti e degli amici per la scomparsa di Edgardo, “professionista impeccabile e competente e uomo dotato di grande umanità. La sua scomparsa rappresenta una grave perdita non solo per Coldiretti e per tutta l’agricoltura provinciale, ma anche per tutti coloro che operano nel settore”. I funerali sono fissati per venerdì 19 gennaio, alle ore 10:00 presso la Chiesa di San Michele a Bagnacavallo.
 
COMO-LECCO, CHIARA CANCLINI ELETTA ALLA GUIDA DI COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA
 
Chiara Canclini, imprenditrice ventottenne di Stazzona (Co), si è riconfermata alla guida dei giovani agricoltori di Como e Lecco. Specializzata nella coltivazione e trasformazione di piccoli frutti, nell’allevamento di conigli, e titolare di un agriturismo, dopo aver conseguito una laurea Lingue e Letteratura Straniera, Canclini è stata rieletta Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Como Lecco, dopo quattro anni di reggenza: “La reinterpretazione creativa della storia delle nostre campagne — racconta la delegata, dopo il rinnovo di carica — è uno dei punti di forza dei giovani imprenditori agricoli, capace inoltre di valorizzare fortemente il territorio. Ed è per questo che Coldiretti Giovane Impresa è considerata come una realtà capace di creare sviluppo nelle campagne, grazie al connubio tra dinamicità imprenditoriale, tradizione, identità culturale e innovazione”.
Completamente rinnovato, invece, il Comitato Giovani Impresa Como Lecco che affiancherà Chiara Canclini; sono stati eletti Fabio Villa 25 anni apicoltore di Casatenovo (LC) che ha assunto anche la carica di Vice Delegato, Martina Vicini 22 anni allevatore di Solbiate Comasco (CO), Stefano Villa 29 anni orticoltore di Asso (CO) e Luca Longhi 28 anni allevatore di Bulciago (LC).
“Tutta la Coldiretti — commenta il presidente di Coldiretti Como Lecco, Fortunato Trezzi — coglie l’occasione per augurare buon lavoro al nuovo team di Giovani impresa, a cui aspetta un 2018 carico di battaglie da combattere per il bene dell’Italia, a partire da quelle sull’etichettatura degli alimenti. La nostra Organizzazione è da sempre attenta al mondo dei giovani nelle imprese, perché rappresenta il nostro sguardo sul domani e la nostra forza oggi”.
 
SARDEGNA, LATTE: IL PREZZO DEL PECORINO ROMANO CRESCE DEL 102%, BUIO SUI DATI
 
Se il prezzo del latte seguisse il trend di crescita del Pecorino romano dovrebbe essere pagato a 1,21 euro al litro. Ma nessuno ne parla. A qualcuno conviene osservare in silenzio e far passare tutto sottotraccia. Intanto però il prezzo del Pecorino romano, prodotto con il latte pagato a 0,60 centesimi, sale repentinamente, e tocca gli 8,50 euro al kg (prezzo di piazza, mentre Clal.it lo dà a 7,45 euro/kg), mentre il latte cresce a rilento: raggiunti 0,85 centesimi al litro (come preventivato dal dossier Coldiretti), si è fermato.
I loro percorsi (formaggio e latte), come sempre, si incrociano solo quando c’è crisi. Anzi già da quando si profetizza la crisi, con il Romano che trascina in basso anche il latte dei pastori. Un film già visto, in cui a guadagnare è sempre e solo una parte della filiera, quella della trasformazione.
“Un atteggiamento palese – evidenzia il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Basta scorrere la rassegna stampa degli ultimi anni. Dall’agosto 2015, quando il prezzo del Romano sfiorava i 10 euro, erano all’ordine del giorno le dichiarazioni di catastrofe dei trasformatori, che di li a poco avrebbero cominciato a contrattare il latte con i pastori per la nuova annata. Una litania arrivata fino a minacciare la chiusura dei caseifici per evitare – scrivevano – il “collasso del sistema produttivo lattiero caseario ovino”.
Finita la crisi, finite le pubbliche relazioni. Nessuno che si preoccupa di lanciare messaggi rassicuranti ad un mercato congestionato di Romano, dicendo che se ne sta producendo di meno. Zitti davanti ad un prezzo che riprende fiato. E tutti allineati e coperti adesso che il Romano scala il prezzo come un esperto ciclista di montagna. Unica concessione il “regalo” di 10 centesimi dopo aver, non si capisce in base a quali calcoli, stabilito prima il prezzo del latte a 0,75 centesimi ed ora, dicono, a 0,85.
“La realtà – sostiene il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – parla di una differenza abissale tra il trend di crescita del Pecorino romano e quella del latte. Uno più che raddoppiato (+102,4%) l’altro fermo al 41,7%. Insomma il prezzo del latte rispetto a quello del Pecorino romano è cresciuto meno della metà, se la matematica non è un’opinione”. 
 
PECORINO ROMANO
 
EURO/KG
DIFFERENZA %
PRIMAVERA 2018
4,20
 
GENNAIO 2018
8,50
+ 102,4
 
LATTE
 
EURO/KG
DIFFERENZA %
ANNATA 2016 – 2017
0,60
 
GENNAIO 2018
0,85
+ 41,6
 
L’equazione non lascia spazio alle interpretazioni: 4,20:0.60 = 8,50: X      X=8,50*0,60/4,20    X= 1,21 EURO LITRO.
Il prezzo del latte è cresciuto – 0,36% in meno del Romano. La differenza tradotta in euro è di circa 100 milioni di euro. Denari che ancora una volta mancano dalle tasche dei pastori. Gli stessi che, con il latte crollato a 0,60 centesimi, lo scorsa annata hanno pagato 130 milioni dei 150 persi con il crollo del prezzo del Pecorino romano.
“Con una crescita così repentina, del 102% del prezzo del romano in 5 mesi, si rischia che qualcuno ci speculi – sottolinea Luca Saba -, scaricando i costi sui pastori. E’ urgente programmare immediatamente, perché il rischio e che si assista a breve ad un nuovo crollo del Pecorino, anche peggiore di quello vissuto nel 2016”.
“In questa situazione ci preoccupa il silenzio non solo dei trasformatori ma anche di chi ha la competenza di programmare – denuncia Battista Cualbu –, come l’Oilos, l’organismo al quale ci si è affidati per poter meglio programmare e gestire un futuro diverso del comparto, ma che al momento continua a tacere. Il prezzo del latte continua a dettarlo una parte della filiera e non il mercato, non si mettono in condizione i pastori di poter conoscere i dati e avere gli stessi strumenti della controparte per poter sedersi ad un tavolo e contrattare”.
 
 
Appuntamenti
 
LECCE: DIETA ANTI-GELO E CONSIGLI ANTI-INFLUENZA AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA
Venerdì 19 gennaio 
 
Taglio del nastro del nuovo mercato di Campagna Amica Lecce, venerdì 19 gennaio, alle ore 10.00, nel piazzale di Parco Tafuro in via Luigi Corvaglia a Lecce. Il mercato targato Coldiretti Lecce sarà aperto ogni lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 8 alle 13. Tanti prodotti, tutti a “chilometro zero”, freschissimi e di stagione: verdure, frutta, formaggi freschi e stagionati, miele, pesce a “miglio zero”, pescato al largo di Gallipoli, prodotti da forno, uova freschissime da allevamenti a terra, legumi, vino, olio extravergine d’oliva e tante altre specialità. 
E in occasione dell’apertura, ci sarà un ospite speciale al mercatino: Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Lecce, che parlerà dell’importanza della dieta a base di frutta, verdura e legumi per contrastare i malanni di stagione. Sarà anche illustrata la “dieta antigelo” messa a punto da Coldiretti, per difendersi dall’influenza che ha già portato 7 milioni di italiani negli ambulatori. Inoltre, Gabriella Minonne dell’Az. Agr. San Lorenzo terrà una lezione di apicoltura ad alcune classi del vicino Istituto Comprensivo “Ammirato Falcone” mentre don Alessandro Saponaro, della parrocchia di San Guido, benedirà il nuovo mercato.
Per quanto riguarda la dieta “anti-gelo”, saranno illustrati consigli utili, come ad esempio quello di aumentare le calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola soprattutto zuppe, verdure, legumi e frutta. Ciò aiuta infatti a rafforzare, con l’apporto di vitamine, le difese immunitarie dal rischio dell’insorgenza dell’influenza favorita dal freddo. Oltre a frutta e verdura ricche di antiossidanti nella “dieta antigelo” di Coldiretti sono caldamente consigliati latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione.  Con la discesa del termometro arriva anche il “permesso” ad aumentare le calorie consumate in relazione ad attività, sesso, età e necessità personali. Fondamentale – sottolinea Coldiretti – è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A (spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente) perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti che sono di grande aiuto per combattere le conseguenze dello stress del cambio di stagione sull’organismo.
Nella “dieta antigelo” spazio a piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali. Per la frutta di grande importanza per il grande contenuto di vitamina C, è il consumo di frutta di stagione come clementine e arance rigorosamente italiane per evitare che i trasporti ne riducano il contenuto vitaminico. Va anche ricordato che in un soggetto normale l’assunzione di proteine deve essere compresa tra 0,8- 1,3 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per cui – conclude la Coldiretti – una buona dose di carne nella dieta non può fare che bene.
 
 
Brevi
 
SARDEGNA – La Coldiretti Sardegna terrà domani, giovedì 18 gennaio, a partire dalle 10:30 presso l’agriturismo Sa Mandra (Strada Aeroporto Civile, 21, 07041 Alghero SS) una conferenza stampa per presentare il primo corso per Agrichef. All’incontro per la presentazione dell’iniziativa saranno presenti il presidente della Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, il direttore della Coldiretti Sardegna, Luca Saba, e i docenti del corso Agrichef.
 
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