COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 16 gennaio 2018

16 Gennaio 2018
News La Forza del Territorio del 16 gennaio 2018
Primo piano
 
TREVISO
UNESCO: PRIMA DELLA BAGUETTE LE COLLINE DEL PROSECCO
“Le nostre colline del Prosecco sono senza ombra di dubbio un patrimonio dell’umanità che vengono prima delle baquette. Noi parliamo di un territorio, della sua gente, della sua bellezza ineguagliabile”.
 
Le affermazione sono del presidente di Coldiretti Treviso, Walter Feltrin che scende in campo a difesa della candidatura delle colline del prosecco richiamando altre tutele e riconoscimenti già avvenuti: ”Se il presidente francese Macron  vuole la baguette patrimonio dell’Unesco, come giustamente è già avvenuto per “l’arte dei pizzaiuoli napoletani”, l’ltalia può e deve sostenere con forza anche la richiesta per la tutela del territorio storico Prosecco, dopo quella ottenuta dallo Champagne nel 2015”.
Un patrimonio che viaggia nel mondo sempre con maggiore frequenza aggiunge Feltrin: “Le bollicine italiane vendute all’estero sono state il doppio di quelle francesi nel 2017. Se per gli champenois si tutela insieme al paesaggio viticolo una tecnica di produzione, lavorazione e commercializzazione originale nata nel XVIII secolo, la richiesta italiana riafferma affermare il grande valore culturale e ambientale che l’agricoltura riveste in special modo in territori eccezionali come le colline di Conegliano e Valdobbiadene”.  Sono coinvolti 15 Comuni e oltre 3.000 agricoltori che – spiega la Coldiretti – operano su circa 5.000 ettari di vigneto. In termini di produzione vinicola sono stati prodotti 655211 ettolitri di vino certificato come Docg. E’ una zona di particolare pregio vitivinicolo e di grande attrazione turistica sotto la spinta del successo del Prosecco all’estero che traina le bollicine italiane che nel 2017 hanno realizzato il record di 360 milioni di litri esportati nel 2017, con un aumento dell’11% delle spedizioni oltre frontiera delle bollicine italiane che consente di doppiare i cugini francesi.
La candidatura de “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” è stata presentata ufficialmente dall’Italia quasi un anno fa con la delibera del 26 gennaio 2017 della Commissione Nazionale per l’Unesco e ha tutte le carte in regola per giungere presto ad un conclusione positiva. Un atto di coerenza dopo l’iscrizione dei “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” e del “Climats du vignoble de Bourgogne” nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco (categoria Paesaggio organicamente evoluto). Con la tutela dell’’arte dei pizzaiuoli napoletani – riferisce la Coldiretti – sono otto i “tesori” italiani iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, che conta 365 elementi culturali iscritti nella Lista Rappresentativa di 108 Paesi. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014) e la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi. “Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco – continua Walter Feltrin ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale. Significativamente però fanno riferimento al patrimonio agroalimentare Made in Italy, a testimonianza della sempre maggiore importanza attribuita all’alimentazione. Non a caso il 2018 cibo è stato proclamato l’anno internazionale del cibo italiano nel mondo.
 
 
Dal territorio
 
PUGLIA, VINO: BALZO IN AVANTI DELLE ENOTECHE, +11,5% IN 5 ANNI
 
Calici stellari in Puglia, con un balzo in avanti delle enoteche negli ultimi 5 anni, dal 2012 al 2017, dell’11,5%. Secondo l’elaborazione dei dati di Coldiretti/Camera di Commercio di Milano la crescita maggiore si registra in provincia di Foggia con un + 23,6%, seguita da Lecce con + 19,2, Taranto con + 12,3% e Bari con + 6,3%. Dato negativo solo in provincia di Brindisi che vede scendere il numero di enoteche da 47 a 45 punti vendita e di degustazione in 5 anni.
“Oltre al balzo in avanti dell’export, trend in continua crescita, si stima che il vino offra durante l’anno straordinarie opportunità di lavoro – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi. Grande exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e dei vini rosati che in 3 anni registrano un balzo record del + 122% (fonte UIV), rappresentando il 40% della produzione nazionale con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi 1 bottiglia su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese. Sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, in controtendenza rispetto al dato generale, secondo il quale negli ultimi 50 anni il consumo di vino è sceso da 70 litri pro capite all’anno a 36-37 litri e la media continua a scendere dell’1% annuo”.
Nel 2017 si registrano negli acquisti delle famiglie un +5% per i vini Doc, mentre le Igt salgono del 4% e gli spumanti addirittura del 6%. Dopo aver conquistato bar e ristoranti, si registra complessivamente un balzo del 3% anche tra le mura domestiche, con una profonda svolta verso la qualità come dimostra il fatto che a calare sono solo gli acquisti di vini comuni (-4%). Dopo che negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono più che dimezzati toccando il minimo storico dall’unità d’Italia con una stima di 33 litri a persona all’anno, il calo – sottolinea la Coldiretti – si è arrestato.
“E’ il risultato di un mix vincente di fattori – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore Coldiretti Puglia – che partono dalle potenzialità del terroir e delle varietà autoctone, passando per le capacità imprenditoriali dei vitivinicoltori pugliesi, alla lungimiranza della politica regionale che negli ultimi 10 anni ha indirizzato risorse importanti sugli investimenti in tecnologia e sulla promozione, ma anche grazie a un ponderoso sistema di controlli che il settore si è dato in Italia, dopo aver toccato il punto più basso che si potesse immaginare con lo scandalo del metanolo. Per questo è bene stigmatizzare che svendere, attraverso operazioni poco chiare, per pochi euro in più l’immagine e il valore di DOC o IGT affermatesi con grandi sacrifici e sforzi da parte di tutti, porta inevitabilmente a un danno collettivo incalcolabile”.
Ad oggi sono 6 le IGT (Indicazioni Geografiche Protette) ‘Tarantino’, ‘Valle d’Itria’, ‘Salento’, ‘Murgia’, ‘Daunia’, ‘Puglia’ e 29 i vini pugliesi DOC (Denominazione di Origine Controllata) che detengono un valore inestimabile, intrinseco al prodotto agroalimentare ed alla professionalità imprenditoriale, che va salvaguardato a difesa della salute dei consumatori e a caratterizzazione della specificità dei prodotti regionali sul mercato globalizzato. Ed i risultati della scelta di qualità degli imprenditori agricoli pugliesi non hanno tardato a farsi vedere: è aumentata del 37% la produzione DOC e DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita).
 
Regione
Provincia
 
Attive 2017
Attive 2012
Var % in cinque anni
PUGLIA              
BARI                
 
203
191
6,3%
BRINDISI           
 
45
47
-4,3%
FOGGIA             
 
89
72
23,6%
LECCE              
 
124
104
19,2%
TARANTO            
 
82
73
12,3%
TOTALE
 
543
487
+ 11,5%
 
EMILIA ROMAGNA, VINO: BOOM ENOTECHE (+33,1%). L’8,9% GESTITE DA UNDER 35 ANNI
 
Crescita record in Emilia Romagna delle enoteche che in cinque anni sono aumentate del 33,1%, passando dalle 302 del 2012 alle 402 del 2017. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna sulla base dei dati di un’analisi di Coldiretti e Camera di Commercio di Milano da cui risulta la crescente attenzione alla qualità degli acquisti di vino che è diventata espressione culturale e occasione di socializzazione e condivisione con amici e parenti.
La città con il maggior numero di enoteche è Bologna: nel capoluogo di regione infatti i centri specializzati di vendita del vino sono più che raddoppiati passando da 62 a 127con un incremento del 104,8%. A seguire c’è Ferrara dove le enoteche sono 59 (erano 36 nel 2012, +63,9%), Modena con 49 (40 nel 2012, +22,5%), Rimini 37 (in calo del 15,9% rispetto alle 44 del 2012), Reggio Emilia con 36 (32 nel 2012, +12,5%), Parma con 30 (26 nel 2012, +15,4%), Forlì-Cesena con 23 (21 nel 2012, +9,5%), Ravenna con 22 (in calo del 4,3% sulle 23 del 2012), Piacenza con 19 (18 nel 2012, +5,6%).
Alta è la presenza delle donne, con una enoteca su cinque (19,8) a guida femminile con punte del 27% a Forlì-Cesena. L’8,9% è gestito da giovani, con la presenza più forte di questi ultimi a Bologna (15,6%) e Piacenza (20%). È una tendenza che conferma una decisa svolta verso la qualità con il vino che – continua Coldiretti Emilia Romagna – è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico, che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol.
In Emilia Romagna – ricorda Coldiretti regionale – i consumi di vino si attestano sui 34 litri pro-capite, con a tendenza alla crescita dei consumi di vini Dop e Igp che nella nostra regione rappresentano il 55% della produzione di vino, nonostante la vendemmia 2017 a causa della siccità sia diminuita di quasi il 20% attestandosi su una produzione di 6,3 milioni di ettolitri.
 
PIEMONTE, NEGLI ULTIMI 5 ANNI SONO AUMENTATE DELL’11,7% LE ENOTECHE PIEMONTESI
 
Una crescita del 13% in cinque anni delle enoteche in Italia con la presenza di 7.300 “oasi del vino” lungo tutta la Penisola. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti e della Camera di commercio di Milano dalla quale si evidenzia la crescente attenzione alla qualità negli acquisti di vino che è diventato una espressione culturale da condividere con amici e parenti.
In Piemonte si è passati dalle 497 enoteche del 2012 alle 555 del 2017 con un aumento dell’11,7%. Il numero è cresciuto maggiormente nelle province di Cuneo e Verbania. Il 24,5% delle enoteche piemontesi è guidato da donne, dimostrando come la presenza femminile sia forte in questo campo, ed il 10% da giovani.
“Una tendenza che conferma una decisa svolta verso la qualità, come dimostra anche il boom dei corsi per sommelier, ma anche il numero crescente di giovani che ci tiene ad essere informato sulle caratteristiche dei vini, oltre al fatto che sta crescendo tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole – spiega Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo -. Cresce il Moscato d’Asti e le bollicine dell’Asti sono apprezzate soprattutto all’estero. Dalle uve Moscato d’Asti si ricava L’Asti secco che è un prodotto particolarmente adatto per l’aperitivo, grazie ai profumi e agli aromi del moscato, e col suo leggero retrogusto amaragnolo risulta molto fresco e leggero e può quindi essere consumato a tutto pasto e in tutte le occasioni. Da 1kg d’uva moscato si produce una bottiglia d’Asti secco il quale, a pochi mesi dal lancio, ha già raggiunto 800 mila bottiglie vendute”.
“Il vino è oltretutto uno dei prodotti preferiti dai turisti stranieri in Italia e dai consumatori all’estero, tanto che, nell’anno appena trascorso, l’export è cresciuto del 7% sfiorando la cifra record di 6 miliardi di euro – spiegano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. Conferma il trend il vino Made in Piemonte che, grazie ai suoi alti standard qualitativi, è particolarmente richiesto oltre i confini nazionali: in particolare il mercato statunitense assorbe il 35% dell’export di vino piemontese e le esportazioni negli USA hanno raggiunto i 200 milioni di euro”.
 
CAMPANIA, BOOM ENOTECHE: SECONDA REGIONE D’ITALIA E NAPOLI SUL PODIO
 
Cambiano gli stili di vita e l’approccio al vino di qualità. Una crescita del 13% in cinque anni delle enoteche in Italia con la presenza di 7.300 “oasi del vino” lungo tutta la Penisola. La Campania conferma il trend con un +12,7% attestandosi al secondo posto con 835 enoteche, dopo la Lombardia (986) ma prima di Toscana (718) e Veneto (713). È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti e della Camera di Commercio di Milano dalla quale si evidenzia la crescente attenzione alla qualità negli acquisti di vino che è diventato una espressione culturale da condividere con amici e parenti. Ma se sul dato regionale la Campania è seconda, tra i capoluoghi – sottolinea la Coldiretti – è la città Napoli a conquistare il podio degli amatori del vino con 546 enoteche, seguita da Roma con 482 e Milano con 264.
Analizzando le altre realtà regionali emerge il raddoppio delle enoteche nelle province vitivinicole, con un pareggio tra Irpinia e Sannio: Avellino in cinque anni passa da 15 a 33, Benevento da 18 a 33. A Caserta se ne contano invece 136 con un lieve incremento di una unità, stesso trend su Salerno che tocca quota 87.
“Un dato che conferma la crescita del settore vitivinicolo in Campania – commenta Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale e presidente regionale di Coldiretti – ma anche una forte propensione ad un approccio qualitativo nei consumatori della nostra regione e non solo. In questi numeri c’è anche il flusso turistico imponente che sta interessando i principali attrattori culturali del territorio. Italiani e stranieri abbinano sempre più l’esperienza turistica classica all’enograstronomia. Il primato nazionale della città di Napoli dimostra quanto spazio di interesse possa esserci per i nostri vini. Caserta e Salerno confermano lo stesso fenomeno, pur con numeri minori in proporzione alla popolazione. Una riflessione a parte meritano Avellino e Benevento, territori fortemente vitivinicoli. Il raddoppio delle enoteche fotografa la crescita dell’appeal di Irpinia e Sannio. Non solo quindi produttori, ma anche appassionati e visitatori che scelgono di scoprire i luoghi dove nascono vini che arrivano in tutto il mondo”.
Una tendenza che conferma una decisa svolta verso la qualità con il vino che – continua la Coldiretti – è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol”. Lo dimostra – precisa la Coldiretti – il boom dei corsi per sommelier, ma anche il numero crescente di giovani ci tiene ad essere informato sulle caratteristiche dei vini e cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole con la proliferazione di wine bar e un vero boom dell’enoturismo che oggi genera un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno ed ha conquistato nell’ultima manovra il suo primo storico quadro normativo. Nell’ultimo anno 16,1 milioni di italiani hanno partecipato ad eventi, sagre, feste locali legate in qualche modo al vino e tra questi molti giovani a dimostrazione della capacità del nettare di bacco di incarnare valori immateriali e simbolici collocandosi sulla frontiera più avanzata di un consumo consapevole, maturo, responsabile, molto orientato alla qualità materiale e immateriale del prodotto.
E’ in atto – continua la Coldiretti – una rivoluzione sulle tavole degli italiani con i consumi di vino che dopo aver raggiunto il minimo a 33 litri pro capite nel 2017 hanno invertito la tendenza con un aumento record degli acquisti delle famiglie del 3%, trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%) mentre calano gli acquisti di vini comuni (-4%). Se i consumi interni sono attestati sui 4 miliardi di euro il vino – continua Coldiretti – è anche uno dei prodotti preferiti dai turisti stranieri in Italia e dai consumatori all’estero considerato che nell’anno appena trascorso l’export è cresciuto del 7% sfiorando la cifra record di 6 miliardi di euro. Le vendite all’estero – rileva la Coldiretti – hanno avuto un incremento in valore del 6% negli Usa che sono di gran lunga il principale cliente anche se per il 2018 pesa l’impatto del super euro che ha raggiunto il massimo da tre anni. L’aumento è stato – continua la Coldiretti – del 3% in Germania e dell’8% nel Regno Unito che nonostante i negoziati sulla Brexit resta sul podio dei principali clienti. In termini di aumento percentuale però la migliore performance con un balzo del 47% viene fatta registrare dalla Russia dove il vino è uno dei pochi prodotti agroalimentari Made in Italy non colpiti dall’embargo.
 
VENETO, FARE L’OSTE: IN REGIONE E’ UNA VERA PASSIONE, 713 LE ENOTECHE
 
Se in Italia si registra una crescita del 13% in cinque anni delle enoteche con la presenza di 7.300 “oasi del vino” lungo tutta la Penisola, il Veneto si piazza tra le prime cinque regioni che ne contano di piu’. Sono infatti 713 le osterie disseminate nel territorio com una grossa concentrazione a Venezia (155) dove prendono il nome catatteristico di ‘bacaro’. Al secondo posto la provincia di Padova (144) e Vicenza con 124.  E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti e della Camera di commercio di Milano dalla quale si evidenzia la crescente attenzione alla qualità negli acquisti di vino che è diventato una espressione culturale da condividere con amici e parenti. I tre capoluoghi con il più alto numero di punti vendita sono – sottolinea la Coldiretti – Napoli con 546, Roma con 482 e Milano con 264, ma le città dove si registra la crescita maggiore sono Bologna (+170%), Foggia (+68%), Verona (+66%), Cuneo (+65%), Messina e Milano (63%). Forte – precisa la Coldiretti – la presenza femminile con le donne alla guida di piu’ di una enoteca su quattro (27%) mentre il 12% delle sono gestite da giovani soprattutto al Sud con un punte del 25% a Taranto e del 20% a Catania e Palermo.
Una tendenza che conferma una decisa svolta verso la qualità con il vino che – continua la Coldiretti – è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol”. Lo dimostra – precisa la Coldiretti – il boom dei corsi per sommelier, ma anche il numero crescente di giovani ci tiene ad essere informato sulle caratteristiche dei vini e cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole con la proliferazione di wine bar e un vero boom dell’enoturismo che oggi genera un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno ed ha conquistato nell’ultima manovra il suo primo storico quadro normativo. Nell’ultimo anno 16,1 milioni di italiani hanno partecipato ad eventi, sagre, feste locali legate in qualche modo al vino e tra questi molti giovani a dimostrazione della capacità del nettare di bacco di incarnare valori immateriali e simbolici collocandosi sulla frontiera più avanzata di un consumo consapevole, maturo, responsabile, molto orientato alla qualità materiale e immateriale del prodotto.
E’ in atto – continua la Coldiretti – una rivoluzione sulle tavole degli italiani con i consumi di vino che dopo aver raggiunto il minimo a 33 litri pro capite nel 2017 hanno invertito la tendenza con un aumento record degli acquisti delle famiglie del 3%, trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%) mentre calano gli acquisti di vini comuni (-4%). Se i consumi interni sono attestati sui 4 miliardi di euro il vino – continua Coldiretti – è anche uno dei prodotti preferiti dai turisti stranieri in Italia e dai consumatori all’estero considerato che nell’anno appena trascorso l’export è cresciuto del 7% sfiorando la cifra record di 6 miliardi di euro. Le vendite all’estero – rileva la Coldiretti – hanno avuto un incremento in valore del 6% negli Usa che sono di gran lunga il principale cliente anche se per il 2018 pesa l’impatto del super euro che ha raggiunto il massimo da tre anni. L’aumento è stato – continua la Coldiretti – del 3% in Germania e dell’8% nel Regno Unito che nonostante i negoziati sulla Brexit resta sul podio dei principali clienti. In termini di aumento percentuale però la migliore performance con un balzo del 47% viene fatta registrare dalla Russia dove il vino è uno dei pochi prodotti agroalimentari Made in Italy non colpiti dall’embargo.
E tutto questo – conclude Coldiretti – nonostante una vendemmia che ha visto dire addio a una bottiglia su 4 a causa del calo della produzione anche se l’Italia mantiene comunque il primato mondiale, davanti alla Francia, con circa 40 milioni di ettolitri destinati per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
 
SICILIA, NELL’ISOLA CRESCONO LE ENOTECHE. PALERMO CAPOLUOGO DEL BUON BERE
 
Se in Italia si registra una crescita del 13% in cinque anni delle enoteche con la presenza di 7.300 “oasi del vino” lungo tutta la Penisola, la Sicilia si piazza nella top ten. Le enoteche del territorio sono 470 con una grossa concentrazione a Palermo che si conferma anche capoluogo del buon bere. Segue Messina con 80. La provincia con meno posti dove si può degustare il vino è Enna: solo 12, distanziata anche da Agrigento e Caltanissetta. Rispetto al 2012 un aumento costante che riguarda quasi tutte le province.
E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti e della Camera di commercio di Milano dalla quale si evidenzia la crescente attenzione alla qualità negli acquisti di vino che è diventato una espressione culturale da condividere con amici e parenti. I tre capoluoghi con il più alto numero di punti vendita sono – sottolinea la Coldiretti – Napoli con 546, Roma con 482 e Milano con 264, ma le città dove si registra la crescita maggiore sono Bologna (+170%), Foggia (+68%), Verona (+66%), Cuneo (+65%), Messina e Milano (63%). Forte – precisa la Coldiretti – la presenza femminile con le donne alla guida di piu’ di una enoteca su quattro (27%) mentre il 12% delle sono gestite da giovani soprattutto al Sud con un punte del 25% a Taranto e del 20% a Catania e Palermo.
Per Coldiretti Sicilia questi dati confermano che la nostra Regione ha giovani che mirano alla tutela e alla crescita del territorio perchè il vino è territorio.  E sono numeri che mostrano un chiaro segnale: siamo sulla buona strada per quella rivoluzione culturale in atto da qualche anno che mira ad incrementare le risorse agricole sfruttando pienamente le opportunità.
 
BASILICATA, VINO: E’ SVOLTA NEI CALICI E BOOM DELLE ENOTECHE (+8%)
 
Una crescita del 18% in cinque anni delle enoteche in Basilicata con la presenza di 46 “oasi del vino” in tutta la regione, 22 nel Materano e 24 nel Potentino.  E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti e della Camera di commercio di Milano dalla quale si evidenzia la crescente attenzione alla qualità negli acquisti di vino che è diventato una espressione culturale da condividere con amici e parenti. Forte la presenza femminile e soprattutto di giovani alla guida delle enoteche.
“Una tendenza che anche nella nostra regione conferma una decisa svolta verso la qualità con il vino che – evidenzia Coldiretti Basilicata – è diventato l’emblema di uno stile di vita ‘lento’, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol”. Lo dimostra il boom dei corsi per sommelier, ma anche il numero crescente di giovani ci tiene ad essere informato sulle caratteristiche dei vini e cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole con la proliferazione di wine bar e un vero boom dell’enoturismo.
Nell’ultimo anno migliaia di lucani hanno partecipato ad eventi, sagre, feste locali legate in qualche modo al vino e tra questi molti giovani a dimostrazione della capacità del nettare di bacco di incarnare valori immateriali e simbolici collocandosi sulla frontiera più avanzata di un consumo consapevole, maturo, responsabile, molto orientato alla qualità materiale e immateriale del prodotto”. Per Coldiretti Basilicata è in atto “una rivoluzione sulle tavole dei lucani con i consumi di vino che dopo aver raggiunto il minimo a 33 litri pro capite nel 2017 hanno invertito la tendenza con un aumento record degli acquisti delle famiglie. E tutto questo – conclude Coldiretti Basilicata– nonostante una vendemmia che ha visto dire addio a una bottiglia su 4 a causa del calo della produzione anche se l’Italia mantiene comunque il primato mondiale”.
 
REGGIO EMILIA, ENOTECHE: 1 SU 5 È GESTITA DA DONNE ED OLTRE L’11% DA UNDER 35
 
Crescita record in Emilia Romagna delle enoteche che in cinque anni sono aumentate del 33,1%, passando dalle 302 del 2012 alle 402 del 2017. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna sulla base dei dati di un’analisi di Coldiretti e Camera di Commercio di Milano da cui risulta la crescente attenzione alla qualità degli acquisti di vino che è diventata espressione culturale e occasione di socializzazione e condivisione con amici e parenti.
La città con il maggior numero di enoteche è Bologna: nel capoluogo di regione infatti i centri specializzati di vendita del vino sono più che raddoppiati passando da 62 a 127con un incremento del 104,8%. Reggio Emilia conquista il quinto posto in regione con 36 enoteche con un aumento del 12,5% rispetto al 2012. A seguire Parma con 30, Forlì-Cesena con 23, Ravenna e Piacenza con 19. Alta è la presenza delle donne, con una enoteca su cinque a guida femminile e l’11,1% è gestito da giovani.
“È una tendenza che conferma una svolta decisa verso la qualità – commenta Vitangelo Tizzano, vice delegato confederale di Coldiretti Reggio Emilia. Il vino è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico, che aiuta a stare bene in totale contrapposizione all’assunzione sregolata di alcol. La promozione della distintività porta con se il successo che registra in questi anni il settore del vino”.
In Emilia Romagna – ricorda Coldiretti Reggio Emilia – i consumi di vino si attestano sui 34 litri pro-capite, con a tendenza alla crescita dei consumi di vini Dop e Igp che nella nostra regione rappresentano il 55% della produzione di vino, nonostante la vendemmia 2017 a causa della siccità sia diminuita di quasi il 20% attestandosi su una produzione di 6,3 milioni di ettolitri.
“La valorizzazione delle specificità territoriali rappresenta il futuro per questo settore – conclude Assuero Zampini, direttore della Coldiretti reggiana – e Lambrusco e Spergola sono le direttrici per la nostra realtà. Il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla qualità e sulla identità – continua Assuero Zampini, direttore della Coldiretti di Reggio Emilia – ed è proprio su qualità e identità che si deve caratterizzare la valorizzazione del Lambrusco e la promozione della Spergola. Sono entrambi vini che rispondono agli attuali trend dei consumi italiani e stranieri e – conclude Zampini – sono un importante patrimonio locale grazie alla cui promozione si aggancia un intero territorio di grande valore storico, culturale e gastronomico”.
 
FRIULI-V.GIULIA, BOOM DELLE ENOTECHE +30%. RAGGIUNTA QUOTA 116
 
Il Friuli Venezia Giulia ha visto aumentare le enoteche del 30% in cinque anni. Da 89 (quelle presenti nel 2012) alle 116 del 2017: 45 in provincia di Udine, 27 a Trieste, 25 a Pordenone, 19 a Gorizia). Il contesto nazionale è quello di una crescita del 13%, sempre nel quinquennio, con la presenza di 7.300 “oasi del vino” lungo tutta la Penisola. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti e della Camera di commercio di Milano dalla quale si evidenzia la crescente attenzione alla qualità negli acquisti di vino che è diventato una espressione culturale da condividere con amici e parenti. I tre capoluoghi con il più alto numero di punti vendita sono Napoli con 546, Roma con 482 e Milano con 264, ma le città dove si registra la crescita maggiore sono Bologna (+170%), Foggia (+68%), Verona (+66%), Cuneo (+65%), Messina e Milano (63%). Trieste è poco sotto con il +59%.
Forte – precisa la Coldiretti – la presenza femminile con le donne alla guida di più di una enoteca su quattro (27%) mentre il 12% delle sono gestite da giovani soprattutto al Sud con punte del 25% a Taranto e del 20% a Catania e Palermo.
Una tendenza – prosegue la Coldiretti – che conferma una decisa svolta verso la qualità con il vino che è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con sé stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol. Lo dimostra il boom dei corsi per sommelier, ma anche il numero crescente di giovani ci tiene ad essere informato sulle caratteristiche dei vini e cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole con la proliferazione di wine bar e un vero boom dell’enoturismo che oggi genera un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno e ha conquistato nell’ultima manovra il suo primo storico quadro normativo. Nell’ultimo anno 16,1 milioni di italiani hanno partecipato a eventi, sagre, feste locali legate in qualche modo al vino e tra questi molti giovani a dimostrazione della capacità del nettare di bacco di incarnare valori immateriali e simbolici collocandosi sulla frontiera più avanzata di un consumo consapevole, maturo, responsabile, molto orientato alla qualità materiale e immateriale del prodotto.
È in atto – continua la Coldiretti – una rivoluzione sulle tavole degli italiani con i consumi di vino che, dopo aver raggiunto il minimo a 33 litri pro capite nel 2017, hanno invertito la tendenza con un aumento record degli acquisti delle famiglie del 3%, trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%) mentre calano gli acquisti di vini comuni (-4%). Se i consumi interni sono attestati sui 4 miliardi di euro, il vino è anche uno dei prodotti preferiti dai turisti stranieri in Italia e dai consumatori all’estero considerato che nell’anno appena trascorso l’export è cresciuto del 7% sfiorando la cifra record di 6 miliardi di euro. Le vendite all’estero hanno avuto un incremento in valore del 6% negli Usa che sono di gran lunga il principale cliente anche se per il 2018 pesa l’impatto del super euro che ha raggiunto il massimo da tre anni. L’aumento è stato – continua la Coldiretti – del 3% in Germania e dell’8% nel Regno Unito che nonostante i negoziati sulla Brexit resta sul podio dei principali clienti. In termini di aumento percentuale però la migliore performance con un balzo del 47% viene fatta registrare dalla Russia dove il vino è uno dei pochi prodotti agroalimentari Made in Italy non colpiti dall’embargo.
E tutto questo nonostante una vendemmia che ha visto dire addio a una bottiglia su 4 a causa del calo della produzione anche se l’Italia mantiene comunque il primato mondiale, davanti alla Francia, con circa 40 milioni di ettolitri destinati per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
 
 
Enoteche 2017
Enoteche 2012
Var. 17/12
GORIZIA            
19
15
26,7%
PORDENONE           
25
18
38,9%
TRIESTE            
27
17
58,8%
UDINE              
45
39
15,4%
Fvg
116
89
30,3%
 
BENEVENTO, GAL AREA FORTORE, DAVIDE MINICOZZI NUOVO PRESIDENTE
 
Il Gal Area Fortore scalda i motori per la partenza della programmazione e rilancia la struttura organizzativa. Ieri sera si è riunito a Benevento il consiglio di amministrazione che ha eletto Davide Minicozzi presidente del Gruppo di Azione Locale fortorino, che insieme al Gal Taburno ha ottenuto l’approvazione dalla Regione Campania. La scelta di riunire in ati (associazione temporanea di impresa) i due Gal sanniti avvia un percorso per un territorio vastissimo, tra i più estesi della Campania: 47 Comuni su 78 della provincia di Benevento per un totale di 147 mila abitanti.
“Ringrazio il consiglio per la fiducia riposta in me – sottolinea il neo presidente Minicozzi – che mi carica di una responsabilità, ma anche di una sfida affascinante. Il Fortore finalmente può avere, anche grazie al Gal, uno strumento in più per far valere le sue potenzialità. Il mio impegno è quello di lavorare affinché i bandi abbiano una ricaduta efficace su tutto il territorio interessato. Dopo il provvedimento di concessione che è stato notificato a fine novembre, stiamo predisponendo la strumentazione operativa per gli avvisi pubblici delle misure PSR 14/20, che verranno attivate con la strategia di sviluppo locale ‘T.E.R.R.A.’ in ati con il Gal Taburno. Il primo obiettivo utile è individuare temi e percorsi che rispondano alle esigenze delle imprese e delle comunità locali”.
Il gruppo di azione locale è una società consortile composta da soggetti pubblici e privati che hanno l’obiettivo di favorire lo sviluppo locale di un’area rurale. Il GAL è, in sintesi, uno strumento di programmazione che riunisce tutti i potenziali attori dello sviluppo (quali sindacati, associazioni di imprenditori, imprese, Comuni, ecc.) nella definizione di una politica “concertata” per l’affermazione di modelli locali di sviluppo orientati alla valorizzazione delle risorse e delle opportunità presenti nel territorio.
Davide Minicozzi è un imprenditore agricolo ed è un esponente della Coldiretti Benevento. Attualmente è vice delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa e delegato per la federazione sannita. “A Davide – commentano il presidente Gennarino Masiello e il direttore Michele Errico – vanno gli auguri di buon lavoro nella nuova veste di presidente del Gal. Siamo sicuri che saprà esprimere al meglio le sue capacità di dirigente, come fa ogni giorno in Coldiretti mettendosi all’ascolto degli agricoltori e dei cittadini per sostenere, incoraggiare e creare rete”.
 
VARESE, ELETTO ENRICO MONTONATI ALLA GUIDA DI COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA
 
Riconfermato alla guida dei giovani agricoltori di Coldiretti Varese, Enrico Montonati, imprenditore ventinovenne di Vergiate, specializzato nella coltivazione e nella trasformazione di piccoli frutti. Laureato in Scienze Geografiche, Montonati, è stato rieletto Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Varese, dopo un anno e mezzo di reggenza: “Giovani Impresa è una realtà capace di creare sviluppo nelle campagne italiane — racconta il delegato, dopo il rinnovo di carica — grazie alla grande dinamicità dei propri imprenditori, capaci di coniugare tradizione, identità culturale e innovazione. La forza delle nuove generazioni di imprenditori agricoli è determinata dalla reinterpretazione creativa della storia delle nostre campagne: un’azione, questa, che valorizza fortemente il territorio”.
Ad affiancare Enrico Montonati, il Comitato Provinciale Giovani Impresa Varese, composto da 5 imprenditori dall’età compresa tra i 22 e i 26 anni. I membri della squadra sono: Andrea Bertolotti, 26 anni, allevatore di capre, vacche e vitelli di Sumirago; Pietro Luca Colombo, 23 anni, cerealicoltore di Ferno; Claudio Salice, 23 anni, florovivaista di Angera; Nicolò Russo, 22 anni, allevatore zootecnico; Riccardo Mocellin, 23 anni, allevatore caprino di Monvalle.
“Investire sui giovani — commenta il presidente di Coldiretti Varese, Fernando Fiori — è da sempre una priorità per la Coldiretti. Ed è per questo che oggi cogliamo l’occasione per augurare un buon lavoro alla squadra di Giovani Impresa Varese, in vista di un 2018 che si preannuncia carico di battaglie da combattere per il bene del Paese, a partire da quelle sull’etichettatura degli alimenti”.
 
ORISTANO, CORNACCHIA GRIGIA: PRIORITARIO RILANCIARE IL PIANO DI CONTENIMENTO
 
La programmazione delle coltivazioni primaverili ed estive, specie per le ortive, ripropone nelle campagne l’incubo dei danni causati dalle cornacchie ed in genere da altre specie nocive. Tante le perdite per molte aziende agricole del territorio perennemente in lotta con una fauna selvatica che pone a rischio il lavoro e la produttività dei campi. Coldiretti reitera la denuncia di una situazione spesso fuori controllo, con la evidente alterazione dell’equilibrio fondante tra ambiente e attività produttive che occorre ripristinare nei campi. Di alcune specie nocive, cresciute in modo esponenziale, la presenza è segnalata diffusa e pressante: cinghiali, cornacchie e nutrie
Con una situazione che presenta tante criticità. Occorre incidere sui tre aspetti determinanti senza i quali i Piani di contenimento della fauna selvatica risultano inefficaci: la tempestività delle azioni di prevenzione, la congruità delle risorse poste in campo e la semplificazione delle procedure per l’ottenimento degli indennizzi.
Cornacchia Grigia – Sono le colture orticole primaverili ed estive e i frutteti le produzioni maggiormente danneggiate dalla specie –  Ancora oggi non esiste una statistica sulla presenza delle cornacchie nei territori, consentirebbe di rilevarne finalmente il numero e agire nella aree maggiormente sotto pressione. Il Piano di controllo elaborato quasi tre anni fa presenta evidenti limiti: il numero complessivo di esemplari contenibili (18.900 unità, 2000 nella provincia di Oristano), sganciato da qualsiasi dato o censimento, di fatto  si rivela insufficiente; la equiparazione del contingente tra province non tiene conto del fatto che alcune sono più vocate all’ orticoltura  e che quindi necessitano di interventi più incisivi; inoltre occorre tener conto che la Amministrazioni provinciali  non sono più 8 ma 4; infine, la ripartizione delle modalità di contenimento (60% attraverso gabbie, 40% con arma da fuoco) è decisamente troppo sbilanciata verso l’ impiego delle gabbie, aspetto valido in una situazione ordinaria ma, non in una emergenziale, quale quella di Oristano. Il piano di contenimento esistente necessita dunque di indispensabili miglioramenti senza i quali si rischia nuovamente uno stop alle attività proprio nei mesi estivi, come già accaduto in passato.
Per gli altri nocivi la situazione è tutta da definire. Sono già tante infatti le segnalazioni giunte negli uffici Coldiretti che rimarcano una aumentata presenza e attività dei cinghiali, non solo sui campi ma, anche presso gli allevamenti, causa una popolazione che viene data sempre più aggressiva e in aumento. Anche sui cinghiali non esiste alcun dato sul loro numero! La più diffusa presenza delle nutrie desta sempre più preoccupazione, specie alloctona che, priva di alcun antagonista, si diffonde ovunque rapidamente (con 3/ 4 gestazioni annue). A tutt’oggi non esiste alcuna azione di contenimento. La forte siccità ha parzialmente mitigato la presenza della specie.
Per il presidente provinciale di Coldiretti Giovanni Murru è prioritario rivisitare e ridare una accelerata, avviandolo tempestivamente, al piano di contenimento delle cornacchie, partendo dal censimento così da zonizzare gli esemplari presenti per operare nelle aree con maggior pressione. Approccio da estendere ad altre specie contenibili (cinghiali, nutrie etc.). Va inoltre previsto un congruo rimborso – evidenzia Murru – per l’impegno e le spese dei tanti coadiutori volontari che prestano la loro opera.
Il presidente provinciale Coldiretti centra l’attenzione sulle efficaci azioni preventive, tuttavia, nel momento in cui si verificano dei danni, è prioritario che Regione e provincia intervengano con risorse congrue e tempestive. Tale aspetto è ancora più necessario per quelle specie che difficilmente possono esser oggetto di piani di contenimento. 
Occorre programmare una azione organica di contrasto, strutturata nel tempo e frutto di un lavoro collettivo. Il tema della fauna selvatica – aggiunge Murru – va affrontato in modo risolutivo. L’agricoltura può diventare volano di sviluppo per l’economia dei nostri territori, a patto che le varie criticità siano affrontate in modo serio, sulla questione fauna selvatica, come su tante altre.
Ribadiamo la necessità – conclude il Presidente Coldiretti – di un urgente incontro con le istituzioni regionali e provinciali per programmare una azione organica di contrasto, strutturata nel tempo e frutto di un lavoro collettivo, basato su dati, censimenti e piani per delle varie specie.
 
PIACENZA, EDUCAZIONE ALLA CAMPAGNA AMICA RIPARTE DALLA MEDIA CALVINO
 
E’ stata la scuola media Italo Calvino della sede Genocchi ad ospitare l’inaugurazione ufficiale a Piacenza del progetto regionale di “Educazione alla Campagna Amica” che Coldiretti, in stretta collaborazione con Donne Impresa, organizza negli istituti scolastici. Questa mattina, martedì 16 gennaio sono ripartite ufficialmente le lezioni, al termine della conferenza stampa organizzata da Coldiretti insieme ai principali partner che affiancano l’associazione nel corso delle lezioni.
Il titolo dell’iniziativa di quest’anno scolastico è “Un tempo per ogni cosa. I ritmi dell’agricoltura come guida ad una corretta alimentazione e al rispetto dell’ambiente” e le prime lezioni, rivolte a quattro seconde classi, sono state dedicate all’importanza di una merenda sana.
Nel suo messaggio di benvenuto agli studenti, il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti ha insistito proprio sull’alimentazione sana e corretta e sui benefici ad essa legati per la salute e per l’ambiente che ci circonda. Concetto ribadito dall’assessore comunale Paolo Mancioppi, mentre Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica, ha spiegato come la collaborazione con Coldiretti prosegua e di quanto sia fondamentale approfondire anche il tema delle risorse idriche. A moderare gli interventi questa mattina è stata la responsabile provinciale di Campagna Amica Cinzia Pastorelli, che si è soffermata sul tema di quest’anno.
“Attraverso la lettura del tempo nelle sue tante declinazioni, i ragazzi potranno capire, partendo dall’agricoltura, il valore dell’attesa, della stagionalità e della ciclicità. Vogliamo parlare ai ragazzi dei nostri valori con uno sguardo anche all’innovazione e all’agricoltura di precisione” ha affermato Pastorelli. Le classi che hanno aderito al percorso parteciperanno al concorso finale attraverso semplici elaborati che gli studenti saranno chiamati a predisporre usando la loro fantasia al fine di esprimere al meglio ciò che hanno imparato nell’ intero percorso, che, come da tradizione, vivrà il suo momento clou con la festa finale che si terrà nel mese di maggio.
Lo scorso anno il progetto ha coinvolto oltre 3mila studenti delle scuole piacentine. Questa mattina sono intervenuti anche il professor Vicenzo Tabaglio dell’Università Cattolica, il presidente provinciale di Avis Piacenza Leonardo Fascia e la dirigente scolastica Elisabetta Ghiretti.
Questi i partner dell’iniziativa: Fondazione Campagna Amica, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, Prefettura di Piacenza, Provincia di Piacenza, Comune di Piacenza, Camera di Commercio, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Polo Territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano, Consorzio Grana Padano, Consorzio Agrario Terre Padane, Consorzio di Bonifica, Cio, Associazione Apicoltori, Banca di Piacenza, Azienda USL di Piacenza (reparti di Cardiologia e di Pediatria), Ordine dei Medici Chirurgi e Odontoiatri di Piacenza, Associazione Il Cuore di Piacenza, Associazione Autonoma Diabetici Piacentini, le Associazioni del Dono (AIDO, ADMO e AVIS), Associazione Panificatori di Piacenza, Associazione Gelatieri Piacentini, Campus Agroalimentare Raineri, Adiconsum Parma e Piacenza.
 
UMBRIA, 11 MILA A LETTO: I CONSIGLI PER UNA DIETA ANTI MALANNI
 
Sono oltre 11.600 gli umbri colpiti dall’influenza nella prima settimana di gennaio, mentre il conto totale degli italiani ammalati raggiunge quasi i 3 milioni dall’inizio della sorveglianza ad ottobre. È quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti Umbria su dati del Ministero della Salute. Nella prima settimana del 2018 – sottolinea Coldiretti – in Umbria la fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a 40,2 casi per mille assistiti, mentre nella fascia 5-14 anni l’incidenza è di circa 20 casi per mille assistiti, nei giovani-adulti (15-64 anni) è di 11,92 e negli anziani di circa 1,8 casi per mille assistiti. Secondo il rapporto aggiornato InfluNet, a livello nazionale probabilmente siamo vicini al picco epidemico.
Aumentare le calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola soprattutto zuppe, verdure, legumi e frutta, aiuta a rafforzare, con l’apporto di vitamine, le difese immunitarie dal rischio dell’insorgenza dell’influenza favorita dal freddo, secondo la Coldiretti che ha messo a punto una “dieta antigelo”.
Oltre a frutta e verdura ricca di antiossidanti nella dieta per sconfiggere l’influenza non devono mancare – continua Coldiretti – latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione. Con la discesa del termometro arriva anche il “permesso” ad aumentare le calorie consumate in relazione ad attività, sesso, età e necessità personali.
Fondamentale – sottolinea Coldiretti – è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A (spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente) perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti. Nella dieta – prosegue Coldiretti – non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali. Per la frutta – evidenzia Coldiretti – di grande importanza per il contenuto di vitamina C, è il consumo di frutta di stagione come i kiwi, clementine e arance rigorosamente italiane per evitare che i trasporti ne riducano il contenuto vitaminico. Va anche ricordato che in un soggetto normale l’assunzione di proteine deve essere compresa tra 0,8-1,3 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per cui – conclude Coldiretti – una buona dose di carne nella dieta non può fare che bene.
 
CUNEO, GRANDA BUS: RINNOVATA LA CONVENZIONE CON PENSIONATI COLDIRETTI
 
È rinnovata per il 2018 la convenzione tra l’Associazione Pensionati Coldiretti Cuneo e il Consorzio Granda Bus, inaugurata un anno fa per facilitare la mobilità degli anziani nella nostra provincia. Anche nel nuovo anno, dunque, Granda Bus riconosce ai Pensionati Coldiretti la possibilità di aderire all’iniziativa “Granda Bus 65+”, che consente a chi ha più di 65 anni di viaggiare, anche tutti i giorni fino al 31 dicembre 2018, sui servizi del trasporto pubblico locale (urbani ed extraurbani) della provincia di Cuneo, a tariffe molto agevolate: • 65 euro per un abbonamento annuale “Granda Bus 65+” illimitato; • 40 euro per un abbonamento annuale “Granda Bus 65+” con orario ridotto, ossia valido ogni giorno dalle ore 9 in avanti. Attivando l’abbonamento dopo il 31 gennaio, le tariffe subiranno un aumento.
La promozione è valida sulle linee delle aziende di trasporto pubblico locale aderenti al consorzio Granda Bus: ACTP, Autolinee Allasia, Autolinee Gunetto, Autolinee Nuova Benese, Autolinee Sav, Autolinee Valle Pesio, Bus Company, Geloso Bus, Giors, Nuova Beccaria, Nuova SAAR, Riviera Trasporti Piemonte, SAC e STP.
“Gli ultraottantenni residenti nel Comune di Cuneo – spiega Lorenzo Bergese, presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti Cuneo – compreso chi compie 80 anni nel corso del 2018, possono richiedere un abbonamento semestrale gratuito per viaggiare in città e nelle frazioni. Pagheranno soltanto la tessera personale di 5 euro, della durata di 4 anni”.
“Il rinnovo della convenzione con Granda Bus – dichiarano la presidente Delia Revelli e il direttore Tino Arosio – prosegue l’impegno Coldiretti a favore dei pensionati. È un’opportunità, questa del trasporto pubblico locale, che anche nel 2018 garantirà ai ‘senior’ la possibilità di muoversi senza uso dell’auto, con un grande vantaggio in termini di costi e un’indubbia attenzione all’ambiente”. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi agli uffici zona o alla Segreteria provinciale Pensionati Coldiretti (0171 447280).
 
VENETO, RISCHIO LEGALE DIGITALE: INCONTRI FORMATIVI IN COLDIRETTI
 
Dopo la firma dell’accordo tra Coldiretti Veneto e lo studio associato BM&A per l’assistenza legale in materia di e-commerce, l’associazione degli agricoltori ha promosso sul territorio regionale degli incontri formativi sui rischi del business on line. Nell’ambito del programma AgriWebAdvisor per neo imprenditori alle prese con il commercio in rete sono state organizzate lezioni ad hoc sui temi cardine per le imprese come la tutela dei consumatori, la privacy e gli obblighi fondamentali di cyber security, la difesa dei marchi e il quadro normativo di riferimento dei digital payment. Relatori degli incontri un team di giovani avvocati specializzati che supporteranno le aziende in caso di controversie o di altre spiacevoli sorprese in cui si può incorrere navigando senza le dovute nozioni in internet.
 
COMO-LECCO, CINGHIALI: RASI AL SUOLO 6 ETTARI DI PRATO AD APPIANO GENTILE
 
Sempre più insistenti, sempre più dannosi. I cinghiali nella provincia di Como non smettono di distruggere campi coltivati e prati, spingendosi al limitare delle zone abitate e delle strade provinciali, in cerca di cibo. L’ultima devastazione — rivela la Coldiretti lariana — è accaduta ad Appiano Gentile, dove sono stati “rasi al suolo” 6 ettari di pascolo. A raccontarlo all’associazione degli agricoltori, l’allevatore Ruggero Malvestio (71 anni): “Mi hanno completamente distrutto i prati con cui produco il fieno da dare alle mie 25 mucche. Il danno prodotto dagli ungulati è enorme, perché con le loro scorrerie mettono in difficoltà il mio allevamento”.
Gli attacchi nella zona — spiega la Coldiretti interprovinciale — avvengono continuamente da ottobre, e si ripetono con sempre maggior frequenza. I campi presi di mira dai cinghiali sono dislocati prevalentemente tra le zone “Cascina Pagliaccia” e “Cascina Fontana”. “Ho anche avuto un “faccia a faccia” con questi animali — racconta Malvestio — incontrando una femmina con i cuccioli molto aggressiva: bisogna stare molto attenti ai cinghiali perché sono animali potenzialmente pericolosi”.
Il problema con gli ungulati — prosegue Coldiretti Como Lecco — risiede nella frequenza con cui questi si recano a scavare buche nei campi in cerca di cibo. Infatti, gli agricoltori sono costretti a sistemare, quasi quotidianamente, i danni creati e rendendo il lavoro dei contadini di fatto un “rincorrere” le devastazioni piuttosto che dedicarsi all’attività imprenditoriale. “Siamo stufi — tuona il leader degli agricoltori lariani, Fortunato Trezzi — Noi contadini continuiamo a denunciare una situazione che è diventata palesemente ingestibile e dall’altra parte riceviamo solo promesse, silenzi e tentennamenti. Le istituzioni devono urgentemente attuare manovre volte a tutelare il lavoro e le imprese contadine dalle scorrerie incontrollate degli animali selvatici”.
 
SIENA, ORIGINE IN ETICHETTA ANCHE PER ARANCE E SUCCHI
 
La trasparenza nell’indicazione dell’origine e della provenienza dei prodotti rappresenta un valore aggiunto sia per il consumatore che per il produttore. Coldiretti ha da sempre promosso lo sviluppo di politiche rivolte all’incentivazione della trasparenza e dell’origine dei prodotti agroalimentari, per impedire di spacciare, come Made in Italy, generi alimentari importati da Paesi lontani.
“L’attuazione di politiche volte ad una maggiore trasparenza sulla provenienza dei prodotti aiuta le aziende agroalimentari italiane di qualità e le tutela nei confronti di tutti coloro che, attraverso l’utilizzo dell’immagine di prodotti Made in Italy, cercano di promuovere prodotti che italiani non sono –  dichiara  Coldiretti Siena  – Noi abbiamo sostenuto fortemente l’applicazione di regole che obbligassero alla trasparenza, come è successo per il latte e derivati, e per il grano, riso e pasta. E da Siena faremo lo stesso anche con questa campagna che spinge per estendere l’obbligo di trasparenza agli agrumi ed alla frutta utilizzati per produrre aranciate e succhi di frutta”.
Al tavolo agrumicolo convocato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, Coldiretti ha chiesto maggiori regole sull’indicazione della provenienza di queste materie prime: “L’Italia deve percorrere la strada della trasparenza per tutti i prodotti agroalimentari. L’84% degli italiani ritiene importante che nei succhi venga indicata l’origine della frutta impiegata secondo la consultazioni on line del Ministero delle Politiche Agricole. Una indicazione che va raccolta con un provvedimento ad hoc. Si tratta peraltro di una esigenza per i consumatori e di necessità per salvare gli agrumi italiani con una pianta di arance su tre (31%) che è stata tagliata negli ultimi quindici anni, ma si sono anche verificati il dimezzamento dei limoni (-50%) e una riduzione del 18% delle piante di clementine e mandarini, sulla base dell’analisi Coldiretti sugli ultimi dati Istat. Sotto accusa i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero, in una situazione di dumping economico, sociale ed ambientale. Serve dunque anche rimuovere gli ostacoli strutturali che determinano uno svantaggio competitivo per le nostre imprese. In questo contesto particolarmente preoccupante è la trattativa dell’Unione Europea con i Paesi del Mercosur che rischia di avere effetti catastrofici sul settore che è già pesantemente colpito dagli accordi preferenziali come le condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per le arance e le clementine”.  
 
PUGLIA, PSR: ORA COLLABORARE PER CHIAREZZA E CONGRUITA’ DOMANDE
 
“Ora è il momento di collaborare perché, a progetti presentati, le anomalie riscontrate nelle domande sono tali da indurre l’assessorato regionale all’Agricoltura ad avviare le opportune verifiche per fare in modo che i soldi pubblici del PSR Puglia siano spesi in maniera coerente e corretta a beneficio del territorio e dell’imprenditoria agricola pugliese. Sugli indici di performance inseriti nei progetti risultati esorbitanti va fatta chiarezza e chiediamo all’Assessore regionale Di Gioia di avviare senza indugio l’istruttoria e la verifica dei progetti presentati, perché le imprese agricole non possono permettersi di veder ulteriormente ritardati i loro investimenti. Tale situazione sta generando un malcontento generale e l’insorgere di problemi che rischiano di incidere negativamente sulle tempistiche della programmazione regionale sullo sviluppo rurale, a danno di tutte le imprese agricole, oltre che sulla stabilità economico-finanziaria delle imprese agricole beneficiare. Per questo è urgente verificare con immediatezza lo stato delle domande, cassando quelle risultate ‘gonfiate’”. E’ il commento del Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, alle delucidazioni fornite dall’Assessora regionale al ramo Di Gioia circa lo stato di avanzamento del Programma di Sviluppo Rurale della Puglia 2014-2020.
 
NUORO-OGLIASTRA, IL MONDO RURALE SOSTIENE NUORO CAPITALE DELLA CULTURA 2020
                                                                                                   
“Il risultato ottenuto dalla Comunità nuorese con l’impegno dei suoi amministratori, di essere inserita tra le prime dieci Città selezionate per Capitale della Cultura italiana 2020, è un risultato storico per tutto il territorio e per il mondo agropastorale che rappresentiamo che ci sprona a continuare il percorso di valorizzazione e promozione delle peculiarità agricole e che ci vedrà al fianco dell’amministrazione comunale e di tutti coloro che lavoreranno per valorizzare l’immenso patrimonio culturale nuorese”. E’ quanto affermano e augurano i vertici di Coldiretti Nuoro Ogliastra (il direttore Alessandro Serra e il Presidente Simone Cualbu), nell’apprendere che Nuoro è tra le 10 città che ambiscono al prestigioso titolo. 
Il nuorese con il suo grande patrimonio culturale, ben raccontato da tutti gli scrittori che l’hanno portata ad avere il titolo di Atene Sarda, deve tantissimo al sistema economico locale fondato sul mondo agropastorale, custode di quei tesori immateriali racchiusi nel “Pastoralismo” e che hanno dato vita al riconoscimento del Canto a Tenore come patrimonio dell’Unesco. Così i prodotti che Coldiretti attraverso Campagna Amica sostiene con la vendita diretta, dando dignità quindi a un sistema di produzione autentico e fondato sulla tradizione, non sono altro che espressione di tutti quei valori che contraddistinguono il modo di essere barbaricino.
I pastori, allevatori e agricoltori, oltre ad essere i custodi della lingua sarda, con il loro saper fare sono anche i custodi e portatori dell’identità e della cultura della Sardegna centrale. La cultura del centro Sardegna, trova proprio in questo mondo la sua fonte autentica ed originaria. Lo sanno bene i clienti del Mercato di Campagna amica di Nuoro, che da qualche tempo hanno trovato nel mercato un luogo non solo dove c’è buon cibo e rapporto diretto con il produttore, ma anche valorizzazione di quella Cultura che con Nuoro corre per raggiungere l’importante traguardo.
Con i Percorsi di Campagna Amica, iniziativa targata Coldiretti e Campagna Amica Nuoro Ogliastra, il cui primo appuntamento si è tenuto a dicembre, e un percorso che mira a valorizzare ed evidenziare i tesori racchiusi nelle nostre comunità rurali. Prodotti che insieme ai suoi produttori, hanno un volto, una identità, una storia ed una cultura. “Con i Percorsi di Campagna Amica ed il coinvolgimento delle amministrazioni locali, le Unioni dei Comuni e le comunità montane, i produttori agricoli ma anche gli artigiani – concludono da Coldiretti Nuoro Ogliastra -, vogliamo dar lustro al patrimonio culturale espressione del mondo agricolo e fare squadra per sostenere la città di Nuoro in questo affascinante percorso”.
 
 
Appuntamenti
 
TOSCANA: TANTA TOSCANA IN PIAZZA SAN PIETRO PER LA FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE
Mercoledì 17 gennaio
 
Per Sant’Antonio Abate patrono degli animali arriva in Piazza San Pietro una vera e propria Arca di Noe’ con mucche, asini, pecore, maiali, capre, cavalli, galline e conigli delle razze più rare e curiose salvate dal rischio di estinzione dagli allevatori italiani che in migliaia da tutta la Penisola invadono la Capitale per iniziativa dell’Associazione italiana Allevatori (AIA) e della Coldiretti.
Mercoledì 17 gennaio 2017 dalle ore 9,30 in Piazza San Pietro a Roma nella più grande “stalla sotto il cielo” mai aperta al pubblico nel centro della Capitale si potranno trovare, per la tradizionale benedizione, le bellissime mucche Pezzata Rossa e Chianina, la Pecora Merinizzata, la Capra Girgentana con le caratteristiche corna a cavaturacciolo, il maiale Appulo-Calabrese, il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante rapido, l’Asino Ragusano, curiose varietà di conigli, oche e molte altre razze mai viste prima tutte assieme, mentre lungo via della Conciliazione ci sarà l’imponente sfilata a cavallo del Reggimento Corazzieri, dei Carabinieri, dei Lancieri di Montebello e della Polizia di Stato.
A fianco del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e del fiorentino Roberto Nocentini Presidente dell’Associazione Italiana Allevatori (AIA) sarà presente una delegazione in rappresentanza di tutta la Toscana.
“Questa celebrazione, soprattutto in un momento difficile come questo – sottolinea il presidente dell’Aia e Presidente di Coldiretti Firenze-Prato Roberto Nocentini – è una rappresentazione devozionale nei confronti del Santo Patrono, che significa anche la conferma della nostra testimonianza a favore dell’ambiente e del territorio”.
In effetti il legame degli italiani con gli animali è molto forte infatti, secondo le statistiche, quattro italiani su dieci ospitano nella propria casa un animale.
“La sensibilità degli italiani per gli animali domestici è una questione di rilevanza affettiva – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana –  che ha ricadute di carattere economico, muovendo un indotto significativo. Aumentano anche le imprese agricole che – conclude De Concilio – nell’ambito della multifunzionalità codificata dalla legge di orientamento, propongono una ospitalità “naturalmente” ecosostenibile a favore di cani e gatti”.
 
EMILIA-R.: FESTA S. ANTONIO ABATE, SOS ALLEVAMENTI, SCOMPARSI 300 MILA ANIMALI
Mercoledì 17 gennaio
 
Sos per gli allevamenti dell’Emilia Romagna dove negli ultimi dieci anni sono scomparsi più di 300 mila animali, tra mucche, pecore e maiali con la chiusura di quasi 5.000 allevamenti, con tutto ciò che ne consegue in termini di occupazione, di spopolamento delle aree interne e montane, di rischi per il primato dell’enogastronomia del made in Italy a causa dell’aumento della dipendenza dalle importazioni di carni, salumi e latte. L’allarme è di Coldiretti Emilia Romagna in occasione della tradizionale benedizione degli animali nel giorno di San Antonio Abate (17 gennaio), che coinvolge allevamenti e animali d’affezione.
L’allarme – afferma Coldiretti Emilia Romagna – riguarda soprattutto le aree interne e montane, dove la scomparsa degli allevamenti comporta l’abbandono da parte dell’uomo e delle sue attività di sistemazione del suolo, con la conseguenza di un aumento del dissesto ambientale e idrogeologico. Secondo i dati della Regione – informa Coldiretti Emilia Romagna – dal 2000 ad oggi nelle zone montane sono scomparsi il 22 per cento dei prati pascoli, con un ritorno della macchia boschiva che ha determinato il proliferare incontrollato di animali selvatici che ormai invadono anche territori più a valle, comportando pesanti danni proprio sul fronte degli allevamenti, con i cinghiali che danneggiano i campi di foraggio rendendo impossibile agli allevatori l’utilizzo di fieno del territorio.
La crescita di cinghiali, caprioli, daini e cervi ha comportato il proliferare anche di predatori come i lupi, ma soprattutto di canidi ibridi tra lupi e cani, che rivolgono le loro attenzioni anche a pecore e vitelli. Solo nell’ultimo anno – afferma Coldiretti Emilia Romagna – abbiamo avuto notizia di 350 capi uccisi da questi predatori, tra vitelli e pecore. Il numero è solo la punta dell’iceberg, in quanto molto più pesanti sono i danni collaterali. Gli animali, infatti, a causa dello stress provocato dagli attacchi riducono drasticamente la produzione di latte, con pesanti tagli al fatturato aziendale.
“Nelle zone montane e collinari – afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – è cresciuto in modo esponenziale uno squilibrio tra animali allevati, animali selvatici e predatori, che sta esasperando gli agricoltori e gli allevatori. Poiché il Piano Faunistico regionale prevede misure di controllo nel caso che nelle zone di media montagna e di collina i danni superino determinati livelli, occorre che tali misure non restino più solo sulla carta ma diventino operative”.
“Sulla vicenda dei lupi – dice il direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri – occorre cominciare a pensare seriamente ad un piano che consenta di salvare pecore e lupi. Infatti sull’Appennino emiliano romagnolo, ancor più numerosi dei lupi ci sono gli ibridi, cioè di capi nati dall’incrocio con i cani. Mentre sarà importante contenere la popolazione di lupi come prevede il Piano nazionale, occorrerà intervenire decisamente per eliminare la presenza e la diffusione dei canidi e salvare il reddito degli allevatori e salvaguardare lo stesso patrimonio di biodiversità rappresentato dal lupo (specie canis lupus) del nostro Appennino”.
Secondo Coldiretti è necessario cominciare ad operare sul fronte indicato da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che per evitare l’estinzione della specie lupo prevede di attivare rapidamente misure per la cattura e la sterilizzazione dei capi non appartenenti alla specie canis lupus e, nel caso questo non fosse possibile, bisognerà pensare di attuare la raccomandazione dell’Unione europea che per salvaguardare prioritariamente il lupo prevede anche l’abbattimento degli ibridi. Contemporaneamente è anche necessario da parte dell’ente pubblico – sostiene Coldiretti Emilia Romagna – garantire il sostegno economico-finanziario per una adeguata attività di prevenzione (indispensabile per ottenere il risarcimento dei danni) e assicurare efficienza ed efficacia nel sistema di accertamento e risarcimento dei danni per garantire un completo reintegro della perdita di reddito affinché la convivenza tra l’animale e l’uomo non porti all’abbandono dell’attività di allevamento. Non sarebbero solo gli allevatori a perderci, ma l’intera comunità poiché – conclude Coldiretti regionale – i pastori attraverso la loro opera conservano e valorizzano la montagna e le sue tradizioni.
 
CALABRIA, AL VIA IL DOPPIO APPUNTAMENTO ANNUALE DEL FORUM DELLA COLDIRETTI
Venerdì 19 dicembre
 
Venerdì 19 dicembre prossimo dalle 9,00 si svolgerà al “Centro Congressi La Principessa” a Campora San Giovanni – Amantea(CS) il Forum Regionale della Coldiretti Calabria e dell’ANBI Calabria, giunto alla tredicesima edizione per i temi dell’agricoltura e dell’alimentazione e alla ottava su Bonifica e Irrigazione. Saranno presenti al massimo livello, rappresentanti politici e dirigenziali della Regione Calabria, parlamentari nazionali, presidente Nazionale dell’IXE, sindaci, dirigenti nazionali e regionali della Coldiretti e dell’ANBI, esponenti della magistratura e delle forze dell’ordine, della Chiesa e di primarie strutture economiche, agricole ed agroalimentari, rappresentanti di forze sociali e associazioni
Un appuntamento dinamico, per alcuni versi inedito nel panorama calabrese, con al centro l’innovazione, risorse comunitarie, Consorzi di Bonifica sempre di più rete amica della Calabria e fondamentali per il territorio, le comunità e la gestione irrigua; ed ancora cibo, legalità, accoglienza e lavoro progetti per l’agroalimentare calabrese, norme e risorse per un futuro per i giovani.
L’edizione si preannuncia come sempre avvincente e ricca di novità oltre ad essere una bella sorgente di energia. Il Forum Coldiretti, che può essere seguito in diretta streaming sulla pagina https://it-it.facebook.com/coldiretti.cosenza/ è un autorevole e qualificato appuntamento per le imprese della filiera agricola e agroalimentare calabrese. Una intensa giornata all’insegna della pragmaticità, durante la quale si affronteranno temi cruciali e decisivi con l’obiettivo di continuare ad attuare la capacità innovativa delle aziende agricole per aumentare reddito e spazi di mercato.
La Nuova Coldiretti in un confronto serrato con le Istituzioni e portatori d’interesse, con il Forum anticipa e consolida “tempi e scelte” indicando cosa accadrà e cosa occorre fare subito per quanto riguarda i bisogni delle imprese.  “E’ una occasione nella quale – commenta Pietro Molinaro –   mettiamo a regime tematiche di grande attualità e lanciamo una serie di proposte”. Il Forum sarà anche palcoscenico per le imprese agricole e agroalimentari condotte da giovani che porteranno le loro storie di successo visibili nel salone Calabria in rete dell’agroalimentare e dell’Innovazione. Il Forum, è una realtà consolidata e innovativa che in questi anni, Coldiretti e ANBI Calabria stanno portando avanti, per riaffermare un rinnovato ruolo dell’agricoltura e della sua capacità di creare sviluppo vero e occupazione diretta e indiretta, come confermano gli indicatori economici.
 
NOVARA-VCO: OFFICINALI OSSOLANE CONSORZIO ERBA BONA PROTAGONISTE SU TV2000
Mercoledì 17 gennaio
 
Erbe officinali e tisane dell’Ossola saranno protagoniste domani sugli schermi di ‘Attenti al Lupo’, la trasmissione serale dell’emittente nazionale Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre). A girare il servizio, quest’oggi, la giornalista torinese Monica Gallo, che è salita in Valle Antigorio, a Verampio di Crodo dove ha sede il consorzio ‘Erba Bona’ presieduto da Vittorina Prina e aderente al circuito di Campagna Amica.
E’ stata proprio Prina a raccontare, con l’entusiasmo che la distingue, l’esperienza che ha portato alla nascita e al successo di questa realtà, partendo da tre concetti sostanziali e distintivi: qualità, territorialità e produzione biologica.
Ai microfoni di Tv2000 ha descritto la minuziosità dei processi di coltivazione, raccolta (che deve avvenire “al momento giusto, quando la maturazione di ognuna delle 20 erbe coltivate è assolutamente perfetta”) e trasformazione.
Prina ha descritto, insomma, un percorso ‘dal campo alla tisana’ che avviene davvero in tempi ristretti e a chilometro zero. Da sempre, una caratteristica peculiare: il Pprogetto “Erba Bona” nasce infatti nel 2000 in Valle Cannobina e, dopo i primi anni di sperimentazione e la nascita di una Associazione di produttori, si è trasformato in Consorzio nel 2007 coinvolgendo coltivatori in tutta la provincia del Verbano Cusio Ossola.
Le oltre 20 specie di erbe officinali vengono oggi coltivate a quote diverse, partendo dal lago Maggiore (dove si produce, ad esempio, l’origano) fino ai 1300 metri delle valli Antigorio-Formazza, dove si coltivano genepì, achillea, achillea moschata e genziana.
Altre specialità sono la malva, le mente in più varietà, la lippia, il timo, la salvia, l’achillea millefollium, la genziana lutea, la stella alpina e la lavanda, che vengono coltivate in piccoli appezzamenti secondo i criteri dell’agricoltura biologica, ottenendo la relativa certificazione.
Dalla paziente coltivazione e lavorazione di queste erbe sono nati numerosi prodotti quali tisane, amari, caramelle, insaporitori da cucina e una linea benessere con cuscini di fieno, sanocolli e oleoliti.
I soci del Consorzio Erba Bona, cresciuti nel tempo, sono in prevalenza donne che coltivano, trasformano e commercializzano i loro prodotti anche all’interno del circuito Campagna Amica, di cui sono parte.                                                                                                                                                                                                                
La messa in onda del servizio girato per Tv2000 è prevista nel tardo pomeriggio di domani (17 gennaio, alle ore 19) all’interno del programma condotto da Giuseppe Caporaso e Maris Milanese Michael: un contenitore molto seguito, che vuol essere un utile “sportello dedicato ai cittadini e ai consumatori”.
 
BARI: GRANO, ASSEMBLEA AD ALTAMURA E SPINAZZOLA PER PRIMA FILIERA CEREALI BIO
Mercoledì 17 gennaio
 
Si terranno domani 17 gennaio, alle ore 18,00, ad Altamura presso la sede del GAL e giovedì 18 gennaio, alle ore 17,00, presso la Cooperativa Cerealicola di Spinazzola, due assemblee dedicate ai produttori di grano, organizzate da Coldiretti Bari, per dare corpo e sostanza alla prima filiera cerealicola biologica che si avvarrà dello strumento dei contratti triennali, con prezzi indicizzati e con un minimo garantito a copertura dei costi di produzione e premialità per il grano prodotto il primo anno in conversione, sulla base dell’accordo sottoscritto da Coldiretti, FdAI e Consorzi agrari d’Italia con il Gruppo Casillo, tra i maggiori trader del commercio di frumento a livello mondiale.
Ciò consentirà agli agricoltori di eliminare una buona parte dei rischi di mercato, ai trasformatori e distributori di avere stabilità nell’approvvigionamento di prodotti di qualità e di origine e ai consumatori di acquistare il vero Made in Italy al giusto prezzo.
I termini dell’accordo saranno illustrati da Fabio Colonna, Direttore del Consorzio Agrario Centro Sud, dal Delegato delle articolazioni territoriali, Vito Amendolara e dal Delegato Confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti.
                                                                                                                                                                                                          
PISA/LIVORNO: BIOLOGICO, CONTRIBUTI, TECNICHE DI DIFESA E KM 0 A COLLESALVETTI
Giovedì 18 gennaio
 
L’agricoltura italiana biologica tra innovazione, ricerca e mercato è il titolo del convegno promesso da Coldiretti in programma giovedì 18 gennaio (inizio ore 10.00) alla Tenuta Bellavista Insuese (via della Chiesa, 65), in località Guasticce, a Collesalvetti (Li). L’agricoltura bio è uno dei settori più in crescita del comparto agricolo che registra, ormai da anni, numeri in crescendo sia dal punto di vista dei produttori, delle superfici dedicate, della varietà di colture e naturalmente dei consumi con sempre più cittadini-consumatori alla ricerca di prodotti e cibi il più possibile naturali.
Tanti e autorevoli gli esperti protagonisti del convegno che sarà aperto da Fabrizio Filippi (Presidente Coldiretti Pisa), Simone Ferri Graziani (Presidente Coldiretti Livorno) e dal Sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci. Nel corso della giornata si parlerà degli aiuti a sostegno dell’agricoltura bio con Donatella Cavirani (Direzione Agroambiente e Sviluppo Rurale Regione Toscana), del rapporto tra impresa agricola e organismo di certificazione con Emidio Silvestri (Responsabile Servizio Fitosanitario Regionale e di Vigilanza e Controllo Agroforestale), dello sviluppo dell’agricoltura biologica in Italia e l’impegno di Coldiretti a favore del settore con Annalisa Saccardo (Confederazione Nazionale Coldiretti Area Ambiente e Territorio), dell’impresa agricola bio e della rete dei mercati di Campagna Amica con Carmelo Troccoli, Direttore di Campagna Amica. Ed ancora i cases history con l’impresa agrituristica biologica di Viterbo, “Predio Potantino”, azienda agrituristica biologica di Viterbo.
Prevista anche una sezione tecnica per illustrare alle imprese e agli addetti ai lavori le strategie mezzi di difesa in agricoltura biologica con l’intervento dell’agronomo, Carlo Bazzocchi; delle tecniche di fertilizzazione del suolo in agricoltura biologica con l’agronomo, Giovanni Cerretelli e delle tecniche non chimiche per la gestione e la difesa delle colture orticole con Luca Lazzeri del Centro di ricerca per le colture industriali (Crea CI-) di Bologna. Modera la giornata Antonio De Concilio (Direttore Coldiretti Toscana).
 
PARMA: AGRICHEF CAMPAGNA AMICA, AL VIA A FEBBRAIO PRIMO CORSO REGIONALE
Da lunedì 5 a giovedì 8 febbraio
 
Dal 5 all’8 febbraio 2018 si terrà a Bologna il primo corso di AgriChef dell’Emilia Romagna riservato a titolari collaboratori e coadiuvanti degli Agriturismi Terranostra. Il programma pone l’attenzione massima sulla valorizzazione dei prodotti del territorio, sulle ricette tradizionali, innovandole sul piano tecnico e di realizzazione. Nel corso saranno affrontati temi relativi a tecnologie e tecniche di cottura, ottimizzazione e organizzazione dei tempi di preparazione, tecniche di conservazione, pricing del piatto e del menù, valorizzazione del prodotto utilizzato, mise en espace ed impiattamento, abbinamento vino e bicchiere.
L’obiettivo del corso è quello di formare gli Agrichef sulle tecniche di cucina, presentazione e scelta dei vini per alzare il livello tecnico e le capacità gestionali e organizzative delle imprese agricole, per valorizzare i prodotti aziendali, approfondendo la conoscenza delle materie prime. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi presso la segreteria provinciale di Terranostra e Campagna Amica ubicata presso la sede provinciale di Coldiretti.
 
NEWS COLDIRETTI – LA FORZA DEL TERRITORIO – 06 4682487 – FAX 06 4871199 – www.coldiretti.it