ARTICOLO | Economia

Crisi: Coldiretti, quadruplicato import grano da Ucraina nel 2016

20 Luglio 2016
Crisi: Coldiretti, quadruplicato import grano da Ucraina nel 2016

La Russia ha iniziato quest’anno a produrre pasta da esportare

Le importazioni in Italia sono praticamente quadruplicate (+315%) dall’Ucraina che è diventato nel 2016 il terzo fornitore di grano tenero per la produzione di pane mentre per il grano duro da pasta il primato spetta al Canada che ha aumentato del 4% le spedizioni. E’ quanto emerge dal Dossier presentato dalla Coldiretti nel corso del blitz di migliaia agricoltori nella Capitale davanti al Ministero delle Politiche Agricole in via Venti Settembre XX. Complessivamente le importazioni di grano duro e tenero in Italia – sottolinea la Coldiretti – sono aumentate del 14% nel primo trimestre del 2016 rispetto all’anno precedente ma la dipendenza dall’estero determinata dall’insufficiente remunerazione della produzione nazionale potrebbe ulteriormente aggravarsi.
“Con questi prezzi gli agricoltori non possono piu’ seminare e c’è il rischio concreto di alimentare un circolo vizioso che, se adesso provoca la delocalizzazione degli acquisti del grano, domani toccherà gli impianti industriali di produzione della pasta con la perdita di un sistema produttivo che genera ricchezza, occupazione e salvaguardia ambientale” ha avvertito il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Non è un caso che – ha precisato Moncalvo – il Ministro dell’agricoltura russo Alexander Tkachev abbia appena annunciato che la Russia, dopo essere diventata nel 2015 il principale esportatore di grano, ha iniziato a produrre pasta di grano duro che sarà presto esportata all’estero”.
A pesare sono le importazioni in chiave speculativa che – precisa la Coldiretti – si concentrano nel periodo a ridosso della raccolta e che influenzano i prezzi delle materie prime nazionali anche attraverso un mercato non sempre trasparente. L’Italia nel 2015 – ricorda la Coldiretti – ha importato circa 4,3 milioni di tonnellate di frumento tenero mentre sono 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero.
Il risultato – denuncia la Coldiretti – è che è fatto con grano straniero piu’ di un pacco di pasta su tre e piu’ della metà del pane in vendita in Italia ma i consumatori non lo possono sapere perché non è ancora obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. “E questo nonostante il fatto che la consultazione pubblica on line promossa dal Ministro delle Politiche Agricole abbia certificato che ben l’85% dei consumatori italiani ritiene importante che l’etichetta riporti sempre l’indicazione del Paese di origine delle materie prime” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
La qualità del grano italiano peraltro non è certo in discussione ed è confermata dalla nascita e dalla rapida proliferazione di marchi che – sottolinea la Coldiretti – garantiscono l’origine italiana del grano impiegato al 100%. Un percorso che è iniziato nei primi anni della crisi sotto la spinta dell’iniziativa del progetto di Filiera Agricola Italiana (FAI) e che si è esteso ad alcune etichette della grande distribuzione (da Coop Italia a Iper) fino ai marchi piu’ prestigiosi (Ghigi, Valle del grano Jolly Sgambaro, Granoro, Armando, ecc) fino all’annuncio dello storico marchio napoletano “Voiello”, che fa capo al Gruppo Barilla, che ora vende solo pasta fatta da grano italiano al 100% di varietà “aureo”.